#la nottata
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Io non ero nata per fare la puttana. A scuola ero bravissima. Intelligente. Morto papà, ci siamo trovate in seria difficoltà. Io, mia madre e il mio fratellino Elia più piccolo di me di dieci anni. Mamma aveva un lavoro precario e malpagato. A stento sapeva fare la sua firma. L'hanno messa in mezzo: una grossa storia di prestanomi e fatture false. Ed è finita dentro.
Dovevamo cavarcela, io ed Elia. Gli assistenti sociali, dei bassifondi fondamentalmente se ne fregavano: troppo lavoro. Cincischiavano. Un ricco commerciante della zona, vedovo, si è offerto dapprima di farci mangiare, poi di pagare delle bollette. Inevitabilmente, ha chiesto qualcosa in cambio. Da subito. Ero vergine, giovanissima, ingenua. Ma già una donna sviluppata. L'avrei potuto mandare in galera, se avessi voluto.
Ma poi come avremmo mangiato. Quando ha saputo che avevo solo tredici anni è impazzito: mi voleva tutte le sere. All'inizio ho pianto di rabbia. Poi ho iniziato pure a godere, visto che comunque dovevo farlo. I vicini hanno fatto un po' di chiacchiere; le voci corrono. L'hanno denunciato ed è finito dentro per direttissima. Pure lui. Ma ormai avevo imparato tutto: come far drizzare il cazzo agli uomini maturi, cosa piace loro e soprattutto avevo capito che essere giovanissima mi dava un enorme potere contrattuale.
Sono finita subito con un anziano protettore: che mi faceva lavorare tantissimo, ma mi trattava male. Sberle e sottomissione psicologica. E ogni sera, prima di farmi andare coi clienti, voleva il mio culo. Ne andava pazzo. Una mattina, invece di tornare a casa, ho preso Elia e siamo scappati con l'incasso della nottata. Sono stata l'amante esclusiva di un'agiata farmacista zitella a cui mi ero rivolta per un aiuto appena fuggita.
Quando dopo tre mesi ho capito che mi voleva in esclusiva e che avrei dovuto rinunciare alla mia libertà, che avrei dovuto mandare Elia in un istituto da lei scelto, le ho rubato un po' di soldi, d'oro e siamo fuggiti di nuovo. E quindi oggi eccomi qui: sempre puttana, ma cerco di gestirmi da sola. Ho imparato a tirar fuori gli artigli. Dentro la borsetta ho sempre spray e coltello. Per questo il mio soprannome è 'l'arrotina'. Grazie a Internet seleziono anche i clienti. 100 euro in macchina in campagna per una sveltina.
Se vuoi anche culo e bocca: 200 euro, pagamento sempre in anticipo. 800 euro per una notte intera. Però per una notte voglio il pagamento con bonifico anticipato e solo così vengo a domicilio. Chiedo e offro massima igiene. Preservativo d'obbligo e pasto a carico tuo. Elia lavora giù al porto, ha diciotto anni e si gestisce da solo. Comunque è bellissimo e le colleghe spesso gliela danno gratis, lo ospitano, lo sfamano. Lo divorano. Quindi sono libera di muovermi, anche in trasferta. Interessa?
Aliantis
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ha messo giù 60 cm di neve la notte tra 31 maggio e 1 giugno. Ma noi investiremo tutto quello che abbiamo e anche di più, per impedire che la temperatura del pianeta non s'alzi di 1,5 gradi.
Certo, il clima è altra cosa rispetto al meteo, anche se sempre di temperature e umidità si sta parlando. Però non sono stati certo gli scettici, pàrdon volevo dire i negazionisti delle Verità Scentifiche ad usare per primi il meteo di giornata come suggestione per confermar tesi sull'evoluzione del clima nei prossimi 15 anni. A vote ritornano, dritto in faccia.
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[ È della tenerezza che m’importa.]
Mi dici che non hai dormito bene. Dico che
neanche io. Tu hai avuto una nottata terribile. “Anch’io”.
Siamo straordinariamente calmi e teneri l’uno con l’altra,
come se ognuno di noi percepisse la fragilità mentale dell’altro.
Come se sapessimo cosa l’altro prova. Non è così,
naturalmente. Non è mai così. Non importa.
È della tenerezza che m’importa. Questo è il dono
che stamattina mi commuove e sostiene.
Al pari di ogni mattina.
Raymond Carver
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L’autunno è arrivato da pochi giorni e già mi riserva delle piccole, gradite sorprese. Dopo una nottata di pioggia, è da poco tornato a splendere il Sole, inaspettatamente, poiché davano pioggia anche per stamattina. 🎉🎉🎉
Ed ecco che come la Mia Amata Luna, anche Lui ci tiene a sorprendermi! Che bello! 😍😍😍🎉🎉🎉
@elenascrive
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Io non ho paura di quelle che il mondo chiama “belle donne”. Io ho paura delle altre. Ho paura di quelle che escono di casa con un filo di trucco. Di quelle che capisci subito se hanno passato una nottata in bianco dalle occhiaie che si portano dietro. Di quelle che si legano i capelli con una matita. Di quelle che si guardano allo specchio e sorridono perché non hanno nemmeno un capello al posto giusto. Ho paura di loro. Di quelle che si fermano sui dettagli, su particolari tuoi che nemmeno tu stesso pensavi di avere. Di quelle che sanno stare accanto agli altri, ma non sanno come stare accanto a se stesse. Di quelle che sono sempre di corsa, ma si fermano ad ascoltare. Uno sconosciuto, un amico, un bambino…
Ho paura di loro. Di quelle che ad un “Sei bellissima”, arrossiscono, s'imbarazzano.. Ho paura di loro. Di quelle che sorridono alla vita, tutti i giorni, nonostante abbiamo migliaia di motivi per non farlo. Di quelle che ti ascoltano davvero. Di quelle che amano essere belle, solo ogni tanto. Solo per qualcuno. Di quelle che sanno piangere. Ho paura di loro. Di quelle che per passare un'ora con te, passerebbero anche otto ore in treno.
(…) Ho paura di loro. Di quelle per cui vale la pena restare. Una volta. Restare. E ho paura di loro, soprattutto, quando, senza dire una parola ti scelgono, restano e tu sei troppo distratto per accorgertene, troppo concentrato a fuggire da non sai cosa. Ho paura di loro perché di belle donne il mondo è pieno. Una donna del genere, invece, se te la lasci scappare non saprai mai in quale parte del mondo la ritroverai. Se mai la ritroverai.
Abdou Mbacke Diouf
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Quando era morto papa, qualche anno prima, gli avevamo fatto la veglia, l'avevamo ricordato in lungo e in largo, avevamo scherzato, mangiato, ed era saltata fuori una nottata bellissima, meglio di certi anniversari venuti bene. Meglio delle nozze d'argento. Per mamma invece è stata un'altra cosa. Pareva che fosse morto tutto. I piatti in cucina, morti. I vasi sul terrazzino, morti. I letti, morti. La casa, era morta la nostra casa. Io mi sentivo nudo, sembrava che mi avessero tolto i calzini, le mutande... Stavo lì come un idiota, ad aspettare che lei s'alzasse, che si mettesse a cucinare: oh, ma'! Ci fai due spaghetti? Avevo paura, perché adesso tra me e la morte non c'era più lei, il suo corpo grosso.
Zorro - M. Mazzantini
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comunque io sono capace di dormire fino a 20 ore consecutive ma se vado a dormire presto la sera il mio cervello subisce un bug di sistema e non mi lascia finire una nottata intera, mi sveglio nel bel mezzo della notte e non dormo più, che fastidioooo
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Sempre avuto un rapporto molto forte con mio nipote. Forse perché sostituisce il figlio maschio che non ho avuto.
Lui parla e si confida con me molto più che con suo padre e con sua madre, mia figlia. Mi ha sempre raccontato i suoi sogni, le sue idee, le sue emozioni, i suoi problemi. E, da quando è diventato grande, è a me che racconta le sue cotte e le sue delusioni d’amore.
Il mio tesoro non ha fortuna con le ragazze. Saranno le ragazze d’oggi, che disprezzano i suoi modi gentili, timidi, la sua dolcezza. Quante volte ha pianto raccontandomi dei suoi amori non corrisposti. Eppure non è brutto, è solo impacciato. Da nonna l’ho confortato e incoraggiato. Quante volte l’ho stretto a me e accarezzato.
“Dovrei trovare una ragazza come te, nonna…” mi dice. “Sono solo una vecchia signora…” replico. “Sei bellissima, invece….”
Che tenerezza queste parole. E che piacere notare quando mi guarda, non di rado le gambe, e che tenerezza quando gli faccio capire che mi sono accorta e diventa tutto rosso. E che languore mi viene quando lo abbraccio stretto….e sento che si irrigidisce per evitare di stare troppo a contatto con me….”come vorrei trovare una ragazza che mi abbracci come fai tu, nonna….” “E come vorrei trovartela”, penso, senza dirglielo.
L’ennesima delusione d’amore lo ha fatto proprio soffrire. “nessuna mi vuole, nonna, nessuna mi vorrà mai…” Povera stella, penso, mentre lo stringo al mio petto, gli accarezzo il viso e i capelli, cerco di confortarlo, quanto vorrei dimostrarti il contrario….
Stiamo andando a un matrimonio di un familiare. Fuori città, ci fermeremo tutti a dormire in hotel. Mio genero guida, mia figlia sonnecchia sul sedile davanti, io e Marco siamo dietro.
È già buio fuori, in auto c’è silenzio. Marco seduto accanto a me sul sedile dietro sembra che insegua i suoi pensieri. Ma ho visto che spesso il suo sguardo è andato sulle mie gambe. Ne sono lusingata, come lo sarebbe ogni donna. Le muovo e le accavallo. La gonna sale. Le scopre. Lui non perde un movimento. Puoi anche fargli vedere il reggicalze, mi dico, che c’è di male, questo ragazzo si deve svegliare….
Avvicino le labbra alle sue orecchie e gli sussurro: “Ma che guardi?” “N..n..niente, nonna”, è la ovvia, ma bugiarda, risposta.
“Ti piacciono le mie calze?”, insisto, provocatrice. Gli prendo la mano, la guido sulle ginocchia, poi sulle cosce. Lascio che gonna e soprabito vi ricadano sopra per nasconderla. Mio genero è assorto nella guida, mia figlia, sua madre, dorme. E Marco continua il viaggio con la mano che accarezza le mie gambe…..
Il matrimonio è noioso come tutte le cerimonie. La folla di parenti mi da la scusa per evitare Marco. Lo guardo ogni tanto, a distanza, solo, un po’ incupito, non simpatizza con nessuna delle altre ragazze presenti. Peraltro tutte brutte o insipide. Loro.
La festa è finita, tutti salutano e vanno via. Noi siamo troppo lontani per rientrare in nottata. Ci hanno riservato una camera in albergo. Una per mia figlia e mio genero, Marco ha la sua, io la mia.
Quando entro, mi sdraio un attimo, a riposare e ..pensare.
Gli scrivo un messaggio: “Marco, tesoro, non riesco a prendere sonno, mi ci vorrebbe una boccata d’aria. Ho paura però da sola a quest’ora. Mi faresti compagnia? Tra dieci minuti giù nella hall?”
Ovviamente risponde di sì. Ma io faccio passare, dieci, poi quindici, poi venti minuti. Alla fine gli scrivo di nuovo, un nuovo messaggio: “ho cambiato idea. Sono stanca. Vieni a trovarmi in camera?”
Quando bussa gli apro subito. Sbarra gli occhi nel vedere sua nonna accoglierlo in sottoveste. Da quel che è accaduto in macchina in poi non capisce più cosa stia succedendo. Lo faccio sedere sul divanetto che c’è in camera. Sufficientemente piccolo da stargli praticamente addosso. Gli prendo il viso fra le mani, lo costringo a guardarmi negli occhi. “Volevo stare un po’ sola con te” gli dico. Gli faccio appoggiare il viso sul seno. Prendo la sua mano e, stavolta, la guido decisa, non più solo sulle gambe, ma proprio in mezzo alle cosce.
“Pensi sempre che sia bellissima, tesoro?” Un suono strozzato esce dalla sua bocca, a metà fra un sì e un singhiozzo di timidezza.
“Non è vero che nessuna donna ti vuole, amore.” Lo bacio delicatamente sulle labbra. “Ti mostrerò io come ci si comporta con le donne, tesoro. Ti insegnerò io….come si fa l’amore….”
Lo porto sul letto dove si fa spogliare docilmente. Accarezzo il suo corpo. Solo al momento di abbassargli gli slip, il pudore lo trattiene, mi prende il polso. Ma non basta certo questa timida resistenza a fermarmi. Adesso è nudo, e gli accarezzo il pene, duro, grande.
Salgo su di lui mettendomi a cavalcioni. Accarezzo sensualmente il suo petto, i suoi capezzoli, lo sento fremere sotto di me. Mi abbasso su di lui. Quando lo sento penetrarmi mi scappa un gemito di piacere. “Accidenti, nipote, le ragazze di oggi non capiscono proprio niente….” , penso.
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Quando il tuo ferragosto dura poco...e la tua nottata meno di zero ❣️ buongiorno sia ..
#buongiorno un kaxxo
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Questo Halloween ho fatto nottata in un cinema che proiettava film horror senza soluzione di continuità, ogni biglietto di ingresso costava la metà del precedente. Mi sono fermata al secondo Dario Argento, ho bevuto un caffè, mi sono lavata la faccia nel lavandino di un bar, e sono andata alla festa di compleanno della nonna di L senza aver mai dormito ("altri novanta prosperi anni'). Il pranzo era in un ristorante tanto anacronistico da servire ancora gamberetti insapori con salsa rosa in delle conchiglie di plastica.
Al cinema ho urlato ad un paio di jumpscare di "Non aprite quella porta'". A interrompere la sacralità della visione solo io e un gruppo di ragazzetti fumati che facevano scattare l'accendino. I miei strilli hanno svegliato Luca, crollato appena alle due e mezza nella poltrona accanto.
A lavoro è andata un disastro, avrei dovuto urlare ancora più forte.
Ho ripreso quei quattro kg che avevo perso in estate. Non trovo più né il portafoglio né le chiavi dell'ufficio.
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Lecco - 1. Una donna di trentacinque anni, italiana, sta tornando a casa, dopo una nottata trascorsa fuori. La donna è ubriaca. Sono quasi le cinque del mattino quando, sulla sua strada, incrocia Boukare Guebre, 39 anni, operaio, originario del Burkina Faso.
Boukare è in sella alla sua bicicletta, sta andando al lavoro. La donna invece guida la sua autovettura. Le hanno restituito da poco la patente - ritirata per guida in stato di ebbrezza.
La donna investe Boukare, che viene sbalzato sul parabrezza, prima di finire al suolo. Non si ferma per aiutarlo o verificare come sta, non chiama i soccorsi. Prosegue la sua corsa fino a quando non è costretta a fermarsi per rimuovere la bici, incastrata sotto la vettura.
2. A quel punto incrocia un auto guidata da un giovane ivoriano.
La donna è sola, ubriaca e parecchio vulnerabile.
Il ragazzo la vede in difficoltà, scende dalla macchina e la aiuta a rimuovere la bicicletta. Mentre lei si allontana, lui nota una scarpa incastrata nei rottami della bici. Appunta la targa dell’auto e percorre la strada fino a trovare il corpo esanime di Boukare.
Avvisa dunque le forze dell’ordine, la donna viene arrestata ed ora è ai domiciliari - con l’accusa di guida in stato di ebbrezza e omissione di soccorso.
Ci sono tante cose importanti da dire, a commento di questa triste storia: la sconfinata mancanza di responsabilità e di rispetto di chi guida in stato di ebbrezza (che a mio avviso non dovrebbe più salire su un auto, considerato che si può vivere anche senza); la rabbia e lo sconcerto per chi omette di prestare soccorso ad una persona che ha appena investito; la drammatica mancanza di sicurezza stradale - che coinvolge in particolar modo i ciclisti.
Ma soprattutto, mi domando quante persone, leggendo i paragrafi 1 e 2, non abbiano istintivamente temuto per la sorte della donna - segno del fatto che siamo stati tutti manipolati e portati a pensare male degli immigrati, dall’umanità dei quali, a me sembra, abbiamo spesso da imparare.
Attendiamo con ansia le accorate manifestazioni di piazza che le destre avrebbero certamente organizzato, se alla guida dell’auto ci fosse stato l’immigrato e sulla bici una donna italiana.
20.10.2023
Riposa in pace, fratello Boukare.
Che la terra ti sia lieve.
Guido Saraceni
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Che nottata antipatica.
Avrei voluto dormire per ore filate considerando la stanchezza della giornata al mare, ma tutti i ventilatori/raffrescatori possibili in casa non sono bastati a combattere il caldo!
Impossibile dormire. Probabilmente avrò preso sonno dopo qualche oretta, non saprei.
Aggiungiamo i pensieri e l'ansia: quadretto completo!
Troppi pensieri e troppo piena la mia testa. Vorrei solo tornare ad avere la mia pace e la mia serenità, fregarmene di quello che me le toglie.
È ancora estate e io voglio viverla meglio!
Buongiorno ☀️
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Io non ho paura di quelle che il mondo chiama “belle donne”.
Io ho paura delle altre.
Ho paura di quelle che escono di casa con un filo di trucco.
Di quelle che capisci subito se hanno passato una nottata in bianco dalle occhiaie che si portano dietro.
Di quelle che si legano i capelli con una matita.
Di quelle che si guardano allo specchio e sorridono perché non hanno nemmeno un capello al posto giusto.
Ho paura di loro.
Di quelle che si fermano sui dettagli, su particolari tuoi che nemmeno tu stesso pensavi di avere.
Di quelle che sanno stare accanto agli altri, ma non sanno come stare accanto a se stesse.
Di quelle che le basterebbe trovare un messaggio con scritto “Buongiorno”, ogni giorno, appena sveglie per rallegrarle tutta la giornata.
Di quelle che sono sempre di corsa, ma si fermano ad ascoltare. Uno sconosciuto, un amico, un bambino.
Ho paura di loro.
Di quelle mai banali, che parlano il doppio di me, senza per questo parlare del niente, anzi ti fanno sorridere rompendoti le scatole ripetendoti di quanto siano belli i loro nipotini. Di quanto siano dolci quando la chiamano zia.
Di quelle che vorrebbero avere una famiglia tutta loro per prendersene cura, anche se a volte non sanno prendersi cura nemmeno di loro stesse.
Ho paura di loro.
Di quelle che ad un “Sei bellissima”, arrossiscono, s'imbarazzano perché nessuno glielo ha mai detto.
Di quelle che custodiranno gelosamente il Girasole che le hai regalato finché l'ultimo petalo non si sarà seccato e rompendosi cadrà sul pavimento, perdendosi tra la polvere, sotto l'armadio.
Di quelle che non appaiono, non si vedono, non si notano. Il mondo sempre in primo piano. E loro dietro. Sullo sfondo.
Ho paura di loro.
Di quelle che sorridono alla vita, tutti i giorni, nonostante abbiamo migliaia di motivi per non farlo.
Di quelle che ti ascoltano davvero. E, quando parlano, ti guardano come a dire “Anche a me. È successo anche a me.”
Di quelle che non ti diranno mai un "Ti Amo”, anche quando saranno innamorati di te.
Di quelle che non sono mai state scelte. Nemmeno una volta.
Ho paura di loro.
Di quelle che ogni giorno ti sussurreranno “Credo di amarti”, perché hanno paura di non essere scelte. Perché loro non sono “belle donne”. Loro non scelgono.
Di quelle che amano essere belle, solo ogni tanto. Solo per qualcuno.
Di quelle che sanno piangere. Anche quando sono ad un concerto. Anche quando intorno ci sono ottantamila persone, loro piangono.
Anche se a farle piangere è una canzone e tu, con un leggero sospiro, le guardi senza capire.
Ho paura di loro.
Di quelle che credono nell'Amore vero.
Di quelle che ci credono anche quando gli altri fuggono l'amore per colpa dei troppi chilometri. O per paura.
Di quelle che per passare un'ora con te, passerebbero anche otto ore in treno.
Ho paura di loro.
Di quelle che cercano di capire perché non resti mai.
Di quelle che non sanno restare.
Di quelle per cui vale la pena restare. Una volta. Restare.
E ho paura di loro, soprattutto, quando, senza dire una parola ti scelgono, restano e tu sei troppo distratto per accorgertene, troppo concentrato a fuggire da non sai cosa per restare.
Una volta.
Ho paura di loro perché di belle donne il mondo è pieno.
Una donna del genere, invece, se te la lasci scappare non saprai mai in quale parte del mondo la ritroverai.
Se mai la ritroverai.
(Abdou Mbacke Diouf)
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Okay, dopo una nottata di sonno, agitato purtroppo, sono leggermente più tranquilla e lucida rispetto a ieri sera. E ringrazio chiunque abbia la pazienza di leggersi tutta questa mia sclerata, ma era una cosa che dovevo tirarmi fuori il prima possibile.
Partiamo con il dire che non ce l'ho con nessuno degli attori, stanno facendo il loro lavoro e avevano un copione da rispettare, quindi al massimo si possono incolpare le scelte registiche e di sceneggiatura.
Dopo questa premessa, voglio concentrarmi sul fatto che i recenti episodi sono stati una genuina presa in giro verso l'audience, di tutte le età, ma in particolare di coloro che fanno parte della comunità lgbtq+, bisessuali in primis. L'intelligenza dello spettatore è stata insultata più volte, con l'effetto di creare rabbia e confusione, perché come abbiamo constatato più volte in queste settimane, gli scrittori della serie non sanno trattare delle tematiche che vadano oltre la "Famiglia Tradizionale".
L'episodio 11 ne è un chiaro esempio, con la famigliola improvvisata tra Manuel e Nina, che, giusto per sottolineare la follia a cui abbiamo assistito, hanno rapito la figlia della suddetta e avevano intenzione di scappare in un altro Paese. Manuel è stato ridotto a uno zerbino, senza una personalità che vada oltre il voler essere uno pseudo-padre per Lilli, mentre Nina doveva essere il personaggio tsundere con cui creare una sorta di enemies-to-lovers, ma quello che è risultato essere è un personaggio piatto, senza un minimo di personalità al di fuori di Manuel e della figlia.
Questi poi sono andati da Simone a chiedere aiuto, mentre il docente andava a chiedere ai genitori affidatari di non denunciare, quando questi ne avrebbero tutto il diritto. E non mi si venga a dire che Nina ha diritto a sua figlia, non dopo quello che ha fatto. è vero, era stata tratta in inganno quando era andata a quel rave, e lì mi è dispiaciuto, perché ha perso tutto ma non per sua volontà, qui invece ha preso una decisione conscia e l'ha effettuata senza pensarci due volte, con la complicità di Zerbino.
Intanto Mimmo sta effettivamente andando in una situazione pericolosa, consapevole di farlo, ma vuole avere un futuro fuori dal carcere, ed è una cosa che ammiro. Giustamente, uno qualsiasi si cagherebbe a farlo, ma lui ha deciso di cambiare anche perché Simone gli ha fatto capire di essere di più di un carcerato, un condannato alla criminalità, ma una persona, con dei desideri e dei sogni. Inoltre, qui hanno avuto la decenza di caratterizzarlo fuori da Simone, infatti hanno entrambi la loro personalità e il loro carattere, non come Zerbino e Criminale.
Una cosa poi che mi ha veramente infastidito è come hanno trattato Nicola quando ha denunciato figlio e combriccola al seguito. Lo hanno dipinto come se fosse lui nel torto, quando in realtà ha cercato di salvare il culo a tutti, mentre Dante voleva fare tutto sottobanco, come suo solito dopotutto. Mi ha dato fastidio inoltre come per un rapimento di minore non ci sia stata nessuna denuncia o incarceramento, ma anzi, Nina ha ottenuto un lavoro nell'azienda di Nicola e Manuel e Anita possono vivere in una villa donata dall'uomo, così che possano stare con Viola. La battuta poi del 135 di qi è dà buttare. Il quoziente intellettivo non è una misura attendibile di intelligenza, ma misura la capacità di comprendere le situazioni in cui ci troviamo e la capacità di acquisire delle informazioni. Nina palesemente non è così, agisce in modo sconsiderato e illogico (una persona può essere emotiva e logica allo stesso tempo, questo è da sottolineare).
Terminiamo con la questione Simuel vs Mimmone. Io sono per i Mimmone, questa stagione lì ha sviluppati molto di più rispetto ai Simuel, che non si sono parlati mezza volta, e sono molto generosa su questo fatto. Mimmo e Simone sono stati l'ancora l'uno per l'altro e spero vivamente che Mimmo ritorni per la terza stagione. Hanno molta più chimica e si vede che tengono all'altro.
Per ricollegarmi alla questione dell'intelligenza insultata degli spettatori, voglio riprendere questa parte di un'intervista rilasciata:
Io non so se gli sceneggiatori o il regista o chi lavori in questa serie dal punto di vista tecnico conoscano bene l'italiano. Per fare il lavoro che fanno, dovrebbero saper conoscere la differenza tra le parole "Basato" e "Ispirato".
Questa serie è basata su Merlì, una serie spagnola che mi tratta di un personaggio gay e uno bisessuale, resi rispettivamente in Simone e Manuel in questa. E questo nella prima stagione c'è! Effettivamente mantiene le basi della serie originale. La seconda stagione ha preso una virata completamente diversa, e ci può stare eh, ma alla fine il personaggio di Manuel ne esce completamente diverso. Le scene di gelosia delle prime due puntate sono stata completamente rimosse dalla mente dei personaggi, non abbiamo più quello che doveva essere teoricamente un triangolo/quadrato amoroso.
La bisessualità di Manuel è stata totalmente cancellata, perché nella visione italiana del mondo, le persone possono essere solo Gay o Etero, nient'altro (tanto che non si usa mai questa parola, ma sempre eufemismi, come "né da carne, né da pesce", "è creativo"). E questo è un grave insulto a chi sperava di avere un qualche tipo di rappresentazione che fosse una. Okay, c'è Mimmo, questo è vero, ma il focus principale era Manuel e la sua esplorazione mentre capiva che gli piacciono anche gli uomini. FINE. Non dovevano esserci così tante sottotrame. E prima che mi si venga a dire che anche Pol in Merlì si faceva principalmente solo donne durante la serie, posso ribattere che dato che hanno cambiato già diversi aspetti di Manuel, un focus in più su questo suo aspetto ci poteva stare. Dopotutto, "basato" vuol dire questo, la base c'è ma ti puoi permettere di fare dei cambiamenti, purché non vadano a snaturare i personaggi.
Infine, buttiamola un po' sul ridere, ma c'è solo da piangere. La r4i è riuscita a censurare di brutto un'altra coppia omo, mentre quelle etero hanno tutte il loro "lieto fine", in qualche modo, anche se sono una più tossica dell'altra. Anita e Dante si sono fatti le corna a vicenda, e peggio ancora Dante non rispetta in alcun modo le donne che sono nella sua vita, Anita e Nicola sono diventati dei co-parents, ma Nicola sta sotto per lei, Zerbino e Criminale dovevano finire in carcere, ma invece si sono beccati una pacca sulle mani e Floriana e Dante sono inguardabili sotto ogni punto di vista. Viola e Ryan si salvano perché loro effettivamente sono stati sviluppati, anche al di fuori della loro romance, e sono molto carini. Luna a rischio stupro per un ragazzo che non aveva mai visto in faccia, mentre Matteo e Laura si sono messi insieme grazie all'intervento di Humbert Humbert.
Voglio chiedere a chi ha scritto questa roba se sia effettivamente soddisfatto di ciò. A parte i Raviola, sono uno peggio dell'altro, senza un minimo di senso o chimica. è questo quello a cui dovremmo aspirare? Seriamente? Sarà che sono cresciuta con Percy Jackson nella mia vita, ma le mie aspettative sono molto più alte (tipo rinunciare all'immortalità anche se non sono ancora insieme all'altra persona). Persino il queerbating di Supernatural iniziava con la frase cardine della coppia: "I'm the one who gripped you tight and raised you from perdition", ed è molto, ma molto più romantico di questo. Mimmo e Simone si sono lasciati per niente e gli unici tristi sono proprio loro, mentre gli altri sono in delle situazioni che definire di merda è poco.
#un professore#mimmone#simone balestra#mimmo bruni#simuel#manuel ferro#analisi post dormita migliore di sempre#mi sono pure limitata negli insulti#sono fiera di me#potevo andarci più pesante#ma mi sono trattenuta
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uomo chiamerà una ragazza cicciona nel mezzo di una festa e poi riderà con i suoi amici, ma lei avrà le crisi tutta la nottata e non dormirà :)
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È della tenerezza che m’importa.
Mi dici che non hai dormito bene. Dico che
neanche io. Tu hai avuto una nottata terribile. “Anch’io”.
Siamo straordinariamente calmi e teneri l’uno con l’altra,
come se ognuno di noi percepisse la fragilità mentale dell’altro.
Come se sapessimo cosa l’altro prova. Non è così,
naturalmente. Non è mai così. Non importa.
È della tenerezza che m’importa. Questo è il dono
che stamattina mi commuove e sostiene.
Al pari di ogni mattina.
Raymond Carver-"Il dono in Blu Oltremare"
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