#intransigentes
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Cambié por mí misma. Por mis procesos, por mis metas, mis anhelos. La vida es mía. Y no es ser reticente ni intransigente, sino buscar lo mejor para mí. No se trata de repasar a nadie, se trata de repasar mis viejos comportamientos y darles una nueva perspectiva.
- Seguen Oríah ᥫ᭡ .
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O ser humano nunca está satisfeito: simplifique demais e isso gera insegurança. Complique demais e as pessoas não irão entender. O ser humano pode ser uma criatura muito intransigente as vezes.
#delirantesko#espalhepoesias#pequenosescritores#lardepoetas#frases#carteldapoesia#poetaslivres#projetoalmaflorida#projetovelhopoema#semeadoresdealmas
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Non sono mai stata una gran festaiola in generale, o meglio mi è sempre piaciuto divertirmi e bere e ballare finché sento che mi sto divertendo senza dover per forza oltrepassare il limite (in generale sono una che raramente ama gli eccessi: preferisco bere un cocktail al giorno piuttosto che 0 e poi 10 in un giorno).
Fatta questa premessa, se c'è un cambiamento che davvero mi piace della persona che sono diventata scavallando tra i miei 20 e i 30 anni, (e lo voglio scrivere, perché per carattere tendo a notare solo le cose di me che non mi piacciono, e diventare il peggior critico intransigente e algido verso me stessa), è quella particolare capacità che da più piccola - dovrei forse iniziare a dire "giovane", ma non sono pronta - ho sempre invidiato a molti coetanei e che definirei una qualche sorta di "nonchalance sociale" grazie alla quale, semplicemente, smetti di iper-analizzare il contesto, di pensare a cosa gli altri vicino a te stanno pensando, smetti di "guardarti dall'esterno" e, finalmente, ti occupi per un breve istante solo di esistere e divertire te, divertirti per te, profondamente immerso in un momento tuo e tuo soltanto.
Ripenso a quella ventenne insicura e così assurdamente consapevole della propria "corporeità" che non riusciva a godersi nulla fino in fondo, che si guardava intorno, cercava di dare il profilo migliore, si preoccupava di una smorfia, di non ridere troppo, di risultare inopportuna, o eccessiva. Forse è per questo che non mi sentivo mai magra abbastanza. Forse volevo dimagrire ancora e ancora fino a non occupare più spazio, non dare fastidio.
E con un po' (finalmente) di orgoglio guardo la trentenne di oggi, che quando è in vena e l'occasione capita, si butta sotto cassa e ride con la gente noncurante del resto del mondo, senza pensare a come sta ridendo, parla con gli sconosciuti senza alcun imbarazzo, e balla balla balla abbandonandosi al ritmo perché è atavico e apotropaico e selvaggio mettere in pausa la scatola-pensiero e sentirsi tutt'uno con il resto del mondo che fa rumore, fino a domani, anche solo per un po'.
Quel corpo che mi faceva paura muovere adesso lo rivendico, è mio, mi appartiene. Mi abbronzo nuda, ballo sfrenata, corro, salto, rido forte. E allora?
Con i trent'anni ho imparato a fregarmene, lasciar fluire, fluire anch'io.
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E' arrivato il momento che l’Italia faccia i conti con la sua vera storia del Novecento. (N)on quella illustrata e stravolta da insegnanti, professori e accademici “redenti” (...), insieme a tanti giornalisti, che si sono sempre inginocchiati davanti al “verbo” del potere dominante. (...)
Prendiamo ad esempio Giacomo Matteotti: (...) veniva insultato sistematicamente soprattutto dai comunisti. Palmiro Togliatti, detto “il migliore” arrivò ad associare, fra i nemici del comunismo, Mussolini, Sturzo e Matteotti, considerato (...) un social-traditore e un social-fascista. Ma anche il “grandissimo” Antonio Gramsci non risparmiò giudizi velenosi (...) e nei famosi “Quaderni del carcere”, non lo citò mai, non dedicò una parola al primo martire del fascismo al potere.
In fondo é la nota "acutezza politica" dei comunisti (si fa per dire), i quali (...) avevan dato indirettamente una mano all’avvento del fascismo, pensando che avrebbe agevolato la rivoluzione dei loro sogni che lo stesso Pci avrebbe dominato. (...)
Tutto questo lo aveva compreso benissimo Giacomo Matteotti, che oltre a essere un intransigente antifascista, era un anticomunista che rispondeva per le rime.
la lezione di Matteotti stretto tra fasci e commie, due facce della medesima realtà infame, è la medesima di Falcone tra i magistrati: gli operativi prendono di mira quelli ISOLATI. Dopodiché gli isolatori, praticamente i mandanti, da necrofili si impadroniscono dei cadaveri.
Altra lezione, rispondere comunque per le rime ai comunisti. Già. Tipo, buongiorno sono quella str... della Meloni al vecchio vil-comunista di turno. Son cose che restano, contrastano il vilipendio di cadavere e l'agitar mani e menti pulite che dopo fan sempre.
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La Chiesa è una delle ultime monarchie assolute oggi esistenti. Ma quel che più mi preoccupa è che esercita, ancora oggi, un gravissimo potere moralistico sulle anime. Abbiamo i poteri economici, i poteri mafiosi, e anche il potere eticamente intransigente della Chiesa, che continua ad assumere l’atteggiamento di giudice supremo addirittura in rappresentanza di Dio. Il poteretemporale della Chiesa rischia di allontanare sempre più gente dal Vangelo. La Chiesa ha fatto di se stessa un dogma, dimenticando di predicare gli insegnamenti di Gesù.”
Don Andrea Gallo
22 Maggio 2013 ❣
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Algodões São Países de Todas as Nuvens Infantis
Hoje eu aponto os dedos em dívida A boca é um cárcere que guardo teu nome As torres que se findam nas mãos E toda a amônia convertida em areia
Rastejando pelo céu de carne Cessando heróis fronteiriços Com o infinito despropósito A dor que engolira precipícios
Há um caso que as cruzes não se intimidam E insistem que provar as cores secas Por baixo de cada assento do banquete Este olhar tão esvaziado por naturezas mecânicas
Todas as cabeças de peixe Choram ao lembrar da pele Um adeus ressentido com o vento Dançando um tango no quarto escuro
Gaia sempre alheia, fruto da conquista dos homens Persuadindo com ameaças veladas Adulterando liberdades intransigentes Envenenando rios com o feitiço de sua química
Derrama o amanhecer como natureza morta Um dia tão inócuo, procura razão Nos braços magros de seus credores Ofertando carcaças de cervos abatidos na estrada
Tanatoscopia romântica, escreve sintomas em versos O deslumbre do caleidoscópio é um prato farto de substâncias Evitar a comunhão com o último fator da tristeza Essa gente penará para reconhecer-nos um par
Tal cântico nobre recria sonho sem cores Como um algodão encharcado de devaneios Que ironia, para além da chaga, o próprio tempo Para além de nós, um cinismo sufocando vaidades
#inutilidadeaflorada#poema#poesia#pierrot ruivo#carteldapoesia#projetoflorejo#mentesexpostas#lardepoetas#espalhepoesias#projetoalmaflorida#pequenosautores#pequenosescritores#quandoelasorriu#projetoartelivre#projetoversografando#projetomardeescritos#projetovelhopoema#arquivopoetico#julietario#projetonovosautores#rascunhosescondidos#liberdadeliteraria#pequenospoetas
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🌿💕🌸 SÍ SOY... 🌸💕🌿
Loca... de atar.
Incorregible... sin cura.
Intransigente....con las injusticias.
Desafiante...cuando me atacan.
Inestable...porque me voy de donde no me siento cómoda.
Fiel... a mí misma.
Atrevida...porque me arriesgo.
Intensa...porque no se vivir de otra forma.
Insistente....porque NO ME RINDO.
Guerrera...porque le planto cara a la vida.
Inolvidable... porque donde piso dejo huellas.
Libre...porque no llevo ataduras.
Caprichosa...muchas veces.
Mordaz...cuando debo defenderme.
Insoportable...a veces.
Indiferente...con quienes lo merecen.
Amorosa...con los que aprecio.
Fuerte....porque la vida me obligo.
Elástica....porque no me quiebro.
Irreverente...porque no sigo las normas.
Rebelde.... a rabiar.
Independiente...porque me bajo la Luna, yo solita.
Revoltosa...por opción.
Desobediente...por nacimiento.
Viajera...incansable.
Sincera...porque no se disimular.
Emocional...hasta los tuétanos!!!!
🌿💕🌸 MUJER...SIEMPRE !!!! 🌸💕🌿
🌿💕🌸 AÚN MEJOR !!!!!🪄✨🍀🌸
—-☮️
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O Fascismo é o adversário mais intransigente dos mitos e mentiras do socialismo internacional - os mitos e mentiras dos sem pátria e sem deveres, dos que ofendem o sentimento do direito e, portanto, do indivíduo, em nome de um pensamento abstrato e ideal vazio de fraternidade
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𝐉𝐀𝐂𝐎𝐁 𝐄𝐋𝐎𝐑𝐃𝐈? não! é apenas 𝐃𝐄𝐕𝐎𝐍 𝐔𝐒𝐇𝐄𝐑, ele é filho de 𝐀𝐑𝐄𝐒 do chalé 𝐂𝐈𝐍𝐂𝐎 e tem 𝐕𝐈𝐍𝐓𝐄 𝐄 𝐂𝐈𝐍𝐂𝐎. a tv hefesto informa no guia de programação que ele está no 𝐍Í𝐕𝐄𝐋 𝐈𝐈𝐈 por estar no acampamento há 𝟏𝟐 𝐀𝐍𝐎𝐒, sabia? e se lá estiver certo, 𝐃𝐄𝐕 é bastante 𝐏𝐄𝐑𝐒𝐏𝐈𝐂𝐀𝐙 mas também dizem que ele é 𝐂𝐎𝐍𝐒𝐏𝐈𝐑𝐀𝐓𝐎𝐑𝐈𝐎. mas você sabe como hefesto é, sempre inventando fake news pra atrair audiência.
, 𝒃𝒊𝒐𝒈𝒓𝒂𝒇𝒊𝒂' .
Devon, o semi-deus cuja existência se desdobrou em meio a uma intrincada trama de drama familiar e resignação divina. Sua mãe, abandonada pelo implacável deus da guerra, buscou consolo no mundo das drogas como forma de mitigar as adversidades. Uma ilustração clássica de como as deidades enfrentam as complexidades intrafamiliares, concorda?
Ao contrário do proeminente Ares, que se deleita em conflitos, Devon se revela quase como um pacifista - ou talvez apenas do contra. Optando por não trilhar os passos de seu progenitor e abraçar uma postura mais beligerante, ele aprimorou-se na refinada arte da estratégia por meio do vício nos livros. Uma escolha de trajetória tão sutil quanto observar a secagem da tinta.
O rancor profundo que carrega pelo abandono de sua mãe às sombras das drogas intensifica sua determinação em vencer seu pai no próprio jogo. A necessidade de resistir aos impulsos de guerra, inerentes ao sangue de Ares, tornou-se uma batalha constante para Devon. Contudo, ao invés de sucumbir à fúria descontrolada, ele utiliza sua inteligência para transformar a raiva em motivação estratégica de modo a tentar distanciar-se mais e mais dos desígnios do deus da guerra.
A transição para o acampamento dos semi-deuses marcou um ponto crucial em sua jornada. Devon, percebendo a urgência de compreender melhor sua herança divina, empreendeu a busca pelo acampamento por conta própria. A necessidade surgiu quando ele começou a ser ameaçado por criaturas monstruosas, e sua mãe, imersa no mundo das drogas, encontrava-se incapaz de oferecer qualquer proteção. Foi durante um desses momentos de vulnerabilidade que ela deixou escapar informações sobre o Acampamento Meio-Sangue, proporcionando a Devon a pista vital para sua segurança.
Devon converteu-se em um devotado amante da leitura, navegando nas páginas como quem percorre as águas de um rio tranquilo. Uma narrativa repleta de nuances, contudo, não se pode ignorar o hábito peculiar de buscar alucinógenos, uma tentativa de evadir-se da intransigente realidade. Deuses não costumam dar bênçãos que são 100% bênçãos ele costuma dizer, e aquela com a qual Athena o agraciou fez com que ele precisasse buscar fugir de sua própria cabeça inúmeras vezes, motivo pelo qual é levemente viciado em alucinógenos. Uma complexidade até que poética.
Personifica uma contradição ambulante, uma amalgama intrigante de inteligência aguda e uma aparente aversão à busca incessante por reconhecimento divino. Embora tenha conquistado a atenção de Athena com sua mente brilhante, sua natureza contraditória muitas vezes o leva a almejar uma vida ordinária, sem a necessidade de provar seu valor a qualquer entidade superior. Prefere, por vezes, a inércia, como se desejasse escapar da trama intricada da divindade. Finge desdém pela glória que os semideuses buscam incansavelmente, mas a verdade se revela em sua própria fisiologia: seus batimentos cardíacos aceleram e sua pulsação aumenta em excitação sempre que seus intricados planos estratégicos se desenrolam com sucesso. Essa dualidade entre a busca por normalidade e a pulsante emoção pela vitória é do que Dev procura fugir quando entra no modo inerte que os alucinógenos lhe provem.
, 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒂𝒍𝒊𝒅𝒂𝒅𝒆 ' .
Devon é notavelmente astuto, estratégico e resiliente, características que o destacam. Sua inteligência perspicaz atraiu a atenção de Athena, conferindo-lhe uma vantagem estratégica única nos campos de batalha divinos. No entanto, sua personalidade também é marcada por uma certa obstinação, tornando-o, por vezes, desconfiado e teimoso em relação aos outros e até mesmo consigo mesmo. Seu rancor em relação a Ares influencia seus impulsos irascíveis, revelando uma complexidade que, em contrapartida, é acompanhada por uma determinação notável em suas empreitadas. Apesar de sua habilidade de criar estratégias brilhantes, Devon enfrenta uma batalha interna constante para resistir aos instintos de guerra.
, 𝒓𝒆𝒍𝒂𝒄𝒊𝒐𝒏𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒄𝒐𝒎 𝑨𝒓𝒆𝒔 ' .
Ele sente nas entrelinhas que seu rancor e pensamentos irascíveis em relação ao próprio pai são muito bem conhecidos no detalhe pelo Deus da Guerra, todas as vezes que seu sangue pulsa nas veias e seus batimentos cardíacos aceleram ele sabe que seu pai está, novamente, desgostoso com suas atitudes - reação para a qual Dev finge não ligar mas que no fundo acaba deixando-o cauteloso, afinal, é o Deus da Guerra - Devon também sabe que a bênção concedida por Athena - rival declarada de seu próprio pai - adiciona mais uma camada de conflito à dinâmica pai-filho e a teimosia de Devon, embora evidencie sua força de vontade, também o mergulha em um constante estado de conflito interno.
𝒑𝒐𝒅𝒆𝒓 ' ."Estratégia Divina". Essa aptidão permite a Devon formular planos de batalha complexos e eficazes com rapidez e precisão, aproveitando sua sagacidade inata. Além disso, durante o calor do combate, ele teria a habilidade de analisar instantaneamente as fraquezas dos oponentes e adaptar suas táticas em tempo real.
𝒉𝒂𝒃𝒊𝒍𝒊𝒅𝒂𝒅𝒆𝒔' . força sobre-humana e sentidos aguçados.
𝒂𝒓𝒎𝒂' . chamada "Cicatriz", é uma espada única que representa sua dualidade. Forjada nos reinos celestiais, a lâmina afiada conta histórias de batalhas divinas. Com um punho adornado com gemas, a espada tem a capacidade de se dividir ao meio, revelando duas lâminas gêmeas. Cada parte reflete tanto a ferocidade de Ares quanto a estratégia de Devon. quando camuflada, a arma transforma-se em um medalhão de prata.
𝒃𝒆𝒏ç𝒂𝒐' . como a perspicácia inata de Devon sempre foi manifesta, esta acabou capturando a atenção de Atena. Em virtude de sua agudeza, ela agraciou Devon com a bênção da Sabedoria Instantânea, facultando-lhe a habilidade de assimilar conhecimento num fugaz piscar de olhos o que contribui para sua alta habilidade na arte da guerra e elaboração de planos.
#bio!.#vou considerar likes como chamada pra plot mas tbm tento falar com todos pouco a pouco pro tumblr nao me tankar DLSK#animada pro rp e p jogar com todes <3
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"Puedes ignorar la realidad, pero no puedes ignorar las consecuencias de haber ignorado la realidad"
Ayn Rand
Alisa Zinóvievna Rosembaum fue una filósofa y escritora estadounidense de origen ruso, nacida en San Petesburgo en febrero de 1905.
Desarrolló un sistema filosófico conocido como objetivismo, y que en sus propias palabras define el concepto del hombre como; “un ser heroico, con su propia felicidad como propósito moral de su vida, con el logro productivo como su actividad más noble y la razón como su único absoluto”.
Con este pensamiento, Rand defendía el egoísmo nacional, el individualismo y el capitalismo, argumentando que este es el único sistema económico que le permite al ser humano vivir como tal, haciendo uso de su facultad de razonar.
Ayn Rand era la mayor de tres hermanas de una familia judía, aunque sus padres no eran practicantes, y desde muy joven sintió una gran inclinación por la literatura y el arte cinematográfico.
Descubrió al escritor Victor Hugo a la edad de 13 años, y quedó prendada de sus novelas. Fue testigo de la revolución bolchevique y por la cual, ella y su familia tuvieron que escapar a Crimea.
Mas tarde, regresando de Crimea, estudió en la Universidad de San Petersburgo, en donde estudió filosofía e historia, y como gran admiradora del cine que era, escribió guiones cinematográficos. Su mayor influencia la recibió de Aristoteles, y fue gran admiradora de Nietzsche y posteriormente gran detractora.
En 1925, obtuvo permiso para salir de la Unión Soviética para visitar a unos familiares, tenía 21 años y decidió no regresar nunca mas a su país natal. Vivió en Chicago y posteriormente se mudó a Hollywood en donde tenia trabajos de todo tipo con la finalidad de tener una carrera en Hollywood como guionista.
Fue en la película de Hollywood “Rey de reyes” que conoció al que seria su marido, el director de Hollywood Cecil B. De Mille quien se interesó por ella y el que le ofreció trabajo como extra.
Las novelas más importantes son “El Manantial” escrito en 1943, y “La rebelión de Atlas” en 1957, en la primera, se narra la historia de un joven e intransigente arquitecto y de su violenta lucha en contra de los convencionalismos del mundo y de su explosiva relación con una hermosa mujer a la que ama profundamente.
Rand, tardó siete años en escribirlo y fue rechazado por doce editores, sin embargo, desde su aparición se convirtió en un best seller mundial, cuyas ideas y propuestas cambiaron la vida de muchos de sus lectores, por la forma en la que se narra la manera en como un hombre enfrenta las vicisitudes de quienes intentan destruirlo.
Su segunda novela, la Rebelión de Atlas, es considerada por muchos, la obra de ficción mas completa y poderosa de Rand sobre la filosofía objetivista, considerada por los estadounidenses encuestados por la biblioteca del congreso de los Estados Unidos en la década de los 80, como el libro de mayor influencia después de la Biblia.
El objetivismo según Rand se basa en los siguientes puntos:
La vida como fundamento de los derechos
Cada individuo debe elegir mediante la razón, qué valores quiere para su vida y los medios para alcanzarlos.
El individuo tiene derecho a existir por sí mismo, sin sacrificarse por los demás ni sacrificando a los demás para sí mismo.
Nadie tiene derecho a iniciar el uso de la fuerza física contra otro ser humano, sea cual sea el fin que quiera obtener.
La realidad existe de forma absolutamente objetiva. Los hechos son hechos, independientemente de los sentimientos, deseos y temores del hombre.
Fuentes: Wikipedia y lecturalia.com
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Simona Kossak (1943-2007) - Polonesa Bióloga, Ecologista, Autora, PhD em Engenharia Florestal e Ativista da Conservação Intransigente.
Todas à chamavam de bruxa, porque ela conversava com animais e tinha um corvo-torrista, que roubava ouro e atacava ciclistas.
Ela passou mais de 30 anos em uma cabana de madeira na Floresta Białowieża, sem eletricidade ou acesso à água corrente. Um lince dormia com ela, um javali adestrado morava com eles. Ela foi cientista, ecologista e autora de filmes ganhadores de prêmios, também de programas de rádio. Era também uma ativista que lutou pela proteção da floresta mais antiga da Europa. Simona acreditava que as pessoas deveriam viver de modo simples, em contato com a natureza. Convivendo com os animais ela encontrou o que não conseguiu com os humanos.
Foto de Lech Wilczek
#almagêmea#amordealmas#meumundoenadamaisuniverso#autoamor#poema#beauty#culture#poesia#amordealma#meumundonadamaisuniverso#wicca#witchy#bruxos e bruxas#bruxas#bruxaria#bruxa
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"Existo apenas entre as linhas e entrelinhas, basta ler e tentar encontrar."
Febril é a mente inocente
Pois, ela não se sente
Apenas não me tente.
Me sinto tão quente
A cor que é envolvente
É tudo tão indecente.
O quanto você sente?
O desejo que é latente
Não me seja indiferente...
Sim... Que tal ser imprudente?
Não seja intransigente
Apenas me seja diligente.
Não é transcendente?
A sensação que segue latente
Um toque assim tão atraente.
Vamos, não haja timidamente
Sei que não estou ai presente
Não pense que sou indiferente.
Ainda que em presença ausente
Sou impressão marcante e existente
Saiba que estou aqui, deliberadamente.
#espalhepoesias#lardepoetas#liberdadeliteraria#mentesexpostas#clubepoetico#poecitas#carteldapoesia#mardeescritos#lardepoesias#liberdadepoetica#poetaslivres#autorias#novospoetas#meustextos#apenasumtoque
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Se você não quer ser moldado por pessoas intransigentes você precisa aprender a moldá-las.
#delirantesko#espalhepoesias#pequenosescritores#lardepoetas#carteldapoesia#poetaslivres#frases#projetoalmaflorida#projetovelhopoema#semeadoresdealmas
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De personalidade forte e intransigente, era usual que Anika levasse não mais do que cinco minutos para formar uma opinião a respeito dos demais - entendiando-se, então, com a presença alheia. E foi exatamente o que ocorreu ao observar os recém chegados ao quadrante se misturarem pelo amplo salão. Nenhum particularmente singular para prender-lhe a atenção ou despertar seu interesse. Assim, as íris avelãs deslizaram para as outras figuras ali presentes: voluntários que ocupavam o espaço de serventes, jamais a altura do mais covarde dos cadetes. "Uma longa vida destinada ao anonimato, a viver à mercê da alta sociedade ou o risco constante a procura de uma glória quase inalcançável?" A indagação escapou em um pensamento alto, resposta essa que nunca lhe fora dada a oportunidade de ponderar, não com o peso da relíquia da rebelião em sua mão.
#do nada ela filosofando qq askdjajd#se alguém quiser combinar inter ou plots é só me avisar!#só lembrando que a relíquia dela está sempre coberta#então apesar de existirem rumores de que ela seria uma marcada#não é nada confirmado#então tem aqueles que acreditam e os que não
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Cominciamo con un’allegoria. Una nave che solca i mari. Ad ogni porto qualcuno scende e qualcuno sale in questa nave. Se sulla nave non ci fosse qualcuno che spiega a chi sale come ci si comporta a bordo ma anche altre cose, come si guarda il cielo, come si cercano le stelle, la nave affonderebbe dopo tre giorni. Il capitano della nave è l’insegnante.
Il primo compito di un insegnante, nella vita, è quello di essere un ‘imparante’. Un imparante è qualcuno che deve conoscere tutti i passeggeri, sapere cosa vedono, cosa leggono e cosa ascoltano i propri ragazzi. Per prenderli e portarli ad un livello più alto, dove c’è la cultura. Senza la cultura così alta tutto quello che pensano e sognano non sarebbe possibile.
Un buon insegnante deve valutare i ragazzi per la volontà, non sempre per i risultati. Un buon insegnante non deve essere intransigente fino a questo punto. Un buon insegnante deve avere una passione straordinaria da trasmettere ai ragazzi. La cultura è e deve essere contagiosa. Un insegnante non deve stare con i migliori. Un capitano della nave è bravo quando c’è tempesta.
Roberto Vecchioni
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Con gli anni si confermano le mie naturali certezze con le quali ho fatto a cazzotti pensando di essere sbagliata, intransigente, malata, non affidabile e quindi non lucida nelle mie reazioni.
Ma la verità è che mi accorgo che la mia incomunicabilità col prossimo si interrompe sempre nell’esatto momento in cui il prossimo non ha un vissuto particolarmente difficile.
Possiamo rigirarcela come vogliamo, e mi dispiace fare questo discorso perché non voglio far passare le “sfighe” esistenziali come un qualcosa che ti rende necessariamente superiore. Infatti qui non si tratta di sentirsi superiori, si tratta di non capirsi, si tratta del fatto che anche coloro che ti amano, se non hanno vissuto certe cose sulla loro pelle, non capiranno mai. C’è proprio un’incomunicabilità alla base. Per contro, tutte le persone (nessuna esclusa), con le quali ho interagito negli anni che hanno vissuto senza mezzi termini l’inferno in terra non c’è mai stato un momento in cui non mi sia sentita compresa o anche solo legittimata a reagire in un certo modo. Io penso che da qualche anno la narrazione che si fa sull’essere funzionali nella vita, sul trovare il lato positivo, sull’andate avanti in un modo o nell’altro, sul non fermarsi mai, siano dovute al fatto che la gente (non la società), ma le singole persone, ad oggi, non sono più disposte a soffrire per cinque minuti. Non reggono l’horror vacui, e quindi si nutrono di tutto quello che possono per evitare il problema, evitare i pensieri.
Purtroppo a me non è stata data questa attitudine, io non riesco a guardarmi in faccia se so che c’è qualcosa che non va in me o in coloro che mi circondano, non riesco a guardarmi Netflix se sono addolorata per un’amica, una relazione conclusa, non riesco ad avere quel piglio di chi ti dice “Esci e vai a fare una passeggiata!” Non ce l’ho, perché ho imparato, da qualche tempo, che il dolore, di qualsiasi natura, è parte integrante della vita di ciascuno, e quindi dobbiamo farci i conti e sentirlo, altrimenti vivremmo magari una vita felice e accomodante, ma non autentica, finta. In sostanza: avremmo davvero buttato la nostra esistenza attraverso lo sforzo di non pensare mai, non soffrire mai, non sentire mai; e che alla fine, per questo, riesce più facile sentirsi capiti da chi quel dolore lo prova ogni giorno. E forse è proprio così che si risale.
Io delle persone che mi dicono di pensare positivo, persone che stimo, che ho amato, persone a cui voglio un bene dell’anima, a questo punto della mia vita: non so che farmene. È legittimo che voi andiate via se la cosa comincia a essere pesante per voi, è legittimo però che io rimanga fedele a me stessa. E quando mi guardo allo specchio io mi riconosco. Voi, dubito.
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