#luigi cadorna
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Idea: Very serious war movie about the Battles of the Isonzo except Luigi Cadorna is a Who Killed Roger Rabbit-style Nintendo cartoon Luigi
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Aneddoti “militari”…
Padre Pio da Pietrelcina passò anche per Napoli. E non lo fece in vesti religiose, bensì da soldato, durante la prima guerra mondiale. Continue reading Untitled
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#fioretti#luigi cadorna#napoli#padre pio#Padre Pio da Pietrelcina#prima guerra mondiale#roberto allegri#san pio da pietrelcina#testimonianze
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So, we all know Luigi Cadorna, dumbest motherfucker in WWI, AH Yes we will make 11 attacks on the Isonzo river, so i dont have to go into detail why he is that (If you do need a reminder https://acoup.blog/2021/10/08/collections-luigi-cadorna-was-the-worst/ this goes over his, incredible WWI performance)
Instead were gonna talk about his son, General of Fascist Italy, the Italian Resistance, Senator for the ~~Continuity Fascism~~ Christian Democracy Party. Who in April 1945, almost two years after he stopped being relevant tried to reach an Agreement with Benito Mussolini. I couldnt find out what that agreement was supposed to entail. Because im lazy. But the pure act of this all truly marks this family as something special just utter idiots, unrepentant dumbasses
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Got some names messed up in my head for a moment and accidentally imagined rationalist Luigi Cadorna
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"An extremely tepid defense of X" is a great genre of post that we should make more of. Thank you to @centrally-unplanned for coining it with respect to Luigi Cadorna.
Some things get treated like they're 100% bad when they're just 95% bad and we should point out these cases.
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Getting into necromancy so I can call up Erich von Ludendorff's soul from whatever hell he's in and read Gundam Wing slashfic I find-and-replaced his and Luigi Cadorna's names into at him. Maybe extend it further to Gundam SEED slashfic and add Ferdinand Foch and Douglas Haig's names to the mix.
I take this as a dare, and I shan't be thought a coward.
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Carabinieri Reali Bicorne from the Kingdom of Italy dated to 1915 on display at the Heeresgeschichtliches Museum in Vienna, Austria
The Royal Caribaneers, or "Carabinieri Reali", are the national gendarmerie (military police) of Italy. During the First World War they took part in the assault of South Tyrol under General Luigi Cadorna who deployed them as barrier troops, setting up machine gun posts in the rear to stop Italian soldiers retreating.
Photographs taken by myself 2022
#art#fashion#20th century#italy#italian#kingdom of italy#uniform#first world war#military history#heeresgeschichtliches museum#vienna#barbucomedie
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Luigi Cadorna Indro Montanelli e Sergio Toppi Tratto dal Giornalino nº 43 del 30 ottobre 1985. Oggi sul blog.
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You know it's kind of batshit how the Italians went from fucking up the ottomans so bad they destabilized Europe to fucking isonzo in like 2 years. All it took was one fucking Luigi cadorna to cripple a nation. Legend.
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Pulp Storytime #32: What I did for my summer vacation!
Meet me by the moonlit hedges. Don’t bring any spies. Today’s session was supposed to be focused on two historical oddities: American fascist summer camps, and “Stonehenge USA”. The players (Simon, Oksana, Javid, and Penny (with a new player) were staff at camp Winnemucca in New Hampshire. They feuded with the counselors of Centro Estivo Cansiglio, and there was a climax at American Stonehenge, with mystical barriers weakened by the Fourth of July fireworks. But the real drama was created by competition day*. The boys’ camp, CEC, came over. The night before, Oksana had infiltrated the camp and found out it was run by Luigi Cadorna, a former Italian general. Italy wanted to study American mysticism and create fascist sympathy in American youth. And to do that, they wanted the spirit stick, a Penobscot artifact held all year by the winning camp. Not everybody knew this, so Penny An'Te, Hawaiian gambling queen, decided to bet a week’s salary against her own camp. Devika was the head of a girl’s cabin, so Lord Simon, her number one supporter, felt compelled to cheat on her behalf. He asked Javid to help, who sabotaged one of the kayaks. The players cheated to influence all three of the competitions. Lord Simon stole the list for the scavenger hunt. Lifeguard Penny rescued the kayak team before they sank, and gave them a boost from underwater. Tactician Javid gave the girls advice to win the tug-of-war. These (and other lies) came out during the group’s night off. Lord Simon lied to the snitch counselor Darlene that he was happy to take her to dance. When she got the wrong idea, he meant to say “I’m not interested in women” but it came out “I would never be with someone who looks like you.” MORE DRAMA. Worse, she was the party’s ride. Penny yelled at Simon, Oksana reprimanded Penny, and Javid played innocent. While the rest of the scenario was filled with incident (including Oksana disrupting a ritual site by throwing beer bottles into a sacred slot), player drama is a thing to cherish. *You know you had an action-packed adventure when you truncate the opening, which was a nature hike interrupted by a bear attack.
Darlene, the snitch.
#fate core#gaming#table tales#summer#summer camp#That one TAL Episode#New Hampshire#American Stonehenge
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Villa del Bono, un autentico gioiello
Questa volta, noi di Vortici.it vi portiamo in Brianza più precisamente a Cremella(Lecco) dove sorge una dimora unica nello stile sul nostro amato territorio: Villa del Bono.
Vogliamo illustrarvi Villa del Bono, questo autentico gioiello artistico residenziale che ci ricorda la ricchezza del nostro patrimonio culturale che non ha eguali al mondo.
Villa del Bono si trova su una collina all’interno di un parco secolare di circa sei ettari, raggiungibile lungo un viale di tigli di oltre duecento metri. Il panorama gode di una vista sulle Grigne e il monte Resegone. In una zona strategica, la villa si trova a 15 km da Como e da Lecco, e a 35 km da Milano. Progettata dall’architetto Cecilio Arpesani, che s’ispirò alle forme del Rinascimento fiorentino. Le sale interne sono ricche di raffinate decorazioni con pavimenti marmorei a mosaico. Il grande parco all’inglese è dotato di stupendi esemplari arborei. Dal 1934 la villa è proprietà dei Conti del Bono. Ci sono anche le antiche scuderie ristrutturate. È una dimora eclettica circondata da un magnifico parco con terrazzo panoramico da cui si gode una vista mirabile sulle Prealpi comasche e bergamasche e sui laghetti dell’alta Brianza. Ideale per organizzare ricevimenti, matrimoni, sfilate e riprese fotografiche e cinematografiche nell’arco dell’intero anno è anche una dimora per tutta la famiglia: può ospitare fino a 24 persone in camere doppie, per una vacanza da sogno o un weekend fuori porta. E per un’azienda, un “Buen Retiro” ove accogliere i propri collaboratori per momenti di immersione e relax. Scopriamone la storia… LA VILLA: DAI SESSA AI DEL BONO Lo stile neorinascimentale lo si può riconoscere a prima vista. Rodolfo Sessa la costruì tra la fine dell’Ottocento e la prima decade del Novecento. La famiglia dei Sessa era divenuta importante grazie all’attività propria di un setificio dalla metà del Diciannovesimo secolo, acquistando tutta la collina su cui oggi sorge la chiesa di San Sisino, Martirio e Alessandro. Lo stesso convento in cui oggi è stata ricavata questa chiesa era in origine la villa di Francesco Sessa, fratello di Rodolfo; sull’altra riva della collina, simmetricamente a villa Del Bono rispetto a via Luigi Cadorna, si può trovare l’originaria casa di famiglia, divenuta di proprietà del terzo fratello dei Sessa, Giuseppe, dopo la morte del padre comune. Il motivo per cui Rodolfo costruì questa villa fu per distaccarsi dal resto della famiglia; infatti, dopo essersi sposato con Anna Fumagalli, era rimasto a vivere nella casa paterna sino a quando decise di costruire una villa dove vivere con lei, non andando via da Cremella. Per l’edificazione della struttura fu necessario sbancare la collina su cui oggi trova posto da cui si può godere di una meravigliosa vista sulla vicina vallata ma, nelle giornate più limpide, anche delle vette del Cervino e del Monte Rosa. Rodolfo acquistò anche i terreni circostanti con l’opzione di inedificabilità, creando una zona franca che dividesse la propria villa dal futuro sviluppo urbanistico che probabilmente si aspettava. Il pensiero con cui fu costruita questa villa era diretto in due direzioni opposte: all’indietro, verso il rinascimento fiorentino, per quanto riguarda il gusto architettonico, ma guardando avanti per quanto riguarda la tecnologia presente nell’edificio: questo era l’unico edificio con l’impianto elettrico di tutta la zona perché i Sessa avevano trovato il modo per connettere la villa di Rodolfo con la rete elettrica di Merate, a circa tredici chilometri di distanza. Ma l’avanguardia tecnica la si può osservare nella presenza di un riscaldamento centralizzato, oppure in alcune manopole poste a fianco di ogni finestra della casa: con queste ultime è possibile aprire e chiudere le imposte dall'interno, senza che sia necessario aprire la finestra. È comunque da sottolineare che questa, come tante altre analoghe strutture, erano dimore che venivano vissute nel periodo di villeggiatura, quindi solo nei mesi più caldi dell’anno. Nel 1912 Rodolfo muore in villa, ma la moglie continua a vivere la villeggiatura a Cremella sino alla sua dipartita nel 1932. La villa passa in eredità alle nipoti femmine di Rodolfo sino all’attuale proprietario. Il titolo di conti è riconosciuto alla famiglia cremellese nel 1720, ma in realtà l’appartenenza alla nobiltà cittadina risale al 1300. “Lo stemma di famiglia conferma questo fatto: con il trascorrere dei secoli l’araldica divenne molto complessa e ricca per potersi distinguere da tutti gli altri. Sul nostro si può riconoscere una montagna al cui culmine si trova la luna. Con questi due simboli di vuole indicare il desiderio di puntare alla luna, ovvero alla perfezione” afferma il proprietario, il Conte Pietro del Bono. Durante gli anni della guerra la villa divenne un luogo sicuro per tutta la famiglia, permettendo anche di nascondere il padre di Pietro del Bono dalla leva militare nella Decima Mas a cui era destinato: “Si rifiutò perché non gli piaceva, quindi si nascose qui e si accorse che il fatto che tutta la casa fosse affrescata la rendeva davvero pesante, quindi decise di imbiancarla. Oggi si possono ancora trovare alcuni affreschi vicino alle finestre, ma l’unica camera rimasta completamente affrescata è quella che poi divenne sua e di mia madre quando si sposarono” afferma Pietro del Bono. GLI SPAZI DI VILLA DEL BONO L’ingresso è molto importante, addirittura imponente. Gli elementi neorinascimentali sono ovunque: dal soffitto a cassettoni, alle porte di legno, sino alle sovrapporte in marmo: “Nella casa sono sparse tante iscrizioni, alcune serie altre delle vere e proprie prese per i fondelli: ‘non vanitate sed studio’, ovvero ‘Non per vanità ma per passione’ sopra la porta della biblioteca; di fronte ad essa ‘frons prima decipit multos’, ‘la prima porta ingannò molti’, perché si pensa che ci sia il salotto, invece cela il bagno”. LA BIBLIOTECA I mobili che si possono trovare in villa sono in parte originali, in parte provenienti dalle altre residenze di famiglia, ma i lampadari sono originali, elettrici e oggi ancora funzionanti. Questa biblioteca chiusa è una caratteristica rinascimentale, con le porte che riprendono le ante degli scaffali, creando nella sala con le porte chiuse, una grande uniformità di stile. Nella biblioteca si può trovare un camino finto su cui è posto lo stemma della famiglia. IL SALOTTINO ROSSO Questa piccola camera ospita il soffitto a cassettoni più bello di tutta la casa. Originariamente era tappezzata di rosso ma oggi di questa decorazione rimane solo una fascia più alta. Sul resto delle pareti il rivestimento si era logorato, quindi il proprietario ha deciso di sostituirla con una nuova che ne riprende il disegno originale con vasi di rose. SALA MUSICA Il nome di questa sala non deriva dal fatto che si suonasse della musica qui, ma dalle decorazioni sul soffitto ovvero due angeli che cantano e un pentagramma. Questa sala ospita busto che assomiglia al bisnonno di Pietro, ammiraglio che rivestì il ruolo di ministro della marina alla fine della Prima Guerra mondiale: venne acquistato dal padre di Pietro proprio perché assomigliava al bisnonno. SALA DELLE COLONNE Il salone principale della villa è arredato finemente e con un grande camino finto sopra al quale si può riconoscere lo stemma dei Sessa scolpito nella pietra serena. Rodolfo era erede di una famiglia di setaioli che vollero riportare nel loro emblema gli elementi del filo e del fuso, ma è uno stemma inventato dato che non avevano alcuna nobile origine. La stessa invenzione venne fatta anche per la moglie di Rodolfo, Anna Fumagalli, il cui araldo si può trovare sopra la porta del refettorio: uno stemma con un castello sopra cui è posto un gallo che canta. SALA DA PRANZO O DEGLI ANTENATI Questa sala è posta a fianco delle cucine, ma viene anche chiamata degli antenati perché si hanno vari ritratti di probabili antenati. Sulla decorazione in legno posta su tutte le pareti della sala, si trova una decorazione che riporta un’ode al cibo in latino scritta da Orazio. Questo scritto è stato analizzato da uno degli avi dell’attuale proprietario, il quale ha posto una bruciante critica a colui che decise di redarla in quel modo: “Questa iscrizione non è troppo felice, né chiara. Il latino non è ottimo giacché è tolto dalla seconda satira di Orazio Flacco, ma a pezzettini presi un pò qua un pò là Talché nell’iscrizione perdono in parte il significato che hanno nella satira. Latino assai difficile”. Nella sala da pranzo, aguzzando la vista si può trovare una porta nascosta che conduce alla scala di servizio, che permette di raggiungere tutti i piani della villa e che, al piano rialzato, permette di giungere alla cucina. Quest’ultima è stata realizzata negli anni Sessanta dal padre di Pietro del Bono poiché quelle originali si trovano nel seminterrato: “Ai tempi dei Sessa, in quella che oggi è la cucina, giungevano solo i piatti con un montacarichi e, attraverso un passa piatti, le pietanze raggiungevano la sala da pranzo ed i commensali grazie all’opera di eleganti camerieri in livrea” ci ha spiegato il proprietario. Ovviamente tutto questo nel dopoguerra non era più necessario. “Da sottolineare è il fatto che gli arredi che si hanno in questa cucina anni Sessanta e nei bagni degli anni Trenta, sono di pregevole fattura, cosa che si può riconoscere dalle piastrelle di ceramica Bisazza, oppure le lampade nei bagni di Venini: quindi gli ammodernamenti che si sono fatti hanno comunque uno stile comunque ricercato, come è sempre stato per la storia di questa villa” secondo le precisazioni del dottor Lorenzo Colombo, giovane storico dell’arte che ha svolto degli approfonditi studi sull’edificio residenziale cremellese. LO SCALONE Lo scalone è il fulcro della casa che vuole richiamare lo stile rinascimentale fiorentino, motivo per cui questa dimora è soprannominata “La Fiorentina”. “Da fuori la villa richiama palazzo Strozzi, un grande esempio di architettura rinascimentale fiorentina; mentre lo scalone vuole si ispira chiaramente allo scalone del Bargello: questo di evince dai tanti stemmi murati sulle pareti e dalla fontana che si trova alla base delle scale, elemento immancabile nei cortili fiorentini del rinascimento. Sulle pareti dello scalone di hanno elementi veri e finti, che vanno dagli stemmi di varie famiglie, ad elementi portati per richiamare infelicemente gli stilemi fiorentini, ma incastonando un leone di San Marco oppure un sovrapporta della biblioteca di Sant’Agostino di Bergamo” sottolinea il dottor Colombo. Giungendo al primo piano si trova una finta balaustra che riprende lo stile del rinascimentale. Poco sopra, poggiata sui merli, si poggiava un tempo, la vetrata che oggi si trova due piani più in alto su cui si riconosce lo stemma dei Sessa che si alterna ai Gigli di Firenze. Il motivo per cui venne spostata lo spiega il conte stesso: “Negli anni '60 mio padre volle ricavare varie camere da letto con bagno in cui dormivano i figli e gli ospiti e lui voleva in un certo senso poterli controllare dal piano nobile, per evitare scorribande notturne”. LA CAMERA PADRONALE Si può comprendere che si tratta della camera padronale sia dalle dimensioni del letto, sia dell’affresco posto dietro di esso. Letto in stile rinascimentale sulla cui testiera si riprende uno dei due soggetti dell’affresco lombardo di fine Quattrocento appeso sopra di esso: l’Annunciazione; tra l’Arcangelo Gabriele e la Madonna, posti agli estremi della rappresentazione, si trova una Maestà. La presenza ripetuta della figura dell’Annunciazione probabilmente sottolinea la ricerca di una progenie da parte di Rodolfo e Anna che ebbero una unica figlia che morì prima dei genitori nel 1902. Questo segnò molto la coppia. La tecnologia ritorna in questa camera nel letto matrimoniale che permette di dividere in due singoli il grande letto, per rendere più semplice rifarlo alle cameriere. IL BAGNO PADRONALE In stile anni Trenta ha un meraviglioso arredo in marmo con una vasca da bagno. Tutto è ancora funzionante. IL GIARDINO Il giardino si estende su sessanta mila metri quadrati in cui vige la più grande quiete. Sono ospitati svariati esemplari secolari che contrappongono la loro grande storia alla più recente piscina costruita negli anni Sessanta dall’architetto Antonio Clerici. Un trucco che venne utilizzato dai Sessa fu quello di piantumare svariati alberi sui confini della proprietà, facendo quindi confondere il giardino con il resto della vegetazione intorno, dando l’impressione che fosse più grande. Dal giardino si possono osservare anche un'iscrizione sul lato ovest: “FAMILIAE AMICISQUE DICATA ET LUDIS IVCVNDIS”. In questo modo la villa viene dedicata alla famiglia agli amici e agli svaghi:, riconoscendo nella Brianza il luogo dell’otium e Milano è il luogo del negotium. “Le dimore storiche sono vive, cambiano con il trascorrere del tempo. Quindi come si fecero e rifecero i bagni, come si realizzò la cucina negli anni Sessanta, tale è in tutte le case dell’epoca. Fissarle in un momento significa ucciderle: mantenerle immobili non avrebbe senso....le renderebbe difficili da vivere” sostiene Pietro del Bono, Presidente della sezione lombarda dell’Associazione Dimore Storiche Italiane. Vi abbiamo fatto vivere un’esperienza a tutto campo in quello che si può considerare un grandioso esempio di architettura rinascimentale fiorentina, unico nel suo genere. Scopri la nostra rubrica Arte Immagine di copertina: https://ledimoredelquartetto.eu/ Read the full article
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🌻🌻🌻
(Very little of anything the imperium does makes sense on any level. Stop excusing it and embrace that everything is bad and/or comical
I describe Imperial commanders as a mix of Luigi Cadorna, Grigory Kulik, and Sr John French. They don't win battles, have no idea what they are doing, and murder almost as many of their own men through incompetence as the enemy does.
I don't care about primarchhammer age of Ultramar)
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Verbania, terminato il restauro del mausoleo di Cadorna
L’intervento è durato sette mesi e costato 100mila euro (ANSA) – VERBANIA, 27 GIU – Dopo circa sette mesi di lavoro, sono terminati i lavori di restauro del mausoleo che ospita le spoglie del generale Luigi Cadorna, a Verbania sul lungolago di Pallanza. L’intervento, di cui si è occupato un gruppo di lavoro guidato dalla restauratrice Katia Zanetti, è costato al Comune centomila euro, di cui…
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Milano, “The Vogue Closet”: dal 19 al 21 aprile apre al pubblico in Italia
Milano, “The Vogue Closet”: dal 19 al 21 aprile apre al pubblico in Italia. Dal 19 al 21 aprile, in occasione della Milano Design Week, Vogue Italia aprirà le porte della sua redazione, in Piazzale Luigi Cadorna 5, per un evento speciale: The Vogue Closet. Il suo mitico armadio sarà svelato al pubblico attraverso una serie di installazioni creative che racconteranno tutto il mondo Vogue e i suoi valori. Nell’immaginario collettivo, l'armadio non è un semplice contenitore, ma un mondo magico nel quale collezioniamo oggetti del desiderio. Vogue guiderà i visitatori in questo mondo onirico mostrando tutti i volti del suo straordinario e sorprendente guardaroba, tra nuove tendenze e capi irrinunciabili. Questo viaggio immersivo, fatto di creatività e immaginazione, si snoderà attraverso una serie di 'stanze’. Spazi complementari nei quali arte, moda e design si intrecceranno indissolubilmente, per raccontare tutti i segreti dell'iconico magazine di moda. The Wonder Closet, custode dei capi e degli accessori più ambiti, è il luogo dove la moda contemporanea assume volti sempre diversi, tra nuove tendenze e sogno. Non poteva mancare The Garden of Beauty, la stanza focalizzata sulla bellezza: il completamento perfetto per un beauty look en pendant con l'outfit. Tra pezzi unici e rarissimi, The Icon’s Wardrobe vi porterà alla scoperta della storia della moda attraverso l'incredibile archivio di Anna Piaggi. Centrale nel progetto sarà l’importanza dell’approccio consapevole a partire da The Fairy-tale Art Studio che ospita Valentino Sleeping Stock, iniziativa che dal 2021 promuove la nascita di una nuova vita per lo stock di tessuti dormienti della Maison, all’interno di un contenitore visivo in cui il dialogo culturale di 3 artisti internazionali specializzati nella ricerca materica - Georg Haberler, Giada Yeya Montomoli e Thomas De Falco - genera nuove espressioni creative. Al centro di tutto, il riuso con uno sguardo attento all’awareness ambientale e sociale: per l’occasione, Maison Valentino ha donato a Vogue Italia più di 80 metri di tessuti Valentino Sleeping Stock, provenienti dai suoi Atelier Haute Couture, curati e selezionati appositamente affinché gli artisti possano reinterpretarli in una nuova espressione personale creativa, testimone dei nostri tempi e del DNA della Maison. Una continua conversazione per celebrare la creatività, l’individualità, la circolarità con un approccio giving back - valori condivisi con la Community. L'itinerario di The Vogue Closet avrà al centro anche uno spazio dedicato alla community di Vogue, The Dreamy Talk Room, dove ci sarà l'occasione per condividere pensieri e riflessioni sulla moda, con un palinsesto di nove appuntamenti, curato in collaborazione con Salotto Studio, dedicato al guardaroba e alle storie di stili. Durante i talk verranno toccate diverse e importanti tematiche, tra cui la diversity & inclusion, l'abbigliamento come forma di espressione, e il riuso creativo e sostenibile dei tessuti, con ospiti di spicco come Anna dello Russo, Arthur Arbesser, Matteo Augello e Jordan Anderson. Il percorso si chiude con l’armadio di VOGUE Collection, la collezione di abbigliamento firmata Vogue, con una selezione di felpe, T-Shirt e cappellini tra novità, best seller e grandi classici realizzati in 100% cotone biologico. Supporter dell'iniziativa è Generali, assicuratore leader in Italia e Partner di Vita di persone, famiglie e imprese, a cui The Vogue Closet apre le porte per l’evento Prima fila Gran Galà, dedicato in esclusiva agli agenti Generali vincitori del Contest “Prima Fila”. Generali, per l’occasione, ospiterà Francesca Ragazzi, Head of Editorial Content di Vogue Italia, e l’interior designer Sara Ricciardi, che terranno un talk su come il design possa influenzare, ispirare e migliorare la vita delle persone. L’oasi beauty di The Vogue Closet è il luogo perfetto per accogliere il nuovo progetto di KIKO Milano pensato per valorizzare l’unicità di ogni persona: la Beauty Roar Collection. A creare un legame tra le due realtà è proprio il concetto di una bellezza che mette al centro l'identità individuale. La nuova linea di KIKO Milano è basata su texture universali che si adattano alle diverse tonalità della pelle enfatizzando ciò che rende speciale e unica ogni persona. Millefiori® Milano, invece, inebrierà la stanza dei talk con la sua nuova fragranza Lychee Rose offrendo agli ospiti un’esperienza sensoriale, non solo olfattiva ma anche visiva, legata al colore e al design. Lighting Partner dell'evento è FLOS. La storica azienda italiana che crea luci capaci di ispirare, divertire e incantare, illuminerà The Vogue Closet con le sue creazioni più iconiche. Un patrimonio ricchissimo di pezzi cult e senza tempo, che uniscono il design e la tecnologia all'arte e alla cultura. Non poteva mancare Inkiostro Bianco, un laboratorio di idee applicate all’interior design specializzato nella produzione di superfici continue e tra le realtà più creative e innovative del momento, che ha contribuito a impreziosire il percorso di The Vogue Closet con il suo stile unico dal forte impatto emozionale. Situér Milano sarà protagonista, infine, con i suoi arredi dalle linee minimali e dalle ricercate finiture colorate, in perfetto equilibrio tra estetica e funzione e con uno sguardo sempre rivolto alla sostenibilità. Dietro al progetto The Vogue Closet c’è l'interior designer Sara Ricciardi che si è ispirata alle ‘Cronache di Narnia’. Ecco il palinsesto completo di The Vogue Closet: - MERCOLEDÌ 19 17.00 - 17.30 ACCESSORIES OF THE FUTURE: A CHAT ABOUT ETHICAL JEWELRY Che cosa sappiamo di sostenibilità quando parliamo di gioielli? Guardiamo verso il futuro con due giovani imprenditrici creative: Fiammetta Cicogna, founder di Inblico, brand Made In Italy che utilizza solo diamanti sostenibili e coltivati, e Maria Sole Ferragamo, founder di SO-LE STUDIO, che crea gioielli e accessori riutilizzando pellami abbandonati e trucioli di ottone. Speakers: Fiammetta Cicogna e Maria Sole Ferragamo Moderatore: Victoria Genzini di Salotto Studio Talk in italiano 18.00 - 18.30 THE ART CLOSET: FEMALE ARTISTS AND THEIR WORLDS Un confronto su tre artiste contemporanee: Latifa Echakhch, Simone Fattal e Corita Kent. La gallerista milanese Francesca Kaufmann e la Senior Director di kaufmann repetto, Astrid Welter, ci raccontano del successo internazionale di queste artiste, in un sistema dell’arte ancora troppo spesso pervaso da strutture non inclusive. Speakers: Francesca Kaufmann e Astrid Welter Moderato da: Antonio De Martino di Salotto Studio Talk in italiano 19.00 - 19.30 VALENTINO SLEEPING STOCK: A STORY OF CREATIVE UPCYCLING Un viaggio con Maison Valentino e Tissu Market alla scoperta del risveglio dello stock dei tessuti dormienti della Maison in ottica di riuso creativo e giving back. In conversazione Franck Lellouche, fondatore del reseller tessile parigino, e Victoire Chopinaud, Image to Communication Manager di Valentino e ideatrice della partnership. Un dialogo tra passato, presente e futuro verso nuove interpretazioni creative in ottica di upcycling. Speakers: Frank Lellouche e Victoire Chopinaud Moderato da: Federica Salto, Senior Fashion News Editor di Vogue Italia Talk in inglese - GIOVEDI 20 17.00 - 17.30 FITTING IN: INCLUSIVITY AND DESIGN Lo scrittore e stylist Jordan Anderson e il designer Arthur Arbesser aprono un dialogo sull’identità e l’espressione di sé attraverso scelte di estetica. Dal design con cui riempire le nostre case ai vestiti che decidiamo di indossare. La curatela del proprio mondo come specchio di noi stessi, dall’infanzia a oggi. Speakers: Arthur Arbesser e Jordan Anderson Moderato da: Victoria Genzini di Salotto Studio Talk in inglese 18.00-18.30 I WILL BE YOUR MIRROR: ANNA & ANNA La casa-armadio: quando la propria abitazione si trasforma in un guardaroba, diventando un vero e proprio archivio moda dove a regnare è l’eclettismo. Anna Dello Russo e Stefano Piaggi raccontano il mondo dell'icona della moda Anna Piaggi. Speakers: Anna Dello Russo e Stefano Piaggi Moderato da: Francesca Ragazzi, Head of Editorial Content Vogue Italia Talk in italiano 19.00-19.30 THE “PLASTIC” CLOSET: NIGHTLIFE AS A SELF EXPRESSION JOURNEY THROUGH CLUB DOMANI Queer culture e espressione di sé attraverso la notte Milanese: usare l’armadio per esprimere ed esplorare l’identità. Una conversazione aperta tra regine della notte. Speakers: Andrea Ratti e Sergio Tavelli Special Guests: Jury Schiavi, in arte Sissy Galore, Nettuno Battisti e Lola Kills Moderato da: Victoria Genzini di Salotto Studio Talk in italiano - VENERDI 21 17.00 - 17.30 THE ITALIAN HERITAGE CLOSET Conversazione sull’heritage del fashion design italiano: l’infanzia, i bauli delle nonne, le perle della mamma, le pellicce delle signore e i panni stesi. Un’esplorazione onirica e leggera del legame tra infanzia, moda, italianità, heritage e futuro. Speakers: Matteo Augello e Riccardo Scaburri di Lessico Familiare Moderato da: Sara Sozzani Maino, Educational and Scouting Advisor Vogue Italia Talk in italiano 18.00 - 18.30 THE CLOSET ART STUDIO: A CONVERSATION TO INSPIRE Da dove traggono ispirazione gli artisti? Che rapporto hanno con lo spazio e la realtà che li circonda? Un dialogo su ispirazione, creatività e matericità con i talenti internazionali coinvolti nella reinterpretazione dei tessuti dormienti di Maison Valentino, guidato dall’upcycling e dalle sue infinite sfumature artistiche. Speakers: Giada Yeya Montomoli e Georg Haberler Moderato da: Viola Bisiach, Managing Editor and Special Projects Lead Vogue Italia Talk in inglese 19.00 - 19.30 THE CLOSET: HOW DESIGN IMPACTS OUR LIVES Progettare uno spazio o progettare te stesso. Lo stile personale, proprio come il design, invade, influenza e anima tutto ciò che ci circonda. È l’indissolubile legame tra moda e design, una dualità che ognuno di noi vive quotidianamente. Speakers: Francesca Santambrogio e Sara Ricciardi Talk in italiano Per visitare The Vogue Closet e partecipare ai talk è necessaria la registrazione - gratuita - tramite Eventbrite.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Now back, with a mini-review of an RTS - The Great War: Western Front
After a month-long interruption (sometimes, life just refuses to get back on track), I am back to posting. Today, what I’ve got is a recommendation for an RTS game, but not for the reasons most people might think... because this RTS is The Great War: Western Front, the first RTS about World War 1 that I can remember seeing, and a very well-made one at that.
Content warning: descriptions of how abysmal the World War 1 tactics were, and how pointlessly these tactics wasted the lives of WW1 soldiers.
On the technical side, the game is made by Petroglyph - the studio built on the remnants of Westwood, the original devs of Command & Conquer - and it’s more similar in quality to Star Wars: Empire at War (one of their best outings) than Grey Goo or Forged Battalion (which are comparatively more meh). The gameplay itself is surprisingly addictive, in that “just one more turn“ manner - the game combines real-time and turn-based modes, like Total War - and because this is WW1, there is an interesting trench-building mechanic and asymmetry between attacker and defender. If that was the biggest noteworthy thing in the game, though, it would be a footnote and that’d be it; the reason to actually make a post about it is that it really gets across the sheer horror of World War 1 trench warfare, much more successfully than even other pop-WW1 games with an infusion of historical authenticity (e.g. Battlefield 1).
Let me give you the most blatant example. For the attacking force, the only way to approach enemy trenches safely is to constantly bombard them with artillery, suppressing machine gunners and riflemen so that they can’t fire back, while also destroying as much of the enemy line as possible and dodging enemy defensive artillery. But the realities of limited supply mean that even if you do that, and even if you flank the enemy trenches in early war (when fortification is not ubiquitous), a lot of soldiers on your side are still going to die. But the real horror begins when the computer player (in my case, on the standard difficulty, which affords advantages to neither the player nor the computer) attacks your side without doing those kinds of preparatory barrages, even when it’s got artillery superiority, and instead just repeats what the biggest names in WW1 failure - like Conrad von Hötzendorf and Luigi Cadorna - did, sending masses of infantry to overwhelm the defense and letting the infantrymen die in droves. Regardless of whether you defend well or not (the AI is actually quite good at probing for weaknesses in your line, which makes its behavior even more damning of real-life WW1 tactics), it’s easy to end up with a ceasefire after the AI side exhausts its resources, then see your losses at 3000 soldiers (which would be horrific enough), and enemy losses at 15000 soldiers with nothing gained (which is just atrocious). And, very conspicuously, the game is rated T for Teen; it doesn’t even need any graphic depictions of deaths or injuries to show how horrific - and wasteful - World War 1 was.
As a summary, I would recommend this game to any RTS fans who want to challenge themselves with limiting the damages of WW1 and ending it faster than the real-life incompetent commanders and stuck-in-the-past militaries of the time did... or to anyone who has the skills to play RTS games and wants to see for themselves how bad WW1 actually got.
#the great war: western front#rts#real time strategy#world war 1#what's the price of a mile?#cadorna snatches defeat from the jaws of victory#seriously world war 1 sucked and you will not convince me otherwise
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Photo
Benang & Jarum (at Piazzale Luigi Cadorna) https://www.instagram.com/p/CpqH13Sh16R/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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