#ma in realtà un po' soffro
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.. :(
#fingendo che questa cosa qui mi lasci indifferente#ma in realtà un po' soffro#sarò una vedova di questi due qui 💔#dusan vlahovic#federico chiesa#juventus
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Io amo la mia migliore amica infinitamente, più di quanto io ami me stessa, ma possiamo ammettere il fatto che se tu sai che io soffro il fatto che mi vedo più brutta di Salvini ubriaco in spiaggia a prendere il sole e che prima o poi mi piacerebbe ricevere un determinato tipo di attenzione e tu, che sei tutto tranne che brutta, non fai altro che fingere di lamentarti del fatto che ricevi quella particolare attenzione, quando in realtà sappiamo bene che ti fa piacere perché hai l'ego smisurato, sei un po' un'amica di merda?
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ho questo libro, La scienza dei santi, di cui non ho ancora letto una pagina. e già solo il fatto di averlo crea in me un certo smarrimento. ricordo di quando piansi in chiesa pregando (chi?) di sentire la fede, di avere un po' di forza. vorrei incamminarmi, ma ancora non riesco. ieri ho mangiato tutto il giorno, vomitato due volte, stanchissima e sudata, fallendo tutta la santità la grecità l'antichità in cui credo. è vero che non mi piaccio. che mi trovo brutta, grassa, ma maggiormente soffro dell'ascetismo che non riesco a compiere. della salubrità, della tempra che castro.
ultimamente ho considerato l'idea di farmi monaca. forse ho solo bisogno di sublimare, forse ho solo bisogno di disciplina, ma quest'idea non mi abbandona da un po', ossia da quando, uscita dalla nigredo alchemica, ho smesso di odiare l'umanità.
ho capito di non amare nessuno a parte il sangue del mio sangue. e quando ho dichiarato di amare, ho in realtà amato la mia virtù. sono su una strada da sola. sono su una strada da sola. tutti parlano con me, nessuno mi chiede mai come sto.
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Ciao, perdona la domanda (se non ti va di rispondere puoi anche ignorarla): non lavorando, ti prendono mai delle crisi per questa cosa? A me delle volte capita di perdere il contatto con la realtà e mi passa la voglia di uscire anche solo per cercare di non pensare alla mia situazione di precarietà. Tu riesci a “farti andar bene” questa cosa?
Al momento sto facendo il servizio civile. Prima mi pesava molto la situazione perché la mia disoccupazione era dovuta alla mia ansia sociale. Iniziare il scu per me è stata una scommessa enorme ma almeno ho iniziato ad approcciarmi al mondo del lavoro, dei colleghi, dei clienti. Ci sono momenti in cui soffro ancora molto questa sovraesposizione sociale, ma sto imparando a gestirla. Ho cambiato anche approccio mentale nei confronti del lavoro: prima lo vedevo come parte integrante della definizione di una persona, ora è solo un modo per avere un po' di soldi che ti permettano di vivere e fare/avere quello che vuoi.
Io so cosa ho dovuto affrontare per iniziare anche solo un volontariato malpagato, quindi se c'è qualcuno che mi giudica lo considero solo un demente lib che non ha capito un cazzo dalla vita
Poi ok, io ho il privilegio di essere figlia unica, nipote unica, non abbiamo un mutuo da pagare ecc ecc. La mia famiglia è economicamente tranquilla e io sono cresciuta imparando a gestire i soldi
Tu perché non stai lavorando? Per problemi personali o perché non trovi lavoro?
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Se questo era quello a cui miravamo complimenti ad entrambi.
Disgustato, al solo pensiero la rabbia mi invade
e piegandomi
mi dispero…
il tuo
il suo
ed io che come uno stronzo ho perso la persona piu bella che avevo trovato in questo mondo …
ma mai ti ho mentito anzi fin troppa verita fin da subito .
forse il timore la vergogna , errori, ma nulla che gia non sapevi , avevi accesso a tutto .. sfiderei chiunque a dare il pieno controllo della propria vita in mano di altri. c’era ricambio da parte nostra c’era, c’era potrei continuare all’infinito ma appunto c’era e ora non c’è più.
ora c’è lui .
ma davvero …
davvero o hai avuto la capacita/necessità di farlo ancora, di amare e farlo subito
amare in maniera pura vera non falsa( come dici tu )
-che poi tu con me in 4 anni che hai avuto? ma sei serio…
hai avuto purezza,
hai avuto crescita
hai avuto sogni
hai avuto realtà
abbiamo avuto un po di tutto insieme.
ma sopratutto hai avuto verità e non falsità, anche quando ti mentivo in piena faccia, sapevi già perchè io ti lasciavo il controllo di saperlo perchè anche se sbagliato è stato giusto cosí e non posso più riparlarne, basta-.
ma tornando a voi , può anche essere che tra te e lui è davvero destino.
uau bravi .
il destino.
lo era anche per noi.
ricordi.
facesti tutto tu.
con me.
la relazione.
l’importanza con cui hai valuto viverla.
e poi.
smettila .
perché lo so.
perché sei cosi profondo
che vivrai anche questo amore in maniera cosi profonda cosi fin da subito forse
o forse anche più dopo , ma lo vivrai … lo stai gia vivendo.
sempre forse.
ma niente…
io soffro un botto
tu
lui
insieme
romantici
fisici.
e giusto che lo dica
a me stesso:
“ormai è andata coglione!”.
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Hola persone, c’era un gioco che facevo anni fa con il mio migliore amico per passare il tempo mentre ero in ospedale o mentre ci annoiavamo alle gite durante gli anni da liceali incalliti o mentre ci annoiavamo e basta un po’ ovunque ecco e mi è venuto in mente di riproporlo qui, anzi se viene bene il primo proverò anche a rifarlo!
Edato che in questo momento sto aspettando che il pavimento si asciughi e c’è si è no una stanza e mezza più bagno nella mia casa e non ci posso camminare sto sul balcone ad ammazzare la noietta finche non sarà tutto lindo pinto e soprattutto asciutto lol..
Esempio: con la sua nuova 🏎️ , mio 👨👩👧 ( 🔵 )ha rotto tutte le 📦 del trasloco vicino ai 🪴 🪴 di mio 👴🏼 che si è 😡 🤬 parecchio
Spero si sia capito, niente regole e via col cazzillo di gioco, cercherò infatti di mettere tutte le emoji in ordine(le prime sono quelle più usate e poi inizieranno le altre) anche se sicuramente certe cose saranno al limite dell impossibile ma forse sarà proprio quello il divertimento 🙌🏼 o almeno il mio😂
Sono Giorgiacomo e mi fa sempre 😂 ogni volta che mi chiamano per nome allora mi faccio chiamare Cuozzo, e ogni volta che allargo le 🙌🏼 mi parte una 🤬 verso le 🪴 e mi sento sempre 😅 con mio👴🏼 e mio 👨👩👧🔵 che però si😡 sempre nonostante io pensi che per l’altro sia 👍🏻. Dico sempre poi che 👋🏼 tutti quelli che incontro rende più 💪🏼 anche se mia mamma non la pensa proprio così e non mi 🙄 però è 😍 con me quando nn rompo le 📦 e sto a giocare con le 🏎️ . 🤷🏻♂��� se il nervoso passerà e non sarò più 😑 verso l’ 🩵 che prova per me Armando, perché mi sta facendo anche un tantino 😨 e questo mi porta a stare 😩 … quindi ✋🏻 perché c’è in ballo il ❣️ e mi viene voglia di 🫠 . Ho aperto un profilo 💙🤍 e so che a tutti verrà da 🤣 e che pensavate che fossi un 😇🙈 ma in realtà non è così quindi ora me la 😁 e basta!
Ogni volta che 😀 lo faccio perché mi chiamano Cuozzo e penso che accettare sto soprannome del c sia stata la mia rovina ma continuo a 😃 non so bene perché ma se mi vedono 😄 nn mi rompe nessuno, bello eh, i soliti 😁 da foto di copertina, che 😆 però soffro di sbalzi d’umore è pazzo dal 🥹 all’ 😅 più totale e infine ci faccio su una bella 😂 perché sono così e tanto vale 🤣 no? Fa un po’ 🥲 il fatto che ☺️ tutto ciò ma almeno non mi tolgo il 😊 , prego gli 😇 di essere come tutti o almeno un po’ più 🙂 di così, fosse anche 🙃 . Mi fanno tutti 😉 e 😌 come sempre o meglio beffardi, dicono che sono 😍 anche così ma non credo mi 🥰 per come sono perché penso siano tutti 😘 di Giuda si proprio😗😙😚 veramente, non sto 😋 . Certi mi fanno la 😛 e io rispondo con la medesima 😝 , quelli invece che fanno l’ 😜 proprio non li capisco perché sembrano 🤪 e mi 🤨 e 🧐 di sembrare 🤓 anche se a volte mettendo solo i miei 😎 mi sento già un latinlover soprattutto quando mi faccio crescere 🥸 sono al culmine del 🤩 e 🥳 il mio compleanno ogni volta che qualcuno mi 😏 , a prescindere da chi sia anche se alla fine son tutti così 😒 e sembra li 😞 l’idea di venire con me. Mi 😔 e mi 😟 l’idea che agli altri 😕 venire a festeggiare con me, questa cosa mi rende piu 🙁 di quando mi ☹️ perché mi è scesa la mascella e ho dovuto sopportare troppo 😣 e avere 😖 a causa dell’intervento per cercare di rimetterla a posto. Non andò bene e mi 😫 perché pensavo a tutti quegli incontri mancati e a chi mi riteneva Cuozzo non solo di nome, mi disperavo e 😩 la notte e tutti i giorni dalle 17 alle 23.25 più di quando mi 🥺 per la morte della mia capra anche se tra una 😢 e l’altra scoprii poi che fu mia sorella in realtà è ci 😭 a dirotto ancora di più e mi 😤 proprio tanto perche quella notte un mio amico 😠 anche lui mi disse che mentre ero 😡 nero per il palo con un tizio travestito da caprone assoldai un serial killer anche lui 🤬come una iena per di più. Ma io mi sento bene, non sono nemmeno un po’ fuori di 🤯 anche se a volte ho gli 😳 rossi fuori dalle orbite e occhiaie stratosferiche è tutto normale, sarà il troppo 🥵o il troppo 🥶 glaciale di sti tempi eddai! Troppe persone con la 😶🌫️ attorno a se che poi si 😱 se gli dico:”Accupeeee” oppure “Accupiiii” per l’omini che però di solito nn capiscono e si �� soltanto mentre le donne si 😰 davvero pensando che qualcosa o io sia occupato.. che cavolo di 😥 che è la mia vita, con tre esse si! E impossibile che la gente si 😓 di me alla fin fine, io le vojo bene e vorrei 🤗 tutte ste persone anzi 🤔 non mi 🫣 mai più, mi fa 🤭 sta cosa anche se mi dicono tutti di tacere e tenere la 🫢 , eccerto devo 🫡 e fare🤫 dicendo solo sissignore e non posso più 🫠 per qualcuno mi state dicendo? Devo dire una 🤥 a me stesso e stare muto come se non 😶 quando invece vorrei urlare come un bove da monta ma mi toccherà essere 🫥 e vuoto come un fantasma d’ora in poi sempre 😐 senza un minimo di sorriso, sempre 🫤 e sulle mie, così mi sentirei un 😑 che cammina, nessuno potrà mai più 🫨 il mio animo e dovrò ricominciare far il solito 😬 forzato come un tempo. Allora ogni tanto 🙄 il cielo sognante, cerco di non 😯 troppo e 😦 ma ho ancora speranza in me e non è il caso di martellarmi e 😧 ancora ma che in fondo io un po’ un 😮 lo sono sempre stato e non me ne frega niente perché 😲 (notare i denti) magari sarà ancora meglio?
Sono le 14.30 ma Leo ha già un 🥱 fottuto perché stanotte non ha 😴 per un ca, oddio non è che io 🤤all’idea di andare a letto ora ma mi sento abbastanza 😪 e attenzione non ho detto che son già 😮💨 della giornata, ma solo che non ho avuto tempo per rimettermi sul letto,(sta faccina invece sarà l’unica che bo non so come mettere perché bo sembra spaventata ma un po’ morta che ne so .. 😵) Abeh s’e’ capito che tra pulizie e tutto sto già 😵💫 ma ora basta finita sta storia e 🤐 fino alla prossima storia o story time del blog.. cooomunque, si è un gioco un po’ così 🥴erello, secondo me non fa tutto sto 🤢 , vabe forse na volta un tipo mi disse che a lui faceva 🤮 ma è perché era un 🤧(traduco mocciosello) del cavolo e non capiva na ciospa secondo me e il mio migliore amico..
Fuori contesto per finire le emoji del “capitolo1” anche se pensavo o speravo forse di finirle con la storia..booo
Comunque mi è passata in mente una domanda vedendo le ultime emoji… “ chissà come sarebbe stato quando eravamo in piena pandemia con le 😷 se ci fosse stato ancora lui.. beh sicuramente anche a passare il coviddi nn sarei sicuro stato 🤒come un cane non mi sarei 🤕 prima di sapere che ero un cavolo di asintomatico.. e nada non dico di essere un malato di 🤑 ma il tampone 25/30 euro ora nn ricordo..anche no eddai! Non sono mica un fucking 🤠 che va a svaligiare la banca del paese affianco al saloon e nemmeno satana che sia 😈 oppure 👿 tanto i soldi li ha a prescindere!!
-E con questa bella rima chiudo qui il capitolo uno del gioco spastico delle emoji. In cui credo di aver messo fin troppe parentesi e virgolette ma ok va bin cosi, pt2 quando ho voglia ci sarà adios-
Leo
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Stagnazione prolungata?
26 Novembre 2022
Che c’è di nuovo?
Nulla. Ciao, sto scrivendo ancora. Rispetto quando ci siamo lasciati, non è cambiato nulla. Tutto è solo andato in.. Stagnazione. Avevo uno o due aspettative circa i nuovi ambienti che avrei frequentato da questo semestre in avanti, sia al lavoro che nel fare il tutor all’università, ma non è cambiato nulla. Anzi, ho solo ottenuto di avere un cervello molto più occupato di prima, e che mi manca il tempo mentale di gestire le cose. Dico tempo mentale perché è difficile mettersi lì ad affrontare qualcosa, trovare la testa per farlo. Meglio eh, meno tempo vuol dire meno pensieri e meno tristezza. Però anche no.
Ma queste sono quisquilie. Piuttosto, la mia lamentela nasce dal fatto che non sono riuscito a imprimere una svolta alla situazione in cui versavo, di piuttosto malessere. Mi sento molto solo, e molto da solo conduco la mia esistenza. Non che passo del tempo da solo, ma le contingenze per cui mi ritrovo a parlare con altri individui sono dettate da necessità più grosse di me, e non c’è un contatto ricercato. Per il resto, faccio le mie commissioni da me, vado al lavoro da me, ma non condivido il tempo con persone amiche.
Io vorrei riprendere dei rapporti con amici. Vorrei poter andare da solo, abbracciarli e dirgli che vorrei passare più tempo assieme, divertirci, e sorridere di più, perché stare con loro mi toglie i pensieri brutti. Ma così le allontani le persone, non il contrario.
In realtà, soffro anche di una solitudine più esistenziale. Lo avrò già scritto purtroppo e mi ripeterò, ma mi trovo nella condizione in cui una parte del mio cervello non vuole intromissioni, non vuole invadenze e vuole una sana barriera e un lebensbraun per la mia sanità, perché non voglio essere giudicato aldilà delle mie capacità, come diceva la psicologa. Al tempo stesso però, mi sento un enorme vuoto e insoddisfazione, dovuto alla tremenda solitudine in cui mi trovo, per non avere qualcun altro con cui condividere un’intimità. Lo vorrei moltissimo, da tanto tempo, ma quando queste occasioni si sono presentate, gli ho chiuso la porta in faccia, e impedito loro di entrare. Come mai? Possibile mai che spendo una parte di sforzo e tempo a cercare di capire cosa vuole il mio cervello?
E’ anche vero che seppur difficile e doloroso, comincio a pensare che devo smetterla di mettermi fretta e cambiare, e cercare di far venire le cose un po’ più spontanetamente. Alcune persone devono impegnarsi per far avvenire un cambiamento, cercando di risolvere il problema, ma forse nel mio caso devo operare nel modo opposto e cercare di prendere le cose con calma, perché il mio di problema l’ho già ammesso e già ho provato ad affrontarlo. Coscientemente almeno, la parte emozionale, il bambino spaventato che è in me ancora non sente ragioni.
Temo che questo stallo esistenziale permanga negli anni, costringendomi alla depressione. Il sabato sera, per esempio, è esemplificativo: vorrei fare qualcosa, uscire a divertirmi, ma i miei amici sono impegnati coi loro partners/fidanzate/i, e non hanno tempo per me. Odio i sabato sera. Come odio le vacanze, le pasquette e, Iddio mi scampi, i capodanno!
Ma in buona parte non dovrei nemmeno fare così! Anche coi problemi coi tuoi, con tuo padre che ha il covid e non è felice, e una parte di te se ne dispiace, e l’altra vuole punirlo, per tutto quello che ti ha fatto e che non ha fatto, per tutto il bullismo e l’insensibilità. Per tutto ciò che ha sbagliato che si merita. Come per la solitudine. Non c’è nulla di male nel non vedere qualcuno per un weekend, e succede tutto nella tua testa! Ma, vero che sia, in tutto, in parte o in nulla, questo è ciò che percepisci e ciò su cui dovresti ragionare.
Questa solitudine ti rende più forte fuori, ma nessun film o canzone o trapper di 12 anni racconta tutta la verità, ovvero che tutto quello che aggiungi alla scorza per renderla più forte, lo stai prendendo dall’interno, dall’intimo dell’animo, che diventa inevitabilmente più molle, gracile e vulnerabile.
Addio serenità
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16 novembre 2022
Senza ombra di dubbio, uno degli eventi che più ha segnato la mia vita è stato il suicidio di mio nonno. Spesso mi chiedo se non abbia ingigantito troppo la cosa dentro di me, alla fine sono stata spettatrice solo da lontano, non ero ancora molto grande, non avevamo un grande rapporto. Mi chiedo se non stia cercando con me stessa un pretesto, una giustificazione, per restare attaccata al mio malessere. Mi chiedo se non ho inventato tutto in realtà.
Ma la realtà è che il suo suicidio è stato il mio primo e vero contatto con la morte, che il dolore e i lutti di quell'anno mi hanno svezzata dall'ultima innocenza che mi restava. Da allora penso alla mia morte regolarmente, al senso della mia vita, al peso che ho nel mondo. Penso spesso che se morissi non mi importerebbe, che non faccio alcuna differenza, e soffro quando qualcuno dice lo stesso, perché invece una differenza c'è sempre, soprattutto per chi resta.
Non ho il coraggio di morire, ma desidero la morte perché mi sembra di aver sbagliato tutto e so che non ci saranno altre possibilità.
Se mio nonno non si fosse ucciso mi sentirei comunque così? Nel mio cuore sento che sarebbe tutto diverso... e ancora, che tutt'oggi non credo di aver capito che cosa davvero l'ha spinto a farlo, perché l'inverno l'abbia spinto a tanto.
Oggi mi sento sola, mi sento sola come mi sentivo alle elementari quando scartavo i regali da sola il giorno del mio compleanno, sola come quando alle medie non sorridevo da mesi ma non se ne accorse nessuno, sola come quando al liceo aspettavo di tornare a casa per piangere in santa pace, sola come ora perché sola lo sono sempre stata, e forse per tutti è un po' così.
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Non mi ricordavo dei ��telegrammi e i pacchi (le A/R) . I biglietti dei treni scontati perchè < 26. Un telegramma,18 parole 18 euri. Una telefonata di 25 minuti 50 euro. Vivevo con 150 euro al mese studiando. Vivevo?
Non mi ricordavo dei telegrammi. Ieri ho letto le sue ultime lettere e le mie. Come ho fatto a dimenticarmi tutto? Come ho fatto a dimenticarmi chi ero. Che modo completamente diverso di scrivere di parlare di dire, di interloquire del mio. Dove è finita quella persona ? Non ricordavo le circostanze. La fine della storia con Andrea ha inciso un segno così profondo, così esistenziale che io ho raso al suolo tutta la mia vita per sopravviverle. Tutto quello che avevo perseguito e cercato come ideale personale e umano, e pratico e spirituale, l’ho spazzato via. In una folata d’estate in una sera. Quel maledetto giorno. Non c’è niente che non andasse in quella persona che scriveva in modo così terribilmente umano e profondo. Così personale e fatale. Ma dentro di me il mondo era cambiato si era fatto inumano. Indecifrabile.
Ho lasciato gli studi di Violino, ho lasciato l’Università per lavorare. Ho smesso di pensare, di ragionare in un certo modo. Ho smesso di essere una persona che crede, che ama. Non avevo più la forza di amare. Ho smesso di andare in Chiesa.
Ho smesso di avere illusioni. Ho scelto la facoltà in cui mi sono poi laureato perchè era utile, e pratica. Anche se non mi importava proprio un che di quel che mi si insegnava. Volete uno che lavora, eccolo. L’unica cosa che importa è quanto guadagno? Eccola qua. La laurea le certificazioni, consulenze, viaggi esteri, dottorato, corsi, libri azienda etc etc Eccomi qua. Eccomi spiegato.
Cioè niente. Dio mio Andrea. Dove sono fnito?
E quando F mi ha lasciato, che tanto aveva in comune, ma non ne aveva niente di uguale con Andrea. Gli studi astratti, la Germania, l’aspetto fisico, la mentalità un po’ asettica e indifferente, ma interiormente trasmutata. Dopo che F mi ha lasciato, mi sono chiesto ripetutamente “perchè soffro per così poco? Che mi ha fatto in fondo F, se non lasciarmi per un altro… che c’è di tanto melodrammatico? E’ una sciocca, perchè soffri? Non se lo merita . Perchè è così determinante ? Lei che non lo è.”
Perchè nel salvare F volevo ancora una volta provare a salvare A.
Ieri notte rileggendo le lettere di A, le nostre parole, le mie e le sue— ho letto la mia impotenza spirituale e umana, e quando ho riletto le mie parole e le sue, e come soffrivo… come soffriva…
Non ho foto della mia vita, solo quelle poche parole che scrivo allora, messe in un raccoglitore per… non so perchè… perchè siamo esseri umani? e per fortuna ho scritto, ho lasciato per scritto quello che sentivo, ho in quelle nostre lettere le tracce di come il destino percorra il nervo della esistenza. Almeno della mia. Rileggendo quelle parole ho capito. Quella sofferenza mi ha sotterrato. Mi ha tolto tutto. Perchè A era la donna e tutte le altre - ma sarà vero ? - sono state solo lacune temporali.
E mi sono ricordato che in quella terribile primavera, dopo di A, ho deciso di dimenticare tutto!
Perchè in realtà non ho mai smesso di amare Andrea, ho solo smesso di esistere in quella realtà. Ho ucciso quella realtà per non uccidere me. Ma non è mai finita del tutto. E quella esistenza sepolta ha radicato in altre cose, e queste cose sono segnate nel destino nell’ Ethos di una vita senza senso ma che è ombra fedele. Le lettere di A e le mie a lei. Stavo cercando un regalo di anni fa, ho aperto questo ultimo cassetto che non aprivo da millenni. Ne ho letta una e mi sono detto, ma chi è questa persona?
Sono io. Ma irriconoscibile. Le parole e la vita di un individuo che non voleva essere più. E c’è riuscito.
Ho fatto male. Non ne vale la pena. Ho fatto male a sotterrare un uomo, che aveva il solo peccato di essere innocente. E il torto di amare davvero.
Ma siamo così.
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QUESTO DOVEVA ESSERE UNO SFOGO CHE AVREI DOVUTO MANDARE A LUI, MA MAI FATTO PER LA PAURA DEL SUO GIUDIZIO. QUINDI HO DECISO DI POSTARLO QUI, PERCHÉ SOTTO SOTTO UN PO' MI FIDO DI QUESTA PIATTAFORMA
Ti devo parlare seriamente di una cosa che mi divora e distrugge dentro da giorni per la quale mi son fatta un pianto liberatorio stanotte.
Che difficile scrivere questo a parole senza avere il classico magone che ti si insedia in gola e che non ti lascia respirare, ma ho deciso di dar voce a questo pensiero che mi divora dentro perché voglio che tu capisca come in realtà io mi senta.
Ad essere sincera neanche io so come mi sento... sarà depressione?!... sarà il mio cervello paranoico che non mi dà pace un attimo e che mi fa pensare che tutto va nella merda oppure sarà quella dannata voce interiore che cerco sempre di non darle ascolto ma che è più forte di me non farlo?!... non saprei. Ma è da quando son nata che tutta la mia vita va di male in peggio ed io non so come gestirla perché sono un essere insicuro che si rifugia in quella stanza buia del suo cervello e che da lì non ne vuole più uscire perché il mondo le fa terrore e a volte anche schifo anche se poi così schifo non fa.
Stare accanto a me è difficilissimo, e credimi lo è!
Posso essere presente fisicamente e mentalmente essere da un'altra parte, e non per 5 minuti ma addirittura per ore o giorni.
Sono una che di notte non dorme, o che dorme 4 ore a notte, e che si sveglia fresca come una rosa e mostra sempre al mondo il suo sorriso più falso che ha per non mostrare agli altri quanto io stia male.
Io sono quell'essere che viene buttato e accantonato subito dopo che la gente ha ottenuto da me ciò che volevano per poi svanire dalla mia vita come se nulla fosse successo per poi passare dalla parte del torto come sempre perché sono io la colpevole che se ne sia andata quando la verità è un'altra.
Da lì, ho deciso di chiudermi in me stessa, e di non avere contatto umano con nessuno se non a lavoro o perché devo vederle per questioni simili.
Quella vocina interiore mi ha praticamente rovinato e distrutto la vita!
So che non devo darle ascolto ma è più forte di me non farlo... questo parassita mi uccide ma al tempo stesso mi consola, praticamente mi fa dare di matto giorno dopo giorno ma di notte mi uccide dentro (credo che un proiettile sparato e che mi trafigga mi provocherebbe meno male o quasi mi procurerebbe un lieve solletichio rispetto a quella dannata parassita).
Sono una che non dice mai ciò che pensa o come si sente per paura del giudizio altrui e quindi rispondo sempre con un “bene„ buttato lì alla rinfusa tra una marea di parole quando devo rispondere alla domanda “come stai?„ tanto per non destare sospetti negli altri sulla mia salute emotiva.
Sono un'esperta nel nascondere le mie emozioni perché mi sono autoconvinta che non servono averle, fanno solo far dei danni ad altre persone.
Sono una che soffre non solo di ansia, depressione o voglia di farsi fuori h 24... ma soffro anche di disturbi alimentari (ovvero che se mi offri qualcosa da mangiare io te l'ho rifiuto dicendoti che non mi va, tu capisci che è così per poi ritornare a casa e mangiarmi ogni cosa che mi capita a tiro per punizione perché ti ho rifiutato l'invito a mangiare qualcosa con te).
Per colpa di quella vocina maledetta non tocco cibo per ore o giorni perché ho paura di ingrassare (ti parlo da ex bulimica da piccola ed ex sovrappeso in adolescenza) perché i miei occhi vedono le altre ragazze sui social tutte belle e con un corpo che sogno da anni e che mai avrò visto l'ansia che la società mi provoca.
Soffro anche di bipolarismo, un secondo posso essere tutta felice e voglia di affrontare la vita con determinazione e un secondo dopo posso incazzarmi per ogni minima cosa e mettermi a piangere senza un motivo alcuno.
Sono una che soffre anche di pensiero distorto della realtà, ovvero che mi immagino dentro a una palla di vetro in mezzo alle persone e che osserva la vita intrigante e “senza problemi„ degli altri e pensando che solo io ho i problemi più gravi che possano mai esistere.
Durante l'adolescenza mi son sempre detta che ci sarà qualcuno anche per me non so se per lottare ad avermi accanto o per esserci nei momenti del bisogno, ma l'ho fatto perché avevo bisogno di autoconvincermi che anche io valgo a qualcosa oppure no.
Nel 2018 ho incrociato il tuo sguardo e da lì mi sono immaginata una vita assieme a te, come se quella sagoma nera che mi ha accompagnato durante tutta la mia adolescenza abbia preso finalmente forma.
Non mi sono mai fatta avanti per dichiararti i sentimenti che provo per te, ho preferito amarti in silenzio ed ammirarti dall'ombra.
Ti confesso che non mi sono mai attaccata a qualcuno così tanto come mi sono attaccata a te, non solo a livello emotivo ma anche a te come persona (e credimi che mi ci vorranno altri anni ancora per attaccarmi così tanto a una persona).
Ho sempre ammirato in silenzio con quanta eleganza e raffinatezza affronti la tua vita... e ogni volta che l'ho facevo senza neanche rendermene conto mi spuntata un stupito sorriso stampato sul volto.
Poi sono andata a rileggere il tuo messaggio in cui dicevi che: “ora come ora vuoi solo sesso e niente impegni„ a me lì è crollato il mondo addosso perché avevo paura che anche tu come il resto dei ragazzi (e credimi sulla parola quando ti dico che anche adulti dai 40 in su mi scrivono in chat solo per chiedermi di far sesso con loro) vuoi solo scoparmi e poi accantonarmi in un angolo come lo hanno fatto tutti quelli ai quali non ho potuto esaudire i loro pensieri per poi essere insultata pesantemente per tutte quelle cose che erano fuori dalla mia portata ecco. E da lì ho capito che se assecondavo loro ogni cosa e gli cercavo sempre io andava tutto bene, quando ho smesso di farlo tutti sono magicamente spariti (pensavo si facesse così con le persone anche se in realtà era il contrario).
Mi sono letteralmente stancata di esserci e di dare tanto alle persone quando in realtà a loro quel tanto non frega nulla, ci si puliscono il culo come se nulla fosse... per questo che ho deciso di esserci, di far star bene e di ascoltare per chi decido io.
So che tu non sei quel tipo di ragazzo (almeno voglio continuare a convincermi che non sia così anche se sto aspettando la fregatura che andrà dritta in quel posto tanto per farmi un po' male), ma sai... sono una che non si fa più false aspettative per piacere agli altri, ti dico le cose in faccia senza pensare alle conseguenze.
Sai... anche io ora come ora voglio solo questo: “Avere la mia quotidianità e una persona che mi faccia sentire libera e senza pensieri anche solo per un po' (almeno è questo che mi fai provare, praticamente mi fai staccare la spina da tutto) e poi se succederà che ci innamoriamo, voglio che succeda senza essere noi a spingere questa delicata emozione„.
P.S. È stato liberatorio scrivere tutto questo... ma ora vedrò quanto durerà questa liberazione che ho esternato in queste poche righe. Poche sì... c'è ne una marea da scrivere ma sono troppo stancante emotivamente per farlo.
P.S. (2) A volte mi capita di guardare dall'altra parte del letto come se qualcuno fosse lì.
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Io sono Joy, ho 20 anni e soffro di BED. La prima vota che ho sentito di questo disturbo avevo circa 16 anni, fu un associazione locale dentro la mia scuola a parlarne. Non è stato affatto piacevole identificarsi in un disturbo del genere in mezzo a tutta quella gente, credo sia stata una delle sensazioni più devastanti di vergogna mai provata in vita mia. Eppure nonostante i buoni 4 anni passati, eccomi ancora qua a perdere contro il binge eating disorder. Non so quando tutto questo incubo sia iniziato e purtroppo non saprò quando finirà. Ma a mia discolpa posso dire di averne passate un po' di tutti i colori nella vita, nonostante io pensi che ci sono persone che passano cose peggiori delle mie. Ma comunque le mie azioni non sono giustificabili, il mio continuare a battere sullo stesso chiodo non permettendomi di cambiare non è giustificabile. Nonostante io sia davvero stanca di tutto questo e di tutta me stessa, non riesco a trovare una soluzione permanente. Si, dico permanente perché ci sono stati periodi della mia vita in cui magari non ero nella perfetta forma fisica, ma comunque non ero nemmeno così critica come situazione. Onestamente parlando non mi sono mai piaciuta fisicamente, sono sempre stata definita fin da piccola "la polpetta con i piedi". Quindi lascio immaginare quanta autostima abbia nei miei confronti, con il tempo e il crescere è sempre andata peggio. A volte avrei voluto davvero spaccare la faccia a tutti quelli che facevano commenti indesiderati o davano consigli non richiesti, ma se reagisci male vieni derisa e schernita anche per quello. Quindi non solo ti senti una merda, gli altri non ti aiutano a sentirti meglio e se reagisci sei anche esagerata. La cosa che mi fa più rabbia è vivere in una società in cui tutti siamo autorizzati a giudicare gli altri, consciamente oppure no questo lo dobbiamo anche dire. Ormai è così facile con i mezzi che abbiamo giudicare e ferire gli altri, per altro a distanza... quindi sentendosi distaccati da quella persona presa di mira che in realtà avrebbe solo bisogno di aiuto. Si aiuto, quello che non ti darà mai nessuno se comunque non lo chiedi esplicitamente e soprattutto se non è retribuito. Io vorrei tanto guarire da questa malattia, perche si cazzo c'è da metterlo in testa a tutti anche questo fa parte dei DCA ed è una fottuta malattia, ma sono dell'idea che c'è qualcosa in questo sistema che non va. Io non mi sento libera di chiedere aiuto, sia per un aspetto economico sia per un aspetto psicologico. Mi fa ridere che agli occhi delle persone hai un problema alimentare se sei un anoressica, ma anche lì la gente non te ne risparmia una anche se è evidente che stai male. Figuriamoci se si parla di bulimia o binge eating, la comprensione umana si ferma solo alla superficie. In questi anni ho riscontrato che se non sei interessante fuori per la gente non lo sei neanche dentro, ed è così che oltre ai problemi alimentari cominci ad isolarti sempre di più arrivando a pensare che magari è colpa tua e che magari sei pazza, quindi cominci a tagliare fuori dalla tua vita la famiglia, gli amici e magari il partner con cui stai. Ed eccoci qui.. oltre al BED ti ritrovi magari un esaurimento emotivo che si potrebbe trasformare nella peggiore delle ipotesi in depressione. Ma non non voglio divagare troppo, ci sarà tempo per spiegare tutto. Detto questo, non posso fare altro che iniziare ad avere più consapevolezza del mio problema e cercare di migliorami per gradi. Quindi si, io sono joy e soffro di BED.
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All'insaputa di Jenny, avevo deciso che se non l'avessi convinta ad amarmi mi sarei sparato nell'occhio sinistro. «Ti amo», dissi. «Tesoro» «Non chiamarmi tesoro». Ma scopammo nel sedile posteriore della sua auto. «Rifacciamolo», disse. «Tutte le volte che vuoi»«Non metterti niente in testa», disse. Ci addormentammo insieme sul suo materasso ad acqua. «Sei il mio primo uomo», disse. «Spero che gli altri siano altrettanto bravi». «Perché vuoi gli altri?» «Dammi un bacio d'addio», rispose, e mi offrì la sua lingua innocente. «Ti amo», dissi. «Oh, lascia perdere», disse lei. «Un'altra cosa ti dicevo nella lettera: non amarmi troppo. Ti fa male alla salute». «È l'ultima volta», disse. Immaginai la fredda canna della pistola sul mio occhio sinistro.«Non vedo un futuro per noi», disse Jenny. «Ti amo». «Dovrò riflettere sul significato di queste parole», disse lei. «Ti amo». «Io ti voglio bene», disse sottovoce. «Io soffro per te. Soffro perché non posso amarti di più. Non ti sposerò. Non posso fare una cosa del genere alla mia famiglia. Perciò devi prenderla con più leggerezza. Altrimenti qui non ci torno più. Sul serio, devi essere più spensierato. Giurami che lo farai». «No». «Non ne vale la pena. Non ne vale la pena. Non ne vale la pena. Non ne vale la pena. Ripeti a te stesso che non ne vale la pena. Sul serio». Mi misi a piangere. «Prometti di non amarmi troppo?», chiese Jenny. «Certo». Jenny sospirò. «Sei cosi trasparente» «Amore», disse. «Sei così buono. Mi fai morire con quelle gambe che vanno da tutte le parti». «Farei qualunque cosa per te. Ti piace quando ti stringo cosi?», dissi. «Un po'!», bisbigliò con una risatina. «Mamma mi pugnalerebbe», disse la mia ragazza coreana. «Mi friggerebbe viva se lo sapesse. Mi sta venendo la faccia di bronzo, come dice lei ultimamente». «Be'», dissi, «speriamo di riuscire a tirare fuori il suo lato buono». «Macché», disse Jenny. «Non ti accetterà mai. Non è colpa tua, giovanotto. Non potrà mai accettarti. Non posso fare questo alla mia famiglia. E quindi ti lascerò». «Oh!» «Non guardarmi con quegli occhi vitrei!», ordinò Jenny. «Scusa, non mi ero accorto che ti guardavo così» «Non so che fare», disse. «Ti amo», tirò su col naso. «Come hai potuto farmi una cosa del genere?» «Anch'io ti amo». «Oh!», gridò esasperata. «Succhiami il seno! Così almeno stai zitto. E poi non riesco a credere che hai provato a scoparmi mentre ero al telefono. Sei pessimo!» Un mese dopo abitavo da lei. Jenny guardava grandi foto rosse di bulbi oculari sul suo manuale di oftalmologia, rannicchiata sul materasso ad acqua. «Sto dando una rinfrescata a questa roba degli occhi», mi disse. «Poi mi sa che farò pratica su di te perché hai gli occhi azzurri». Ogni sera tornava a casa in camice bianco, sorridendomi. «Passami il punteggio degli esami», diceva, stesa sul letto. «In realtà un po' mi fa piacere che sei qui, così puoi prendermi le cose». Ma non ci tenevamo mai per mano in presenza di coreani. Se andavamo in macchina a Chinatown magari mi lasciava infilare la mano sotto il vestito, ma dovevamo guardare dritto davanti a noi così la gente fuori dai finestrini non avrebbe sospettato niente.
Storie dell’Arcobaleno, Willam T. Vollmann
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Faremo quindi un rapido excursus su quello che sta accadendo a Bologna mascherato da primarie del PD (o almeno quello che sono riuscito a capire). Come spesso avviene a Bologna, ci piace pensare che una cosa apparentemente locale come il candidato a sindaco abbia un qualche peso nazionale, ma ci arriviamo.
Nell’ultimo paio d’anni (forse da prima) il PD ha preparato in maniera neanche troppo mascherata il terreno per la candidatura a sindaco di Matteo Lepore, attuale assessore a “Cultura, Turismo, Sport e Immaginazione civica” del Comune di Bologna. Matteo Lepore (parere personale) è l’esponente tipo di quella fetta del PD arroganzina e dall’individualismo selvaggio che è disposta ad un dialogo intenso e approfondito solo con sé stessa (un po’ come Bonaccini, che non a caso gli ha dato il suo endorsement) e se le circostanze sociali lo impongono magari si siede ad un tavolo con te, ti fa un sorriso tirato per la foto e poi aspetta il momento in cui si spengono i riflettori per fare altro.
Questi due aspetti di candidato designato e individualismo spinto sono stati trattati dal diretto interessato nel 2019 con approccio quasi berlusconiano:
«Se mi candido a Sindaco nel 2021? E’ proprio l’ambizione personale che va messa in secondo piano nel PD. Da oggi si costruisce il noi, non l’io» (*)
Lepore era talmente impegnato a costruire il “noi” che era quasi riuscito a saltare a piè pari le primarie, poi emerse in seguito a un po’ di malpancismi interni. Anche qui ci sarebbe un mondo, ma saltiamo un po’ di cose andando direttamente alla diretta avversaria di Lepore alle primarie: Isabella Conti.
Sindaca di San Lazzaro di Savena, l’evento probabilmente più noto del suo operato è stato l’opporsi nel 2015 alla “colata di Idice” un maxi progetto di urbanizzazione edilizia, vicenda che invito ad approfondire autonomamente ma in soldoni l’ha vista contrapposta ad una serie di cooperative edilizie e l’ha portata lamentare una serie di pressioni subite. Venne aperta un’inchiesta (poi archiviata) ma secondo le indagini della Procura era emersa:
"una condotta pressoria, a volte qualificata da toni, espressioni e insistenze dimostrativi di una subalternità agli interessi economici e da una concezione della politica in cui l'interesse pubblico può essere anche subordinato a quelli privati configgenti", ma non "una condotta realmente intimidatoria e tale da meritare la sanzione penale". (*)
A seguito degli strascichi dell’episodio Isabella Conti uscì dal PD per entrare in Italia Viva.
Questo ci porta alla seconda chiave di lettura di queste primarie (di cui avrei voluto parlare preventivamente con @frominsidie che è il mio nume tutelare sui background politici bolognesi, ma ci rifaremo): nessuno si salva dal correntismo nel PD, e lo scontro fra i due candidati in realtà è anche e soprattutto una scelta di linea fra una corrente centrista rappresentata da Conti e una (soffro a dirlo) più a sinistra rappresentata da Lepore, che ipoteticamente potrebbe riverberare anche a livello nazionale nell’ulteriore dipartita di qualche pezzo centrista dal PD.
Ma anche in quest’ottica faccio una grandissima fatica a capire l’appoggio che ha incassato Lepore da gente come Emily Clancy e Cathy La Torre. Appoggio che, chiariamoci, una volta definito il candidato PD sarebbe comunque arrivato ma mi aspettavo arrivasse all’ultimo e con un qualche carattere di dolorosa doverosità, come mangiare i broccoli ogni tanto.
Il fatto che sia arrivato un endorsement acritico anticipato a Lepore da esponenti a sinistra del PD non so se sia indice di una situazione politica bolognese particolarmente drammatica o del fatto che sia io che non capisco un cazzo, e entrambe le opzioni mi spaventano un poco.
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6/2/22
Non è vero che mi manca qualcosa, Io ho tutto. Ho un lavoro, ho la fotografia, con la fotografia ho i social, poi ho tanti amici, una comitiva con la quale esco e panche diversi amici singoli che mi ascoltano e mi danno consigli, che mi cercano.
Questo costante senso di insoddisfazione allora da dove arriva? Questa voglia di scappare via e lasciare tutto, cambiare vita? Questa voglia di andare a vivere da solo, di cambiare lavoro, di lavorare con la fotografia...
Può darsi che sia tutta colpa di un errore di valutazione, di interpretazione: forse non so apprezzare, non so guardare con occhio diverso. Oppure accade perché quello che ho non soddisfa pienamente i miei sogni e desideri, magari ho anche un po' i miei bisogni. Magari servirebbe soltanto aggiustare un po' il tiro.
La fotografia, la studio e la pratico, realizzo progetti, cosa mi manca? Forse mi manca l'approvazione, la fama, pure un guadagno magari.
Per il lavoro? Siamo in periodo covid, non vedo i colleghi, non ho ancora imparato davvero appieno il mio mestiere perché sono ancora in tirocinio, quindi è presto per dire che quello che sto facendo non mi piace. Magari non mi piacerà davvero, però ci sono i buoni propositi per una buona riuscita ed eventualmente c'è anche la possibilità di cambiare rimanendo in zona perché è qualcosa che va molto. Può darsi che debba imparare ad apprezzare i momenti nei quali ci lasciano senza fare niente, oppure il fatto che non debba spostarmi da casa, come si fa ad imparare ad apprezzare quello che si ha?
E con gli amici? Gli amici ci sono. Perché mi sento sempre solo, forse non mi sento compreso? Forse per me gli amici dovrebbero essere quelli che si incontrano tutti i giorni, con i quali ci si confida, che hanno sempre tanta voglia di fare cose e che quindi in questo modo sono in grado di stimolare... Magari devo imparare anche da apprezzare quei momenti nei quali gli amici stanno per i fatti loro, lasciano più spazio per me e d'altronde è quello spazio che potrebbe mancare quando invece gli amici sono troppo assidui. Ci manca sempre quello che non sia e non si apprezza mai quello che si ha.
Io certe volte mi chiedo di che cosa soffro, perché soffro ma davvero non capisco cosa mi manchi.
Forse l'unica cosa che veramente mi manca è un po' più di attività, qualcosa che sappia stimolare e non che richieda sempre di essere stimolata. Tende forse un po' a stancare il costante impegno da metterci per tenere in piedi le cose (così come all'opposto può stancare l'eccessiva richiesta e scadenze). Stare a casa per lavorare, non incontrare nessuno e dover cercare di capire cosa fare, come farlo, tende a stancare. Fare le fotografie e cercare costantemente qualcuno da fotografare, cercare di attirarlo, cercare gli enti per le mostre, e non trovarsi mai qualcuno che ti chiama perché ti vuole assolutamente... Degli amici che hanno interessi completamente diversi e che mai una volta ti telefonano per dire "andiamo a fare questa cosa insieme".
In mezzo a tutto questo sforzo costante per far funzionare le cose ecco che appare come un contrattempo una persona nuova, un lavoro nuovo, un hobby nuovo, che richiede più di quello che è potrebbe avere, perché il cervello è impegnato a cercare di far funzionare le cose. Succede come quando stai lavorando tanto tanto, e arriva qualcuno per parlarti di qualcosa e tu in malo modo rispondi "Aspetta che ho da fare lasciami stare". Magari quella persona ci stava dando le notizie che aspettavamo da una vita ma semplicemente non eravamo pronti ad accoglierla.
Allora il dubbio è sempre quello:
mollare un po' quel costante sforzo di far funzionare le cose col rischio di aprire le porte è qualcosa di nuovo inaspettato che poi in realtà importante non è, oppure
mollare un po' quel costante sforzo di far funzionare le cose perché sei di tanto sforzo hanno bisogno probabilmente al minimo rilascio si perdono e quindi aver aperto le porte a qualcosa di nuovo inaspettato e dedicarcisì a capofitto magari è proprio la salvezza.
Poi è un po' questo il motivo per il quale faccio sempre un sacco di cose, troppe cose, perché nessuna di queste mi soddisfa. Perché in realtà quando qualcosa arriva e ti appassiona e ti travolge e ti stimola ti lascia senza dubbi e ti fa vivere. Forse quindi ciò che mi fa soffrire è proprio quel sentire di avere tante cose ma ognuna di queste richiede uno sforzo eccessivo per funzionare.
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1 PENSIERI 1
Mai nella mia vita avrei mai pensato di scrivere un libro. Spesso ci sottovalutiamo, noi esseri umani siamo strani, vogliamo una cosa e poi una volta ottenuta perdiamo l’interesse. Oggi 29 marzo 2021 provo qualcosa di inedito dentro me, una sorta di solitudine, voglia di alienarmi da tutto. Adoro le cose scritte di getto senza pensarci, sono le più sincere, la sincerità è fondamentale. Mi ritengo diverso da tutti, ho una personalità inquietante, in un momento potrei scalare l’everest, nell’istante successivo sono apatico, privo di senso, mi chiudo in camera spengo il cervello e attendo che il mostro vada via. Il bello di questo libro è che non ha nessun senso logico, come ogni cosa che faccio. Vorrei stare bene con me stesso, sentirmi libero, essere sereno. É la cosa che desidero di più. Vorrei vivere in una casa in campagna, nel silenzio, immerso nella natura, sarebbe la cosa più appagante del mondo. La pandemia sta rovinando la mia stabilità mentale. Mi fa stare male fingere di essere felice, ma è necessario perché nessuno può darmi la soluzione al problema, solo io posso. Pensiamo tutti di essere brave persone, ma dentro ognuno di noi, chi più chi meno, c’è del marcio, l’uomo è un peccatore per natura. L’estate è un periodo bellissimo, perché vado quella settimana a Giulianova a vivere quella spensieratezza che durante il resto dell’anno non ho. Mi ricordo una volta che tornato a casa dopo quella settimana, piansi, al solo pensiero che sarebbe tornata la normalità. Piangere credo sia una delle sensazioni più liberatorie che si possano provare. Oggi avrei dovuto studiare, non l’ho fatto, sono andato a pranzo da mia nonna e poi sono stato sul letto per 6 ore a guardare il vuoto, la sera ho visto la nazionale, che ha vinto 2-0 e forse a pasquetta nonostante la zona rossa riesco a uscire. Raccontare la quotidianità fa bene dicono, è un modo di sfogarsi. Faccio lo stronzo e sono freddo ma in realtà voglio amare, proprio ieri mentre parlavo con un’amica le ho confessato che il periodo più felice della mia vita è
stato il periodo in cui sono stato fidanzato, dal 2014 al 2017, un periodo fantastico; mi sentivo invincibile, senza problemi a cui pensare, innamorato della vita. Un altro momento speciale che ricordo sempre con emozione, ero sul treno che facevo velletri-roma termini avanti e indietro aspettando l’ora di pranzo per tornare a casa e far credere a mia mamma che stavo a scuola, e mentre ero su quel treno ascoltavo “dove gli occhi non arrivano” l’album di rkomi appena uscito e guardavo il panorama sognando un futuro migliore. Già lo so che in questo libro ci saranno errori verbali o altro ma me ne sbatto il cazzo, i pensieri vanno presi al volo e incollati qui, come vengono vengono. É incredibile come riesco ad innamorarmi di tutte le ragazze che incontro sui mezzi, come fate a esse tutte fighe, tacci vostra. Riuscirò un giorno ad essere totalmente me stesso con le persone? Penso sia difficile come rimorchiare in discoteca :)
Vorrei scrivere una canzone e registrarla, quando avrò qualcosa di vero da dire forse la farò. Altro momento che voglio raccontare, 1 gennaio 2020 ore 6:10, buio, io alla stazione di Velletri aspettando di tornare a casa, un freddo boia e un sonno incredibile; prendo le cuffiette e metto “NO PROBLEM” di bresh, non so mi ha dato delle vibes uniche, mi sentivo leggero, correvo sulle nuvole, che sensazione! O forse ero fatto come una pigna e ho enfatizzato troppo. Mi diverte osservare le persone, fare delle teorie su cosa pensano, come sono fatte, ognuno di noi ha quella cosa che lo differenzia dall’altro. Spesso mi lamento del fatto che non riesco a godermi niente, sono dipendente dal futuro, spezza ogni mia aspettativa, su tutto, però la vita è uno schiocco di dita, oggi ci sei domani non si sa. La musica mi tiene in vita, è alla pari del respirare; adoro associare le canzoni ai momenti importanti. Quando mi sono lasciato nel 2017, è stato uno dei periodi più bui della mia vita; lo stesso giorno uscivano 3 dischi che ancora oggi a sentirli provo quel malessere che mi riporta indietro nel tempo. I 3 dischi erano “fenomeno” di fabri fibra, “DAMN” di kenrick lamar e “zzala” di lazza. Christian è il mio migliore amico, il fratello che non ho avuto, vorrei parlare di più con lui, fare discorsi seri, sapere cosa prova, cosa pensa ma rispetto il suo essere timido. Elisabetta ti voglio bene, sei mia sorella, ma una cosa te la devo dire, evita il più possibile di stare a metà nelle
situazioni, non rimanere nel limbo, sii decisa e vivrai molto meglio ogni cosa. Elisa, invidio il tuo modo di vivere con estrema gioia ogni cosa che fai, sei contagiosa nel senso buono del termine. Alessia, sono felice che ci siamo riavvicinati, sei migliorata sotto tutti i punti di vista, ora sei più matura e consapevole. Croce, una persona vera, genuina che ogni volta viene travolto dalla vita; un giorno troverai la tua identità e sarai realizzato, spero di esserci. Sentivo il bisogno di dire queste cose che forse già saprete ma che ribadisco con piacere. Non avere segreti è la base di ogni rapporto. Le novità mi terrorizzano. Soffro di disturbo bipolare, lo sanno poche persone perché tanto se gli altri sapessero non farebbe differenza. Alessia mi distrugge il fatto che non ho avuto il coraggio di dirtelo, mi dispiace tanto, è difficile. Mi pesa parlarne, infatti credo che concluderò quest’argomento con una citazione tratta dal mio film preferito, “Joker”: “la parte peggiore di avere una malattia mentale è che le persone si aspettano che ti comporti come se non l’avessi”. Che fastidio quando il giorno dopo hai una cosa importante da fare e vorresti che la notte durasse per sempre. Sono diventato moderatore di un canale twitch, mi fa sentire parte di qualcosa. Non mi frega niente di come mi vesto, se potessi mi vestirei con le stesse cose ogni giorno. Quando esco con alcuni amici, mi prendono per il culo su questa cosa, all’inizio ci stavo male, poi ho capito che devo essere me stesso sempre, a prescindere da tutti. Ho prodotto beat e ora sono a 921 visualizzazioni totali, punto a 1000, sarebbe una grande soddisfazione. Non sono ancora pronto a dirlo ai miei amici, forse un giorno si. Ora sono le 2:27 ed è una di quelle notti che vorrei durassero per sempre, perché il domani mi spaventa, non sono pronto a viverlo, prendo tempo facendo altro, provo a fregarlo ma lui non ne vuole sapere di fermarsi. Non produco da tantissimo, ormai faccio uscire solo vecchi progetti credendo sia abbastanza, non è così. Sono andato da solo al cinema a vedere “Joker”, è stato uno dei momenti più intimi della mia vita. Quando sono da solo è come se ci fossero tante versioni di me nella stanza che conversano, è il modo migliore che ho per spiegare cosa sento. Prima o poi imparerò a suonare la chitarra, strumento affascinante. Voglio andare a Venice Beach, comprarmi uno skate e chillarmela godendomi ogni singolo
attimo. Vorrei imparare a surfare, credo che sia una figata, una sensazione di onnipotenza in cui domini il mare. Faccio tantissima autocritica, sono estremamente razionale. Credo che quello che sto facendo qui su questo foglio sia qualcosa che non tutti sarebbero in grado di fare; e non parlo di scrittura, parlo di avere il coraggio di esternare ogni nostro pensiero, emozione, sensazione. Questo è solo il primo capitolo di questo mio flusso, fatto per necessità e non per convenienza, col cuore. Non abbiate paura di vivere. Lo dico a voi così magari ci credo un po’ anch’io.
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QUELLI CHE DICONO: "È TUTTA COLPA DELLA GENTE"
Alla fine sono andato sul sito del ministero dell'Interno.
Mi è costato perché soffro di una specie di allergia istituzionale. Dev'essere per colpa del mio anarchismo.
Mi sono immerso nella cupa atmosfera delle fonti governative perché volevo vedere i dati. Volevo l'asettica e implacabile sentenza dei crudi numeri. Potete farlo anche voi. Possono farlo tutti.
Io ho guardato gli ultimi dati che erano disponibili, relativi alla giornata dell'11 aprile.
L'11 aprile non è una giornata qualsiasi. È la data della grande migrazione di massa. È il giorno in cui ci hanno detto che mezza Italia si è mossa senza giustificazione perché non poteva rinunciare a una giornata di sole.
Abbiamo visto tutti le foto di quelle code terrificanti. Eh, questi italiani furbetti.
Ma allora non ne usciremo mai per colpa della gente, giusto?
Mica tanto.
Secondo il ministero dell'Interno quel giorno è successo questo. 280.717 persone controllate, 12.514 persone sanzionate, 104 persone denunciate per false dichiarazioni, 53 persone denunciate per violazione della quarantena.
Non ho una grande dimestichezza con i numeri, ma ho fatto qualche conto: mi risulta che il 4,5 per cento dei controllati non fosse in regola.
Supponiamo che questa, grosso modo, sia la tendenza tra i cattivoni che si sono avventurati nel mondo esterno e parliamo un po' di chi non era in giro: consideriamo i milioni di esseri umani tappati in casa. Inseriamo questa gente intrappolata fra quattro mura nel computo. Come diventa la percentuale di coloro che hanno violato il lockdown in rapporto alla popolazione totale? A occhio e croce, diventa ridicola.
Strano, vero? Perché per un giorno non ho letto altro che articoli su un fantomatico mega-esodo degli italiani. Vi menziono solo un titolo, il più teatrale, iperbolico, melodrammatico e psichedelico (perché per concepire un titolo del genere bisogna imbottirsi di acido lisergico). L'ho trovato su TGCOM24. Così recita: "Pasqua, Roma si svuota nonostante i divieti". Hanno scritto proprio così, "Roma si svuota", e ci hanno fatto immaginare un esodo di proporzioni bibliche: milioni di persone in viaggio. Milioni.
Comincio a sospettare una malafede grande come un satellite di Saturno dietro un titolo del genere. La fredda logica dei numeri mi dice che c'è una realtà diversa, in conflitto con gli scenari che vengono disegnati ogni giorno dai resoconti mediatici e dai racconti di tanti mitomani.
Come ho detto e ripetuto in altri luoghi, questo racconto catastrofista sul comportamento degli italiani mi ha stancato.
Mi ha stancato il mito dell'amico cassiere che dice "vengono a fare le spesa tutti i giorni" (come se fare la spesa fosse una piacevole scampagnata e non un incubo). L'amico cassiere mi sembra sempre più simile alla versione pandemica di "mio cugino".
Mi ha stancato la storia di quello che si affaccia alla finestra e dice: "Erano moltitudini, migliaia di persone, ci uccideranno tutti, c'era l'esercito del surf, ho visto la legione dei runner, ho le prove della santa alleanza tra proprietari dei cani e genitori di bambini piccoli, nemmeno la calata degli alemanni è stata così devastante, non ne usciremo mai".
No, non vi credo.
Non credo a questo racconto tramandato nelle videochiamate e nei gruppi di WhatsApp. Le violazioni ci sono state, lo dicono anche i numeri, ma la fiaba nera dell'esodo mi sembra un muro che impedisce di guardare la realtà.
C'è una storia tutta da raccontare sulle vere responsabilità, sulle colpe che molti non vedono perché ci gettano il fumo negli occhi ogni giorno.
E non vedo l'ora che questa storia di gravi responsabilità sia raccontata per filo e per segno.
— L’Ideota
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