#la montagna bianca
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Mimmo Paladino - La montagna bianca (1991)
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“a silent story” photo by Fabrizio Pece (tumblr | 500px | instagram)
Il bosco di betulle, ai piedi della montagna, si ergeva come un santuario silenzioso, un luogo dove il freddo inverno si abbandonava alla grazia candida della neve. Alle dieci di quel mattino, il sole cercava di penetrare tra i rami spogli delle betulle, gettando un bagliore argenteo sui sentieri di neve intonsa. Non c'era un suono tranne il leggero fruscio delle foglie secche cullate dalla brezza.
Guido, un uomo di mezza età con una cicatrice profonda sul viso e gli occhi che portavano il peso di troppi inverni, camminava solitario tra gli alberi. Il suo respiro si trasformava in nuvole vaporose nell'aria gelida. Vestito con un cappotto logoro, con lo sguardo assorto, era un intruso in quel regno di pace e silenzio.
Le betulle si stagliavano come figure spettrali e la loro corteccia bianca risplendeva sotto il tocco del sole invernale. I rami sottili si intrecciavano come dita ossute, protese verso il cielo. La neve, immacolata e incontaminata, scricchiolava sotto i passi di Guido, un suono delicato che sussurrava i segreti di una terra dimenticata.
Nel cuore del bosco si fermò. Poco distante notò uno spazio aperto dove la neve si adagiava come un manto soffice. Si avvicinò e si sedette su un tronco caduto, osservando la vastità del paesaggio innevato. Il silenzio del bosco era sospeso nel tempo, un'armonia serena che avvolgeva ogni pensiero.
Un cervo, timido e maestoso, fece la sua comparsa ai margini del bosco, i suoi occhi si fissarono su Guido. I loro sguardi si incrociarono per un istante, un legame silenzioso tra l'uomo e la creatura selvaggia. Poi il cervo si allontanò, scomparendo tra gli alberi come un fantasma della foresta.
Guido si alzò lentamente, sentendo la solitudine del bosco penetrare nelle pieghe della sua anima. Era come se il silenzio avesse rivelato la fragilità della vita, la bellezza effimera di un momento invernale. Con un'ultima occhiata alle betulle, al loro bianco splendore, si diresse lentamente verso il sentiero di neve, lasciando il bosco alle sue spalle.
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LA LEGGENDA DELLA STELLA ALPINA
Una volta, tanto tempo fa, una montagna malata di solitudine piangeva in silenzio.
Tutti la guardavano stupiti: i faggi, gli abeti, le querce, i rododendri e le pervinche.
Nessuna pianta però poteva fare qualcosa, poiché legata alla terra dalle radici. Così neppure un fiore sarebbe potuto sbocciare tra le sue rocce.
Su dal cielo, se ne accorsero anche le stelle, quando una notte le nuvole erano volate via per giocare a rimpiattino tra i rami dei pini più alti, una di loro ebbe pietà di quel pianto e senza speranza scese guizzando dal cielo. Scivolò tra le rocce e i crepacci della montagna, finché si posò stanca sull’orlo di un precipizio. Brrr!!! … Faceva freddo …
Era stata proprio pazza per aver lasciato la serena tranquillità del cielo!
Il gelo l’avrebbe certamente uccisa… Ma, la montagna corse ai ripari, grata per quella prova d’amicizia data col cuore. Avvolse la stella con le sue mani di roccia in una morbida peluria bianca. Quindi, la strinse legandola a sé con radici tenaci…
E quando l’alba spuntò, era nata la prima Stella Alpina…
-- Leggenda
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L’ora nostra” di Umberto Saba
Sai un’ora del giorno che più bella
sia della sera? tanto
più bella e meno amata? È quella
che di poco i suoi sacri ozi precede;
l’ora che intensa è l’opera, e si vede
la gente mareggiare nelle strade;
sulle mole quadrate delle case
una luna sfumata, una che appena
discerni nell’aria serena.
È l’ora che lasciavi la campagna
per goderti la tua cara città,
dal golfo luminoso alla montagna
varia d’aspetti in sua bella unità;
l’ora che la mia vita in piena va
come un fiume al suo mare;
e il mio pensiero, il lesto camminare
della folla, gli artieri in cima all’alta
scala, il fanciullo che correndo salta
sul carro fragoroso, tutto appare
fermo nell’atto, tutto questo andare
ha una parvenza d’immobilità.
È l’ora grande, l’ora che accompagna
meglio la nostra vendemmiante età.
Giovanni Fattori. La strada bianca
#G. Fattori
#Macchiaioli
#Umberto Saba
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Ok I actually got asked to make a list of my favourite italian bands! I'll divide them into genres and add one song for each 😁
Punk and subgenres
Banda Bassotti - Mockba 993
Erode - Stalingrado
66cl - Ragazzo dei 2000
Autodifesa Proletaria - I compagni che sparano non sono criminali
Azione Diretta - Siamo Tempesta
Atarassia Groep - L'Oltretorrente
Redska - La Rivolta
Prozac+ - Acida
Rap & trap
P38 - Moda Italiana
Assalti Frontali - Avere Ventanni
Do Your Thang - Company
99 Posse - Guai A Chi Ci Tocca
Prog Rock
Premiata Forneria Marconi - Impressioni di Settembre
Stormy Six - Stalingrado
Area - Luglio, Agosto, Settembre (nero)
Il Banco del Mutuo Soccorso - R.I.P.
(Combat) Folk
Bandabardò - Lo Sciopero del Sole
Casa del Vento - La Canzone di Carlo
I Ratti della Sabina - La Morale dei Briganti
Modena City Ramblers - I Ribelli della Montagna
New Wave
Diaframma - Siberia
Pop and subgenres
Subsonica - Nuova Ossessione
Negrita - Che Rumore Fa La Felicità
Colla Zio - Tanto Piove
Il Pagante - Settimana Bianca
Matia Bazar - Ti Sento
Negramaro - Mentre Tutto Scorre
#hoping i got all the links correct. im not double checking#also some of these arent necessarely favourite bands but have songs i really really like so i put them anyway#also i feel like i forgot someone.....
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GUADAGNI ENERGIA QUANDO:
– digiuniamo,
– facciamo esercizi di respirazione,
– ci ritiriamo in solitudine,
– facciamo un voto di silenzio per un certo periodo di tempo,
– camminiamo (o semplicemente ci troviamo) sulla riva del mare, in montagna, contempliamo paesaggi naturali belli,
– ci dedichiamo in modo disinteressato alla creatività,
– lodiamo una persona meritevole per le sue qualità e azioni elevate,
– ridiamo, ci rallegriamo, sorridiamo sinceramente,
– aiutiamo qualcuno disinteressatamente,
– manifestiamo umiltà,
– preghiamo prima di mangiare,
– mangiamo cibi pieni di prana (energia vitale)
– cereali naturali, porridge, burro chiarificato, miele, frutta, verdura,
– dormiamo dalle 21-22 fino alle due di notte (in altri orari il sistema nervoso non riposa, per quanto dormiamo),
– riceviamo un buon massaggio da una persona armoniosa o ci facciamo un auto-massaggio,
– ci versiamo acqua fredda addosso, specialmente al mattino, con effetto massimo se stiamo a piedi nudi sulla terra,
– doniamo il nostro tempo, denaro...
– vediamo in tutto la volontà divina.
- facciamo l’Amore
PERDI ENERGIA QUANDO:
– Tristezza, insoddisfazione del destino, rimpianti per il passato e paura, rifiuto del futuro,
– fissare e perseguire obiettivi egoistici,
– esistenza senza scopo,
– risentimenti,
– eccesso di cibo,
– vagabondaggio incontrollato della mente, incapacità di concentrarsi,
– quando mangiamo cibo fritto o vecchio, cibo preparato da una persona arrabbiata o che prova altre emozioni negative, cibo preparato nel microonde, alimenti contenenti conservanti, additivi chimici, coltivati in condizioni artificiali con l'uso di fertilizzanti chimici,
– consumo di cibi privi di prana
– caffè, tè nero, zucchero bianco, farina bianca, carne, alcol,
– mangiare in fretta e camminando,
– fumare,
– conversazioni vuote,
– respirazione scorretta, come respirare troppo spesso e profondamente,
– stare sotto i raggi diretti del sole dalle 12 alle 16, specialmente nel deserto,
– relazioni sessuali disordinate, sesso senza amore per il partner, – sonno eccessivo, sonno dopo le 7 del mattino, mancanza di sonno,
– tensione mentale e fisica,
– avidità e ingordigia.
Luigi Silvestri
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Blowing In The Wind (Live On TV, March 1963)
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Scritta nel 1962.. sono passati ben 62 anni e nulla è cambiato se non in peggio..
..........................
"Se ne va nel vento"
Quante strade deve percorrere un uomo
prima di essere chiamato uomo?
E quanti mari deve superare una colomba bianca
prima che si addormenti sulla spiaggia?
E per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone
prima che vengano bandite per sempre?
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento
Per quanti anni una montagna può esistere
prima che venga spazzata via dal mare?
E per quanti anni alcuni possono vivere
prima che sia concesso loro di essere liberi
E per quanto tempo può un uomo girare la sua testa
fingendo di non vedere
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento
Per quanto tempo un uomo deve guardare in alto
prima che riesca a vedere il cielo?
E quanti orecchie deve avere un uomo
prima che ascolti la gente piangere?
E quanti morti ci dovranno essere affinché lui sappia
che troppa gente è morta?
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento.
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Ho Caldo, sto male
Mi sveglio nelle 8 per prendere le medicine. Non avere piu' una tiroide non aiuta a svegliarsi presto e bene, cosi' come non aiuta a combattere il caldo.
Trascino il mio fisico da leone marino verso la poltrona, per godermi un altro po' il silenzio di un sabato mattina e dare sollievo alla schena ferma da troppo tempo nella stessa posizione. In camera loro, mia madre e mio padre dormono ancora.
Meglio cosi'.
Lui, ingegnere con alzheimer, non ricorda piu' un cazzo se non che ha ragione lui. Sempre. Su tutto.
Lei, la ragazza immagine della tossicita' relazionale, nota al mondo per aver appreso del lockdown esclamando "oddio, ma come faccio a fare scorta, che ho il freezer pieno?!", al momento in leeeeenta ripresa da un femore rotto. Segretamente, crede di essere la Romanov scappata ai Bolscevichi. Apertamente, pretende di essere trattata come tale.
Ho caldo, sto male.
Sono in poltrona da 5 minuti e compare mio padre, vestito, pronto per andare a fare un giro. Con "Pronto" intendo che si mette a girare per casa brontolando ad alta voce perche' non trova cellulare, portafoglio, chiavi di casa, etc etc, salvo poi ricordarsi di averli gia' in tasca e ripartire in una rumorosissima caccia al tesoro.
Niente, non ci riposa in poltrona. Lo aiuto, sistemo tutte le cose fatte a meta' che ha lasciato in giro, poi passo a sentire mia madre. Doveva preparare una lista di cose da fare entro domani per aiutarli a partire per le ferie. Ovviamente, non l'ha fatta.
"Mentre ti vado a prendere le medicine, falla" "Certo"
Nel mentre suona mio padre alla porta. E' con una tizia, una vicina di qualche casa piu' in la, che si e' chiusa fuori di casa e non riesce piu' ad aprire la porta. Cerca il mio parente falegname, che pero' non c'e'. Chiede se so aprire le porte, rispondo "Certo, ma immagino voglia anche richiuderla, dopo" e vengo accolto da uno sguardo stupito, appannato dall'afa. Provo a cercare un fabbro, ma ovviamente non se ne trova. L'arzilla signora blocca un altro vicino e chiede se lui sa smontare serrature. Incredibilmente, questo dice di sapersela cavare e si offre di aiutarla.
Ho caldo, sto male.
Recuperato un vecchio, vado a prendere le medicine per l'altro. A mezzogiorno, sotto il caldo di una citta' inadatta all'estate. Arriva il mio turno e scopro tutta una serie di piacevolezze tipiche della gestione materna delle cose, nota come "Oddio, e ora come faccio?". Il piano terapeutico scaduto, la ricetta del medico che non si vede a sistema, il gomito che fa contatto col ginocchio e bla bla bla, mi danno un blister che copre 10 giorni piu' per gentilezza che altro. A nulla vale far presente che col medico in ferie 15 giorni e i parenti indirizzati in montagna, con quel blister non dico che mi ci spazzo il culo, ma insomma...
Niente da fare.
Ho caldo, sto male.
Rientro a casa e cado nell'imboscata, per strada, di una amica di famiglia logorroica, che mi chiede dei miei pur avendo il numero di telefono e che mi attacca una pezza assissina sulla salute. Scappo fingendo un virus intestinale.
Ho caldo, sto male
In casa i due vecchi sono riusciti si e no ad iniziare ad apparecchiare. Non so se avete mai visto come apparecchia un malato di Alzheimer, ma "la fantasia al potere" rende l'idea. Nel mentre, la Romanov sputa ordini e sentenze. Tutto infarcito da termini generici, indicatissimi per dare spiegazioni a uno che non trova un coltello rosso su una tavola bianca.
Ho caldo, sto male, e ho esaurito la pazienza.
Chiedo un bombardamento orbitale sulle mie coordinate.
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Quante strade deve percorrere un uomo
prima che lo si possa chiamare uomo?
Sì, e quanti mari deve sorvolare una bianca colomba
prima che possa riposare nella sabbia?
Sì, e quante volte le palle di cannone dovranno volare
prima che siano per sempre bandite?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento
Quante volte un uomo deve guardare verso l'alto
prima che riesca a vedere il cielo?
Sì, e quante orecchie deve avere un uomo
prima che possa sentire la gente piangere?
Sì, e quante morti ci vorranno perchè egli sappia
che troppe persone sono morte?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento
Quanti anni può esistere una montagna
prima di essere spazzata fino al mare?
Sì, e quanti anni la gente deve vivere
prima che possa essere finalmente libera?
Sì, e quante volte un uomo può voltare la testa
fingendo di non vedere?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento
Bob Dylan
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La realtà esige che si dica anche questo: la vita continua. Continua a Canne e Borodino e a Kosovo Polje e a Guernica. C’è un distributore di benzina nella piazza di Gerico, ci sono panchine dipinte di fresco sotto la Montagna Bianca. Lettere vanno e vengono tra Pearl Harbour e Hastings, un furgone di mobili transita sotto l’occhio del leone di Cheronea, e ai frutteti in fiore intorno a Verdun si avvicina il fronte atmosferico. C’è tanto Tutto che il Nulla è davvero ben celato. Dagli yacht ormeggiati ad Anzio arriva la musica e le coppie danzano sui ponti al sole. Talmente tanto accade di continuo che deve accadere dappertutto. Dove non è rimasta pietra su pietra, c’è un carretto di gelati assediato dai bambini. Dov’era Hiroshima c’è ancora Hiroshima e si producono molte cose d’uso quotidiano. Questo orribile mondo non è privo di grazie, non è senza mattini per cui valga la pena svegliarsi. Sui campi di Maciejowice l’erba è verde e sull’erba, come è normale sull’erba, una rugiada trasparente. Forse non ci sono campi se non di battaglia, quelli ancora ricordati, quelli già dimenticati, boschi di betulle e boschi di cedri, nevi e nebbie, paludi iridescenti e forre di nera sconfitta, dove per un bisogno impellente ci si accuccia dietro a un cespuglio. Qual è la morale? – forse nessuna. Di certo c’è solo il sangue che scorre e si rapprende e, come sempre, fiumi, nuvole. Sui valichi tragici il vento porta via i cappelli e non c’è niente da fare – lo spettacolo ci diverte.
Maria Wisława Anna Szymborska
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Il risotto allo zafferano con la pancetta si è asciugato durante il trasporto, a tavola era riso a blocchi più che altro. Ma va bene, fosse stato meno abbondante (era troppo, non riesco quasi mai a dosarmi) e fossi stato a mio agio avrei chiesto di poterlo riscaldare. Penso che anche aggiungendo solo acqua avrei potuto ripristinare la consistenza desiderata.
Sono stato a casa di amici per una cena di carnevale: ho portato del riso venere con soia edamame e mais, del "risotto" come ho detto, e zucchine e carote come verdura. Ho portato anche della salsa di soia e del pesto di peperoncini, per eventualmente arricchire il riso venere. Per il dolce un amico, una delle persone del gruppo della montagna, ha preparato dei bomboloni. Mi ha chiesto di aiutarlo a finire il lavoro, per il fatto che, ormai anni fa, sono arrivato ad essere apprendista aiuto pasticciere. Quindi mentre lui friggeva io ho zuccherato e farcito. Mi sembra di essere riuscito a non sporcare la felpa bianca di Tumblr.
La serata è andata. Ero senza costume, come avevo anticipato, ma io avrei voluto potermi vestire. Vestirsi non è impossibile, però.. perché agli altri sembra così semplice vestirsi, anche senza spendere?.. è solo una mia impressione?... Prima che uscissi, per preparare tutto ho fatto tardi e ho dovuto farmi aiutare. Sul posto, essendoci persone che non conoscevo, ma soprattutto per la scomodità del tavolo e delle sedie, ero un po' a disagio, stretto, a cercare di non invadere lo spazio altrui.
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Effettivamente.
Parto con la foto della situazione neve in questo momenti, dio pupazzo di neve. Dopo una notte in bianco e passata a smanettare col nuovo giocattolino (midi controller per chi avesse perso il post precedente) ad un certo punto sono crollato verso le 9:30 ed era tutto normale, mi sveglio e trovo questa merda bianca che cade; lo sapevo che quest'anno sarebbe stato una merda e il buongiorno si vede dal mattino, semplicemente perché è bisestile, il 2020 vi dice qualcosa?
Ma passiamo a qualcosa decisamente più importante, anche per non pensarci. Ho scambiato un pò di audio con Spock, effettivamente non ha torto, la faccio breve, "vista la situazione (lavorativa, affettiva e musicale) non sarebbe male farti un periodo a CT, anche per rigenerarti un pò", questa la frase chiave del suo discorso da scienziato che ragiona con logica. Mi ha convinto. Sarà anche la situazione, come sottolinea lui, che mi sta facendo scivolare nella follia e siccome non ne esco, trovo il suo consiglio più che valido. Catania nonostante sia una bella città col mare, la montagna (che poi è un vulcano), la cultura che nonostante il degrado comunque c'è, lui mi sottolinea che di persone come me ne trovo sicuramente più che qua (dove non ne ho trovate, per dire), e altre cose positive nel marasma delle cose negative, che ci sono inutile negarlo, un pò come ovunque. Tutto questo perché gli ho detto che la cosa che mi manca di più in assoluto, oltre a loro come persone anche sua moglie (che è comunque una cara amica di vecchia data), quindi la cosa che mi manca è il mare, il rumore del mare, immergermi nell'immensità blu che ti avvolge, poi lo dico a lui che è oceanografo figuriamoci. Non è la prima volta che mi consiglia di farlo, ma si vede che i tempi sono maturi e prima che cada e picchi la testa fortissimo contro il gelo di questo posto, vado. Che poi un lavoro, in nero, lo trovo sempre, che cazzo è la mia città e ho centinaia di conoscenze. Per la musica basterà essere in loco che qualcuno con cui suonare salta sempre fuori. Tutto qua. Oggi il programmino prevede l'ennesima mescolata delle cose nello studio, per prima cosa per fare spazio sul tavolo al nuovo giocattolino e poi perché voglio provare a montare la batteria, giusto per fare qualcosa visto che spesso sono completamente solo a casa e posso fare tutto il casino che voglio 😁. Lo so che ho detto che per un periodo XY partirò, ma non parto mica domani.
Concludo come al solito con qualcosa di musicale, oggi un album che ho consumato e che mi ricorda un bel periodo catanese.
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Live on TV, March 1963:
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BLOWIN' IN THE WIND
How many roads must a man walk down
Before you call him a man?
How many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, 'n' how many times must the cannon balls fly
Before they're forever banned?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.
How many years can a mountain exist
Before it's washed to the sea?
Yes, 'n' how many years can some people exist
Before they're allowed to be free?
Yes, 'n' how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesn't see?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.
How many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, 'n' how many ears must one man have
Before he can hear people cry?
Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.
With Joan Baez:
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With Keith Richards & Ron Wood (Live Aid 1985):
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SOFFIANDO NEL VENTO
Quante strade deve percorrere un uomo
Prima che lo si possa chiamare uomo?
Sì, e quanti mari deve navigare una bianca colomba
Prima che possa riposare nella sabbia?
Sì, e quante volte le palle di cannone dovranno volare
Prima che siano per sempre bandite?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento
Per quanti anni può esistere una montagna
Prima che sia lavata dal mare?
Sì, e quanti anni possono vivere alcune persone
Prima che sia permesso loro di essere libere?
Sì, e quante volte un uomo può girare la testa
Fingendo di non vedere?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento
Quante volte un uomo deve guardare verso l'alto
Prima che possa vedere il cielo?
Sì, e quante orecchie deve avere un uomo
Perché possa sentire la gente piangere?
Sì, e quante morti ci vorranno perchè egli sappia
Che troppe persone sono morte?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento
Bee Gees:
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Bruce Springsteen (Paris, 1988):
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#blowin' in the wind#bob dylan#joan baez#keith richards#ron wood#bee gees#bruce springsteen#musica#musica folk#folk#folk music#Youtube
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c'è un sentiero che sale e scende sotto il pendio della montagna, io l'ho chiamato "sentiero delle querce" è il mio sentiero dove io cammino i miei occhi lo vedono affascinante e misterioso le maestose querce sono impressionanti in ogni stagione felpate in inverno, vivaci in primavera, fruscianti in estate, piangenti in autunno, ma sempre riservate. Conosco ogni angolo, ogni nascondiglio di questo meraviglioso sentiero, gli animali che lo attraversano conosco le loro impronte, dove si dirigono, è la mia magica mulattiera sperduta che parla, chi la vede così solitaria non la guarda nel profondo, io sento il mormorio degli alberi, dei cespugli dei fiori in primavera con le prime foglie, nel crepuscolo arriva anche qualche angelo che vola leggero vibrante di armonia, mentre passa l'orso con i suoi cuccioli, il lupo che insegue la sua femmina, scoiattoli intraprendenti, lepri e volpi che corrono, cinghiale che scava, il superbo cervo che con la sua solennità ispira riverenza! Ma c'è qualcosa di piu magico nel mio sentiero, gli gnomi, folletti, fatine lucenti, fasci di luce bianca arcano, enigmatico, impenetrabile, che affascina me figure invisibile che sono dietro di me, mentre cammino, forse frutto della mia fervida immaginazione! La mia fantasia che vola sulle ali di un falco tra i rami alti delle bellissime querce che io amo, un mondo misterioso e fantastico, dove regna la legge della natura. Immaginazione del mio amore per loro? Per questo io mi arrabbio molto, quando qualcuno taglia una quercia per riscaldarsi in inverno. Daniela Cesta ************************** there is a path that goes up and down under the slope of the mountain, I called it "path of the oaks" it is my path where I walk my eyes see him as fascinating and mysterious the majestic oaks are impressive in any season soft in winter, lively in spring, rustling in summer, weeping in the fall, but always reserved. I know every nook and cranny of this wonderful path, the animals that cross it I know their footprints, where they go, it is my magical lost mule track that speaks, whoever sees her so lonely does not look into her depths, I hear the murmur of the trees, of the bushes some flowers in spring with the first leaves, in the twilight some lightly flying angels also arrive vibrating with harmony, as she passes the bear with her cubs, the wolf chasing his female, enterprising squirrels, hares and foxes running, wild boar digging, the superb deer who with her solemnity inspires reverence! But there's something more magical in my path, the gnomes, goblins, shiny fairies, beams of white light arcane, enigmatic, impenetrable, which fascinates me invisible figures that are behind me, as I walk, perhaps a figment of my wild imagination! My fantasy flying on the wings of a falcon between the high branches of the beautiful oaks that I love, a mysterious and fantastic world, where the law of nature reigns. Imagination of my love for them? This is why I get very angry when someone cuts an oak tree for warmth in the winter. Daniela Cesta
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Lo Stato, non ammette la sconfitta, che è evidente (30 anni), nonostante il gran teatro dell'arresto.
Osservate la politica, sulle intercettazioni, mentre le forze di polizia indagano per scoprire i livelli di copertura e la rete (estesa) di complici e prestanome.
Le intercettazioni, adesso, con l'arresto e le indagini in corso, sono diventate il capro espiatorio.
Parlamento (entrambi i rami) e Ars, temono di essere scoperti come fiancheggiatori?
La mafia è una montagna di merda
La mafia è bianca
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LE FUNZIONI DELLE MONTAGNE
LE FUNZIONI DELLE MONTAGNE
a cura di Fratellanza Bianca Sono le montagne che formano il legame fra la terra e il cielo. Una grande saggezza ha presieduto alla loro formazione e ha deciso il luogo in cui dovevano essere posizionate, che non è mai dovuto al caso. A ogni montagna è attribuita una determinata funzione, ecco perché esse differiscono l’una dall’altra per forma, volume e altezza. Le loro cime si elevano come…
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