#maschilismo tossico
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Nel mio condominio abita una famiglia in cui la donna veste, in pubblico, anche con il viso coperto; quando ho chiesto alle mie vicinE di fare qualcosa per aiutarla (perché è evidentemente vessata dal marito), non hanno voluto muovere un dito le SIGNORE CATTOLICHE VENETE.
Forse non è chiara una questione del Veneto fondamentalista cattolico: Turetta non è l'eccezione ma l'ordinarietà della "cultura" maschile presente in regione.
Lo "straniero coglione" è venuto ad abitare in un Paese come l'Italia in cui si festeggia la Pasqua a livello anche istituzionale (politico) - cioè in mezzo a gente ritardata, dentro e fuori alla politica, che crede all'esistenza degli zombie, eh: col cazzo che ti ascolta.
COL CAZZO che mi adeguo alla situazione creata da chi ha permesso immigrazione selvaggia; io non rispetto manco il cristianesimo importato, che gioca in casa (in Italia) da pochi millenni: figurarsi un'altra religione di merda di derivazione ebraica importata come l'Islam.
#adeguarsi#immigrazione selvaggia#cristianesimo#islam#ebraismo#religioni importate#Veneto#visit Veneto#maschilismo tossico#cattolicesimo#donna#violenza sulle donne
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Donne, il problema non è il patriarcato, siete voi che siete femmine
“Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti” Amiche e amici, come state? Io bene, mi è solo andato del maschilismo tossico nell’occhio. Ormai, è una settimana che cerco di cominciare un cz di post senza portarlo avanti perché la nervatura, ovvero il coinvolgimento emotivo, è assai. Prendo, faccio, ma poi ricomincio daccapo, come quando non mi viene la pasta per la pizza. Siccome…
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#casapound#cecchettin#cesare mevoli#elena cecchettin#fdi#femminicidio#femminismo#femminizzazione#francesca totolo#fratelli d&039;italia#gender#giulia cecchettin#giulia gennaro#lamacchia#leparolecreanomondi#leva obbligatoria#lgbtq+#maschilismo tossico#mevoli#michele lamacchia#michelelamacchia#patriarcato#pillon#simone di stefano#teoria gender#turetta
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Le guerre le innescano gli uomini: le lamentele sul doversi arruolare in un esercito e rischiare la vita vanno rivolte all'ampio gruppo di maschi tossici presenti in politica che ama giocare al "conquistatore di terre", all'angelo della salvezza nei territori altrui, con bombe, missili, pistole e testi religiosi sotto al braccio a motivargli l'odio sociale e non alle donne.
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Mondo: maschilismo tossico
Il mio raga da me: mi daresti i tuoi pantaloni del pigiama in pile con i cuoricini che fa freddo?
Procede a presentarsi in cantiere con me, mio zio e i muratori albanesi con i pantaloni in pile con i cuoricini
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Il signore nella foto si chiama Lorenzo Leonarduzzi, è un giornalista e lavora per RaiSport.
Nel 2018, in occasione, del compleanno di Hitler, pubblicò sul suo profilo un bel post di auguri in tedesco.
La RAI lo difese sostenendo che si trattava di un ottimo professionista.
Infatti, nel 2020, commentando una gara di rally cui partecipava la pilota estone Ott Tanak, pronunciò la seguente, geniale, battuta: “Donna nanak, tutta Tanak”.
Ieri, commentando i mondiali di nuoto, si è lasciato andare ad una sconcertante serie di battuttacce con il commentatore tecnico Mazzucchi, pensando probabilmente che i microfoni fossero spenti.
I due hanno ironizzato sulla forma fisica delle atlete, (“le olandesi sono grosse”), anche alcune italiane, ma “tanto al letto sono tutte uguali”; poi, hanno accusato la britannica Harper di essere una ragazza facile, specializzata, come tante donne, in tre sole note musicali: “Si La Do”.
Dopo lo stop al programma di Facci, sulla RAI si abbatte quindi un’altra tempesta, dovuta al clima infame di maschilismo tossico che si respira nel Paese.
La prima Presidente del Consiglio “donna madre cristiana” non è evidentemente in grado di cambiare la “cultura” storica delle destre ed il suo antico vocabolario.
Poveri quelli che c’avevano creduto.
Tanto al letto sono tutte uguali.
dalla pagina fb del prof Guido Saraceni
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Mr. Simpatia
Fabri Fibra
2004
Personalmente lo reputo il miglior album di Fibra, per diversi motivi. Partendo dalla pura tecnica, Fibra ha scritto rime con metriche e flow che ancora fanno scuola. Passando alla narrazione, le canzoni offrono una panoramica, anche piuttosto attuale, sulle personalità maschili, sull’educazione maschile e sulle situazioni sociali in cui i maschi sono protagonisti. Ogni canzone è una personalità diversa e tutte insieme vanno a formare una visione piuttosto completa del maschilismo tossico. Le basi sono perfette, fresche per la vecchia scuola, ma dalle sonorità classiche per il periodo attuale.
Il mood tende al comico, ma è un disco di denuncia sociale. Sicuramente non da mettere per festeggiare.
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PILLOLE DI MUSICA: MARRA-TOY E IL POLITICAMENTE (S)CORRETTO
È stata una settimana densa di polemiche e di botta e risposta quella che ha riguardato l'universo delle sette note italiano, pronto a sbarcare nel Regno Unito per l'#esc2023 con l'artiglieria pesante, altrimenti nota con il nome #MarcoMengoni.
Tra le varie follie lette sulle principali testate (e no, non parlerò di #Blanco che contesta #LauraPausini giudicando i brani di #Sferaebbasta più emozionanti di quelli della cantante de "La solitudine": fa già piangere così la cosa) una ha attirato in particolare la mia attenzione.
#OrnellaVanoni a cena con l'amico #Marracash: e sin qui, tutto ok. La divina Ornellona, però, aggiunge pepe ad un invito che di stuzzicante, diciamocelo, ha davvero ben poco: "Avessi avuto 30 anni in meno ti avrei sbattuto al muro".
Silenzio. E poi, una domanda: i perbenisti che gridano alla molestia dove stanno? Dove sono gli scandalizzati per una palpatina a Damiano dei Maneskin? E quelli che, a parti invertite, avrebbero inneggiato al "maschilismo tossico"?
Davvero ad alcune donne viene perdonato tutto? Il femminismo si è ridotto a questo?
Cara Vanoni, capiamo la "vampa d'agosto" di fronte al Marra, però su ... Un po' di rispetto e di garbo da parte sua non sarebbero state disdegnate. E poi, siamo ancora ad aprile.
#pilloledimusica #matryoshka #musicaitaliana #femminismo #polemiche #copywriter #blogger #harusphotos
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𝗜𝗹 "𝗺𝗮𝗹𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲"
Il "malessere", nell'accezione inizialmente napoletana ma ora comune ai/alle giovani d'Italia, è un tipico ragazzo bello, dannato, geloso, possessivo, controllante, manipolatorio, che gestisce la relazione sentimentale in modo tossico e spesso violento. Molto probabilmente è coinvolto in attività illecite ed è molto ambito sentimentalmente.
In pratica una sorta di James Dean da cui è difficile staccarsi, ma molto più patriarcale e manesco con le donne.
Ma cosa significa in gergo "amare un malessere"?
Non significa che vi piace stare male, ma che vi piace un ragazzo che dà di matto se sa che avete parlato con un suo frà o che siete uscite senza avvertirlo o che se sa che siete state fidanzate anni fa con un vostro compagno di scuola fa nero lui e probabilmente vi farà passare una brutta serata.
POV: sei nella strada della violenza di genere e no, non c'è niente di figo o da ridere.
Purtroppo quando sei dentro questa dinamica è difficile che tu ti renda conto da sola e, come ogni droga, è difficile uscirne solo con le proprie forze.
Chiedi aiuto alle persone che tengono veramente a te. Sperimenta il benessere, non ne resterai delusa.
Andrea Moi
Dott. Andrea Moi - Consulenza e supporto psicologico
www.andreamoi.it
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Battute sessiste, cosa sappiamo della situazione Matteo Bobbi e Davide Valsecchi?
Battute sessiste, uscite infelici, Politically Correct, sospensioni in realtà mai comunicate e polverone social mai visto. Questi alcuni degli ingredienti che hanno coinvolto i due telecronisti di Sky F1, Matteo Bobbi e Davide Valsecchi, nel post GP di Spagna 2023 a Barcellona che si sono resi protagonisti di una uscita definita dal vasto tribunale social come "infelice". Cos'è, in realtà, successo? Quali sono state le conseguenze? Facciamo chiarezza sul più classico dei polveroni web. Battute sessiste, cosa è successo dopo il GP di Spagna 2023? Il Gran Premio di F1 che si è svolto la scorsa domenica a Barcellona è stata l'ennesima grande affermazione dello strapotere della Red Bull e di Max Verstappen sul campionato mondiale della Formula 1. Ad una gara non proprio entusiasmante è seguita un post GP che ha alzato un vero e proprio uragano di polemiche, critiche ed insulti. I protagonisti di questa situazione sono due della vasta squadra di commentatori di Sky Sport F1, Matteo Bobbi e Davide Valsecchi. https://twitter.com/erclab_tweet/status/1665705783701434368 I due ex piloti ed ora commentatori televisivi hanno avuto uno scambio di battute riguardo una ragazza girata di spalle mentre parlavano del GP appena conclusosi. «Volevo dire a Davide che dietro di lui c’è un bel “pacchetto di aggiornamenti” se si gira», dice Bobbi invitando il collega a girarsi per osservare la ragazza che era lì vicino. Valsecchi si gira e commenta: «Li conosco, purtroppo mi hanno detto che non si può testarli». Dopo questo primo scambio è stata l’inviata Sky Federica Masolin ad intervenire nella conversazione: «Io chiedo asilo politico, non possiamo guardare qualche intervista invece di ascoltare questi due?». Lo scambio, però, ricomincia: «Io se torno a casa mi sa che prendo un sacco di mazzate le prendo», dice Bobbi. La scena di conclude con Valsecchi che afferma: «Ho già fatto due volte l’operazione per gli occhi perché ho perso la vista fin da bambino a guardare quelle cose». Le polemiche e le scuse In poco tempo, il video dello scambio di battute tra Bobbi e Valsecchi fa il giro del web. Il polverone diventa un vero e proprio uragano di polemiche tra chi si indigna additando il tutto come l'ennesimo caso di maschilismo tossico e di sessismo e chi chiede a gran voce la metaforica testa dei due ex piloti ora commentatori per Sky Italia. Una serie di enormi polemiche che ha portato i due commentatori a pubblicare poche ore dopo l'accaduto le loro pubbliche scuse nei rispettivi profili social: Le scuse di Davide Valsecchi Le scuse di Matteo Bobbi La sospensione di Sky che in realtà... non c'è Dopo le scuse sarebbero poi arrivate le conseguenze (e le punizioni) di Sky Italia. L'emittente detentrice dei diritti di trasmissione della Formula 1 nel nostro Paese avrebbe sospeso per un Gran Premio i due commentatori televisivi. Una sospensione che in realtà... non è stata mai confermata. Sky, infatti, non ha comunicato nessuna sospensione ai due telecronisti della Formula 1 e altre possibili sanzioni circolate sul web sono da ritenersi senza alcun fondamento. Foto di David Mark da Pixabay Read the full article
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Lo sapevamo tutti che finiva così. Società di merda. Maschilismo tossico di merda.
Ennesima storia di violenza, ennesima Giulia. Hanno trovato il suo probabile dna, i suoi capelli e tracce di sangue, tutto della ragazza scomparsa che si cercava e si cerca ancora, ma non più viva. Era sparita in macchina con il suo ex ragazzo, che i suoi genitori dicevano essere UN PO' possessivo, un PO' GELOSO, non voleva che lei si laureasse prima di lui, il 16 novembre. Il giorno più bello della sua vita, la sua soddisfazione più grande probabilmente. Appena scomparsa tutti abbiamo pensato: ragazza + ex fidanzato = femminicidio. Non volevo crederci ma ora lui è nel registro degli indagati per tentato omicidio. I genitori lo giustificano. Un po' GELOSO. Un po' POSSESSIVO. Basta fiocchetti, basta associazioni, basta parlarne senza intervenire, basta vivere in una società maschilista basata sul dimostrare potere, sulla possessione, sull'oggettificare.
Basta. Violenza. Sulle. Donne.
Sono giorni che penso a questa ragazza, stava per laurearsi. Stava per incominciare a vivere la sua vita. E probabilmente lui l'ha portata via dai suoi sogni e dalla sua famiglia. Sono stanca, tanto. Poteva essere una di noi, una nostra amica, nostra sorella, nostra madre.
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Niente è dovuto⤷
È più che giusto che una donna esibisca il proprio corpo in pubblico anche in atti sessuali per il puro piacere maschile, ma deve essere a pagamento: farlo a gratis non va bene, perché alimenta l'idea che agli uomini sia concesso tutto: alimenta il patriarcato, con le sue connotazioni tossiche come violenza, stupro e femminicidio.
Il dover pagare per un servizio, come il vedere la foto del viso di una utente donna su un social, condiziona l'interessato nel comprendere che niente è dovuto.
#donna#esibire#corpo#proprio corpo#pagamento#patriarcato#tossico#maschilismo#misoginia#violenza#niente è dovuto#𝕸𝖎𝖈𝖍𝖊𝖑𝖑𝖊 ♡
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Cosa ne pensi del femminismo tossico?
Partiamo dal presupposto che negli scorsi anni spesso mi sono beccato con alcune femministe. Detto ciò sinceramente su molte cose mi rendo conto di essere stato un coglione io, per esempio tutta la storia degli asterischi e delle ə sinceramente è ininfluente e sbatterci la testa solo per avere ragione è da coglioni e distoglie l'attenzione dal problema vero, cioè il maschilismo tossico.
Sono d'accordo sul fatto che spesso l'uomo sia visto da alcune persone come sbagliato per il semplice fatto di avere un pene ma capisco anche che vivendo con la paura di subire violenze solo perchè donna ti porti a non star lì a pensare a "magari lui è buono". Semplicemente hai paura, ti hanno fatto male e ti difendi. Inoltre il vero problema oggigiorno tra noi ragazzi è che ci sentiamo sbagliati in ogni caso. Se siamo violenti siamo merde, se non siamo abbastanza forti siamo incapaci di difendere chi amiamo e quindi sbagliati.
Sinceramente sono giunto alla conclusione che è meglio vivere e lasciar vivere senza giudicare le vite e le idee altrui fintanto che non fanno male a nessuno. Le "nazifemministe" non fanno male a nessuno con le loro idee, la violenza sulle donne invece porta tante morti quindi fintanto che sarà così non avrà mai senso dare addosso a chi come noi punta ad un mondo dove uomini e donne abbiano gli stessi diritti.
Quando e se ci sarà quel mondo utopico discuteremo sul resto
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La "cultura dello stupro" maschile non ha colore di pelle, ma dipende dall'ambiente in cui si è cresciuti - che più selvaggio è, più radica nel maschio l'idea che la donna sia solo un oggetto sessuale senza una mente.
Il lavoro più pericoloso per una donna è crescere un figlio maschio: se lo fai male, ti ritrovi in un Paese patriarcale.
L'esistenza del patriarcato non è una responsabilità individuale, ma collettiva: dipende dai soggetti maschili, ma anche dalle donne che non si ribellano.
Non esiste che una donna debba coprirsi perché altrimenti rischia di essere palpata o stuprata.
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“Ho un ginocchio, uno solo, piantato nella schiena… come se chi mi sta dietro tenesse l’altro appoggiato per terra… con le mani tiene le mie, forte, girandomele all’incontrario. La sinistra in particolare. Non so perché, mi ritrovo a pensare che forse è mancino. Non sto capendo niente di quello che mi sta capitando. Ho lo sgomento addosso di chi sta per perdere il cervello, la voce… la parola. Prendo coscienza delle cose, con incredibile lentezza…
È il cuore, che mi sbatte così forte contro le costole, ad impedirmi di ragionare… è il male alla mano sinistra, che sta diventando davvero insopportabile. Perché me la storcono tanto? Io non tento nessun movimento. Sono come congelata.
…
Oltre a quello che mi tiene, ce ne sono altri tre. Li guardo: non c’è molta luce… né gran spazio… forse è per questo che mi tengono semidistesa. Li sento calmi. Sicurissimi. Che fanno? Si stanno accendendo una sigaretta. Fumano? Adesso? Perché mi tengono così e fumano? Sta per succedere qualche cosa, lo sento… Respiro a fondo… due, tre volte. Non, non mi snebbio… Ho solo paura…”
Con queste parole, con un monologo durissimo e disperato, Franca Rame raccontava la violenza subita, il 9 marzo 1973, quando cinque neofascisti la rapirono, la caricarono su una camionetta e poi abusarono di lei per ore.
Fu un oltraggio pensato a tavolino, per colpire una donna forte, di sinistra, impegnata. Fu uno stupro su commissione, suggerito dai vertici di una destra eversiva, perché Franca Rame dava fastidio a certi ambienti.
Fu uno stupro festeggiato in una caserma dei carabinieri, con brindisi e con uno spietato: “Finalmente!”
Un uomo dello Stato gioiva perché una donna era stata violata, picchiata, bruciata con le sigarette, ferita. E poi abbandonata in un parco, come una pezza.
Di cosa ci stupiamo? Dalla notte dei tempi lo stupro è un’arma, di violenza, sopraffazione, pulizia etnica. Dalla notte dei tempi il corpo delle donne è reclamato selvaggiamente da uomini-bestie, che pensano di poterne fare quello che vogliono, confortati anche dalla atroce verità, che lo stupro è l’unico caso in cui è la vittima a finire di fatto sul banco degli imputati. Franca Rame questo lo sapeva bene,
“Senza accorgermi, mi trovo davanti alla Questura. Appoggiata al muro del palazzo di fronte, la sto a guardare per un bel pezzo. Penso a quello che dovrei affrontare se entrassi ora... Sento le loro domande. Vedo le loro facce... i loro mezzi sorrisi... Penso e ci ripenso... Poi mi decido... Torno a casa... torno a casa... Li denuncerò domani”.
Oggi è la giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ma considerando che ogni 72 ore in Italia viene commesso un femminicidio, e che il colpevole nella maggior parte dei casi è il compagno, il marito o il fidanzato, forse sarebbe più opportuno dedicare non una, ma 365 giornate a educare gli uomini. Educarli per scardinare fin da subito ogni forma di maschilismo tossico, anticamera della violenza, o più semplicemente, educarli a rispettare le donne.
Sempre, in ogni ambito, in ogni situazione.
🦋 La farfalla della gentilezza🦋
(Foto di Donna Ferrato, 1988)
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Ieri sera da Giletti si parlava del caso Genovese con la solita, insopportabile, retorica maschilista e minimizzatrice. A un certo punto Pietro Senaldi, direttore di “Libero”, è arrivato persino a mettere in discussione che una violenza sessuale possa durare 20 ore. La reazione di Asia Argento è furibonda. “E tu saresti un giornalista? Mezz’ora, venti ore, che facciamo? Contiamo i tempi? Una donna la puoi acciuffare e portare a casa anche per giorni. Fai dei discorsi tu che proprio non stanno né in cielo né in terra, sei di una pochezza che sono allibita”. Non pago, Senaldi ha continuato a provocare. “Ah allora il grande intellettuale Weinstein con cui parlavi di Victor Hugo, è una persona che ti ha arricchito”, citando, ovviamente a sproposito, una frase di Asia Argento. Che a quel punto è esplosa. E gliel’ha dette tutte. “Si. Sai cosa? Mi ha arricchito lo stupro che mi ha fatto… Ragazze, questo stupro mi ha arricchito perché ho conosciuto grandi donne come voi… Quanto a te, Senaldi” ha detto, minacciando di infilargli un tacco in bocca, “sei un giornalista da quattro soldi perché chiunque può estrapolare un pezzo di una frase, tu non l’hai detta tutta, è il tuo giornalismo barzotto. E tu, misogino, andresti veramente radiato dall’Ordine dei giornalisti.” E sì, sarà pure eccessiva, sarà stata sboccata, politicamente scorretta, tutto quello che volete, ma io, di fronte a questo giornalismo spazzatura, a questo maschilismo tossico, starò sempre dalla parte di Asia Argento. Lorenzo Tosa
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Ah, che spettacolo i globalisti. Quando uno di loro fa una gaffe o semplicemente si comporta da stronzo, tutti gli altri si dispongono a quadrato attorno a lui. Anche se costui ha appena disintegrato tutto ciò per cui (dicono) di battersi.
Alan Friedman è un cafone ed ha volutamente insultato Melania Trump dandole della escort. "Una battuta infelice", scrive questa sottospecie di Ollio tarocco, mettendo una toppa peggiore del buco.
Ma tanto l'armata arcobaleno è già pronta a soccorrere il proprio soldato, costi quel che costi. E si mobilitano proprio tutti: politici, opinionisti, influencer e youtuber (quest'ultimi veramente inqualificabili, dato che sono seguiti da molti giovani). Tutti intenti a difendere l'indifendibile.
"È solamente un lapsus!"
"Non ha detto niente di che!"
"È inciampato sulla lingua!"
Feccia. Questo è l'unico modo per descrivere questi esseri che domani, con straordinaria nonchalance, torneranno a smaterializzarci l'anima con il sessismo, il maschilismo tossico ed altre fesserie.
Un tripudio di ipocrisia elevato a filosofia di vita, con la certezza di non doverne mai rispondere a nessuno.
Però gli va dato atto a questi buffoni di saper fare squadra. È per questo che oggi la loro idea di mondo, malata e demenziale, è imposta ovunque. Questa è l'unica cosa che possono insegnarci. Per il resto, abbiamo il dovere morale di ridergli in faccia.
Matteo Brandi
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