#ma in sostanza
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spettriedemoni · 8 months ago
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Veramente è stata la ragazza la prima ad intromettersi nell'opinione altrui e poi non dà diritto di replica, non so se non sia arrivato l'ask o se fa favoritismi dicendo poi però che gli altri hanno la convinzione di avere l'oro in bocca, quando si parlava di pareri assolutamente soggettivi. Questa presunzione di dare della cazzata stratosferica a qualsiasi parere che non si accorda con l'altro anche meno e per giunta l'anon potrebbe andare a prendere il biberon della mamma, invece di fare il saputello e intromettersi in discussioni che non gli riguardano. E venne il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò.
Ti spiego perché il tuo ragionamento è fallace: se scrivo un post e tu poi mi scrivi una tua opinione, la prima non essersi fatta i fatti propri sei tu. Ti è chiaro fin qui?
Nella fattispecie il tuo parere è dettato da una presunzione non supportata dai fatti perché non sai a cosa si riferisce il mio post. Semplicemente hai dato per scontato che si riferisse a una relazione clandestina che avrei chiuso. Cosa ti fa credere di avere ragione? Nulla, perché non hai uno straccio di prova (oltre al fatto che non è così). Se mi riferissi a una situazione di altro tipo ed in altro ambito? Non ci hai pensato, vero?
Vedi cara: non sai nulla di me se non quello che io decido di mostrare qui sopra. Certi dettagli della mia vita li tengo fuori e mi va benissimo così.
Se tu vuoi farti film mentali e leggere tra le righe cose che non ho scritto, liberissima di farlo. Però pure gli altri sono liberissimi di dirti che dal loro punto di vista è una stronzata ciò che sostieni.
Quanto alla “ragazza”: si chiama @goolden e portale rispetto perché è molto più in gamba di te.
Se non ti ha risposto è perché ha altro da fare, qualcosa di più importante che risponderti ed assecondare questa tua voglia di apparire, come fossi una del pubblico di Uomini e Donne.
Se anche non ti rispondesse perché non ha voglia, non deve certo giustificarsi con te visto che il blog è il suo e decide lei cosa mettere o meno, non credi?
Siete in disaccordo sul discorso di base quindi qualsiasi cosa vi diciate rimarrete nella vostra rispettiva posizione. Che senso ha allora continuare a scriverle?
Probabilmente per la tua voglia di apparire. Una cosa abbastanza insensata visto che hai scelto l’anonimo.
Buona giornata e buon week end mia cara, stammi bene.
Ps:
“… intromettersi in discussioni che non LO riguardano” non GLI, impara l’italiano almeno!
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(ma poi non è vero, il tuo cuore lo tratterei benissimo, sono altre le cose di te che strapazzerei)
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deathshallbenomore · 2 years ago
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essere più ghei del solito mi ha quasi fatto venire la febbre. ho perso la corsa della vita a causa di quella robaccia
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phjlavtia · 1 year ago
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a girl can't even fuck up in peace anymore
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lovelyjollyrunaway · 1 year ago
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Cosa rispondere a chi sostiene che sei un troll.
ANALFABETISMO FUNZIONALE E DOVE TROVARLO.
Il caso: Barbara (@memole73)
RISPOSTA (DA OFFIRE). Ecco: il "solito" analfabeta funzionale che quando non è in grado di formulare un'adeguata risposta, se viene fuori con discorsi di "trollaggio" e "troll".
Il messaggio di Ivana Glam, qui sotto, si riferisce ad un comportamento che non rientra nella deontologia medico/scientifica: l'account Twitter Pierina La Peste (@nonsolopierina) è stato colto - pur essendo dedito alla "divulgazione scientifica" - a fare pubblicità all'alcool (nello specifico, vino), nota droga e sostanza tossica che miete migliaia di vittime all'anno, direttamente e indirettamente. 
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L'account si proporrebbe, con vari messaggi, di promuovere comportamenti salutari, come la vaccinazione; ma qui vediamo, dalla conversazione, che la realtà è opposta.
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Barbara (@memole73), invece di approvare la denuncia di mancanza di deontologia medica (di @nonsolopierina) esposta da terzi, chiede di "sparire".
(rif: https://twitter.com/memole73; https://twitter.com/memole73/status/1665745469748789254?s=20)
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Questa è la risposta offerta da "Pierina" al messaggio in cui le si faceva presente che la tazza da lei esposta promuove l'amore per l'alcool; esiste quindi piena incoerenza in un account che si proporrebbe di promuovere la salute; in realtà, usa la scienza per fare bullismo sui social.
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Inoltre, l'account "Pierina" difende chi, da ricercatore, chiami terzi "metastasi" (Maurizio Scaltriti).
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Essere un ricercatore proprio in campo di tumori, non può in alcun modo giustificare il ledere l'altrui dignità, chiamando una persona metastasi, come Maurizio Scaltriti ha fatto, pubblicamente, in suo scritto recente.
Sta di fatto, che l'account "Pierina la Peste" (@nonsolopierina), non è salutista, ma promuove in varie forme il consumo di alcool (che è droga, sostanza tossica); pertanto, qualsiasi posizione medico scientifica provenga da tale account è inattendibile.
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ambrenoir · 2 months ago
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🐝🐝🐝
📒 Lo sapevi che un cucchiaio di 🍯 miele è sufficiente per mantenere una persona in vita per 24 ore?
📒 Lo sapevi che una delle prime monete al mondo aveva il simbolo di un'ape?
📒 Lo sapevi che il miele contiene enzimi vivi?
📒 Lo sapevi che questi enzimi muoiono a contatto con un cucchiaio di metallo?
▪️ Il modo migliore per mangiare il miele è con un cucchiaio di legno; se non ne hai uno, utilizza un cucchiaio di plastica.
📒 Lo sapevi che il miele contiene una sostanza che aiuta il cervello a funzionare meglio?
📒 Lo sapevi che il miele è uno dei pochi alimenti al mondo che può sostenere la vita umana da solo?
📒 Lo sapevi che le api hanno salvato molte persone dalla fame in Africa?
📒 Lo sapevi che il propoli prodotto dalle api è uno degli antibiotici naturali più potenti?
📒 Lo sapevi che il miele non ha una data di scadenza?
📒 Lo sapevi che i corpi dei più grandi imperatori del mondo furono sepolti in sarcofagi d’oro e poi ricoperti di miele per evitare la decomposizione?
📒 Lo sapevi che il termine “Luna di miele” deriva dall’usanza degli sposi di consumare miele per favorire la fertilità dopo il matrimonio?
📒 Lo sapevi che un'ape vive meno di 40 giorni, visita almeno 1000 fiori e produce meno di un cucchiaino di miele, ma per lei è il lavoro di tutta una vita?
Grazie, preziose api..! 🐝
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angelap3 · 2 months ago
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Sono vissuto negli anni '60 e, guardando i ragazzi di oggi, posso dire che sono felice di essere nato in quegli anni. Non c’era il cellulare, Facebook, Twitter e quando dovevamo vederci per giocare citofonavamo a casa del nostro amico e chiedevamo alla sua mamma se poteva scendere a giocare. Non avevamo bisogno di abiti alla moda firmati tanto li sporcavamo ogni giorno.
Ci emozionavamo per un bacio sulla guancia. Costruivamo capanne con tutto quello che trovavamo, giocavamo al ‘cuoco’ in giardino con terra e fiori. La fantasia era tutto. Non avevamo videogiochi, solo bambole e palloni. Vinceva chi lasciava la scia più lunga sgommando con la bicicletta. Quando iniziava a fare buio sapevamo che dovevamo rientrare senza che nessuno ci avvisasse.
Eravamo piccoli ma non ci fingevamo grandi, né vedevamo l’ora di diventarlo.
Vivevamo in un mondo dove la sostanza contava molto più dell’apparenza, dove non si pubblicavano le foto dei pranzi su Facebook ma li gustavamo assieme alla nostra famiglia, perché la famiglia era tutto. I baci li davamo davvero, non mettevamo le faccine su una bacheca e i "ti voglio bene" erano sinceri. Era più sostanza, non apparenza.
Roberto Vecchioni
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vadaviaaiciap · 3 months ago
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In sostanza, un cittadino ITALIANO (lo ribadiamo perchè tutti i giornali lo stanno precisando, quindi anche noi crediamo che sia importante dirlo) esce di casa con 4 coltelli, vede una donna sola che cammina per strada, gli prende UN RAPTUS e la accoltella. Ma non sa perchè.
Era un bravo ragazzo, viveva in una casa occupata come qualsiasi europarlamentare che si rispetti e ogni tanto minacciava i parenti con un coltello, ma solo come allenamento.
Open ci fa sapere che l'italiano ha ottime doti canore. Quindi cari giudici: vediamo di andarci piano e per questo piccolo incidente non tagliate le gambe al prossimo rappresentante italiano all'Eurovision Song Contest
Prossimamente sulle schede elettorali.
➡️ 🌐  t.me/ArsenaleKappa 🅰️ 💥💥
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gotaholeinmysoull · 1 year ago
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jokes on me perché nessuno mi vuole dato che non so fare nulla
io comunque riflettevo che se seguo davvero solo un paio di lezioni posso tranquillamente lavorare
cioè avrei più tempo per farlo non so come dire
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blogitalianissimo · 5 months ago
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Scusami capisco che non sei google ma vorrei capire più da una prospettiva sud italiana (sono siciliano)
Che cosa é la autonomia differenziata e perché potrebbe peggiorare la situazione al sud? Capisco perfettamente se non vuoi rispondermi quindi non ti preoccupare se non vuoi
Perché con l'autonomia differenziata le regioni tratterranno il loro gettito fiscale, ovvero le entrate che lo Stato (es, le tasse pagate dai cittadini) poteva redistribuire in modo da aiutare le aree più povere del paese. Con l'autonomia differenziata le regioni più povere s'impoveriranno ancora di più, servizi come trasporti, sanità ed istruzione saranno ancora più carenti nel Mezzogiorno.
In sostanza l'autonomia differenziata è spaccare l'Italia in 2, dire apertamente che i poveri fanno schifo e che ci sono italiani di serie A e di serie B.
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anchesetuttinoino · 2 months ago
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🇷🇺🇷🇺 VLADIMIR PUTIN HA COMMENTATO LA PROSPETTIVA DELL'IMPIEGO DA PARTE UCRAINA DI ARMI OCCIDENTALI A LUNGO RAGGIO PER COLPIRE LA RUSSIA:
🗣“Avviene un tentativo di confondere i concetti, qui, infatti, non si tratta di autorizzare o di vietare al regime di Kiev di colpire il territorio russo, cosa che già fa, attaccandoci con droni e altri mezzi. Ma se si tratta di usare armi di precisione a lungo raggio di fabbricazione occidentale, allora la faccenda è del tutto diversa. L'ho già detto e qualsiasi esperto può confermarlo sia nel nostro Paese, sia in Occidente: l'Esercito ucraino non è in grado di colpire coi moderni sistemi di precisione a lungo raggio di fabbricazione occidentale. Non può farlo. Se lo facesse, sarebbe solo grazie ai satelliti che l'Ucraina non possiede. Servono i dati che provengono esclusivamente dai satelliti dell'Unione Europea o degli Stati Uniti, in generale, della NATO. Questo per prima cosa.
🗣Secondo, ed è una cosa molto importante, in sostanza, solo i militari della NATO possono eseguire traiettorie di volo con questi sistemi missilistici. I militari ucraini non possono farlo.
🗣Quindi, non si tratta di permettere o meno al Regime ucraino di colpire la Russia, ma di decidere se i Paesi della NATO sono direttamente coinvolti nel conflitto militare. Se questa decisione verrà presa, non farà che attestere il coinvolgimento diretto dei Paesi della NATO, degli Stati Uniti e dei Paesi europei nella guerra in Ucraina. Il loro coinvolgimento diretto.
🗣E se così stanno le cose, ovviamente, cambia in modo significativo l'essenza stessa del conflitto. Significherebbe che i Paesi della NATO, gli Stati Uniti e i Paesi europei sono in guerra con la Russia.
🗣E, se questo è il caso, considerato il cambiamento dell'essenza del conflitto, noi prenderemo le nostre decisioni di conseguenza, valutando le nuove minacce che questo mutamento implica”.
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falcemartello · 4 months ago
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Il 6 Agosto di 79 anni fa il lancio della prima bomba atomica sul Giappone.
Polverizzarono all'istante più di 70000 persone ed altrettanto morirono per cro negli anni successivi.
Lo ricordiamo oggi come il primo lancio di bombe chirurgiche e democratiche di chi da li a breve penso' che in fondo, lanciarne un'altra, non era poi così disumano perché la pace prima di tutto.
I criminali di guerra USA non dovranno comparire davanti ad un tribunale militare stile Norimberga, non verranno mai giudicati.
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Il Giappone voleva arrendersi. Lo aveva detto chiaramente a più riprese e loro, gli Usa, lo sapevano. Lo sapevano perfettamente!
Ma non gli bastava una resa, a loro non è mai bastato raggiungere l'obiettivo della pace, non gli è mai importato nulla di tutto ciò. Hanno sempre mirato a mostrare al mondo intero uno strapotere militare criminale per i propri vantaggi economici e per riscrivere la storia a proprio piacimento. L'obiettivo è stravincere e umiliare gli avversari spargendo sangue e macerie, soprattutto per dare benzina al motore della propaganda Hollywoodiana, per fare in modo che tutti pensino di essere di fronte al paese perfetto che salva sempre il mondo dai cattivi e che persegue la democrazia per sé e per conto terzi.
Nessuno ancora oggi, almeno nella parte occidentale, chiama le bombe atomiche sganciate a Hiroshima il 6 agosto e a Nagasaki il 9 agosto del 1945 "crimini di guerra". Nessuno in quel pezzo di mondo occidentale ha il coraggio di pronunciare questa frase nonostante siano stati inceneriti in mezzo secondo centinaia di migliaia di civili bambini, donne e anziani Giapponesi che non c'entravano nulla. Il crimine di guerra più atroce della storia pari solo ai crimini di guerra israeliani ai danni dei Palestinesi.
In quel lontano 1945, come dicevamo, il ministro degli esteri Giapponese aveva inviato un messaggio al suo ambasciatore a Mosca. Quel messaggio diceva che volevano far finire la guerra perché ormai si erano resi conto di essere stati sconfitti. In sostanza avevano offerto la resa a patto che l'imperatore non subisse ritorsioni. Cosa peraltro successa anche dopo le bombe atomiche perché gli Usa imposero che l'imperatore diventasse un loro fantoccio. Oltre a questo c'è un'altra cosa altrettanto importante, c'è il Memorandum MacArthur: questo documento riporta ben cinque richieste di resa arrivate agli Usa da alte personalità Giapponesi che agivano per conto dell'imperatore.
Ma agli USA non interessava nulla. Loro dovevano sganciare quelle bombe, bruciare vivi civili e contaminare per le successive generazioni un intero territorio per far vedere al mondo intero, soprattutto alla Russia che era stata già designata come prossimo avversario strategico di avere a disposizione queste armi nucleari. Qualcuno nei ranghi dell'esercito statunitense propose di sganciare le bombe in un'isola remota per evitare una strage. Ipotesi scartata perché quando sei un criminale naturale nato da un genocidio, la cosa più importante è continuare a delinquere. Allora come oggi.
Questa è storia che viene scientemente tenuta nascosta subdolamente. Infatti in nessun libro di storia dei cicli di istruzione nel mondo occidentale la si trova. Intere paginate sullo sbarco in Normandia mentre le bombe atomiche relegate come nota a margine. Esattamente come la battaglia di Stalingrado dove venne sconfitto Hitler per mano del sangue Russo. Ma non può essere cancellata. Bisogna fare in modo che non venga cancellata, costi quel che costi! È necessario coltivare la memoria per non essere fuorviati dalla propaganda che continua a trattarci come degli imbecilli.
Si continua a far credere, con ogni metodo possibile e immaginabile, che ci sia un paese detentore di verità e giustizia. Un paese che si erge e viene eretto a più grande e perfetta democrazia del mondo. Credo che queste siano le bugie più grandi della storia dell'umanità. Ma non perché lo dica io, semplicemente perché i fatti smentiscono categoricamente questa narrazione. Parliamo dello stesso paese che, ed è bene rammentarlo continuamente, a oggi è stato l'unico a sganciare l'atomica. Senza alcuna motivazione. Solo perché avevano deciso così...
GiuseppeSalamone
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mccek · 1 year ago
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Molti dei Millennial sono cresciuti sotto l’effetto di strategie fallimentari di educazione famigliare.
Per esempio, è sempre stato detto loro che erano speciali, che potevano avere tutto quello che volevano dalla vita solo perché lo volevano.
Quindi qualcuno ha avuto un posto nella squadra dei pulcini non perché fosse un talento, ma solo perché i genitori hanno insistito con l’allenatore.
Oppure sono entrati in classi avanzate non perché se lo meritassero ma perché i genitori si erano lamentati con la scuola, per non parlare di coloro che hanno passato gli esami non perché se lo meritassero ma perché gli insegnanti erano stanchi di avere rogne dai genitori.
Ad alcuni hanno dato medaglie di partecipazione per essere arrivati ultimi, una bella medaglia affinché nessuno si dispiaccia.
La scienza comportamentale non ha dubbi: è una svalutazione della medaglia e dei riconoscimenti di chi lavora duramente per ottenere un buon risultato, inoltre fa sentire anche in imbarazzo chi arriva ultimo perché, se ha un minimo di dignità, sa che non se l’è davvero meritata quella medaglia.
Così queste persone sono cresciute con l’illusione che, anche senza sforzarsi troppo, è possibile farcela in qualunque settore.
Allora finiscono l’università, magari a pieni voti e pretendono immediatamente che un tappeto rosso si srotoli sotto i loro piedi, invece sono gettati nel mondo reale e in un istante scoprono che non sono per niente speciali voto o non voto, che i genitori non gli possono fare avere un buon posto di lavoro e figuriamoci una promozione, che se arrivi ultimo non ti danno niente, anzi rischi il licenziamento e, guarda un po’, non ottieni qualcosa solo perché semplicemente lo vuoi.
Non voglio fare ironia, credetemi, né tanto meno sorridere, la faccenda è davvero delicata poiché quando questa persona prende coscienza reale dalla situazione in cui si trova è un momento cruciale perché in un attimo, nell’istante preciso in cui concepisce la verità, l’idea che ha di se stessa va letteralmente in frantumi.
È questo anche il momento in cui si attacca alla sua fonte primaria di dopamina: i social network.
Ciò ci porta ad un altro problema : la tecnologia.
I Millennial sono cresciuti in un mondo fatto di Tik Tok, di Instagram ed altri social, dove siamo bravi a mettere filtri alle cose.
In cui siamo un po’ tutti fuoriclasse a mostrare alla gente che la nostra vita è magnifica: tutti in viaggio ad Ibiza, tutti al ristorante stellato, tutti felici e pimpanti anche se invece siamo tristi e depressi.
Ho letto un’interessante ricerca scientifica, che in sintesi dice che ogni qual volta che riceviamo una notifica sullo smartphone, un messaggio o quant’altro, nel nostro cervello viene rilasciata una bella scarica di dopamina (una sostanza che dà piacere).
Ecco perché quando riceviamo un messaggio è una bella sensazione oppure se da qualche ora non si illumina il cellulare, alcuna notifica, né un messaggio, iniziamo a vedere se per caso non è accaduto qualcosa di catastrofico.
Allo stesso modo andiamo tutti in stress se sentiamo il suono di una notifica e passano più di tre minuti senza che riusciamo a vedere di cosa si tratta.
È successo a tutti, ti senti un po’ giù, un po’ solo, e allora mandi messaggi a gente che forse nemmeno sapevi di avere in rubrica.
Perché è una bella sensazione quando ti rispondono, vero?
È per questo che amiamo così tanto i like, i fan, i follower.
Ho conosciuto un ragazzo che aveva sui 15 anni che mi spiegava quanto tra loro si discriminassero le persone in base ai follower su Instagram!
Così se il tuo Instagram cresce poco vai nel panico e ti chiedi: “Cosa è successo, ho fatto qualcosa di sbagliato?
Non piaccio più?”
Pensa che trauma per questi ragazzi quando qualcuno gli toglie l’amicizia o smette di seguirli!
La verità, e questa cosa riguarda tutti noi, è che quando arriva un messaggio/notifica riceviamo una bella botta di dopamina.
Ecco perché, come dicono le statistiche, ognuno di noi consulta più di 200 volte al giorno il proprio cellulare.
La dopamina è la stessa identica sostanza che ci fa stare bene e crea dipendenza quando si fuma, quando si beve o quando si scommette.
Il paradosso è che abbiamo veri limiti di età per fumare, per scommettere e per bere alcolici, ma niente limiti di età per i cellulari che regaliamo a ragazzini di pochi anni di età (già a 7 o 8 anni se non a meno).
È come aprire lo scaffale dei liquori e dire ai nostri figli adolescenti: “Ehi, se ti senti giù per questo tuo essere adolescente, fatti un bel sorso di vodka!
In sostanza, se ci pensate, è proprio questo che succede: un’intera generazione che ha accesso, durante un periodo di alto stress come l’adolescenza, ad un intorpidimento che crea dipendenza da sostanze chimiche attraverso i cellulari.
I cellulari, da cosa utile, diventano facilmente, con i social network, una vera e propria dipendenza, così forte che non riguarda solo i Millennials ma ormai tutti noi.
Quando si è molto giovani l’unica approvazione che serve è quella dei genitori, ma durante l’adolescenza passiamo ad aver bisogno dell’approvazione dei nostri pari.
Molto frustrante per i nostri genitori, molto importante per noi, perché ci permette di acculturarci fuori dal circolo famigliare e in un contesto più ampio.
È un periodo molto stressante e ansioso e dovremmo imparare a fidarci dei nostri amici.
È proprio in questo delicato periodo che alcuni scoprono l’alcol o il fumo o peggio le droghe, e sono queste botte di dopamina che li aiutano ad affrontare lo stress e l’ansia dell’adolescenza.
Purtroppo questo crea un condizionamento nel loro cervello e per il resto della loro vita quando saranno sottoposti a stress, non si rivolgeranno ad una persona, ma alla bottiglia, alla sigaretta o peggio, alle droghe.
Ciò che sta succedendo è che lasciando ai ragazzi, anche più piccoli, accesso incontrollato a smartphone e social network, spacciatori tecnologici di dopamina, il loro cervello rimane condizionato, ed invecchiando troppi di essi non sanno come creare relazioni profonde e significative.
In diverse interviste questi ragazzi hanno apertamente dichiarato che molte delle loro amicizie sono solo superficiali, ammettendo di non fidarsi abbastanza dei loro amici.
Ci si divertono, ma sanno che i loro amici spariranno se arriva qualcosa di meglio.
Per questo non ci sono vere e proprie relazioni profonde poiché queste persone non allenano le capacità necessarie, e ancora peggio, non hanno i meccanismi di difesa dallo stress.
Questo è il problema più grave perché quando nelle loro vite sono sottoposti a stress non si rivolgono a delle persone ma ad un dispositivo.
Ora, attenzione, non voglio minimamente demonizzare né gli smartphone né tantomeno i social network, che ritengo essere una grande opportunità, ma queste cose vanno bilanciate.
D’altro canto un bicchiere di vino non fa male a nessuno, troppo alcol invece sì.
Anche scommettere è divertente, ma scommettere troppo è pericoloso.
Allo stesso modo non c’è niente di male nei social media e nei cellulari, il problema è sempre nello squilibrio.
Cosa vuol dire squilibrio?
Ecco un esempio: se sei a cena con i tuoi amici e stai inviando messaggi a qualcuno, stai controllando le notifiche Instagram, hai un problema, questo è un palese sintomo di una dipendenza, e come tutte le dipendenze col tempo può farti male peggiorare la tua vita.
Il problema è che lotti contro l’impazienza di sapere se là fuori è successo qualcosa e questa cosa ci porta inevitabilmente ad un altro problema.
Siamo cresciuti in un mondo di gratificazioni istantanee.
Vuoi comprare qualcosa?
Vai su Amazon e il giorno dopo arriva.
Vuoi vedere un film?
Ti logghi e lo guardi, non devi aspettare la sera o un giorno preciso.
Tutto ciò che vuoi lo puoi avere subito, ma di certo non puoi avere subito cose come le gratificazioni sul lavoro o la stabilità di una relazione, per queste non c’è una bella App, anche se alcune delle più gettonate te lo fanno pensare!
Sono invece processi lenti, a volte oscuri ed incasinati.
Anche io ho spesso a che fare con questi coetanei idealisti, volenterosi ed intelligenti, magari da poco laureati, sono al lavoro, mi avvicino e chiedo:
“Come va?”
e loro: “Credo che mi licenzierò!”
ed io: “E perché mai?”
e loro: “Non sto lasciando un segno…”
ed io: “Ma sei qui da soli otto mesi!”
È come se fossero ai piedi di una montagna, concentrati così tanto sulla cima da non vedere la montagna stessa!
Quello che questa generazione deve imparare è la pazienza, che le cose che sono davvero importanti come l’amore, la gratificazione sul lavoro, la felicità, le relazioni, la sicurezza in se stessi, per tutte queste cose ci vuole tempo, il percorso completo è arduo e lungo.
Qualche volta devi imparare a chiedere aiuto per poi imparare quelle abilità fondamentali affinché tu possa farcela, altrimenti inevitabilmente cadrai dalla montagna.
Per questo sempre più ragazzi lasciano la scuola o la abbandonano per depressione, oppure, come vedo spesso accadere, si accontenteranno di una mediocre sufficienza.
Come va il tuo lavoro? Abbastanza bene…
Come va con la ragazza? Abbastanza bene.
Ad aggravare tutto questo ci si mette anche l’ambiente, di cui tutti noi ne facciamo parte.
Prendiamo questo gruppo di giovani ragazzi i cui genitori, la tecnologia e l’impazienza li hanno illusi che la vita fosse banalmente semplice e di conseguenza gliel’hanno resa inutilmente difficile!
Prendiamoli e mettiamoli in un ambiente di lavoro nel quale si dà più importanza ai numeri che alle persone, alle performance invece che alle relazioni interpersonali.
Ambienti aziendali che non aiutano questi ragazzi a sviluppare e migliorare la fiducia in se stessi e la capacità di cooperazione, che non li aiuta a superare le sfide.
Un ambiente che non li aiuta neanche a superare il bisogno di gratificazione immediata poiché, spesso, sono proprio i datori di lavoro a volere risultati immediati da chi ha appena iniziato.
Nessuno insegna loro la gioia per la soddisfazione che ottieni quando lavori duramente e non per un mese o due, ma per un lungo periodo di tempo per raggiungere il tuo obiettivo.
Questi ragazzi hanno avuto sfortuna ad avere genitori troppo accondiscendenti, la sfortuna di non capire che c’è il tempo della semina e poi quello del raccolto.
Ragazzi che sono cresciuti con l’aberrazione delle gratificazioni immediate, e quando vanno all’università e si laureano continuano a pensare che tutto gli sia loro dovuto solo perché si sono laureati a pieni voti.
Cosicché quando entrano nel mondo del lavoro dopo poco dobbiamo raccoglierne i cocci.
In tutta questa storia, sono convinto che tutti abbiamo una colpa, ma che soprattutto tutti noi possiamo fare qualcosa di più impegnandoci a capire come aiutare queste persone a costruire oggi la loro sicurezza e le loro abilità sociali, la cui mancanza rende la vita di questi giovani inutilmente infelice e inutilmente complicata.
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yomersapiens · 3 months ago
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Smettere di dormire per sognare meglio
Sono al nord e mi sto beccando la prima pioggia ufficiale dell'autunno, non perché l'autunno sia già iniziato, certo che no, è che tra una notte insonne e l'altra, è apparso settembre che come ben sappiamo è il mese che citofona e tu vai a rispondere e chiedi "Chi è?" e lui fa la voce strana "Signora, sono l'ultimo spiraglio di estate, mi fa entrare?" e tu gli credi e apri ma quando te lo ritrovi sull'uscio di casa ha fatto ingiallire tutte le foglie, ti sei dovuto mettere un pulloverino e piove, piove tantissimo, piove solo come in autunno piove. Se hai il videocitofono questo problema non si presenta perché gli puoi dire "Eh no caro ragazzo mio, io lo vedo che sei settembre, io mica ti faccio entrare, io voglio godermi ancora un po' di estate" però settembre sa essere davvero convincente "Signora, lo so che mi vede, guardi io volevo solo rinfrescare, mica avevo altre intezioni..." e allora cedi "Va bene ma limitati con la pioggia ché un paio di gitarelle io vorrei ancora farmele!" "Certo signora, non si preoccupi, faccio il bravo!".
Piove e sto in casa. Maledetto settembre. Non so neanche dove stanno gli abiti autunnali. Quest'anno mi sono sbarazzato di un sacco di cose inutili date le alte temperature: i vestiti in lana, i vestiti lunghi, i vestiti in generale e le ore di sonno. Non sto più dormendo e quando dormo sono seminudo. Non un grande spettacolo per la mia famiglia che oramai conosce a memoria i nei sulle mie chiappe e mia madre mi ha anche già prenotato una visita dal dermatologo. Ho eliminato i vestiti perché io in estate voglio mi si vedano non solo i tatuaggi (visto quanto li ho pagati) ma pure le cosce lunghe e quelle zone dove un giorno, quando finalmente attuerò ciò che dico e mi metterò a fare sport, compariranno i muscoli. C'è grande fermento per l'arrivo dei muscoli. Tutti ne parlano (solo alcune tra le mie personalità). Ce la farà? Arriveranno sul serio? Dopo tante promesse, si metterà a fare sport? I bagarini dicono che è più probabile lo stretto sul ponte di Messina rispetto ai miei muscoli post quarantanni di nullafacenza. Dannati bagarini. Hanno ragione.
Ho passato parecchi giorni sul terrazzo del nonno questa estate. Sono scappato da un'altezzosa Vienna e mi sono rifugiato nel caldo abbraccio familiare. Non avevo mai dormito in terrazzo. Da un lato si vede il golfo di Napoli mentre dall'altra parte c'è il mio più acerrimo nemico: il Vesuvio. Colui che se ci penso mi viene male. Ogni tanto gli do le spalle, poi mi giro all'improvviso per coglierlo sul fatto: "Ah! Ti vedo che vuoi eruttare!" urlo indicandolo ma lui niente, dormicchia. Io non voglio che erutti un po' perché non mi piace come la lava rende la mia pelle, ho una pelle delicata io, preferisco una sostanza meno abravasiva e deturpante che non incenerisce. Non mi piace perché poi i miei parenti me li ritrovo a Vienna a chiedere ospitalità e stanno sotto casa e mi citofonano e io non posso fare come faccio con settembre, che cedo alle sue lusinghe, io posto in casa per un centinaio di napoletani non ce l'ho. Io ho le mie piante. Non mi piace perché poi si realizzerebbe quella canzone che mi cantavano fin da bambino, quella che non capivo, quella dove mi domandavo ma perché mai vogliono che un disastro naturale uccida i miei nonnini e ditrugga la loro casuccia? Ora mia nonna non c'è più e il nonno si sta avviando verso la fine, però è uguale io non voglio dare ragione a quelli che hanno reso la mia infanzia una merda.
Mio nonno una volta aveva un migliaio di storie da raccontare. Poi le storie sono diventate cento, poi una dozzina, poi sempre meno. Ora sono le stesse tre storie che alterna spesso unendole alla trama di qualche film che ha visto di recente. Credo che quando si sarà dimenticato pure di queste tre semplicemente sparirà nel nulla, come una tecnologia dimenticata. Come quell'iPod che avete da qualche parte in una scatola in garage senza più batteria ma con una playlist che avete volutamente dimenticato.
Sul terrazzo del nonno si sente di tutto, principalmente si sente la vita. C'è un sacco di gente che vive al sud. Paragonato a casa mia a Vienna dove durante gli anni del Covid ho pensato di essere l'unico umano vivo sul pianeta (ero molto molto solo, non avevo ancora Ernesto e il mio appartamento affaccia su un cortile interno che mi isola da ogni rumore esterno, sento solo il respiro affannato dei vicini quando salgono le scale). A Napoli andavo a dormire verso le 22, alle 23 venivo svegliato dai primi festeggiamenti. Un matrimonio, un battesimo, un gol di qualche squadra di calcio, un gratta e vinci da 5 euro, tutto vale la pena di essere festeggiato. Alle 24 i botti, soprattutto se il gratta e vinci era da 10 euro. Dalle 1 alle 2 un po' riuscivo a chiudere occhio, tra un brano e l'altro della discoteca sul litorale che dubito abbia davvero i permessi per pompare musica a quel volume. Alle 3 silenzio totale, dormivo. Verso le 4 un bambino piangeva, ininterrottamente, forse perché il dj della festa in spiaggia non gli ha messo la sua canzone preferita. Alle 5 attaccava a cantare il primo gallo, poi un altro gallo e infine pure un terzo più distante che desiderava manifestare la sua gallosità chicchiricchiando un motivetto stridente. Cosa urlano i galli? Qualcuno ha mai capito cosa si dicono? Deve essere importante se si sentono in dovere di urlarlo ogni alba. Alle 6 era il turno delle risse tra felini. Io speravo che i miei amici gatti si prendessero la responsabilità di corcare di legnate i galli e invece no, bisticciavano tra di loro. Alle 7 si svegliava mio nipote e quando si sveglia lui nessuno è più autorizzato a dormire. Era compito mio giocarci, dato che tanto ero già sveglio dal giorno precedente. Poco prima mi godevo il cinguettare di alcuni volatili della zona, probabilmente estinti in altre parti del mondo, poco dopo cercavo di spiegargli la differenza tra charmander e squirtle e perché non ha senso un attacco fuoco contro acqua. Mio nipote mi guardava e con la sua vocina tenera mi diceva "Tu zio sei proprio uno scacciafiga" e ha ragione.
Non ho accennato ai pensieri che mi assillano. Quando non scrivo è perché ho troppa roba in testa e ho paura a farla scendere dalle nuvole. Non dormo perché sto cercando di capire cosa fare con la mia vita. Ci provo da quaranta e passa anni ok ma ultimamente sento l'avvicinarsi della fine e questi pensieri sono aumentati. No, non la fine dell'estate, la fine di tutto. Non mi ci vedo a invecchiare. Ho come la sensazione che sarà qualcosa di orribile e inaspettato. Spero solo che sia veloce e indolore anche se ho il sospetto che sarà come le notti insonni di questa estate, praticamente interminabile. Quando conti ogni minuto che passa e in quei sessanta secondi ogni paranoia possibile viene a trovarti il canto dei tre galli partenopei sembra una via d'uscita rassicurante. Non so dove sbattere la testa, vorrei solo vivere sul terrazzo di casa dei nonni per sempre e rimanere cristallizzato nelle mie indecisioni senza che esse feriscano nessuno, senza che nessuno abbia pretese o aspettative. Voglio restare esposto alle intemperie e lasciare che scavino la pelle e facciano solchi tra i tatuaggi e i miei muscoli (in questo scenario io sono davvero forzuto) oppongano resistenza ma poi si lascino andare sciogliendosi come blocchi di cera. Lascio che il muschio cresca sulla mia schiena. Dai piedi si espanda la ruggine. In testa, gli uccelli tropicali della zona ne approfittano per nidificare. Nelle cavità oculari ha scavato la sua tana un topolino. Sulla pancia dormono i gatti che hanno smesso di lottare. Ecco come vedo il mio futuro. Ho deciso di non fare niente e ho lasciato che tutto accada a mio discapito. Essere stati felici è un fardello insopportabile.
Fuori piove, non ha ancora smesso. Le temperature sono in rapido calo. Dell'autunno e poi dell'inverno non mi preoccupa molto né il freddo né tantomeno la diminuizione delle ore di luce. Mi preoccupano le notti. Ancora più lunghe e prive di vita. Senza galli e gatti. Senza discoteche in spiaggia. Senza festeggiamenti e umani rumorosi. Se vince il silenzio, non mi resterà altro che confrontarmi con i miei pensieri. Ancora e ancora. Finché non darò retta a uno di questi pensieri e lo trasformerò in un sogno e poi mi dannerò per realizzarlo e quando ci sarò riuscito mi incazzerò per esserci cascato di nuovo. Ancora a fare quello che ti dice la testa. Ma quando imparerai e ti deciderai a bombardarti di sonniferi.
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fatticurare · 1 month ago
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In sostanza questo è più o meno quanto gli americani stanno cercando di organizzare con gli ucraini. Gli europei NON l'hanno capito [e te pareva, visto le nullità al potere], sono ancora fermi all'idea che “Putin debba perdere, che significherebbe che Kiev debba vincere”.
Ma gli Stati Uniti non potranno più defilarsi dal conflitto per procura contro la Russia "sconfitti senza aver perso". La guerra finirà solo dopo la liquidazione dell'Ucraina come Stato, ovvero con la vittoria schiacciante della Russia. Fino ad allora, la guerra continuerà.
Per "perdere senza perdere", gli Stati Uniti negano in ogni modo possibile la loro partecipazione alla guerra per procura, che essi stessi hanno pianificato per anni ben prima dell’avvio della SVO, dichiarando di fornire solo "aiuti" all'Ucraina.
Pur di negare l’evidenza, Washington ricorre alla narrazione completamente distorta dei fatti, con amnesie selettive e propaganda tragicomica, oltre che alla censura delle fonti “non allineate” ai pazienti del reparto di psichiatria criminale dell’amministrazione americana.
Gli americani hanno dimenticato da tempo l’intenzione di infliggere una sconfitta strategica alla Russia. I tentativi di organizzare una sorta di tregua non porteranno a nulla se non al proseguimento del conflitto fino a quando la Russia non avrà ottenuto la vittoria totale.
Jacques Baud è un ex colonnello capo di Stato Maggiore ed ex agente dei servizi segreti svizzeri. Esperto di armi chimiche e nucleari, Jacques Baud è specializzato in questioni russe ed europee, con impieghi presso la Nato e le Nazioni Unite.
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futurirubati · 3 months ago
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Ti scelgo e riscelgo
a ogni risveglio
ogni passo
ogni respiro
dopo ogni silenzio
attraverso ogni difficoltà
nonostante ogni timore.
Forse perché
siamo tessuti della stessa sostanza
intrisi della stessa nostalgia
nati dallo stesso dolore
bagnati dalla stessa luce
folli della stessa gioia.
L'amore non ha spiegazioni
ma risponde a tutto.
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