#mausoleo Visconti
Explore tagged Tumblr posts
simonefanciullacci · 8 years ago
Photo
Tumblr media
Le gioie inaspettate della brianza #4p1b #cassago #visconti #duomomilano #mausoleo (presso Cassago B.za)
1 note · View note
Text
  (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});
    Il Mausoleo della famiglia Visconti
la Certosa di Pavia
simbolo nazionale dell’architettura Gotica-Rinascimentale
  La Chiesa della Certosa e sulla destra il Palazzo Ducale residenza dei Visconti ora Museo della Certosa di Pavia
    Nato da un voto della moglie Caterina e subito elaborato e voluto da Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano, come solenne celebrazione della dinastia dei Visconti.
Un complesso monumentale che comprende il Santuario e il Monastero, riunisce in sé le armonie dei marmi, l’incanto delle pitture e l’eleganza delle decorazioni, mette insieme diversi stili, dal tardo-gotico italiano al rinascimentale, e vanta il contributo di architetti e artisti, maestri dell’epoca.
Inizialmente fu diretto dai padri Certosini, in seguito da Frati Circensi, Benedettini, finché nel 1866 fu dichiarata Monumento Nazionale e annoverata tra le proprietà dello Stato Italiano, dal 1968 ospita una piccola comunità monastica cistercense e negli edifici del complesso vi trovano le sedi del Museo della Certosa di Pavia e la Stazione dei Carabinieri.  
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});
  La Certosa di Pavia
    Solamente undici anni dopo che, Gian Galeazzo Visconti, ebbe preso in mano le redini della costruzione del Duomo di Milano, pose la prima pietra per quella che doveva essere, al pari del Duomo di Milano, il segno della maestosità della famiglia Visconti e suo luogo di sepoltura, con la tomba monumentale del Duca, per la quale lasciò precise disposizioni testamentarie.
L’accesso al complesso monastico, è dato da un androne affrescato e soffitto a cupola, ai lati dell’arco che dà accesso al corridoio, con cupola affrescata e con in fondo un grande cancello in ferro battuto, si trovano le effigi dei volti, a cammeo, di Gian Galeazzo e Filippo Maria Visconti, sotto loro, i Santi, Cristoforo e Sebastiano.
Passato il grande cancello in ferro battuto, si accede ad una grande, corte tenuta a verde, delimitato a destra dal Palazzo Ducale, ex residenza estiva dei Visconti e oggi sede del Museo della Certosa di Pavia, in faccia, in fondo ad un lungo sentiero lastricato, appare la facciata, con tutto il suo splendore, della chiesa della Certosa, mentre sulla sinistra una serie di caseggiati bassi chiudono il perimetro della corte.
  Altare Maggiore alla Certosa di Pavia
    La Chiesa
    Con pianta a croce e divisa in tre navate, grande cupola, al centro dell’incrocio dei bracci, lo sguardo, subito si rivolge verso l’alto, tra le candide nervature delle alte volte a crociera, della navata centrale, con stelle dipinte in oro sul soffitto di cobalto, richiamate a intarsio nel cotto del pavimento della sagrestia vecchia, e nei colori caldi dei portali lignei o incluse nei cerchi delle piastrelle della parte centrale della chiesa, dove si trova l’altare maggiore.
La costruzione sono di materiale misto, i pilastri e le parti basse dei muri sono in pietra, le parti alte e le volte in laterizio.
Le volte sono sostenute da pilastri a fascio, a disegno gotico, mentre l’accesso ad arco delle cappelle laterali nelle navate, presentano disegno classico con capitelli corinzi, con il passaggio dal gotico al rinascimentale.
#gallery-0-8 { margin: auto; } #gallery-0-8 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 50%; } #gallery-0-8 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-0-8 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
La tomba di Gian Galeazzo Visconti alla Certosa di Pavia
La tomba di Lodovico il Moro e Beatrice d’Este alla Certosa di Pavia
Nei bracci, “transetto”, della croce, che forma la pianta della chiesa, si trovano i monumenti funerari di Gian Galeazzo Visconti e Lodovico il Moro e Beatrice d’Este, il primo nel Transetto di destra, mentre il secondo in quello di sinistra.
Il complesso monastico ha due chiostri, uno chiamato “Chiostro Piccolo” e l’altro “Chiostro Grande”.
  Il Piccolo Chiostro
    Il Chiostro Piccolo
    Vi si accede, dalla chiesa, attraverso un portale decorato e scolpito da due artisti, internamente, dai fratelli Cristoforo e Antonio Mantegazza, esternamente da Giovanni Antonio Amedeo.
Al centro del Chiostro Piccolo si trova il giardino, ed era la parte conviviale dei monaci, con il lungo porticato che delimita il perimetro e da cui si può accedere a diversi ambienti, la chiesa, il refettorio, la biblioteca e la sala capitolare, dove si riunivano i monaci.
All’interno del chiostro piccolo vi è il lavabo in pietra e terracotta, con la rappresentazione della scena della Samaritana al pozzo.
  Il Chiostro Grande con sotto il portico gli ingressi e le aperture per i pasti e i tetti delle casette sullo sfondo
    Il Chiostro Grande
    Il perimetro di questa grande area verde, di 125 metri di lunghezza per 100 di larghezza, è formato da un lungo portico addossato al muro esterno di 24 casette o celle per i monaci, sotto questo portico si trovano le porte di accesso alle celle, formate da casette con tetto a punta e costituita da tre stanze e un piccolo giardino, che poteva essere coltivato a erbe e una apertura a fianco dell’ingresso, munita di anta e lettera dell’alfabeto identificatoria.
Da questa apertura i monaci, solamente durante i giorni feriali, ricevevano i pasti giornalieri, perché votati alla solitudine, mentre i giorni festivi si riunivano nel refettorio.
Il porticato è costituito da colonne alternate in marmo bianco e marmo rosa di Verona, decorate da elaborate ghiere in cotto, con tondi e statue di santi, profeti ed angeli, che formano 122 arcate.
Ci sarebbe da scrivere moltissimo, per descrivere la magnificenza di questo Monumento Italiano ma l’articolo potrebbe diventare lungo e noioso, lascio quindi a tutti, il piacere di passare una splendida giornata e visitare la Certosa di Pavia e magari anche l’intera area Viscontea con il Castello e il parco.
    Certosa di Pavia nato come Mausoleo della famiglia Visconti Il Mausoleo della famiglia Visconti la Certosa di Pavia simbolo nazionale dell’architettura Gotica-Rinascimentale Nato da un voto della moglie Caterina e subito elaborato e voluto da Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano, come solenne celebrazione della dinastia dei Visconti.
0 notes
freedomtripitaly · 5 years ago
Photo
Tumblr media
Il Cimitero Monumentale di Milano è un vero e proprio museo a cielo aperto. Addentrarsi al suo interno vuol dire iniziare un viaggio nella storia secolare della città, tra architettura splendide, statue e oggetti d’arte dal grande valore e sepolture celebri. Il Cimitero Monumentale di Milano è stato realizzato a inizio Ottocento. L’idea del Comune fu quella di creare un gigantesco cimitero che riuscisse a raggruppare le sepolture distribuite nei sei periferici. Nel 1866 ha aperto le porte quello che è poi rapidamente divenuto un luogo di sepoltura d’élite. Dato lo splendore del luogo, la sepoltura al suo interno era garantita alle cosiddette celebrità. Il fascino è dovuto all’idea originaria di Carlo Maciachini, che progettò questa struttura come un luogo di passeggio, andando in parte a limitare l’area funeraria. Per questo motivo l’intera area non è circondata da una cinta muraria ma da cancellate. Chiunque si rechi a Milano ha già pronta una lunga lista di attrazioni da visitare e attività da svolgere. Recarsi però in aree come il Cimitero Monumentale di Milano aiuta enormemente a comprendere questa città, apprezzandone la storia. Un luogo di assoluta pace, nel quale potersi arricchire con storie altrui, più o meno celebri. L’apertura avvenne il 2 novembre del 1866, data ovviamente non casuale, con una cerimonia solenne, benedetta da Monsignor Calvi. La sua superficie totale è di ben 250mila metri quadrati. Maciachini si lasciò liberamente ispirare dalle mode dell’epoca. Al suo interno è infatti possibile ammirare forme gotiche, passando poi per svariati altri stili: romanico lombardo e pisano. A ciò si aggiungono inserti bizantineggianti, il che aiuta a considerare questa struttura come un vero e proprio museo a cielo aperto, simbolo della milanesità e in generale dell’eclettismo artistico italiano. Cimitero Monumentale di Milano, la struttura Il Cimitero Monumentale di Milano si suddivide in tre aree: centrale, dedicata ai defunti cattolici, a sinistra, dedicata agli acattolici, a destra, dedicata agli israeliti. Una volta superato l’ingresso ci si trova dinanzi il tempio della fama, Famedio. Non soltanto un elemento artistico illustre ma anche un luogo di sepoltura. Al suo interno vi sono infatti alcuni personaggi milanesi illustri, come Alessandro Manzoni. La sua tomba è facilmente apprezzabile, essendo posta al centro dell’enorme sala. Un luogo incantevole, tra i più belli apprezzabili in Italia. Ammalia il contrasto tra il blu profondo della cupola e il bianco marmo delle pareti. Fin da subito si ha la sensazione d’essere entrati in un museo, distogliendo quasi il pensiero dal fatto che in realtà si tratti di un cimitero. Le pareti del Famedio vengono ancora oggi aggiornate con incisioni frutto di decisioni di un consiglio. Questo si riunisce annualmente e decreta i nomi dei personaggi che hanno contribuito alla storia di Milano o che si sono distinti in campi artistici e scientifici, sebbene non siano stati poi sepolti qui. Basti pensare a Ugo Foscolo, Fontana, Boccioni, Montale, Cavour, De Chirico e molti altri ancora. Sebbene tutti conoscano il Famedio per il suo splendore artistico e la presenza della sepoltura di Manzoni, al di sotto vi è una cripta arricchita da altre spoglie celebri, risalenti a un’epoca più recente. Si tratta di Giorgio Gaber, Giuseppe Meazza, Alda Merini, per citarne alcuni. Anche quest’area è visitabile e ci si ritrova circondati da tombe a destra e sinistra. Un luogo di puro silenzio, che di fatto catapulta il visitatore nell’atmosfera dei più classici cimiteri. Si è al cospetto di chi ha fatto la storia nel proprio campo ed è impossibile trattenere l’emozione. Proseguendo per questi corridoi si ha accesso al cimitero israelita, dove non di rado si noteranno dei sassolini sulle tombe. Si tratta di un’usanza ebraica. Al centro di quest’area vi è una sinagoga, utilizzata per particolari cerimonie. Oltrepassato il Famedio, si ha accesso al vero e proprio cimitero, ricolmo di cappelle arricchite da vere e proprie opere d’arte. In molti casi è infatti possibile apprezzare realizzazioni a firma di Fontana, Pomodoro e non solo. I personaggi famosi del Cimitero Monumentale di Milano Se si è alla ricerca delle personalità celebri presenti nel cimitero il primo luogo da visitare è il Famedio. Il tempio era in origine destinato a una chiesa cattolica. Venne trasformato in Pantheon soltanto nel 1870, dando ospitalità ai defunti eccellenti, che fossero milanesi di nascita o di adozione. La commissione, che ancora oggi decide i meritevoli, opera in tal senso fin dal 1884, dividendo i defunti in tre categorie: illustri, benemeriti e distinti nella storia patria. Nella parte alta è possibile scorgere cittadini eccellenti, vissuti tra il IV secolo e la metà del XVIII. Tra questi è impossibile non citare nomi come Leonardo Da Vinci, Sant’Ambrogio, Francesco Sforza, Lodovico il Moro, San Carlo Borromeo e Sant’Agostino. Nella parte sottostante invece personaggi vissuti dal 1750 al 1850. Continuando a scendere si passa al periodo dal 1850 a oggi. I nomi riguardano gli ambiti della cultura, scienza, politica ed economia: Eugenio Montale, Luchino Visconti, Enzo Biagi, Dino Buzzati, Giorgio De Chirico, per citarne alcuni. Lo spazio centrale è però dedicato al defunto più illustre: Alessandro Manzoni. Nel secolo scorso, precisamente nel 1958, si è deciso di innalzare il suo sarcofago, ponendolo su una base riccamente decorata con angeli neri in rilievo, realizzati dall’artista Giannino Castiglioni. Cimentandosi nella scoperta delle varie aree del cimitero, è possibile inoltre soffermarsi su monumenti sepolcrali appartenenti a celebri famiglie della grande borghesia milanese. Svariati gli esempi, come il Civico Mausoleo Palanti, la cui progettazione e realizzazione venne affidata all’architetto Mauro Palanti. La sua è una storia particolarmente interessante e drammatica. In origine venne ideato come mausoleo della famiglia. In seguito è però stato utilizzato come rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale. In seguito il suo costo elevato per il mantenimento ha portato il passaggio della proprietà al Comune di Milano. Da allora è stato trasformato in Civico Mausoleo, all’interno del quale riposano in eterno dei cittadini illustri milanesi. Vi è ad esempio Giovanni Danzi, celebre compositore, autore dell’amatissima “O mia bella Madunnina”. Affidandosi alla visita guidata si scopriranno tanti dettagli sul cimitero, come il fatto che spesso le famiglie non riescano a gestire le spese per il mantenimento o restauro dei mausolei o edicole. Se ciò accade, il Comune può prendere possesso del bene. Tale passaggio di proprietà avviene anche nel caso in cui i discendenti non vengano rintracciati. È quasi impossibile non aver mai sentito parlare della famiglia Campari, soprattutto vivendo a Milano. Nel cimitero è possibile visitare la loro Edicola, realizzata nel 1935. Allo scultore Giannino Castiglioni venne affidata la realizzazione di una versione personalizzata dell’Ultima Cena, totalmente in bronzo. In questa opera le figure risultano essere più grandi rispetto a una comune figura umana. In termini di proporzioni, sono maggiori anche quelle del calice posto al centro del tavolo. Ciò sta a indicare proprio l’attività di famiglia. Non è un caso se col tempo i milanesi hanno iniziato a riferirsi a quest’opera come “l’ultimo apertivo”. L’Edicola della famiglia Toscanini presenta una storia drammatica. A chiederne la realizzazione su l’omonimo compositore, che decise di concedere uno spettacolare luogo per il riposo eterno al suo figlioletto, morto ad appena 5 anni. A occuparsi dell’opera fu Bistolfi, che rappresentò allegoricamente la vita del bimbo, senza mai rappresentarlo di fatto, utilizzando unicamente marmo di Carrara. Altra famiglia borghese milanese molto celebre nella Milano del secolo scorso è la Bernocchi. Ciò è dovuto al fatto che nel 1930 i suoi esponenti donarono al Comune ben cinque milioni di lire, il che rese possibile la costruzione della Triennale. L’Edicola a loro dedicata è, come altre, opera di Castiglioni. Questa è sovrastata da un cono magnifico, realizzato totalmente in marmo. Al suo interno vi sono 110 statue, ideate per raffigurare la Via Crucis. L’artista le ha scolpite a tutto tondo, il che le rende apprezzabili sia dall’esterno che dall’interno. In molti si soffermano ad ammirare e fotografare la tomba di Isabella Casati. Questa è arricchita da una statua incantevole, realizzata da Enrico Butti, maestro dell’Accademia di Brera. Il soggetto ritratto è ovviamente quello di Isabella Casati, deceduta a soli 24 anni. Alle sue spalle vi è un pannello, sul quale viene raffigurato un sogno ricco di angeli in rilievo, nel quale la giovane viene rapita. Quando visitare il Cimitero Monumentale di Milano Il Cimitero Monumentale di Milano è aperto al pubblico dal martedì alla domenica. L’orario per l’ingresso, totalmente libero, va dalle 8.00 alle 18.00. La metropolitana di Milano consente agevolmente di raggiungere il luogo. Basterà scendere alla fermata “Monumentale” della linea M5 Lilla. Una volta entrati, sarà possibile rivolgersi all’Info Point, che offre gratuitamente mappe del cimitero a tutti i visitatori. Su di essa sono segnalate le tombe più celebri, così da poter favorire la visita, evitando di girare a vuoto per ore, data la vastità del luogo. È possibile visitare gratuitamente il cimitero o prendere parte a un gruppo con visita guidata. Nel secondo caso si resterà all’interno per almeno 1 ora, ricevendo dettagli sugli elementi cruciali. https://ift.tt/2MRSGpm Cimitero Monumentale di Milano, orari e personaggi famosi Il Cimitero Monumentale di Milano è un vero e proprio museo a cielo aperto. Addentrarsi al suo interno vuol dire iniziare un viaggio nella storia secolare della città, tra architettura splendide, statue e oggetti d’arte dal grande valore e sepolture celebri. Il Cimitero Monumentale di Milano è stato realizzato a inizio Ottocento. L’idea del Comune fu quella di creare un gigantesco cimitero che riuscisse a raggruppare le sepolture distribuite nei sei periferici. Nel 1866 ha aperto le porte quello che è poi rapidamente divenuto un luogo di sepoltura d’élite. Dato lo splendore del luogo, la sepoltura al suo interno era garantita alle cosiddette celebrità. Il fascino è dovuto all’idea originaria di Carlo Maciachini, che progettò questa struttura come un luogo di passeggio, andando in parte a limitare l’area funeraria. Per questo motivo l’intera area non è circondata da una cinta muraria ma da cancellate. Chiunque si rechi a Milano ha già pronta una lunga lista di attrazioni da visitare e attività da svolgere. Recarsi però in aree come il Cimitero Monumentale di Milano aiuta enormemente a comprendere questa città, apprezzandone la storia. Un luogo di assoluta pace, nel quale potersi arricchire con storie altrui, più o meno celebri. L’apertura avvenne il 2 novembre del 1866, data ovviamente non casuale, con una cerimonia solenne, benedetta da Monsignor Calvi. La sua superficie totale è di ben 250mila metri quadrati. Maciachini si lasciò liberamente ispirare dalle mode dell’epoca. Al suo interno è infatti possibile ammirare forme gotiche, passando poi per svariati altri stili: romanico lombardo e pisano. A ciò si aggiungono inserti bizantineggianti, il che aiuta a considerare questa struttura come un vero e proprio museo a cielo aperto, simbolo della milanesità e in generale dell’eclettismo artistico italiano. Cimitero Monumentale di Milano, la struttura Il Cimitero Monumentale di Milano si suddivide in tre aree: centrale, dedicata ai defunti cattolici, a sinistra, dedicata agli acattolici, a destra, dedicata agli israeliti. Una volta superato l’ingresso ci si trova dinanzi il tempio della fama, Famedio. Non soltanto un elemento artistico illustre ma anche un luogo di sepoltura. Al suo interno vi sono infatti alcuni personaggi milanesi illustri, come Alessandro Manzoni. La sua tomba è facilmente apprezzabile, essendo posta al centro dell’enorme sala. Un luogo incantevole, tra i più belli apprezzabili in Italia. Ammalia il contrasto tra il blu profondo della cupola e il bianco marmo delle pareti. Fin da subito si ha la sensazione d’essere entrati in un museo, distogliendo quasi il pensiero dal fatto che in realtà si tratti di un cimitero. Le pareti del Famedio vengono ancora oggi aggiornate con incisioni frutto di decisioni di un consiglio. Questo si riunisce annualmente e decreta i nomi dei personaggi che hanno contribuito alla storia di Milano o che si sono distinti in campi artistici e scientifici, sebbene non siano stati poi sepolti qui. Basti pensare a Ugo Foscolo, Fontana, Boccioni, Montale, Cavour, De Chirico e molti altri ancora. Sebbene tutti conoscano il Famedio per il suo splendore artistico e la presenza della sepoltura di Manzoni, al di sotto vi è una cripta arricchita da altre spoglie celebri, risalenti a un’epoca più recente. Si tratta di Giorgio Gaber, Giuseppe Meazza, Alda Merini, per citarne alcuni. Anche quest’area è visitabile e ci si ritrova circondati da tombe a destra e sinistra. Un luogo di puro silenzio, che di fatto catapulta il visitatore nell’atmosfera dei più classici cimiteri. Si è al cospetto di chi ha fatto la storia nel proprio campo ed è impossibile trattenere l’emozione. Proseguendo per questi corridoi si ha accesso al cimitero israelita, dove non di rado si noteranno dei sassolini sulle tombe. Si tratta di un’usanza ebraica. Al centro di quest’area vi è una sinagoga, utilizzata per particolari cerimonie. Oltrepassato il Famedio, si ha accesso al vero e proprio cimitero, ricolmo di cappelle arricchite da vere e proprie opere d’arte. In molti casi è infatti possibile apprezzare realizzazioni a firma di Fontana, Pomodoro e non solo. I personaggi famosi del Cimitero Monumentale di Milano Se si è alla ricerca delle personalità celebri presenti nel cimitero il primo luogo da visitare è il Famedio. Il tempio era in origine destinato a una chiesa cattolica. Venne trasformato in Pantheon soltanto nel 1870, dando ospitalità ai defunti eccellenti, che fossero milanesi di nascita o di adozione. La commissione, che ancora oggi decide i meritevoli, opera in tal senso fin dal 1884, dividendo i defunti in tre categorie: illustri, benemeriti e distinti nella storia patria. Nella parte alta è possibile scorgere cittadini eccellenti, vissuti tra il IV secolo e la metà del XVIII. Tra questi è impossibile non citare nomi come Leonardo Da Vinci, Sant’Ambrogio, Francesco Sforza, Lodovico il Moro, San Carlo Borromeo e Sant’Agostino. Nella parte sottostante invece personaggi vissuti dal 1750 al 1850. Continuando a scendere si passa al periodo dal 1850 a oggi. I nomi riguardano gli ambiti della cultura, scienza, politica ed economia: Eugenio Montale, Luchino Visconti, Enzo Biagi, Dino Buzzati, Giorgio De Chirico, per citarne alcuni. Lo spazio centrale è però dedicato al defunto più illustre: Alessandro Manzoni. Nel secolo scorso, precisamente nel 1958, si è deciso di innalzare il suo sarcofago, ponendolo su una base riccamente decorata con angeli neri in rilievo, realizzati dall’artista Giannino Castiglioni. Cimentandosi nella scoperta delle varie aree del cimitero, è possibile inoltre soffermarsi su monumenti sepolcrali appartenenti a celebri famiglie della grande borghesia milanese. Svariati gli esempi, come il Civico Mausoleo Palanti, la cui progettazione e realizzazione venne affidata all’architetto Mauro Palanti. La sua è una storia particolarmente interessante e drammatica. In origine venne ideato come mausoleo della famiglia. In seguito è però stato utilizzato come rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale. In seguito il suo costo elevato per il mantenimento ha portato il passaggio della proprietà al Comune di Milano. Da allora è stato trasformato in Civico Mausoleo, all’interno del quale riposano in eterno dei cittadini illustri milanesi. Vi è ad esempio Giovanni Danzi, celebre compositore, autore dell’amatissima “O mia bella Madunnina”. Affidandosi alla visita guidata si scopriranno tanti dettagli sul cimitero, come il fatto che spesso le famiglie non riescano a gestire le spese per il mantenimento o restauro dei mausolei o edicole. Se ciò accade, il Comune può prendere possesso del bene. Tale passaggio di proprietà avviene anche nel caso in cui i discendenti non vengano rintracciati. È quasi impossibile non aver mai sentito parlare della famiglia Campari, soprattutto vivendo a Milano. Nel cimitero è possibile visitare la loro Edicola, realizzata nel 1935. Allo scultore Giannino Castiglioni venne affidata la realizzazione di una versione personalizzata dell’Ultima Cena, totalmente in bronzo. In questa opera le figure risultano essere più grandi rispetto a una comune figura umana. In termini di proporzioni, sono maggiori anche quelle del calice posto al centro del tavolo. Ciò sta a indicare proprio l’attività di famiglia. Non è un caso se col tempo i milanesi hanno iniziato a riferirsi a quest’opera come “l’ultimo apertivo”. L’Edicola della famiglia Toscanini presenta una storia drammatica. A chiederne la realizzazione su l’omonimo compositore, che decise di concedere uno spettacolare luogo per il riposo eterno al suo figlioletto, morto ad appena 5 anni. A occuparsi dell’opera fu Bistolfi, che rappresentò allegoricamente la vita del bimbo, senza mai rappresentarlo di fatto, utilizzando unicamente marmo di Carrara. Altra famiglia borghese milanese molto celebre nella Milano del secolo scorso è la Bernocchi. Ciò è dovuto al fatto che nel 1930 i suoi esponenti donarono al Comune ben cinque milioni di lire, il che rese possibile la costruzione della Triennale. L’Edicola a loro dedicata è, come altre, opera di Castiglioni. Questa è sovrastata da un cono magnifico, realizzato totalmente in marmo. Al suo interno vi sono 110 statue, ideate per raffigurare la Via Crucis. L’artista le ha scolpite a tutto tondo, il che le rende apprezzabili sia dall’esterno che dall’interno. In molti si soffermano ad ammirare e fotografare la tomba di Isabella Casati. Questa è arricchita da una statua incantevole, realizzata da Enrico Butti, maestro dell’Accademia di Brera. Il soggetto ritratto è ovviamente quello di Isabella Casati, deceduta a soli 24 anni. Alle sue spalle vi è un pannello, sul quale viene raffigurato un sogno ricco di angeli in rilievo, nel quale la giovane viene rapita. Quando visitare il Cimitero Monumentale di Milano Il Cimitero Monumentale di Milano è aperto al pubblico dal martedì alla domenica. L’orario per l’ingresso, totalmente libero, va dalle 8.00 alle 18.00. La metropolitana di Milano consente agevolmente di raggiungere il luogo. Basterà scendere alla fermata “Monumentale” della linea M5 Lilla. Una volta entrati, sarà possibile rivolgersi all’Info Point, che offre gratuitamente mappe del cimitero a tutti i visitatori. Su di essa sono segnalate le tombe più celebri, così da poter favorire la visita, evitando di girare a vuoto per ore, data la vastità del luogo. È possibile visitare gratuitamente il cimitero o prendere parte a un gruppo con visita guidata. Nel secondo caso si resterà all’interno per almeno 1 ora, ricevendo dettagli sugli elementi cruciali. Il Cimitero Monumentale di Milano è ricco di tombe di grande bellezza scultorea e di sepolture di personaggi celebri come Enzo Biagi e Giorgio Gaber.
0 notes