#nespole
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Fiori e nespole
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#fotografia#foto#scatto fotografico#natura#nespole#fiori#flower#flowers#primavera
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this just in: freshly baked bread with butter and jam still fucking slaps
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MARMELLATA DI NESPOLE
E quasi tempo di raccogliere e mangiare le nespole. Le mie sono già pronte, oltre a mangiarle perché fanno bene, non si può non farci una buonissima marmellata! Qui il mio albero con le nespole che sono bellissime. Buona vita, buone nespole per tutti ❤️ Marmellata di nespole giapponesi all’anice stellato e arancia candita
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#anice stellato#arancia candita#limone#marche#marmellata#marmellata di nespole#marmellateria#orto giardino scapigliato#Petriolo#spezie#zucchero
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Temporale + nespole
#novità della serata#diluvia#anche sto mese guadagno il prossimo#mi lamento sempre lo so#sopportatemi#so tempi duri
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My name is Roger Riddle. I am not of this world, not of this time, not of this dimension. I am broadcasting a radio show across time and space to planet Earth. Calling planet Earth. Planet Earth. Calling Planet Earth. In this episode of Transmissions we are time traveling. To propel us through time we will be riding the waves of: Floating Points - Nespole Steve Spacek - Rawl Aredo MONO/POLY - Psychedelic Sasquath Little Dragon - Frisco B-52s - Mesopotamia Late Comer - Cosmic Cart Timo Lassy - African Rumble Smokey Robinson - Why You Want To See My Bad Side Gregory Porter - 1960 What (Opolopo Remix) Nina Simone - Be That Way Sometimes SAULT - Street Fighter Les McCann - Doin' That Thing Shabazz Palaces - #CAKE Zero Db - Satellites Are Spinning Nawang Kechog - Last Stand of the Wild Things Kofi Flexxx featuring Anthony Joseph - By Now (Accused of Magic) Jose Prates - Maracatu da D Santa Pharoah Sanders - Upper and Lower Egypt (Edit) Massive Attack featuring TracyThorn - Protection Charlotte Dos Santos - Patience The Flamingos - I Only Have Eyes For You Shafiq Husayn - If You Miss You Kiss You Rahsaan Roland Kirk - Spirits Up Above
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28 ottobre San Simone
Buon Onomastico!
"Per San Simone la nespola ripone".
"Col tempo e con la paglia
maturano le nespole"
***
Con costanza e pazienza
si arriva a capo di tutto,
come dice il proverbio
“La gatta frettolosa fa i gattini ciechi”.
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il tabacco si è incastrato nella gola e ora non riesco a parlare, quindi scrivo.
il cibo non riesce ad essere relegato in quel luogo scuro e acido che è il mio stomaco. lo sento ribellarsi, dimenarsi.
mi gira la testa e ho gli occhi spalancati. un pittore curioso, un gaugin, ha intinto i polpastrelli nel nero della tavolozza e l'ha messo nelle mie pupille, si sollazza a deturparmi. anche io sto deturpando qualcosa: un libro, delle parole, le sto evidenziando di verde. lolita, mi ha delusa lolita, lo ricordavo meglio.
è tutto obnubilato, non vedo. il pittore deve aver deciso di affondare di nuovo le dita nei miei occhi cagionevoli e adesso è tutto rosso.
sangue, forse. chissà se il mio sangue è sempre uguale dappertutto, chissà se è dello stesso colore delle cadute flautate che avvenivano quando acceleravo in discesa con la bici o di quando cadevo dall'albero di nespole del nonno, chissà se è dello stesso colore dei primi tagli, delle rose, della penna che uso per annotare quello che penso in una copia della nausea di sartre, dello smalto sulle unghie.
odio dover mettere lo smalto, odio dover aspettare che si asciughi, non ho pazienza. odio che se non lo faccio mangio e spezzo strati di pelle lì attorno.
non ho mai avuto una cicatrice fino a 12 anni, in quegli anni ero convinta che nessuno avrebbe saputo, mai. ora non m'importa, non sono un segreto, sono l'opposto, una bara profanata.
ci sono e non ci sono, sto scrivendo. quello sì. senza sosta. però non ricordo di aver scritto il paragrafo precedente. gli uomini sono infelici, lo dice pure bernhard. perché un essere infelice continua a procreare?
non mi piace scrivere per rendere le persone felici, non mi piace scrivere per avere un senso, non mi piace scrivere bene. mi piace scrivere e dare fastidio. sei stato male leggendo post precedenti? bene così, quello volevo, devi provare fastidio. che senso ha leggere qualcosa che non infastidisce? se non ti buca il petto perché lo leggi?
ogni tanto penso di scrivere qualcosa che stupri la mente di chi legge. lo farei, ne fossi capace.
incapace, ecco qual è il problema. l'ha detto anche quel ragazzo, ha detto che non prendo seriamente né il bene né il male, né la droga né la terapia.
il pittore si è stufato.
anche gli alcamesi sono stufi, anche gli italiani. non c'è la boheme qui, siamo in un quadro di hopper e forse non ci sono nemmeno bernhard, gaugin e sartre. c'è solo verga. forse non ci sono nemmeno io e forse nemmeno a me frega un cazzo della piega dittatoriale che sta prendendo la rai.
e se la mia sensibilità fosse solo eccentrica ribellione? "ah sì è così che va? e io estremizzo a forza i tuoi sensi, finché non li percepisci tutti, devono essere una scarica elettrica per la tua mente dormiente"
e non importa se la scarica è
così forte da essere letale,
non m’importa se muori. sarebbe il sacrificio di uno zombie.
mentre lo penso il battito cardiaco comincia a fare una maratona, non dovrei fumare tanto ma sono stressata e ho promesso alla psichiatra di non bere e al dottore che non sarei finita di nuovo in overdose, ho l'ansia, se papà scoprisse che volevo se ne andasse?
ho fallito, ogni cosa che pubblico è un fallimento e voi nemmeno lo sapete, quindi va bene, la società non si accorge del fallimento ma acclama lo spettacolo. acclama l'ennesimo scritto disturbante senza chiedersi come una cosa simile sia potuta nascere. "che persona sana di mente concepirebbe una cosa del genere?" nessuna, nemmeno una.
la cosa che non capisco è: perché addolcisco la pillola? perché m'importa di non mettere a disagio sconosciuti con la mia psiche? voglio rimanerti indigesta.
non sono uscita di casa e non ho mangiato per due mesi la scorsa estate, andavo solo al mare e guardavo film, loro non mi fanno sentire plumbea.
"sei un libro aperto, con quel che dici e quel che fai" ne sei sicuro? e anche se lo fossi, non potresti e non vorresti leggerlo comunque
il cuore martella, non riesco a respirare, rivoglio i miei occhi in ordine. nausea. è colpa del tabacco? è colpa del ragnetto che non riesco ad uccidere? è colpa del caffè latte? è colpa di quella volta in cui le coinquiline hanno chiamato troppo presto i soccorsi?
è colpa mia?
ogni tanto ho lo stesso impulso del protagonista di fight club, quello di rovinare l'arte, distruggerla.
cancellare le poesie, coprire mondrian di nero, decapitare il david, giocare a calcio tra le rovine del tempio dorico di taranto, ricoprire di graffiti la loggia del lionello di udine.
scrivere dell'arte solo per ucciderla.
tutto è un gioco, io sto avendo un attacco di panico da cinque minuti e tu te lo sei pure letto, scusami, non volevo.
voglio una seconda chance, non voglio intimorire, voglio che mi capiscano. voglio che qualcuno si innamori delle mie parole, voglio ammaliare per la magnificenza che può portare il disastro.
sento il fumo in bocca, ho il fumo in bocca. voglio toglierlo, non lo voglio più.
voglio chiedere al pittore maldestro di non deturparmi, voglio smetterla di sentirmi di troppo, voglio che qualcosa mi stupisca invece di anticipare sempre tutto, non voglio che gli altri mi diano un'occhiata e abbassino subito lo sguardo. non voglio parlare e far sentire gli altri stupidi. voglio riuscire a studiare e parlare del perché ami così tanto il mio corso di università e voglio degli amici che amino qualcosa, che amino tutto, che riescano ad amare, voglio dare un'altra possibilità agli stoici e la loro pantomima sulla disciplina.
voglio voglio voglio,
voglio un'altra sigaretta
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ISTITUTO GRAFICO
LUCA TANZINI
ABRACADABRA ZINE
La fotografia di Luca Tanzini rappresenta una cultura partigiana, che attraverso le immagini descrive contesti popolari, luoghi di montagna, alberi, scritte. Più che rappresentare dei soggetti è una fotografia del contesto, per aprire mondi, per cercare altre prospettive e significati
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@agenziadiviaggiinterplanetaria
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#istitutografico #Cavriglia Toscana #Valdarno #Chianti #CalaMartina #Roma #CastelnuovodeiSabbioni #Setteponti #Montegrossi #GaioleinChianti #Pergine #Novoli #Tregli #MontidelChianti #GreveinChianti #CalaViolina #Follonica #SantaBarbara #Livorno #BalzedelValdarno #Piatravigne #TerranuovaBracciolini #ginestra #castellodiMontegrossi #BadiaaColtibuono #Levanella #arcobaleno #nespole #ZonaPartigiana
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Questo paese ha davvero necessità di un'𝒂𝒍𝒇𝒂𝒃𝒆𝒕𝒊𝒛𝒛𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒓𝒂𝒛𝒛𝒊𝒂𝒍𝒆 adeguata, fuori da ogni crisma fin qui applicato, partendo dalle fondamenta .. ma che dico... da meno zero delle fondamenta. Lavorare sull'ignoranza, sull'arroganza e su un certo tipo di intellettualismo etico-cognitivo. Compito complesso che richiede un approccio sistematico e multidimensionale. Le nespole sembrano ancora immature: momento giusto per affondare programmi di rinsavimento, consapevolezze e grande (immensa) umiltà intellettuale.
(via L’alfabetizzazione di quelli del “non sono razzista ma….” | Métissage Sangue Misto)
#alfabetizzazionerazziale#razzismo#paola egonu#nonvedocolore#metissagesanguemisto#mentoring#luisacasagrande
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Canalizzazione per tutti:
Una notte, di lunga data, forse anni prima della storia.
Prima dell'inizio di un'avventura.
Di una prelibata, succulenta, avventura.
Esisteva un dono
Capace di distinguerci.
Ci regalava un senso di importanza capace di guidarci nel compiere innumerevoli opere maeatose.
Incredibili creazioni.
La natura dell'uomo è poi subentrata e il nostro sentiero è diventato una fitta boscaglia in un'immensa foresta sconosciuta.
Lì eravamo liberi di scavare nella nostra natura selvaggia.
Lì abbiamo scoperto di poter trovare dei tesori.
Lì abbiamo scovato i nostri primi doni.
Poi un giorno arrivò l'altro.
L'altro seppe inzuppare le nostre buche, cancellare le nostre tracce, rimescolare gli alberi della foresta e la nostra via era smarrita.
E in questa foresta, soli e tra nemici, vento e scompiglio dovevamo ricominciare tutto da capo, con dei nuovi doni che eravamo riusciti a trovare.
È lì, che abbiamo imparato ad usarli.
È lì che abbiamo imparato a conoscere le nostre abilità.
È lì che il nostro estro creativo era pronto a svilupparsi.
Poi venne il maestro.
Ed è lì che ricompose la foresta, potò le piante e arginò i fiumi, coltivò luppolo e dimostrò semplici trucchi per spremere i suoi frutti.
Venne poi il Lupo.
Il lupo cacciò le nespole e il suo forte profumo di caccia elencava innumerevoli pericoli.
È lì che imparammo ad usare il nostro potere.
È lì che imparammo ad usare la maestria dei nostri doni.
È lì che imparammo ad essere forti.
Poi venne l'amore.
L'amore ci insegnò il perdono.
Ci diede bastoni per costruire, falci per raccogliere, fuoco per trasformare.
L'amore cominciò un nuovo ciclo nella foresta, che ora profumava di albicocche.
Salì il sole che riportò il calore e lì portammo noi stessi al culmine del piacere.
È lì che imparammo la condivisione.
È lì che imparammo a raccogliere i nostri frutti.
È lì che la nostra mano forte divenne dolce e delicata.
È lì che il cuore imparò la sensibilità.
Poi venne la fine
Ed è lì che lasciammo la foresta all'avvenire sconosciuto.
È lì che imparammo la nostra vera essenza.
È lì che imparammo a vivere oltre la vita.
È lì che imparammo ad accettare l'inevitabile.
Fine
Storia scritta da
Lisa Laffranchini
contributo spirituale di Salean (Dio della foresta)
contattami
https://linktr.ee/amaiauniverse
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youtube
arrosto di tacchino in padella ripieno di porchetta con vodka e nespole caramellate / Pan-fried roast turkey stuffed with porchetta with vodka and caramelized medlars
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Luoghi d’anima
Le case, quando ci abiti, sono carnali. Muri, pavimenti, mobili, oggetti, fiori, letti d'amore e di sonno, polvere e lifting per le grandi occasioni. Sono odori, profumi, vapori, sapori, colori, calori, rumori, suoni, luci e tenebre. Sono abitudini scontate. Ti accorgi che hanno anche un'anima quando non ci respiri più, quando, nel tempo, la smemoratezza di averle vissute diventa consapevolezza di averle perse per sempre. È allora che le ripercorri. Perché una casa dentro ci vuole, come insieme di luoghi in cui si sono snodate sensazioni e tappe personali e collettive. Luoghi d'anima. La casa dei miei luoghi d'anima ha un'unica stanza da dopoguerra, col fornellino elettrico dietro un paravento, odore di latte traboccato, strati di coperte contro il freddo, un umile desco come nel libro di lettura, occhi sgranati sulle latte scintillanti dei giocattoli di Natale. E un cortiletto piantato a rose, con i petali imbocco una striminzita capretta. La bellezza radiosa di mia madre impreziosisce ogni cosa. La casa dei miei luoghi d'anima è un appartamento da primi anni della ricostruzione, piccolo perché la ripresa non è ancora boom, ma con una stanza tutta per noi, me e mia sorella, con i mobili in tek e i tessuti variopinti che sanno di modernità e di futuro, seppure da meritare col peso di cambiali mensili. Ecco il giardino di margherite, ireos, rose, muri d'edera, l'albero di nespole e l'enorme fico dove mi rifugio a leggere, il cancello sulla strada da cui sbircio quel ragazzo che passa, chissà come sarà baciarlo alla maniera che ho visto al cinema! Ho sulla pelle il caldo di quelle estati infinite, a fantasticare sul mondo oltre le sbarre, e su quello più grande oltre il mare aperto, randagia on the road come il libro americano, mentre il giradischi canta in una lingua che non conosco eppure capisco, perché linguaggio del mio tempo. La casa dei miei luoghi d'anima è il grande appartamento moderno del benessere raggiunto, luminoso di spazi e di confort. Da cui voglio fuggire, e fuggirò, perché fuori c'è il '68, che promette un mondo capovolto e disprezza gli agi borghesi, proprio ora che con sudore si sono diffusi. La casa dei miei luoghi d'anima è il buco bohémien di Milano dove aspetto la rivoluzione, la prima casa di Torino dopo che la rivoluzione c'è stata, seppure diversa da come la immaginavo: culla, lettini, giochi ovunque, due bambini che si aprono al mondo col mio stesso sguardo curioso e avido. Il ritorno al privato dopo la fine dell'utopia. La casa dei miei luoghi d'anima, l'ultima, è quella di mia madre, appannata dagli anni, appesantita dall'accumulo, rattristata dalla vecchiaia, come tutto il paese. Ma con lo stesso letto di ragazza dove ritrovarmi figlia ad ogni rientro. Illusione d'eternità. Ora che Lei non c'è più e che l'appartamento è passato di mano, mi aggiro spaesata tra le case che abito. Dovrò imparare a riconoscerne l'anima finché ancora ci respiro, a raccoglierne i ricordi prima della memoria. Foto di Flavio Ferraro per Cinque Colonne Magazine Read the full article
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