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#museo reale delle belle arti del belgio bruxelles
museoweb · 3 years
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Fernand Khnopff - L'Arte o la Sfinge o Le carezze - 1896
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yourmarika · 3 years
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La morte di Marat
Jaques-Louis David
1793
Olio su tela
Museo reale delle belle arti del Belgio, Bruxelles
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René Magritte, Empire of Light, 1954, Bruxelles, Museo Reale delle Belle Arti del Belgio.
18 Marzo 2020, mercoledì.
Impressionante come questo quandro, III versione di "empire of Light " di Magritte, rispecchia in pieno questo preciso periodo storico. Una casa circondata dall'oscurità della foresta, illuminata da un cielo azzurro.
Quella casa, sembra quasi la nostra Italia avvolta, oggi, nella pandemia del covid19 -la foresta oscura- Italia che, però, vede la luce, vede uno spiraglio di speranza... Ed ecco lì il cielo azzurro, un cielo che ci fa sperare nel domani,in giorni migliori... Quel domani meraviglioso, pieno d'amore... Quel cielo azzurro, oggi, ci tiene tutti uniti. #andratuttobene
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peppart · 3 years
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Salvador Dalì - La tentazione di Sant'Antonio - 1946
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floweredalmond · 3 years
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La morte di Marat, Jacques Louis David, 1793, olio su tela.
Il quadro è l'immagine del dramma della rivoluzione francese, raffigurando una delle conseguenze più estreme dell'eroismo: la morte. Questo dipinto è da considerarsi infatti la santificazione di un rivoluzionario che, per tenere fede ai propri ideali, ha scelto di sacrificare la propria vita, assurgendo a dignità di martire. Per suscitare l'immagine ideale dell'eroismo, e in conformità all'estetica neoclassica, in questo quadro David non mostra i particolari più raccapriccianti della morte di Marat, scegliendo di raffigurare il momento successivo all'assassinio. Analogamente, il luogo del delitto è rigorosamente spogliato da tutti quegli oggetti che avrebbero fatto apparire la morte di Marat come un ordinario fatto di cronaca, sviandone pertanto l'intento glorificativo. David, in questo modo, sceglie di non riprodurre né la tappezzeria in carta da parati né la cartina geografica della Francia e le pistole affisse alla parete: si viene così a creare una scena estremamente sobria, dove il secondo piano è costituito da un fondo verdastro monocromo, stemperato solo da un pulviscolo dorato in alto a destra che sembra voler investire Marat. Manca anche il cesto che fungeva da tavolino, e in sua presenza David inserisce una cassa in legno grezzo dalle linee semplici, sulla quale è scritta la laconica dedica dell'artista: ««À MARAT, DAVID. 1793. L’AN DEUX» (A Marat, David. 1793. L’anno secondo). L'omicidio è avvenuto da poco, tanto che la ferita aperta sul costato gronda ancora sangue: il volto di Marat è sereno e disteso ed è appoggiato sul bordo della vasca, mentre il braccio destro è abbandonato a terra e regge ancora la penna che probabilmente stava usando prima di essere ucciso. Si tratta questa di una citazione quasi letterale del braccio pendulo del Cristo nella Deposizione di Caravaggio: riprendendo l'iconografia del Cristo portato in croce David sceglie deliberatamente di compiere un'operazione di sacralizzazione del defunto. Nel dipinto Marat è ritratto immerso nella vasca da bagno, condizione nella quale è costretto a rimanere a causa di una malattia cutanea per la quale trova una cura palliativa solo con l'immersione del corpo nell'acqua; dalla vasca, inoltre, pende un lenzuolo rattoppato bianco macchiato di sangue, mentre la tavola utilizzata da Marat come scrittoio è coperta da un drappeggio verde. Sull'altare di legno, che nella sua essenzialità ricorda una lapide tombale, si vedono invece il calamaio con l'inchiostro ed alcuni fogli; Marat era uno dei rivoluzionari giacobini più puri, si dedicava alla causa con devozione senza mai farsi soverchiare dai propri interessi, era il rivoluzionario letterato, la sua unica arma era la penna. L'unico elemento fuori posto è il coltello, per mezzo del quale è stato perpetrato il delitto, lasciato a terra sporco di sangue. Si tratta dell'unica traccia che ci rimane dell'assassina, che in questo modo viene cancellata in maniera simbolica, e condannata all'oblio.
Il quadro è ubicato nel Museo reale delle belle arti del Belgio (Bruxelles).
Approfondimento:
https://www.centrostudigised.it/jacques-louis_david_e_la_dermatosi_di_marat.html
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letizialonardelli · 3 years
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LA MORTE DI MARAT
Olio su tela dipinto da Jacques-Louis David nel 1793. Oggi è conservato nel Museo reale delle belle arti del Belgio, Bruxelles.
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ilragazzodellemele · 3 years
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La morte di Marat
La morte di Marat, anche noto come Marat assassinato è un dipinto a olio su tela di Jacques-Louis David, realizzato nel 1793 e conservato nel museo reale delle belle arti del Belgio di Bruxelles.
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museoweb · 3 years
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Pieter Bruegel il Vecchio - Caduta di Icaro - 1560
Musée des Beaux Arts
Sulla sofferenza non erano mai in torto, i Vecchi Maestri: come capivano bene la sua umana posizione; come essa si svolga mentre qualcun’altro mangia o apre una finestra o cammina annoiato; come, mentre i vecchi attendono rispettosi e appassionati la nascita miracolosa, ci siano sempre bambini a cui non importa niente che essa avvenga, e pattinano su uno stagno al limite del bosco; non dimenticavano mai che anche il tremendo martirio deve avere il suo corso in qualche modo in un angolo, in qualche squallido posto dove i cani continuano a vivere da cani e il cavallo del torturatore si gratta l’innocente deretano contro un albero.
Nell’Icaro di Bruegel, per esempio: come ogni cosa si volge del tutto tranquilla dal disastro; il contadino può avere udito il tonfo, il grido desolato, ma per lui non era un problema importante; il sole splendeva come doveva fare sulle bianche gambe che scompaiono nel verde dell’acqua; e la nave lussuosa e snella che aveva pur visto qualcosa di sorprendente, un ragazzo che cade dal cielo, sapeva dove andare e calma continuava a navigare.
Wystan Hugh Auden
Paesaggio con la caduta di Icaro
Secondo Brueghel quando Icaro cadde era primavera
un contadino arava il suo campo tutta la cerimonia
dell’anno era in cammino formicolando vicino
alla riva del mare intenta solo a sé
sudando nel sole che fuse le ali di cera
non lontano dalla costa c’era
un tuffo del tutto ignorato era Icaro che annegava.
William Carlos Williams
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camillatiso · 3 years
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LA MORTE DI MARAT
Jacques-Louis David, olio su tela, 1793, Museo reale delle belle arti del Belgio, Bruxelles
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peppart · 3 years
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La Peppa ai Musei Reali delle Belle Arti del Belgio di Bruxelles
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heyitsararts · 3 years
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LA MORTE DI MARAT
nome: la morte di Marat
autore: David
data: 1793
materiale e tecnica: olio su tela
stile e descrizione: il suo braccio destro è abbandonato verso il pavimento e la mano impugna una penna. Il suo braccio sinistro è appoggiato su un asse ricoperto da telo verde. Inoltre, la sua mano stringe una lettera sulla quale si legge: «Du 13 juillet 1793 / Marie Anne Charlotte / Corday au citoyen / Marat. / Il suffit que je sois / bien malheureuse / pour avoir droit / à votre bienveillance» («13 luglio 1793. Marie Anne Charlotte Corday al cittadino Marat. Basta che io sia tanto infelice per aver diritto alla vostra benevolenza»). I fogli sotto il suo braccio sono macchiati di sangue.In primo piano si nota una base in legno sulla quale sono posati un calamaio, una penna intinta e altri fogli di carta. Sulla parte frontale della base si legge la scritta: ««À MARAT, DAVID. 1793. L’AN DEUX» (A Marat, David. 1793. L’anno secondo). A terra, a sinistra, è abbandonato un coltello, l’arma del probabile delitto. Infatti sul costato si nota una profonda ferita. L’acqua della vasca è macchiata di sangue. Anche i teli che fuoriescono presentano macchie rosse. Lo sfondo è privo di arredi, scuro e illuminato da una luce debole che proviene da destra.
collocazione attuale: museo reale delle belle arti del Belgio, Bruxelles
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saravincius · 3 years
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La morte di Marat
autore: Jacques Louis David
1793
olio su tela
Museo reale delle belle arti del Belgio, Bruxelles
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28.10.2021
Se non fosse noto il titolo di questo quadro in pochi riconoscerebbero il povero Icaro (in basso a destra, appena sotto il veliero) appena caduto e nel procinto di annegare.
Della celebre vicenda mitologica questa forse è la più bizzarra e metafisica delle rappresentazioni: talmente inusuale da subire, più di 450 anni dopo, ancora molte violenze interpretative.
Il paesaggio è di quelli potenti ed evocativi: si sa che Pieter fece un viaggio in Italia, soprattutto nel meridione, raccogliendo memorie e impressioni e l'attribuire questa visione allo stretto di Messina è del tutto plausibile anche se i dettagli e la luce sono assolutamente fiamminghi e nordici.
Il mood è quello della calma piatta nonostante il tragico evento appena successo con un solo personaggio ritratto che appare appena, appena disturbato, la luminosità abbagliante e il Sole (l'assassino) il vero protagonista: ci sono le inquietudini descrittive dei maestri fiamminghi ma pure rimandi dolci e romantici ai paesaggisti mediterranei.
Si diceva della violenza interpretativa però, in effetti, Pieter ci mise del suo riempiendo la veduta di messaggi alchemici veri e propri e inviti all'interpretazione metafisica, resta il fatto che l'esercizio di tecnica rimane preponderante: rinunciare a goderne per concentrarsi su un millenarismo di cinquecento anni fa mi pare una perdita di tempo.
Del resto già il fatto che il soggetto scelto venga relegato in zone periferiche dovrebbe instillare il dubbio che forse siamo in presenza di una morale che era ondivaga (stava soffrendo ancora gli sconvolgimenti epocali che in quegli anni mettevano a soqquadro il vecchio continente) ma ancora abbastanza severa dal non farsi turbare da nulla pur di continuare a far girare la ruota.
Non era noto ancora il fatto che chi di ferma non è perduto ma magari solamente arrivato: sicuramente Pieter ne era del tutto superiore.
Pieter Bruegel il Vecchio (1558 ca)
Olio su tavola (74×112 cm)
Museo reale delle belle arti del Belgio, Bruxelles (Bel)
Mood: Ceruleo
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hewhosowsthewind · 3 years
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Uno dei miei dipinti preferiti di sempre. Di una modernità sconvolgente. La caduta degli angeli ribelli. La foto è mia. Di Peter Brugel il Vecchio, 1562, olio su tavola, 117 x 162cm, Museo reale delle belle arti del Belgio, Bruxelles https://www.instagram.com/p/CU0BjdiDzBw00NMt19HjPhBpfeAkFGfKfjJr4E0/?utm_medium=tumblr
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museoweb · 3 years
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Paul Gauguin - Ritratto di Suzanne Bambridge - 1891
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blogexperiences · 4 years
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Fernand Khnopff - Le carezze
Fernand Khnopff – Le carezze
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Fernand Khnopff, Le carezze, 1896, Musées Royaux des Beaux Arts de Belgique, Bruxelles
IL DIPINTO
Le carezze, anche noto come La sfinge, è un dipinto del pittore belga Fernand Khnopff, realizzato nel 1896 e conservato al Museo reale delle belle arti del Belgio di Bruxelles. Nel repertorio figurativo simbolista un ruolo di primaria importanza viene giocato dalla Sfinge. Il suo volto è…
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