#kastri
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Gerontoelia is the oldest olive tree in the world on the island of Naxos, Greece, in the village Kastri. It is estimated to be over 5,000 years old.
Gerontoelia is behind a stone wall, so I couldn't get up close (seen here), but here is another olive tree on the same grove. By size I believe it would also be thousands of years old.
Archaeological evidence and examination of fossil olive leaves in the Aegean area, inform us of the existence of olive trees 50,000 years ago.
#gerontoelia#olive oil tree#kastri#naxos#greece#botanical history#living monument#favorites#favorite
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#AgiosStefanos#ancientgreece#ancienthistory#B2S#Canvas#CanvasWallArt#Greece#history#Kastri#Kos#St.Stefan'sBasilica
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| apr, 2024. Skopelos Island, Greece
#Ana Escario#Diario Visual#Church of Agios Ioannis Kastri#Skopelos#Greece#Travelogue#Visual Diary#Photographers on Tumblr#Mamma Mia Church
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I am almost done with my revamp of my Oracle’s superhero costume, but I wanted to do this chart real quick. Making her Awkwardness level so high is just so endearingly hilarious because She constantly jumps whenever Nik sneaks up on her at her desk and she’s fumbling to play it cool. Not the best play it close to the vest, but she tries.
Also fun notes: Her name is closely related to Apollo and Delphi. “Laurie” refers to “laurel” or “sweet bay tree” which are one of the sacred symbols Apollo, while her last name “Kastri” is in reference to the Greek village that was formed above the ruins of the ancient site of Delphi.
( I am a Greek Myth nerd, so when I saw my chance I took it XD )
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Priest in a destroyed church in Kastri, Preveza, 1913.
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21 aprile 1967. GRECIA. Il colpo di stato dei Colonnelli instaura la DITTATURA MILITARE.
Un piano della NATO organizzato dalla Cia, preceduto da tre anni di "strategia della tensione".
Una ricostruzione storica di Saverio FERRARI
Nella notte fra il 20 e il 21 aprile 1967, alle 2.30, un reggimento di paracadutisti con a capo il maggiore Gheorghios Konstantopoulos occupò il ministero della Difesa. Quasi contemporaneamente, nell’oscurità della notte, una lunga colonna di mezzi corazzati alla luce delle fotoelettriche, guidata dal comandante di brigata Stylianos Pattakos, si assicurò il controllo della radio e dei centri di comunicazione, del Parlamento e del Palazzo reale. Le unità della polizia militare, sulla base di liste già predisposte dal loro comandante Ioannis Ladas, arrestarono nello spazio di cinque ore più di diecimila persone, poi trasferite in “centri di raccolta”. Tra loro anche il primo ministro Panagiotis Kannellopoulos. Quattro carri armati bloccarono l’accesso di via Xenokratus, dove abitava insieme alla moglie. Immediatamente un commando con il mitra spianato irruppe nel suo appartamento trascinandolo in strada ancora in pigiama.
Gheorghios Papandreu, l’anziano leader dell’Unione di centro, all’epoca il maggior partito greco, fu invece prelevato nella sua casa a Kastri, appena fuori la capitale. Suo figlio Andreas, in un’altra abitazione, tentò la fuga salendo sul tetto. Un soldato, minacciando con una pistola alla tempia il figlio quattordicenne, lo costrinse ad arrendersi. Sfuggirono alla cattura solo quelli che si spostavano di continuo, come Mikis Theodorakis, il capo della Gioventù Lambrakis. Atene dormiva ancora, anche se quella fu una notte diversa dalle altre, piena di colpi alla porta, di ordini concitati e grida soffocate.
La popolazione al mattino si accorse che i telefoni non funzionavano e che i militari occupavano il Paese. Solo alle 6 il colonnello Gheorghios Papadopoulos dichiarò di aver preso il potere per difendere la “democrazia” e la “libertà”. Non c’era stata alcuna resistenza. La Grecia era finita in mano ai colonnelli.
“LAMBRAKIS ZEI!”.
Il golpe venne attuato applicando il piano Prometeo, predisposto, come in tutti i paesi aderenti alla Nato, per fronteggiare l’eventualità di una “sollevazione comunista”. Non giunse così inaspettatamente. Sorprese che ad attuarlo fossero stati i colonnelli e non i generali fedeli alla corona. Era infatti cosa nota ad Atene che il re stesse progettando un proprio colpo militare, per evitare che nelle elezioni, fissate per il 28 maggio, trionfasse nuovamente l’Unione di centro, fondata nel 1961 da Gheorghios Papandreu, capace in pochi anni di raccogliere e rappresentare le forze sparse dell’opposizione non comunista. La Grecia aveva visto modificarsi radicalmente i propri equilibri politici. La svolta fu l’assassinio del parlamentare di sinistra Grigoris Lambrakis, picchiato con spranghe di ferro da alcuni fascisti protetti dalla gendarmeria locale, la sera del 22 maggio 1963 a Salonicco, dopo una manifestazione promossa dalla Lega per la pace e il disarmo nucleare. Al suo funerale ad Atene parteciparono almeno 500 mila persone al grido di “Lambrakis Zei!”, “Lambrakis Vive!”. La vicenda ispirò il famoso romanzo di Vassilis Vassilikos, non a caso intitolato “Z”, dallo slogan e dai segni tracciati di nascosto sui muri indicanti la lettera iniziale della parola greca “vive”, successivamente trasportato sullo schermo da Costa Gavras nel 1969.
Le reazioni popolari non solo isolarono ma costrinsero alle dimissioni il governo di Konstantinos Karamanlis. Nelle elezioni del novembre 1963 l’Unione di centro vinse superando la destra. L’Eda, la sinistra democratica unificata, costituitasi nell’agosto del 1951 dopo la messa fuori legge nel 1949 del Partito comunista greco, e da esso sostenuta, con i suoi 28 seggi si affermò come la terza grande forza del Paese. Quasi una rivoluzione. L’ex primo ministro lasciò la Grecia ritirandosi in esilio volontario a Parigi. Gheorghios Papandreu, per evitare ogni condizionamento, chiese subito nuove elezioni, puntando alla maggioranza assoluta. Le ottenne e nel febbraio del 1964 sbaragliò definitivamente l’Ere, il partito conservatore, conquistando il 53% dei voti. Re Paolo morì di lì a poco. Sembrava l’inizio di un nuova epoca.
LA GUERRA CIVILE
La Grecia aveva conosciuto una sanguinosa guerra civile seguita all’occupazione nazista. Gli accordi fra Unione Sovietica, Gran Bretagna e Stati Uniti, avevano assegnato il Paese alla sfera d’influenza inglese. In questo quadro Winston Churchill riuscì a concordare, nell’ottobre 1944, l’ingresso delle truppe britanniche ad Atene contestualmente alla ritirata tedesca, escludendo dalla capitale i partigiani dell’Elas (Esercito nazionale popolare di liberazione), forte di almeno 45 mila uomini, in preponderanza comunisti, installandovi un governo di coalizione. Quando il 3 dicembre del 1944, ad Atene, le sinistre proclamarono lo sciopero generale per opporsi alla politica del governo e alle interferenze degli inglesi, la polizia sparò sui manifestanti facendo 28 morti. Ai successivi funerali gruppi di ex collaborazionisti tirarono a loro volta al bersaglio dall’alto delle case sulla folla. I morti questa volta furono più di cento. Cominciò così la guerra civile. La sconfitta delle sinistre in armi si consumò nell’estate del 1949. Già dal febbraio del 1948, lo stesso Stalin aveva dichiarato che l’insurrezione greca “doveva rientrare”. La successiva rottura fra Tito e l’Unione Sovietica segnò la fine delle speranze. Anche le frontiere meridionali della Jugoslavia vennero chiuse.
I morti ufficialmente riconosciuti furono 40 mila, anche se in realtà se ne contarono molti di più. Tra gli otto e i diecimila i combattenti comunisti che fuggirono dalla Grecia in Bulgaria, Albania o verso l’Unione Sovietica. Nel frattempo era intervenuta una modifica sostanziale: all’Inghilterra, in fase calante come grande potenza mondiale, era subentrata l’America di Henry Truman. Solo tra il 1947 e il 1948 il governo di Washington sostenne Atene con quasi 200 milioni di dollari in aiuti militari. Successivamente, tra il 1949 e il 1952, gli Stati Uniti riversarono nelle casse della Grecia la cifra record di un miliardo e trenta milioni di dollari, di cui 323 milioni per la difesa. Erano ormai diventati loro i nuovi padroni.
LA DESTRA
Governata dalla destra e sottomessa agli Stati Uniti andò a formarsi in quegli anni in Grecia non una vera classe imprenditoriale ma una borghesia speculativa e parassitaria. Mano libera venne data a grandi armatori e affaristi grecoamericani. Il capitale straniero divenne uno dei pilastri del sistema economico. Fortissimo fu il tasso di emigrazione. Si stabilizzò nel 1960 attorno alle centomila unità annue, un’enormità per un paese di otto milioni di abitanti. Parallelamente continuò ad essere assoluto il controllo di esercito, magistratura, gendarmeria e burocrazia. Quasi senza soluzione di continuità si perpetuò lo stato di polizia imposto con la fine della guerra civile. Le norme d’emergenza furono mantenute fino al 1963. I non residenti per poter entrare in altre regioni erano costretti a richiedere speciali autorizzazioni concesse solo dall’esercito. Ad esse dovevano sottostare perfino i parlamentari o i candidati della sinistra durante le tornate elettorali. Nelle campagne spadroneggiavano le squadre dei paramilitari (Tea), il cui scopo era di terrorizzare gli avversari politici.
I dati delle elezioni, in compenso, furono regolarmente manipolati. A quel tempo, si diceva, anche gli alberi votavano per il governo. In questo contesto la Grecia aderì alla Nato e si modellarono gli apparati militari. Il Kyp, il servizio segreto greco, fu direttamente creato e finanziato dalla Cia. Gli uomini scelti dovevano essere di gradimento statunitense. Le stesse apparecchiature erano americane. Praticamente una filiale. La Cia sovrintese anche alla costituzione della Gladio greca. Gli accordi furono siglati negli anni Cinquanta. Una forza di circa 3.500 uomini, reclutata anche fra gli ex collaborazionisti dei nazisti, fu addestrata in centri allestiti vicino al monte Olimpo. Più di ottocento, poi si seppe, i nascondigli segreti di armi ed esplosivi sparsi per il Paese. Tutto ciò stava alle spalle di Gheorghios Papandreu quando assunse il governo.
I CINQUECENTO GIORNI DI PAPANDREU
Nel breve tempo della sua esistenza il governo di Papandreu riuscì a riformare la scuola, rendendola accessibile alle classi povere, e varò una legge in favore di una reale autonomia e rappresentatività dei sindacati. Incrementò gli investimenti e facilitò il ricorso al credito per gli agricoltori.
Ma quando diede il via a un’inchiesta sul Kyp, svelandone trame e complotti, si aprì un conflitto politico e istituzionale. Con il pretesto della scoperta, montata ad arte, di una contro-cospirazione di sinistra all’interno dell’esercito, si arrivò alla crisi del governo. Il re Costantino, nel luglio 1965, rifiutò che ad assumere l’incarico di ministro della difesa fosse lo stesso Papandreu. Si giunse in questo modo, dopo un lungo scontro e il vano tentativo da parte della destra di stabilizzare nuovi governi, alla decisione di fissare le elezioni per il 28 maggio del 1967.
L’UNIONE DEI GIOVANI UFFICIALI
Al vertice dell’esercito operava da sempre una sorta di società segreta: l’Idea, ovvero la Sacra lega degli ufficiali greci. Nel suo seno, fondata da Gheorghios Papadopoulos, si era nel frattempo costituita, sotto i buoni auspici della Cia, un’altra organizzazione ancora più segreta: l’Eena, l’Unione dei giovani ufficiali greci. Papadopoulos durante la guerra aveva fatto parte dei Battaglioni di sicurezza che avevano combattuto a fianco dei nazisti, raggiungendo il grado di capitano rastrellando i partigiani nel Peloponneso. Passato, come molti altri, alle dipendenze degli inglesi, riuscì a distinguersi anche nella repressione contro le sinistre. Successivamente reclutato dal Kyp fu mandato ad addestrarsi negli Stati Uniti. Divenne nei fatti l’agente numero uno della Cia. Con lui nell’Eena: Ioannis Ladas, Dimitrios Ioannidis, Nikolaos Makarezos e Stylianos Pattakos.
Questo gruppo di ufficiali decise di entrare in azione per conto proprio il 21 aprile del 1967. Quando i capi dell’esercito si ritrovarono ad Atene per una riunione compresero che era giunto il momento. Trasmisero alle unità dislocate nel Paese l’ordine di eseguire il piano Prometeo, facendo loro credere che fosse emanato dal capo di stato maggiore. Tutti gli ufficiali lo eseguirono senza protestare. L’interruzione delle comunicazioni telefoniche facilitò la riuscita delle operazioni. Tutto il piano sarebbe comunque andato all’aria se il re si fosse opposto. Ma Costantino, dopo qualche tentennamento, fu convinto dalla Cia ad avallare il golpe. Opporvisi avrebbe significato rischiare la sollevazione. Gli inglesi, dal canto loro, si limitarono solo a consigliare al sovrano di inserire alcune persone di fiducia nella nuova giunta alla guida del Paese.
Fu in realtà la Cia ad orchestrare il tutto. Gli americani, a conoscenza dell’influenza britannica sui generali ed il re, oltre che del progetto di un loro colpo di Stato, previsto per il 13 maggio, decisero di bruciare tutti sul tempo. Per farlo si servirono del colonnello Papadopoulos e dell’Eena. Gli Stati Uniti si garantirono in questo modo un sostegno decisivo nel Mediterraneo orientale. La soluzione “dittatura militare” non fu certo in quel periodo un’eccezione. In soli quattro anni la Cia aveva operato per sbocchi analoghi in diverse parti del mondo: in Turchia (1960), nel Vietnam (1963), in Brasile (1964), e a Santo Domingo (1965).
UN LABORATORIO PER IL NEOFASCISMO
Per la prima volta dal dopoguerra un paese europeo passava da un regime parlamentare ad una dittatura. Giocoforza a questa esperienza guardarono tutte le forze dell’estrema destra, in particolare i neofascisti italiani. Pino Rauti, il fondatore di Ordine nuovo, si recò in Grecia appena un mese dopo, tornandovi a più riprese. Visite non certo di piacere. In alcune testimonianze di fonte locale si parlò anche di addestramenti ad Atene all’uso di esplosivi e sulle tecniche della guerriglia urbana a neofascisti italiani. Particolarmente significativo fu in questo ambito un viaggio di ben 49 esponenti di Ordine nuovo, Avanguardia nazionale, Europa civiltà e Nuova caravella, l’organizzazione universitaria del Msi, compiuto tra il 18 e il 25 aprile del 1968, nel primo anniversario del golpe. Tra loro, oltre a Pino Rauti, Adriano Tilgher, Mario Merlino e Giulio Maceratini. Furono ricevuti da Stylianos Pattakos, con tanto di foto a celebrare l’evento. Di molti di loro si sentirà ancora parlare negli anni successivi. La “strategia della tensione” che di lì a pochi anni si svilupperà in Italia, fu sperimentata con successo in Grecia, tra la primavera del 1964 e il 1967.
Si iniziò con una strage di manifestanti, nel novembre 1964, in occasione di una celebrazione organizzata unitariamente dai reduci della resistenza greca al ponte di Gorgopotamos. Cinque i morti e più di un centinaio i feriti. La destra accusò gli stessi partecipanti di aver portato al raduno l’ordigno che poi esplose. Si passò poi agli attentati alle caserme, al confine con la Turchia, per creare agitazione nelle forze armate. Ma la provocazione più grossa fu imbastita ad Atene, il 20 agosto 1965, quando nella stessa notte scoppiarono a breve distanza diversi ordigni e gruppi organizzati attaccarono poliziotti isolati. Si accusarono subito gli anarchici e gli studenti di sinistra. Si scoprì in seguito che ad operare furono agenti di polizia spalleggiati dal movimento neofascista “4 agosto”, costituito nel 1964 da Costantino Plevris, teorico della tattica della provocazione, strettamente collegato al Kyp e agli ufficiali dell’Eena. La Grecia aveva fatto scuola.
LA FINE
Il regime crollò nell’estate del 1974. Papadopoulos aveva già dovuto passare la mano da qualche mese, dopo la rivolta, nel novembre del 1973, degli studenti universitari al Politecnico di Atene, a cui si erano uniti migliaia di lavoratori, repressa con i carri armati. Negli scontri rimasero uccise 24 persone. Il generale Dimitros Ioannidis rimosse Papadopoulos ritenendolo troppo debole e accondiscendente. Ioannidis tentò anche di rovesciare l’arcivescovo Makarios, presidente di Cipro, attraverso un colpo di Stato condotto dall’organizzazione filo-ellenica Eoka-B.
La reazione della Turchia che invase la parte nord dell’isola portò la Grecia sull’orlo della guerra. Fu la fine. I membri della giunta militare tolsero il loro appoggio a Ioannidis e nominarono presidente il generale Phaedon Ghizikis. Constatata la bancarotta richiamarono in patria il vecchio Kostantinos Karamanlis con l’obiettivo di formare un governo di unità nazionale e portare il Paese alle elezioni. Nel novembre del 1974 si tornò a votare. Il regime dei colonnelli era caduto. Tra le sue tante vittime, una anche in Italia, il giovane studente greco Kostas Georgakis, che il 19 settembre del 1970, alle 3 di notte, si immolò, per protestare contro la dittatura, dandosi fuoco nella sua Fiat 500, in piazza Matteotti a Genova. Doveroso ricordarlo.
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thinking about the scene in my head where the crew finally gets their shit together and meets up to plan for the session, like who still needs their planet quests done and who knows where their quest bed is. and discussing how exactly the battlefield is going to be restored, and how the genesis breeding is going. and then theyre wondering how exactly the "win" thing works. if their new universe is at the end...
alexi's pretty blunt "can we take finn with us?" because its not wrong to assume game 'constructs' wont be able to leave the medium.
everyone goes silent while finn sorta deflects and haws his way around a no. he didnt even see the ultimate reward in his own game, and he probably wouldnt have remembered anyway. "but please, dont worry about it. the most important thing is getting everyone to the end in one piece :)" and because hes sweet and atp more attatched to this group than his own co-players
"i really want you guys to win, more than anything" very sentimental and smiley. but piers isnt having any of that. "we. you are a part of this team now finn, if we win youre winning with us."
and more silence bc its awkward and tbh piers and kastri are the ones who know finn the best atp. finn is surprised and has to hide that... he doesnt really feel that way. but he thanks piers and asks frixaa to move on discussing the plans.
piers is more blunt and well, not grumpy but yk. for the rest of that meeting. and afterwards. everyone splits up to go questing and piers goes back home for more tedious insect science. and after floating around checking on the others for a bit, finn ends up on piers' planet like he usually does.
its hard to tell, but piers is upset with him. or something related to finn? he's a grumpy cynical person anyway, but piers when he's really upset is distant and cold, using work as a barrier to the world while he seethes quietly. finn tries to talk to him, just how they normally would, but piers is uhh. yea
neither of them are super 'beat around the bush' people, so finn just asks. "is it about the meeting?" and piers has to put his tools down. "i'm flattered you think of me as one of you all, really. but the reality is that,.. im not even supposed to be here. i'm only... not alive but resurrected, because of a whole lot of glitches that lined up to revive me."
"im not a player here. my planet isnt here, i dont have a spot on either of the moons, there sure isnt a quest bed out there for me. ive no reason to assume ill be able to enter the new universe with you, and i dont want to... pretend that its true."
piers: "you dont know! im not going to delude myself into thinking that either, but you just... dismiss that it could happen... and i dont care whatever the game thinks, youre- ugh" he doesnt usually get this emotional with arguments..
finn is still... listen. its a self worth thing, the only vital thing he did for his session was die. and so far, he hasnt done anything other than provide the information sprites are supposed to anyway. hes a useful messenger, and he's good at talking to people, but hes not a combatant or magic wielder or planner. he knows hes a coward.
"i just... dont want to get anyones hopes up. yours or mine." he says. "and if i cant leave with you, or something else happens- i dont want you all to hesitate in getting the reward you really deserve..."
piers stands up from his desk, "you deserve it too! and theres a difference between... between hoping itll turn out fine and being just... defeatist and cynical!"
finn half laughs. "hm, i thought you were supposed to be the cynical one." piers deflates, that feeling where you know you arent persuasive enough to convince someone to change their mind, especially about themselves.
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Chaste tree in Kastri, Naxos, Greece
summer 2022
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The church of Agios Ioannis Kastri!! Look at this beauty!


I want to marry in the church Sophie married in Mamma Mia.
#it is on rocks i bet he will be happy#well he will not be happy bc u have to walk there and he is an american!! but it is a pretty church and he will look pretty
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Note: The characters presented there are inspired by @allbeendonebefore's work and has no intention to mock you, rather to entertain you. Without further ado, let's move on.
In case you don't know, I love drawing and making headcanons about the personifications of modern greek cities and towns for various reasons, mainly because I want to promote the modern image of my country, as opposed to the ancient one that most foreigners are familiar with.
This time, I made 10 personifications, the two of them representing a regional unit (I will explain later why it's two and not one) and the rest representing some towns of that regional unit.
The regional unit, in question, is:
So, why Aetolia-Acarnania of all regions? Well, partly because my mom is from there and because almost nobody on the internet talks about it, so I wanted to make it more well-known.
I tried to seach some information online and I couldn't find much, other than that the Ancient Greeks considered these people barbarians, because they were war-like and didn't produce works of art.
Anyways…
Artistic choices: Aetolia and Acarnania's appearances were based from my uncles'. Specifically, Acarnania looks exactly like the one I based him from. Aetolia not do much, except from the face. None of my uncles have shoulder-length hair, I just added it to give him a more savage look based on the idea that the Ancient Greeks had about these people (which still exists today, but we will discuss it later). It was kinda difficult, because I'm not used on drawing male characters and even when I do, I give them a "cute-boy" look, so it was challenging but nice to draw something different for once. Also, regarding the choice of the color. I thought of all the colours that Hapo used in her @athensandspartaadventures: green, red, lots of purple and a little bit of brown. I wanted to choose a colour that she hasn't utilised and the first one to come to my mind was mustard yellow. Sooner or later, I will come up with an actual good explanation (or I might use a different colour).

Now, enjoy some photos I took while I was on vacation.



The view from above the mountains.
Honestly, the trip there feels like visiting South France, since it's full of green. A small tip for all the foreigners who are in Greece right now, but they wish they were in South France: just visit Aetolia-Acarnania! It's the same thing! But better! 🙃





The Ancient Fortification of Kastri.
An ancient site I wish more people would visit. Mainly because I love the way we get there. Basically, you climb a mountain. All alone. Without a special equipment. But that's the fun of the ride! 😃
I telling you, you won't regret this!
I would really love to introduce some new characters, like Messolonghi or Agrinio, but unfortunately, Tumblr doesn't let me include more than 10 pictures. So, enjoy Aetolia and Acarnania and you might get to meet new characters in the upcoming week.
Bye and have a lovely day or night depending on when you're reading this post! 😘
#aph:aetolia#aph:acarnania#aph:aetolia-acarnania#hws aetolia#hws acarnania#hws aetolia-acarnania#aata#athens and thessaloniki adventures#kastri#Aetolia-Acarnania
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Kos. Kastri islet
Photo by George Papapostolou - georgepapapostolou.com
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#listis #listisbeach #kastri #viannos #vianos #crete #cretebydrone #mpikman #cretetrip #beachlife #beachcrete #cretanbeaches #instacrete #southcrete #mygreeksummer #summer2020 #greekislands #greece #visitcrete #Evangelosmpikakis #explorecrete #lystis (at Παραλία Του Ληστή) https://www.instagram.com/p/CENLDkvHtkh/?igshid=1do0h5mliqo34
#listis#listisbeach#kastri#viannos#vianos#crete#cretebydrone#mpikman#cretetrip#beachlife#beachcrete#cretanbeaches#instacrete#southcrete#mygreeksummer#summer2020#greekislands#greece#visitcrete#evangelosmpikakis#explorecrete#lystis
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Griechische Kaffee-Momente: Tom, die versunkene Stadt Astypalaia und ein Kafenion
Griechische Kaffee-Momente: Tom, die versunkene Stadt Astypalaia und ein Kafenion
Man weiß, dass sie einmal da war. Und man weiß, dass sie groß gewesen sein muss. Die Rede ist von Astypalaia, der Hauptstadt von Kos in früheren Zeiten, die jetzt verschwunden ist, fast spurlos. In alten Schriften wird sie erwähnt. Sie hatte Tempel und ein Theater – und ein Theater hatten zu der Zeit nur die Metropolen! Und Astypalaia war nicht nur eine wichtige Handelsmetropole zu ihrer Zeit,…

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#Agora#Astypalaia#Dionysos#Dodekanes#Kafenio#Kafenion#Kaffenion#Kamari#Kastri#Kefalos#Kos#Panagia Palatiana
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WELCOME TO THE JOJOLANDS
#my art#jojo#jojo's bizarre adventure#the jojolands#jojo part 9#manga#kastry#digital art#artists on tumblr#art
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