#marchio registrato
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ufficiobrevettimarchi1 · 2 months ago
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Guida Passo Dopo Passo Alla Registrazione Del Prodotto
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Nel mondo frenetico di oggi, la registrazione di un prodotto viene talvolta trascurata a favore di un nuovo acquisto. Tuttavia, la registrazione dei prodotti attiva la garanzia e fornisce aggiornamenti vitali ed avvisi di richiamo. Questo semplice passo vi collegherà al creatore e vi aiuterà per tutta la durata della proprietà. Immaginate di poter ottenere un'assistenza immediata o di essere i primi a sapere dei cambiamenti significativi del prodotto. La registrazione di un prodotto protegge il vostro investimento e fornisce informazioni vitali. Ecco un metodo passo dopo passo per rendere questo lavoro divertente ed accessibile.
Capire perché la registrazione è importante
La gioia dell'acquisto non dovrebbe svanire. Registrare un prodotto trasforma una vendita una tantum in un rapporto produttivo con il produttore. In caso di difficoltà, questa connessione fornisce un percorso chiaro per ottenere aiuto, risparmiando tempo e denaro. L'utilizzo della garanzia è la sua caratteristica migliore. Per dimostrare le proprie richieste, di solito è necessaria la documentazione di registrazione. Questo protegge il vostro denaro e vi dà tranquillità.
Una registrazione regolare vi tiene informati su aggiornamenti e richiami cruciali. Immaginate di scoprire che la vostra nuova apparecchiatura sia difettosa o dannosa. Registrandovi sarete tra i primi a saperlo. Essere attenti evita che piccoli problemi diventino gravi. Rimanere aggiornati in un mercato in rapida evoluzione è fondamentale. La registrazione del prodotto fornisce queste informazioni vitali.
I passi essenziali per registrare i vostri prodotti
Per registrare i vostri articoli dovete disporre di tutte le informazioni necessarie. Nonostante la sua semplicità, questa fase richiede tutta la vostra attenzione. I numeri di serie, il tipo e le informazioni d’acquisto sono tipici. Molti produttori richiedono queste informazioni per verificare la licenza, quindi è utile averle a portata di mano. Scrivere queste informazioni dopo l'acquisto può aiutare a scoprirle in seguito.
Il secondo passo consiste nel selezionare un metodo di registrazione di un prodotto. Molti marchi offrono moduli online e per posta. I moduli digitali sono di solito i più rapidi ed efficienti e consentono di completare la procedura con pochi clic. Quando si procede alla vecchia maniera, è bene compilare accuratamente il modulo e conservare le copie di tutto ciò che si invia. Questo approccio accurato può prevenire problemi futuri.
Navigazione nei portali di registrazione online
Nell'era digitale, la maggior parte dei produttori ha creato semplici piattaforme online per registrare prodotto da parte dei consumatori. L'iscrizione da casa è facile e di solito richiede pochi minuti. Iniziate dal sito web del produttore. Cercate “Registrazione del prodotto” o “Assistenza”. Anche se gli stili variano, la maggior parte dei siti web è di facile utilizzo. Dopo aver trovato lo spazio corretto, inserite i dettagli del prodotto.
Ricordare ogni dettaglio quando si inseriscono le informazioni. Qualsiasi errore, anche minimo, potrebbe complicare la registrazione e compromettere la garanzia. Utilizzate i suggerimenti o le pagine pop-up per ottenere aiuto. Molti siti riconoscono le registrazioni tramite e-mail o messaggi. Questo vi rassicura sul fatto che la registrazione è andata a buon fine, rafforzando il vostro rapporto con il produttore e preservando il vostro investimento.
Tenere traccia della registrazione
Dopo l'iscrizione è fondamentale tenersi organizzati: separate i materiali fondamentali in un archivio fisico o digitale. L'elenco contiene ricevute, e-mail di prova e informazioni sulla garanzia. Tenere traccia della registrazione di un prodotto consente di accedere rapidamente a informazioni cruciali per le richieste di assicurazione, le riparazioni e gli aggiornamenti.
Consultate regolarmente il sito web del produttore o il servizio clienti. Alcune aziende possono richiedere periodicamente informazioni aggiornate o fornire istruzioni per la cura. Seguire il marchio può insegnarvi a conoscere i cambiamenti che potrebbero influenzare la garanzia o le prestazioni del prodotto. Questo atteggiamento proattivo vi rende un cliente energico e desideroso di risolvere qualsiasi problema.
In conclusione
La registrazione degli articoli fa parte dell'essere un utente responsabile, non è solo una casella di controllo. Sapere perché è necessario, imparare i passaggi, utilizzare le piattaforme online in modo efficiente ed essere organizzati può aiutarvi a massimizzare il vostro investimento. Ricordate questa piccola azione la prossima volta che acquistate qualcosa. Vi terrà informati e protetti e vi ripagherà nel tempo. L'Ufficio Marchi e Brevetti vi aiuta a registrare i vostri prodotti.
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chez-mimich · 9 days ago
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THE WORKING CLASS GOES TO HEAVEN
Questa sera "smanettando" tra gli account del nuovo social "BlueSky" sul quale sono appena approdato abbandonando il funereo X e il suo megalomane e pericoloso proprietario, mi sono imbattutto in un account dal nome famigliare: "Novara Media". Incuriosito dal fatto di non averne mai sentito parlare (ed è strano nella mia città, Novara appunto, in cui si sente parlare sempre delle stesse cose). Dopo le verifiche del caso ed ho scoperto che si tratta di una organizzazione mediatica indipendente con sede nel Regno Unito Per meglio dire è un sito di informazione, un tempo si sarebbe detto un sito di informazione "alternativa". L'organizzazione è stata fondata nel 2011 da James Butler e Aaron Bastani con lo scopo di combattere l'aumento delle tasse universitarie in UK, ha anche sostenuto fattivamente l'allora leader laburista Jeremy Corbyn. Dal sito si accede anche ad una stazione radio chiamata "Novara FM". Dal 2019 il marchio "Novara Media", è stato registrato come organizzazione no-profit. Due sono le sedi, a Londra e a Leeds. Ma, venendo alla questione per noi più rilevante: perché si chiama "Novara Media"? Semplice, perché i fondatori hanno voluto omaggiare la città dove Elio Petri ha girato nel 1971, "La classe operaia va in paradiso".
Se voleste dogliervi una curiosità (o lasciare un piccolo finanziamento come ho fatto io, l'URL è il seguente:
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diceriadelluntore · 1 year ago
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Storia Di Musica #280 - Joni Mitchell, Mingus, 1979
Quando nel 1972 George Wein, celebre organizzatore del Festival di Newport, presentò Charles Mingus all’ora governatore della George, Jimmy Carter, futuro presidente degli Stati Uniti d’America, stava già su una sedia a rotelle, in una fase terribile della malattia di Gehring. Ma fu presentato come “il più grande jazzista vivente”. Qualche anno prima, non invitato dallo stesso Wein al Festival di Newport, organizzò un controfestival, con esibizioni notevolissime, girando in macchina con un megafono proprio nella stessa Newport, attirando non poche persone. Mingus negli anni ‘70 era appena tornato sulle scene, dopo il tracollo mentale dello sfratto e le cure psichiatriche. Eppure proprio in questi anni ci fu una riscoperta totale dei suoi dischi, anche perchè come sempre lui ci mise lo zampino: si mise in testa di poter far soldi con la Candid Records, una piccola casa discografica fondata nel 1960 dal critico e produttore Nat Hentoft e da Archie Bleyer, proprietario della casa discografica Cadence. Mingus auto assunse il ruolo di “direttore” e in 6 mesi registrò dischi favolosi, garantendo agli artisti totale libertà concettuale e artistica, ma non pagò musicisti, tecnici, firmò contratti stranissimi, tanto che durò tutto dall’agosto del ‘60 all’aprile del ‘61. Ma dagli anni ‘70 il catalogo completo fu ridistribuito con il marchio Barnaby della CBS, riaccendendo l’interesse su questo geniale quanto stranissimo musicista. Di questo periodo anche le sue ultime grandi composizioni, con il vulcanico quintetto di George Adams e Don Pullen, con cui registrò Changes One e Changes Two, tutti e due del 1975, con uno dei suoi ultimi grandi pezzi, Duke Ellington’s Sound Of Love. La sua quarta moglie, Sue, è il suo angelo custode, e proprio Sue gli porta un album di una cantante canadese,  Don Juan's Reckless Daughter, che in quegli stessi anni, siamo nel 1977, stava sperimentando il canto jazz: Joni Mitchell. Affascinato dalla sua voce, Mingus la contatta e iniziano a parlare di una collaborazione. La prima idea è grandiosa, in pieno stile Mingus, musicare cioè i Quattro Quartetti di T. S. Eliot: Burnt Norton, East Coker, The Dry Salvages, e Little Gidding sono 4 racconti che il grande scrittore americano aveva pensato come sezioni simili ai tempi di un quartetto d’archi, da cui il nome, scritti prima e dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, dal simbolismo ermetico e potentissimo. Joni Mitchell in un primo tempo rifiuta, poi Mingus lascia perdere Eliot e le regala sei composizioni autografe, chiamate Joni I-VI, a cui Mitchell dovrà aggiungere i testi. Siamo nella secondo metà del 1978, e Mingus per via della sua malattia si trasferisce con Sue a Cuernavaca, in Messico. Mitchell prova le canzoni con un gruppo di musicisti, ma non è convinta, così richiama il leggendario bassista e suo collaboratore nei dischi precedenti, Jaco Pastorius, a cui affianca un gruppo fenomenale: Wayne Shorter al sassofono soprano, Peter Erskine alla batteria, Don Alias alle congas, Emil Richards alle percussioni e il grande Herbie Hancock al piano elettrico. Prodotto dalla stessa Mitchell e registrato presso gli Electric Ladyland Studios di New York, Mingus esce nel giugno 1979. Mitchell aggiunge di suo God Must Be A Boogie Man è per voce, chitarra acustica e basso fretless di Pastorius e The Wolf That Lives In Lindsey, più particolare: lungo brano di voce e chitarra più, qua e là, congas (e ululati) e il jazz rock di God Must Be A Boogie Man. Nei brani scelti tra quelli scritti da Mingus, c’è altra magia: A Chair In The Sky è in quartetto con Hancock, Shorter, Pastorius ed Erskine, è uno degli ultimi gioiellini di Mingus, tra armonie complesse e delicate melodie, con Shorter sugli scudi e il lavoro eccellente di Pastorius in tessitura strutturale. Sweet Sucker Dance è quasi swing; The Dry Cleaner From Des Moines è un saltellante blues con tanto di sezione fiati (arrangiata da Pastorius). Il brano decisamente più emozionante è quello che chiude il disco, la magnifica ballata del 1959 che Mingus dedicò a Lester Young, Goodbye Pork Pie Hat: sempre in quartetto, Joni Mitchell fornisce una stupenda esposizione melodica  cantando anche la prima, lunga, parte del bellissimo assolo di sax tenore presente nell’originale del 1959. La Mitchell qui come cantante si è superata, e ci ha donato una preziosa versione di questo immortale brano di Mingus. Tra i brani, si intervallano delle parti di dialoghi buffi e scanzonati, segnati sul libretto come Rap, tra Mingus, amici e vari musicisti. Il disco fu un fiasco commerciale, e anche la critica non seppe capirlo all’epoca. Tuttavia per tutti i musicisti, fu uno dei lavori più cari per vari motivi, non ultimo quello che successe di lì a poco. Appena quasi tutti i brani erano pronti, tranne God Must Be a Boogie Man, furono mandati a Mingus a Cuernavaca, a fine 1978. Mingus fece appena in tempo ad ascoltarli, perchè il 5 gennaio del 1979 muore stroncato da un infarto. Il disco uscirà nel giugno 1979. E nelle note di copertina di Mingus, Joni Mitchell racconta questa storia, che si pensava fosse una leggenda di sua invenzione, ma che alla fine si rivelò vera: nello stesso giorno della sua morte, in una Baia non lontana da Cuernavaca, una mareggiata spiaggiò diversi capodogli. Erano 56, 56 come gli anni di Charles Mingus. Il giorno dopo, come da sua volontà, il suo corpo venne cremato e le sue ceneri verranno poi depositate nel Gange. Nello stesso giorno della cremazione, anche le carcasse dei capodogli vennero bruciate in colossali pire sulla spiaggia. Leggenda vuole che le fiamme facessero nel cielo delle piccole M: l’ultima leggenda di Charles Mingus, genio della musica.
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recherchestetique · 8 months ago
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Il sandalo Arizona di Birkenstock è stato il prodotto più usato ai piedi delle europee quest'estate 2024, soprattutto a Parigi.
Arizona è diventata uno dei sandali più ricercati e amati degli ultimi anni.
La fedeltà è una cosa seria nel mondo delle scarpe. Carrie Bradshaw ha giurato fedeltà a Manolo Blahnik, Christian Dior si è alleato con il genio creativo di Roger Vivier,
Coco Chanel si è rivoluzionato con i suoi sandali bicolore e migliaia di donne sono state conquistate dalle suole rosse di Christian Louboutin.
Ora che il comfort è tornato di moda (nessuna previsione di andarsene), il modello Arizona è entrato nella hall dei must-have: i sandali Arizona, adottati da fashionisti e adorati sui social media.
Birkenstock è il brand del momento dal 2020, come The Lyst Index, una classifica che elenca i brand e i prodotti più desiderati dai consumatori. Basandosi sul comportamento di oltre 9 milioni di persone, hanno rilevato che la ricerca dei tradizionali sandali Birkenstock, in particolare il modello Arizona, è cresciuta del 225%.
Con suola realizzata con la miscela di sughero e lattice, e rivestita in camoscio e strisce di pelle con fibbie di metallo, il grande differenziale del sandalo è la soletta a forma anatomica, che dà supporto ai piedi.
Non sempre il sandalo è stato un successo, e per molto tempo è stato tagliato di brutto, sgradevole e scomodo.
In quasi 250 anni di storia, Birkenstock è riuscita ad affermarsi, crescere, diffondersi in tutto il mondo, diventando oggetto del desiderio.
La sua storia iniziò nel 1774 nella città di Langen-Bergheim, vicino a Francoforte, Germania, quando Johann Adam Birkenstock fu registrato come calzolaio.
Gli affari di famiglia andavano bene, passando di padre in figlio, finché il nipote di Johann, Konrad Birkenstock, iniziò a produrre e vendere solette ortopediche a Francoforte nel 1896.
All'epoca le suole delle scarpe erano tutte dritte e non consideravano le curve naturali dei piedi. Konrad ha poi creato il “porta arco contornato”, che oggi viene usato in diverse scarpe.
Sapeva di avere qualcosa con molto potenziale tra le mani, così ha viaggiato nelle campagne di Germania, Austria e Svizzera diffondendo la sua invenzione e vendendo la tecnica ad altri calzolai.
All'inizio del XX secolo Konrad si accorse che la domanda di scarpe su misura stava diminuendo.
Un cambio di rotta era necessario.
Con un ottimo fiuto per gli affari, Birkenstock ha iniziato a produrre solette flessibili con questo supporto per l'arco contornato.
Realizzate con una caratteristica sfumatura di blu, le solette divennero il più grande successo, poiché davano più supporto ai piedi e di conseguenza più comfort.
Con la Prima Guerra Mondiale nel 1914, Birkenstock iniziò a progettare e produrre scarpe per soldati feriti ricoverati in un ospedale di Francoforte. I medici ortopedici hanno conosciuto i prodotti, hanno apprezzato e incoraggiato Carl Birkenstock, nipote di Konrad, ad espandere la propria attività.
La Germania soffriva per le conseguenze della guerra, ma la famiglia Birkenstock andava benissimo. Hanno aperto la prima filiale a Vienna, Austria, poi sono andati in Norvegia, Italia, Svizzera, Francia, Belgio, Olanda... praticamente tutta l'Europa aveva rappresentanti del marchio.
Nuove fabbriche sono state inaugurate e lavoravano a pieno ritmo.
Negli anni '60 le Birkenstock attraversarono l'Oceano Atlantico e finirono negli Stati Uniti per mano di Margot Fraser, una stilista tedesca che viveva in California.
In vacanza in Germania ha incontrato i sandali Birkenstock e le sono piaciuti! Ne ha comprate un paio e le ha portate alle sue amiche, che sono piaciute anche loro. Lei e suo marito hanno poi contattato la famiglia Birkenstock e sono diventati i rappresentanti del brand negli Stati Uniti.
È stato difficile convincere i negozi di scarpe americani che le Birkenstock potevano essere una buona idea. Secondo i venditori, nessuna donna vorrebbe comprare quegli orribili sandali. Per questo Margot e suo marito hanno dovuto incontrare il loro pubblico: hanno trovato fiere incentrate sulla sana alimentazione, vendendole a persone che apprezzano uno stile di vita più alternativo.
La fama dei sandali è stata costruita con bocca a bocca in America. I venditori dei negozi di prodotti naturali provavano il sandalo, lo trovavano comodo, lo consigliavano ai clienti e così è stato.
Negli anni Settanta Birkenstock era già un successo tra gli hippie.
Il modello Arizona, che oggi è il campione di vendite, è stato sviluppato all'epoca e disegnato da Margot Fraser.
Andava tutto alla grande fino all'arrivo degli anni '80, e l'estetica hippie è passata di moda.
I sandali super confortevoli erano la faccia di quello stile, e poi sono tornati considerati brutti.
È stato un periodo difficile in cui il brand ha cercato di reinventarsi e modernizzarsi, colorando le strisce di pelle e lanciando nuovi modelli.
Ma solo negli anni novanta Birkenstock è finalmente caduta nelle grazie dei fashionisti.
Kate Moss, a 16 anni, indossava sandali del tipo nell'iconico editoriale di The Face Magazine che l'ha lanciata nel mondo nel 1990 e da allora stilisti e marchi come Marc Jacobs, Narciso Rodriguez, Paco Rabanne, Jean Paul Gaultier, Alexander Wang e Phoebe Philo su Céline (all'epoca ancora con accento) o hanno adottato i sandali iconici o disegnato scarpe simili per le loro collezioni.
Più recentemente, il marchio secolare tedesco ha unito le forze con grandi nomi come Valentino, Proenza Schouler e Rick Owens per lanciare collaborazioni.
Il sandalo è finito fino all'Oscar 2019 ai piedi di Frances McDormand, salito sul palco per consegnare il premio come miglior attrice a bordo di una coppia di Arizonas verde limone — quelle della collab con Valentino.
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enkeynetwork · 2 years ago
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telodogratis · 1 month ago
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Death Note, prossimamente un videogioco su PS4 e PS5
(Adnkronos) – Già a giugno, Shueisha, la casa editrice del manga, aveva registrato il marchio “Death Note: Killer Within” in Europa, Giappone e Stati Uniti  ​Read More  (Adnkronos) – Già a giugno, Shueisha, la casa editrice del manga, aveva registrato il marchio “Death Note: Killer Within” in Europa, Giappone e Stati Uniti  Adnkronos – Tech&Games  tecnologia 
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dailygreenit · 2 months ago
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La nautica a doppia velocità
La nautica in Italia corre sempre più forte, anche alla voce “Luxury”. Oltre il settore della cantieristica, che oggi vale quasi 28 miliardi di euro, è nel turismo che il Baelpaese gioca le sue carte migliori. A testimoniarlo Spartivento, leader di settore, che negli ultimi cinque anni ha registrato, soltanto con il marchio SAILUXE, il primo in Italia destinato a una clientela “high-spending”, un…
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notiziariofinanziario · 4 months ago
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Era lo scorso 18 giugno quando Akio Toyoda è stato rieletto al ruolo di presidente di Toyota
Lo storico presidente della Toyota rischia la carica. A pesare, al di là del noto scetticismo di Toyoda verso le auto elettriche, è stato in particolare lo scandalo dei motori truccati di Dahiatsu, una macchia indelebile sul glorioso brand giapponese di Toyota. E ora sono molti coloro che si interrogano su cosa accadrà durante le prossime votazioni, a cominciare proprio dallo stesso Toyoda, che parlando durante un'intervista rilasciata questo lunedì, ha spiegato che il sostegno degli azionisti continuerà a calare anche quest'anno. Nel 2023 l'assemblea ha votato per il 72 per cento in favore dell'ex CEO del marchio, contro l'85 per cento del 2023, segnando così il punto più basso mai registrato da un direttore nella storia di Toyota, così come affermato anche dallo stesso nipote 68enne dello storico fondatore di Toyota. "Se continua di questo passo, l'anno prossimo non potrò più fare il presidente", ha detto Toyoda senza girare troppo attorno all'argomento. Sta venendo meno in particolare il sostegno degli investitori stranieri, che durante le ultime votazioni è stato del 34 per cento, poco più di uno su tre. Un risultato prevedibile tenendo conto che prima delle elezioni i consulenti per la delega Institutional Shareholder Services (ISS) e Glass Lewis avevanoinvitato i colleghi a votare contro Akio Toyoda proprio alla luce dello scandalo dei motori truccati di Dahiatsu. Anche il sostegno degli investitori nazionali viene dato in forte calo, pari al 55 per cento contro il 70 dell'annata precedente, di conseguenza poco meno della metà ha chiesto le dimissioni dello storico manager. Fortunatamente per Toyoda la pensano diversamente gli investitori al dettaglio, che hanno votato pressochè all'unanimità, al 99%, in favore di Toyoda, forse convinti che la strategia dell'ibrido sia attualmente quella giusta in questo momento storico di transizione. Read the full article
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arcobalenomondovionlus · 6 months ago
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Le Penne a Sfera : gadget promozionali di Classe
La penna a sfera, comunemente conosciuta come biro dal nome del suo inventore László Bíró, rappresenta uno degli strumenti di scrittura più diffusi e versatili al mondo. Questo articolo esplorerà la storia, l’evoluzione e l’uso delle penne a sfera, enfatizzando come esse siano diventate un elemento essenziale nei gadget promozionali.
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Storia della Penna a Sfera
Il concetto di utilizzare una sfera per applicare l’inchiostro su carta risale al XIX secolo. Il primo brevetto per una penna a sfera fu registrato il 30 ottobre 1888 da John J. Loud, un conciatore di pelli. La sua invenzione era costituita da un tubo contenente inchiostro con una piccola sfera di acciaio montata sulla punta. Sebbene potesse scrivere su superfici ruvide come il cuoio, la penna di Loud era troppo grossa per scrivere su carta, portando alla sua obsolescenza commerciale.
La vera rivoluzione avvenne nel XX secolo grazie a László Bíró. Frustrato dai problemi delle penne stilografiche, Bíró, con l’aiuto del fratello György, sviluppò un inchiostro viscoso e un meccanismo a sfera che consentiva un flusso controllato dell’inchiostro. Nel 1938, Bíró depositò il brevetto della sua penna a sfera in Gran Bretagna. Dopo essere fuggiti dall’Europa, i fratelli Bíró si trasferirono in Argentina, dove continuarono a sviluppare la loro invenzione, venduta come Birome.
Evoluzione e Adattamenti della Penna a Sfera
Con il tempo, la penna a sfera ha subito molte evoluzioni. Le prime penne a sfera presentavano problemi come l’irregolarità nel rilascio dell’inchiostro e le perdite. Tuttavia, grazie agli avanzamenti nella chimica e nella meccanica di precisione, questi problemi furono risolti. Ad esempio, l’inchiostro di una penna a sfera è stato ottimizzato per avere la giusta viscosità, e i meccanismi di rilascio dell’inchiostro sono stati perfezionati per garantire una scrittura fluida e senza interruzioni.
Oggi, le penne a sfera sono disponibili in una varietà di dimensioni della sfera, da 0,38 mm a 1,6 mm, per adattarsi a diverse esigenze di scrittura. Alcuni modelli avanzati, come la Fisher Space Pen, sono dotati di cartucce pressurizzate che permettono di scrivere in condizioni estreme, come in assenza di gravità o sott’acqua.
Le Penne a Sfera nei Gadget Promozionali
Le penne a sfera sono tra i gadget promozionali più popolari per diverse ragioni. Prima di tutto, sono estremamente utili e versatili. Una penna a sfera è uno strumento di scrittura indispensabile che viene utilizzato quotidianamente da milioni di persone in tutto il mondo. Questo le rende un gadget promozionale ideale, garantendo che il marchio del donatore sia visto frequentemente.
Inoltre, le penne a sfera possono essere facilmente personalizzate con loghi, slogan e colori aziendali, rendendole un mezzo efficace per la promozione del marchio. Il costo relativamente basso di produzione e personalizzazione delle penne a sfera le rende accessibili anche per le piccole imprese che desiderano utilizzare gadget promozionali per aumentare la loro visibilità.
Benefici dei Gadget Promozionali: Penne a Sfera
L’inclusione di penne a sfera nei gadget promozionali offre numerosi vantaggi:
Visibilità del Marchio: Ogni volta che una persona utilizza una penna a sfera con il logo di un’azienda, essa funge da promemoria costante del marchio.
Costi Contenuti: Le penne a sfera sono economiche da produrre in massa e personalizzare, rendendole un’opzione economica per campagne promozionali su larga scala.
Utilità Quotidiana: Le penne a sfera sono strumenti essenziali che trovano impiego quotidiano, assicurando che il gadget promozionale sia utile e apprezzato.
Durata: Una buona penna a sfera può durare a lungo, fornendo un’esposizione prolungata al marchio.
Conclusione
Le penne a sfera rappresentano un esempio eccellente di come un oggetto quotidiano possa diventare uno strumento potente nei gadget promozionali. La loro storia affascinante, dalle prime invenzioni di John J. Loud e László Bíró, fino alle moderne penne pressurizzate, testimonia l’innovazione continua in questo campo.
Come gadget promozionali, le penne a sfera offrono un’ottima combinazione di utilità, visibilità del marchio e convenienza. Aziende di ogni dimensione possono sfruttare le penne a sfera personalizzate per promuovere il loro marchio, raggiungendo un vasto pubblico in modo efficace ed economico. In un mondo sempre più digitale, le penne a sfera continuano a essere strumenti indispensabili, confermando il loro valore duraturo come gadget promozionali.
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lamilanomagazine · 6 months ago
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Bari, al via la 19esima edizione della festa dei popoli: spettacoli, concerti, enogastronomia e tradizioni
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Bari, al via la 19esima edizione della festa dei popoli: spettacoli, concerti, enogastronomia e tradizioni Torna a Bari dal 23 al 26 maggio la Festa dei Popoli, il Festival Interculturale che, giunto alla sua 19esima edizione, promuove l'incontro tra popoli e culture attraverso eventi, spettacoli, concerti e condivisione di enogastronomia e tradizioni popolari. Quattro giorni di vera e propria festa, con eventi gratuiti, musica, spettacoli, danze, artigianato e numerose attività pensate per i più piccoli. "Uomini e donne in cerca di pace" è il tema scelto per questa edizione della manifestazione, che si terrà nel Giardino Princigalli di Bari (quartiere Mungivacca, nei pressi del multisala Showville) ed è realizzata dal Centro Interculturale Abusuan, dai Missionari Comboniani e da Cgil, con la collaborazione del Comune di Bari, della Regione Puglia e di un'importante rete di associazioni, comunità straniere e istituti scolastici. L'evento è infatti frutto di un grande lavoro di rete e di relazioni intessute con le tantissime realtà associative del territorio che ogni anno si impegnano, tutte insieme, per creare e rafforzare legami e radici, per rendere la città di Bari una comunità sempre più interculturale. Tra le novità di quest'anno una masterclass di musica africana, per un massimo di 20 partecipanti a partire dagli 11 anni a cura della cantante franco-camerunense Valérie Èkoumè, che insegnerà l'importanza della lettura e della scrittura ritmica insieme alla tecnica vocale e delle percussioni; in secondo luogo, l'istituzione di un premio alla memoria di Giacomo Princigalli, promotore del dialogo interculturale e protagonista della vita politica locale e nazionale, a cui è intitolato il Giardino in cui si svolge la Festa. Il premio, istituito dall'omonima associazione Giacomo Princigalli e con cadenza annuale, sosterrà progetti musicali e/o associativi interculturali nei quali la musica e le arti si propongono come occasioni per l'incontro e il dialogo tra persone, popoli e culture che si affacciano sul Mare Mediterraneo. E ancora, la direzione sempre più ambientalista ed eco-sostenibile della manifestazione, grazie anche alla collaborazione con i volontari di Legambiente Bari, dell'associazione di volontariato Plastic Free e dell'associazione Seconda Chance, un ponte tra carceri e aziende per creare opportunità di reinserimento, che, nei giorni precedenti all'avvio della manifestazione, hanno effettuato un'operazione di clean-up del Giardino e che, per l'intera durata dell'evento, affiancheranno il pubblico presente nell'attività di corretto conferimento dei rifiuti all'interno dei contenitori preposti alla raccolta differenziata. Tra le realtà partecipanti anche Bistrot Ethnic Cook, progetto che promuove l'integrazione tra i migranti e la comunità ospitante, nonché marchio registrato come impresa sociale dall'associazione Origens. Ethnic Cook offre infatti formazione gratuita per l'introduzione nel mondo professionale della ristorazione e della panificazione, nonché numerosi tirocini professionalizzanti per donne rifugiate. Nel corso della Festa dei Popoli 2024 i referenti di Ethnic Cook saranno presenti con un proprio stand nel quale daranno vita ad un laboratorio di decorazione di biscotti con i più piccoli. Programma Si parte giovedì 23 maggio con un pomeriggio ricchissimo di appuntamenti: l'apertura della XIX edizione della Festa dei Popoli, alle ore 17.30, sarà dedicata al concerto che rappresenta la restituzione di un laboratorio che il compositore e musicista palestinese Ramzi Aburedwan, accompagnato dal suo ensemble musicale Dal'Ouna e dai musicisti baresi Fabrizio Piepoli, Nabil Bey (Radio Dervish) e Anna Rita Di Leo, ha svolto negli scorsi giorni a Bari, in collaborazione con gli studenti del Conservatorio e del Liceo Musicale, nonché delle scuole secondarie di I° Michelangelo di Bari e Capozzi-Galilei di Valenzano. Un'esibizione che spazierà dalle composizioni originali ad un ampio repertorio di musica araba e, in particolare, palestinese, classica e folkloristica: un vero e proprio viaggio attraverso un universo musicale originale e innovativo. Seguiranno alle ore 20.00, le performance de La Galleria della Danza, che presenta al pubblico, con il suo gruppo avanzato diretto da Antonella Serini, due coreografie hip hop dai titoli Energy e Beach Ball e, alle 20.25, del gruppo barese Fabularasa: un sound di chiara matrice jazz e fusion, con inserti ispirati alla musica etnica, in particolare mediterranea. Alle ore 21.00 spazio al progetto speciale italo-palestinese dal titolo"La musica tra i due mondi": un lavoro di residenza realizzato a Bari, negli scorsi giorni, dallo stesso artista internazionale Ramzi Aburedwan مزي أبورضوان e dal suo Ensemble Dal'Ouna – formato da Abo Gabo, Youssef Hbeisch dalla Palestina, e Ziad ben Youusef dalla Tunisia – con lo scopo fondamentale di dare rilancio, attualità e qualità alla musica dal mondo. Ramzi Aburedwan è, infatti, noto per la sua dedizione alla musica come strumento di resistenza e cambiamento sociale. Nato nel campo profughi di Al-Amari, Ramzi ha fondato l'associazione Al Kamandjâti, che si impegna a fornire educazione musicale ai bambini palestinesi, soprattutto a quelli che vivono sotto occupazione o in condizioni difficili. In particolare, durante la residenza artistica, i musicisti franco-palestinesi e italiani/pugliesi, Fabrizio Piepoli, Nabil Bey e Anna Rita Di Leo hanno realizzato una produzione inedita durante la residenza artistica, utilizzando strumenti particolari della tradizione araba, mediterranea, occidentale e mediorientale, con canti in italiano e arabo declinati in poesia. A partire dalle 21.55 sul palco il concerto del quartetto 4Troubles e, a seguire, sarà la volta delle Sister Queen: quattro donne dalle sonorità vocali differenti e ben assortite che entusiasmeranno il pubblico attraverso un viaggio sonoro che spazierà tra le influenze musicali internazionali degli anni '70, '80 e '90. Venerdì 24 maggio sarà un pomeriggio dedicato alle esibizioni delle scuole: a partire dalle 17.30, infatti, si alterneranno gli studenti degli istituti "Alessandro Leogrande", "Michelangelo", "Riccardo Monterisi", "Margherita", "Nicola Zingarelli-Anna Frank", "Amedeo d'Aosta". Alle 20.10 sarà la volta dell'esibizione musicale delle protagoniste dell'associazione di volontariato In...Canti di Donne, che presentano cinque brani della tradizione africana, italiana ed ebraica a che toccano i temi della pace, della coesione, dell'umanità. A seguire, si svolgerà un reading a cura di Alma Terra e Squola senza confini Penny Wirton. La serata musicale prosegue con il concerto di Perla Catucci in duo con Domenico Mercurio, che spazierà tra brani originali da lei stessa scritti e composti ai grandi successi della musica italiana (cover di famosi pezzi di Pino Daniele, Cesare Cremonini, Brunori Sas, Mina) e della musica internazionale (con successi di Lady Gaga, Jassie Glynne, Miguel Bosè). E ancora, si continuerà con l'esibizione dell'Associazione sportiva dilettantistica Samira Oriental Academy e si concluderà con il concerto del progetto CCM – Cantiere Comune Mediterraneo, un'orchestra e collettivo di sensibilizzazione e ricerca sul valore delle diversità disseminate nel nostro mare, che uniscono i popoli oltre i confini. Sabato 25 maggio inizierà con un evento al mattino: alle ore 11.00, infatti, nello stesso Giardino Princigalli si terrà una masterclass di musica africana, per un massimo di 20 partecipanti a partire dagli 11 anni (prenotazione obbligatoria all'indirizzo e-mail [email protected]) a cura della cantante franco-camerunense Valérie Èkoumè, che insegnerà l'importanza della lettura e della scrittura ritmica insieme alla tecnica vocale e delle percussioni. Seguirà, alle ore 17.00, il reading dal titolo "Uniti per l'Ucraina" e, alle ore 18.00, il flash mob di S-Confin-Arti. Il pomeriggio entrerà poi nel vivo alle 18.10 con la Conferenza sulla Pace alla quale prenderanno parte Monsignor Giovanni Ricchiuti, Presidente nazionale di Pax Christi, Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, introdotti e coordinati da Vito Micunco, Coordinatore della Rete dei Comitati per la Pace in Puglia. Seguiranno, poi, a partire dalle ore 20.00 e fino alle ore 23.30, le esibizioni a cura delle associazioni Alma Terra, Le Aquile di Sera – che porteranno nel Giardino Princigalli balli e canti tipici della terra albanese – e degli artisti I Maltesi, band pugliese in formazione acustica, Naib Abid – che si esibirà in una performance coinvolgente in cui il pubblico sarà chiamato ad imparare ed interpretare canti in italiano, inglese e spagnolo inerenti i temi dell'unità, dell'umanità della gentilezza , Valérie Èkoumè insieme al batterista e percussionista Guy Nwogang e Papa Buju & Dub Fevah Band, gruppo musicale nato a Bari alla fine del 2019 dall'incontro tra musicisti di diverse età e provenienze accomunati dalla passione per la musica reggae. L'ultima giornata della Festa dei Popoli 2024, domenica 26 maggio, partirà alle ore 17.00 con lo spazio dedicato all'esibizione musicale a cura dell'associazione Culture Organization of Bangladesh Debi e Sabana Suresh & Vidya, con musica, danza e animazione tipica del Bangladesh a cui seguiranno i reading a cura dell'Associazione di Promozione sociale Gianni Ballerio e della comunità Baha'i e Gep (Gruppo Educhiamoci alla Pace). Alle 19.15 sarà la volta di "Approdi – Danze in viaggio", esibizione di danza a cura di Artidea Cultura, che proporrà al pubblico presente danze tradizionali come occasione per conoscere altre culture, scoprendo che la danza etnica-popolare è danza collettiva, armonia di gesti, passi, espressioni, sorrisi, vicinanza che permette di sentirsi uniti. Seguirà, alle 19.40, l'esibizione di Darwish Dream, a cura dell'associazione culturale BandeRumorose: una profonda interpretazione vocale e strumentale delle più significative poesie del grande poeta palestinese Mahmoud Darwish. E ancora, Kabila, gruppo italo-libanese che propone una fusione di lingue (arabo, inglese e italiano) e sonorità, tra rock, elettronica, world music, progressive rock e pop, suoni e arrangiamenti e alle 21.05 il duo ucraino Masha Ruta & Tetiana Rohocha, che interpreteranno brani di racconto della bellezza della terra e del popolo ucraino, nonché della rinascita, della bellezza della vita e della forza d'animo dei popoli. A partire dalle 21.20 sul palco i progetti Let's Funk Under The Disco Sky, con un medley di canzoni funky e disco ispirate alla pace, Spiff Onyuku, musicista nigeriano che si pone l'obiettivo di coniugare la tradizione musicale africana con le sonorità dell'elettronica e Lu Rusciu Nosciu, gruppo di pizzica salentina con sonorità caratterizzate dal ritmo di tamburelli, insieme a colpi ritmici di percussioni etniche, chitarre e nacchere uniti a suoni melodici. Festa dei Popoli KIDS (attività̀ per bambini) - Venerdì, sabato e domenica pomeriggio, sul prato, a cura di "Help A.T.T.": laboratori manuali - Sabato pomeriggio, davanti al proprio stand, a cura di "Le Aquile di Seta": laboratorio ambientale - Sabato pomeriggio, all'interno del proprio stand, a cura di "Migrantes Arcidiocesi cattolica Bari-Bitonto": laboratorio sulla pace - Domenica pomeriggio, all'interno del proprio stand, a cura di "bistrot Ethnic Cook": laboratorio di decorazione di biscotti - Domenica pomeriggio, davanti al proprio stand, a cura di "Le Aquile di Seta": laboratorio sulla mondialità - Domenica pomeriggio, sul prato, a cura di "AGESCI Bari 18": attività ludiche "Ancora una volta, dopo ben diciannove anni, siamo orgogliosi ed entusiasti di proporre alla città di Bari la sua Festa dedicata all'integrazione e allo scambio interculturale – spiega Koblan Amissah, organizzatore della Festa dei Popoli –. Mai come in questo periodo di difficoltà e di scenari di guerra a livello internazionale, crediamo nell'importanza del dialogo tra le culture e le comunità che abitano, insieme, la nostra città. Questo evento, divenuto nel tempo un appuntamento ricorrente del panorama culturale barese, torna ogni anno a ricordarci che ogni differenza rappresenta una ricchezza e che, a prescindere dai contesti sociali, professionali, culturali che ciascuno di noi vive, il denominatore comune deve rimanere sempre l'umanità. Quella di uomini e donne che oggi, a Bari, si riuniscono in cerca di pace". "La Camera di Commercio di Bari ha voluto dedicare a Futurae – programma imprese migranti, uno stand nell'ambito della Festa dei Popoli, in coerenza con le attività già svolte per favorire la nascita di imprese di immigrati nel nostro territorio di competenza e nella certezza che sia il contenitore più giusto per favorire ulteriori adesioni alla seconda edizione tutt'ora in corso – ha dichiarato Luciana Di Bisceglie, presidente della Camera di Commercio di Bari –L'accordo di recente stipulato da Unioncamere nazionale con Banca Etica e PerMicro, che offre agli imprenditori migranti che partecipano al progetto la possibilità di richiedere finanziamenti per l'avvio dell'attività, è la conferma che siamo sulla strada giusta: per i benefici in termini di integrazione dei cittadini stranieri e di opportunità di crescita per l'intero sistema economico". Festa dei popoli è promossa e organizzata da :Centro Interculturale Abusuan, Missionari Comboniani, CGIL, Stop Border Violence. Associazioni partecipanti Afghanistan, A.I.B.A. (Costa d'Avorio), Alma Terra, APS Gianni Ballerio, ArtiDea cultura, Balasua, BANDERUMOROSE, Bari in jazz, Bari Sviluppo - Progetto Futurae 2, Brasile, C.A.M.A. - L.I.L.A, CAPS - Casa Shalom, Centro Missionario - Migrantes - Caritas Arcidiocesi cattolica di Bari-Bitonto, Communitas, Comunità baha'i di Bari, Comunità ortodossa di Etiopia, Comunità Palestinese di Puglia e Basilicata, CSV San Nicola, Culture organisations of Bangladesh - DEBI, Digiuno di Giustizia in solidarietà con i Migranti, Dioubo Diame Africa (Senegal), EMI - Editrice Missionaria Italiana, Equanima, bistrot Ethnic Cook, G.E.P. - Gruppo Educhiamoci alla Pace, Govinda (Mauritius), G.U.A.P. (Ghana), Help ATT, Iraq, Le Aquile di Seta (Albania), Legambiente, Nawa Wax (Senegal), Nazma's Kitchen (Bangladesh), Nigeriani di Bari e Puglia, PER.I.P.L.O, Plastic Free, Refugees Welcome, S-CONFIN-ARTI, Squola Senza Confini Penny Wirton, Stop Border Violence, Suore Missionarie Comboniane, Tessere di Solidarietà, Uniti per l'Ucraina, Unsolomondo Partner solidali Agriturismo "Al Verneto", Balafon Film Festival, Bistrot "Buò – crudo, cotto e mangiato", bar "Caffè portineria", boutique "Charity Chic", autofficina "Dentico", OdV "Eco Eventi", libreria "La Campus", libreria "Svoltastorie", APS "Teatro Osservatorio – ImprOfficina", società di consulenza "SAMO Security & Business Solutions" Scuole partecipanti S.S. 1° G. "Amedeo d'Aosta" - Bari, I. "Margherita" - Bari, I.C. "Michelangelo" - Bari, S.S.1° G. "Riccardo Monterisi" - Bisceglie, I.C. "Nicola Zingarelli - Anna Frank"- Bari, C.P.I.A. 1 "Alessandro Leogrande" - Bari... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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daniela--anna · 7 months ago
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🥧Torta Barozzi
La torta Barozzi è la storica torta di Vignola nel modenese, ricca di cioccolato fondente e preparata utilizzando anche i fondi del caffè. La ricetta è segreta e il marchio registrato dal creatore di questa golosa torta, per cui quella che segue è la ricetta della torta tipo Barozzi. La preparazione è molto semplice e, come detto nell’introduzione, prevde l’utilizzo dei fondi del caffè. Per queste dosi ne basteranno 40 grammi, e se non se ne ha a disposizione potrete sostituire con l’equivalente di caffè in polvere.
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ufficiobrevettimarchi1 · 2 months ago
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Registrare un nome in Italia: Una guida complete
In Italia, registrare un nome è essenziale per privati e aziende. Che si tratti di avviare una nuova impresa, lanciare un prodotto o affermare la propria presenza, la registrazione offre protezione legale e rafforza l’identità sul mercato.
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m-comparini · 7 months ago
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FLASH NEWS - Marchi e concessioni
☞ FLASH NEWS – Marchi e concessioni ☜ Un marchio validamente registrato conferisce al suo titolare dei diritti esclusivi, quali la facoltà di utilizzo del segno registrato per contraddistinguere i prodotti e servizi e la conseguente facoltà di vietare a terzi l’uso di un segno identico e/o simile al marchio registrato, sia per classi merceologiche identiche, sia per classi merceologiche affini…
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Storia Di Musica #270 - Prince And The Revolution, Purple Rain, 1984
I fiori sulla copertina, che sono la caratteristica comune ai dischi di Aprile, in questo caso cadono a cascata a lato della sua foto, in sella alla motocicletta. Viola. Il disco di oggi, uno dei più celebri della storia del rock, è un mix inarrivato di creatività, megalomania, successo. Arriva nel momento in cui Roger Nelson, in arte Prince, si sente stretto solo per il mondo della musica. Mondo il quale padroneggia come nessuno all’epoca: a 13 anni il primo gruppo (Gran Central poi Champagne) nella sua Minneapolis, a 19 è già capace di scrivere e autoprodursi un intero disco, caratteristica che la Warner Bros. nota subito: For You (1978), Prince (1979), Dirty Mind (1980) sono tutti scritti, suonati, arrangiati da lui, una sorta di One Man Band che mischia funk e rock, Little Richard con Sly & The Family Stones, che ammicca seducente, tanto che i Rolling Stones lo chiamano ad aprire il loro Tour del 1981. Scrive con un ritmo esagerato, un disco all’anno, nel 1982 arriva addirittura un doppio, 1999, capeggia in tutte le classifiche, la rivista Rolling Stone gli dedica una copertina fotografato da Richard Avedon. Al massimo della fama, l’idea del cinema. La trama è semplice: The Kid, interpretato dal nostro, è un giovane cantante che si esibisce in un night club in competizione con altre due band a Minneapolis. Ha un gruppo di spalla, The Revolution. Vive però una situazione familiare deprimente, a causa dei suoi genitori litigiosi e violenti. Incontrata la cantante Apollonia, si sente attratto da lei e ne è ricambiato, ma la donna gli confessa di volersi esibire con un gruppo funk rivale, capeggiato da Morris, il quale ostenta in maniera sprezzante e provocatoria la propria volontà di distruggere Kid nel successo e nell'amore. La carriera di Kid appare a questo punto in declino, ma un ennesimo litigio dei genitori, finito con il ricovero in ospedale del padre a causa di un tentato suicidio, determina una riflessione da parte di Kid e la conseguente decisione di prendere in considerazione un pezzo scritto dalle ragazze della sua band, che porterà alla composizione del brano Purple Rain, restituendogli successo, stima e amore. Purple Rain, prodotto dalla Warner Bros, non sarà ricordato negli annali dei Film più belli, discorso a parte merita la colonna sonora. 9 brani tutti iconici, e tutti potenzialmente singoli di successo, costruiti con una facilità di creare “ganci musicali” che diventerà il marchio di fabbrica del piccolo genio di Minneapolis (piccolo perchè è alto 1,59m). Registrato in parte live nello studio di registrazioni di Prince a Minneapolis, con certosino lavoro di sovraincisioni post produzioni, si parte con il Rock di Let’s Go Crazy, poi Take Me With U, scritta per le Apollonia 6, il gruppo di Apollonia Kotero, sua spalla nel film (il suo contributo al successo di altri artisti con le sue canzoni è notorio e fenomenale). Prince ha la capacità di riscrivere canzoni in pochi minuti, come The Beautiful Ones: scritta per una delle musiciste della sua band Revolution, che era in dubbio se lasciare o meno il fidanzato, viene usata nel film come momento musicale nel momento in cui la protagonista Apollonia è in contrasto tra lo scegliere Kid oppure Morris. Computer Blue è un brano quasi sperimentale, che nei crediti vede comparire John F. Nelson, padre di Prince anch’egli musicista, come regalo alla linea melodica che gli donò durante una chiacchierata con la chitarra in mano. Darling Nikki è il primo brano cult, famoso per i supposti richiami alla masturbazione, che spinsero una avvocata, Mary Elizabeth Tipper Gore, a chiedere all’associazione Parents Music Resource Center di segnalare con apposito adesivo, il Parental Advisory Sticker, testi con allusioni sessuali. Altra canzone torrida e spettacolare è When Doves Cry, famosa anche perchè non ha la linea di basso, che diventerà altro brano culto. Ma l’apoteosi, dopo le belle I Would Die For U, con il suo meraviglioso Mid-Tempo e Baby I’m A Star, già autocelebrativa, c’è la canzone clou, Purple Rain: un misto tra il rock dei Rolling Stones, una ballata malinconica e le invenzioni di Jimi Hendrix, 8 minuti di classe, dimostrazioni di capacità musicali, del suo talento cristallino di chitarrista, apoteosi di un cantante che all’epoca si sentiva una divinità. Il film decuplica in incassi i costi di produzione, il disco vince un Oscar, con Purple Rain migliore canzone Originale nel 1985, due Grammy, diventerà solo negli Stati Uniti 9 volte disco di platino, nel mondo venderà 30 milioni di copie, e il successo porterà in classifica tutti gli album precedenti di Prince (Dirty Mind disco di Platino nel 1984, anno di Purple Rain). Il percorso incessante di un disco all’anno continuerà per dieci anni, fino al 1993, periodo nel quale riprova il colpo di Purple Rain con un film e colonna sonora nel 1986, Under The Cherry Moon (film in bianco e nero, francamente orrendo) e la colonna sonora, Parade, uno dei suoi capolavori, uno dei dischi del decennio che precede il suo capolavoro assoluto, Sign O’ The Times (1987) che è il suo testamento musicale incredibile. Vivrà con tormento l’oblio e la caduta di fama dopo questi anni memorabili, fino alla sua morte, avvenuta per overdose di medicinali, nel 2016: nella sua casa studio di registrazione sono sbucate decine di migliaia di idee, canzoni registrate, linee musicali, a dimostrazione di un talento sconfinato, per quanto fragile e iconoclasta.
Buona Pasqua!
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siciliatv · 8 months ago
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Viaggiare in aereo, inizia oggi la "Summer 2024". A Trapani Birgi voli internazionali esauriti
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La stagione estiva del 2024 ha preso il via oggi, 31 marzo, presso l'aeroporto di Trapani Birgi, con un nuovo e più ampio programma che include tratte nazionali e internazionali. Da oggi riprendono i voli esteri che collegano Trapani con diverse importanti città europee. Le rotte disponibili sono attualmente 25, di cui 11 nazionali e 14 internazionali. Tra le destinazioni nazionali figurano Bergamo, Bologna, Milano Malpensa, Napoli, Pescara, Pisa, Roma Fiumicino, Torino, Treviso e Pantelleria, per un totale di 11 tratte interne. Le rotte internazionali includono collegamenti con Charleroi in Belgio, Bod Bordeaux in Francia, Billund in Danimarca, Bratislava, NRN Dusseldorf, FKB Karlsluhe Baden Baden in Germania, Malta, Manchester in Inghilterra, Porto, Riga, Siviglia, STN sempre in Gran Bretagna, Tolosa e KTW Katowice in Polonia. Tutti i voli sono operati dalla compagnia aerea Ryanair, ad eccezione di quello per l'isola di Pantelleria, coperto con la continuità territoriale da Dat, Danish Air Transport con il marchio VolidiSicilia. I primi voli internazionali della stagione hanno registrato un notevole successo, essendo completamente esauriti. Oggi, infatti, gli aerei provenienti da Karlsruhe Baden e Manchester sono atterrati con tutti i posti occupati. Alle 20.55 è atteso l'arrivo del volo da Katowice. Con questo entusiasmante inizio, l'aeroporto "Vincenzo Florio" mira a superare il traguardo del milione di passeggeri nel corso del 2024. Read the full article
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enkeynetwork · 6 months ago
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