#manlio dovì
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pier-carlo-universe · 26 days ago
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Manlio Dovì al Teatro Neglia: Risate e Talento con "Facce Ride Show". Domenica 22 dicembre, l’irresistibile comicità di Manlio Dovì inaugura l’11ª edizione di “Voci di Sicilia” a Enna
Un varietà esplosivo: "Facce Ride Show"
Un varietà esplosivo: “Facce Ride Show” L’attore e comico palermitano Manlio Dovì, celebre per il suo talento poliedrico e la capacità di far ridere con intelligenza, arriva sul palco del Teatro Neglia di Enna domenica 22 dicembre con il suo spettacolo “Facce Ride Show”. Prodotto da Tramp Management, lo show inaugura l’11ª edizione della rassegna teatrale “Voci di Sicilia”, organizzata da Eventi…
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telodogratis · 1 month ago
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#NewsPA - Ieri sera la "Targa Franchi e Ingrassia" al Cinema De Seta a Palermo
[[{“value”:”Riconoscimenti e momenti esilaranti ieri pomeriggio al Cinema De Seta a Palermo per la “TARGA FRANCHI E INGRASSIA”. Il direttore artistico Marco Li Vigni: “Grati ai due papà di tutti i comici siciliani”. Hanno partecipato Manlio Dovì, Ivan Fiore e La Bottega Retrò. Il ricordo di Maurizio Bologna con una “Targa alla Memoria” alla moglie e al figlio.”}]]  ​Read…
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emilianobertelli · 2 years ago
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calandraecalandra · 3 years ago
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VITTI NA CROZZA Live Calandra & Calandra, Francesco Scimemi e Manlio Dovì
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giuseppecriseo · 5 years ago
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Manlio Dovì, folgora il pubblico con suoni e battute
Manlio Dovì, folgora il pubblico con suoni e battute
di Giuseppe Criseo
Manlio Dovì (Palermo, 14 novembre 1964) è un attore, cabarettista e imitatore italiano. Non uno dei tanti.
L’esibizione a Terrasini in provincia di Palermo, ha lasciato esterrefatti coloro che non lo conoscevano bene e ha rafforzato la stima nei tanti estimatori siciliani e non solo, che ne hanno…
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persinsala · 8 years ago
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Serata di beneficenza al Sistina: Il Cassetto dei Ricordi
Serata di beneficenza al Sistina: Il Cassetto dei Ricordi
Lunedì 22 maggio al Teatro Sistina va in scena Il Cassetto dei Ricordi, spettacolo giunto alla sua quinta edizione e organizzato dall’associazione di volontariato Gabriele Viti. (more…)
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giancarlonicoli · 6 years ago
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11 feb 2019 17:09
“IO, UN VENERATO STRONZO. MA IN ITALIA IN QUELLA SEZIONE C'È IL TUTTO ESAURITO” – BOMBASTICA INTERVISTA DI PIROSO A PIER FRANCESCO PINGITORE: "I POLITICI SFRUTTAVANO IL BAGAGLINO. MA LA CREDIBILITA’ L’AVEVANO GIA’ PERSA – COSSIGA CHIAMO’ AL QUIRINALE DOVI’ CHE LO IMITAVA E GLI DISSE: 'ARRIVO SUBITO. IL TEMPO DI LIBERARMI DI DUE SCOCCIATORI…'. ECCO CHI ERANO – E POI LA RAI DEI PROFESSORI, ANGELO GUGLIELMI, GRILLO ("A LUI PREFERISCO L’OMONIMO MARCHESE"), SALVINI, DI MAIO, RENZI E IL PD – VIDEO 
Antonello Piroso per la Verità
Pier Francesco «Ninni» Pingitore, classe 1934, è un giornalista, autore televisivo, regista e drammaturgo. A teatro ha portato, da ultimo, la sua trilogia sul Duce dopo la caduta, nell' ordine: Quel 25 luglio a Villa Torlonia, Operazione Quercia - Mussolini a Campo Imperatore, Scacco al duce - L' ultima notte di Ben e Claretta. A dargli popolarità è stata la tv, dove ha firmato oltre trenta varietà, con centinaia di puntate, nati dalla sua esperienza nel cabaret con Il Bagaglino, e una quindicina di film (altrettanti quelli per il cinema). E qui denuncio un personale conflitto d' interessi: Pingitore ha diretto anche me, in una sua pellicola. Titolo da softcore: Gole ruggenti. Tangenti e scandali al Festival di Sanremo, una trama evergreen.
Era il 1992, e interpretavo un giornalista a caccia di scoop, amante della soubrette della manifestazione, ruolo affidato a Pamela Prati, amante a sua volta di un potente d' Italia chiamato l' Ingegnere.
Mentre Valeria Marini era la valletta che recitando una poesia sul palco dell' Ariston s' incartava su un verso: «Sì che ca...Sì che ca...Sì che ca...». »...zzo stai a dì?» l' interrompeva Pippo Franco.
È per dialoghi così che lei e i suoi programmi, scritti in tandem con Mario Castellacci, sono stati bollati come archetipi di una comicità di grana grossa, volgare.
«Onestamente non è che non ci abbia dormito la notte. Quando Giulio Andreotti venne sul palco del salone Margherita, a Biberon nel 1988, e infilò la mano nella Bocca della verità, l' Auditel registrò un picco di 14 milioni di telespettatori. Tutte persone di pessimo gusto, plebei ignoranti, brutti, sporchi e cattivi? Forse certa critica è stata semplicemente prevenuta, e onestà intellettuale avrebbe voluto che il pregiudizio fosse denunciato apertamente. Come diceva a proposito di libri Giorgio Manganelli, che citava Vanni Scheiwiller: "Non l' ho letto. E non mi piace"».
Mi consento un calembour alla Bagaglino: da Manganelli al manganello. Vi hanno sempre considerati autori di una satira triviale, «scollacciata e qualunquista, di destra» la definì Repubblica.
«Una battuta o fa ridere o non è. La nostra era l' irriverenza di chi grida "Il re è nudo!" senza per questo sentirsi un giullare. Abbiamo preso di mira i potenti di turno, alla nostra maniera ma senza fare sconti. Silvio Berlusconi che ci volle a Canale 5...».
...Tirando fuori il libretto degli assegni, e chiedendo di essere lei a scrivere la cifra...
«...Cosa che mi guardai bene dal fare, a proposito di stile. Il Cavaliere, dicevo, generoso e silente (in tanti anni a Canale 5 non mi chiese mai nulla, mai un' osservazione o una lamentela), rimase male - ma io lo seppi de relato - perché ai tempi della Bicamerale con Massimo D' Alema, lo rappresentavamo vestito da donna, infilato nel letto pronto a soddisfare il maschio Baffino».
Approdaste a Mediaset perché in Rai, nella stagione dei «professori» dopo Tangentopoli, non vi volevano più?
«No, traslocammo in seguito. I "professori" ci emarginarono, eravamo troppo popolari, pensi un po'. Sa chi li fece rinsavire? La persona che uno s' immaginerebbe lontanissima da me, ma invece era libero di testa, come noi del Bagaglino ci siamo sempre vantati di essere: Angelo Guglielmi, direttore di Rai 3. Mi telefonò: «Bisogna avere pazienza, questi di tv non ci capiscono granché».
Voi soci fondatori del Bagaglino eravate tutti di destra: lei caporedattore a Lo Specchio, settimanale conservatore. Luciano Cirri, caporedattore a Il Borghese. Castellacci responsabile degli Speciali del Giornale Radio.
«In Italia si è automaticamente di destra, solo perché non ci si genuflette davanti al totem della sinistra. Le dirò di più. Noi siamo dei benemeriti. Come farebbe uno di sinistra ad averne consapevolezza, se non ci fosse qualche disgraziato che si dichiara di destra? Dovremmo essere considerati "razza protetta". Oddio, si potrà dire razza o l' Inquisizione del politicamente corretto chiederà la mia testa? Comunque, ai tempi del primo Bagaglino, Cirri a un certo punto sbatté la porta e fondò un altro cabaret perché per lui non eravamo più anarchici di destra (contro tutti e senza dipendere da nessuno, padrini o padroni che fossero, visto che i soldi erano solo nostri), ma eravamo diventati anarchici e basta».
D' accordo, ma Castellacci a 20 anni si arruolò volontario nella Repubblica Sociale e scrisse la canzone Le donne non ci vogliono più bene, una sorta di inno ufficioso dell' esercito di Salò.
«A Salò c' erano anche altri: Dario Fo. Ezra Pound. Walter ChiariVede, se non mettiamo da parte le letture interessate della storia, questo Paese continuerà a rimanere intrappolato nel proprio retaggio. Perché, senza dimenticarci delle nequizie commesse dal regime, come le leggi razziali e non solo, per vent' anni l' Italia è stata fascista. E lo era la stragrande maggioranza della popolazione.
La genialata fu di Palmiro Togliatti: a fine conflitto, con l' amnistia lanciò una bella ciambella di salvataggio, un salvacondotto che trasformò da un giorno all' altro tanti ex fascistoni in classe dirigente del Pci. In realtà in Italia è mancata una bella confessione collettiva: "Sì, siamo stati fascisti e siamo pronti a fare i conti col passato". Invece è stato tutto un darsi "a Santa Nega", come si dice a Roma: "Io una camicia nera? Ma quando mai!"».
«I fascisti in Italia si dividono in due categorie: i fascisti propriamente detti. E gli antifascisti». Si dibatte se sia un aforisma di Ennio Flaiano o di Mino Maccari, ma comunque dà l' idea.
«Senza nulla togliere ai percorsi individuali, possibile nessuno ricordi mai che durante il ventennio ci siano stati cineasti poi diventati comunisti, pensi a Giuseppe De Santis o a Carlo Lizzani, tanto per fare due nomi, che scrivevano sulla rivista Cinema diretta dal figlio del Duce, Vittorio Mussolini? E che dire di Ranuccio Bianchi Bandinelli, archeologo di fama che fece da guida ad Adolf Hitler quando venne in visita in Italia, illustrandogli le nostre meraviglie monumentali? Ci sono foto e riprese di lui in orbace accanto a Mussolini e al Führer. Finita la guerra, dove lo ritroviamo? Ai vertici del Pci, così ortodosso che nel 1969, nel comitato centrale che decretò la radiazione dei dissidenti del Manifesto, votò a favore».
Come fu il 1968 visto dal Bagaglino?
«Lo vissi da giornalista, con cineoperatore al seguito in Italia e in Europa. Le immagini in cui si vede una panca scagliata dall' ultimo piano della facoltà di Giurisprudenza, negli scontri a La Sapienza, colpire alla schiena Oreste Scalzone sono nostre».
Dal Bagaglino al Salone Margherita, tempio del Cafè chantant, di Fregoli e Petrolini, Totò e Aldo Fabrizi. Tante belle signorine nel ruolo di primadonna, e poi un attore en travesti: Leo Gullotta, la signora Leonida.
«Il nome Leonida mi era rimasto in testa da quando sentii una grande attrice di prosa dirsi desiderosa di interpretare "questa donna così combattiva e sicura di sé".
Benedetta cultura...».
A Maurizio Costanzo non piaceva: «Possibile che un attore come Gullotta debba umiliarsi vestendosi da donna?».
Non ho mai capito se per caso non c' entrasse l' imitazione che lo stesso Gullotta ha fatto di Maria De Filippi.
«Lei a me risulta si sia divertita. A Costanzo forse sfuggiva il richiamo a una gloriosa tradizione: Petrolini, Totò, Fabrizi da lei ricordati, ma, si parva licet, anche Molière e Shakespeare.
I politici a un certo punto fecero la fila per esserci. Con Francesco Cossiga che da capo dello Stato avrebbe voluto venire in teatro, ma si astenne per ovvie ragioni. È vero che convocò al Quirinale Manlio Dovì, che lo impersonava in scena, per una rappresentazione ad personam?
«Gli fece approntare un camerino per trucco e cambio d' abito, a un certo punto infilò dentro la testa: "Il tempo di liberarmi di due scocciatori, e arrivo". Dovì spiò da dietro la porta: gli parve di vedere Virginio Rognoni e Nicola Mancino».
Ricordo Antonio Di Pietro e Renato Schifani tirarsi le torte in faccia, come da nome della vostra trasmissione. Non crede di aver contribuito, ingaggiando i politici per tali performance, ad abbassare la soglia di credibilità della classe dirigente?
«I politici ci usavano: salivano sul palcoscenico ingolositi dai milioni di telespettatori potenziali elettori. E noi usavamo loro per fare cabaret. Un do ut des. Quanto alla credibilità, purtroppo per noi era da mo' che l' avevano persa».
Matteo Renzi e Beppe Grillo hanno cercato di innovare. A modo loro (rottamazione, «vaffa»).
«Il bulletto toscano, cui ho dedicato lo spettacolo 50 fumature di Renzi, è stato punito per la sua arroganza alla Marchese del Grillo, e lo dico io che - pur non sopportandolo - ho votato sì al referendum costituzionale. Quanto a Grillo, io continuo a preferire l' omonimo Marchese».
Le piaceva la riforma renziana?
«Ritenevo che piuttosto che niente (cioè lasciando così com' è una Costituzione frutto di compromessi al ribasso, per paura dell' uomo forte, con un sistema di pesi e contrappesi in cui governare è impossibile), fosse meglio il piuttosto. Sui 5 stelle, che dire? Incompetenti allo sbaraglio, un contenitore senza contenuti. Matteo Salvini per questo se li tiene cari: in confronto a Luigino Di Maio, il leader leghista sembra Cavour».
E del Pd che idea si è fatto?
«Un partito pirandelliano: in cerca d' autore».
Alberto Arbasino sostiene che «in Italia c' è un momento in cui si passa dalla categoria di "brillante promessa" a quella di "solito stronzo". Solo a pochi fortunati l' età concede di accedere alla dignità di "venerato maestro"». Lei a che punto sta?
«Venerato stronzo sarebbe bellissimo. Ma in Italia in quella sezione c' è il tutto esaurito. Temo non siano rimasti neppure i posti in piedi».
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Voci di Sicilia 2024/2025: L'undicesima edizione della risata al Teatro Neglia. Sei spettacoli di comicità e cultura nella splendida cornice ottocentesca di Enna
Al Teatro Neglia di Enna torna Voci di Sicilia, la rassegna comica che celebra l’arte dell’umorismo e della cultura siciliana. Giunta alla sua undicesima edizione, la stagione 2024/2025 si svolgerà da domenica 22 dicembre 2024 a sabato 10 maggio 2025
Al Teatro Neglia di Enna torna Voci di Sicilia, la rassegna comica che celebra l’arte dell’umorismo e della cultura siciliana. Giunta alla sua undicesima edizione, la stagione 2024/2025 si svolgerà da domenica 22 dicembre 2024 a sabato 10 maggio 2025. Con sei spettacoli di grande pregio, la manifestazione è organizzata da Eventi Olimpo sotto la direzione artistica di Peppe Truscia, con il…
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telodogratis · 1 month ago
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#NewsPA - Cultura, domenica 1° dicembre alle 18.00 al Cinema De Seta la terza edizione della Targa Franchi e Ingrassia
Domenica 1° dicembre alle 18.00 al Cinema De Seta ai Cantieri Culturali alla Zisa, la Terza edizione “TARGA FRANCHI E INGRASSIA”, Targa alla Carriera all’attore Manlio Dovì e alla Memoria a Maurizio Bologna. L’evento è promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo.  ​Read More Domenica 1° dicembre alle 18.00 al Cinema De Seta ai Cantieri Culturali alla Zisa, la Terza edizione…
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telodogratis · 2 years ago
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Mondello, risate e cabaret con Manlio Dovì in “Siete caldi?”
Mondello, risate e cabaret con Manlio Dovì in “Siete caldi?”
L’attore palermitano, tra i personaggi storici del “Bagaglino”, si esibirà il 30 agosto alle 22:00 L’articolo Mondello, risate e cabaret con Manlio Dovì in “Siete caldi?” proviene da PalermoLive.Eventi, tv e spettacolo, Antonio Di Stefano, Circolo Nautico "Costa Ponente", Manlio Dovì Manlio Dovì si esibisce nella “sua” Palermo, precisamente al Circolo Nautico “Costa Ponente” a…
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