#lui doveva
Explore tagged Tumblr posts
unwinthehart · 2 months ago
Text
Tumblr media
Aron Piper & Mahmood per Ferragamo (21.09.2024)
22 notes · View notes
flintsilvers · 2 years ago
Text
Tumblr media
305 notes · View notes
chiaracqueen · 10 months ago
Text
"eh ma i fischi son di cattivo gusto" a me non frega un cazzo gli uomini che non sanno cantare e che si portano gli amichetti misogini e lerci sul palco e che vincono dopo aver fatto un'esibizione imbarazzante DEVONO essere umiliati. altro che fischi glie dovevano proprio far crollare il palco.
16 notes · View notes
lonelysmile · 1 year ago
Text
CIAO RAGA HO VISTO IL PESSI 🥹
25 notes · View notes
deathshallbenomore · 1 year ago
Text
probabilmente gli sceneggiatori e il regista del signore delle formiche pensavano di calare un’ombra di dubbio e mistero con il subplot del giornalista che si prende a cuore la causa del protagonista perché evidentemente a sua volta omosessuale ma mi spiace: l’unico mistero del film è quello del senso del cameo di emma bonino
8 notes · View notes
kn-rainbowblood · 10 months ago
Text
E in questa mattina post Sanremo, io ho solo un'esibizione in loop in mente.
Quella di Renga e Nek.
Mortacciloro erano gli ultimi e mi si è fissata
2 notes · View notes
sillylilcowboyhat · 2 years ago
Text
Nulla all in all felice per la vittoria di Mengoni che è un cantante e performer della madonna, anche se la canzone non mi faceva impazzire personalmente (e comunque già la so a memoria quindi vabbè insomma ipocrisia mia nel subconscio)
Ma poi lui carinissimo dolcino unproblematic che ringrazia le artiste che in top 5 non ci sono entrate per furto aggravato misogino (ELODIE AD ESEMPIO, senza togliere a Lazza e Tananai che comunque dai suvvia sono stati bravi avevano dei bei pezzi)
17 notes · View notes
violeblanche · 2 years ago
Text
pirù
Tumblr media
6 notes · View notes
galloberardi · 30 days ago
Text
Cole Palmer sotto Kane e Bellingham in classifica...............................................
1 note · View note
zibaldone-di-pensieri · 2 months ago
Text
Tumblr media
Spero vengano sbattuti tutti in cella
Ma tanto in Italia vale la regola dell'acab e quindi ognuno fa il cazzo che vuole e la colpa è sempre di polizia e carabinieri
L'unico errore del poliziotto è stato il non aver sparato anche a tutti gli altri
0 notes
themhac · 3 months ago
Text
ma io non so le ultime due stagioni di lumaku non sono servite a niente? noooo fesso 1 è innamorato del suo vecchio giocatore e fesso 2 torna vittorioso dall'erasmus a londra dopo aver speso una cifra che al momento è ben al di sopra del valore reale
0 notes
louiseyesinsky · 1 year ago
Text
Mancano 2 settimane a sto cazzo di concerto e già non posso entrare su twitter
0 notes
justmythings-stuff · 2 years ago
Note
Io come minimo lasciavo il peso rompendo tutto il pavimento
"hai rotto il pavimento?!"
Tumblr media
0 notes
omarfor-orchestra · 2 years ago
Text
Nic è tipo svenuto, non ci sono altre spiegazioni
0 notes
laststandx3 · 2 years ago
Text
Non per suggerire che possa essere tutto un complotto però, nemmeno i musicisti sul palco con blanco sembra che se ne siano accorti. Eppure blanco ne ha preso uno per la faccia ma hanno continuato tutti a suonare. Il batterista si vedeva era per i cazzi suoi,però con gli altri blanco ci ha parlato, lì sul palco durante l'esibizione
Tumblr media
to grignani blanco is normal
254 notes · View notes
yomersapiens · 2 months ago
Text
La speranza è la prima a rammollire
Nei periodi come questo, quando gli occhi peggiorano drasticamente, mi rifugio nei ricordi. È l'unico posto dove i colori sono ancora gli stessi e le persone ancora definite. Ho un archivio di ricordi fotografati accuratamente nel corso della mia esistenza. Reperti dal millennio passato. Ci navigo tra cartelle organizzate per argomento. Passo ore così. Ricordando. Ricordo ad esempio quando tutto questo calvario era iniziato una qundicina di anni fa. Ricordo che la luce era troppo forte e non riuscivo ad andare in giro durante il giorno. Di notte entravo al cinema indossando gli occhiali da sole perché la luce dello schermo era lame che infilzavano la retina. In quel periodo, quello che inizialmente fu solo un'eredità degli anni 90, documentare divenne un vero e proprio obbiettivo. Fotografare tutto per non perdere niente. Non riuscivo a godermi quello che stavo vivendo completamente ma potevo fotografarlo e poi, la notte, abbassando la luminosità dello schermo al minimo, potevo ripercorrere lo scattato e comprendere quello che avevo vissuto. Ho vissuto sempre in due tempi diversi. Il primo nel momento stesso in cui accadeva, incapace però di comprenderlo pienamente, il secondo quando il momento era passato, rivivendolo attraverso i ricordi, aggiungendo i sensi mancanti. Questa modalità di vivere comporta il subentrare di un ingrediente tanto saporito quanto terribile: la nostalgia. Io ero in quelle foto. Ero dietro l'obbiettivo ok, ma io ero lì, incapace di godermelo eppure c'ero! Così, quando ripercorrevo, mi mancava non esserci stato davvero. Poi ahimè si è ripercosso su tutto. Anche nei periodi in cui la vista non ha grossi problemi, resto sempre distante. Non mi fido di quello che sto vivendo perché preferisco diventi un ricordo in cui aggiungere tutta la nostalgia che voglio a mio piacimento.
Equivale a vivere in tempi diversi. Ho perso fiducia nel futuro. L'ho dovuta ridimensionare davanti a un'altra terapia fallita. Io davvero ci speravo questa volta ma poi lo dico sempre che ci spero. Non sono cinico come sembro. Sono un cinico a posteriori. Accade qualcosa di brutto e dico "Ah ma tanto lo sapevo che andava così" e in realtà non sapevo niente, anzi, nel mio cuoricino di adolescente pulsava linfa di speranza. Come un coglioncello. Ci speravo in questa terapia perché non mi sarebbe dispiaciuto avere un pensiero in meno. Ma poi, se le cose fossero andate bene, che me ne sarei fatto del bene? Io il bene non me lo so godere. Sembro uno di quelli che inviti a cena, gli metti il piatto in tavola e lui aggiunge subito altro sale senza nemmeno aver assaggiato. Giusto perché deve rovinare quello che riceve. Questa terapia doveva funzionare ma poi sai che palle che mi sarebbero venute ad andare in giro e magari godermi quello che c'era attorno?
Al telefono con mia madre non riesco a sorridere, mi dice che le manca il Matteo che fa lo scemo e fa battute. Manca anche a me quel Matteo. Mi manca non poterlo chiamare e fargli fare il suo spettacolino per tranquillizzare i genitori e per fortuna stiamo a centinaia di chilometri di distanza così questi contatti si centellinano altrimenti dovrebbero confrontarsi con un uomo che giace per la maggior parte del tempo sul divano con il telefono quasi schiacciato in faccia per riuscire a guardare video da qualche social network asiatico. Non mi piace avere gente attorno a me quando sto così. Non mi piace dover spiegare cosa si prova e quello che odio più di tutto è quando mi viene fatto presente che potrebbe essere molto peggio. Lo so cazzo. Tutto potrebbe essere molto peggio. Ma molto potrebbe anche essere non dico meglio ma almeno evitare di rompere il cazzo.
Ti chiudi in te stesso e non vuoi dire come stai. Almeno riesco a scrivere. Ci sono alti e bassi. Oramai questa tecnica di scrittura simile a un diario mi aiuta a tenere traccia delle maree della mia salute. Non voglio dimenticare i precedenti del male per ricordare che poi, forse, se si è fortunati, passa tutto. Bisogna ritirarsi nella propria caverna, mentale o reale, e aspettare. Avere sempre pazienza. Questa estate ho avuto un paio di momenti dove sono stato davvero bene e me li sono appuntati perché non scappassero durante i periodi bui. Bui sul serio. Bui come il bar dove mi rinchiudo a scrivere scappando dal timido sole viennese. Mi costringo a ricordare attraverso le foto, gli archivi, le pagine del diario, i tatuaggi. Il mio corpo è una mappa del tesoro, nascosti tra i rotolini di ciccia ci sono racconti, amori del passato, battute. Devo ricordare.
Quando mia nonna si è ammalata di Alzheimer ho capito che quello sarebbe stato il mio inferno. Perdere pezzi del mio passato, della mia identità. Certo, sarebbe stato un allegerirsi, ma il prezzo è troppo alto. Dimenticare i nomi delle persone a cui voglio bene. Dimenticare dove sta il bagno. Dimenticare il tuo piatto preferito.
Vorrei la mia testa funzionasse esattamente come le cartelle dove deposito quello che non voglio perdere. Sperando che nessun virus o difetto dell'hardware accorra. Vorrei salvare tutto per i momenti difficili. Organizzare per data e importanza. Alcune cartelle le avrei nascoste o addirittura cancellate. Le volte in cui ti ho fatta piangere. Le volte in cui non sono stato abbastanza. La foto che ho scattato quando hai detto che non mi amavi più, che ho scattato per commerare quel dolore mentre tutti e due stavamo sorridendo. Come quando scatto un ritratto davanti allo specchio per poi guardare nel telefono che aspetto ho, come sto invecchiando. Se la mia testa fosse organizzata così io sarei più tranquillo. Non avrei paura di un eventuale peggioramento della mia condizione perché tanto potrei andare sul desktop e cliccare da qualche parte un'icona gigantesca (per facilitarne l'individuazione) e navigherei in quel mare, remando tra momenti pessimi e momenti lontanamente buoni.
La musica aiuta. È autoreferenziale lo so, ma anche la musica che ho scritto io mi aiuta. Riascolto alcune tracce sperando di poterle tornare a suonare. Accadrà. Lo so. Lo sento. Quando non vedo mi torna il bisogno di cantare. Che rottura di cazzo deve essere avermi accanto. Non biasimo il mio gatto che mi odia e anzi, lo capisco. Ha sempre fame. Costantemente. Io oramai lo accontento e basta, ho provato a dargli delle regole, a farlo dimagrire, ma poi ho pensato, cosa è meglio per lui? Una vita breve ma piena di cibo e quindi rilassata, oppure una vita lunga e sana ma sempre dietro a chiedere di essere nutrito e insoddisfatto? Sai quando pensi di fare il bene per qualcun altro e allora prendi una decisione ma poi non serve a nulla perché comunque non rendi l'altro felice perché prova tu a spiegare che ci vuole tempo perché le cose migliorino a chi non ha idea di cosa sia il tempo perché è una palla di pelo rossastro.
Scrivere di getto mi aiuta. Sono i discorsi che non sto facendo a nessuno perché non riesco a comunicare con nessuno e che non voglio neanche fare a un essere umano reale voglio scriverli perché scrivendoli resteranno. Potrò rileggerli. Ti immagini andare da una persona e dirle "Oh senti ti ricordi quello che ti avevo detto quella volta che non stavo tanto bene e allora mi sono messo a parlare di come mi piacerebbe avere un sistema di archiviazione nel mio cervello simile a..." e poi mi fermerei perché anche meno dai. Trattieniti. Forse sono sempre stato questa forma di scrittore. Uno a cui piace parlare da solo. O parlare con se stesso. Che ha diverse personalità che entrano in scena quando le cose si complicano.
Non c'è una nuova terapia all'orizzonte. Quella che è fallita era l'ultima speranza. Allora si torna indietro. Si prova una terapia che era fallita anni fa. Proprio agli inizi della mia carriera di malato cronico. La provo adesso, quindici anni dopo, anche perché non ricordo esattamente cosa andò storto all'epoca perché non avevo preso appunti a riguardo! Errore fatale! Adesso invece ho imparato e scriverò tutto e poi lo confronterò tra altri quindici anni quando tornerò a provare la stessa terapia per la terza volta. Si spera io sia vivo tra quindici anni e che non sia diventato un calcolatore elettronico strabordante di cartelle contenenti foto e testi e tracce audio.
50 notes · View notes