#le correzioni
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"E quando l'evento, il grosso cambiamento della tua vita, è semplicemente una presa di coscienza, non è strano? Non c'è assolutamente nulla di diverso, tranne il fatto che vedi le cose in un altro modo e di conseguenza sei meno impaurita e meno ansiosa e nel complesso più forte: non è sorprendente che una cosa completamente invisibile nella tua testa possa sembrarti più vera di qualunque altra cosa tu abbia mai provato prima? Vedi tutto più chiaramente, e sai che stai vedendo più chiaramente."
Jonathan Franzen, Le correzioni
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La serata si stava consumando nella futilità. A sette anni Chipper intuiva già che quel senso di futilità sarebbe stato il chiodo fisso della sua vita. Un'attesa monotona e poi una promessa infranta, la sgomenta comprensione di quanto fosse ormai tardi.
Le correzioni, Jonathan Franzen
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Aveva perso le tracce di ciò che voleva, e poiché una persona è ciò che vuole, si poteva dire che avesse perso le tracce di se stesso.
Jonathan Franzen - Le correzioni
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Le correzioni di Jonathan Franzen: gli intelligenti sono condannati ad essere soppressi dagli stupidi
Le correzioni di Jonathan Franzen: gli intelligenti sono condannati ad essere soppressi dagli stupidi
Non intende essere una critica, ma una constatazione. Gran arte dell’attuale letteratura americana, e forse del mondo intero, appare un’entangled sitcom che non coinvolge una singola dimora umana, ma alcune di esse, correlate come quelle celebri particelle che ebbero un’origine comune e che per sempre muteranno, in senso opposto, ma insieme. Le correzioni di Jonathan Franzen Questo pensai nel…
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ok now i need a lot of good luck. an extraordinary amount of botta di culo perhaps.
#sto andando alla revisione dell'esame e pregando che abbia sbagliato a correggere qualcosa#e quindi in realtà l'ho passato#normalmente sarebbe una cosa folle ma questo prof è famoso per l'incapacità totale in tutte le cose incluse le correzioni
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Professore: nel weekend leggo il tuo articolo
Professore: domani leggo il tuo articolo
Professore: domani leggo il tuo articolo
io:
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I'm constantly convincing myself that I can't write I just suck at it but we just corrected my article in class and the professor (who is a real journalist) said "really good structure, only a few of small imperfections with language" and the article had like. 2 corrections. Maybe I'm not that bad.
#It seems like I'm unable to convince myself that I'm not that bad#m#And it was an article I wrote in 3 hours and reread twice#So like.#E le correzioni erano tipo 'non usare la d eufonica' (che è quando dici 'ad orbitare' anziché 'a orbitare')#She basically just read it out loud she had idk 2 bad things to say
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Ch-ch-changes
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🛠 Correzioni
Abbiamo risolto un problema che rendeva impossibile bloccare un richiedente anonimo quando lo si segnalava. Il blocco dei richiedenti anonimi blocca comunque il loro indirizzo IP dall'invio di altre richieste anonime.
Abbiamo risolto un problema che causava la scomparsa di alcune risposte non appena venivano pubblicate.
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Carta straccia
La carta straccia per strada gli sembrava lo spreco degli sprechi, una devastazione. A volte, se il vento faceva volare un pezzo di carta verso di lui, lo raccattava, lo lisciava, lo leggeva con attenzione e vi apportava eventualmente le correzioni necessarie, poi lo deponeva nel cestino dei rifiuti, oscuramente appagato e rattristato.
G. Steiner, [Proofs, 1992], Il correttore, Milano, Garzanti [Trad. C. Béguin]
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Quando eri destinata ad una persona per me importante usavo la penna stilografica. Ricordo e sento ancora l'odore dell'inchiostro e lo scricchiolare del pennino sulla carta. A volte ti scrivevo in "brutta" per poter fare le correzioni necessarie e dopo ti ricopiavo in "bella".
Ti firmavo, ti piegavo e inserivo i miei pensieri in una busta correndo subito dopo a comprare un francobollo per mandarti a destinazione.
Al momento di imbucarti in quella cassetta rossa mi chiedevo quando saresti arrivata e quando mi sarebbe giunta la già attesa tua sorella "risposta".
Nel frattempo pensavo se avessi scritto tutto, se fossi riuscito ad esprimere con chiarezza il mio pensiero e fantasticavo su ciò che avrebbe provato chi l'avesse letta e cosa mi avrebbe risposto.
Era un'emozione aspettare ed immaginare, una sensazione che solo tu potevi dare, perché contenevi parole sia pensate che vergate d'istinto, parole che i rumori non potevano cancellare, parole che trasmettevano emozioni intuibili anche da come venivano scritte, dalla grafia.
Per questo ti penso ancora senza mai aver smesso di volerti bene, per questo ti rimpiango, per questo ti dedico questi miei pensieri.
Ciao amata lettera, amica dei miei anni più belli.
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OFF in italiano aggiornato a 1.2.5 nell'ultimo post. Ecco il changelog:
Ulteriori correzioni al gioco con un metodo diverso, in modo da sfruttare lo spellcheck di LibreOffice e individuare più facilmente gli errori. Non c'è più alcun errore di ortografia o frase in spagnolo.
Questa dovrebbe essere l'ultima versione, almeno per un po' di tempo. Chiedo scusa per le diverse versioni a poca distanza.
Link qui
#elsen#off game#off the batter#vader eloha#the batter#zacharie#off mortis ghost#off zacharie#off japhet#off dedan#off enoch#off batter#off the game#off
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Il suo problema erano i soldi, e l'umiliazione di non averne. Ogni passeggino, cellulare, berretto degli Yankees o fuoristrada che vedeva erano un supplizio. Non era avido, e neppure invidioso. Ma senza denaro non era nemmeno un uomo.
Le correzioni, Jonathan Franzen
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Verso il 1912, salvo errori (che comunque sarebbero minimi), mi venne l’idea di scrivere qualche poesia di indole pagana. Abbozzai qualcosa in versi irregolari (non nello stile di Álvaro de Campos, ma in uno stile di media regolarità), e lasciai perdere. Si era abbozzato in me, tuttavia, in una maltessuta penombra, un vago ritratto della persona che stava scrivendo quei versi. (Era nato, senza che io lo sapessi, Ricardo Reis). Un anno e mezzo, o due anni dopo, un giorno mi venne in mente di fare uno scherzo a Sá-Carneiro: di inventare un poeta bucolico, abbastanza sofisticato, e di presentarglielo, non mi ricordo più in quale modo, come se fosse reale. Passai qualche giorno ad elaborare il poeta ma non me ne venne niente. Alla fine, un giorno in cui avevo desistito — era l’8 marzo 1914 — mi avvicinai a un alto comò e, preso un foglio di carta, cominciai a scrivere, in piedi, come scrivo ogni volta che posso. E scrissi trenta e passa poesie, di seguito, in una specie di estasi di cui non riuscirei a definire la natura. Fu il giorno trionfale della mia vita, e non potrò più averne un altro simile. Cominciai con un titolo, O Guardador de Rebanhos. E quanto seguì fu la comparsa in me di qualcuno a cui subito diedi il nome di Alberto Caeiro. Mi scusi l’assurdità della frase: era apparso in me il mio Maestro. Fu questa la mia immediata sensazione. Tanto che, non appena scritte le trenta e passa poesie, afferrai un altro foglio di carta e scrissi, di seguito, le sei poesie che costituiscono Chuva Oblíqua di Fernando Pessoa. Immediatamente e totalmente… Fu il ritorno di Fernando Pessoa - Alberto Caeiro al Fernando Pessoa - lui solo. O meglio, fu la reazione di Fernando Pessoa alla propria inesistenza come Alberto Caeiro.
Apparso Alberto Caeiro, mi misi subito a scoprirgli, istintivamente e subcoscientemente, dei discepoli. Estrassi dal suo falso paganesimo il Ricardo Reis latente, gli scoprii il nome e glielo adattai, perché allora lo vedevo già. E, all’improvviso e da derivazione opposta a quella di Ricardo Reis, mi venne a galla impetuosamente un nuovo individuo. Di getto, e alla macchina da scrivere, senza interruzioni né correzioni, sorse l’Ode Triunfal di Álvaro de Campos: l’Ode con questo nome e l’uomo con il nome che ha.
Fernando Pessoa, Lettera a Adolfo Casais Monteiro
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Vertigini Letterarie
Leggendo Robinson, l'inserto domenicale de la Repubblica, mi è capitata nella sempre bellissima intervista a fine inserto di Antonio Gnoli questa risposta: la letteratura è insieme all'arte il più straordinario serbatoio di immagini e di suggestioni. Certi romanzi spiegano la geografia meglio di un geografo. Queste parole sono state dette, appunto, da un grande geografo italiano, Franco Farinelli. E mi sembrano perfette per parlare un po' di questa carta geografica della letteratura del '900 che è questo libro, che mi ha tenuto tutto il mese di Settembre sulle sue pagine.
Ho scoperto il nome di William Gaddis anni fa, dopo aver letto quel capolavoro che è L'Incanto del Lotto 49 di Thomas Pynchon. Del misterioso autore di quel libro non si sanno che poche cose, fotografie solo da giovane studente, tanto che alcuni sospettarono che fosse uno pseudonimo di Gaddis. Questa è leggenda, Pynchon esiste davvero, ma è vero invece che tutti e due sono i pilastri del post-modernismo letterario americano, che ha incantato tutta una serie di scrittori diventati iconici, con romanzi quali L’arcobaleno della gravità di Thomas Pynchon (1973), Infinite Jest di David Foster Wallace (1996) e Underworld di Don De Lillo (1997) o Le Correzioni di Jonathan Franzen (2001).
Le Perizie è un libro mondo, scritto nel 1955 (1220 pagine) che è stato riproposto da Il Saggiatore dopo quasi 50 anni dalla prima edizione Mondadori, che all'epoca lo divideva in due volumi (1967). Racconta la storia di Wyatt, un giovane del New England cresciuto dal padre pastore protestante e la Zia Mary, ultra calvinista, nel ricordo di sua madre Camilla, morta in un viaggio in Spagna. Wyatt scopre di avere un talento particolare nel disegno, tanto che una volta arrivato a New York viene ingaggiato come falsificatore di antichi quadri rinascimentali fiamminghi da un ricco uomo d'affari, Recktall Brown (il cui nome è tutto un programma). Tutto intorno a questa vicenda gira un gruppo di personaggi secondari e delle loro storie, tra scrittori in cerca di successo, attrici, artisti, poeti, critici d'arte che tra feste senza senso e dissertazioni esistenziali si interrogano sul ruolo dell'arte, degli artisti e del loro senso nel mondo. Le perizie del titolo è un sottile gioco semantico: sono sia quelle tecniche che certificano l'autenticità di un'opera d'arte, ma sono anche in senso più ampio una disamina infinita che vede i personaggi coinvolti in un interrogarsi minuzioso sulla crisi del pensiero filosofico occidentale, dalla metafisica aristotelica alla storia dell’alchimia, dalla storia delle dottrine religiose alla storia dell’arte moderna.
Quello di Gaddis fu volutamente un tentativo di scrivere un libro che andasse oltre, sia in termini strutturali che soprattutto linguistici. È l'apoteosi della citazione, di oscuri pittori fiamminghi del 1500, di testi scritti da santi eretici, di luoghi veri e immaginari, in un mix che si pone a metà strada tra il Faust e Finnegans Wake. All'epoca fu un fiasco, tanto che Gaddis per oltre venti anni abbandonerà la letteratura e lavorerà come pubblicitario per grandi gruppi industriali americani, come l'IBM. Ritornerà al romanzo solo venti anni dopo, con un'opera forse ancora più audace, JR, che però stavolta fu un successo, tanto che vincerà nel 1976 il prestigioso National Book Awards, premio che Gaddis vincerà ancora nel 1994 con A Frolic Of His Own (non tradotto in Italiano).
Tra i suoi più grandi ammiratori c'è Jonathan Franzen, che ha intitolato il suo podcast e blog personale Mr Difficult, non a caso, dato che era il soprannome di Gaddis per via del suo stile barocco, a tratti schizofrenico, imperscrutabile e con la caratteristica, unica e singolare, di caratterizzare i personaggi per uno stile riconoscibile nel linguaggio (per spiegarmi meglio, come quei tic linguistici che si hanno, il ripetere spesso un intercalare, un modo di dire e così via). Nel 2002 Franzen scrisse sul New Yorker un articolo, intitolato Mr. Difficult: William Gaddis and the Problem of Hard-to-Read Books, in cui divide i lettori in due gruppi: gli Status Model, che cercano in un romanzo una forma d'arte, e i Contract Model, che cercano in un romanzo una forma di intrattenimento. In Gaddis lo sfoggio, nel caso de Le Perizie, di citazioni erudite, rimandi all'antropologia, all’esoterismo, alla teologia cristiana o alla pittura fiamminga sono segnali paradigmatici di Status Model, e fu questa analisi stilistica che portò lo stesso Franzen a passare dal romanzo forbito (e a tratti indimenticabile) ma "difficile" da leggere che fu Le Correzioni a quello più semplice strutturalmente e più godibile che fu il successivo Crossroads.
Leggendolo, ho detto alle mie amicizie di lettura che non lo avrei consigliato a nessuno, sebbene sia stata una delle letture più incredibili della mia vita. Perchè c'è uno sforzo intellettuale che, e non so nemmeno se sia in fondo un problema, non è solitamente più richiesto per lo meno in un momento personale di riflessione come può esserlo una lettura.
Lascio l'ultima riflessione alla traduzione: fu opera già nel 1967 del grande Vincenzo Mantovani, uno dei più grandi traduttori di autori anglofoni della nostra editoria, scomparso l'anno scorso. Lui aveva un amore viscerale per Gaddis, che mi rendo conto era una sfida da rompicapo per un traduttore ma che per lo stesso motivo era amatissimo da chi queste sfide le accettava. Lo stesso Mantovani lavorò per 15 anni alla traduzione di JR, che è in pratica un romanzo dialogo su un giovane genio adolescente che scopre un modo per fare soldi nella finanza, ma non trovò mai un editore disposto a pubblicarlo. Ci riuscì solo nel 2009, grazie alle Alet di Padova, che tra l'altro non pubblica più, rendendo introvabile questo altro romanzo così sui generis e forse per questo così fondamentale.
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QUANDO CERCHI DI AGGIUSTARMI
"Quando cerchi di aggiustarmi, quando fai l'infallibile 'esperto' o 'guru', inconsciamente mandi un segnale a me, al mio sistema nervoso, che c'è qualcosa che non va in me, che sono distrutta e non ho le risorse interiori di cui ho bisogno. Che non riesco a trattenere ciò che tengo, non sopporto ciò che porto. Che sono più piccola di te, più debole, più bisognosa. Che ne so di meno. Fai l'esperto del mio principiante, il guru del mio discepolo. Anche se hai le migliori intenzioni, cosa che so spesso fai, quando cerchi di ripararmi, e mi dai le tue risposte, mi tratti come un bambino. Tu non ascolti. Non ti fidi. E questo fa paura. Mi sento più sola che mai quando cerchi di guarirmi. Ci hai divisi in due.
Sì quando cerchi di aggiustarmi non ti fidi
Ma sono più forte di quanto pensi.
Posso sopportare più di quanto pensi.
Sono più capace, più saggia, più coraggiosa di quanto pensi. Sono scioccata dal mio stesso coraggio!
Quando smetti di cercare di aggiustarmi mi dai lo spazio per crescere. Tu mi dai lo spazio per sentire, ascoltare le mie ferite, sopportare ed elaborare quel dolore, per passare attraverso il mio dolore verso una guarigione più profonda.
Quando semplicemente hai spazio per me, posso rilassarmi per riempire quello spazio caldo. Posso respirare più liberamente, tenuta tra le tue braccia sicure e amorevoli. Posso toccare il mio trauma più profondo, trovare il mio coraggio, spingermi un po' nei luoghi spaventosi, iniziare a tollerare l'apparentemente intollerabile, sopportare l'apparentemente insopportabile e sopravvivere all'intensità del momento. Posso iniziare a dimostrare a me stessa quanto sono forte.
Quando semplicemente rimani presente con me, posso superare la mia crisi di guarigione, posso cadere ed essere presa, rompermi ed essere abbracciata, e posso imparare a trattenermi anch'io.
Quando semplicemente ascolti, riesco a sentire meglio me stessa. Posso imparare a fidarmi del mio intuito più profondo, dei miei sentimenti autentici, del mio corpo e riempire di amorevole consapevolezza anche i luoghi spaventosi dentro di me.
Le mie parole non sono annegate dalle tue. I miei sentimenti non sono sostituiti dai tuoi. I miei sogni diventano più chiari. Il mio istinto impara a parlare da solo. Quando lasci cadere tutti i tuoi concetti intelligenti, filosofie, risposte, consigli, correzioni, e tu mi ami, posso imparare ad amarmi, e fidarmi di me stessa, e tenermi mentre tu mi stringi.
Quando smetti di cercare di aggiustarmi, comincio a sentirmi meno distrutta!
Ecco il paradosso dell'amore, e il paradosso della guarigione due facce dello stesso mistero.
Quindi smettila di cercare di aggiustarmi, e ti prego, amami invece, sii presente accanto a me, con me mentre guarisco”
- Jeff Foster
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Note
Come va con la scuola guida?
Buongiorno Pietro, ☕
procede a rilento, ma procede, piccoli passi per volta attuo anche i miglioramenti e le correzioni.
Ora, questa settimana sono stata "ferma" perché l'istruttore era in ferie, quindi riprenderò lunedì.
Grazie per aver chiesto ☺️
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