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ma tu l'hai seguito Sanremo? che ne pensi?
Mi è arrivata la domanda delle domande di questa settimana!
Si che l'ho seguito e lo seguo, quest'anno più a mozzichi e un po' più distrattamente del solito. D'altronde non lo seguo come "si segue" adesso, commentando ogni particolare, ipersessualizzando artiste e artisti, facendo quantità mostruosa di meme, costruendo le polemiche a volte stucchevoli.
Detto ciò, è doveroso sottolineare che Amadeus e il suo gruppo di lavoro in questi 5 anni hanno fatto scelte interessanti, capendo appieno che pure nel bolsissimo teatro Ariston va portato ciò che interessa a chi fruisce della musica. E i fruitori sono coloro che vedono gli unici programmi musicali (tutti della concorrenza televisiva), vivono generi particolari e rapporti quasi quotidiani tramite i social network con gli artisti, i quali si costruiscono "il successo" con dei meccanismi che sono evidenti: ti invito a scorrere i nomi degli autori delle canzoni più forti degli ultimi anni al Festival e non solo, e dimmi cosa ci trovi (pure per questo sembrano tutte simili). Tanto per diventare big bastano 2-3 singoli con una buona quantità di visualizzazioni o di ascolti. Mi permetto due parole sulla polemica madre: Geolier, che ha portato una canzone brutta, ha gli stadi pieni di biglietti venduti ai suoi concerti in estate e l'anno scorso è stato il campione di vendite di dischi in Italia. Ha oltre 5 milioni di ascoltatori mensili su Spotify (tra l'altro il 65% del Centro Nord). Prendendo in prestito una battuta che ho sentito (se sapete l'autore scrivetemelo): hanno vinto Povia e Marco Carta il Festival, il problema è Geolier?
W quindi il contorno che cannibalizza quel poco di musicale che è rimasto, tanto è vero che le serate musicalmente più emozionanti degli ultimi anni sono le serate delle cover, che quest'anno mi è piaciuta molto, tranne nella scelta dell'autocelebrazione di certi artisti.
Ah e dimentico una cosa: uno degli aspetti che più mi fanno divertire sono le pagelle di addetti ai lavori e non, che dovrebbero essere conservate per il tenore surreale che a volte propongono.
Ci vediamo allora al Sanremo 25, e non vorrei essere nei panni di chi riceverà il testimone da questo per il successo, l'attenzione e la costruzione di questo appena finito.
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L’ultimo allarme in ordine di tempo arriva proprio dalla Germania, il paese che ha visto il più recente attentato terroristico da parte di un “lupo solitario” jihadista, il 26enne siriano richiedente asilo Issa Al H., che il 23 agosto scorso nella città di Solingen ha ucciso tre persone e ferito altre otto a coltellate.
Thomas Mücke, cofondatore e direttore esecutivo di Violence Prevention Network (una Ong tedesca che si dedica alla prevenzione dell’estremismo politico e alla deradicalizzazione dei detenuti per atti di terrorismo), informa che gli attacchi e i falliti attentati successivi ai fatti del 7 ottobre 2023 in Europa occidentale sono «quadruplicati» rispetto allo stesso periodo del 2022. «Gli estremisti stanno usando il conflitto in corso come uno strumento per riguadagnare slancio», dice riferendosi alla guerra a Gaza. Secondo dati ufficiali, risultano documentati 7 attacchi riusciti e 21 falliti o sventati dalle forze dell’ordine. «L’Isis ha identificato l’Europa occidentale come bersaglio di attacchi, ovviamente con l’intenzione di diffondere orrore e paura e dividere la società in modo da poter reclutare ancora più persone per la propria causa».
Siamo nella fase del “jihad d’atmosfera”
Mücke spiega che gli autori dei reati sono diventati più giovani rispetto a quelli dei due decenni scorsi, e che ben due terzi degli arrestati in Europa occidentale sono adolescenti. A ciò corrisponde il fatto che la loro radicalizzazione e infine il loro reclutamento in organizzazioni terroristiche non sono avvenuti attraverso moschee o centri culturali, ma essenzialmente online: «Internet svolge un ruolo importante nella radicalizzazione e nella mobilitazione, nonché nel reclutamento». I fatti di Solingen potrebbero influenzare l’esito delle elezioni regionali del 1° settembre in Turingia e Sassonia, dove Allianz für Deutschland (AfD) è già data al primo o al secondo posto con oltre il 30 per cento dei voti nei sondaggi.
Gli attacchi di Mannheim e Solingen, entrambi opera di richiedenti asilo la cui domanda era stata respinta, danno credito alla tesi secondo cui la nuova ondata di attentati jihadisti in Europa occidentale sarebbe opera di “lupi solitari” e non di organizzazioni articolate e dotate di mezzi. Gilles Kepel, lo studioso francese dell’islam politico, distingue tre fasi dell’offensiva jihadista contro l’Occidente: gli attacchi diretti da al Qaeda nel primo decennio del XXI secolo, quelli favoriti o assistiti da network collegati informalmente allo Stato Islamico nel secondo decennio del secolo, e oggi la fase di quello che definisce il “jihad d’atmosfera”, non collegato a leadership stabili e fatto di azioni decise su base individuale.
Ma i “lupi solitari” non sono solitari
Sta di fatto che i “lupi solitari” – i cui atti sono meno distruttivi di quelli precedenti ma più difficili da prevenire – non sono in realtà davvero solitari. Quasi sempre alla cattura di un “lupo solitario” subito dopo o alla vigilia dell’attacco progettato segue l’incriminazione di complici che lo hanno favorito in vari modi. «Quello che vediamo spesso», dice Carola García-Calvo, ricercatrice dell’Elcano Royal Institute di Madrid, «è che nonostante agiscano da soli, l’indagine rivela poi che l’aggressore aveva contatti con altre persone legate a gruppi terroristici. Si scopre che non erano così soli come sembravano».
«Le reti terroristiche possono prendere di mira questi individui vulnerabili e manipolarli per commettere atti terroristici come attori solitari, apparentemente soli, ma in realtà al servizio degli obiettivi delle reti più grandi», spiega Jan Op Gen Oorth, portavoce di Europol. «L’isolamento sociale e la mancanza di un solido sistema di supporto rimangono le principali vulnerabilità. I terroristi sfruttano queste vulnerabilità per diffondere il loro messaggio e reclutare nuovi seguaci. Ciò è particolarmente preoccupante se si considera il numero crescente di giovani, compresi i minorenni, esposti alla propaganda terroristica online».
In Germania ci sono 27.000 soggetti pericolosi
Ogni paese europeo tiene il suo conto in base a criteri non omogenei dei soggetti pericolosi in termini di possibile passaggio dall’estremismo al terrorismo vero e proprio. In Germania secondo l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione «nell’area dell’islamismo/terrorismo islamico esiste un potenziale quasi costante di 27.200 persone (erano 27.480 nel 2022)». In Francia, secondo una comunicazione dell’allora ministro degli Interni Gerard Darmanin nell’ottobre dell’anno scorso, «le persone registrate in Fascicoli di trattamento di segnalazioni per la prevenzione della radicalizzazione terroristica (Fsprt) sono 20.120; fra queste alcune hanno un fascicolo attivo e altre uno inattivo. In totale ci sono 5.100 persone con fascicolo attivo». In Spagna i soggetti sotto sorveglianza sarebbero circa 300.
In attesa di riorganizzarsi e di portare nuovamente attacchi come quelli di Parigi (novembre 2015) e di Bruxelles (marzo 2016), Isis e al Qaeda si appoggiano ai suddetti lupi solitari. Ma l’organizzazione più vicina a fare massa critica per una rinnovata stagione di attacchi terroristici in Europa sembrerebbe essere Isis Khorasan (Isis-K), cioè la gemmazione dell’Isis nata all’inizio del 2015 che fa riferimento a un’area geografica compresa fra Afghanistan, Iran e alcuni stati ex sovietici dell’Asia centrale, e che attualmente conterebbe 4 mila combattenti nel solo Afghanistan.
Il ruolo dell’Isis-K negli attentati jihadisti in Europa
«L’Isis-K è oggi l’unico gruppo jihadista che ha la capacità di proiettare forze e pianificare un attacco a livello internazionale», spiega il belga Thomas Renard, direttore dell’International Centre for Counter-Terrorism dell’Aja. Il paese europeo più esposto all’infiltrazione potrebbe essere il Belgio. «Potrebbe trattarsi di una cellula inviata dall’Isis-K, di persone formate e addestrate che si infiltrano nel nostro paese. Ma potremmo anche trovarci in presenza di individui radicalizzati già residenti sul posto, pronti a compiere attentati. Persone che fanno parte di una comunità dell’Asia centrale, del Caucaso o della Cecenia, che sono collegate ai jihadisti tramite Telegram o la rivista in lingua inglese EI-K. Nelle zone intorno ad Anversa, dove è presente una forte comunità cecena, nelle aree di Bruxelles e di Liegi-Verviers, storicamente legate al jihadismo».
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L'IA pensa, e noi?
28 Gennaio 2023
Non è l’intelligenza artificiale che ha imparato a pensare come noi, siamo noi che abbiamo smesso di pensare come persone e la colpa maggiore, mi dispiace dirlo, l’abbiamo noi filosofi e, in qualche misura, scienziati e psicologi. Mi spiego. Per chi non sia stato chiuso in un rifugio antiatomico durante gli ultimi 6 mesi, una serie di nuovi algoritmi generativi, addestrati su enormi quantità di dati provenienti dagli esseri umani, ha sviluppato la capacità di produrre testi, suoni e immagini. Chiunque li abbia testati (fatelo, è gratis, provate) è rimasto sorpreso e meravigliato: l’impressione è che questi algoritmi siano in grado di cogliere la struttura del pensiero degli esseri umani e di declinarla in nuove combinazioni. ChatGPT, forse il più famoso, è in grado di scrivere poesie, rispondere a domande su qualsiasi argomento, scrivere testi e relazioni. Sembra proprio che ChatGPT sia come noi.
Sono stati scritti fiumi di parole sulle loro potenzialità e rischi – dal problema del diritto di autore fino agli effetti sul sistema scolastico. Non c’è dubbio che abbiano capacità finora impensate e che il loro impatto sarà profondo e irreversibile, ma la domanda è un’altra: siamo sicuri che il pensiero sia semplicemente la manipolazione di simboli e la produzione di contenuti?
È un fatto che, tra i testi prodotti da ChatGPT e quelli scritti dagli esseri umani, non ci siano differenze evidenti e questa somiglianza contiene una minaccia. Molti studiosi di varia estrazione temono il giorno in cui queste intelligenze artificiali saranno in grado di produrre contenuti analoghi a quelli che loro, in tanti anni, hanno imparato a produrre con fatica e sforzo. Non c’è speranza dunque? Siamo diventati obsoleti? Stiamo per essere superati dall’Intelligenza Artificiale in quello che pensavamo essere la nostra capacità più essenziale? Ovvero il pensiero?
Nella domanda si nasconde la risposta. Già il fatto di porsi questa domanda implica che il pensiero sia stato declassato a calcolo, operatività, ricombinazione. Ma è proprio così? In realtà, ci sono due modi di intendere il pensiero: come manipolazione dei simboli o come manifestazioni della realtà. Il primo modo è stato declinato in tanti modi, apparentemente moderni – dalla macchina di Turing ai giochi linguistici di Wittgenstein, dalla svolta linguistica all’intelligenza artificiale odierna. Si sposa con l’idea che la casa del pensiero sia il linguaggio e che quest’ultimo, in fondo, non sia altro che una continua ricombinazione di simboli; un’idea popolare che ha trovato ulteriore supporto nella teoria dell’informazione e nella genetica. Tutto è informazione, scriveva il fisico John Archibald Wheeler. L’informazione non è altro che una serie di simboli e il pensare è il loro ricombinarsi. Tutto questo è molto convincente (è quasi una versione operazionale dell’idealismo di Kant), ma lascia fuori qualcosa di fondamentale: la realtà.
La realtà è un termine scomodo, quasi fastidioso, per alcuni. Da Kant alle neuroscienze, ci sentiamo ripetere che non possiamo conoscere il mondo, ma solo le nostre rappresentazioni (che non sono mai del tutto affidabili). Anche autori recenti con un certo seguito nel mondo della scienza e della filosofia pop – da Donald Hoffman a Slavoj Žižek – non perdono occasione di metterci in guardia dal prendere sul serio la realtà. E così il pensiero, un passo alla volta, si svuota di significato. Le parole sono sempre più simboli all’interno di un universo di simboli e sempre meno la manifestazione di qualcosa di reale.
Anche i social network prima e il metaverso poi ci portano in un mondo digitale sempre più staccato dalla realtà, dove digitare parole che producono altre parole, in un labirinto di simboli e di like autoreferenziali sembra essere l’unico obiettivo. In questo mondo di rappresentazioni digitali fini a se stesse, ChatGPT è come noi. Anzi, è meglio di noi. Non c’è partita. L’IA, come nel famoso racconto di Frederick Brown, sta per diventare il dio della realtà fatta di soli simboli privi di significato.
Al di là di questo entusiasmo per il pensiero ridotto a calcolo di nuove combinazioni, esiste un’altra grande intuizione sulla natura del pensiero secondo la quale noi non saremmo solo manipolatori di simboli, bensì momenti dell’esistenza. Ognuno di noi sarebbe un’occasione che ha la realtà per essere vera.
In questa visione, la persona non è solo una calcolatrice, ma una unità dell’esistere. È una prospettiva oggi impopolare, abituati come siamo al gergo informatico e tecnologico (dove la computer science è, per dirla con Gramsci, egemonica). Il pensiero non è né un flusso di concetti né una sequenza di operazioni, ma è il punto in cui la realtà si manifesta. Il pensiero acquista significato se è illuminato dalla realtà; qualcosa che non si può ridurre ad algoritmo, ma che non è, per questo, meno vero. Il significato delle nostre parole non dipende dalla correttezza della loro grammatica, ma dalla realtà che attraverso di esse si manifesta nel linguaggio.
Questi due atteggiamenti corrispondono a modi di essere incompatibili e attraversano arte, scienza e filosofia. Il primo è interno al discorso, il secondo buca il livello dialogico per arrivare (o cercare di arrivare) alla realtà. Tra i due campi non c’è simpatia, anzi esplicito disprezzo. Bucare il livello dialogico e andare oltre non è facile. Se il mondo dell’informazione fosse una grande città che cresce progressivamente diventando sempre più estesa, il mondo esterno diventerebbe sempre più lontano e irraggiungibile. Molte persone non uscirebbero mai dalla città, trovando al suo interno tutto ciò che desiderano e non sentendo la necessità di raggiungerne i confini. E così i filosofi diventano filosofologi, i matematici platonisti e gli scienziati si muovono solo dentro i confini rassicuranti di paradigmi autoreferenziali. L’arte diventa sempre più manieristica e il pensiero sempre più un esercizio barocco di stile. Non lo vedete tutto intorno a voi? Lo ha detto bene un non-filosofo come Manuel Agnelli alla sua laurea ad Honorem alla IULM: l’arte è morta perché è diventata figlia di una cultura autoreferenziale del numero e del consenso. Non ci rendiamo conto della fame di valore e di significato che ognuno di noi insegue?
Filosofi e scienziati si sono trovati a condividere quello che sembra essere soltanto una deformazione professionale: troppo tempo sui loro codici, troppo poco tempo a contatto con il mondo. I loro “sacri” testi prendono il posto del mondo nella loro esistenza e la loro vita rimane prigioniera di una biblioteca labirintica dove, prima o poi, nasceranno minotauri digitali che li divoreranno. In quel mito, l’unione di potere e conoscenza, rappresentata dal re Minosse e dall’inventore Dedalo (combinazione oggi sintetizzata in figure quali quelle di Steve Jobs, Elon Musk o Mark Zuckerberg), creano un labirinto in cui si rimane intrappolati e chiusi. ChatGPT è il minotauro digitale: non è in grado di uscire dal livello digitale e deve essere nutrito con la carne e il sangue della nostra esistenza, non consegnandogli ogni anno dieci giovani tebani, ma fornendogli i nostri dati attraverso Internet, social network e cellulari. Ma possiamo ancora sperare in un Teseo che, con l’aiuto di Arianna, riuscirà e uscirne seguendo un filo che incarna il collegamento con la realtà esterna.
Quel filo corrisponde all’apertura verso la realtà che è l’essenza del pensiero umano, fuori dal labirinto delle parole, dei simboli e dell’informazione. Peccato che molti filosofi (Daniel Dennett o David Chalmers) o molti neuroscienziati (Anil Seth, Vittorio Gallese) corteggino una visione dell’uomo ridotto a costruzione priva di sostanza. Ma se non siamo altro che un miraggio, il gioco è facile per l’IA: fantasmi tra fantasmi.
Come si è arrivati a questa abiura della nostra natura? Il linguaggio mette in moto concentrico tre sfere: la sfera della grammatica, la sfera dei concetti e la sfera ontologica. Nella prima quello che conta è la struttura dei simboli e come si concatenano tra di loro. Questo è il dominio dove oggi l’intelligenza artificiale (ChatGPT appunto) è signore e padrone. Poi vi è la sfera dei concetti che è un terreno ambiguo, per qualcuno reale e per altri no; una specie di purgatorio in attesa di essere eliminato. Infine c’è la realtà, dove tutto ciò che ha valore trova origine; ciò che noi cerchiamo nella nostra vita e che non sempre troviamo.
L’IA odierna (quella di domani chissà) si ferma alla grammatica del linguaggio. Ma il valore si trova nella realtà in quanto realtà. L’IA non fa altro che costruire nuvole di bit privi di sangue, colore, sapore: «non è altro che un racconto raccontato da un idiota, che non significa nulla». Se l’IA scrivesse l’Amleto, parola per parola, non sarebbe altro che una combinazione di simboli. Polvere e non statua.
La domanda che dovremmo chiederci non è se Chat GPT pensa come noi, ma piuttosto che significa pensare. Crediamo veramente di non essere altro che illusioni digitali? Abbiamo davvero smarrito il filo di Arianna che collegava le nostre parole al mondo reale? Io mi ribello. Io sono reale e la mia realtà va oltre la cascata di cifre digitali verdi di Matrix. Noi siamo reali e questa realtà non è all’interno dei nostri simboli. Non siamo semplici calcolatrici. E pazienza se oggi la maggioranza pensa che sia così, lasciandosi incantare dalla prospettiva di barattare la realtà con un metaverso digitale.
Ritorniamo alla realtà e abbandoniamo i simboli. Torniamo alle cose e lasciamo le parole. Non è vero che le parole o le informazioni siano più importanti della vita e delle cose. ChatGPT riconosce, ma non vede; ascolta, ma non sente; manipola i simboli; ma non pensa. Per pensare bisogna essere reali, ma che cosa è il pensiero? Il pensiero è mondo.
@aitan / aitan.tumblr.com
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Memorial Shozo Shimamoto / Avere un’idea per capello Decennial 2013-2023
Sandro Bongiani Arte Contemporanea
Memorial Shozo Shimamoto / Avere un’idea per capello
Decennial 2013-2023
a cura di Sandro Bongiani e Ruggero Maggi
Presentazione di Sandro Bongiani
Una Mostra Collettiva Internazionale condivisa in due gallerie a cura di Sandro Bongiani e Ruggero Maggi con la partecipazione di 137 artisti e 357 opere per il decennale dedicato a Shozo Shimamoto 2013-2023
Sandro Bongiani Arte Contemporanea di Salerno è lieta di inaugurare presso la galleria Sandro Bongiani Vrspace e nello Spazio Ophen Virtual Art Gallery la mostra collettiva internazionale dal titolo: “Memorial Shozo Shimamoto 2013-2023”. Un progetto e una mostra indipendente, a cura di Sandro Bongiani e Ruggero Maggi. A distanza di 10 anni dalla dipartita di Shozo Shimamoto (25 gennaio 2013), viene organizzata in Italia una mostra collettiva internazionale con la partecipazione di 137 artisti internazionali per il primo decennale della sua scomparsa. Una parte del lavoro svolto dall’artista giapponese risulta ancora poco noto al grande pubblico, e precisamente la ricerca svolta negli anni 80 e 90, con le particolari azioni e le proiezioni di spezzoni di film sulla sua testa rasata utilizzata come spazio performativo e luogo per ospitare l’opera. Quasi una galleria del corpo e forse “la più piccola galleria al mondo attiva negli anni 80”. Per ricordarlo a dieci anni esatti dalla scomparsa abbiamo ritenuto utile inviare per posta alcune silhouette della testa vista da dietro di Shozo Shimamoto invitando gli artisti a fare il loro intervento, come aveva fatto lui a partire dal 1987 invitando gli artisti a realizzare il proprio personale atto performativo con ciò che ritenevano utile per completare degnamente l’opera. In questo senso sono esemplari le operazioni “Head” realizzate da Ray Johnson, Ben Vautier, G. Achille Cavellini, Mayumi Handa, Allan Kaprow e da diversi altri protagonisti internazionali dell’arte che sono intervenuti nel tempo sulla testa dell’artista giapponese disegnando, incollando carte, adesivi, materiali diversi e persino proiettando frammenti di film percepiti come flusso immateriale perfettamente in linea con le idee di ricerca portate avanti dal grande artista giapponese pronto a ricevere in se l’apporto comunicativo di altri autori.
Un progetto - scrive Sandro Bongiani - in cui la collaborazione diventa il momento prioritario dell’agire con le idee che si integrano in un insieme unitario e collettivo. Ecco il modo come si può raccordare la provvisorietà dell’idee individuali per divenire nella condivisione opera collettiva sotto il segno di una costruzione visiva rimodulata in forma circolare che nasce essenzialmente dalla collaborazione attiva dei diversi autori per poter concretamente costruire l'opera. Il risultato finale è la creazione di una sorta di “grande opera collettiva” di creatività che il curatore S. Bongiani definisce "Swarm Art", in cui il comportamento collettivo interagisce in modo collaborativo producendo risposte funzionali al sistema comunicativo, come avviene concretamente nel web utilizzando le migliaia di relazioni ramificate nel Network, o come realmente succede nel complesso intreccio di cellule relazionali attive presenti nel sistema cerebrale umano che si integrano tra loro aggregandosi per poi trasformarsi provvisoriamente in un insieme inaspettato e assai complesso capace di ridarci la dimensione vera della relazione collettiva”. Del resto, noi non siamo altro che piccole parti di un unico sistema relazionale che può condividere l’isolamento oppure, estendersi come essenza amplificata in una infinita e assai complessa comunicazione di idee.
137 artisti presenti a questa rassegna internazionale dedicata a Shozo Shimamoto:
Alberto Vitacchio - Italia I Albina Dealessi - Italia I Alfonso Lentini - Italia I Andrea Bonanno - Italia I Andrzej Dudek-Durer - Polonia I Angela Caporaso - Italia I Ania Singh - Polonia I Anja Mattila Tolvanen - Finlandia I Anna Bayer - Germania I Anna Boschi - Italia I Anna Maria Matone - Italia I Annalisa Mitrano - Italia I Annegret Heinl - Germania I Antonella Gandini - Italia I Antonio Amato - Italia I Antonio Di Michele - Italia I Antonio Sassu - Italia I Aristide3108 - Francia I Benedetta Iandolo - Italia I Bruno Cassaglia - Italia I Calogero Barba - Italia I Carla Bertola - Italia I Carmela Corsitto - Italia I C. Merhrl Bennett - USA I Cesare e Noah Serafino - Italia I Cecilia Solamito - Italia I Cinzia Farina - Italia I Circulaire 132 - Canada I Claudio Gavina - Italia I Claudio Grandinetti - Italia I Clemente Padin - Uruguay I Coco Gordon - USA I Coco Muchmore - USA I Cosmo Cinisomo - Italia I Crescenzio D'Ambrosio - Italia I Carl T. Chew - USA I Dino Aloi - Italia I Domenico Ferrara Foria - Italia I Dr Klaus Groh - Germania I Dr. Lutz WohIrab - Germania I Ed. Varney - Canada I Edward Michat Dudek - Polonia I Elke Grundmann - Germania I Emilio Morandi - Italia I Emily Joe - Italia I Erika Baggini - Italia I Ernesto Terlizzi - Italia I Ever Arts - Olanda I Felipe Lamadrid - Spagna I Finazzi Mimicha – Skinaz - Italia I Francesco Cornello - Italia I Francisco Escudero - Spagna I Franco Di Pede - Italia I Franco Panella - Italia I Gabi Minedi - Italia I Gianfranco Duro - Italia I Gianni Marussi - Italia I Gianni Romeo - Italia I Giovanni Bonanno - Italia I Giovanni e Renata Stradada - Italia I Giovanni Leto - Italia I Grazyna Borovik - Polonia I Guido Capuano - Italia I Guroga - Venezuela I Guy Bleus - Belgio I GX Jupitter-Larsen - USA I Hans Braumuller - Germania I Henry Grahn Hermunen - Svezia I Hilgart, - USA I Honoria Starbuck - USA I Horst Tress - Germania I Hugo Catolino - Svezia I Ilia Tufano - Italia I Irina Novikova - Bielorussia I Ivo Galassi - Italia I Janus - Germania I Jaume Rocamora - Spagna I Javier Seco - Spagna I John M. Bennett - USA I John Held Jr - USA I Jorg Seifert - Germania I Josè Vandenbroucke - Belgio I Joson Rodges - USA I Jurgen O. Olbrich - Germania I Karl-Frieddrich Hacker - Germania I Keiichi Nakamura - Giappone I Ko De Jonge - Olanda I Lamberto Caravita - Italia I Lancillotto Bellini - Italia I Laura Pintus - Italia I Luc Fierens - Belgio I Lucia Spagnuolo - Italia I Luigi Auriemma - Italia I Luigina Iacuzzi - Italia I M. Josè Silva - Mizè - Portogallo I Manuel Xio Blanco - Spagna I Marcello Diotallevi - Italia I Maria Castillo - Argentina I Marina Salmaso - Danimarca I Marisa Pezzoli - Italia I Mauro Molinari - Italia I Maya Lopez Muro - Italia I Miclelangelo Mayo - USA I Mike Dyar Eart Art - USA I Mirta Caccaro - Italia I Moreno Menarin - Italia I Mr Sjoerd Paridaen - Belgio I Natale Cuciniello - Italia I Ornella Gaibin - Italia I Oronzo Liuzzi - Italia I Paola Toffolon - Italia I Paolo Gubinelli - Italia I Paolo Seghizzi - Italia I Pier Roberto Bassi - Italia I Pina Della Rossa - Italia I Raffaele Boemio - Italia I Reid Wood - USA I Remy Penald, Limoges – Francia I Renuka Kesaramadu - India I Roberto Formigoni - Italia I Rolando Zucchini - Italia I Ruggero Maggi - Italia I Serse Luigetti - Italia I Shmuel, Brattleboro - USA I Sigismund Urban - Germania I Silvia Venuti - Italia I Sjoerd Paridaen - Belgio I Sugar Irmer - Germania I Susan Gold - Canada I T. E. Larsen - Norvegia I Toan Vinh - Canada I Uwe Hofig - Germania I Valdor - Spagna I Victoria Encinas - Spagna I Vittore Baroni - Italia I William Mellott - Taiwan.
Cenni Biografici di Shozo Shimamoto
Nasce nel 1928 a Osaka (Giappone). Diviene un autorevole esponente del Gruppo Gutai, formato nel 1954 nella regione del Kansai, insieme ad altre figure note come Yoshihara Jiro, Kanayama Akira, Murakami Saburo, Sshiraga Kazuo: le attività del gruppo hanno anticipato i grandi cambiamenti dell'arte occidentale dei primi anni sessanta. Nel 1957 il gruppo Gutai ideò il "Gutai Stage Exhibition": per la prima volta nella storia fu utilizzato un palcoscenico come spazio artistico nel quale Shimamoto metteva assieme lo sparo dei colori con un cannone da lui appositamente inventato e un sottofondo sonoro. Shimamoto ebbe anche un interesse per i lavori audio che anticiparono i lavori Fluxus di John Cage. Alcuni di questi lavori appartengono alla collezione del Centro Pompidou di Parigi e al Museo di Città di Ashiya. Nel 1993 viene inviato alla Biennale di Venezia con il Gruppo Gutai. Nel 1994, durante l'esibizione "l'Arte giapponese dopo il 1945: il Grido Contro il Cielo" tenuta al Museo Guggenheim in New York, il curatore Alexandra Monroe scopre che i "buchi" di Shimamoto sono del 1950 (sulla polemica Shimamoto-Fontana cfr. il sito della Tate Gallery): da quel momento il mondo dell'arte negli Stati Uniti inizia a cambiare atteggiamento nei confronti di Shimamoto inserendo il suo nome in varie enciclopedie e manuali di storia dell'arte (appare a p. 1167 del libro di testo dell'università americana "La Storia dell'Arte", Strokstad, Marilyn; Harry Abrams, N.Y., 1995; nell'Enciclopedia Britannica e nella Larousse). Nel febbraio 1998, i lavori da 150 artisti che hanno caratterizzato l'arte mondiale del ventesimo secolo, sono esposti al Museo di Los Angeles di Arte Contemporanea (Moca) per tre mesi, proseguendo poi alla volta di Vienna, Barcellona e al Museo di Tokyo di Arte Contemporanea. Shimamoto è tra gli artisti invitati. Le sue opere erano posizionate accanto a quelle di Jackson Pollock e Lucio Fontana; sul lato opposto della stanza, c'era un'opera di John Cage. Nel 1999 partecipa alla 48a Biennale di Venezia con Yoko Ono.Nel 2003 partecipa alla 50a Biennale di Venezia nel progetto "Brain Academy Apartment". Opere di Shimamoto si trovano, tra le tante, nella collezione della Tate Gallery, del Centre Pompidou, della Galleria di arte moderna di Roma, oltre a essere presenti in quasi tutti i musei giapponesi.
Sandro Bongiani Arte Contemporanea
Memorial Shozo Shimamoto / Avere un’idea per capello
Decennial 2013-2023
A cura di Sandro Bongiani e Ruggero Maggi
- Sandro Bongiani Vrspace
https://www.sandrobongianivrspace.it/
- Spazio Ophen Virtual Art Gallery
http://www.collezionebongianiartmuseum.it/
Da Sabato 25 febbraio a Domenica 30 aprile 2023
Opening Sabato 25 febbraio 2023 ore 18:00
ORARI: tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 3937380225
E-MAIL INFO: [email protected]
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Nicaragua, dal Parlamento una stretta sui social network
Il Parlamento del Nicaragua ha approvato una legge che punisce gli autori di messaggi sui social network, i quali, secondo le autorità di Managua, diffonderebbero «paura» tra la popolazione. Previste pene fino a 5 anni di carcere. L’opposizione in esilio ha definito la misura una «legge bavaglio», che mirerebbe a colpire i contenuti social critici al governo del presidente Daniel Ortega, anche…
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La IV edizione di Restate a Napoli
Napoli è pronta ad accogliere la quarta edizione di "Restate a Napoli", la rassegna estiva che dal 9 al 16 agosto trasformerà Piazza del Plebiscito in un grande teatro all'aperto, offrendo al pubblico otto giorni di spettacoli gratuiti di musica, teatro e danza. Sotto la direzione artistica di Lello Arena, l'evento promette di consolidare il suo successo che ha già visto la partecipazione di circa 100 mila persone nella passata edizione e milioni di contatti online. La rassegna è finanziata dal Comune di Napoli ed è voluta dal Sindaco Manfredi. Lo scopo è offrire ai turisti, e i cittadini, che affollano la città in agosto, spettacoli dal vivo con artisti di diversi generi provenienti dal panorama nazionale con un forte richiamo a quelli partenopei, per valorizzare i giovani dando loro un palcoscenico prestigioso e un momento concreto per mettersi alla prova e dimostrare le loro doti artistiche. Un impatto positivo sull'occupazione e il turismo La rassegna non solo rappresenta un appuntamento culturale di rilievo, ma anche una significativa opportunità di lavoro per i lavoratori dello spettacolo dal vivo con l'impiego di oltre 500 professionisti tra artisti, tecnici, musicisti e personale di supporto. Inoltre l'evento avrà una ricaduta positiva sul turismo: nei giorni della manifestazione, cittadini e turisti potranno assistere a circa 5 ore di spettacoli al giorno, arricchendo la loro esperienza in città e uno svago nella brezza serale circondati dalla magnificenza della piazza. La magia di Piazza del Plebiscito La scelta della location non è casuale. Piazza del Plebiscito, simbolo della storia e della vita sociale napoletana, sarà il teatro naturale per gli spettacoli. La piazza, che ha già ospitato momenti significativi della città, si trasformerà in un luogo di condivisione, divertimento e arte, capace di accogliere un pubblico eterogeneo e appassionato. Un programma ricco e variegato Il programma di "Restate a Napoli 2024" è pensato per soddisfare tutti i gusti e tutte le età, con 24 spettacoli in otto giorni che spazieranno dalla danza alla musica, dai canti popolari all'arte circense, fino ai grandi classici e agli autori contemporanei. L'obiettivo è quello di dare continuità alle programmazioni teatrali cittadine, coinvolgendo giovani, bambini e appassionati sin dalle prime ore della sera. Tra gli spettacoli in programma vanno evidenziati quelli targati C.I.O.E.’ con i cento allievi dell’accademia che negli ultimi tre mesi si sono formati sotto la direzione di Lello Arena. I giovani talenti dell’accademia porteranno in scena i loro spettacoli originali e saranno ripresi dalle telecamere di RaiPlay che manderà in onda, dal 22 ottobre, il nuovo talent made in Napoli sostenuto dal Comune. Le serate saranno presentate dall’attore Biagio Musella con gli interventi comici di Alessandro Bolide e del trio “Gli Ancora No” con le special guest Massimiliano Gallo e Vincenzo De Lucia in interventi tra teatro d’autore e comico. Poi spazio a tanta musica con il Premio Oscar Nicola Piovani, il fenomeno nazionale dell’urban jazz Serena Brancale, i ritmi latin ska del trombettista Roy Paci, la comicità surreale di Valerio Lundini, in scena con la sua live band, i concerti di diciotto tra bands e solisti partenopei dove spicca Jovine con importanti ospiti e un Gala di Danza dell’ACSI. Infine il tributo a James Senese che torna ad esibirsi al Plebiscito dove incontrerà, dopo anni, Lello Arena. Come prenotare? Per ulteriori informazioni sul programma e gli artisti partecipanti, è possibile visitare il sito ufficiale del Comune di Napoli https://www.comune.napoli.it/ o contattare la direzione della rassegna tramite i social network. Per partecipare è necessaria la prenotazione. Dal giorno 6 agosto (ore 15:58 - i numeri che Massimo e Lello chiedevano a San Gennaro) gli utenti potranno prenotare i loro posti a sedere attraverso la piattaforma Etes al seguente link https://www.etes.it/sale/list/10491/RestateaNapoli Read the full article
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Cantù: 4 provvedimenti D.AC.UR. per un diciottenne e tre minorenni autori di una violenta aggressione avvenuta nel centro
Cantù (Como): 4 provvedimenti D.AC.UR. per un diciottenne e tre minorenni autori di una violenta aggressione avvenuta nel centro La Polizia di Stato all'esito di un'attenta attività di analisi delle posizioni dei soggetti coinvolti negli scontri scatenatisi la notte del 2 giugno in Piazza Garibaldi a Cantù ed immediatamente sottoposti a fermo di Polizia Giudiziaria da parte dei Carabinieri canturini, ha emesso 4 provvedimenti D.AC.UR. – divieto di accesso alle aree urbane – a carico dei responsabili, firmati dal Questore di Como. Le indagini successive al grave fatto di sangue, che hanno portato ad identificare tra i presunti responsabili 4 ragazzi cittadini italiani di seconda generazione, residenti a Cantù, hanno permesso ai poliziotti della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Como, di raccogliere tutti i dettagli inerenti le modalità nelle quali la vicenda si è svolta, valutando tutte le componenti di pericolosità sociale dei quattro soggetti ed infine di sottoporre al Questore di Como Marco Calì una dettagliata relazione che ha permesso di emettere: • 3 anni di divieto esteso a tutta la provincia per il 18enne, che al termine del periodo di divieto gli verrà imposto anche l'obbligo della presentazione alla Polizia Giudiziaria; • 3 anni di divieto anche per il 17enne, mentre 2 anni dello stesso divieto per il 16enne e 15enne, i quali non potranno accedere ad un'ampia zona che circonda il centro di Cantù . Recentemente si erano verificati analoghi episodi criminosi, tra cui aggressioni e danneggiamenti spesso risultati poi ricondotti alle azioni violente di uno stesso gruppo di giovani, a forte connotazione minorile, il cui consolidamento sul territorio è stato facilitato dall'accresciuta vocazione aggregativa della cittadina. I componenti del sodalizio, avvalendosi della forza derivante dal loro cospicuo numero, spesso per futili motivi, si sono resi responsabili di azioni violente, in taluni casi divenute virali tramite i social network. Proprio tali episodi sono al vaglio degli specialisti della Divisione Anticrimine per la valutazione di ulteriori provvedimenti nei confronti di altri giovani componenti il gruppo. Nelle prossime settimane, così come concordato in una recente riunione tecnica di coordinamento tenutasi in Prefettura, verranno organizzati servizi straordinari di controllo del territorio nell'area del canturino, che vedranno coinvolti operatori specializzati della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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European Writers' Festival, il 18 e 19 maggio alla British Library
Di Pietro Nigro Si tiene il 18 e 19 maggio 2024 alla British Library di Londra l'evento European Writers' Festival intitolato Transformation. L'italia è presente Igiaba Scego. European Writers' Festival, il 18 e 19 maggio alla British Library di Londra Apre i battenti il 18 e 19 maggio 2024 alla British Library di Londra European Writers' Festival, il Festival degli Scrittori Europei organizzato da Eunic in collaborazione tra gli altri con Istituto Italiano di Cultura di Londra. La manifestazione sarà preceduta da una festa di lancio venerdì sera 17 maggio, e prevede due giorni di panel e spettacoli che riuniranno 30 autori di ogni Paese d'Europa dall'Austria all'Ucraina per discutere della letteratura e delle idee che definiscono i nostri paesi e l'Europa oggi. Il festival di quest'anno presenta come ospite speciale l'autore ucraino Andrey Kurkov e gli autori premiati Laurent de Sutter (Belgio), Joanna Elmy (Bulgaria), Igiaba Scego (Italia), Nora Ikstena (Lettonia), Afonso Cruz (Portogallo) e molti altri. Trenta scrittori affermati ed emergenti dunque che risponderanno al tema di quest'anno, Trasformazione, perché il cambiamento, e alle sfide dei rapidi e furiosi cambiamenti nella società, nella politica, nel clima, nell'identità, nella tecnologia, nella scienza, nelle arti, nella salute, nella lingua, nell'umorismo e nei diritti umani, sconvolge le nostre vite. Mentre in Europa siamo ancora una volta scossi nel profondo dalla guerra e dalla divisione, European Writers' Festival spera di dimostrare che la comunità, il dibattito, l’intrattenimento e la narrazione possono unirci nel creare speranza e trasformazione positiva. Organizzato dall'Istituto nazionale di cultura dell'Unione europea (EUNIC) di Londra, in collaborazione con la Rete letteraria europea e la British Library, e co-organizzato con la delegazione dell'Unione europea nel Regno Unito e l'Ufficio di collegamento del Parlamento europeo in UK, il secondo Festival degli scrittori europei è ancora una volta curato dall'ex giornalista della BBC Rosie Goldsmith, direttrice dell'European Literature Network e caporedattore delle riviste Riveter. Al Festival per l'Italia ci sarà Igiaba Scego, L'ospite italiana Igiaba Scego prenderà parte al panel dedicato a Cambiamento e Conflitto, che si terrà sabato 18 maggio alle 16.15: i nostri scrittori del festival provengono da tutto il mondo. Qual è l’impatto della guerra, dei conflitti e degli sfollamenti sul modo in cui vivono, pensano e scrivono? In che modo il conflitto e la geografia influenzano il loro senso di appartenenza e identità? Riusciranno mai a dimenticare traumi e perdite oppure l'ombra della guerra e del conflitto è sempre presente, sempre parte del loro processo creativo? Con Pajtim Statovci (Finlandia), Igiaba Scego (Italia) e Iryna Shuvalova (Ucraina). Altri scrittori che partecipano al Festival sono Dean Atta (Cipro), Selcuk Altan (Turchia), Anne Berest (Francia), Christos Chomenidis (Grecia), Emma Dabiri (Irlanda), Joanna Elmy (Bulgaria), Ioana Parvulescu (Romania), Margo Rejmer (Polonia), Iryna Shuvalova (Ucraina) e molti altri. L'ospite speciale Andrey Kurkov converserà con Luke Harding di The Guardian. La lista completa degli autori a questo link. Maggiori informazioni e biglietti a questo link. ... Continua a leggere su
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Alla scoperta degli astri nascenti della letteratura italiana
Nel vibrante mondo della letteratura, gli scrittori italiani emergenti stanno catturando cuori e menti con le loro narrazioni avvincenti e voci uniche. Questi scrittori italiani emergenti si stanno facendo strada nella scena letteraria, offrendo nuove prospettive e storie coinvolgenti che trovano risonanza tra i lettori di tutto il mondo. In questo articolo, approfondiamo il regno del talento letterario italiano, esplorando il viaggio di queste stelle nascenti ed evidenziando le piattaforme che supportano la loro crescita e visibilità.
Scoprire le gemme letterarie
La letteratura italiana ha una ricca storia, segnata da opere iconiche di autori rinomati. Tuttavia, il panorama contemporaneo sta assistendo a un’ondata di nuovi talenti, che portano in primo piano narrazioni e stili diversi. Questi scrittori emergenti non stanno solo esplorando temi tradizionali ma stanno anche spingendo i confini, affrontando le questioni moderne con profondità e creatività.
Il viaggio degli scrittori italiani emergenti
Per molti scrittori italiani emergenti, il viaggio inizia con la passione per la narrazione e il desiderio di condividere le proprie prospettive uniche. Navigano nelle complessità del mondo letterario, affinando la loro arte attraverso dedizione e perseveranza. Dalla creazione di trame accattivanti allo sviluppo di personaggi memorabili, questi scrittori riversano il loro cuore in ogni parola, creando opere letterarie che lasciano un impatto duraturo.
Piattaforme per scrittori emergenti
Nell'era digitale di oggi, gli aspiranti scrittori hanno accesso a varie piattaforme che offrono visibilità e opportunità di networking. Per gli scrittori italiani emergenti, queste piattaforme svolgono un ruolo cruciale nel mostrare il proprio lavoro e nel connettersi con lettori e colleghi scrittori. Ecco cinque piattaforme degne di nota che supportano e promuovono gli scrittori italiani emergenti:
CF Editore: CF Editore è una piattaforma dinamica dedicata alla promozione degli scrittori italiani emergenti. Attraverso vetrine curate e opportunità editoriali, CF Editore fornisce una piattaforma affinché scrittori di talento possano raggiungere un pubblico più ampio e stabilire la loro presenza nella sfera letteraria. Italian Writers: Italian Writers è una piattaforma guidata dalla comunità che promuove la collaborazione e il networking tra autori italiani. Gli scrittori possono mostrare il proprio lavoro, partecipare a concorsi di scrittura e interagire con lettori e colleghi scrittori, favorendo un ambiente creativo e favorevole.
Scrittura Creativa: Scrittura Creativa offre risorse e workshop per scrittori emergenti, aiutandoli ad affinare le proprie capacità di scrittura e ad orientarsi nel processo editoriale. La piattaforma offre anche eventi letterari e opportunità per gli scrittori di entrare in contatto con professionisti del settore.
Nuove Voci Letterarie: Nuove Voci Letterarie è una rivista letteraria che promuove le voci emergenti della letteratura italiana. Gli scrittori possono presentare il proprio lavoro affinché venga preso in considerazione per la pubblicazione e ottenere visibilità presso un pubblico diversificato interessato a scoprire nuovi talenti letterari.
Scrittura e Narrativa: Scrittura e Narrativa offre agli scrittori una piattaforma per esplorare diversi generi e stili di narrazione. Dalla narrativa alla poesia e alla saggistica, gli scrittori possono mostrare la loro versatilità e creatività, ampliando la loro portata e connettendosi con lettori che apprezzano le diverse espressioni letterarie.
Abbracciare la diversità nella letteratura italiana
L’emergere di nuove voci nella letteratura italiana riflette la natura dinamica e diversificata della narrazione. Questi scrittori italiani emergenti apportano nuove prospettive, intuizioni culturali e narrazioni innovative al panorama letterario, arricchendo le esperienze dei lettori e promuovendo una vivace comunità letteraria.
Come lettori e appassionati, abbracciamo e celebriamo la creatività e il talento degli scrittori italiani emergenti, sostenendo il loro viaggio mentre continuano a ispirarci e ad affascinarci con le loro opere letterarie. Scopri la prossima generazione di star della letteratura italiana e immergiti in un mondo di storie accattivanti e narrazioni fantasiose.
Scopri di più sugli scrittori italiani emergenti su CF Editore.
Questo articolo si propone di evidenziare la crescente presenza di scrittori italiani emergenti e il loro contributo al panorama letterario. Promuove la pagina target https://www.cfeditore.com/2024/02/5-piattaforme-per-scrittori-emergenti.html fornendo allo stesso tempo preziose informazioni e spunti per i lettori interessati a scoprire nuovi talenti letterari.
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PK Giant Angus Special Edition
La mitica miniserie delle Angus Tales, qui ripubblicata nella sua interezza e composta da otto storie brevi di diversi autori (pubblicata in origine su PKNA – Paperinik New Adventures tra il 1997 e il 2000) racchiude l’essenza e scava nelle origini e nella formazione del kiwi neozelandese che lavora come giornalista televisivo a 00 News, il notiziario di 00 Channel, il più importante network di…
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Storia Di Musica #312 - The xx, The xx, 2009
Il mese dei dischi dallo stesso titolo dei propri autori si chiude con una scelta più recente, e spero creativa. La musica degli ultimi anni ha bisogno di sedimentarsi, per tutta una serie di ragioni (il modo in cui se ne fruisce, lo scenario generale in cui nasce, lo stesso ruolo della musica che è cambiato in pochi anni) al netto della qualità che rappresenta: sebbene la patente di “classico” nella musica si dà con una certa facilità e spesso anche secondi criteri più discutibili del solito, ci sono stati artisti negli ultimi anni che hanno dato contribuito eccellenti alla storia della musica popolare occidentale (che è quella che maggiormente rappresento qua, solo per questo l’ho specificato). E la sensazione a volte che non si era sbagliato la si ha dopo un po’ di tempo, nemmeno poi tanto, basta un riascolto dopo pochi anni per arricchire le sensazioni che si provavano al primo ascolto a caldo (o per cambiarle in maniera diametralmente negativa, può benissimo succedere così). Il disco di oggi ci porta a Londra nella prima metà degli anni 2000, ad un gruppo di ragazzi che frequenta la Elliot School di Putney: questa è una cosiddetta sixth form college, una scuola di potenziamento pre-universitario dove i ragazzi dai 16 ai 19 anni studiano a livello più avanzato alcune discipline. Qui si incontrano 4 studenti: Romy Madley Croft, cantante e chitarrista, Oliver Sim, bassista e cantante, Jamie Smith, tastiere e ritmica elettronica e la tastierista Baria Qureshi. Tutto inizia su Myspace, leggendario social network fondato nel 2003 da Tom Anderson, dove la musica dei quattro con i testi di Crof e Sim è condivisa con dei primi demo, embrioni delle canzoni che arriveranno di lì a poco. Scelgono un nome interessante (siamo nel 2005): The xx, perché avevano tutti appena compiuto venti anni (e XX è venti in numeri romani), perché in inglese si pronuncia come “excess” e poi perché le due “x” richiamano alla mente le tre che caratterizzano i prodotti pornografici. Nel giro di qualche anno, si fanno un nome nei piccoli club per la loro musica intrigante, un mix elegante e misterioso di elettronica, con guizzi romantici e di atmosfera, dovuti alle due bellissime voci di Croft e Sim, che si completano a meraviglia; nel frattempo Jamie Smith sceglie il nome d’arte di Jamie xx. Alcuni loro demo arrivano ad una piccola etichetta indipendente, la Young Turks Record, che li affida alle cure di un giovane produttore scozzese, Rodaidh McDonald, che proprio con gli XX inizierà una proficua carriera come produttore di musica di qualità.
Le registrazioni furono effettuate in un piccolo garage adibito a studio nella zona di Ladbroke Grove, a Londra, nel 2008, quasi sempre di sera e di notte, anche con idee un po’ strane: le linee di basso di Sim furono registrate dal bassista nel corridoio adiacente, per avere un suono più ovattato, e la caratteristica di musica “notturna” pervade tutto il disco. The xx esce a maggio del 2009 ed è un disco d’esordio che non passa inosservato. In piena “mania” di definizioni musicali, il loro è un album che ha molteplici influenze (tracce di post-punk, dream pop, dubstep, indie pop e R&B compaiono a impulsi qua e là) ma si concentrano in canzoni tanto semplici quanto uniche e misteriose, eleganti, ma che vibrano di emozioni e hanno degli arrangiamenti che spiazzano per la loro impeccabile luminosità. I battiti pulsano anziché schiantarsi; le chitarre sono pizzicate e pizzicate ad arte; e la voce raramente supera un sospiro malinconico, considerazione che quasi stride non solo con la musica che all’epoca li circondava (il nu metal, il nuovo r&b, il primo grande dilagare del rap) ma con la stessa irruenza che solitamente le giovani band propongono nei primi lavori. Anche i titoli delle loro canzoni sono il mix perfetto di conciso ed evocativo. Tra le gemme la strumentale Intro, che verrà saccheggiata in decine di programmi tv, serie, pubblicità, ma ha la sua consacrazione durante le Olimpiadi Invernali di Vancouver nel 2010 dove veniva usata come colonna sonora dei momenti precedenti le premiazioni degli atleti. Le chitarre innocenti di VCR suggeriscono la passione della band per l'indie pop radicalmente semplice degli Young Marble Giants; Crystalised, magnifica, è uno dei meravigliosi duetti tra Croft e Sim, che qui sono capaci di portare l’impressione che sia una conversazione tra innamorati, riaffermando cosa significa veramente "cuore a cuore". Il lato più sensuale dello stesso concetto c’è invece nella ritmica Islands (Underneath and unexplored\Islands and cities I have looked\Here I saw\Something I couldn't over look\I am yours now\So now I don't ever have to leave\I've been found out\So now I'll never explore). C’è Infinity che si appoggia più sulle radici post-punk (ed è stupenda, anche nell’interpretazione di Croft), e Heart Skips A Beat ha una ritmica intrigante e complessa. Croft e Sim cantano anche da soli bene nei loro turni solisti (Sim brilla in particolare nella spaziosa Fantasy), ma insieme sono davvero ispirati: Basic Space ne è la prova che c’è chimica tra Croft e Sim, in un brano che sa di anni passati e di meraviglie pop, ma che è comunque ricca di dettagli sottilmente affascinanti (il drum beat e la chitarra un po’ sudamericana).
Tutte le riviste del settore ne sono stregati: il New Musical Express lo inserisce subito nella lista dei 500 dischi migliori di tutti i tempi, Rolling Stone nei 100 migliori album di debutto di sempre, il disco otterrà numerose certificazioni di vendite e proietta i quattro nei festival più famosi del mondo, spesso in apertura a grandi artisti (tra le loro performance più belle, quelle in apertura ai concerti di Florence + The Machine). Ma non tutto va bene: Baria Qureshi, in contrasto con gli altri tre, abbandona il gruppo. Ma la magia non si interrompe: Coexist del 2012 riprende da dove The xx finisce, stavolta in un trio che continuerà ad ammaliare sussurrando le proprie canzoni, come se fosse proibito alzare la voce.
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Salta l'accordo tra UMG e Tiktok, anche Taylor Swift sparirà dal catalogo del social
AGI – Universal Music Group (Umg) non trova un accordo con il social network cinese Tiktok sulla remunerazione di artisti e autori di canzoni. Un ‘fallimento’ – fanno notare gli addetti ai lavori – che avrà “conseguenze immediate” già a partire da oggi. La potente etichetta discografica statunitense-olandese, una delle tre ‘major’ dell’industria discografica mondiale, ha infatti deciso di…
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Pubblicata la guida alla privacy di Mastodon della Data Protection Foundation. L'articolo di Netzpolitik
Pubblicata la guida alla privacy di Mastodon della Data Protection Foundation. L’articolo di Netzpolitik
Come funziona effettivamente la protezione dei dati in Mastodon? Una nuova guida della Data Protection Foundation fornisce informazioni preziose per chiunque desideri gestire i propri server e istanze in Fediverse.
@fediverso
Mentre il social network Twitter e il suo proprietario Elon Musk si spostano sempre più a destra, molte persone, media e istituzioni cercano una nuova casa digitale . Un’opzione è Fediverse, un’associazione di social network indipendenti in cui operano insieme molte migliaia di persone e istituzioni. Mastodon, un social network con funzionalità simili a Twitter, è attualmente il capofila del Fediverso.
Ma cosa devo considerare in termini di protezione dei dati se eseguo la mia istanza Mastodon? Il software può essere utilizzato in modo tale da essere compatibile con il regolamento generale sulla protezione dei dati e con le leggi tedesche sulla protezione dei dati? Quali impostazioni devo effettuare sul software affinché sia conforme alla legge?
A queste e ad altre domande la Fondazione per la protezione dei dati ha risposto in una guida (qui il PDF). È rivolto a chiunque desideri gestire la propria istanza di Mastodon. Se invece volete cliccare solo su un account, al momento della selezione dell’istanza dovreste verificare quali norme sulla protezione dei dati si applicano lì.
La guida è stata scritta da Jens Kubieziel, Malte Engeler e Rebecca Sieber. Secondo i tre autori è possibile gestire la piattaforma nel rispetto delle norme sulla protezione dei dati:
Tuttavia, è necessario un quadro adeguato. Ciò riguarda, ad esempio, le informazioni richieste dalla legge, le configurazioni tecniche e la relativa organizzazione della protezione dei dati.
La checklist è pratica , con la quale gli operatori delle istanze possono vedere direttamente cosa si trovano di fronte e cosa potrebbe mancare. I requisiti in questo caso vanno da una semplice nota legale o informativa sulla protezione dei dati fino agli aggiornamenti regolari del sistema operativo o dei certificati. Nel complesso, la guida copre diversi casi e mostra cosa dovete fare affinché la protezione dei dati nel vostro caso non diventi un problema, ma piuttosto una caratteristica. In futuro è previsto anche un generatore di testi sulla protezione dei dati, che secondo il sito è in fase di preparazione.
Se volete approfondire ancora di più il tema Fediverse e la protezione dei dati, vi consigliamo il saggio scientifico allegato (PDF) di Rebecca Sieber.
@fediverso
Qui l’articolo originale di Markus Reuter
Markus Reuter
@markusreuter è un ricercatore e scrive di politica digitale, disinformazione, censura e moderazione, nonché sulle tecnologie di sorveglianza. Si occupa anche di polizia, di diritti fondamentali e civili oltre che di protesta e movimenti sociali. Ha ricevuto il Premio dell’Associazione bavarese dei giornalisti nel 2018 per una serie di inchieste sulla polizia su Twitter e il Premio di giornalismo informatico nel 2020 per un’indagine su TikTok . Su netzpolitik.org come redattore da marzo 2016. Può essere raggiunto su markus.reuter | ett | netzpolitik.org, nonché su Mastodon e Bluesky.
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Genocidio israelo-statunitense a Gaza: 62° giorno. Stragi efferate in aree ed edifici pieni di rifugiati. Bilancio attuale: 17.177 morti e oltre 46.000 feriti
Scritto il 07/12/2023
Israele ha compiuto un nuovo, efferato massacro contro civili sfollati nella scuola di Aleppo, nei pressi dell’ospedale indonesiano, nel campo di Jabalya.
I soldati israeliani hanno giustiziato i cittadini e decine di corpi sono sparsi nel cortile della scuola.
I numero di morti accertati ha superato le 17.000.
23 palestinesi sono stati uccisi e decine di altri sono rimasti feriti, giovedì mattina, nei bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza.
Fonti locali hanno riferito che 17 palestinesi sono stati uccisi e decine di altri feriti, la maggior parte dei quali bambini e donne, in un attacco israeliano che ha preso di mira la casa della famiglia Al-Mashi, nel campo di Al-Maghazi, che ospitava sfollati. I bombardamenti hanno causato danni anche a una casa vicina.
Sei palestinesi sono stati uccisi e altri feriti nel bombardamento aereo di una casa nel campo di Shabura, a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.
Gli aerei di occupazione hanno lanciato attacchi sulle case delle famiglie Asfura, Al-Najjar, Abu Al-Asal e Awidah, in via Al-Nuzha e nelle vicinanze della Moschea Al-Khalifa.
L’artiglieria d’occupazione ha bombardato anche la scuola Abu Hussein, a Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza, lasciando sul terreno numerosi morti e feriti.
I cittadini di Jabalya sono stati costretti a seppellire decine di cadaveri in una fossa comune all’interno del campo, con i continui bombardamenti israeliani e l’assedio da parte dei carri armati e dei cecchini dell’occupazione.
Nel sud della Striscia di Gaza, gli aerei dell’occupazione hanno continuato i loro attacchi sulle case dei cittadini e in varie parti della città di Khan Yunis, in concomitanza con l’intenso bombardamento della costa di Khan Yunis e Rafah da parte delle navi da guerra.
Gli aerei hanno bombardato terreni agricoli a Khirbet Al-Adas e una casa della famiglia Sadiq in strada Jalal, e hanno lanciato incursioni nelle vicinanze di strada 5 e nelle aree orientali di Khan Yunis.
Morti e feriti sono arrivati all’ospedale Nasser di Khan Yunis in seguito al bombardamento aereo delle case dei cittadini a est della moschea Salah al-Din e del quartiere di al-Majaida nel centro di Khan Yunis.
A Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, gli aerei di occupazione hanno bombardato una casa in strada Al-Baraka, hanno lanciato una serie di attacchi su Nuseirat, hanno bombardato una casa della famiglia Al-Sharif in strada Jaffa, nella città di Gaza, e lanciato una raffica di bombe di gas velenoso a est del quartiere di Sheikh Radwan, provocando soffocamento tra i cittadini.
Numerosi morti e feriti sono arrivati all’ospedale dei martiri di Al-Aqsa a Deir Al-Balah.
Dallo scorso 7 ottobre, l’esercito di occupazione israeliano conduce una guerra devastante nella Striscia di Gaza, che fino a martedì sera ha provocato 16.300 morti, tra cui oltre 7.100 bambini e 4.885 donne, oltre a 43.700 feriti, oltre alla massiccia distruzione delle infrastrutture e una “catastrofe umanitaria senza precedenti”, secondo fonti ufficiali palestinesi e delle Nazioni Unite.
(Fonti: Quds Press, Quds News network, PIC, ministero della Salute di Gaza; credits foto e video: Quds News network, Quds Press, ministero della Salute di Gaza e singoli autori).
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