#lux battaglia
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Mi bagno con questo Sole
come se mi aiutasse
a non sentire il freddo che entra
da dove entrarono le lame.
Ansia.
Prima era inferno perpetuo
adesso è come un temporale:
può coglierti di sorpresa
ma sai che passerà.
Nero.
Guarda il mio vestirmi di vuoto
per dirvi senza parlare
che sono in parte morto
ma non voglio rinunciare
alla battaglia.
-Lux
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Breath of Life
| 12 Aprile 2030 |
Finalmente, sono arrivati. Li hanno trovati e salvati. Ma la gioia e il sollievo hanno il sapore ferroso dell’angoscia. Si guarda intorno e vede volti stremati, ma felici. Riconosce alcuni, con altri, nonostante tutto, non ha mai parlato. Ha ringraziato Connor per tutto il tempo che ha speso con lei e Kronk, aiutandola a sopportare l'idea che il suo grande gigante gentile non ce la faccia. Ma lei è ostinata. Vardo le ha lasciato impresso il marchio della totale testardaggine, cieca e sorda a qualunque altra cosa. E così ha continuato a spillare fuori dalle mani tutta l'energia magica di cui era capace, tutta quella che ha usato in quello scontro e che cerca di continuare a cavalcare. Sente il flebile suono di un respiro affannato, fiacco, quasi sibilante provenire dal bovaro e questo sembra bastarle per continuare a fare di più. Di più. Dovesse anche dare fondo a tutte le sue riserve. Brendan è lì. Cerca di rassicurarla, di rimanerle vicino. Anche lui ha lottato e resistito fino all'ultimo. Fino a quella incredibile e commovente visione di astronavi amiche e dei loro cannoni laser. Ma lei non c'è. La sua mente è tutta lì, la sua concentrazione tale da escludere quasi il resto del mondo. Dell'Universo. Perché c'è solo quella vita da salvare. Quella e nient'altro. Perché tornare a casa senza Kronk sarebbe come tornare a casa senza un braccio, senza una gamba. Senza un cuore. Accarezza il pelo scuro, il più delicatamente possibile. Qualcuno dei medici di bordo lo ha valutato al volo e ha detto che probabilmente ha tutte le ossa rotte. Che forse, per il suo bene, sarebbe meglio porre fine a quelle sofferenze. La sua occhiata deve aver spaventato il dottore, perché è fuggito appena è stato chiamato da qualcun altro in difficoltà. E lei ha cominciato a dare fondo alla sua magia. Ancora. E ancora. E ancora. È esausta. Le dita tremano, il corpo le chiede pietà, un po' di riposo ora che sono al sicuro. Ma lei non cede. Incaponita a durare fino a quando non arriveranno a Terra. Decisa a non mollare neanche dovessero legarle le mani e rifilarle un sedativo. Determinata a fare la differenza tra la vita e la morte, come è stato per un po' su quel campo di battaglia. Ancora li vede correre. Li vede assembrarsi e costituire una marea infinita che onda dopo onda si abbatte su di loro, riducendo le loro possibilità, i mezzi, i numeri... Ma se ce l'ha fatta in quel disastro di pianeta, può sicuramente farcela a bordo della Prima Lux. Ed è questa determinazione, questo convincimento che la spinge a non desistere. Per tutto il tempo della traversata. Con Brendan vicino eppure così lontano. Perché solo lei può farlo. Solo lei può riuscirci. E, in qualche modo, lo fa. Quanto basta per stabilizzarlo, ma ci riesce. E quando varcano la soglia di Babylon e si imbarcano per la Terra, la scintilla negli occhi della Wizard è differente. Non più inutile. Non più impotente. Ma capace di qualsiasi cosa. Capace di riportare in vita, di dare la vita, di mantenere la vita. Consapevole di essere e fare la differenza.
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Some people are obsessed with carrying famous brand name bags while some have eyes for them but are mainly focused on carrying a bag that is cute, well-made but most importantly draws attention with its impeccable and 21st century design. If you are one of the ladies that falls in the latter category, I have put together a few handbag designers I love and are worth checking out. It does not always have to be about Gucci, Prada and the famous YSL that everyone and their mama wants to carry 🙂
These are brilliant and stylish designers you should consider for your wardrobe. Not all options are too expensive if you do not mind shedding a couple of hundreds.
Manu Atelier
Being a luxury leather goods, Manu Atelier aims to preserve its loyalty to the old while presenting its bags to modern women of the new age by combining premium leather with pure handcraftsmanship. Some Manu designs are currently on sale at Farfetch.com.
This color is exclusively at Netaporter.com
Danse Lente
A women’s accessories label that specializes in handbags and small leather goods. The playful and curious element to each design makes it appealing to a wide range of audiences. It focuses on high quality leather goods inspired by contemporary aesthetics and modern architecture. The brand is based in London.
Cult Gaia
Cult Gaia designs beautiful heirloom items that will live in your closet forever. The cornerstone of the brand’s DNA has been forged with the ideal of creating Objets d’Art that make you look twice.
Botkier
A contemporary accessories line born of the eternally cosmopolitan vibe of New York City for girls who are going places. Botkier is a line that is luxe glamour with city attitude. If you are a girl that a style and function in a range of pieces for all occasions and stages of life, be a Botkier girl.
B o y y
B O Y Y philosophy has always been that a women’s accessory should have a masculine feel, balancing out a woman’s femininity, sort of a yin-yang thing. With base inspiration drawn from the past greats of all genre and with a vision infused with a certain fantasy and sophistication, B O Y Y design process unravels into timeless silhouettes of unparalleled design that bear high quality details, creating a fascinating juxtaposition with a strong sensibility. The brand has paved a path of its own, formulating a fresh and forward-looking interpretation of luxury.
Staud
Founded on commitment to producing accessible, yet innovative pieces for contemporary, no nonsense, high style women. Staud’s creations are modern classics and refined pieces that reflect both an eye toward the future and a nostalgia for old school elegance. The brand is here to push the boundaries of the bland and produce designs that are stunning but simple, unique but uncomplicated.
Yuzefi Limited
Inspired by forms and craftsmanship know-how borrowed from the world of interiors and artefacts, Yuzefi’s unique aesthetic is a mélange of leather craft techniques previously overlooked in handbag design. The brand’s diminutive yet versatile range of bags with instantly recognizable styles have been a cult success with press and influencers worldwide.
Sara Battaglia
Thanks for visiting!
Sade Lewis
The Cult Fashion Bags of the Moment Some people are obsessed with carrying famous brand name bags while some have eyes for them but are mainly focused on carrying a bag that is cute, well-made but most importantly draws attention with its impeccable and 21st century design.
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Biografia di Lucia ex novo, anche se è ancora un WIP-
~ℒucia 𝒞ostantina 𝒱argas~ »ℒucia: Nome di origine latina dal sostantivo "lux" ("luce") e significa "luminosa" o "splendente". Probabilmente veniva assegnato, nell'antica Roma, alle bambine nate all'alba o in giornate luminose come per Lucio. Nel mondo cristiano è il nome delle sante Lucia Filippi (Roma) e Lucia (Siracusa). Le altre sono le beate Lucia Bartolini Rucellai (Firenze, protettrice dei Rucellai), Lucia da Caltagirone (Salerno) e Lucia da Settefonte (nelle vicinanze di Bologna). Un nome romano e cristiano »𝒞ostantina: variante femminile di "Costantino". Dapprima cognomen latino, cioè un "soprannome" che indicava una caratteristica particolare di una persona, successivamente assunse un significato (come ogni nome latino) proveniente dal verbo "consto" o dal participio "costans", cioè "stare fermo", "stare saldo", "non vacillare", "colui che ha fermezza". Inoltre era il nome dell'imperatore romano Costantino il quale, leggenda vuole, si sia fatto battezzare in punto di morte assumendo il soprannome di "imperatore cristiano-romano" a causa della sua grande tolleranza nei confronti del popolo cristiano. Un secondo nome di un imperatore romano e cristiano ❝Virtus, Albine, est pretium persolvere verum quis in versamur, quis vivimus rebus potesse, virtus est homini scire id quod quæque habeat res, virtus scire homini rectum, utile quid sit, honestum, quæ bona, quæ mala item, quid inutile, turpe, inhonestum; virtus quærendæ finem re scire modumque, virtus divitiis pretium persolvere posse, virtus id dare quod re ipsa debetur honori, hostem esse atque inimicum hominum morumque malorum, contra defensorem hominum morumque bonorum hos magni facere, his bene velle, his vivere amicum; commoda præterea patriai prima putare, deinde parentum, tertia iam postremaque nostra.❞ - Lucilio, Satire, la virtù degli antichi ❝La virtù, Albino, è il dare il giusto prezzo alle cose in cui ci troviamo, in cui viviamo virtù è sapere ciò che per un uomo comporti ogni cosa virtù è sapere che cosa sia per un uomo retto, utile, onesto, che cosa sia buono, poi che cosa sia cattivo, cosa è inutile, turpe, disonesto, virtù è sapere qual è il limite e la misura delle cose, virtù è poter trovare il giusto prezzo alle ricchezze, virtù è dare agli onori ciò che agli stessi davvero si deve, essere nemico e avversario degli uomini e dei costumi cattivi al contrario essere difensore degli uomini e dei costumi buoni stimare questi, voler bene a questi, vivere in amicizia con questi, inoltre mettere al primo posto le utilità della patria, poi quelle dei genitori, infine per terzo e ultimo posto le nostre.❞ - Lucilio, Satire, la virtù degli antichi ���La forza dei latini ♚La tenacia e la volubilità dei piceni ♚L'intelligenza e la temerarietà degli etruschi ♚La fede dei sabini ♚La resistenza degli umbri ♚La patientia dei romani ❝Qual rugiada o qual pianto, quai lagrime eran quelle che sparger vidi dal notturno manto e dal candido volto de le stelle?❞ - Tasso 「𝓒arattere」 Lucia è una donna scorbutica, irascibile, superba, orgogliosa, disordinata e codarda. Reputa le sue arti e le sue conoscenze superiori a qualsiasi altra nazione, inoltre si ritiene l'artefice della stessa letteratura di altri stati come l'Inghilterra. Il più delle volte è seria e scontrosa nei confronti dei suoi simili soprattutto con chi serba rancore o la infastidisce come Francia, Austria e Prussia, ciononostante si dimostra essere anche una persona amichevole, solare e comprensiva grazie alla grande sensibilità di cui è dotata. Si arrabbia molto facilmente, basta davvero poco per farle saltare i nervi e scatenare il suo repertorio di parolacce, ma non bestemmia avendo subito una rigida educazione cristiana alla caduta dell'Impero Romano - anche se nel tempo la sua fede si è affievolita, però non l'ha abbandonata non giudicando mai sbagliata la religione. Da bambina era molto capricciosa oltre che malleabile, per questo apprendeva qualsiasi argomento o regola le insegnavano seppur nonno Roma alla sua nascita dovette lavorarci molto a causa della sua natura ribelle. Crescendo e imparando da sola questa sua malleabilità è scomparsa trasformandosi in rigidità, difatti ad oggi l'italiana appare come una statua di marmo fisicamente e in alcuni tratti psicologici: la fermezza. Benchè sia una Vargas ha questa particolarità la quale spunta fuori se in difficoltà o se ne necessita o se ne ha bisogno, è capace di una grande solidità perfino nei momenti più duri, talvolta l'ha spinta sino ad assumere il classico pugno di ferro nonostante siano stati pochissimi gli eventi ad averla spronata fino a quel punto - per lo più problemi nei confini. In opposizione è fragile, si fa condizionare parecchio dai propri sentimenti, impedendole di agire come dovrebbe e obbligandola, per orgoglio, a costruire un muro di apparenze intorno a sè. Ha mutuato da Impero Romano una delle grandi caratteristiche dei romani: la patientia. A differenza dell'italiano questo termine non significa "pazienza" ma "sopportazione", essere capaci di subire, subire e subire ancora, sopportare le cento lame nel petto e tornare ad alzarsi, così Lucia. Piccola attenzione: la patientia non è autocontrollo. L'italiana non sa minimamente autocontrollarsi. Si tratta di resistere, trasformare ferite in armi, non di controllarle. È, di conseguenza, temeraria, non esiste arrendersi senza combattere o addirittura non esiste l'arrendersi in certi casi. È stata cresciuta con questi valori. Purtroppo, però, questo non implica la bravura bellica, in verità le guerre, se non tutte, la maggior parte le perdeva e le perde. Solo insieme ad alleati o in casi particolari vinceva, in altri ne usciva sconfitta, in più c'è anche un disinteresse da parte della ragazza stessa che preferisce uno dei suoi preziosi libri ad un'arma tra le mani. Ammira moltissimo il nonno, tanto che mantiene le sue memorie sia nella lingua - utilizza come accento il fiorentino, l'italiano standard, essendo quello più vicino al latino - sia nelle idee - tutto ciò che le ha insegnato sulla virtù, per esempio - sia nei modi di fare e nelle tradizioni - il saltarello era un ballo tipico romano. 【𝒜spetto 𝒇isico】 Appare come una giovane donna ventunenne dai capelli leggermente mossi, castano medio e di media lunghezza. Una volta li aveva molto lunghi ma con l'avvento dell'Unità d'Italia inizialmente se li era tagliati corti - non arrivavano alle spalle - poi, alla fine della guerra, decise di lasciarseli crescere come li ha ora poichè secondo lei stonavano col suo modo classicista di essere. Indossa solitamente abiti eleganti, per lei l'apparire è importante, come camicie bianche contornate da balze e strette gonne nere. Postura sempre eretta, quasi regale per certi versi, e fisico asciutto senza curve troppo accentuate. I suoi occhi scuri, di un verde smeraldo, sembrano perennemente seri o persi nel vuoto, erranti in un mondo a parte. Ha due cicatrici dietro la schiena: una, quella più piccola, passa orizzontalmente vicino alla vita attraversando per un quarto la schiena, l'altra, più grande, inizia subito dopo le scapole attraversando verticalmente fino a raggiungere la prima e incrociandosi leggermente. Rappresentano rispettivamente la Battaglia di Tolentino nel 1815 e la caduta della seconda Repubblica Romana nel 1848. Il ricciolo, tipico dei fratelli, si trova a destra e al centro. Ovviamente è una zona erogena, perciò meglio evitare di toccarla. ❝[...]et pur che voi mostriate segno di alcun di pietate, vertù contra furore prenderà l'arme, et fia 'l combatter corto: chè l'antiquo valore ne gli italici cor' non è anchor morto.❞ - Francesco Petrarca, Italia mia ‹𝓡elazioni› [VERRANNO AGGIUNTE ALTRE IN SEGUITO) Antonio Fernandez Carriedo/Spagna Il rapporto tra l'italiana e lo spagnolo è piuttosto neutrale, possiedono un piccolo legame di amicizia solo perchè hanno in comune Lovino. In passato sono stati sempre abbastanza ambigui, una volta alleati poi nemici poi alleati di nuovo, colpevoli sono anche i signori/granduchi di Lucia che hanno costantemente ballato tra la Francia e la Spagna un po' per mantenere i buoni rapporti col primo e un po' per ricevere vantaggi dal secondo. Pure nel periodo della dominazione spagnola, nonostante godeva del totale appoggio dello spagnolo era quasi costretta ad accettarlo poichè le era imposto dai suoi superiori che furono aiutati a rientrare a Firenze dopo la cacciata nel 1494. Francis Bonnefoy/Francia Al giorno d'oggi Lucia non lo può neanche vedere il francese tanto lo odia. Seppur non appare, sono stati grandi amici: la Francia ha appoggiato Firenze e la casata medicea per lunghi anni anche durante il periodo di instabilità del '500 -diede aiuto alla Repubblica Fiorentina instaurata dopo la cacciata dei Medici. Nonostante successivamente è stata costretta ad appoggiare la Spagna -in quei periodi acerrima nemica della Francia- i loro rapporti sono rimasti buoni soprattutto grazie a Caterina de' Medici prima moglie di Enrico II poi tutrice di Carlo IX, inoltre sono stati alleati nella guerra contro Carlo V -Lega di Cognac. La situazione rimase ottima per secoli, fino all'arrivo di Napoleone. Inizialmente, come tutti gli italiani, ammirava molto il generale, ma in seguito a scelte sempre più meschine volte solo ad ingrandire il suo potere la fiducia nei confronti di Francis e nel suo adorato comandante scemò finchè non sparì del tutto. Il periodo napoleonico per i due fu quello più instabile contornato da continui litigi e riconciliazioni che si conclusero il 21 Marzo del 1801, quando i francesi soppressero il Granducato di Toscana con il Regno d'Etruria togliendo all'italiana l'ultimo territorio rimasto di sua proprietà. Da quel momento il loro legame si spezzò definitivamente. Ci fu un ultimo momento di riappacificazione durante l'Unità d'Italia -accordi di Plombières- ma l'armistizio di Villafranca, il tradimento di Napoleone III, ribaltò nuovamente e per l'ultima volta la situazione. Roderich Edelstein/Austria Anche il loro rapporto non è uno dei migliori, fin da quando si sono conosciuti. Ormai prosciugata la dinastia medicea, rimasta con un solo componente senza figli maschi, alla sua morte essa venne sostituita dagli Asburgo-Lorena, venuta a far parte del ramo asburgico grazie al matrimonio tra l'arciduchessa Maria Teresa d'Asburgo e Francesco Stefano di Lorena. L'entrata della nuova famiglia nel Granducato di Toscana avrebbe dovuto includere questo tra i possedimenti austriaci ma si decise di tenere separati i territori e, di conseguenza, le rispettive corone. Nonostante la decisione l'austriaco tentò comunque di imporsi su di lei come, per esempio, obbligarla ha sopprimere un libro di un intellettuale perchè secondo lui inadatto -inoltre non era d'accordo con la libertà di stampa del Granducato. Il Risorgimento portò a peggiorare ulteriormente i loro rapporti, già instabili, con la battaglia di Tolentino del 1815, l'assedio di Ancona dell'8 Maggio del 1849 e la conquista del Granducato di Toscana in 28 Maggio del 1849. Sebbene lo odi, però, in ogni caso gli deve un grande grazie -che mai dirà- per averle restituito il Granducato di Toscana durante il Congresso di Vienna. Gilbert Beilshmidt/Prussia Sono amici -prevalentemente di bevute- sebbene l'italiana non sopporti il prussiano. La loro amicizia parte dal 1198, durante la prima crociata, quando l'Ordine Teutonico era da poco nato. Compagni d'arme hanno combattuto insieme fino a circa il 1250, quando Lucia decise di abbandonare la strada militare e buttarsi in quella da intellettuale grazie alla Scola Siciliana diventando l'indipendente comune Firenze. In certi sensi possiamo dire che l'ha visto nascere. Successivamente si sono ritrovati durante il Congresso di Vienna e, in particolar modo, nell'alleanza italo-prussiana anche conosciuta come Terza guerra di indipendenza italiana il 28 Marzo del 1866. Possiamo dire che Gilbert è l'unico a cui non prova davvero odio, nonostante il suo atroce comportamento e quello di suo fratello assunto nei suoi confronti durante la Seconda Guerra Mondiale. Feliks Łukasiewicz/Polonia Sono amici a tutti gli effetti sebbene il loro incontro è abbastanza recente, difatti risale al 1849. Il polacco era venuto in aiuto militare alla Repubblica Romana dopo che Roma venne assediata dai francesi e, inoltre, compare nell'inno italiano come l'Italia compare nell'inno polacco. 〘 𝓒uriosità 〙 ► Preferisce evitare vestiti troppo scollati, secondo lei sono volgari; ► Legge e scrive molto spesso. Adora leggere romanzi d'amore oppure antiche opere letterarie di autori famosi come Dante, Machiavelli, Petrarca, addirittura arriva ad autori di epoca classica come Seneca o Orazio. Non le piace scrivere romanzi, invece, preferisce poemi epici o poesie; ► Ha una scrittura precisa e delicata; ► È cristiana ma non afferma nè nega l'esistenza di Dio: secondo lei non lo si può dire; ► Ha combattuto come cavaliere crociato, seppur per un breve periodo; ► Sa disegnare molto bene. Solitamente usa come soggetti personaggi epici o biblici oppure coloro che ammira utilizzando uno stile molto classico di epoca romana che si è imposta dall'Umanesimo. ► Lucia, tra i Vargas, è la mezzana: più piccola di Lovino ma più grande di Feliciano; ► Ama incondizionatamente il vino, in assoluto la sua bevanda preferita. Lo beve in continuazione, finchè non finisce ubriaca certe volte; ► Sa tenere molto bene l'alcool; ► Ha molte conoscenze agricole/contadine, soprattutto riguardanti l'uva e i vigneti, ma non sono approfondite quante quelle del fratello maggiore.
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The Ultimate Road Tripping Car & What To Pack
This summer, we have offered new ideas on our new looks from bikinis to sandals to best sunglasses. To round this week off, lets look at how to get out of town and enjoy it all. A road trip is always a good idea especially when you get to trip it in a sleek new sporty number from Lexus. The launch of their new Lexus LC (starting price $92,000) means your suitcase and accessories should match your car! Visually a sexy looking car, the interior of this new baby from feels like the inside of an Hermes bag – pure luxury and on a side note, the sound system (Mark Levinson audio) is pretty epic too because one cannot be on a road trip in a cool ride without good music! Inspired by this new level of luxe and customization, here are the 5 new bags, packed and ready for you to hit the road. The question now is, where does one cruise to and to what kind of music?
Photograhy: Casey Hollister Packed by: Julie Tong
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“A quel punto, il buio diventerà luce, e vedremo lettere nere apparire sul foglio nero della nera notte”. Lux in tenebris: la pandemia e i suoi simboli
Gli slogan ottimisti diffusisi a macchia d’olio in questo annus horribilis sono testimonianza evidente del permanere, al cuore della coscienza occidentale, dell’umano troppo umano pregiudizio soggettivista e volontarista denunciato a più riprese, nel secolo scorso, dal filosofo tedesco Martin Heidegger. “#L’Italiariparte”, ad esempio, è un mantra secolarizzato, fondato sulla fede antropocentrica nella piena e libera autodeterminazione essenziale della collettività – e dell’individuo che ne è l’atomo primario e indispensabile. Locuzione sublimata dal sigillo sacrale dell’hashtag, porta regale verso un Altrove utopisticamente disposto, un de-lirium perenne, l’uscita ad infinitum dal solco dei ritmi più intimi del cosmo verso il non-luogo del virtuale. Solo il commercium – questa è la cantilena della mantica postmoderna – ci potrà salvare.
C’è, anche qui, lo zampino di Cartesio, il cui «compito» – è proprio Heidegger a spiegarlo – «fu quello di fondare il fondamento metafisico per la liberazione dell’uomo nella nuova libertà in quanto autolegislazione sicura di se stessa» (Il nichilismo europeo). Già qui si scorgono, in nuce, le radici della nietzscheana volontà di potenza. L’irrefrenabile volontà di volontà che oggi dispone, a colpi di tecnica (Gestell, nel linguaggio heideggeriano) e strategie economiche, l’oblio di ogni forma di alterità mediante la sua sistematica normalizzazione: non vi è tragedia, nel mondo soggettivista, solo posticipazione d’intenti in un futuro lontano (migliore, ça va sans dire) e dislocazione delle ragioni in un flusso infinito. Questo processo non è certo nuovo. È, anzi, ben più antico di quanto si possa pensare, eppure le condizioni storico-politiche degli ultimi mesi lo squadernano in tutta la banale atrocità di cui è portatore.
Al contempo, l’opacità dei giorni della clausura conduce alla riappropriazione di una dimensione domestica: Vesta – o la sua postmoderna parodia – torna a calcare la scena della storia. La visuale su di un mondo che sta per ripartire ma che sempre sottende il rischio estremo – quello dell’escatologia e dell’Apocalissi, residui inestirpabili dall’immaginario collettivo, persino quello dell’homo saecularis – è relegata alla propria dimora. La visione umana – sia essa lineare o sinestetica – è costretta a comprimere l’ampiezza del proprio raggio: #viewfrommywindow è il risultato ultimo degli infiniti orizzonti promessi dal virtuale. Palese eterogenesi dei fini. D’altra parte, nulla di nuovo sotto il sole: il Covid 19 si limita a mettere in risalto fenomeni già in atto. Con una impressionante potenza iconica, tuttavia. Quasi cinematografica.
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Anche il pericolo del demonico palesarsi di nuove forme di catarismo è alle porte. Riemerge quando le dita sulla tastiera, battendo sincopate, digitano: #SafeHands. Il cosmo è riletto sulla scorta del dualismo manicheo: le mani pulite, crisma di elezione, definiscono la comunità dei giusti. Gli infetti, tali per responsabilità propria, sono sottratti alla Grazia, in quanto esclusi, nell’hic et nunc, dalla Guarigione. Infatti «vi è un dio o un principio maligno, la malattia, appunto, i cui agenti specifici sono i batteri e i virus, e un dio o un principio benefico, che non è la salute, ma la guarigione, i cui agenti cultuali sono i medici e la terapia. Come in ogni fede gnostica, i due principi sono chiaramente separati, ma nella prassi possono contaminarsi e il principio benefico e il medico che lo rappresenta possono sbagliare e collaborare inconsapevolmente con il loro nemico, senza che questo invalidi in alcun modo la realtà del dualismo e la necessità del culto attraverso cui il principio benefico combatte la sua battaglia» (Giorgio Agamben). Lo spirito non soffia più dove vuole, ma solo dove l’umana ragione, per il tramite della scienza, impone e proclama.
Scompare il tempo vissuto, l’istante qualitativo frutto delle decisioni radicali, la sua multimensionale struttura spiraliforme: a regnare è il tempo uniforme e quantitativo scandito dagli orologi digitali che imbrigliano il tempo della vita. Ciò fa da pendant alla circoscrizione del luogo, tramite la riduzione degli orizzonti vasti, che profumano di avventura, all’angusto domicilio urbano – carcere, o cella di clausura, dalla fisionomia metropolitana. Anche questo dice del culmine dell’antropocene. La mascherina è, a sua volta, una maschera fallita, o forse un simulacro: testimonia il naufragio di una svolta antropologica che, principiando dall’individuo, anziché condurre alle vette assiali della persona (o del tipo) trascina all’indifferenziata e intercambiabile orizzontalità dell’atomo o rizoma. Un’altra conferma – non fossero bastate tutte le altre – dell’avanzata del postmoderno.
La peste che affligge l’umanità richiede d’altra parte dei responsabili: si ricerca l’untore, sia esso un animale esotico, uno Stato “canaglia”, i servizi segreti o la violenza degli ignoranti irresponsabili che mancano di rispetto all’ecclesia ecologista (e a Greta, sua somma profetessa). L’importante, tuttavia, è rimanere #TogetherAtHome, rinvenire, pionieri del Futuro, una nuova educazione alla socialità, scoprirsi umani con la prassi ritualistica di #QuarantineAndChill. Spetta a ciascuno di noi adattarsi, comprendere in interiore homine le rivelazioni della Scienza, adeguare la propria affettività, sessualità e spiritualità “ai tempi del Covid”. Per poi “ricostruire”: padroni, ancora una volta del “nostro” fato – oggi non più fatum, “ciò che è stato detto”, nell’orizzonte della trascendenza, ma semplice factum, “ciò che è stato compiuto”, nell’esperienza della prassi volontaristica dell’individuo che materializza nella cosa che fa la propria essenza orizzontale e reificata.
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Anche la filosofia contemporanea si è dedicata all’interpretazione di questo evento epocale, giungendo a conclusioni distinte, persino antitetiche: sottolineando i rischi biopolitici, in senso totalitario, che si evidenziano nei provvedimenti di emergenza adottati dalle democrazie occidentali – e non solo –, entro quell’ormai perenne “stato d’eccezione” che riduce l’umano alla nuda vita (Giorgio Agamben); discutendo il carattere ambivalente del virus, dotato di potenzialità trasformative di segno opposto, tanto dell’ambito politico, come di quello sociale ed economico: o il peggioramento dello status quo capitalista o l’auspicabile sviluppo di una consapevolezza nuova, a fronte della parziale delegittimazione del Sistema a causa dei suoi numerosi fallimenti (Slavoj Žižek); approfondendo la funzione del Covid come cartina tornasole rispetto a un’autorità statale ormai da tempo decaduta e “medicalizzata” (Roberto Esposito); mostrando le implicazioni di carattere metapolitico e simbolico in un processo che mina alle radici l’ordine unipolare della globalizzazione liberista e la sua ideologia mondialista (Aleksandr Dugin); rilevando (di contro alle interpretazioni precedenti), come proprio l’emergenza pandemica abbia richiamato la politica alle proprie responsabilità concrete e, al contempo, abbia abbattuto la logica del muro – ��Se la “cultura” desolidarizza, se erige steccati e costruisce generi, se definisce gradazioni nella partecipazione al titolo di essere umano e istituisce orrendi confini tra “noi” e i “barbari”, il virus “accomuna” e costringe a pensare a soluzioni “comuni”. Nessuno nel tempo del virus può più pensare di salvarsi da solo né può pensare di farlo senza coinvolgere in questo processo la natura» (Rocco Ronchi).
Comprensibilmente, si tentano avvicinamenti – più o meno plausibili – al cuore pulsante di questo evento globale. Il logos filosofico fatica, tuttavia, a inquadrare la radicalità e contraddittorietà di un fenomeno dai contorni al contempo biologici, socio-politici, comunicativi, emotivi, simbolici e spirituali.
Se vissuto come tragedia, il nostro tempo provoca. Invita a simbolizzare la pandemia, a reagirvi individualmente e, al contempo, a entrare in contatto con un vasto flusso collettivo di intenzioni, aspirazioni, volontà. Il contemporaneo regno della quantità, tuttavia, impedisce una chiara formalizzazione intersoggettiva del fondo metafisico che vi rimane celato: i simboli sono rattrappiti, l’occhio spirituale è quasi cieco, la sintonia con l’invisibile è pura nostalgia – una ferita lacerante della Bellezza. Tradizionalmente, spiega l’artista Anselm Kiefer, «il senso è infinitamente presente nel segno». E precisa, con uno splendido esempio: «In ebraico (…) la lettera è sacra, è sempre carica di senso, anche nelle configurazioni fortuite e apparentemente assurde. Il suo significato può rivelarsi all’improvviso, nel momento in cui le lettere si riuniscono per formare dei concetti sensati, anche se la loro comprensione dovesse giungere secoli dopo» (L’arte sopravviverà alle sue rovine). Ma oggi, nessuno pensa di avere più tutto questo tempo. L’arte è tuttora anamnesi, ma invertita di segno: opaca, condensa stimoli provenienti da un futuro vacuo. L’Origine – che è insieme passata e futura – fatica a farsi presenza sensibile.
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Nello squallore contemporaneo, agli apparati epici, alle intuizioni profetiche, alle raffigurazioni esegetiche si sostituiscono invocazioni alla coscienza civile, vaghi riferimenti al patrimonio valoriale (ancora, dopo Heidegger e Schmitt, ci si può fidare dei valori?), la consacrazione, infine, della “resilienza” umana e della sua “performatività”. Come minuscoli insetti operosi, ci affanniamo a addurre spiegazioni razionali e concettose nella sala della formica regina: si persegue la decriptazione totale della realtà, la si saccheggia, ma di essa non si coglie che la punta estrema, quella più visibile, materiale, concreta, inoppugnabile. La si rischiara fino a farla sfavillare, ma si perde tutto il resto. Secondo alcuni – fra cui il già citato Ronchi – l’ombra del virus mostra, assurgendo a pedagogia, la precarietà dell’esistenza umana, ci abitua a un’idea più “sobria” della libertà. Eppure, a questo auspicio ottimistico, si contrappone la logica cartesiana che ammanta anche i nostri più buoni sentimenti: rimaniamo quegli «animali intelligenti» che «scoprirono la conoscenza», come spiega sconvolto Nietzsche, nel «minuto più tracotante e menzognero della “storia universale”» (Su verità e menzogna in senso extramorale): da quell’ardito tentativo di illuminare il cosmo si è pervenuti, nei secoli, alla sclerotizzazione illuminista (il “lumino” meccanico e castrante dell’Aufklärung). La “sobria” libertà ci è del tutto aliena.
A tanta lucentezza e visibilità esteriore, spasmodicamente ricercata, fa però da contraltare una tenebra – un regno dimenticato nella modernità (e postmodernità) – che rimane fonte viva, indicibile eccedenza, richiamo all’Ulteriore. È tale regno mitico e originario che «dischiude i suoi tesori surreali quando l’uomo è riuscito a oltrepassare la linea. Qui si posa l’eccedenza del mondo» (Ernst Jünger).
E se la luce che percepiamo fosse solo l’ombra di una luce oscura, ben più accecante?
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Non ogni notte è uguale a se stessa. Così, non ogni notte è una sola. Al suo interno si incrociano piani diversi. Una triade, stando ad Aleksandr Dugin: foschia, oscurità e tenebra. La foschia è un sintomo acqueo della notte (un cielo nebuloso), l’oscurità è invece uno «stato di estinzione» (il tramonto come processo di annullamento), la tenebra è «il cuore stesso della notte», la sua essenza. Anche la noche obscura de l’alma cantata da San Juan de la Cruz è tenebra: diversamente dal buio pandemico, si riempie di una luce metafisica folgorante. «I cristiani normali – ricorda Dugin – passavano la notte a pregare». E prosegue, volgendosi alla ritualità dell’ortodossia slava: «Nella Rus’ moscovita, chi non dormiva di giorno, dopo pranzo, era considerato un erotomane o un servitore del diavolo. Dopo la celebrazione, si mangiava e si andava a letto. Poi ci si svegliava, si mangiava di nuovo e si tornava a dormire. La sera, si celebrava. Nel ciclo cristiano, notte e giorno erano invertiti» (Teoria e fenomenologia del Soggetto Radicale).
Qui si penetra nei domini della mistica. Dei suoi silenzi abissali. E, pure, nel regno del mito. Il silenzio di cui vive ogni parola è infatti proprio quello del mito. Etimologicamente, la radice my- contiene il senso di chiudere gli occhi e la bocca (da cui il latino mutus): il mito è dunque il silenzio della parola; non la sua negazione o antitesi, ma il suo lato umbratile e originario. Una narrazione potente dell’umano richiede il rischiaramento del logos, come pure la tacita cura dell’enigma propria del mythos.
Come si può vivere il virtuale e l’età della disintermediazione alla luce del mythos? Sarà mai possibile comporre hashtag mitico-simbolici, inveramento – e non più parodistica inversione – dell’antica sapienza? Zolla, nel suo Uscite dal mondo, guardava con entusiasmo alla «creazione di realtà virtuali mediante occhiali magici». Vi scorgeva uno strumento di dissoluzione della realtà scientista del moderno attraverso un’espansione dei confini dell’esperienza (e della coscienza). Sarà davvero possibile, ci chiediamo ancora, che dal mondo della tecnica sgorghi rinnovata quella scintilla in direzione dello stato interiore descritto dalla letteratura indù come il regno in cui «è assente il desiderio, il futuro non è più atteso, nel presente non ci si posa, il passato non si rammemora, si è svegli dormendo e si dorme vegliando»?
Si tratta, in ogni caso, di acquisire un passo analogico: anche l’epidemia è un segno. Rappresenta un mondo di oscurità esteriori, materiali, che il razionalista epigono di Cartesio intende comprendere con strumenti di luce meccanici. Ma ci mostra anche, nella sua chiaroscura silhouette, quella tenebra interiore che brilla di una luce invisibile ma accecante. «Per leggere la notte, per decifrarne i caratteri, occorre trovare un luogo ancora più oscuro, scavare fino a raggiungere la massima coagulazione della tenebra. A quel punto, il buio diventerà luce, e vedremo lettere nere apparire sul foglio nero della nera notte» (Aleksandr Dugin).
Quella scrittura su cui, forse, proprio oggi, varrebbe la pena gettare uno sguardo. Per vivere paradossalmente quel contatto con la «luce che folgora al momento della morte» su cui lo storico delle religioni Mircea Eliade ha scritto pagine splendide. Intuendo che tale fiamma altro non è che «la stessa luce interiore che le Upanishad identificano con l’âtman: durante la vita terrena, questa è accessibile solamente a coloro che vi sono preparati spiritualmente attraverso le pratiche yoga o la gnosi. In fondo, la stessa situazione si ripete al momento della morte: la Luce si mostra a tutti, ma non è accettata – e fatta propria – che dagli iniziati» (Mefistofele e l’androgine).
Insistiamo: se la luce che percepiamo fosse solo l’ombra di una luce oscura, ben più accecante?
Luca Siniscalco
*In copertina: Anselm Kiefer, “Walhalla”, 2016
L'articolo “A quel punto, il buio diventerà luce, e vedremo lettere nere apparire sul foglio nero della nera notte”. Lux in tenebris: la pandemia e i suoi simboli proviene da Pangea.
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Opulenza, lusso, sono solo alcune delle parole che mi vengono in mente quando penso a La Prairie, brand fondato nel 1931 in Svizzera da Paul Niehans, padre della Terapia Cellulare. Alla base di tutti i prodotti del brand il Complesso Cellulare Esclusivo, creatoda Mr. Niehans, che viene tutt’ora realizzato in tre laboratori diversi, affinché la sua formulazione rimanga un segreto, ed impreziosito e potenziato dall’aggiunta degli ingredienti più rari e preziosi presenti in natura: primo fra tutti il caviale, ma anche l’oro e il platino.
L’ultimo lancio del brand é un prodotto innovativo per la delicata area del contorno occhi, tre volte più sottile di un foglio di carta, e sottoposta ogni giorno a migliaia di movimenti oculari. La prima a risentire dei segni del tempo.
Skin Caviar Eye Lift di La Prairie combina due formule potentissime, cavallo di battaglia della maison, in due texture diverse. Incapsulata in perle di caviale la prima formula, arricchita da Caviar Premier. L’altra formula che contiene il Complesso Cellulare Esclusivo di La Prairie ha un colore rosa è ha una texture gel-crema. Premendo sull’erogatore, basta una sola volta, le due formule si uniscono. Il risultato é un siero dalla texture vellutata che si assorbe perfettamente senza lasciare segno e che si applica non solo sulla parte bassa dell’occhio ma anche sulla palpebra e l’arcata sopraccigliare.
Skin Caviar Eye Lift di La Prairie é pensato idratare e nutrire la zona del contorno occhi e ha un’azione liftante. Dopo due settimane d’uso costante, mattina e sera, si nota la differenza; la zona appare più definita, lo sguardo si apre. Con la costanza, necessaria quando si usano prodotti di skincare, e applicandolo per un mese circa, in coppia con il contorno occhi Skin Caviar Luxe Eye Cream, pensato per rassodare, sollevare e tonificare l’area del contorno occhi, ho visto cambiare l’area del contorno occhi. Niente sguardo stanco, niente gonfiore sotto gli occhi, le piccole rughe sotto gli occhi decisamente attenuate.
Sono prodotti perfetti per pelli mature e dopo un mese di utilizzo in entrambi i flaconi rimane più della metà di trattamento, anche se li ho utilizzati due volte al giorno per un mese.
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La Prairie Skin Caviar Eye Lift: la mia recensione
#azione liftante#contorno occhi#La Prairie#recensione skin caviar eye lift la prairie#Skin Caviar Eye Lift di La Prairie#Skin Caviar Luxe Eye Cream
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L’Uomo Vitruviano di Leonardo può andare al Louvre: sì del Tar del Veneto
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/luomo-vitruviano-di-leonardo-puo-andare-al-louvre-si-del-tar-del-veneto/
L’Uomo Vitruviano di Leonardo può andare al Louvre: sì del Tar del Veneto
L’Uomo Vitruviano di Leonardo può andare al Louvre: sì del Tar del Veneto
Sembra essere arrivata al traguardo la battaglia sul prestito dell’Uomo Vitruviano al Louvre di Parigi. Il Tar del Veneto ha infatti respinto il ricorso di ‘Italia nostra‘ contro il prestito alla Francia delle opere di Leonardo, tra cui appunto l’Uomo Vitruviano custodito a Venezia alle Gallerie dell’Accademia. Lo ha stabilito la seconda sezione del Tribunale amministrativo regionale, depositando l’ordinanza dopo la camera di consiglio.
Gli approfondimenti tecnici svolti per il prestito dell’Uomo Vitruviano sono giunti alla conclusione “che le criticità possono considerarsi risolvibili con precise cautele sulla movimentazione, sulla riduzione del numero di giorni di esposizione e con condizioni di illuminamento limitate a 25 lux”.
Nell’ordinanaza i giudici amministrativi affermano: “il ricorso di Italia nostra contro il prestito non presenta sufficienti elementi di fondatezza” e ricordano inoltre che “in passato sono state oggetto di prestito all’estero altre opere” tra cui La Tempesta di Giorgione, “Visioni dell’aldilà” di Bosch e il disegno di Michelangelo “La caduta di Fetonte”.
“Il prestito dell’Uomo Vitruviano al Louvre nasce da un accordo con Parigi. C’è il cinquecentesimo anniversario di Leonardo e di Raffaello, con la Francia abbiamo detto ‘trasformiamolo in un grande avvenimento internazionale, ci scambiamo le opere’. Ma le scelte delle opere da prestare le hanno fatto i musei, ci mancherebbe che le facesse il Ministero”. Lo ha detto il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, a proposito della querelle sul prestito dell’Uomo Vitruviano. “Dopo che è stato tutto formalizzato con tutte le procedure – precisa Franceschini – c’è stato un ricorso al Tar, e non è la prima volta che mi ci imbatto. Per le mie precedenti decisioni ci sono stati 14 giudizi”, ha aggiunto il ministro, riferendosi alle nomine dei Direttori dei Musei fatte con il precedente governo.
Sembra essere arrivata al traguardo la battaglia sul prestito dell’Uomo Vitruviano al Louvre di Parigi. Il Tar del Veneto ha infatti respinto il ricorso di ‘Italia nostra‘ contro il prestito alla Francia delle opere di Leonardo, tra cui appunto l’Uomo Vitruviano custodito a V…
Nadia Sessa
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MACERATA – Il secondo appuntamento della trentasettesima edizione della Rassegna di Nuova Musica, firmata dal direttore artistico Gianluca Gentili, martedì 19 marzo, ore 21.15, sempre al Teatro Lauro Rossi di Macerata, è dedicato a Stefano Scodanibbio – maceratese e fondatore della Rassegna – e al suo strumento, il contrabbasso, e non sarà di sola musica, ma anche di parole sulla musica.
La serata infatti prevede all’interno del concerto, affidato musicalmente all’Ensemble Ludus Gravis, anche la presentazione da parte di Andrea Cortellessa del volume di scritti e taccuini di Scodanibbio “Non abbastanza per me” a cura di Giorgio Agamben ed edito da Quodlibet.
In apertura di concerto Alisei (versione per dieci contrabbassi,1986) di Scodanibbio e anche il suo Ottetto per otto contrabbassi (2010/2011), due brani compresi nel cd “Alisei” uscito recentemente per l’etichetta discografica ECM; quindi Fury Road – Omaggio a Stefano Scodanibbio per contrabbasso (2016) di Daniele Roccato e Cupio Dissolvi per otto contrabbassi e nastro (2017) di Fabio Cifariello Ciardi, ispirato alla voce di Martin Luther King durante il celebre discorso “I have a Dream” è dedicato “a Daniele Roccato e agli strabilianti interpreti del Ludus Gravis”. Il programma musicale è completato dalla prima esecuzione italiana di Seascapes X per otto contrabbassi (2018) di Nicola Sani.
L’Ensemble Ludus Gravis è composto dai contrabbassisti Giacomo Piermatti, Francesco Platoni, Alessandro Schillaci, Stefano Battaglia, Paolo Di Gironimo, Andrea Passini, Simone Masina, Mauro Tedesco, Rocco Castellani, Alessio Cordaro e ha come solista e direttore Daniele Roccato, artefice di un memorabile concerto l’anno scorso all’Asilo Ricci.
Ensemble Ludus Gravis Ludus Gravis è un ensemble di soli contrabbassi. Fin dal suo debutto nel 2010 ha rappresentato un’autentica novità nel panorama musicale contemporaneo attirando l’attenzione di compositori che hanno segnato la storia della musica e ricevendo inviti da molti dei più prestigiosi festival musicali europei. Per Ludus Gravis hanno scritto, tra gli altri, Hans Werner Henze, Sofia Gubajdulina, Terry Riley, Gavin Bryars, Julio Estrada, Stefano Scodanibbio, Fabio Cifariello Ciardi, Luigi Ceccarelli, Nicola Sani, Filippo Perocco, Edgar Alandia, Tonino Battista.
La sua attività si estende nei campi del teatro, della danza, della letteratura, della poesia, delle arti visive, del cinema muto e contempla progetti con accompagnamento d’orchestra e con live electronics. È stato ospite di prestigiosi festival in Italia e all’estero: La Biennale di Venezia, Ravenna Festival, Rassegna di Nuova Musica (Macerata), I Concerti del Quirinale di RadioTre (Roma), AngelicA (Bologna), Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”, Associazione Alessandro Scarlatti (Napoli), Màntica Festival (Cesena), Imago Dei (Austria), Music of Changes e Gaida (Lithuania), I Cantieri dell’Immaginario (L’Aquila), Unicum (Slovenia), Borealis e Vinterfestuka (Norvegia), Ad Lucem Introvert Art Festival (Lettonia), Suså Festival (Danimarca), Lux Aeterna (Germania), Musica D’Hoy, VI Ciclo de Conciertos de Mùsica Contemporànea , Fundaciòn BBVA (Spagna).
L’ensemble è composto generalmente da otto contrabbassi ma il numero varia da quattro a dodici in relazione al programma. Ludus Gravis ha registrato per le etichette discografiche ECM e WERGO. BBC Radio, Rai Radio3 e il canale televisivo SkyArte hanno trasmesso suoi concerti. Il gruppo è nato dall’incontro tra Stefano Scodanibbio e Daniele Roccato.
Il concerto, come tutti quelli della Rassegna di Nuova Musica, sarà registrato e trasmesso da Rai Radio 3. I biglietti (Biglietteria dei teatri in piazza Mazzini e circuito online Vivaticket) hanno un costo di 5 euro (intero) e 3 euro (ridotto; gli studenti UNIMC potranno usufruire di ulteriori agevolazioni). Per l’appuntamento del 21 marzo all’Ex Asilo Ricci, considerato il limitato numeri di posti, si raccomanda l’acquisto del biglietto con anticipo.
La XXXVII Rassegna di Nuova Musica è realizzata con il contributo del Comune di Macerata e con il supporto logistico/organizzativo dell’Associazione Arena Sferisterio; si avvale della collaborazione dell’UNIMC e dell’Accademia di Belle Arti di Macerata. Importante presenza è inoltre quella dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana con la quale il Festival ha realizzato negli ultimi anni numerosi progetti originali. Quest’anno ha inoltre il sostegno del MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”.
Fabio Cifariello Ciardi (Roma, 1960) Interessato alla percezione, alla memoria e all’uso della tecnologia applicata a diversi fenomeni che raccontano il nostro presente, Fabio Cifariello Ciardi si dedica alla musica strumentale, a quella elettroacustica e alla creazione di opere multimediali. Di recente ha cominciato a interessarsi alla trascrizione strumentale delle inflessioni e dei ritmi della voce parlata e per la composizione della propria musica ha creato software originali dedicati al calcolo della dissonanza, la spazializzazione del suono, la sonificazione in tempo reale degli andamenti dei mercati finanziari e la trascrizione strumentale di voci parlate.
Per l’originalità della sua ricerca ha ricevuto premi e commissioni da istituzioni musicali nazionali ed internazionali. A partire dal 2001, con il collettivo Edison Studio, compone e realizza dal vivo le colonne sonore per diversi film muti e progetti di collaborazione con performer quali il percussionista Mahamad Gavhi Helm, il trombonista Ivo Nilsson e il contrabbassista Daniele Roccato. È titolare della cattedra di Composizione presso il Conservatorio di Trento, collabora con il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Trento ed è uno dei conduttori della trasmissione Radio3 Suite.
Daniele Roccato (Adria, 1969) Contrabbassista solista e compositore, è stato invitato a suonare in molti dei festival e delle sale da concerto più prestigiose del mondo, spesso presentando proprie composizioni. Per lui hanno scritto e trascritto Gavin Bryars, Fabio Cifariello Ciardi, Julio Estrada, Ivan Fedele, Sofia Gubajdulina, Hans Werner Henze, Filippo Perocco, Terry Riley, Nicola Sani, Stefano Scodanibbio. Gubajdulina ha dichiarato: “…la sua interpretazione mi ha totalmente sconvolta. Non ho mai sentito un contrabbasso suonare in questo modo” RAI (RadioTre).
Assieme a Scodanibbio ha fondato l’ensemble di contrabbassi “Ludus Gravis”, del quale è concertatore e solista. In ambito teatrale ha collaborato con Vitaliano Trevisan, Chiara Guidi e con il Teatro delle Albe, per la danza con Virgilio Sieni. Nel campo della creazione estemporanea e dell’improvvisazione ha realizzato progetti concertistici e discografici con Tarek Atoui, Bruno Chevillon, Mark Dresser, Paolo Damiani, Marc Ducret, Vinko Globokar, Garth Knox, Joëlle Léandre, Ciro Longobardi, Elio Martusciello, Sabina Mayer, Thollem McDonas, Butch Morris, Fabrizio Ottaviucci, Barre Phillips, Dominique Pifarély, Michele Rabbia, Terry Riley.
Improvvisa spesso con danzatori, attori, scrittori, poeti, pittori, scultori, giornalisti di guerra. Da menzionare la collaborazione con Jim Dine, pittore, scultore e poeta, tra i fondatori della Pop Art e con Lucia Goracci (Rai News24). È titolare della cattedra di contrabbasso presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma ed ha tenuto seminari presso: Conservatoire National Supérieur (Parigi), Universität der Kunste (Berlino), San Francisco State University, Norwegian Academy of Music (Oslo), Università Ca’ Foscari di Venezia, UNAMM (Città del Messico), UNEAC (L’Havana), Royal Danish Academy of Music (Copenhagen). Ha registrato per ECM, Wergo, Sony. Diversi suoi concerti sono stati trasmessi da Rai RadioTre, da BBC Radio e dal canale Sky ARTE.
Nicola Sani (Ferrara,1961) Compositore e direttore artistico è autore di opere di teatro musicale, opere per la danza, composizioni sinfoniche e da camera, opere elettroniche e installazioni intermediali, eseguite e presentate nei principali festival e stagioni internazionali. I suoi lavori sono stati interpretati da direttori, solisti e formazioni strumentali di fama internazionale. Ha collaborato inoltre con alcuni tra i più grandi artisti nel campo del cinema e della videoarte, tra cui Michelangelo Antonioni e Nam June Paik.
Per le sue opere e per la sua attività nel campo della direzione artistica nel 2011 è stato insignito dal Ministro della Cultura francese del titolo di “Chevalier des Arts et des Lettres”. Ha inoltre ottenuto numerosi premi e riconoscimenti in Italia e all’estero, tra i quali il New Connections Award del British Council, il Prix “Ars Electronica” del Festival di Linz, il Premio Guggenheim, il Premio “Capitani dell’Anno” per la Cultura, il Premio Scanno “Fondazione Tanturri” per la Musica, il Premio “Giuseppe Verdi” alla carriera, il premio “Erato Farnesina” del Ministero degli Affari Esteri. Con il Teatro Comunale di Bologna ha ottenuto quattro “Premi Abbiati” per altrettante produzioni realizzate nelle Stagioni 2015 e 2017.
Svolge parallelamente all’attività compositiva quella di direttore artistico e manager di istituzioni musicali. Attualmente è direttore artistico dell’Accademia Chigiana di Siena. È inoltre consigliere di amministrazione della Fondazione “Archivio Luigi Nono di Venezia”, consigliere artistico della IUC-Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, consulente dell’Accademia Tedesca “Villa Massimo” e dell’American Academy in Rome per l’Italian Affiliated Fellowship. È stato sovrintendente e direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna, consigliere di amministrazione e direttore artistico del Teatro dell’Opera di Roma, e presidente dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani di Parma, presidente della Fondazione Isabella Scelsi di Roma.
Stefano Scodanibbio (Macerata, 1956 – Cuernavaca, 2012).
Contrabbassista e compositore, il suo nome è legato alla rinascita del contrabbasso negli anni ’80 e ’90; ha infatti suonato nei maggiori festival di musica contemporanea numerosi pezzi scritti appositamente per lui da compositori quali Bussotti, Donatoni, Estrada, Ferneyhough, Frith, Globokar, Sciarrino, Xenakis. Ha collaborato a lungo con Luigi Nono (arco mobile à la Stefano Scodanibbio è scritto nella partitura del Prometeo) Giacinto Scelsi e Terry Riley. John Cage, in una delle sue ultime interviste, ha detto di lui: Stefano Scodanibbio is amazing, I haven’t heard better double bass playing than Scodanibbio’s. I was just amazed…His performance was absolutely magic.
Ha composto più di 50 lavori principalmente per strumenti ad arco e per quattro volte le sue composizioni sono state selezionate dalla SIMC, Società Internazionale di Musica Contemporanea. Nella realizzazione delle sue composizioni ha collaborato, fra gli altri, con coreografi e danzatori come Virgilio Sieni, Hervé Diasnas, con il regista Rodrigo Garcia, l’artista Gianni Dessì, il filosofo Giorgio Agamben, il poeta Edoardo Sanguineti. Nel 1983 ha fondato e diretto per trent’anni la Rassegna di Nuova Musica di Macerata. Sue musiche e sue interpretazioni sono state incise per le etichette discografiche ECM, Wergo, Sony, Mode e Stradivarius.
I prossimi appuntamenti
Mercoledì 20 marzo – Teatro Lauro Rossi, ore 21.15 Stefano Gervasoni Due voci per flauto e violino (1992) Helmut Lachenmann Pression per violoncello (1968) Francesco Filidei Esercizio di pazzia II per quattro interpreti (2014) Helmut Lachenmann Toccatina per violino (1986) Stefano Scodanibbio Quodlibet per viola e violoncello (1991) Helmut Lachenmann Trio d’archi (1965)
mdi ensemble Sonia Formenti, flauto Lorenzo Gentili-Tedeschi, violino Paolo Fumagalli, viola Giorgio Casati, violoncello
Giovedì 21 marzo – Ex Asilo Ricci, ore 21.15 Stefano Scodanibbio Due pezzi brillanti per contrabbasso (1985) Stefano Pierini Ultravox I per contrabbasso e live electronics (2018) Stefano Scodanibbio Lawless Roads per pianoforte (2010) Stefano Scodanibbio …and Roll per contrabbasso (2007 Sofija Gubajdulina Sonata per contrabbasso e pianoforte (1975)
Francesco Platoni contrabbasso Federico Nicoletta pianoforte
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Cosa è il famoso CFR e perché si sospetta sia guidato dagli Illuminati? ... Wilson si trovò contro non solo il Senato, ma tutta la stampa non manipolata e il popolo americano, che era assolutamente fedele allo spirito patriottico della Costituzione e che comunque non aveva dimenticato il suo <<tradimento>> nell'aver mandato i loro figli in guerra, nonostante in campagna elettorale avesse promesso che non lo avrebbe mai fatto. Se le organizzazioni che manipolavano le minoranze etniche avessero creato spaccature interne distraendo l'attenzione dell'opinione pubblica - se vi fossero stati autoattentati e quant'altro che nel XXI secolo pare essere strategia consueta - la popolazione americana non sarebbe stata tanto unita, perché troppo occupata a litigare o preoccuparsi per il proprio futuro. Quindi avrebbe appoggiato l'adesione degli Stati Uniti, in nome della pace, alla Società delle Nazioni, anziché opporre un patriottico compatto <<essere orgogliosi di essere Americani>> e quindi non voler rendere conto a nessuna organizzazione sovranazionale. Wilson cadde in disgrazia e morì poco dopo. Nonostante i tanti sforzi, gli Illuminati persero la loro prima battaglia per la conquista degli Stati Uniti. Ma come vi ricordo, far parte degli Illuminati significa avere una ~forma mentis~ che non si arrende mai. Significa cospirare a livello generazionale. Ideare piani che possano svilupparsi anche a distanza di secoli. Tramandare la propria esperienza e le proprie finalità ai figli perché portino avanti il lavoro dei padri. L'idea è quella di dedicare tutta una vita alla realizzazione di un progetto che probabilmente vedranno realizzato solo i trisnipoti. Essere un cospiratore degli Illuminati significa tutto questo. Schiff era diventato ormai anziano. Tutto sembrava perduto, finito. Ma loro decisero di ricominciare da zero o quasi. FINE TERZA PARTE (Pag 216/216 Tratto da <<Lux Tenebrae Illuminati Il volto occulto del Nuovo Ordine Mondiale>> di Adam Kadmon Priuli & Verlucchi Editori) https://www.instagram.com/p/BoV53OhCfZd/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1ah0oaofih1cc
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AQVA Boutique Hotel in Sirmione, Italy (Europe). The best of AQVA Boutique Hotel in Sirmione Hotel. Welcome to AQVA Boutique Hotel in Sirmione, Italy (Europe). The best of AQVA Boutique Hotel in Sirmione. Subscribe in http://goo.gl/VQ4MLN Common services available are: wifi available in all areas. , and beach. In the section of food and drink we can enjoy: packed lunches, bar, breakfast options, breakfast in the room, snack bar and room service. For health, the establishment offers pool/beach towels, sun umbrellas, outdoor pool, private beach area, pool with view, beachfront, outdoor pool (seasonal), swimming pool and sun loungers or beach chairs. With regard to the transfer we have shuttle service (additional charge), shuttle service, airport shuttle (additional charge), airport shuttle and bikes available (free). For the reception we can have safety deposit box and luggage storage. Within the related areas we will be able to enjoy library, sun terrace, terrace and garden. The role of cleaning services will include dry cleaning and laundry. If you travel for business matters in the accommodation you will find fax/photocopying. We will be able to highlight other possibilities as air conditioning, non-smoking rooms, adult only, non-smoking throughout, facilities for disabled guests, heating and lift [https://youtu.be/dBs5KkZdPPI] Book now cheaper in https://ift.tt/2Jpzfjt You can find more info in https://ift.tt/2HJaYYG We hope you have a pleasant stay in AQVA Boutique Hotel Other hotels in Sirmione Hotel Flaminia https://youtu.be/4tE_Ub5S4Vc Hotel Sirmione https://youtu.be/wEsv9sr7GbQ Hotel Ideal https://youtu.be/JU-thBnN_TY Villa Cortine Palace Hotel https://youtu.be/J7KeDI95qx8 Hotel Olivi Thermae & Natural Spa https://youtu.be/t5hvjXrZKko Grand Hotel Terme https://youtu.be/7aQZ6WWAWuo Hotel Continental Thermae & Spa https://youtu.be/lVz1VcfGeBQ Du Parc https://youtu.be/_-u2_epU_CA Other hotels in this channel Panorama De Luxe https://youtu.be/c_osuJmmXds Astral Tower and Residences at The Star https://youtu.be/a40yOETwR8Q Shangri-La Hotel, Qufu https://youtu.be/MMISvbMI3cg Tryp Valencia Azafata Hotel https://youtu.be/P5RNcX-H4YI Sandman Hotel & Sports Bar https://youtu.be/mxblvpREE98 Layana Resort & Spa - Adults Only https://youtu.be/CU1fcOp8BQ8 Queensway Hotel https://youtu.be/TltsR7ZzRGE Bayerischer Hof https://youtu.be/S0i25axo9ew Magic Reef Bungalows https://youtu.be/1Pi9SSFmxus Empark Grand Hotel https://youtu.be/-GsH4CJqm-g King and Queen Hotel Suites https://youtu.be/ZKkqohbWxEw Tai Pan Hotel https://youtu.be/yG7d6LFNX6Y Hotel Lo Monte https://youtu.be/NcaDSplpwXI Las Arenas Balneario Resort https://youtu.be/Z-_0T89G8kY Hipotels Don Juan https://youtu.be/AownlUZ5Da8 In Sirmione we recommended to visit In the Italy you can visit some of the most recommended places such as Lago de Garda, Castello Di Sirmione, Grottoes of Catullus, Rocca di Manerba, Canevaworld, Movieland Studios, Gardaland SEA LIFE Aquarium, Blue Tornado and Jamaica Beach. We also recommend that you do not miss Castelo Scaligero, Oblivion: The Black Hole, Chiesa di San Pietro in Mavino, Escape from Atlantis, Monumental Complex of San Martino della Battaglia, Spiaggia "Desenzanino", We hope you have a pleasant stay in AQVA Boutique Hotel and we hope you enjoy our top 10 of the best hotels in Italy All images used in this video are or have been provided by Booking. If you are the owner and do not want this video to appear, simply contact us. You can find us at https://ift.tt/2iPJ6Xr by World Hotel Video
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The Fashion Awards 2017: The Winners
Nominees for the 2017 Fashion Awards were “chosen from hundreds of international names and they represent the most creative talent and innovative businesses of the year,” BFC chairman Natalie Massenet told press upon unveiling the nominees back in October.
Tonight’s ceremony was an emotionally charged celebration as the fashion’s finest paid homage to industry veterans of the past and the bright young things of the future. Dior’s Maria Grazia Chiuri acknowledged the late Franza Sozzani, while Naomi Campbell and an assemblage of models presented a powerful, united message that while Azzedine Alaïa might have passed away, his legacy will live on.
See the full list of winners below.
1/13 Model of the Year – Adwoa Aboah
Image: Getty
Outstanding Contribution to British Fashion Award – Christopher Bailey with Anna Wintour
Image: Getty
British Designer of the Year (Menswear) – Craig Green for Craig Green
Image: Getty
British Designer of the Year (Womenswear) – Jonathan Anderson for JW Anderson and Accessories Designer of the Year -Jonathan Anderson for Loewe
Image: Getty
Swarovski Award For Positive Change – Maria Grazia Chiuri with Nadja Swarovski
Image: Instagram.com/swarovski
Urban Luxe Brand – Virgil Abloh for Off-White
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Isabella Blow Award for Fashion Creator – Pat McGrath
Image: Instagram.com
British Emerging Talent (Womenswear) – Michael Halpern for HalpernBritish Emerging Talent (Menswear) – Charles Jeffrey for Charles Jeffrey Loverboy
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Business Leader – Marco Bizzarri for Gucci
Image: Instagram.com/gucci
Special Recognition Award For Innovation – Stella McCartney
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Style Icon – Donatella Versace
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Designer of the Year – Raf Simons
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See all the red-carpet highlights from the awards below.
1/59 Adwoa Aboah and Christopher Bailey
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Agyness Deyn
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Amber Le Bon
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Amber Valletta
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Ashley Graham
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Aymeline Valade
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Camilla Rutherford
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Caroline Flack
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Caroline Rush
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Charlie Heaton and Natalie Dyer
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Charlotte Dellal
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Connor McGregor, Donatella Versace and Lewis Hamilton
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Dame Natalie Massenet and Erik Torstensson
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Derek Blasberg
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Dermot O'Leary
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Doina Ciobanu
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Erykah Badu
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Eva Herzigova
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Giovanna Battaglia Engelbert
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Hailey Baldwin
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Halima Aden
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Harold Tillman
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Holly Marie Willoughby
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Isaac Carew
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Iska Lawrence
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Jessica Kahawaty
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Jourdan Dunn
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Kaia Gerber
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Karlie Kloss
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Kate Reardon and Anya Hindmarch
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Laura Carmichael and Christopher Kane
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Lilah Parsons
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Livia Firth
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Mary Charteris
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Mary Katrantzou
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Matty Bovan
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Millie Mackintosh
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Nadja Swarovski
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Naomi Campbell
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Olga Kurylenko
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Pamela Anderson
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Pixie Lott and Oliver Cheshire
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Poppy Delevingne
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Professor Green
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Richard Biedul
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Rita Ora
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Ruth Wilson
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Selena Gomez
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Sheikha Aisha Al-Thani and Abdul Aziz Mohammed Al-Rabban
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Stella Maxwell
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Stephen Jones
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Stormzy
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Suki Waterhouse
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Suzy Menkes
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Tallia Storm
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Tania Fares
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Tinie Tempah
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Winnie Harlow
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Zendaya
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Cinema, i film in uscita giovedì 12 settembre 2019
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/cinema-i-film-in-uscita-giovedi-12-settembre-2019/
Cinema, i film in uscita giovedì 12 settembre 2019
Cinema, i film in uscita giovedì 12 settembre 2019
Candidato dal Brasile agli Oscar 2020 nella categoria miglior film in lingua straniera, arriva nelle sale italiene “La vita invisibile di Eurídice Gusmão” di Karim Aïnouz. Pellicola tratta dal romanzo omonimo di Martha Batalha edito in Italia da Feltrinelli.
E’ la storia di due sorelle, Guida ed Eurídice, due donne complementari, unite e inseparabili, ma che finiranno per essere divise da un destino ingiusto e dalla società patriarcale della Rio de Janeiro degli anni ’50. Affronteranno entrambe un percorso di emancipazione che le porterà a rincorrere i propri sogni senza mai abbandonare la speranza di potersi ricongiungere.
Presentato alla 75ª Mostra del Cinema di Venezia, “Vox Lux” è l’ultimo film di Brady Corbet, attore, regista e sceneggiatore statunitensei. A sua disposizione un cast di stelle, con Natalie Portman, Jude Law e Willem Dafoe.
Il film narra l’ascesa al successo mondiale di Celeste, da studentessa ad acclamata pop star mondiale. Nel 1999 Celeste sopravvive, se pur con una seria lesione alla spina dorsale, alla sparatoria avvenuta nella sua scuola di New Brighton, Staten Island (New York). Insieme alla sorella Ellie (Stacy Martin), molto complice, che la assiste nella convalescenza e ne seguirà la carriera restando dolorosamente nella sua ombra, scrive un brano per condividere lo choc con la comunità e lenirlo.
Franco Maresco è il regista del docufilm “La mafia non è più quella di una volta”, vincitore del Premio speciale della Giuria al Festival di Venezia 2019.
Un viaggio attraverso gli occhi di Letizia Battaglia, storica fotografa palermitana che con i suoi scatti ha raccontato Palermo, la mafia e l’antimafia, che non smette di trasmettere i propri ideali, e Ciccio Mira, l’impresario di cantanti neomelodici. Due figure che non entrano mai in contatto tra loro ma che si scontrano nella rappresentazione dei propri valori in particolare approfondendo il tema della memoria a venticinque anni di distanza dalle stragi di Capaci e via d’Amelio.
A tre anni di distanza dal primo film, arriva nelle sale italiane “Angry Birds 2 – Nemici amici per sempre” (“The Angry Birds Movie 2”), esodio alla regia della coppia di registi formata da Thurop Van Orman e John Rice.
I pennuti arrabbiati e gli astuti maialini verdi tornano in una nuova avventura. All’emergere di una nuova minaccia, che metterà in pericolo entrambe le loro isole, Red, Chuck, Bomb e Grande Aquila recluteranno la sorella di Chuck, Silver, e si uniranno alla squadra dei maialini, Leonard, il suo assistente Courtney e il tecnologico Garry per giungere a una tregua e creare un’improbabile supersquadra per salvare le loro isole.
Box office
Secondo weekend di settembre decisamente positivo al botteghino italiano con quasi il doppio degli incassi rispetto a un anno fa: a trionfare è “IT – Capitolo Due”, con 4.9 milioni di euro;
Scende al secondo posto “Il Re Leone”, che porta a casa altri 3.6 milioni di euro, salendo a quasi 33 milioni di euro;
Terza posizione per “Mio Fratello Rincorre i Dinosauri”, che incassa 656mila euro.
Candidato dal Brasile agli Oscar 2020 nella categoria miglior film in lingua straniera, arriva nelle sale italiene “La vita invisibile di Eurídice Gusmão” di Karim Aïnouz. Pellicola tratta dal romanzo omonimo di Martha Batalha edito in Italia da Feltrinelli. E’ la storia di due sor…
Luisa Ginetti
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