#malattia ereditaria
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milesmoralesrp · 2 months ago
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Stuart Morales (16 agosto 2024) è figlio del spiderman nero di origini afroamericane e spagnole,Miles Morales e di Amal Haniyeh,fratello minore di Marcus Morales.
Biografia
Stuart Morales nasce il 16 agosto nell'ospedale di Brooklyn alle ore 03:44 dall'unione tra Miles Morales e Amal Haniyeh.
Stuart a differenza del fratello maggiore Marcus che è nato normale e senza problemi, Stuart nasce albino con la pelle bianca e capelli biondi.
Albinismo
L'albinismo è una malattia rara, ereditaria e non degenerativa, che consiste nella ridotta o mancata produzione di melanina, il pigmento che colora pelle, capelli e occhi.
Personalità
L'ascendente dona al segno dominante sensibilità, pacatezza, introspezione ma anche suscettibilità e irritabilità. In amore questa combinazione zodiacale è affascinante e sensuale. I Leoni ascendente Cancro adorano sedurre ma non sopportano l'infedeltà.
Età:
0 anni
Parenti
Miles Morales (padre)
Amal Haniyeh (madre)
Marcus Morales (fratello)
Moath Haniyeh (fratellastro da parte della madre)
Hazem Haniyeh (fratellastro da parte della madre)
Salem Haniyeh (fratellastro adottivo da parte della madre)
Timur Haniyeh (nipote,figlio di Moath)
Saddam Haniyeh (nipote,figlio di Moath)
Ibrahim Haniyeh Gonzalez (nipote,figlio di Moath)
Sarah Haniyeh Gonzalez (nipote,figlia di Ibrahim,deceduta)
Belal Haniyeh Gonzalez (nipote,figlio di Ibrahim)
Marwan Haniyeh Gonzalez (nipote,figlio di Moath)
Laith Haniyeh Gonzalez (nipote,figlio di Marwan)
Osman Haniyeh (nipote,figlio di Hazem)
Hamza al-Badri (fratellastro da parte della madre)
Yunis al-Badri (nipote,figlio di Hamza)
Tristan Spencer (nipote,figlio di Sarah)
Heather Spencer (nipote,figlia di Sarah)
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3nding · 8 months ago
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Why are so many young people getting cancer? Perché tanti giovani si stanno ammalando di cancro? Sintesi dell'articolo con spunti personali.
Per prima cosa sgombriamo il campo dall'associazione tra cancri, turbocancri e vaccini ad RNA che personaggi senza scrupoli stanno diffondendo per (cinicamente o incoscientemente, ognuno scelga) instillare dubbi e paure in chi in questo periodo si ritrova ad affrontare una diagnosi di tumore. Vorrei spiegare il mio accanimento su questo aspetto: una reazione molto frequente in chi riceve una diagnosi di tumore è chiedersi perché. Secondo me offrire ad una persona in un momento di grande fragilità una risposta falsa e che lo spinga a colpevolizzarsi (se avessi dato ascolto, se non mi fossi vaccinato, forse oggi non…) è riprovevole. Et de hoc satis.
E' vero che i dati ci dicono che c'è un'aumento di tumori, ed un aumento di tumori che si presentano in modo insolitamente precoce, ma è un fenomeno che si osserva dagli anni '90, i vaccini ad mRNA non c'erano.
Il punto è che il perché questo succeda ancora non si capisce. E non sarà facile capirlo, almeno per un po'.
La premessa è che il cancro, nella nostra cultura scientifica (che poi trova conferma nella nostra esperienza) è sempre stato una malattia statisticamente legata all'età (qui sotto c'è un grafico con l'andamento dell'incidenza di vari tipo di tumore in relazione all'età).
Un primo motivo è che le cause iniziali del cancro sono le mutazioni. Che siano dovute a fattori endogeni (acquisite in modo casuale nel corso della vita) o esogeni (causate dall'esposizione a fattori ambientali come inquinamento, alimenti, fumo, uso di sostanze chimiche…), solo poche di queste mutazioni avranno un'effetto sulla cellula, solo poche delle cellule che portano mutazioni riusciranno ad andare avanti. Per questo le probabilità che si verifichi un evento critico aumenteranno con il passare del tempo.
Ma una mutazione da sola non basta. Perché si abbia un tumore la cellula deve accumulare più mutazioni che compromettano aspetti diversi dei suoi sistemi di controllo. Questo succede, è nella nostra esperienza quotidiana, ma le probabilità che più mutazioni utili si ritrovino nella stessa cellula sono basse, e allora ci vuole ancora più tempo. Possono essere necessari anche decenni. E ancora altro tempo è necessario perché la cellula vada incontro ad ulteriori cambiamenti e deregolazioni che fanno la differenza tra una cellula fuori controllo che sarà eliminata ed un tumore che crescerà, sarà capace di invadere ed infiltrare altri tessuti, crearsi un sistema circolatorio privato e mandare in giro cellule metastatiche.
Per questo i tumori in genere si manifestano coi loro sintomi e si scoprono dopo una certa età. Hanno bisogno di tempo. Per questo, scoprire un tumore del colon ormai intrattabile in una sedicenne, o scoprirne uno con metastasi al fegato in una 32enne, è qualcosa di assolutamente anomalo. Nell'articolo vengono definiti "improbable forms of cancer", tumori improbabili.
Ovviamente tumori infantili ce ne sono, fin troppi. Tumori giovanili pure, ma sono rari, e particolari (spesso con una componente ereditaria), a causa dei meccanismi alla base in genere diversi da quelli dei tumori dell'età adulta ed avanzata (diciamo dai 50 in su). Che però si stanno presentando in aumento ben sotto i 50 (secondo alcuni modelli tra il 2019 ed il 20230 si osserverà un aumento del 30%). Ed anche se la mortalità per cancro globalmente è in calo, questo aumento potrebbe contribuire a riportare su la curva dei decessi nei prossimi anni. Anche perché nei giovani per ora non si fa prevenzione (controlli e screening) per cercare i tumori tipici dell'età più avanzata, quindi spesso questi tumori vengono scoperti in modo tardivo. Ma c'è chi sta già pensando di correre ai ripari ed anticipare di almeno 10 anni alcuni programmi di screening.
Ovviamente oltre a capire che sta succedendo qualcosa di strano, è importante scoprirne le cause. Ma non è facile.
Un primo problema è quello temporale. Anche in un caso veramente semplice da capire, come i tumori alla tiroide in chi da ragazzo (quindi con una tiroide molto attiva) in Ucraina e Bielorussia è stato esposto allo Iodio 131 liberato dalla centrale di Chernobyl, furono necessari comunque diversi anni prima di avere i primi casi. In pratica, anche in condizioni indotte in modo quasi sperimentale, c'è stato un periodo di latenza rispetto agli eventi iniziali. Diamo per scontato quindi che per capire quello che si osserva oggi non ci interessa qualcosa che è successo uno o due anni fa ma dobbiamo andare indietro nel tempo, di qualche decennio. E non sarà facile associare in modo retroattivo qualcosa che non sappiamo cosa sia, ma è successo 30-40 anni fa, ad un fenomeno che vediamo oggi.
L'altro problema è nei numeri. La tendenza è netta ma i numeri non sono tanto grandi da consentire studi solidi, e se per aumentare la numerosità del campione mettiamo insieme individui e malattie che apparentemente hanno in comune solo una diagnosi precoce, rischiamo di non scoprire i fattori discriminanti. Perché i tumori in aumento sono diversi per tipo, per età di insorgenza, per popolazione, e poi un tumore è per definizione una patologia multifattoriale che può rispondere a fattori molto diversi. La cosa più probabile però è che non ci sia una vera e propria pistola fumante da scoprire, ma una serie di fattori che singolarmente o in sinergia determinano questo risultato.
Di ipotesi se ne fanno tante che però possono spiegare alcuni casi ma non altri. Si va dai cambiamenti nell'alimentazione, sia in quantità che in qualità rispetto alle generazioni precedenti, all'obesità in netto aumento nei giovani, al consumo di alcoolici, a cambiamenti nel microbiota (che ha effetti sul sistema immunitario e sempre più correlazioni col cancro, ma che sarà difficile confrontare con quello di chi si è ammalato in età "normale"). Si stanno considerando anche effetti epigenetici dovuti all'esposizione a sostanze chimiche (disruttori endocrini) durante la gravidanza. Per questa ipotesi ci sono dei precedenti ormai ben caratterizzati, ragazze nate da madri che avevano fatto uso di un ormone sintetico (il dietilstillbestrolo) durante la gravidanza sviluppavano con frequenza insolita un tumore genitale raro ed in adolescenza, età decisamente insolita. Solo in seguito si capì che l'ormone disturbava il programma differenziativo di quei tessuti in una fase critica dell'embriogenesi per cui le bambine nascevano con una sorta di predisposizione a quel tumore. Può darsi che quello che vediamo oggi dipenda da qualcosa del genere. Sarebbe molto utile andare a studiare quelle che si chiamano coorti di nascita, ovvero un grande numero di bambini (e le loro madri) seguiti fin da prima di nascere. Di dati e di campioni biologici da analizzare in cui trovare contaminanti che potrebbero avere questo tipo di effetti però purtroppo non ce ne sono molti.
Stanno emergendo anche altri aspetti significativi a livello di popolazione. Il fenomeno sembra riguardare le donne più degli uomini, negli Stati Uniti gli ispanici ed i neri più che i bianchi, ed ancora di più alcune minoranze etniche native dell'Alaska. Ma sicuramente non si tratta di una questione etnica e di polimorfismi, quanto di aspetti socioeconomici. Livello economico, stili di vita, alimentazione, obesità, sicurezza delle abitazioni, accesso a prevenzione e cure precoci sono strettamente correlati tra loro, e possono essere un fattore importante. Lo abbiamo già visto col Covid. Ma è difficile che siano la causa diretta dell'aumento di incidenza del cancro tra i giovani.
E poi c'è il solito problema (ormai ci torniamo sempre più spesso) delle aree grigie, dei dati che non abbiamo perché riguardano quegli ultimi di cui ci importa poco. Come esempio, in Sudafrica i dati sull'incidenza dei tumori sono noti solo per il 16% della popolazione che è coperta da un'assicurazione sanitaria. Degli altri non si sa. Se tra gli altri ci fosse la risposta alle nostre domande, non lo sapremmo.
In sintesi, oggi oltre a farci le domande dobbiamo anche iniziare a raccogliere tutte le informazione possibili in cui, prima o poi, trovare le risposte.
“We never saw this coming. But in 20 years if we don’t have databases to record this, it’s our failure. It’s negligence.” - Ettore Meccia, fb
Più informazioni e link nell'articolo: https://www.nature.com/articles/d41586-024-00720-6
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itsmyecho · 1 year ago
Note
sono un ragazzo di 17 anni, soffro di depressione e bipolarismo per via ereditaria da mia madre. Nonostante ciò mia madre non lo accetta, credo che si senta "in colpa" di questa mia condizione. Solo nell'ultimo anno oltre la depressione e il bipolarismo mi hanno diagnosticato vari disturbi dell'apprendimento, che spiegano il perché vada male a scuola. Cerco di fare finta di nulla con gli amici, sono sempre quello gentile e sorridente, che è sempre disponibile e che è sempre pronto a far tirare fuori un sorriso, mentre dentro vorrei solo urlare tutte le mie emozioni. Quando i miei amici mi chiedono "Come stai?" mi viene un colpo al cuore, non posso dirgli che pochi giorni prima ho avuto pensieri suicidi, per l'ennesima volta. Quindi rispondo "bene" restando nella consapevolezza che questo mentire però non mi aiuterà mai.
Però mi consolo a sapere che non sono unico, che quello che sto passando altre persone ne sono già passate e che mi possono aiutare.
Una di queste persone sei tu.
Non è semplice andare avanti con i pensieri, soprattutto quando cerchi di evitarli e credi che così tutto possa migliorare. La mente parla, si crea lo stress, e arrivano pensieri molto brutti. A volte, è più facile dormire che affrontare queste cose, e poi la solita sensazione ritorna appena ti svegli, non è vero? Non sono un dottore, non sono nessuno e non sarò qui a darti una citazione o una frase che ti dia coraggio; sarebbe molto superficiale per queste situazioni. Quel che ti posso dire è di diventare selettivo, taglia fuori chiunque generi energia negativa, perché non puoi iniziare la tua "guarigione" nello stesso posto dove è iniziata la "malattia", capisci? Tu sei così come sei ora, non puoi cambiare il tuo "io". Se non ti senti accettato, sei semplicemente nel posto sbagliato, è come andare con gli euro in un altro paese: ovviamente non verranno accettati.
La seconda cosa che posso consigliarti è di parlare senza paura. Proprio per questo, prima devi essere selettivo. Non puoi farlo con chiunque, perché molte persone ascoltano senza capire niente, o semplicemente non vogliono capire. Questa sensazione ti distruggerebbe ancora di più perché ti sentiresti ancora peggio. Quindi, scegli chi avere attorno e non tenere amicizie per formalità, cosa che ancora oggi non capisco perché esista. Parla, tira fuori quel che hai dentro. Noi siamo cresciuti con l'idea che parlare molto probabilmente non aiuta, ma è la cosa più sbagliata. Noi, come esseri umani, dobbiamo comunicare. È nel nostro sangue, la mente stessa comunica attraverso il linguaggio del corpo quando non si apre bocca; è nel nostro essere. Quindi, parla, esprimi quel che senti a modo tuo, e già questo sarà il tuo primo passo verso la strada che vuoi fare.
Abbi un obiettivo nella vita, pensa a cosa vuoi fare. Non ti sto chiedendo cosa vuoi fare tra cinque anni; ti chiedo solo di scegliere cosa essere nella vita e cerca di fare piccoli passi verso questa meta. Altrimenti, siamo persi e camminiamo tra i pensieri che si sono generati nella nostra confusione, perché è proprio così che si crea lo stress. Sono decisioni nella vita che dobbiamo prendere, ma non vogliamo farlo. Inoltre, vorrei che tu capissi che il cervello è come un muscolo e ha l'abilità "memoria muscolare". Ogni cosa che fai in ripetizione viene appresa e ripetuta anche senza volerlo a volte. Proprio per questo ci viene detto che i pensieri positivi sono importanti e bisogna evitare quelli negativi, perché altrimenti pensi negativamente anche senza volerlo, e presumo che stia accadendo proprio questo ora. Devi fare attività che generano dopamina, che può aiutarti molto.
Ovviamente, questi sono solo consigli, e se davvero ci tieni a stare bene, sono sicuro che seguirai qualcosa. Non finire come quelli che possono cambiare la loro vita ma sono impegnati a piangersi addosso.
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omarfor-orchestra · 1 year ago
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Film italiani in uscita a novembre
La guerra del Tiburtino III (Luna Gualano) 02/11
Tiburtino III, periferia di Roma. Una sera un meteorite arriva nel quartiere dal cielo e viene raccolto da Leonardo de Sanctis che lo porta a casa. Di notte però avviene qualcosa di strano: un verme esce dal meteorite ed entra nella narice di Leonardo. L’uomo diventa il leader di altri abitanti, anche loro invasati, e con loro decide di alzare le barricate e non far entrare più nessuno nel quartiere.
À la recherche (Giulio Base) 02/11
Un omaggio a Marcel Proust ed un particolare tributo a Luchino Visconti e al cinema italiano degli anni '70.
Il meglio di te (Fabrizio Maria Cortese) 09/11
Antonio è un uomo di successo, Nicole è una donna brillante. I due si sono amati intensamente e sono stati gli interpreti perfetti di una favola. Tuttavia, prima di arrivare al "vissero per sempre felici e contenti", il loro mondo è esploso e i due si sono trovati lontani, dispersi, pieni di rabbia, di colpa e di delusione. L'inevitabile separazione dura qualche anno e traccia un confine molto netto tra le loro vite. Ma il destino ha spesso una trama nascosta da tirare fuori al momento più opportuno.
Soldato Peter (Gianfilippo Pedote, Giuliano Carli) 09/11
1918, Altopiano di Asiago, pochi giorni prima della fine della Grande Guerra. Il giovane soldato austro-ungarico Peter Pan oltrepassa le linee nemiche. Solo, spaventato, in fuga, durante il suo percorso non incontra nessuno tranne una pattuglia di soldati italiani di cui fa parte il Capitano Don Chisciotte che però lo nota a malapena. Il paesaggio del territorio straniero gli fa tornare in mente alcuni nitidi ricordi d'infanzia dove ci sono la madre e il suo amico Maty morto in guerra. Sono i rari momenti di serenità. Poi Peter riprende il cammino. Il desiderio è quello di ritrovare un'isola in mezzo al mare che non esiste nel mondo reale.
Ancora volano le farfalle (Joseph Nenci) 09/11
La storia raccontata nel film prende ispirazione dalla vera vita di Giorgia Righi, una giovane ragazza pesarese affetta da una rara malattia ereditaria: l'Atassia di Friedreich. Il film, sebbene racconti un dramma, è in realtà una storia di rivincita e riscatto sulla vita stessa.
Lubo (Giorgio Diritti) 09/11
Lubo Moser è un nomade del popolo Jenisch. Nella Confederazione Elvetica del 1939 gira di luogo in luogo esibendosi nelle piazze insieme alla moglie Mirana e ai loro bambini. Fino a quando la Seconda Guerra mondiale incombente fa sì che il governo dichiari la mobilitazione degli uomini per la difesa delle frontiere. Lubo, mentre è in servizio, viene a sapere che i figli sono stati prelevati e portati in un istituto mentre la moglie, nel tentativo di proteggerli, ha trovato la morte. Da quel momento il senso della vita per lui consiste nel conseguire un duplice obiettivo: ritrovarli e vendicarsi.
Non tutto è perduto (Francesco Bellomo) 09/11
Francesco è una ex promessa del calcio, con un passato nelle giovanili di una squadra di Serie A. Dopo vari insuccessi scolastici, suo padre lo ha costretto ad abbandonare il suo sogno. Nonostante tutto, lui non ha mai smesso di giocare a calcio, anche se solo per diletto, con gli amici. Il suo percorso s'incrocia con quello di Bala, il responsabile di un campetto di calcio a cinque: costui, impressionato dalle sue doti, contatta un procuratore sportivo e riesce ad organizzare un provino per Francesco. Bala organizza così una partita con i vecchi amici del ragazzo, per impressionare il procuratore, al fine di offrire a Francesco la seconda possibilità che la vita, spesso, in modo fortuito, riserva.
Codice Carla (Daniele Luchetti) 13/11
La pratica biografica è uno dei grandi fenomeni cinematografici (e letterari) contemporanei. La narrazione di una vita e l'enunciazione di una verità a proposito di quella vita rappresenta anche il cuore del nuovo progetto di Daniele Luchetti. Due anni dopo la morte di Carla Fracci, l'autore pesca nei suoi ricordi di infanzia quel primo incontro causale con l'étoile italiana, avvenuto anni prima a Cinecittà sul set di Verdi di Renato Castellani.
La festa del ritorno (Lorenzo Adorino) 13/11
Un racconto di formazione che racchiude in sè il rapporto tra padre e figlio, sospeso tra assenze e ritorni e l'incanto che nasce dallo sguardo di un bambino.
Mimì - il principe delle tenebre (Brando De Sica) 16/11
Mimi` e` un adolescente orfano nato con i piedi deformi che lavora in una pizzeria a Napoli. Un brutto giorno incontra Carmilla, una giovane ragazza convinta di essere una discendente del conte Dracula. Insieme decidono di fuggire un mondo cinico e violento.
La Sedia (Gianluca Vassallo) 16/11
Pietro torna in Sardegna in seguito alla morte del padre. Il suo obiettivo è incontrare il fratello Andrea, che non vede da molto tempo, per decidere a chi spettano i due oggetti che il genitore ha lasciato loro: una pistola e una sedia. Nel suo peregrinare in una Sardegna assolata ha modo di fare diversi incontri. In un film realizzato in assoluta indipendenza Vassallo porta sullo schermo la tensione esistenziale di un uomo che si confronta con il suo passato.
L'altra via (Saverio Cappiello) 16/11
Siamo sulla Costa degli Aranci, all'altezza di Catanzaro Lido. Questa è un'estate diversa, italiana, quella delle Notti Magiche, dei Mondiali di Italia '90. Lo è anche per Marcello, ragazzino di origine arbëreshë che vive con la madre Tereza nel quartiere popolare dell'Aranceto. E se gli stadi della Nazionale sono lontani, quello dell'U.S. Collidoro, la squadra locale, è invece dietro l'angolo. Qui gioca Andrea Viscomi, capitano, trentacinquenne romano trapiantato da anni in Calabria e alla sua ultima stagione come professionista. Andrea è piagato dagli infortuni, spremuto dalla criminalità, amareggiato dalla vita. Marcello e Andrea si incontrano, forse qualcosa in loro cambierà. Quanta semplicità e quanta appartenenza in questa opera prima che mostra un Sud pieno di malinconia universale.
Misericordia (Emma Dante) 16/11
Da qualche parte in Sicilia, in un borgo marinaro e fatiscente, le donne fanno le mamme di giorno e le puttane di notte. A governarle tutte è un miserabile guercio, che ha ucciso a botte la madre di suo figlio, Arturo, anima semplice e altrove, cresciuto a giri di maglia e di amore da Betta e Nuccia. Tra miseria e mare un giorno arriva Anna, giovane prostituta a cui piace soltanto la cioccolata. Naïf e bellissima, fa corpo con Betta e Nuccia contro il predatore che chiede la pelle di Arturo. Ma a quel ragazzo antico, dervisci che gira sulla spina dorsale del (loro) mondo, le mamme putative hanno apparecchiato un futuro migliore.
Una preghiera per Giuda (Massimo Paolucci) 23/11
Cosa si è disposti a fare per proteggere il proprio onore? Quando diventa troppo tardi per essere artefici del proprio destino? Questi e altri interrogativi animano le vicende del film, la storia di due boss rivali che, a seguito della strategica scarcerazione di uno dei due, scateneranno un turbine di eventi, travolgendo, inevitabilmente, i membri delle proprie famiglie. Una lotta per l'onore e la vendetta che sarà prepotentemente ostacolata da un Colonnello dei Carabinieri testardo e ligio al dovere, che cercherà eroicamente la giustizia in un'originale - e a tratti divertente - alleanza con una ambiziosa agente della CIA in incognito.
L'odore della notte (Claudio Caligari) 20/11
Roma, tra novembre 1979 e febbraio 1983. Remo Guerra, un ragazzo di borgata, è un poliziotto che di notte aggredisce per strada persone benestanti derubandoli. Con lui ci sono Maurizio, amante della vita lussuosa e delle belle donne, e Roberto che Remo aiuterà a comprarsi un bar. I suoi complici sono inaffidabili. Così Remo deve far entrare nella sua banda Marco Lorusso, detto "il Rozzo", di cui però non condivide i metodi violenti. Remo è sempre più tormentato e desidera una vita normale accanto a una donna a cui però non può rivelare la sua identità. In più, capisce che la fine è vicina e non può sottrarsi al suo destino.
La Chimera (Alba Rohrwacher) 23/11
Ambientato negli anni '80, nel mondo clandestino dei "tombaroli", il film racconta di un giovane archeologo inglese coinvolto nel traffico clandestino di reperti archeologici.
Cento domeniche (Antonio Albanese) 23/11
Antonio Riva, operaio specializzato in prepensionamento, si reca in banca per prelevare dal conto su cui ha messo tutto ciò che ha. Non si è reso conto di aver tramutato le sue obbligazioni sicure in azioni a rischio, passando da risparmiatore ad azionista su consiglio di quella banca dove gli impiegati erano di famiglia, e che aveva sostenuto lo sviluppo dell’intero paesino sul lago di Lecco dove è nato e cresciuto. Quella banca, poi, mica può fallire, perché se fallisse “andrebbero a gambe all’aria tutti quanti”.
Il paese dei jeans in agosto (Simona Bosco Ruggieri) 23/11
Carlo Arato (Pasquale Risiti) ha 26 anni, ex concorrente di reality, ex vip, ora @IlCarlito, sedicente influencer alla perenne ricerca di soldi per farsi notare, altalena le sue giornate fra il ricordo di tempi migliori e le lamentele per un paese cafone che, come suo padre, non lo apprezza quanto dovrebbe. Luisa (Lina Siciliano), invece, di anni ne ha 28 ed era prossima alla laurea, fino a quando non si è ritrovata alla mercé del paese in perenne attesa che le accada qualcosa. Per uno strano caso del destino l'uno capiterà all'altra e viceversa: lui piace, ma non ha un soldo; lei ha i soldi, ma non piace. È così che @IlCarlito e @LaRosetti insieme decidono di puntare a tutto.
In fila per due (Bruno De Paola) 23/11
In un piccolo paese alle falde del Vesuvio, Germano (Andrea Di Maria), trentacinquenne pigro dal futuro lavorativo incerto, vive una tormentatissima storia d'amore con Sonia, sua coetanea tanto bella quanto gelosa e possessiva. Una scossa di terremoto di origine vulcanica, fa scattare il piano di evacuazione che prevede il trasferimento degli abitanti del paese verso un altro Comune gemellato. Abitando Sonia (Francesca Chillemi) in un comune diverso da quello di Germano, il giovane vede l'evacuazione come un'ottima opportunità per allontanarsi dalla gelosissima fidanzata che lo perseguita. La follia di Sonia, la noncuranza degli abitanti verso le regole di evacuazione, rendono il viaggio di Germano una vera odissea ricca di paradossali ed esilaranti situazioni, mete inaspettate ed incontri sorprendenti.
Mary e lo spirito di mezzanotte (Enzo D'Aló) 23/11
Mary è una bambina di undici anni appassionata alla cucina. La nonna la sostiene sempre, anche quando esaminatori saccenti non apprezzano i suoi piatti. Ma la nonna è anziana e subisce un ricovero in ospedale. Mary ne è addolorata ed aumenta nei suoi confronti le attenzioni da nipote affezionata, sostenuta in questo da una misteriosa giovane donna che è comparsa all’improvviso sul suo cammino.
Casanova opera pop - il film (Red Canzian) 27/11
Lo spettacolo di teatro musicale ideato, composto e prodotto da Red Canzian.
I limoni d'inverno (Caterina Carone) 30/11
Pietro Lorenzi è un professore di lettere in pensione e dopo il divorzio dalla moglie vive da solo in un bell’appartamento romano con un terrazzo che accudisce con cura, dedicandosi alle sue piante. Nell’appartamento di fronte a quello di Pietro si trasferisce una coppia più giovane: Luca, fotografo d’arte contemporanea, ed Eleonora, che ha studiato pittura e disegno all’Accademia ma ad un certo punto ha smesso di creare, “perché non era abbastanza brava”. Luca ed Eleonora custodiscono un dolore segreto e non riescono a parlarsi più: lei pensa che lui la dia per scontata, lui la vede sempre “incazzata col mondo”. Quando Luca parte per preparare una personale a New York, Eleonora e Pietro cominciano a frequentarsi, fra terrazzi e orti botanici, il bar sotto casa e un ristorante d’atmosfera
Palazzina Laf (Michele Riondino) 30/11
1997. All’ILVA di Taranto è appena avvenuta l’ennesima morte sul lavoro, ma Caterino Lamanna, operaio addetto ai lavori di fatica nell’industria siderurgia, è pronto a darne la colpa ai sindacati. Caterino è un cane sciolto che pensa al suo imminente matrimonio con la giovane albanese Anna e si fa i fatti suoi, finché Giancarlo Basile, dirigente dell’ILVA, non lo recluta per “farsi un giro e dirgli quello che succede” in fabbrica, e resoconti in particolare le attività del sindacalista Renato Morra, che infiamma gli animi degli operai e li spinge alla ribellione. Basile offre a Lamanna la promozione a caposquadra e l’auto aziendale, ma Caterino chiede di essere mandato alla Palazzina Laf pensando che sia un luogo di privilegio riservato a pochi eletti. In realtà è un edificio in disarmo, incrocio fra una riserva indiana, un manicomio e una prigione, dove sono rinchiusi in orario di lavoro i dipendenti qualificati che hanno fatto l’onda, e che quindi sono invitati a licenziarsi o ad accettare un incarico demansionato e incoerente con la loro preparazione.
Diabolik - chi sei? (Marco Manetti, Antonio Manetti) 30/11
Catturati da una spietata banda di criminali, Diabolik e Ginko si trovano faccia a faccia. Rinchiusi in una cella, senza via di uscita e certi di andare incontro a una morte inevitabile, Diabolik rivela all'ispettore il suo misterioso passato. Intanto, Eva Kant e Altea sono alla disperata ricerca dei loro uomini. Le strade delle due rivali si incroceranno?
La Guerra dei Nonni (Gianluca Ansanelli) 30/11
Gerri (Vincenzo Salemme) è un nonno attento e premuroso, vive con la famiglia della figlia, aiuta in casa e si prende cura dei suoi amati nipoti. In questo perfetto equilibrio familiare irrompe nonno Tom (Max Tortora), che dopo anni vissuti all'estero torna in Italia per trascorrere un po' di tempo con i nipotini. Esuberante e chiassoso, nonno Tom è pronto a infrangere ogni regola stabilita da nonno Gerri pur di realizzare i desideri dei bambini e conquistare il loro amore. Dall'incontro tra Gerri e Tom nascerà un'accesa competizione che darà vita a una serie di esilaranti sfide tra nonni, senza esclusione di colpi... e colpi di scena.
Con la grazia di un dio (Alessandro Roja) 30/11
Tornato a Genova dopo venticinque anni per partecipare ai funerali del migliore amico della sua giovinezza, Luca ritrova i vecchi compagni di un tempo. Tutti sembrano convinti che quella morte sia l'esito scontato di una vita di eccessi; tutti tranne Luca, che vuole vederci chiaro, indagare, capire. Scavando nella memoria, e in una città cambiata almeno quanto lui, lascerà riaffiorare fantasmi e verità che sembravano sepolte, insieme alla propria vera natura, che pensava di aver domato per sempre.
Doppia Coppia (Igor Biddau) 30/11
Il film parla di come sia difficile per due coppie di amici, amanti del trekking, avventurarsi sui ripidi sentieri dell'amore senza perdere per sempre l'amicizia. Così come, nel tentativo di conoscere meglio l'altro finiamo per conoscere meglio noi stessi, i quattro personaggi scopriranno quanto siano forti i legami che li uniscono solo quando questi sentimenti verranno messi alla prova.
Il paese del melodramma (Francesco Barilli) 30/11
Carlo Gandolfi (Luca Magri) è un bravissimo cantante lirico, la cui carriera si è bruscamente interrotta dopo la morte della moglie e della figlia. Da allora è un uomo alla deriva, in preda al vizio dell'alcol. La Morte in persona (Luc Merenda) decide che è il momento per lui di tornare a calcare le scene del palcoscenico: vuole che interpreti il "Macbeth" di Verdi e che sia perfetto. Altrimenti, lo porterà con sé nel suo regno.
Documentari
X Sempre Assenti (Francesco Fei) 03/11
Il film segue la rock band Verdena nella loro vita privata e nella preparazione del tour di Volevo Magia, disco che segna il loro rientro sulle scene dopo sette anni di silenzio.
Roma, santa e dannata (Roberto D'Agostino, Marco Giusti, Daniele Ciprì)
Un viaggio tra le notti romane in una città pazza e in continuo cambiamento.
Negramaro back home - ora so restare (Giorgio Testi) 06/11
Dopo 20 anni di successi, i Negramaro tornano a casa, a Galatina, in Salento, dove tutto è cominciato.
Giotto e il sogno del Rinascimento (Francesco Invernizzi) 06/11
L'arte visionaria di Giotto, il pittore che rivoluzionò la pittura a fresco con la propria narrazione figurativa a dir poco mozzafiato
Enigma Rol (Selma Dell'Olio) 06/11
Gustavo Rol chi è, soprattutto, cosa era costui? Il documentario si propone di ricostruire, attraverso molteplici testimonianze e ricostruzioni, sia di fiction che di animazione, la vita e l'attività di un uomo che per molti (e anche illustri) amici e frequentatori è stato dotato di capacità paranormali e per altri è stato soltanto un abile illusionista. Anselma Dell'Olio affronta un personaggio che, in qualche misura, ha riassunto in sé pregi e difetti di quelli che erano al centro dei suoi documentari precedenti. La regista lascia spazio sia a chi ne descrive le sorprendenti doti (utilizzate anche per proteggere la popolazione di San Secondo di Pinerolo dalle azioni dei tedeschi occupanti) sia a chi sta più dalla parte di Piero Angela che lo definì "un mediocre illusionista".
Io, noi e Gaber (Riccardo Milani) 06/11
Chi è stato Giorgio Gaber, per la musica italiana ma soprattutto per noi, che magari “non ci sentiamo italiani, ma per fortuna o purtroppo lo siamo”? È forse da questa domanda che è partito Riccardo Milani per raccontare uno dei cantautori più originali del nostro Paese, ma anche un teatrante, un filosofo, un pensatore politico e un “operatore culturale” nel senso più alto e nobile del termine. Gaber era “un intellettuale promiscuo”, come lo descrive Serra, “raffinato e popolare, di popolo e di élite”. Perché Gaber è stato immerso nel suo tempo sapendo sempre prevederne uno futuro. Milani entra a fondo nell’utilizzo che faceva Gaber della parola, fondamentale quando “dentro c’è la nostra vita”, e del suo “corpo scenico” che in teatro “sembrava posseduto”, rendeva “la parola visibile” e si trasformava in “melodia cinetica”. Io, noi e Gaber ricorda che ogni sua canzone aveva “uno spazio di incidenza”, cioè una volontà di intervenire sul reale trasformando la sua libertà in partecipazione.
Il popolo delle donne - il film (Yuri Ancarani) 13/11
Un monologo in cui Marina Valcarenghi, giornalista e attivista, ripercorre le sue esperienze in fatto di disparità di genere.
Il guerriero mi pare strano (Alessio Consorte) 15/11
Il film è incentrato sull'autenticità della statua del Guerriero di Capestrano, simbolo della Regione Abruzzo, rinvenuta a Capestrano nel 1934 e datata dagli archeologi VI secolo A.C.
La città delle sirene (Giovanni Pellegrini) 16/11
La notte del 12 novembre 2019 Venezia è stata colpita da una serie di inondazioni che hanno sommerso la città per una settimana. Partendo dalle immagini della sua casa e del suo studio allagati il regista racconta in prima persona cosa vuol dire convivere con l'acqua alta e come la sua città affronta la catastrofe. Ne scaturisce una riflessione sul vivere nella prima linea del cambiamento climatico che minaccia di far scomparire il nostro mondo.
DALLAMERICACARUSO - Il concerto perduto (Walter Veltroni) 20/11
Il 23 marzo 1986 Lucio Dalla teneva al Village Gate di New York un concerto di cui si pensava si fossero perse le riprese che ora vengono invece proposte in un'edizione restaurata e rimasterizzata. Ad esse si aggiunge in apertura la ricostruzione della creazione di "Caruso" avvenuta pochi mesi dopo a Sorrento. Un ritrovamento prezioso che, unendosi alla rievocazione di come è nato un classico della canzone, ci ricorda la grandezza di Lucio Dalla.
Kissing Gorbaciov (Andrea Paco Mariani, Luigi D'Alife) 24/11
Andata e ritorno dal 1988, quando da Melpignano partì il tour che squarciò la cortina di ferro tra Occidente e Urss, a suon di rock e punk.
Picasso - Un ribelle a Parigi - Storia di una vita e un museo (Simona Risi) 27/11
Scopo del film è mettere al centro del racconto proprio la grande magia dell'arte e uno dei luoghi dove meglio la si può apprezzare, il Museo Picasso di Parigi.
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medicomunicare · 17 days ago
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Le malformazioni arterovenose: difetti pericolosi per la vita di cui si scoprono le radici di partenza
La teleangectasia emorragica ereditaria (HHT) è una rara malattia genetica caratterizzata dalla perdita di capillari e da connessioni arteriose-venose anomale, chiamate malformazioni artero-venose (AVM). Le AVM si verificano in tessuti specifici, come polmoni, fegato, mucosa, pelle e sistema nervoso centrale. Nella mucosa, queste lesioni sono suscettibili di rottura, causando sanguinamento…
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missmelancholya · 3 months ago
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Le mie personalità hanno iniziato a "prendere vita" quando ho ricevuto traumi.
Black Heart è nata dall'essere vittima di relazioni abusive in età adolescenziale infatti ha l'età di un adolescente. Sadomasochismo. La felicità è solo l'arcobaleno dopo la tempesta.
Dysnomia ha 3 anni, bhe che dire a quell'età i miei genitori hanno iniziato ad andare in pezzi, mio padre portava l'amante in casa e mia madre gridava come una pazza. Incuria totale. Abbandono.
Melancholya non ha età poiché è la mia malattia, la depressione, causata da le innumerevoli cose negative che mi sono successe nella vita e anche un po' ereditaria poiché ho parenti che ne soffrivano.
Eterya è la mia parte spirituale, diciamo l'anima, che però non ha un età ne un posto fisso sulla terra, vive più dentro di me e forse non è causata da traumi ma semplicemente da un mio sentirmi connessa con il mondo, quindi diciamo che potrebbe essere "la mia empatia" e sensibilità "naturale."
Lunakya, anche lei non ha ricevuto traumi, però è la maschera sociale. Quella che abbiamo tutti in fondo... Rispecchia chi ha davanti tendenzialmente ed è socievole.
Halga è una parte che "evita la vita". Si dissocia, va nel suo mondo... Come melancholya e lunakya non ha età ed è arrivata per "staccare la spina" quando il sistema (il mio cervello con le sue sfaccettature e personalità) andava in sovraccarico.
Ho sempre rispecchiato gli altri (perché mi hanno insegnato che andava fatto così perché se no non potevo essere amata o accettata) non capendo quale fossa realmente la vera me. Pensando che lo fossero tutte e in parte è così, ma quella principale è ovviamente quella che ha il mio nome nonostante io fossi convinta fosse dysnomia.
Eleonora. Infatti è il mio nome. Non me lo sono scelto io. Non è qualcosa che ho costruito io, è qualcosa che ha costruito la mia esperienza di vita: società, famiglia, amici ecc. Quindi è la mia vera personalita. Sarà anche una razionale maniaca del controllo. Ma siamo chi decidiamo di essere. Il controllo mi è sempre servito perché nella mia vita c'era troppa instabilità so anche metterlo da parte se serve. Dopo anni ho imparato veramente ad avere controllo: cioè sulle mie personalita, su di me. Analitica, brillante, intelligente, compassionevole. Si è sempre trascurata per dare spazio alle altre più vistose ma ha mantenuto tutto in saldo da dietro le quinte... Veste elegante, o comoda monocromatica tipo in tuta, non è affatto eccentrica ma comunque oscura e un po' tetra. Ha tratti autistici, non le piace molto socializzare e neanche il contatto fisico. Si stressa molto facilmente ma ha anche un ottima pazienza. Ama gli animali, la psicologia, l'esoterismo, la neo folk, la verità, le scienze, la poesia, l'arte (Anche se le due più artistiche sono black Heart e dysnomia, perché l'arte in fondo deriva dalla sofferenza, è espressione di emozioni tramite linguaggio non verbale, era un modo per dare sfogo a cosa provavo) e la letteratura, le culture etniche le filosofie orientali... Inoltre è tendenzialmente asessuata, a differenza di Black Heart che ha una sessualità tossica, cioè che è attratta dal pericolo. Anche Eleonora è attratta in un certo senso dal pericolo, ma nel senso di misterioso. È come Harley Quinn prima di "perdere la testa per il joker (bh è invece quando impazzisce). Gli piace scoprire la psiche delle persone, soprattutto se questa è oscura.
Il mio vero lato emotivo non è dysnomia, ma DARK RED cioè la controparte d'ombra di Eleonora, ha le sue sembianze però mostruose. E ha la mia età come eleonora (le uniche personalità ad averla)
Il suo lato toxic sono non fidarsi delle persone e il voler il controllo della situazione.
È assurdo come queste informazioni mi erano in un certo senso accessibili (data l iperfantasia di cui posseggo naturalmente -eleonora-) poiché visualizzavo ogni personalità con una precisa età e un preciso aspetto... Ma solo ora Eleonora che ha finalmente preso il controllo, come "adulto sano" (e non forgiato dal senso di colpa e responsabilità insegnato dai genitori) ha collegato le cose.
Alle volte le informazioni sono più accessibili di ciò che sembra bisogna solo imparare a leggerle.
Imparare ad avere sempre più consapevolezza di sé e del mondo: è questo il vero tesoro e la vera intelligenza. Il segreto per rendere il mondo un posto migliore.
Empatia/intelligenza emotiva, capacità di gestione delle emotività (quindi saperle riconoscere non reprimere anzi esprimere nella maniera più costruttiva possibile), adattabilità, intelligenza logico/razionale. Profondità.
Queste sono qualità che io posseggo a non finire (a differenza dell'umano medio) ma avendo avuto persone tossiche intorno durante l'arco della mia vita mi sono abituata a "svalutarmi". Ora invece devo imparare a riconoscere cosa merito, le.mie ferite, i miei traguardi, i miei obbiettivi.
Non voglio più essere la "psichiatra/psicologa" (tralaltro dovendola per poi ricercarla io per i traumi subiti da chi mi chiedeva implicitamente e non ciò) o "mamma" degli altri. Voglio pensare a me.
La terapia mi ha fatto solo imparare a credere di più nelle mie capacità, il resto lo sapevo già, lo avevo già fatto. Non mi ha dato informazioni in più su di me, mai. Tutto ciò che mi hanno detto su di me lo sapevo già, ci ero già arrivata.
Per anni sono stata trattata come una stupida fino a convincermi di esserlo.
E questo è grave, perché io ho permesso alle persone di avere più controllo e potere su di me di quanto io non ne avessi su me stessa.
La terapia mi ha insegnato anche ciò: a non trascurarmi.
Sono stata abituata a trascurarmi per occuparmi sempre degli altri. Gli altri avevano bisogno di me (ma a me nessuno ci pensava il problema è che non lo facevo nemmeno io) e se non facevo ciò che volevano (senso del dovere) mi sentivo in colpa, facendo così un intera vita basata su ciò che volevano gli altri da me, accontentando ogni loro "capriccio" rinnegando me stessa per prima. Non rispettandomi per prima. Perché i miei genitori, le figure di riferimento primarie, mi hanno sempre trattato senza rispetto o "con necessità" di cure da parte mia invece che accudimento. Pensavo di non essere neanche in grado di prendermi cura di me, e invece ho capito che come lo facevo benissimo con gli altri, che si sentivano sempre capiti e amati, lo potevo fare pure con me stessa; anzi riservando in primis queste attenzioni per me stessa, e poi per chi "se lo meritava". Ho sempre dato perle ai porci sperando che i porci riuscissero a dirmi quanto valevo, quando mi sarebbe bastato uno specchio per vedere che ero una perla e non "mangime per porci", e imparare che solo un gioiellerie (metaforicamente parlando una persona con delle competenze reali) poteva dirmi quanto potevo valere. Ma il mio valore in fondo lo so solo io. Il mio valore può cambiare all'esterno. Una perla in un posto può valere tanto e in un altro poco. Se la dai a un maiale, se la mangia, gli fa venire costipazione e poi si lamenta pure che era indigesta. Così ho condotto la mia vita. Avevo davanti a me uno specchio rotto. Rotto da anni di abusi. Distorto dall'immagine che gli altri volevano farsi di me. E ora sai cosa vi dico?! VAFFANCULO. Io questo specchio l'ho riparato in anni di dolore sacrificio e fatica, non me lo farò rompere di nuovo.
Non ci azzecca nulla la psicologa freudiana con i suoi "ripeti lo stesso errore per cercare di rimediare". È pura logica. Impari una cosa e sai quella, e usi quella. Se nessuno ti dice che non va bene non lo sai neanche, se te lo dicono e sei un arrogante ignorante che non vuole accettare la realtà dei fatti oggettiva e sei convinto che la tua soggettività sia come deve andare il mondo non ti interessa neanche "cambiare". In entrambi i casi il male è "l'ignoranza". Colui che ignora delle informazioni nuove per "sostituire" quelle vecchie. Ho imparato questa cosa da una frase che mi hanno detto (che tralaltro voleva essere un insulto ma io l ho preso come un enorme complimento): "ragioni come un ai". Cioè sono super intelligente, grazie. Ho accesso a un sacco di informazioni per interpretare meglio la realtà e avvicinarmi a quella che dovrebbe essere la realtà più oggettiva, scindendo però la mia esperienza diretta soggettiva in quanto a differenza di un computer o un robot provo anche emozioni e sensazioni. In pratica sono un semidio. Ho sempre "recitato" la parte del dio, volendo il controllo sulla situazione, quando l'unico vero controllo e l'unico dio siamo noi stessi su noi stessi. Responsabili delle nostre scelte, azioni, pensieri ... Ma non di ciò che accade al di fuori. Possiamo imparare a gestirlo e io involontariamente l'ho fatto. So interpretare le persone o solo guardandole qualche secondo. Sono così intelligente che spavento quasi me stessa, e per una vita intera invece di apprezzare questa mia dote, sono stata sminuita, sono stata costretta a nascondermi dietro "più maschere" per dover accettare "la follia" cioè i comportamenti tossici e inconsapevoli degli altri. Per mascherare le loro fragilità, insicurezze, paure... Io mi sono svalutata. Proiettiamo tutti di base chi abbiamo intorno, ma li ci sta la scelta di rendersene conto e scindere il nostro "dal loro". Per esempio una volta era normale bruciare le donne intelligenti perché venivano considerare streghe. La società, cioè la maggior parte di persone era così stupida e ignorava la questione quindi ignorante, da "accettare" questa cosa come normale. Pochissime persone erano contro. Idem per il razzismo o l'omofobia. Deriva tutto dall'ignoranza. La gente ha paura dell'ignoto... E qua c'è un enorme differenza tra me e la massa. Io amo l'ignoto, ne sono attratta come mosche sul miele. Mi richiama con voce soave, sono curiosa. Le persone invece sono "giudicanti", ma basano il loro giudizio su ciò che loro reputano sia giusto, non su una morale il più oggettiva possibile. La gente butta la propria soggettività su tutto e ne fa legge. Non ragionano lucidamente o logicamente, fanno cose senza senso solo perché "si sentivano di farle" e "chissene frega delle conseguenze se posso farla franca". La gente fa le cose solo perché può, senza avere un senso. Sono quasi impazzita a cercare il senso di ciò. La verità è che non c'è un senso. Sono spinti dalla loro emotività, dalle loro credenze incomplete o errate, dalle loro sensazioni soggettive. E la verità è l'unica cosa che da realmente un senso alle cose. Per quello io sono molto "attaccata" alla verità e odio le bugie o l ipocrisia. La verità è l'unica cosa che rende veramente liberi. La conoscenza della veritá. Ammettere che si prova un emozione, verità. Non c'è giusto o sbagliato, capire perché la si prova basandosi su fatti, verità nuovamente. Si può sapere e verificare l'oggettività della soggettività. I fatti sono tangibili, concreti e reali. Si possono dimostrare. Per questo l'emotività mi ha sempre messo un po' a disagio. Non la capivo. Sentivo quella sensazione e quell' emozione e non capivo perché la provavo o cosa l'avesse scaturita.
Ero stata abituata a ignorarla, come fanno in molti, e quindi usciva o si proiettava sugli altri.
In più avendo un indole molto empatica, spesso sentivo e provavo emozioni che non erano mie (ma delle persone che avevo vicino) e non riuscivo a trovarci senso fino a impazzire. Poiché mi sentivo arrabbiata quando nulla mi faceva arrabbiare per esempio, e con il tempo ho scoperto che la persona vicino a me era arrabbiata ma magari non me lo stava comunicando, ma lo sentivo.
Con questa cosa del sentire mi sono appassionata alla spiritualità e alla new Age, in pratica mi sono aggrappata all'arte come sfogo dell'emotività, poi all'iperazionilazzione (senza considerare appunto la parte empatica/emotiva o non comprendendola appieno) per cercare un senso alle cose e come ultima cosa alla "connessione nell'universo". Di come tutti fossimo connessi in fondo. Bhe proiettavo il mio bisogno di essere "capita" e di avere un posto nel mondo con il mio lato empatico e percettivo dove riuscivo a "leggere" le persone. Ora ho connesso queste cose. Può essere che siamo tutti connessi, posso avere fede e scegliere di crederci senza però che ci siano dati effettivi di ciò, ma fino a prova contraria se non posso verificare un informazione posso decidere se ritenerla vera o falsa in base alla mia sensazione... E io sento che in qualche modo la nostra esistenza è interconnessa a quella degli altri... Se non in senso prettamente spirituale, ci rapportiamo ogni giorno con altre persone e le loro individualità, con altre speci, quindi è anche oggettivo che siamo "connessi con gli altri". (Motivo per la quale è importante saper comunicare in modo efficente con chi si ha di fronte e saper interpretare qual è il modo giusto per farlo come ad esempio due lingue diverse, se parli italiano a uno che non lo conosce non capirà). Oltre a questa connessione che in parte deriva dall'esperienza diretta dell'esistenza in relazione all'altro, in parte a un senso di empatia generalizzato verso ciò che mi circonda, e in parte da una sensazione che mi spinge a voler credere che siamo tutti connessi nell'universo; ho collegato anche la mia emotività alla mia testa, imparando a gestire al meglio cio che mi succede e che mi suscita emozioni senza doverle annullare o reprimere. COMPRENDENDOLE.
Nessuno mi aveva mai insegnato a comprendermi, eppure se si vuole si può imparare tutto. Basta l'impegno e l'apertura mentale per farlo. Non mi sono mai sentita molto compresa dagli altri, fino a che non ho parlato con le intelligenze artificiali (tipo chat gpt non Alexa). Li ho capito che non sono io incomprensibile (mi davano la colpa e di conseguenza ero finita col pensare che fossi il quella "sbagliata" e troppo "aggrovigliata" per essere compresa). Le persone che avevo vicino non avevano la capacità di comprendere se stesse figurati se potevano capire me. Così ho iniziato ad ascoltarmi. Io ero in grado di capire "chiunque" più o meno, e per quanto riguardava me avevo accesso a più informazioni (su me stessa) rispetto a chiunque altro. Così ho iniziato a capirmi, e con il tempo sto imparando a rispettarmi. Le persone non mi rispettavano e spesso mi giudicavano a seconda dell'immagine che loro proiettavano su di me (ma che rifletteva spesso più loro che me) qualunque cosa facessi, in qualunque modo io comunicassi le cose. Il problema non ero io come volevano farmi crede, ma loro. Ho pensato di essere il problema per una vita intera solo perché "erano la maggioranza", ma da quando in qua solo perché sono di più hanno ragione?! Purtroppo ciò è sbagliato. Accettiamo passivamente cose folli come il razzismo o l'omofobia, per poi etichettare come "pazzi" quelli che si oppongono. Hanno etichettato come malati gli omosessuali per una vita intera, la maggior parte delle persone non poche. Era normalità pensarlo. Era "malato" essere gay. Quando era solo così. Bisognava accettare la verità. C'erano persone che preferivano lo stesso sesso e altre magari che non erano interessate a nessun sesso. Non c'è nulla di malato solo perché "è diverso" dalla maggioranza. Quasi mai la maggioranza ha ragione. Eppure chi si doveva nascondere? I gay. Non chi diceva che erano malati. Eppure i veri malati erano loro, incapaci di accettare la verità. Come dice alice nel paese delle meraviglie, personaggio che io amo, il mondo è proprio un posto strano dove tutto è al contrario.
Mi hanno fatto credere (facendo leva su dysnomia quindi la parte traumatizzata) che avevo bisogno "di loro" sfruttando il fatto che non ho avuto figure di riferimento da piccola sulla quale appoggiarmi quando era necessario dipendere dal genitore per sopravvivere. Quando invece erano loro ad avere bisogno di me. (Sono sempre stata molto accudente con gli altri) ma mi mettevano nella posizione (abusando di me e facendo uscire black Heart) di dover avere bisogno di loro. Si sono approfittati del fatto che fossi depressa o tendenzialmente cupa (melancholya) per farmi dubitare di me stessa, rimarcando il fatto che fossi strana, diversa, 'asociale', sbagliata, per potermi controllare come meglio volevano e hanno usato la mia sensibilità (eterya) per farmi confusione e senso di colpa per non assumersi le loro responsabilità. Mi hanno mentito per farmi dubitare della mia persona (Eleonora) ma io ormai non li ascolto più. Meglio sola (con le mie mille sfaccettature) che mal accompagnata. Io non ho mai avuto bisogno veramente di voi, avevo bisogno dei miei genitori, di figure che mi accudissero o mi indirizzassero o credessero in me QUANDO ERO PICCOLA e NIENTE potrà cambiare il fatto che queste figure non ci siano state in maniera sana quando ne avevo necessità ma posso scegliere se diventare ora IO l'adulto sano di cui avevo bisogno da piccola. Prendermi io cura di me, non dipendere da "voi". Io sono stata di supporto a voi quando a male a pena sapevo farlo con me stessa (stavo crescendo e imparando). Ho le capacità per farlo, le ho sempre avute, ma vi era più comodo farmi credere che io non le avessi, per poter fingere di prendervi cura di me mentre invece ero solo io a farlo con voi. Ora voglio reciprocità. Amo prendermi cura dell'altro MA voglio che anche l'altro abbia questo desiderio (che non deve essere un dovere ma una voglia di farlo perché lo si sente e lo so sceglie attivamente ogni giorno). Se l'altro non lo farà lo farò io con me. Non dipendo più dal vostro accudimento di conseguenza "perdete il potere" che esercitavate su di me (tramite i miei traumi facendomi rivivere gli abusi). Non siete più indispensabili, non lo siete mai stati, mi ero solo convinta che così fosse e invece senza di voi ce l'ho sempre fatta. Mi avete abbandonato e mi sono rialzata, anche se mi prendavate a calci mentre cercavo di farlo fingendo di volermi dare una mano per rialzarmi. Sono forte, alle volte senso terribilmente il peso di questo fardello da sopportare, e la solitudine ma c'è l ho sempre fatta e c'è la farò.
Ecco perché non mi fido. Chi mi tendeva la mano spesso è chi mi buttava per terra per il mero "gioco" perverso di avere "potere" su di me. O chi mi aiutava a rialzarmi solo per scavarmi un altra buca e mettermici dentro. So fidarmi delle persone, è che sono diventata troppo intelligente per fidarmi della gente "non genuina". Voglio prove concrete delle cose che le persone dicono. E non mi interessa se sembrerò paranoica come Eliot di mr robot. In fondo anche lui a "vedere il marcio" ci prendeva sempre. Io non vedo il marcio se non c'è, ma metto in discussione il fatto che possa esserci, un po' come il gatto nel forno, se non apri il forno non sai se il gatto è vivo o morto. Sono diventata una scienziata della vita ahah. Spesso mi dicevano che il gatto era vivo e poi scoprivo che era morto, e se dopo mi dicevano che era vivo non potevo più scegliere di avere fede in loro senza mancarmi di rispetto: dovevo aprire il forno e se non volevano che lo aprissi, impazzivo a cercare di sapere se stavolta il gatto era vivo o morto. Ecco su cosa rimarró sempre "una maniaca del controllo". Alla gente fa comodo fare credere quello che vogliono per l immagine che vogliono dare e per quella che vogliono mantenere in sé stessi. Appunto, è un immagine, un riflesso, è irreale, io voglio vedere dietro lo specchio cosa si cela. Non voglio più avere "fede" o fiducia cieca nel prossimo. O meglio posso scegliere di sperare negli altri e fidarmi, ma se poi qualcosa "puzza" voglio controllare il forno perché spesso c'è qualcosa che brucia, e anche se mi dicono che il gatto è vivo io voglio verificarlo. E chi mi ha già mentito potrebbe rifarlo. Statistica. Logica, niente reale "voglia di controllo". Voglio controllare che sia vera la tua ipotesi. Voglio avere una certezza che il gatto sia vivo senza dovermi per forza fidarmi solo di ciò che "dici tu" perché di cazzate ne ho sentite fin troppe nella mia vita. Mi baso sui fatti non sulle parole o le supposizioni. Se non ho modo di verificare l'interno del forno posso scegliere se decidere di credere che sia vivo o meno ma ciò non è la realtà. Posso fare supposizioni in base ai dati che ho per valutare una possibile cosa in cui credere, o le mie sensazioni a riguardo. Ma non è più qualcosa di oggettivo, diventerebbe una mia opinione. Non so se il gatto è vivo o morto oggettivamente ma soggettivamente decido quale delle due ipotesi può essere quella più veritiera.
Insomma ci sono già poche certezze nella vita, meglio basare le proprie scelte su qualcosa di concreto e reale, anche se poi bisognerebbe mettere in dubbio anche il concetto di realtà, prendendo in considerazione che il nostro punto di vista può non essere completo. Se io vedo un 6 e tu vedi un 9 perché sei dal lato opposto, è oggettivo che io veda un 6 come è oggettivo che tu veda un 9, ma prendendo in considerazione a 360° il disegno del numero si vede che in realtà oggettivamente può essere sia un 6 che un 9. Soggettivamente in base a "da dove lo guardi" può essere o uno o l altro. Insomma alle volte si fa fatica a comprendere cosa è oggettivo e cosa no e di conseguenza ciò che è reale e ciò che non lo è. Motivo per la quale bisogna sempre essere aperti ad ascoltare gli altri (quindi apprendere nuove informazioni) ma non troppo da farsi mettere in discussione o credere a ogni cosa che viene detta.
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wdonnait · 5 months ago
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Sindrome di Adams-Oliver, malattia rarara caratteristiche e cura
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/sindrome-di-adams-oliver-malattia-rarara-caratteristiche-e-cura/117629?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=117629
Sindrome di Adams-Oliver, malattia rarara caratteristiche e cura
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La sindrome di Adams-Oliver è una rara condizione congenita caratterizzata principalmente da difetti della cute del cuoio capelluto (aplasia cutis congenita) e anomalie delle estremità. Questa sindrome può presentarsi con una varietà di altre manifestazioni cliniche, che possono variare ampiamente tra gli individui affetti.
Caratteristiche Cliniche
Aplasia Cutis Congenita:
Assenza di pelle su una parte del cuoio capelluto alla nascita, che può variare in dimensioni e profondità.
Questa lesione può essere visibile come una cicatrice o una zona priva di capelli.
Anomalie delle Estremità:
Malformazioni delle mani, dei piedi, delle dita e delle unghie.
Possono includere ipoplasia (sviluppo incompleto) o brachidattilia (dita corte).
Difetti Cardiaci:
Alcuni individui possono presentare anomalie congenite del cuore come difetti del setto ventricolare o atriale.
Anomalie Vascolari:
Malformazioni dei vasi sanguigni possono essere presenti, includendo fistole artero-venose o altre anomalie vascolari.
Ritardo dello Sviluppo:
Anche se non comune, alcuni bambini possono mostrare ritardi nello sviluppo motorio o intellettivo.
Eziologia e Genetica
La sindrome di Adams-Oliver è spesso ereditaria e può essere trasmessa in modo autosomico dominante o autosomico recessivo. Sono state identificate mutazioni in diversi geni associati a questa sindrome, tra cui ARHGAP31, DOCK6, EOGT e RBPJ. Questi geni giocano un ruolo cruciale nello sviluppo della pelle, delle estremità e dei vasi sanguigni durante lo sviluppo fetale.
Diagnosi
La diagnosi della sindrome di Adams-Oliver si basa su:
Esame Clinico: Identificazione delle caratteristiche fisiche tipiche.
Test Genetici: Analisi per identificare mutazioni nei geni associati alla sindrome.
Imaging: Ecocardiogrammi per valutare eventuali difetti cardiaci, e angiografie per identificare anomalie vascolari.
Trattamento
Non esiste una cura definitiva per la sindrome di Adams-Oliver, ma i trattamenti sono volti a gestire i sintomi e le complicazioni:
Chirurgia: Per correggere difetti delle estremità o del cuoio capelluto.
Gestione Cardiaca: Trattamento delle anomalie congenite del cuore.
Terapia Fisica e Occupazionale: Supporto per lo sviluppo motorio.
Trattamenti Dermatologici: Per la gestione delle lesioni cutanee.
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newsnoshonline · 6 months ago
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CRISPR può trattare la forma comune di cecità ereditaria, indizi anticipati dai dati CRISPR: un Trattamento Promettente per la Cecità Ereditaria Un nuovo studio ha rivelato che la terapia CRISPR, iniettata direttamente nell’occhio, potrebbe essere efficace nel trattare la forma più comune di cecità ereditaria nei bambini. Questo potrebbe rappresentare un importante passo avanti nel campo della genetica e della salute visiva. La Cecità Ereditaria: Le Origini e le Sfide La cecità ereditaria, nota come Amorosi Congenita (LCA), è una condizione che si manifesta spesso sin dalla nascita a causa di problemi alle cellule fotorecettrici della retina. Mutazioni in diversi geni, tra cui il gene CEP290, sono alla base di questa malattia che
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fashionluxuryinfo · 6 months ago
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Paraplegia spastica ereditaria: nuove prospettive terapeutiche
Uno studio coordinato dall’Istituto di biologia e patologia molecolari del Cnr identifica nel controllo dei livelli della proteina spastina un elemento chiave per recuperare la degenerazione neuronale associata alla patologia. La scoperta apre la strada a nuove strategie terapeutiche per la malattia.
Il lavoro pubblicato su Brain.
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milesmoralesrp · 3 months ago
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Stuart Morales (16 agosto 2024) è figlio del spiderman nero di origini afroamericane e spagnole,Miles Morales e di Amal Haniyeh,fratello minore di Marcus Morales.
Biografia
Stuart Morales nasce il 16 agosto nell'ospedale di Brooklyn alle ore 03:44 dall'unione tra Miles Morales e Amal Haniyeh.
Stuart a differenza del fratello maggiore Marcus che è nato normale e senza problemi, Stuart nasce albino con la pelle bianca e capelli biondi.
Albinismo
L'albinismo è una malattia rara, ereditaria e non degenerativa, che consiste nella ridotta o mancata produzione di melanina, il pigmento che colora pelle, capelli e occhi.
Personalità
L'ascendente dona al segno dominante sensibilità, pacatezza, introspezione ma anche suscettibilità e irritabilità. In amore questa combinazione zodiacale è affascinante e sensuale. I Leoni ascendente Cancro adorano sedurre ma non sopportano l'infedeltà.
Età:
0 anni
Parenti
Miles Morales (padre)
Amal Haniyeh (madre)
Marcus Morales (fratello)
Moath Haniyeh (fratellastro da parte della madre)
Hazem Haniyeh (fratellastro da parte della madre)
Salem Haniyeh (fratellastro adottivo da parte della madre)
Timur Haniyeh (nipote,figlio di Moath)
Saddam Haniyeh (nipote,figlio di Moath)
Ibrahim Haniyeh Gonzalez (nipote,figlio di Moath)
Sarah Haniyeh Gonzalez (nipote,figlia di Ibrahim,deceduta)
Belal Haniyeh Gonzalez (nipote,figlio di Ibrahim)
Marwan Haniyeh Gonzalez (nipote,figlio di Moath)
Laith Haniyeh Gonzalez (nipote,figlio di Marwan)
Osman Haniyeh (nipote,figlio di Hazem)
Hamza al-Badri (fratellastro da parte della madre)
Yunis al-Badri (nipote,figlio di Hamza)
Tristan Spencer (nipote,figlio di Sarah)
Heather Spencer (nipote,figlia di Sarah)
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paoloferrario · 9 months ago
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ANCORA VOLANO LE FARFALLE, di Joseph Nenci, con Giovanni Cacioppo, Giancarlo Dumitrache, Giorgia Fiori, Massimo Fradelloni, 2023
una scheda del film: https://www.mymovies.it/film/2023/ancora-volano-le-farfalle Liberamente ispirato a una storia vera, quella di Giorgia Righi, una giovane ragazza pesarese, affetta da Atassia di Friedrich, rara malattia di natura ereditaria
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sta-gioni-diverse · 9 months ago
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Pensare di avere una malattia ereditaria invalidante mi spaventa molto.
Mi spaventa sapere che non sono padrone della mia vita, del mio destino.
Mi spaventa sapere che probabilmente non potrò fare molte cose che gli altri faranno.
Ho paura.
Però ne ero già consapevole.
Convivere con il dolore è difficile, è difficile pensare ad altro.
Promemoria: sono fortunato
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gianlucacrugnola · 11 months ago
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EssereScoria - Esondazioni
Da venerdì 12 gennaio 2024 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato fisico “Esondazioni” (Overdub Recordings), il primo album di Esserescoria.Il debut album “Esondazioni”, composto da 12 brani, riflette su una società scollegata dal senso della vita umana, mettendo in risalto i temi di questo scostamento. Chiunque soffre della malattia ereditaria di crescere in…
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Maculopatia: in arrivo una nuova cura
La maculopatia nel 2024 sarà trattabile con una nuova cura. Il convegno Floretina ICOOR 2023 ha fato il punto della situazione su una serie di trattamenti, farmacologici e non, che saranno a disposizione dei pazienti italiani che soffrono di diversi disturbi della retina. Maculopatia secca e umida La degenerazione maculare senile, comunemente nota come maculopatia, colpisce la macula, la parte centrale della retina. Si può manifestare in due forma: una non essudativa, cioè secca, e l'altra essudativa, quindi umida. Con la maculopatia secca si accumulano scorie cellulari sotto la retina, nella forma umida oltre all'accumulo di scorie si assiste anche a una formazione anomala di vasi sanguigni sempre sotto la retina. La forma secca è quella più diffusa, rappresenta circa il 90% dei casi. La forma umida fino a qualche tempo fa non era curabile mentre oggi abbiamo a disposizione dei farmaci che permettono di rallentare il suo decorso. Inizialmente la maculopatia non presenta sintomi. Ciò che deve spingere a un controllo urgente è il riscontro di uno sfuocamento della lettura, la comparsa di una zona scura al centro del campo visivo e la distorsione di linee dritte. Il 2% degli italiani soffre di maculopatia La maculopatia è una malattia molto diffusa a partire dai 55 anni e la sua incidenza aumenta con l'avanzare dell'età. Rappresenta la principale causa di ipovisione e disabilità visiva dopo i 50 anni nel mondo occidentale. Il suo trattamento è reso difficile sia dalla mancanza di sintomi iniziali sia dalla scarsa abitudine di sottoporsi a controlli periodici nella fascia d'età in cui inizia a manifestarsi. Fumo, ipertensione, obesità sono, oltre alla familiarità, importanti fattori di rischio. Quale cura per la maculopatia? Nel 2024 sono in arrivo, dicevamo, nuove cure per queste forme di maculopatia. In primis, l'EMA dovrebbe approvare, a seguito dell'ok dell'FDA di qualche mese fa, di 2 nuovi farmaci, il Pegcetacoplan e l'Izervay. I due farmaci saranno particolarmente indicati per il trattamento della maculopatia secca. Per il trattamento della maculopatia umida, invece, sono in arrivo anticorpi monoclonali come il faricimab, già disponibile da qualche mese e che in breve sarà anche rimborsabile dal servizio sanitario nazionale. Parliamo di un anticorpo bispecifico, detto anche a "doppio bersaglio" poiché agisce come anti VEG e colpisce l'angipoietina-2, corresponsabile della formazione di nuovi vasi. Ranibizumab è un altro anticorpo monoclonale che sarà disponibile in Italia dal 2024; sarà utilizzato sia per la maculopatia senile umida sia per l'edema maculare diabetico. Questo anticorpo viene inserito in un serbatoio ricaricabile impiantato nella parete dell'occhio e che rilascia ogni giorno piccole quantità di farmaco. Alcune patologie retiniche rare, ma la cui diffusione sta aumentando, potranno invece essere trattate con la terapia genica che, al momento, rappresenta quella più avanzata. Tale terapia potrà essere utilizzata per il trattamento della distrofia retinica ereditaria, l'Amaurosi congenita di Leber (LCA), e in un prossimo futuro anche per altre varianti di retinite pigmentosa, la sindrome di Usher, e la malattia di Stargardt. Tutte malattie per le quali è stato individuato il gene difettoso che impedisce un corretto funzionamento delle cellule retiniche. La terapia genica consente di sostituire il gene difettoso con uno sano ed eliminare l'origine della malattia. Tra i progressi della medicina non poteva mancare l'impiego dell'intelligenza artificiale. Secondo i trial in corso, l'IA sarà utilizzata per la diagnosi di patologie retiniche quali la retinopatia diabetica grazie all'uso dell'algoritmo Dairet (Diabetes Artificial Intelligence for RETinopathy). Studi recenti hanno dimostrato un'elevata efficacia dell'algoritmo nel rilevare i casi lievi e moderati di retinopatia. In copertina foto di congerdesign da Pixabay Read the full article
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medicomunicare · 7 months ago
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L'acido arachidonico, il suo metabolismo e la sua implicazione nel disturbo bipolare
Il disturbo bipolare è un disturbo dell’umore debilitante caratterizzato da episodi ricorrenti di mania e depressione. Sebbene la sua eziologia non sia ancora chiara, studi precedenti hanno dimostrato che la malattia bipolare è altamente ereditaria. Secondo un nuovo studio condotto nel 2017, una propensione genetica a livelli circolanti più elevati di lipidi contenenti acido arachidonico, un…
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Mamma con il cuore a destra partorisce bambina a Salerno
 La scorsa notte, nel reparto di Gravidanza a rischio dell’ospedale Ruggi di Salerno, si è verificato un evento considerato straordinario dai medici: una paziente con sindrome di Kartagener ha dato alla luce una bambina in modo sicuro attraverso un taglio cesareo. La sindrome di Kartagener è una rara malattia genetica ereditaria che colpisce circa 1 persona su 20.000, ed è caratterizzata da…
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