#istanti digitali
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gianlucacrugnola · 3 months ago
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Nico Sambo - Istanti In Bilico
  Esce l’11 ottobre 2024 per le etichette Cappuccino Records e Inner Animal Recordings, ISTANTI IN BILICO, il nuovo album di inediti di Nico Sambo. Pre-salva/ascolta l’album sugli store digitali: https://orcd.co/nicosambo_istantiinbilico A cinque anni da “Cose lette e non lette”, il musicista e cantautore livornese torna con un lavoro dai testi “impressionisti”, pennellate che lasciano alla…
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micro961 · 1 year ago
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MOMMO - Il nuovo singolo “I tuoi occhi color miele di castagno”
Il brano della cantautrice sugli stores digitali e dal 15 dicembre nelle radio
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“I tuoi occhi color miele di castagno” è il nuovo singolo dell’eclettica cantautrice MOMMO, sui principali stores digitali e dal 15 dicembre nelle radio italiane in promozione nazionale. È un brano Indie-Pop che cattura l'attenzione fin dalla prima nota. Con un titolo intrigante e suggestivo, il brano promette di portare l'ascoltatore in un viaggio musicale unico. Le prime battute sono una dichiarazione di intenti, si gioca a cuori scoperti, senza sotterfugi, semplice e diretto, solo come l'amore vero può permettersi di essere.
La voce di MOMMO è calda, nitida e cristallina e permette ad ogni elemento del brano di brillare e di essere apprezzato. Le armonie sono curate e ben strutturate, creando un equilibrio perfetto tra le varie sezioni del brano. L’arrangiamento, pensato con l'uso di chitarre acustiche e elettriche e il suono del pianoforte classico, conferisce al brano una piacevole sensazione di calore e intimità nella prima parte, ma è dalla seconda strofa che l'arrangiamento è arricchito da una particolare linea di basso e dal suono tipico dell'Hofner (storico basso usato da Sir Paul), e ciò fa di questo brano una hit da poter cantare e ricantare, ad alta voce, ad occhi chiusi e mani al cielo!
Chi ascolta MOMMO per la prima volta, non può rimanere indifferente all'atmosfera che la sua voce riesce a creare nel giro di pochi istanti. Una familiarità unica, come se qualcuno iniziasse a raccontare una storia, con la voce più confortevole del mondo, senza poter distogliere un attimo l'attenzione, prima delle ultime parole. Dritta al cuore, confidenziale, mai invadente; voci e melodie semplicemente efficaci ed emozionanti, che vorresti riascoltare per ore.
“I tuoi occhi color miele di castagno è un brano musicale che racconta la storia di un primo incontro e di un amore che si sviluppa nel corso del tempo. La canzone celebra l'unicità e la bellezza degli occhi castani, evidenziando che, sebbene gli occhi azzurri possano essere considerati rari, gli occhi castani sono altrettanto stupefacenti. Questo brano è un omaggio agli occhi castani, sottolineando il loro fascino e la loro capacità di affascinare e catturare l'attenzione delle persone.” MOMMO
Storia dell’artista
Agnese Mommo, in arte MOMMO, nasce a Velletri in provincia di Roma, il 27 novembre del 1999. La sua passione per la musica viene fuori all'età di soli sette anni, quando iniziò a frequentare un corso di chitarra dopo il catechismo. Quella del canto, fu una scoperta successiva, quando il maestro di musica delle elementari l'ascoltò per sbaglio e le chiese di cantare per le recite scolastiche.
Negli anni queste passioni diventano priorità, tanto da iniziare a lavorare, subito dopo il liceo, per poter autofinanziarsi gli studi presso il "Saint Louis College of Music" di Roma. Questa formazione la aiuta a prendere consapevolezza e la fa crescere artisticamente.
Ispirata da cantautori classici e moderni, tra i quali spicca Cesare Cremonini, inizia a scrivere i propri brani e dopo un periodo da bassista e frontgirl di un trio, inizia la sua carriera da solista nel 2021. Solo lei e la sua inseparabile chitarra, compagna d'avventura e confidente, fonte d'ispirazione di tutti i suoi brani. Proprio nel 2021 pubblica i suoi primi due singoli “Solo raccontare” e “Scegli tu” e nel 2023, partecipando alla seconda edizione del contest canoro “I Visionatici” arriva in finale e sale sul palco del Largo Venue, aggiudicandosi il premio come “Miglior testo” e la produzione del brano presso Studio I Music Room.
Tra live e sessioni in studio e in atto la preparazione di un bellissimo progetto artistico, la scrittura di nuove canzoni e la volontà di fare conoscere il proprio mondo attraverso i propri brani, mondo in cui spera, potersi riconoscere. Tutto questo è MOMMO.
Credits
Produzione: Studio I Music Room - Ivana Pellicanò
Arrangiamento - Mix&Mastering: Matteo Carlini
Pianoforte: Jacopo Carlini
Chitarre: Marco Cataldi
Basso: Matteo Carlini
Studio I Music Room Publishing
Instagram: https://www.instagram.com/mommodicognome/
Facebook: https://www.facebook.com/agnese.mommo?locale=it_IT
TikTok: https://www.tiktok.com/@mommodicognome
Spotify:https://open.spotify.com/intl-it/artist/4iEVgfdHKwqtG2ESJ1IIjV?si=wZws41-_TN-up58zKt1h7w
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Menek ed il suo "stato di grazia"
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La nuova puntata di Sommessamente, il podcast di Cinque Colonne Magazine vede come protagonista il cantante Menek. Con lui parleremo della sua musica e del suo ultimo brano dal titolo "Grace" che è ora disponibile all'ascolto su tutte le varie piattaforme digitali ma anche in rotazione radiofonica. "Grace", nuovo singolo del cantautore napoletano Menek, è la rappresentazione musicale di uno stato di grazia. Il brano Il suo testo racconta quella sensazione in cui ci si ritrova in alcuni istanti della vita o in rari rapporti interpersonali, unici forse. L'amore è la ragione, l'amore è il perché, ma l'amore, quello reale è viversi, sorreggersi, accarezzare le ferite dell'altro guarendole ogni giorno. "Grace" non è altro che questo, una canzone d'amore, dell'amore vero, di quello che urla in faccia la vita e il dolore, ma che resta sempre e condivide due corpi, un unico cuore e un unico sentire. "Grace" percorre tutte queste dinamiche, dall'estrema felicità alla sofferenza, due anime che soffrono nel corpo e nella mente, ma che si uniscono in questa grazia fisica e mentale, che vive di quell'essenza; una canzone melodica che a volte sussurra e a volte unisce strumenti e copri diversi diventando quasi orchestrale. https://www.youtube.com/watch?v=5nfw2wpl2uw&feature=youtu.be Un approfondimento sul brano di Menek Come lo stato di grazia, "Grace" racchiude tutte le emozioni, la dolcezza, la comprensione, la sofferenza e il sogno. Tutto questo tutto risplende e ci dà sempre un motivo. Anche quando la notte è scura e priva di luce e anche quando la persona amata, quasi non riesce più a sentire sè stessa, l'altro, che vive dello stesso cuore, sarà lì a ricordargli quanto bella e meravigliosa sia, quanto sia elemento essenziale di quella grazia che hanno creato. Ascolta il nostro podcast L'ospite di oggi Menek Menek è l'alter ego musicale del compositore e musicista Domenico Fusco. Nato a Napoli nel 1984, sin da subito dimostra una passione smodata per la musica, cominciando a suonare il piano sin da quando aveva 6 anni; in piena epoca grunge imbraccia la sua prima chitarra elettrica a 14 anni fondando insieme a Fabio Cuoco ed Andrea Di Domenico la band italiana Bliss. All'inizio degli anni 2000 si unisce alla band Dario Bellicoso, e cominciano a girare l'Europa , calcando palchi di tutto rilievo, dal Colostival (Coburg live on stage festival) al Zikkomm Fest del 2002, dove aprono il concerto dei Revolverheld. Partecipano anche al Neapolis Rock Festival, in apertura a Carl Palmer e dopo diverse altre esperienze in band rock e alternative, per le quali ha sempre composto i brani dal testo alla musica, nel 2020 decide di riversare in una chiave esclusivamente personale, tutte le sue emozioni ed ispirazioni, creando il progetto solista Menek. Nella sua vita è riuscito a vedere angoli di mondo lontani, che riporta in musica con uno sguardo consapevole e aperto. Read the full article
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istantidigitali · 5 years ago
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Tina Modotti Story English
Tina Modotti Story English
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Tina Modotti
Tina Modotti Story English street photography
  EN – Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini, better known as Tina Modotti (Udine, August 17, 1896 – Mexico City, January 5, 1942), was an Italian photographer and actress. He was an artist, intellectual. It was, above all, a photographer. He was among the first in the world, she came from a poor region and insignificant compared to the…
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enkeynetwork · 2 years ago
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sciscianonotizie · 3 years ago
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Alessandro Angelelli “Metallo pesante” | Dal 10 marzo in libreria e negli store digitali
«Notte inoltrata, silenzio profondo, rotto di colpo, dal
passare di un treno, metallo pesante su fragile legno»
   È disponibile in libreria e negli store digitali “Metallo Pesante”, il nuovo libro di poesie di Alessandro Angelelli, pubblicato da L’Erudita. Il volume raccoglie i pensieri di un uomo che dialoga con la propria anima su quanto la vita offre finché decide di togliere. 
«”Metallo Pesante” nasce da una serie sparsa di riflessioni interiori che partono dal concetto di Heimat. Questo concetto, sicuramente molto legato alla cultura dei popoli di lingua germanica, è il porto di partenza e di arrivo (Heimathafen) di ognuno di noi. Semplicisticamente si potrebbe identificare come il posto nel quale ci si sente più a casa, più a proprio agio. – racconta l’autore – Per come lo interpreto io, Heimat non può essere mai un luogo fisico o, per meglio dire, per alcuni può esser anche quello, ma il mondo da esplorare, per comprendere qual è il proprio luogo di arrivo, è legato alla comprensione di tutto ciò che nella propria vita ha portato la felicità che ognuno cerca». 
Famiglia, genitori, figli, amore e anche dolore per la mancanza degli affetti, sono alcuni dei temi che Alessandro Angelelli trasforma in poesia per trovare il suo “Heimat”, il luogo in cui ritrovare la felicità avuta in passato e forse perduta, in un passaggio onirico tra passato e futuro attraverso un quotidiano intenso che non si limita all’esperienza individuale, ma riesce a diventare un universo. 
«È un lavoro vasto e che non ha una fine vera e propria, seppure il tempo di tutti noi è limitato. Questo perché, nella mia visione, è necessario realizzare ogni dinamica che ha portato emozioni e sentimenti al proprio io. Heimat è quindi una collezione di istanti, frammenti, suoni. In definitiva, immagini frastagliate di una vita intera che possono andare a comporre il luogo della propria anima. – continua – Quello che cerco di fare, quando scrivo i miei pensieri, è visualizzare, io per primo, quei frammenti; successivamente provo a raffigurarli con delle parole/dargli corpo attraverso le parole. Il più delle volte non dedico particolare attenzione agli stretti canoni poetici (oltre tutto non ne avrei neanche la capacità), ma concentro la mia attenzione a comporre qualcosa che sia quasi fisicamente visibile una volta letto. Spero che arrivi a chi leggerà queste poesie e spero altrettanto che sia apprezzato», conclude Alessandro Angelelli.
  SINOSSI
“Metallo Pesante” è una silloge poetica che porta il lettore ad immergersi in un mondo di immagini, sentimenti e segmenti di vita che entrano ed escono da un quotidiano, attraversato da un’atmosfera di continuo sogno. Il mondo raccontato in questa raccolta non è solo quello dell’autore, Alessandro Angelelli, ma è un universo che ognuno di noi popola e percorre lungo l’arco della propria vita. Passato e presente, spesso pieni di malinconia, a volte dolore, che costruiscono un futuro ignoto ma di speranza e agognato riposo; usando una metafora: una nave che salpa da un porto e ne attraversa mille altri, prima del ritorno a casa.
  Alessandro Angelelli
ALESSANDRO ANGELELLI nasce a Terni nel 1968. Dopo alcuni anni, passati nella regione natale e nelle Marche (regione della quale è profondamente innamorato), il padre, Guglielmo, viene trasferito per lavoro in Lombardia, dove Alessandro risiede, con la propria famiglia, nella città di Monza.
Nel 1993 si laurea in Economia aziendale. Nello stesso anno comincia a frequentare il Teatro della Contraddizione di Milano e, da allora, diventerà una presenza fissa nelle sue opere teatrali. In seguito, entra nella compagnia Icdun Teatro.
Più recentemente comincia a scrivere racconti e poesie che diventano il nuovo canale di veicolazione delle proprie energie creative.
  www.aleangelelli.it
https://www.facebook.com/alangelelli/
https://www.instagram.com/alangelelli/
source https://www.ilmonito.it/alessandro-angelelli-metallo-pesante-dal-10-marzo-in-libreria-e-negli-store-digitali/
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biopoliticanavile · 4 years ago
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capitolo 3
IL VALZTER DELL’IGIENE
Il concetto di “abitabilità” espresso nel PSC del 2008 è andato dal 2005 a braccetto con il tema della sicurezza.
Il 15 novembre 2005, l’allora sindaco di Bologna Sergio Cofferati rende pubblico il documento “Legalità e solidarietà per lo sviluppo economico, la coesione e la giustizia sociale”.
Il documento si presenta come una ferma presa di posizione contro “l’illegalità” e, sebbene nel documento ve ne siano solo alcuni accenni, le pratiche a cui si riferisce il documento riguardano in particolare la regolamentazione della cultura del divertimento e la questione abitativa.
Tra le ordinanze emanate dal 2005 al 2007 vi sono: la proibizione alla vendita di alcool in bottiglie di vetro dopo le 21.00 nella zona universitaria ed in Via del Pratello, l’obbligo di chiusura degli alimentari alle 22.00, la regolamentazione dell’orario di chiusura all’1.00 per i locali pubblici, la cancellazione della street parade, il divieto di effettuare piercing ai genitali, ai capezzoli e alle palpebre, così come tatuaggi estesi a tutto il corpo, il piano comunale contro i graffiti, lo smantellamento di diversi campi nomadi nella periferia cittadina, lo sgombero di diversi edifici occupati, la regolamentazione dei dehors dei bar e locali cittadini.
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Queste pratiche hanno come obiettivo la creazione di un’urbanità igienizzata, che si riappropria di porzioni del proprio territorio da poter successivamente affidare ad investimenti privati, ed un nuovo tipo di cultura del divertimento, accuratamente costruita attraverso pratiche urbane.
La Bologna contemporanea, bonificando la propria aria, le proprie strade, i propri muri, i corpi dei suoi cittadini, si è aperta all’arrivo di nuovi capitali allontanando parte della propria composizione sociale, reinventando contemporaneamente i propri cittadini.
A Bologna però, cibo, cultura del divertimento, questione abitativa, attivismo politico sono intrecciati. Per comprenderlo basta seguire le vicissitudini dell’area dove oggi si trova la Trilogia Navile.
Fino al 1936 l’area era destinata a terreno agricolo. Successivamente due delle invenzioni belliche della I guerra mondiale furono convertite in strumenti agricoli: il nitrogeno degli esplosivi permise di inventare i pesticidi ed il carrarmato fu trasformato in trattore. Per poter ammortizzare l’investimento in questi nuovi costosi strumenti, che permisero di triplicare la produzione agricola, furono necessari grandi appezzamenti di terreno. A Bologna, come in tutte le città industrializzate, i terreni da sottoporre a sfruttamento agricolo furono quindi gradualmente spostati dai perimetri urbani, grazie anche al minor costo dei mezzi di trasporto dotati di motore a scoppio. Questo processo permise quindi alle città di iniziare ad ingrandirsi occupando i terreni agricoli limitrofi ai propri confini.
Per questo motivo Bologna ebbe la necessità di dotarsi di un grande mercato agricolo. Nel 1936, grazie alla prossimità della ferrovia, venne inaugurato il Mercato Ortofrutticolo del Navile, un’invenzione necessaria a permettere lo scambio di un numero crescente di merci agricole per un numero crescente di popolazione urbana.
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Un’esplosione è un evento travolgente. Un’esplosione di gioia ci rende nuovi. Dall’esplosione del big bang si dice che abbia avuto inizio l’intero universo. L’esplosione di una bomba distrugge vite e territori. Un’esplosione di rabbia può distruggere un rapporto. L’esplosione del motore a scoppio fa avanzare un veicolo. Dalle esplosioni passano la vita e la morte, vi si ritrovano uniti la luce più accecante e l’ombra più profonda. Un’esplosione cambia molte cose. Un’esplosione è la fine di qualcosa e l’inizio di qualcos’altro, ed è stato così anche per Bologna. L’onda d’urto della bomba esplosa il 2 Agosto 1980 alla Stazione Centrale ha segnato la morte di una Bologna e la nascita di un’altra. Il suo eco non è terminato pochi istanti dopo le 10.25, ma si riverbera ancora oggi, le sue implicazioni sono racchiuse ed incorporate nella stessa forma urbana.
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Lo squarcio nell’anima della città provocato dall’attentato, così come l’affermazione del ruolo di Bologna come nodo di scambio nazionale, resero necessari nuovi lavori sulla stazione.
Sono passati meno di 50 anni dal 1936 e nel Piano regolatore del 1985-89 si decise di delocalizzare il mercato ortofrutticolo nell’attuale area CAAB in vista della riprogettazione della stazione ferroviaria. Nella metà degli anni ’90 il mercato venne quindi dislocato, sempre in prossimità di una linea ferroviaria. Il vuoto nel Navile non venne però colmato a causa di una congiuntura macroeconomica non favorevole alla realizzazione dei progetti in previsione. Fu in questo periodo che il vuoto lasciato dal mercato ortofrutticolo fu riempito da progetti culturali indipendenti legati all’arte, al cibo, al corpo e alla cultura del divertimento, il LINK e l’XM24.
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Con la chiusura del LINK nel 2004 per far posto al Comune di Bologna, e lo sgombero del 15 Novembre 2019 dell’XM24 per la realizzazione di uno studentato, un’altra componente indesiderata al progetto urbano, dopo i terreni agricoli ed il mercato ortofrutticolo, viene allontanata dal quartiere. La città ha a mano a mano espulso da quest’area le componenti non più desiderate, trasformando contemporaneamente il territorio, i corpi, il cibo, il mercato agricolo e i sistemi produttivi.
Tra i progetti più imponenti degli ultimi 10 anni di politica urbana vi è FICO Eataly World. Quello che viene definito un parco tematico dedicato all’agroalimentare, la Disneyworld del cibo, non è altro che un’arena che ridefinisce, surrogandoli, tutti gli aspetti che la città ha, nel corso di 100 anni, una dopo l’altro, allontanato dall’area del Navile. Luogo di coltivazione ed allevamento, di smistamento e vendita di prodotti agroalimentari, di svago, e di didattica per tutti i livelli scolastici, Bologna ha trovato il modo di assemblare e di integrare tutti questi elementi in un unico dispositivo.
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Questa trasformazione non è avvenuta tuttavia senza costi. Da FICO gli habitat di coltivazione ed allevamento sono accuratamente ricreati, il processo produttivo è esibito in modo edulcorato, i ristoranti sono matrioske dentro un centro commerciale, la biodiversità proclamata all’interno del parco è frutto di una selezione operata all’interno del mercato economico.
La vendita della cultura enogastronomica Made in Italy ed i marchi DOC, IGP, STG, DOCG, operano sull’intero processo di produzione e consumo del cibo le stesse alterazioni che le decisioni politiche attuano sulla città, per poterne permettere l’inserimento all’interno del mercato economico.
Il marketing del cibo, come il marketing urbano, utilizza i meccanismi di igienizzazione ed eliminazione delle componenti indesiderate.
Dopo la crisi del 2008 e la conseguente crisi del manifatturiero, Bologna decide di investire nel rapporto tra cibo e turismo, passando necessariamente per invenzioni urbane, ricostruendo paesaggi, quartieri, edifici ed interni.
Non è un caso che nel Marzo 2009 il comune di Bologna trovi un accordo con Ryanair, la principale compagnia aerea low cost europea, per l’apertura di una base operativa nell’aeroporto Guglielmo Marconi, spostando gradualmente la maggior parte dei voli dall’aeroporto di Forlì allo scalo bolognese, fino a raggiungere gli attuali collegamenti con 60 aeroporti in Europa.
Tra il 2013 e il 2018 i turisti nel capoluogo sono cresciuti del +46%, così come si è assistito ad un boom di ristoranti (+31.9%), minimercati (+48%), caffetterie (+233%) nel centro storico.
Parallelamente l’arrivo di piattaforme digitali come Airbnb ha modificato ulteriormente la composizione urbana. Il servizio ha visto crescere gli annunci pubblicati in Italia dagli 8.126 del 2011 ai 354mila del 2017. Oggi secondo il portale “Airbnb Inside” gli annunci su Airbnb a Bologna sono 3.542, di cui 2.333 sono annunci per interi appartamenti, con un prezzo medio per notte di 76€ ed una media di occupazione per ogni annuncio di 104 notti all’anno. 
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Uno di questi appartamenti si trova proprio all’ultimo piano di Via Tibaldi 17. Il gestore, Carlo, la cui famiglia ha costruito l’edificio negli anni ’70, è anche proprietario di altri alloggi nello stesso stabile. Descrivendoci i vari avvicendamenti negli appartamenti ci parla di una situazione attuale molto definita. Se nel corso degli anni al piano terra si è passati dalla sede del Quartiere Navile al Parrucchiere Cinese, nei piani superiori sono passate famiglie di immigrati, proveniente dall’India, dal Bangladesh, dalla Cina, studenti universitari, single, famiglie. A causa di una serie di problemi, tra cui sfratti per morosità, emissioni olfattive e sonore disturbanti, oggi non affitta più nessuno degli appartamenti ad immigrati e ad universitari col fine di tutelare il proprio patrimonio ed in favore di un modello di convivenza non conflittuale. Il target ideale è il single, lavoratore, una forma di istituzione che perlopiù non emette emissioni sonore ed olfattive sgradevoli e che garantisce la solidità finanziaria richiesta.
Anche qui, l’igienizzazione urbana e l’orientamento verso i capitali influenza i corpi e crea un’asimmetria nelle potenzialità di accesso al mercato abitativo.
Le proteste di fronte allo Student Hotel di Via Fioravanti del 1° Ottobre 2020 si inquadrano all’interno di questo contesto. Gli alloggi diminuiscono ma gli studenti fuorisede sono passati dai 36mila del 2015 ai 41mila del 2019 e la nuova città, igienizzata, sembra non fornire più loro un’adeguata accoglienza.
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Il sentimento che ha mosso la manifestazione è frutto anche di un altro evento molto recente. Il 12 Settembre 2019 è stata formalizzata la candidatura dei portici di Bologna a patrimonio dell’umanità UNESCO. I portici sono un dispositivo architettonico “abusivo”, nato nel basso medioevo, per ospitare gli studenti universitari immigrati in città. La loro configurazione deriva dalla necessità di aumentare la cubatura abitativa, senza sottrarre spazio pubblico in una città chiusa dalle mura medievali, e quindi non in grado di ampliarsi facilmente. Se i portici diventassero patrimonio dell’UNESCO comporterebbero un aumento della pressione turistica ed un’ulteriore riduzione di spazi abitativi disponibili per gli studenti.
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La nascita di nuove forme di disuguaglianza all’interno del Navile è quindi frutto di una gigantesca performance i cui attori sono ryanair, le emissioni sonore, l’attentato del 2 Agosto, la mortadella IGP, i dehor, i tatuaggi, lo student hotel, la deregolamentazione dell'industria aerea europea del 1997, i portici.
Valorizzazione del patrimonio storico, attrazione di nuovi capitali, aumento della produttività agricola e promozione della cultura gastronomica locale, nascono con buone intenzioni ma il transito di queste componenti attraverso diverse sezioni della realtà ne devia inevitabilmente i propositi, in modi molto spesso imprevedibili anche dalla politica stessa.
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enedhil · 7 years ago
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«Mi hai chiesto chi sono, dieci anni fa. Vuoi ancora ascoltare la mia risposta?» Dopo qualche secondo di silenzio in cui Fabien rimase soltanto a bocca socchiusa e con il volto velato dallo stupore e da quella che all’altro sembrò quasi irritazione, l’uomo si decise ad annuire e rimase a guardarlo. Allora Riw abbassò un secondo le palpebre e, quando le rialzò, disse quella verità che gli avrebbe voluto rivelare fin dal primo istante in cui le labbra di quello che, tanto tempo prima, era solo un ragazzo lo avevano fatto tremare per qualcosa così diverso dal freddo di cui era padrone. «Io sono Inverno,» cominciò, ripetendo ciò che a quel tempo gli aveva già detto. «Sono la neve che ricopre la terra e ne rimodella i contorni. Sono il ghiaccio che guida il tuo cammino e ne muta il passo a mio piacimento. Sono il gelo che ti entra nell’anima e ti ruba il respiro, rendendolo visibile al tuo sguardo con alcuni istanti di vita, prima di farlo svanire. Posso arrestare lo scorrere di laghi e fiumi al mio arrivo. Posso provocare grida di stupore e privare della voce. Posso abbracciare un momento e uccidere quello successivo. Il mio nome è Riw. Con quello mi hai conosciuto e con quello potrai continuare a chiamarmi. Il mio spirito deriva dal Tempo Eterno e le mie leggi sono legate allo scorrere imprescindibile dei giorni. Esisto da quando il mondo era in fasce e cammino su di esso da un’epoca ormai dimenticata.» Si interruppe per alcuni secondi, solo per poi aggiungere: «E sono qui per chiederti aiuto.» "Qualcosa In Cui Credere" ❄️☀️🍁🌺💧🔥🌳🌪️ Disponibile in 3 formati digitali nel sito di Triskell Edizioni. Su Amazon in ebook e cartaceo entrambi scontati: https://www.amazon.it/dp/B079T9F2J6/ #qualcosaincuicredere #romanzo #triskelledizioni #triskellrainbow #fantasy #mm #romance #mmromance #mmfantasy #libri #ebook #librifantasy #stagioni #elementi #magia #neve #fuoco #inverno #estate
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gianlucacrugnola · 3 months ago
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Nico Sambo - Foto Mosse
Foto mosse è il singolo di Nico Sambo, in uscita sui digital store e in rotazione radiofonica da venerdì 20 settembre.La canzone anticipa “Istanti in bilico”, il nuovo album di inediti del cantautore livornese in uscita l’11 ottobre 2024 per le etichette Cappuccino Records e Inner Animal Recordings.Presalva-ascolta Foto mosse sugli store digitali: https://orcd.co/nicosambo_fotomosseIl brano è…
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micro961 · 1 year ago
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Marco Labbate - Il singolo “Crudele”
Il brano del cantautore dal 6 dicembre nelle radio
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“Crudele” è il singolo dell’eclettico cantautore Marco Labbate, in arte Lama, sui principali stores digitali e dal 6 dicembre nelle radio in promozione nazionale. Il brano nasce un po' sulla scia del singolo “Rivoluzione”, di vivere in catene e da vittime di questo tempo. Riprende un po' la critica sociale al modo odierno, alla società attuale e ne sottolinea l'ipocrisia di una felicità effimera, costruita ad arte, plastificata così come il modo dorato, luminoso, splendente dello star system.
“Crudele” vuole smascherare i nostri desideri più inconsci e mettere a nudo il successo facile, senza lavoro, senza sacrificio e la falsità di un mondo dove tutto sembra facile e raggiungibile, quindi una critica all'attuale modello socioeconomico liberista.
“Alla fine, però le maschere cadono e ci si chiede se tutto ciò porti alla felicità e se il sogno impossibile, corrodente di una felicità ripeto effimera, porti veramente le persone ad essere soddisfatte di se stesse.” Marco Labbate
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Storia dell’artista
Mi chiamo Marco Labbate in arte Lama, son nato a Torino il 10/01/1979 da genitori del sud, ho vissuto molti anni in Piemonte e poi mi son trasferito in Lombardia dopo la fine delle scuole medie.
Ho sempre vissuto avvolto dalla musica. Mio padre era un grande appassionato di tutta la musica in generale, dell'arte, della letteratura e dai lui ho assorbito questa forte passione per il bello e soprattutto per la musica e le parole. Ho iniziato a studiare da un maestro privato chitarra classica a 15/16 anni e da lì poco dopo ho iniziato anche a scrivere le prime canzoni. Nel 2014, dopo la fine degli studi e quando già lavoravo, finii il mio primo progetto musicale racchiuso nel cd "Stella" con otto miei pezzi arrangiati insieme a miei due amici del piacentino, Bruno Bertelli e Sergio Franchi, e quella è stata la mia prima esperienza con gli inediti.
Dopo un periodo di stop dovuto ad una fase lavorativa dura a Milano, ho ripreso il mio percorso musicale, ma questa volta formando una cover band a Cremona, i Matyx, di cui son stato chitarrista per otto anni e che attualmente sono ancora in formazione. Dopo questo periodo, nel 2019 ho ripreso a scrivere miei brani inediti e ho preso la decisione di continuare il mio percorso da solista. Attualmente sui miei canali social si possono ascoltare alcuni brani del progetto “Rivoluzione”, arrangiati insieme a Daniele Volante e Alessandro Bellomarini, con cui sto continuando il percorso e presto usciranno altri brani nuovi nel 2024.
Ho creato un piccolo staff che mi aiuta tra cui Luca Pederneschi, regista e autore dei miei tre videoclip musicali e con cui sto continuando una collaborazione a livello grafico creativo, e con Silvia Molinari, aiuto marketing e logistica dei miei progetti.  Ultimamente ho partecipato a dicembre al concorso premio Lucio Dalla 2022 il decennale ed è stata un'esperienza intensa e formativa e, nel 2023, ho concluso altre esperienze. A inizio maggio al Radio Vetrina Festival a Roma con cui son passato allo step successivo con due miei brani, “Rivoluzione”, interpretato da me, e “Papà” interpretato dalla grande voce di Simona Polimeno, con cui è nata una bella collaborazione e una splendida amicizia.
Nel 2023 ho partecipato alla finale di promozione radiofonica italiana dell’Edm Production di Mario Greco e alla finale del Milano Sing Gala con due miei brani e con “Papà” interpretato da Simona Polimeno aggiudicandomiil primo premio assoluto per ben due volte. Mi son poi anche aggiudicato proprio il 9/09/2023 anche il primo premio come inedito, con “Rivoluzione”, al Fuoriclasse Talent a cui parteciperò anche nel 2024. Attualmente ho concluso altri cinque inediti: “Crudele”, “Il prezzo per essere felici”, “Istanti”, “La vita che passa” e “Senza avere motivo”, sempre arrangiati e firmati con Daniele Volante e Alessandro Bellomarini con cui continuo un progetto ormai partito quasi due anni fa, e sono in fase di stesura di altri brani e collaborazione che presto partiranno. Inoltre, sto lavorando col mio staff alla stesura e alla preparazione del videoclip di un altro mio inedito, “Vivere in catene” e presto inizieremo a girare le scene e ad ultimare la stesura finale. A breve pubblicherò poi il primo pezzo mio inedito con una nuova collaborazione, con il grande Dj Fiorez di Cremona, un pezzo rap melodico dal titolo “L'anima della città” e poi inizierò altre nuove collaborazioni. A settembre ho ricevuto due premi: miglior testo e secondo posto assoluto al primo Festival degli Inediti di Castelcovati con un mio inedito, “Istanti”, che fa parte della seconda tranche di inediti del mio progetto “Rivoluzione” e di cui presto inizierò la stesura di un videoclip.
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staipa · 5 years ago
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Dalla morte delle api al tecno-stress
Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/dalla-morte-delle-api-al-tecno-stress/
Dalla morte delle api al tecno-stress
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Come tutti sappiamo la tecnologia in questi ultimi anni ha portato numerosi benefici ma anche numerosi problemi. Tra questi, sia come beneficio che come problema, ha portato un accelerazione vertiginosa dei tempi di reazione.
Se pochi anni fa per chiunque era normale muoversi verso un negozio e prendersi il proprio tempo per scegliere un prodotto, inviare una lettera e attendere pazientemente una risposta, fare una telefonata e attenderne un’altra nei giorni successivi, oggi siamo molto meno disposti ad attendere. Mail, messaggi, chat ci spingono ad accelerare. Comprare compulsivamente con pochi click, pretendere risposte in pochi istanti, comunicare compulsivamente senza ragionare. Accade quando ci interfacciamo con il mondo esterno ma accade anche e soprattutto nel mondo lavorativo: sempre più spesso i progetti vanno fatti per ieri. Riunioni online, mail, reminder permettono scelte veloci e l’abitudine alle scelte veloci spinge a correre. Si riescono a seguire più task contemporaneamente a pena del rischio di farli tutti male ma con il risultato di raggiungere comunque un numero maggiore di risultati.
Si tratta di un’esperienza comune, accade nella gran parte degli ambienti lavorativi e non, e sono soprattutto sentiti in ambienti dove si abbia a che fare con l’informatica e le telecomunicazioni. Si comincia a parlare finalmente di tecno-stress, una nuova forma di stress causata dalle continue interruzioni, dal continuo cambio da un operazione ad un altra e dal bisogno di realizzare tutto e subito.
I sintomi sono mal di testa (44,5%), calo della concentrazione (35,4%), nervosismo e alterazione dell’umore (33,8%), tensioni neuromuscolari (28,5%), stanchezza cronica (23,3%), insonnia (22,9%), ansia (20.4%), disturbi gastro-intestinali (15,8%), dermatite da stress (6,9%), alterazioni comportamentali (7,1%), attacchi di panico (2,6%) e depressione (2,1%). Senza considerare la dipendenza dalla tecnologia digitale. (fonte: https://www.tecnostress.it/tag/sintomi)
Il business al momento viene considerato più importante dei rischi correlati al tecno-stress: come per quanto riguarda in generale i problemi legati alla sfera psicologica tutto viene preso sotto gamba. In fondo quello che conta sono i risultati, ed il fatto che stiano comunque venendo raggiunti. Maggiore stress per molti dirigenti significa maggiore rendimento, quindi maggiori risultati. Non conta che questi risultati siano davvero i migliori raggiungibili, conta che siano raggiunti.
In questi giorni leggendo un libro sullo sviluppo evoluzionistico della mente sono incappato nelle seguenti parole. L’argomento era l’improvviso abbattimento della popolazione delle api nel mondo che si è palesata intorno al 2007 e che ancora preoccupa per le conseguenze devastanti che potrebbe avere sull’intero genere vegetale sul nostro pianeta.
In molti paesi, tutto a un tratto le colonie di api cominciarono a deperire e di conseguenza cessò l’impollinazione di tutte quelle coltivazioni -mele, fragole, e molte altre- che si affidano a loro. Data l’importanza economica di questi insetti in quanto impollinatori, la causa dei «collassi» è stata intensamente studiata. Dev’essere qualcosa diffuso a livello mondiale – non un fattore locale. D’altra parte, il fenomeno si manifestò molto repentinamente. Un parassita? Un fungo? Tossine chimiche? Quando glielo chiesi, Barron mi disse: «Sì, stanno cominciando a capire che cosa succede». Qual è la causa? Mi rispose che a quanto pare, non esiste un singolo fattore Piuttosto, nell’arco di molti anni, nella vita delle api è comparso un numero sempre maggiore di piccoli stress: più inquinanti, più microrganismi nuovi, meno habitat. Per un lungo periodo, mentre questi stress andavano accumulandosi, le api sono riuscite a compensare. Le colonie assorbivano lo stress lavorando più intensamente. A poco a poco, però, benché non stessero soffrendo in modo visibile e palese, le api esaurirono la capacità di tamponare questi problemi. Alla fine si raggiunse un punto critico, e le colonie cominciarono a deperire. Andarono incontro a un deterioramento impressionante visibile – non a causa dell’improvvisa diffusione di qualche parassita nocivo, ma perché la loro capacità di assorbire gli stress si era ormai esaurita.
Altre menti: Peter Godfrey-Smith
Credo che questo sia più o meno quello che sta succedendo in molti ambienti lavorativi. Quello che sta causando turn over di dipendenti come fossero ondate di morie improvvise. Quello che sta facendo diventare le persone più nervose, più aggressive, più instabili.
Abbiamo allargato il consumismo non più solo sui prodotti ma anche sulla forza lavoro che produce tali prodotti. Lo abbiamo allargato a noi stessi.
Quando potrà reggere questo meccanismo del tutto e subito, del pronto per ieri, del valutare il numero di risultati e non la qualità dei risultati?
Secondo uno recente studio svolto da Netdipendenza Onlus in collaborazione con l’Associazione italiana formatori salute e sicurezza sul lavoro (Aifos) il 45% dei lavoratori digitali soffre di tecno-stress (https://tinyurl.com/t44edbb), a partire dai sintomi più lievi a quelli più gravi.
Forse è il caso di guardarci attorno e rallentare?
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ryadel · 6 years ago
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Come condividere lo schermo di un Tablet o Smartphone Android su una Smart TV
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Una delle funzionalità più interessanti (e meno note) dei dispositivi android è certamente Screen Mirroring, lo strumento che consente di attivare una condivisione in tempo reale tra il video e l'audio del proprio mobile device con una Smart TV. In un'era come la nostra, contraddistinta da una connettività pressoché totale, la televisione non è più lo strumento maggiormente utilizzato per la riproduzione di video digitali, ma è certamente uno dei più comodi per ovvi motivi: primi tra tutti, le dimensioni e le capacità audio, specialmente se la nostra TV è collegata con un buon impianto ad alta fedeltà. Per questo motivo, è senz'altro opportuno impadronirsi degli strumenti che possono consentirci di ricevere contenuti dai numerosi altri dispositivi connessi via cavo o senza fili... specialmente se sono a costo zero, come nel caso di Screen Mirroring: una funzionalità che sfrutta la tecnologia Miracast per effettuare un vero e proprio streaming in tempo reale su due dispositivi connessi alla medesima rete Wi-Fi, disponibile gratuitamente in quanto inclusa nelle principali distribuzioni Android (a partire dalla 4.2).
Come attivare Screen Mirroring
Per attivare Screen Mirroring tra un mobile device (sorgente) e uno Smart TV (destinazione) è sufficiente seguire i seguenti passaggi:   Accendere la TV e assicurarsi che sia correttamente connessa al network Wi-Fi. Accendere il Mobile Device e assicurarsi che sia correttamente connesso al medesimo network Wi-Fi al quale è connessa la TV. Dal Mobile Device, recarsi sul menu Impostazioni > Connessioni. Selezionare Screen Mirroring, accettando l'attivazione della funzionalità. Il mobile device effettuerà una scansione dei dispositivi compatibili con i quali è possibile effettuare la connessione, in modo simile a quanto normalmente avviene per la scansione delle reti wireless: se tutto andrà bene, nel giro di qualche secondo dovreste vedere il vostro Smart TV fare la sua comparsa nell'elenco. Selezionare (con un tap) lo Smart TV al quale si desidera trasmettere lo schermo: questo gesto provocherà la comparsa di un popup di connessione. Nel giro di pochi istanti la Smart TV dovrebbe ricevere una richiesta di connessione, visualizzando a sua volta un popup tramite il quale sarà possibile accettare o rifiutare. Accettare la richiesta di connessione sulla Smart TV. Se tutto andrà bene, una volta accettata la richiesta di connessione la dashboard del vostro mobile device sarà visibile sullo schermo della Smart TV.
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Niente male, vero? Una volta effettuata la connessione , sarà possibile vedere (e ascoltare) foto e filmati di qualsivoglia tipo, utilizzando qualsivoglia applicazione installata sul proprio mobile device. Ovviamente, la condizione indispensabile affinché tale metodo funzioni è che entrambi i dispositivi - sia il mobile device sorgente che lo Smart TV di destinazione - siano compatibili con lo standard Miracast e connessi alla medesima rete Wi-Fi.
Conclusioni
Per il momento è tutto: ci auguriamo che questo articolo possa essere utile a quanti sono alla ricerca di una guida per connettere il proprio smartphone o tablet alla TV. Alla prossima, e... felice condivisione!   Read the full article
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radicirosse · 7 years ago
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a tratti
Torno su tumblr quasi un anno dopo la mia dipartita, rileggo qualche vecchio post e mi ricordo di periodi passati impressi in questo luogo, sotto il nome radicirosse. Sono tante le cose che vorrei dire, ma devo dosarle e dare loro uno spazio preciso.
Gli ultimi post che scrivevo si riferivano tutti alla scelta dell’università. Alla fine, ho scelto l’inizio. Tutto fa parte del mio cerchio, le cose mi girano intorno e io giro con loro. Ad un anno da quella confusione, posso dire di non essermi minimamente e - soprattutto mai - pentita. E questo mi rende estremamente felice, perché al di là delle difficoltà ho saputo sempre dov’ero, come cercarmi e come trovarmi. Ed è quello che continuo a fare giorno dopo giorno.
Tuttavia, non è così per tutto ciò che mi riguarda. Il mio corpo è la mia casa, e come l’esterno, anche l’arredamento ha bisogno di costante manutenzione, per riportare le cose al loro stato originario o renderle più belle.
Fotografo da quando ero alle medie, ho iniziato con il cellulare, poi i miei mi hanno regalato una piccola compatta, e dopo - per caso - è arrivata la reflex. Dopo anni di amore, è arrivato Mr. iPhone (lui tra i tanti), che con le sue qualità ha tratto in inganno la piccola me, separandola sempre più dal suo vecchio e caro giocattolo, portandole via tempo, troppo tempo. Arrivata a Milano, tra università, lavoro, studio e fillm/serie tv, è stato sempre meno il tempo che ho dedicato alla fotografia, finché finalmente non sono tornata in Sicilia per l’estate. Ho scattato tanto, con amiche, da sola, al vento e alla luce, tra la gente e nel silenzio, ma non è come prima. Si è rotto un ingranaggio (in me, non nel mio giocattolo). Non ho la pazienza che occorre. Un tempo, con le analogiche, si misuravano gli istanti, c’era una cura spasmodica e si attribuiva un valore maggiore ai momenti. Tutto questo si è perso con l’avvento delle macchine digitali, che ti privano di metà del lavoro, rendono il gioco più semplice, quasi noioso. ‘’Scatta, che te ne frega! Tanto eventualmente le puoi cancellare!’’ e queste parole mettono a verbale una condotta ormai obsoleta: prendersi cura. Prendersi cura di quello che ti regala la vita, di un sospiro a cuor leggero, di due mani che si sfiorano, di una madre che abbraccia il figlio. 
Tra i buoni propositi per questo settembre: riprendersi le pause, aspettare, avere tempo.
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tempi-dispari · 6 years ago
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Da oggi disponibile l’omonimo EP di debutto “Lo Stato delle Cose”
E’ da oggi disponibile in tutti i web-store digitali l’omonimo EP di debutto “Lo Stato delle Cose”.
Le cinque tracce dell’EP (concept EP) hanno un filo conduttore: la fragilità e la rottura dei rapporti. Sono istantanee di uno stato d’essere e di fatto, polaroid di resistenze, di malinconie. I brani non descrivono storie, ma, piuttosto, si soffermano su alcuni momenti, “scatti” in bianco e nero di istanti ben precisi. Ad accompagnare tali fotogrammi, un suono diretto, antitetico, che accosta parti elettroniche a delle linee prettamente acustiche. Il risultato è, però, semplice, curato ed emozionante.
Tracklist:
1. PERDERSI
La canzone è dedicata a tutte quelle persone che hanno paura nel farsi trascinare dalle loro passioni perché non potrebbero sopportare di nuovo il dolore, o di avere nuove delusioni, di perdere nuovamente. Preferiscono così rimanere dei “laghi salati”, fiumi che avevano sognato di diventare mare e che ora hanno dimenticato cosa esso sia.
“Un lago salato dimentica di essere un fiume addormentato, aveva sognato di diventare mare” 2. IMPERFETTI SCONOSCIUTI
In una coppia, le aspettative mancate, le delusioni lavorative, la routine che la società moderna ha imposto, intaccano la loro armonia. Si spengono le passioni, i sentimenti, gli sguardi, le sintonie, i progetti. La voglia di solitudine è più forte di ciò che li lega o che li ha tenuti fino ad ora insieme “come vorrei che noi due ritornassimo ad essere degli (im)perfetti sconosciuti?”
3. LO STATO DELLE COSE
Una coppia è di fronte ad una scelta: fingere o mettere tutto di nuovo in discussione. Si fa di tutto per tenere in piedi anche la più bella storia d’amore, ci si fa spazio per non calpestarsi, si lotta, si accetta tutto. Ma, al tempo stesso, tutto è in trasformazione, tutto quello che ha un inizio, può avere una fine anche se non si vuole ammettere che qualcosa possa terminare.
“tu pensi che sia banale ma lo stato delle cose è capire che è Normale”
4. TUTTO E NIENTE
La canzone fotografa una persona allo specchio, davanti al suo egoismo, che l’ha portato a volere tutto senza risparmiarsi. Ed è quindi solo alla fine che si accorge di non avere più niente: di aver tradito le persone che gli sono state vicino e di aver tradito sè stesso, le proprie idee, i propri sogni i propri sentimenti.
“quello che non ho l’ho perso di vista, distratto da un’immagine che non è più la mia”
5. BUONA FORTUNA
Nonostante la voglia e l’impegno per far funzionare una relazione, nonostante il crederci, a volte, ciò che serve per farla funzionare è la fortuna. La fortuna di trovare una persona che ascolti e capisca, una persona che rimanga anche se ci sono problemi o differenze caratteriali. La coppia della canzone, all’inizio di una relazione, si augura buona fortuna perché frasi come ‘ti amerò per sempre’ e ‘sei l’amore della mia vita’ lasciano il tempo che trovano.
“e ti guardo ascoltare, mi chiedo se sarai quella che non andrà via”
LO STATO DELLE COSE
Lo Stato delle Cose è un gruppo dell’Hinterland Milanese Pop-indie Rock nato nel Novembre del 2015 da un’idea di Valentina Brocadello (basso), Davide Ripamonti (pianoforte, chitarra acustica) e dall’incontro con il cantante vicentino Alessandro Mop (voce e chitarra elettrica).
Dopo aver vinto la 30esima edizione di Rock Targato Italia, il 22 Febbraio, il gruppo milanese lancia “Perdersi”. Il singolo, la cui copertina è curata dal fotografo messicano Hector Chico, anticipa la pubblicazione dell’EP di debutto “Lo stato delle cose” in uscita il prossimo 29 Marzo.
Tratto dal titolo di un film di Wim Wenders “Lo Stato delle Cose” vuole essere una riflessione sul destino: “tutto va scomparendo, dobbiamo affrettarci se vogliamo vedere ancora qualcosa”.
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inuovinizi · 6 years ago
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Un nuovo mondo è già qui.
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Ricordo come se fosse pochi istanti fa quando sono arrivata a Tarifa la prima volta e i miei piedi sono atterrati a terra scendendo dall'autobus: ho respirato, c'era il vento che soffiava forte e un sole così intenso che avevo la sensazione che mi illuminasse fino a dentro.
È stato in quel momento che ho capito che quel luogo mi avrebbe guarita. 
Quel luogo avrebbe segnato un Nuovo Inizio, con due maiuscole.
Durante quei giorni ho ricordato che la scrittura é sempre stato qualcosa che mi faceva bene all'anima e mi permetteva si esprimermi in modo naturale.
A Tarifa, per la prima volta, ho iniziato a scrivere anche per gli altri, ho aperto il mio primo blog e ho scritto un articolo ispirato da una chiaccherata con un giovane imprenditore sul fare impresa e i nomadi digitali (se ti interessa lo trovi a questo link).
Ricordo che respirando quell'atmosfera, fatta di vento, libertà, sogni e idee movimento, ho capito che molto di nuovo era possibile rispetto a quello che mi hanno sempre raccontato..e quello che stavo vivendo non era che il principio.
I nuovi inizi non sono solo possibili, sono già realtà: esistono molte persone che con le loro storie lo raccontano.
Un mondo in cui possiamo dedicarci a ciò che amiamo e farlo più leggeri da strutture, regole e modelli imposti da altri (o magari da noi stessi), questo mondo é già  realtà e ognuno di noi ha tutto quello che gli serve per entrarci.
Serve solo riconoscersi la responsabilità e il potere che chi ci separa dalla sua realizzazione. 
E se non sta già succedendo é perché più o meno in profondità, o più o meno consapevolmente, qualcosa di noi lo sta bloccando.
Ecco perchè se stiamo cercando o vivendo un cambio nella nostra vita, personale e professionale, non possiamo che partire prima di tutto da noi.
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tmnotizie · 6 years ago
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PESARO – Un successo il taglio del nastro di ieri (giovedì 28 giugno) allo stabilimento Chalet a Mare. E’ stata inaugurata ufficialmente la nuova area floristica 106, con allestimento curato dall’architetto Daniela D’Angeli. Per valorizzare della fascia vegetata, senza impedire l’acceso alla spiaggia, e consentire una più agevole visita, sono  state collocate tre pedane in legno, tra bagni Chalet a Mare e bagni Bikini.
Sono lunghe in totale 85 metri, sono collocate in corrispondenza dei tre varchi esistenti. Inoltre ci sono due cartelloni che delimitano la zona con QR code che rimanda al sito del Comune  (http://www.comune.pesaro.pu.it/ambiente/verde/area-floristica/) dove scaricare il depliant e le brochure presentati, in occasione dell’inaugurazione.
I testi sono stati curati da Leonardo Gubellini e Massimo Pandolfi, progetto grafico e-Leva.it a cura di Nicola Sancisi, (coordinamento editoriale Sara Vimini)  e sono  pensati per le scuole, per i turisti e per tutti i cittadini. Erano presenti Franca Foronchi assessore alla Sostenibilità del comune di Pesaro, Andrea Biancani presidente 3^ commissione consiliare Ambiente e Territorio della Regione Marche e tutti coloro che hanno collaborato al progetto.
E’ stata anche inaugurata la mostra “Alice nel paese delle meraviglie. Uno sguardo d’amore sulla natura” progetto fotografico ed installazioni di Maria Teresa Corbucci,  intervento critico e coordinamento a cura del critico giornalista d’arte Cecilia Casadei.
L’area si trova sottomonte nella spiaggia libera  tra bagni Chalet a Mare e bagni Bikini e tra bagni Paradiso e il circolo Kitesurf. E’ stata infatti istituita a settembre 2017 dalla Regione Marche con un finanziamento di 20.000 euro, per la sua valorizzazione e promozione,  su proposta del Comune di Pesaro e delle associazioni ambientaliste.
La mostra
Cecilia Casadei critico giornalista d’arte così racconta la mostra: ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE. Progetto fotografico e installazioni di Maria Teresa Corbucci
L’attaccamento  a quel tratto di spiaggia  sotto il Monte Ardizio, l’amore  per la natura tutta, il desiderio di raccontare la storia di luoghi, forse, guardati dai più in modo distratto, la dimensione di quella solitudine ghirriana che trasferisce nel suo lavoro, la passione per la fotografia come espressione della sua creatività, l’uso della Polaroid come mezzo che restituisce immagini  dove il colore del cielo, del mare, della sabbia resta fedele al vero e immortala  una atmosfera che cambia a seconda delle stagioni, dell’ora del giorno.
Ed è proprio attraverso il farsi della primavera, dell’estate, dell’autunno e dell’inverno che il progetto fotografico di Maria Teresa Corbucci si delinea e prende corpo. Così la vegetazione, gli arbusti, i fiori che nascono  più lontano dalla battigia del mare di Pesaro, in quella zona conosciuta come sottomonte, colpiscono il suo sguardo e catturano la sua mente quando giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese Maria Teresa fotografa gli stessi luoghi, gli stessi soggetti,  la luce che cambia, i colori che mutano ciclicamente e si nutre della fascinazione di una natura da tutelare nella sua unicità, come unica è l’immagine che nasce dallo scatto per restare opera singola e irripetibile.
Una serie di fotografie che l’autrice ha sperimentato in un primo tempo attraverso i files digitali, che vedremo anche in stampa in una suggestiva installazione realizzata con tronchi restituiti dal mare, e che ha voluto con il formato quadrato della Polaroid come fossero  immagini  del finestrino di un treno che lo sguardo cattura e non resta che una istantanea. Di un treno che accompagna il litorale lungo i binari che sfiorano la sabbia e il vento porta il suo fischio lontano.
“Un lavoro che mi ha fatto sentire in comunione con la natura”, in quella duna costiera che ospita una preziosa area floristica in un dialogo silenzioso che mira a rappresentare rigenerazione e libertà in un processo di identificazione, come sarà la stessa Corbucci a dire.  Il rosa della Silene colorata, il giallo di un inaspettato papavero, poi il bianco del giglio delle sabbie, due biciclette in attesa dei loro proprietari la linea perfetta dell’orizzonte, un tronco restituito dalle onde, un cane che si riposa sulla sabbia, gabbiani in cerca di cibo, un ombrellone solitario.
Frammenti, istanti che paiono una carezza leggera, un soffio. Come respiro della natura, un biglietto di ingresso per un teatro di bellezza discreta, bellezza da scoprire attraverso la luce di un’alba di primavera, di una nuvola in un cielo che cambia, di un fiore appena sbocciato in un incessante Panta Rei che guarda all’ Eterno Ritorno. Uno sguardo sul reale per guardare dentro di sé,  “credere al mondo come a una margherita”. Fotografie come atto d’amore.
Cecilia Casadei
Vicepresidente emerito Accademia Belle Arti di Urbino con delega del Presidente  Vittorio Sgarbi – nomina del ministero in qualità di membro esperto. Membro regionale attivo assemblea AMAT,  consulente, perito  d’arte iscritta all’albo del tribunale di Pesaro, docente di filosofia al liceo Mamiani. Giornalista pubblicista collaboratore de il Resto del Carlino per riviste  d’arte specializzate come ARTSLIFE. Ha collaborato alla 54esima Biennale di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi selezionando venti artisti marchigiani invitati al Padiglione di Ancona e Urbino.
Collabora alla direzione artistica del museo Ca’ La Ghironda dall’anno 2013. Presidente di giuria premio salvi 2016 ( 66esima edizione), membro di giuria nell’anno 2015, 2014, 2013. Presidente di Giuria in vari concorsi e Premi promossi da associazioni culturali e istituzioni pubbliche , Membro di giuria premi d’arte indetti dal Comune  di Porto S. Elpidio, Commissione Pari opportunità Regione Marche. Dal 2013 membro del comitato scientifico del Festival “Le parole della montagna” Smerillo FM  e curatore delle mostre d’arte del festival tra cui nel 2016 “L’arte non si ferma sulla terra” con gli artisti internazionali Fabio Giampietro e Manuel Felisi. Nel 2017 cura La mostra “Umano troppo umano” con  le opere di Vincenzo Baldini e insieme a Vittorio Spampinato,  la personale di Anna Rosa Basile “Il cielo non   resta solo” a  Ca’ La Ghironda  Modern Art Museum.
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