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Agrius convolvuli Linnaeus
Sfinge del convolvolo
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SCOPERTA IN CALABRIA UNA NUOVA SPECIE DI FARFALLA: DEDICATA A GIULIO REGENI

Un gruppo di ricercatori ha scoperto, nei boschi della provincia di Cosenza, in Calabria, una nuova specie di farfalla ancora mai identificata dalla scienza. La scoperta è stata dedicata a Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto.
La nuova specie appartenente alla famiglia degli Psychidae, è stata chiamata Diplodoma giulioregenii. La sua biologia è ancora sconosciuta ma si suppone che la larva si nutra di muschi, licheni e foglie appassite. La farfalla è ricoperta di peli corti e lucidi di colore marrone chiaro e ha un’apertura alare 12 mm con ali anteriori allungate e scure e macchie chiare lucide visibili sul margine costiero.
La certezza che si trattasse di un lepidottero mai intercettato prima dalla scienza si è avuta integrando dati molecolari e morfologici che hanno permesso di distinguerlo dalle altre specie dello stesso genere per le differenze sostanziali nelle strutture genitali e le differenze nel DNA mitocondriale. “La scoperta di Diplodoma giulioregenii in un’area ecologicamente ricca e diversificata come il Sud Italia, evidenzia da un lato la presenza di un’immensa varietà di specie animali e vegetali, che testimonia un patrimonio biologico ancora inesplorato, dall’altra, invece, la necessità di proseguire gli studi e il monitoraggio degli habitat forestali proprio per salvaguardarli – spiega Stefano Scalercio, il ricercatore del CREA che ha coordinato il progetto e guidato il team con Sara La Cava, anch’essa ricercatrice CREA, che aggiunge – L’identificazione di nuove specie contribuisce a migliorare la comprensione delle reti ecologiche e delle interazioni tra specie in habitat forestali”.
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Fonte: Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria
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S – Sedum album L. – Borracina bianca (Crassulaceae)
c, Zygaena ephialtes (Linné 1767), lepidottero zigenide
#photographers on tumblr#digital image processing#original photographs#flowers#Crassulaceae#insects#pollination
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Il mimetismo acustico delle falene: un’incredibile strategia.

Esistono due specie di falene le cui ali sono ricoperte da squame che permettono loro di “cancellare i suoni”, assorbendo fino all’85% delle onde sonore e proteggendosi così dai loro predatori.

Il mimetismo acustico grazie alle ali
Se il mimetismo visivo permette ad alcuni animali di venire confusi con l’ambiente circostante, quello acustico rende il lepidottero “invisibile” al radar del suo predatore. Anche se farfalle e falene possiedono ali simili, la maggior parte delle farfalle è attiva durante il giorno e non deve affrontare la minaccia dei pipistrelli notturni.

Le falene, invece, hanno abitudini notturne e per questo hanno sviluppato, sul corpo e sulle articolazioni delle ali, squame più spesse e folte rispetto ad altri lepidotteri.
Le squame delle falene svolgono la funzione di un cappotto e assorbono i suoni. Se analizzate al microscopio, appaiono come peli che vibrano nelle frequenze corrette per assorbire le onde degli ultrasuoni emessi dai pipistrelli.

Le falene possono sentire suoni fino a una frequenza di 300 kHz. Nessun altro animale al mondo era noto per avere un livello di udito così elevato, fino ad ora.
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Pericolo Processionaria a Caltanissetta: rischio per bambini e animali, varate misure urgenti
"La Processionaria può causare gravi reazioni allergiche e, nei casi più estremi, anche la morte", ha dichiarato il sindaco Tesauro, invitando i cittadini alla massima collaborazione per prevenire un’infestazione su larga scala.
A Caltanissetta scatta l’allarme Processionaria del Pino. Con l’ordinanza n. 7 del 26 febbraio 2025, il sindaco Walter Tesauro ha disposto una serie di misure obbligatorie per contrastare la diffusione di questo lepidottero, altamente pericoloso per la salute di persone e animali. L’ordinanza impone a tutti i proprietari e conduttori di aree verdi la verifica e l’ispezione degli alberi, in…
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Diplodoma giulioregenii: una piccola farfalla per un grande messaggio
Nei boschi della Calabria, tra muschi, licheni e foglie appassite, è stata scoperta una nuova specie di lepidottero, una creatura così piccola e silenziosa, eppure carica di significato. Si chiama Diplodoma giulioregenii, un nome che racchiude una dedica profonda: quella al giovane ricercatore Giulio Regeni, simbolo di impegno, ricerca e giustizia, la cui vita è stata spezzata troppo…
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Che stiamo facendo? Cosa sto facendo? Quando comincio ad avere questi pensieri, queste sensazioni, mi trovo sempre al preludio di una chiusura. Mi rifiuto spesso di ascoltare il mio cuore, ma forse è semplicemente così. Faccio fatica a tener ferma la tua immagine davanti la mia pupilla, non riesco a metterla a fuoco, ci sono troppe ombre che ti si cuciono addosso. Vedo il tuo sguardo, il tuo bellissimo sorriso, il tuo giunonico corpo sfibrarsi, sfumarsi in una tetra luce grigia. Vedo la tua gentilezza, la tua dolcezza, essere effimere come il battito d’un lepidottero confuso. Nulla è destinato a restare fra le nostre dita intrecciate. Eppure le tue mani sanno leggere le mie forme così bene… al punto tale che non capisco chi tu sia e come faccia a farmi danzare, a farmi perdere la ragione, a farmi pregare sul tuo seno ancora e ancora, come se fossi un’orgiastica creatura. Con te sono fatta di carne, ma non sono solo questo: la mia anima reclama, ho fame. Non ho fame solo del nettare superbo che sgorga dal tuo spasmodico alveare, ho fame di conoscenza: sono un Ulisse perduto. Non faccio altro che navigare fra le tue onde in cerca d’un’isola dove sostare. Ma tu mi lanci appena una zattera la notte, lasciandomi cullare ancora dalla brezza d’un mare apparentemente sereno. Che hai nascosto accuratamente il tuo porto sepolto dalle mie labbra stanche.
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Il saggio-finzione di Roberto Moscardin, La sostenibile pesantezza delle giustificazioni, ricalca non solo il titolo del noto romanzo di Milan Kundera, che in tale inclìta scrittura va svolazzando un po’ ovunque come un lepidottero, ma tutto quel che si possa letterariamente ricalcare (nonché cavalcare).
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No, quelli che vedete non sono peluche. Sono vari esemplari di Hippotion Celerio, un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae e diffuso anche in Italia, allo stato di pupa. Mai visto uno dal vivo?
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Sfinge del galio
Descrizione
La sfinge del galio è un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae, diffuso in Eurasia e Nordafrica; è conosciuto anche col nome di fiutola, farfalla sfinge o sfinge colibrì. Wikipedia
Nome scientifico: Macroglossum stellatarum
Specie: M. stellatarum
Famiglia: Sphingidae
Phylum: Arthropoda
Regno: Animalia
Sottordine: Glossata
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Estigmene Acrea
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Vanessa atalanta - Nikon D3300 - 26/09/2018 13:31 - ISO 100 f/5.6 1/250 #vanessaatalanta #vulcano #lepidottero #lepidoptera #nikon #d3300 #nikond3300 #nikond3300📷 #nature #garden #gardenlife #gardenlife🌱 #mygardenlife #color #blackandwhite #colorblackandwhite #colorblackandwhitephoto #instapic #instawork #picofday #picoftheday #lovenature #lovenaturepics #lovenaturepics🍀🌿 https://www.instagram.com/p/BoQBwC4C-1c/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=jfekbtcavkw2
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Si tratta di #Eilema #caniola o #Litosia: un #lepidottero #Arctiidae ampiamente diffuso in tutta la nostra Penisola, del tutto innocuo per la salute umana, da non confondere con la processionaria del pino. La sua presenza in città è una costante nel tempo; quello che invece può cambiare nel corso degli anni è la sua consistenza numerica legata all’andamento climatico. Le larve (bruchi), lunghe circa 2 cm, sono ricoperte da una folta peluria, il colore è marrone scuro tendente al nero; si cibano di alghe, muschi e licheni ed è per questo motivo che la loro presenza è facilmente rilevabile nelle case i cui tetti sono ricoperti da “coppi”. Gli adulti sono piccole farfalline lunghe 2-3 cm di colore tendenzialmente biancastro. Dal punto di vista sanitario non costituiscono un problema: queste larve, come detto, sono innocue per la salute dell'uomo e degli animali. #sapevatelo #insetto #natura #videooftheday #bruchi #erba #campagna (presso San Maurizio di Monti, Rapallo) https://www.instagram.com/p/CPNMaOQCvhY/?utm_medium=tumblr
#eilema#caniola#litosia#lepidottero#arctiidae#sapevatelo#insetto#natura#videooftheday#bruchi#erba#campagna
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💚 via (lunar-waiting)
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#vanessaatalanta #vulcano #lepidottero #farfalle #butterfly #byeù (presso Ascoli Piceno) https://www.instagram.com/p/B4E24SwoCMvMGx5PNPFJdBHb3tKH2fMl3zTP6Y0/?igshid=6tmj4wmw6wa
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Seta Salvatore Ferragamo
a cura di Stefania Ricci
Electa, Milano 2021, 300 pagine,30 x 30cm., brossura con sovraccoperta, ISBN9788892820128
euro 52,00
email if you want to buy :[email protected]
Il filo di bava di un lepidottero che alla fine di uno straordinario processo creativo diventa il più bello dei tessuti. Un viaggio affascinante attraverso il ricco archivio della Maison Salvatore Ferragamo. La mostra e il catalogo raccontano il lungo processo creativo degli stampati in seta, nel quale si realizza l’unione perfetta di una straordinaria intuizione creativa e di un alto artigianato industriale. Negli anni Settanta del Novecento la Maison Salvatore Ferragamo, nota in tutto il mondo per la creazione di calzature da donna, dà avvio, per l’intuizione di una delle figlie del fondatore, Fulvia, a una produzione continuativa di accessori in seta da donna e da uomo con stampati personalizzati, partendo dai foulard e dalle cravatte e ampliando negli anni successivi l’offerta creativa a tutte le possibili declinazioni del tessuto stampato. La stampa era realizzata a Como, da aziende protagoniste del distretto tessile: inizialmente da Ravasi, poi da Butti e Ostinelli, Ratti e Mantero. Al lungo processo di produzione, che porta dalla prima idea messa su carta alla stampa finale su seta di un foulard in molte varianti di colore, è dedicata la prima sezione della mostra. Nel corso dei decenni sui tessuti della Maison Salvatore Ferragamo si sono succeduti i temi più svariati, con infiniti riferimenti d’ispirazione, dall’arte orientale ai dipinti del Novecento, ai libri antichi di botanica e di scienze naturali. Stagione dopo stagione, queste molteplici fonti sono state ridisegnate e annotate da illustratori raffinati su fogli, poi raccolti in volumi, oltre un migliaio, oggi reperibili nell’archivio Ferragamo. È questo particolare modo di raccogliere e elaborare le idee ad essere il fil rouge curatoriale del percorso espositivo, dove il tessuto stampato, cravatta o foulard, è accostato alla sua fonte d’ispirazione, sia esso libro, o dipinto, vaso o scultura, tutti provenienti da musei e collezioni pubbliche, combinati ai disegni preparatori e alle prove di colore. Agli occhi del visitatore la mostra Seta appare come una grande wunderkammer, che svela il gioco di prestigio di una semplicità solo apparente.
12/04/21
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