#intesse
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A falta de interesse na Oração
O obstáculo da falta de interesse na oração Todos os que guardarem o sábado deixando de profaná-lo, e que se apegarem à minha aliança, esses eu trarei ao meu santo monte e lhes darei alegria em minha casa de oração. Isaías 56:6-7 E você, tem interesse na oração? O quarto benefício de nosso relacionamento com Deus é sentir a paz que ele concede. A chave para a paz é a autoridade — a paz é fruto de…
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Not to get on my gravity falls soapbox again but it pisses me off so bad when people are like "but Mabel started the apocalypse!!!" It's like No she did not. That was Bill. That very explicitly was Bill. The guy who frequently manipulates people into doing something they don't know will benefit him? He took the rift and broke it. Mabel didn't even fucking break it dude. Like she didn't even know what it was
#bill manipulates ford and dipper when theyre sleepy and bill manipulates mabel when shes under intess emotional distress#just girly things tbh
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not much thoughts just pls want Lu Guang to have a breakdown scene where he confesses everything to Cheng xiaoshi
never gonna happen but we can dream~
#lu guang#link click#时光代理人#cheng xiaoshi#shiguang#I WANNA SEE MY BB FEEL SMTH OTHER THAN INTESS SHOOKETH PLEASE
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BLUNDERDOME PRE-XMAS PARTY DJ SET BY ME as SCIFNK (@xaoca) // Tracklist Video
Genres Bass, Breakbeats, Techno, Electro ☁️ Listen on SoundCloud !
T R A C K L I S T
SAKURA TSURUTA - FEELS LIKE... (SHORT EDIT) DAVIS GALVIN - INTESS MOD SENS - ROUTE 11 CLIENT_03 - REGRESSION CONTAINER PARRIS - WHY CAN'T RABBITS WEAR COWBOY BOOTS B E N N - DELUSION GLYNY - WAVE GENERATOR PLURALIST - PRIMES RHYW - DROOL RAREFLORA - VERTIGO BODRO, RUSIIICK - VILNA DUSHA OMON BREAKER - STINGER XEN CHRON - ZERO FOUR ISAKA - 7QUBIT DRUMMY - FLASKING FORMELLA - DRIPSTEP TANO - BLEND OF POETRY XUPID - STOP BEING DEEP RAREFLORA - ABSOLUTE ZERO HASSAN ABOU ALAM - TE3EBT - ZULI REMIX CASSIUS SELECT - TRICKN0L0GY! HNGWY - ANABASIS SIMO CELL - RAINBOW DANCE BELL CURVE - HOPE IT GETS BETTER
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A volte il pensiero di chi amiamo è così potente da acquisire una forma autonoma, esterna a noi stessi.
È una presenza muta e gigantesca. Non sempre la interpelliamo e non sempre chiede attenzione, ma ci accompagna e osserva.
Aspetta il nostro risveglio, manifestandosi appena prima dell’attimo in cui ci riscopriamo vivi; durante il giorno danza intorno a noi, mentre intesse un’incessante sinfonia di segni tra le cose del mondo; riappare prima del sonno, quando infila una mano bambina tra il nostro ultimo secondo di veglia e l’oscurità.
#ninoelesirene#pensieri#frasi#persone#riflessioni#sentimenti#letteraturabreve#emozioni#amore#aforismi#jep
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Gli incantesimi si ripercuotono su chi li intesse...
Amica cara.. ritorna presto.
#parigi
#attesa
#tristezza
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Cecilia Vicuña
La donna di oggi è Cecilia Vicuña, artista visiva, poeta e attivista cilena, nota per le sue performance poetiche che rivendicano la sua identità femminile provando a riscrivere la storia della cultura indigena.
È creatrice di una poetica speciale che interseca arte e coscienza ecologica.
Il suo lavoro porta avanti conoscenze millenarie attualizzate con performance, film, installazioni, sculture, libri e gesti della vita quotidiana.
Ha scritto 25 libri di arte e di poesia, tradotti in sette lingue e anticipato i più recenti dibattiti su ecologia e femminismo decoloniale, immaginando nuove mitologie personali e collettive. Molte delle sue installazioni sono realizzate con materiali trovati e detriti abbandonati che intesse in delicate composizioni, nelle quali il microscopico e il monumentale trovano un fragile equilibrio, la sua arte è precaria, intima e, insieme, potente.
I suoi dipinti si ribellano alla forma, mettendo al centro l’immaginazione di una donna indigena.
Oggi le sue opere fanno parte delle collezioni di importanti musei tra cui il Guggheneim, il MoMa, la Tate, il Museo d’Arte Latinoamericana di Buenos Aires e il Museo Nazionale delle Belle Arti di Santiago del Cile.
È nata a Santiago del Cile il 27 luglio 1948 in una famiglia di artisti e intellettuali. Dal 1966, dopo aver iniziato con tele astratte, ha iniziato a lavorare a un progetto che ancora oggi porta avanti, le precarios, sculture assemblate con materiali da recupero, esposte agli agenti atmosferici e alle maree.
Nel 1967 ha fondato il suo primo gruppo, Tribu No, che realizzava azioni artistiche collettive nella città di Santiago.
Nel 1968 ha pubblicato il suo primo poema sul periodico messicano El Corno Emplumado.
Dagli anni ’70, il suo lavoro si è confrontato visivamente e poeticamente con i rituali dell’America latina, delle popolazioni aborigene australiane, del Sudafrica e dell’Europa paleolitica. Le sue esibizioni, installazioni site-specific, quipu, sculture, dipinti, disegni e testi legano il filo rosso al sangue mestruale e alla continuità della vita.
Dopo aver esposto per la prima volta al Museo Nazionale delle Belle Arti di Santiago ed essersi laureata in Belle Arti, nel 1972 è partita per Londra per specializzarsi alla Slade School of Fine Art.
Si trovava in Gran Bretagna quando, l’11 settembre 1973, c’è stato il violento colpo di stato militare contro Salvador Allende guidato da Pinochet e ha chiesto asilo politico.
L’anno seguente ha fondato il gruppo Artists for Democracy per raccogliere fondi per la Resistenza cilena e organizzato il Festival of Arts for Democracy in Chile che ha visto partecipare 320 artisti e artiste internazionali tra cui Julio Cortázar, Christo e Sol LeWitt. Durante il Festival erano stati denunciati i soprusi commessi dalla dittatura militare di Pinochet e dalle altre dittature dell’America Latina e la violazione dei diritti umani.
Nel 1975 si è trasferita a insegnare storia dell’arte e poesia latinoamericana all’università di Bogotà, ha lavorato in ambito teatrale e condotto laboratori artistici con la comunità guambiana della Valle del Cauca, esperienza che l’ha portata ad approfondire il suo legame con la cultura indigena.
Quando al Concorso nazionale di poesia Eduardo Coté Lamus le è stato negato il premio a causa del tono erotico e irriverente della sua opera, è partita una serie di azioni artistiche di protesta che le hanno dato grande fama.
A questo periodo risalgono le Palabrarmas, neologismo che unisce le parole (palabra) con le armi (armas), concretizzate attraverso varie tecniche artistiche che spaziano dal disegno alla performance, dalla scrittura ai film, come risposta poetica alla distorsione del linguaggio e alla violenza delle menzogne.
Nel 1980 ha realizzato il suo primo documentario, ¿Qué es para usted la poesía? (Cos’è per voi la poesia?), oggi nella collezione del MoMA.
A New York ha collaborato con il periodico Heresies: A Feminist Publication on Art and Politics, leggendario gruppo di artiste e intellettuali femministe.
Nel 1981 ha esposto per la prima volta al MoMA, nella collettiva Latin American Video.
Tra i viaggi in giro per l’America Latina e gli Stati Uniti, producendo reading, performance poetiche e esposizioni, non ha mai smesso di scrivere libri.
Nel 1995 ha tenuto il primo seminario con la comunità rurale di Caleu, in Cile, per promuovere la riscoperta delle conoscenze ancestrali dando origine a un metodo di educazione decolonizzatrice che ha chiamato Oysi, titolo che ha dato alla sua organizzazione senza scopo di lucro.
Nel 1997 è stata pubblicata la biografia The Precarious. The Art and Poetry of Cecilia Vicuña. L’anno successivo ha realizzato la prima mostra multimediale Cloud-net, dedicata al riscaldamento globale e all’estinzione delle specie e delle civiltà, temi che denuncia e porta avanti, instancabile, in ogni suo lavoro.
Numerose sono state le esposizioni e retrospettive tenute in giro per il mondo e le conseguenti acquisizioni da parte dei più importanti enti museali internazionali.
Nel 2015 è stata nominata Messenger Lecturer per il Dipartimento di Antropologia della Cornell University per contribuire all’«evoluzione della civiltà con lo scopo specifico di elevare lo standard morale della nostra vita politica, commerciale e sociale».
Nel 2017 ha partecipato a documenta 14, una delle più importanti esposizioni d’arte contemporanea nel mondo.
Nel 2018 ha ricevuto il premio Achievement Award assegnato da Cisneros Fontanals Art Foundation ed è stata nominata Sherry Memorial Poet in Residence 2018 per il Programma di poesia e poetica dell’Università di Chicago.
Nel 2019 ha ricevuto il Premio Velázquez di arti plastiche assegnato dal Ministero della cultura e dello sport della Spagna.
Al Centro Cultural España di Santiago del Cile, ha presentato Minga del Cielo Oscuro, convocando personalità del mondo dell’arte, astronomia, archeologia, musica ed etnomusicologia per riflettere sull’oscurità del cielo notturno e sulle molteplici conseguenze ecologiche, neurologiche e sociali della sua scomparsa.
Il 23 aprile 2022 è stata la prima artista cilena a ricevere il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia. Per l’occasione ha realizzato l’installazione site specific NAUfraga, dedicata alla fragilità (fraga) della laguna.
Il 3 maggio 2023 ha ricevuto la Laurea honoris causa dall’Università del Cile.
Per i suoi meriti, la poetica, l’instancabile ricerca e il fervente attivismo, si può considerare tra le più interessanti protagoniste dell’arte contemporanea.
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Risate astrali - Entity 16012
Risate astrali come fate in estasi criptica in un’oasi di alati vorticirifulgono nell’arpa arcana che intesse circensi incanti decifrando spasmi d’armonia
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Hang a crocodile outside for the unbelievers solo show at Cassina Projects, Milan, IT 21/02 - 15/04/2023
ENG:
The title evokes a Catholic custom dating back to the 15th century, that of hanging a stuffed crocodile inside spaces devoted to the Marian cult. Held high up, chained and hanging upside down from the ceiling, crocodiles were said to be rendered harmless in this way, depleted of the evil they were symbolically associated with in medieval bestiaries as much as in biblical iconography.
Sourcing the myths around the Marian cult and the multifarious forms of female idols through history, Fogo has woven together his own narratives where ancient archetypes and contemporary references dovetail as he flirts with mystical symbology and suspended narratives. Emblematic of the artist’s lexicon, the large-scale canvas which features a siren and a stuffed crocodile. Their coexistence despite the unrelated, rather at odds, natures, emphasizes the symbolic charge while offsetting preconceived notions and discouraging any moral judgement.
For the occasion, an architectural intervention has been conceived of to fraction the gallery space carving a more intimate, chapel-like area reminiscent of a crypt. Against a deep sage green, the elusive figures and motifs camouflaging within the artist’s enigmatic canvasses inhabit this dimly-lit chamber where temporal dimensions overlap.
Mining the ambiguous yet familiar territory of the plausible, Fogo conjures up somewhat hermetic compositions porous to invisible and dream-like worlds. Visionary and allegorical, his paintings unravel a non-linear notion of time and space and evoke an enduring, almost voyeuristic nostalgia which is further dramatized by the skilful detailing of the scenes.
Fogo’s works retain a metaphysical, at times almost tactile quality. Crepuscular tones and the intense use of shadows and unnatural light foreground the subliminal over the rational. Arching from cerulean, livid blues to metallic greens and deep reds, his palette of contrasting tints softly fades into pastel-like, muffled nuances. Historical references, everyday objects and collective symbols dot the compositions, their non- hierarchical display touching on the disorienting coexistence of universal scope and individual dimension in the iffy present. ITA: Il titolo della mostra evoca una particolare usanza cattolica risalente al XV secolo, quella di appendere un coccodrillo impagliato all'interno di spazi dedicati al culto Mariano. Sospesi per aria, incatenati al soffitto ed appesi a testa in giù, questi coccodrilli venivano in tal modo resi innocui, privati del male a cui erano simbolicamente associati nei bestiari medievali così come nell'iconografia biblica. Muovendo dai miti legati al culto Mariano e dalle molteplici rappresentazioni degli idoli femminili nel corso della storia, Fogo intesse una sua sceneggiatura intrisa di simbologia mistica e narrazioni sospese in cui archetipi antichi e riferimenti contemporanei si intrecciano. Emblematico di questo linguaggio, è il dipinto di grandi dimensioni che raffigura una sirena ed un coccodrillo impagliato. La loro coesistenza sul piano pittorico, nonostante le rispettive nature risultino distanti ed evidentemente opposte, ne enfatizza la carica simbolica vanificando preconcetti e scoraggiando qualsiasi giudizio morale. Per l'occasione, è stato concepito un intervento architettonico inedito che frammenta lo spazio della galleria ricreando un'atmosfera più intima in un’area che ricorda le sembianze sacrali di una cappella o di una cripta. Immerse in uno sfondo di profondo verde salvia, le figure enigmatiche ed i motivi sfuggenti che si mimetizzano sulle tele sembrano abitare questa camera in penombra in una dimensione temporale indefinita, dove le chiavi di lettura ed i riferimenti si sovrappongono. Esplorando il territorio ambiguo ma familiare del verosimile, Fogo dà vita a composizioni ermetiche che si aprono a mondi invisibili ed onirici. Visionari ed allegorici, i suoi dipinti rivelano una concezione non lineare di spazio-tempo ed evocano una nostalgia persistente, quasi voyeuristica, drammatizzata ulteriormente dai preziosi dettagli delle scene. Le opere di Fogo conservano una qualità metafisica che alle volte si restituisce in maniera quasi tattile. I toni crepuscolari e l'uso intenso ed innaturale di luci ed ombre pongono in primo piano il subliminale rispetto al razionale. Passando da blu lividi e cerulei fino a verdi metallici e rossi profondi, la sua palette di tinte contrastanti sfuma dolcemente in morbide tonalità pastello. Riferimenti storici, oggetti di uso quotidiano e simboli collettivi costellano le sue composizioni disegnando un universo privo di gerarchie culturali che ci rimanda alla disorientante coesistenza tra una dimensione di portata universale ed una più intima ed individuale nell’incerto presente.
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Meletios Meletiou
Sinodós
(a cura di Ilaria Monti)
30.11.2024 - 19.01.2025
Letteralmente “Compagno di viaggio”, nell’antica Grecia il termine “sinodós” (Συνοδός) aveva un’accezione sia pratica che simbolica: indicava la persona con cui si intraprendeva un viaggio, fisico o spirituale – come ad esempio accadeva durante i Misteri Eleusini, dove il sinodós era la guida che accompagnava l’iniziato nel proprio rito di passaggio. Abbracciando la complessità celata dietro i riferimenti e la lingua comune alla propria terra d’origine, Cipro, Meletios Meletiou realizza un’installazione site-specific concepita come un vagabondaggio disorientante tra percezioni e associazioni spontanee.
Un pupazzo di poliuretano termoplastico, cucito a mano e a misura d’uomo, abita sospeso lo spazio come un amuleto o un ingombrante ricordo d’infanzia, dialogando con una serie di sculture pavimentali, il cui pattern richiama il bugnato dell’architettura antica, che interrompono e contaminano l’articolazione dello spazio. Gli elementi apparentemente disconnessi delineano un paesaggio interiore ambiguo e dislocato, dove l’atmosfera raccolta e della dimensione domestica e infantile stride con il riferimento alle cortine esterne di edifici monumentali.
Gioco, affetto, innocenza, nostalgia, familiarità, sicurezza, separazione. Meletios Meletiou costruisce un sistema di contraddizioni e frizioni sulle categorie normalmente associate al pupazzo come oggetto ludico o come figura di sostituzione affettiva, e ai materiali e le forme dell’architettura classica occidentale. La trasparenza del materiale sintetico del pupazzo attiva uno scenario visionario, trasformando l’oggetto in un dispositivo ottico, una lente che plasma e riformula lo spazio circostante. Byung-Chul Han, nel suo saggio La società della trasparenza (2012), ipotizzava l’esistenza di una “dittatura della visibilità”, descrivendo il passaggio dal mondo come teatro e forma di rappresentazione, al mondo come spazio di prossimità assoluto, luogo di pura esposizione dove si annullano i confini tra dentro e fuori, dove “l’intimità distrugge la distanza”, anche quella necessaria al gioco, dove è impossibile delimitare i confini di se stessi. L’installazione di Meletiou rovescia il concetto stesso di trasparenza come elemento di verità, validazione e controllo, suggerendone piuttosto un utilizzo magico e ludico con cui trasformare lo spazio. Nella partitura di luci, ombre e superfici monocrome, l’artista simula il funzionamento della lanterna magica: il pupazzo trasparente e vuoto, attraversato da un fascio di luce ed esposto come unico protagonista su un palcoscenico buio, non proietta la forma di se stesso, ma soltanto la propria texture, simile a quella di un mare mosso. Nella teatralizzazione della trasparenza, a luci spente, tutto accade dentro e attraverso. La transizione tra ambiente diurno e notturno è il viaggio tracciato dall’opera: come un mondo fantastico che si manifesta soltanto al buio, innescando il sistema di proiezione, l’opera rivoluziona lo spazio valicando il confine tra realtà e finzione. Il grande pupazzo-manichino sembra perdere i connotati di riconoscibilità e familiarità, diventando piuttosto una presenza inquietante; le superfici scultoree riecheggiano la pelle di palazzi imponenti, simulano la plasticità e la durezza del cemento nascondendo un’anima di spugna. Intrecciando materiali e scenari diversi, Meletiou offre una nuova declinazione della propria ricerca sul gioco come pratica di percezione e rovesciamento dei codici estetici, e sull’etica ed estetica del decorativismo urbano. In uno spazio privo di altre coordinate e indizi specifici, l’artista intesse un’anti-narrazione basata sull’indicibilità e sull’epifania di una storia interiore.
BIO
Meletios Meletiou (Lemesos, Cipro, 1989) vive e lavora tra Cipro e Roma. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si laurea in Arti Visive e Decorazione nel 2016. Tra le mostre personali e collettive: 2024, The Companions no.4, International Short Film Festival di Oberhausen, GE; 2023, Playground, a cura di Panos Giannikopoulos, Eins Gallery, Limassol, CY; 2022, Buffer Zone, a cura di Gaia Bobò, Fondazione Pastificio Cerere, Roma, IT; 2021, Porta Portese, SPAZIOMENSA, Roma, IT; 2020, ReSize To Fit (installazione site-specific), a cura di Giulia Pollicita, Una Vetrina, Roma, IT; 2018, Fenêtre Jaune Cadmium, a cura di Sarah Linford, Istituto Francese di Cultura, Roma, IT; Maps-Spam, a cura di Alessandra Arancio, Società Geografica Italiana/Villa Celimontana, Roma, IT; Developing Cities, a cura di Angelica Gatto ed Emanuele Riccomi, Superstudio, Milano, IT; 2016, Quattro artisti al Castello, a cura di Cecilia Casorati, Castello di Santa Severa, IT.
Sponsored by Producer 360
Supported by Halime Özdemir-Larusso
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ENGLISH
(curated by Ilaria Monti)
The ancient Greek term “sinodós” (Συνοδός), which literally translates as “Travel Companion,” carries both practical and symbolic dimensions. It refers to the person who shares one’s journey, whether across physical landscapes or through spiritual realms. In the sacred context of the Eleusinian Mysteries, the sinodós was the guide entrusted with leading the initiate through a profound rite of passage, marking the transition into deeper knowledge and transformation. Embracing the intricate layers of references and the shared cultural language of his homeland, Cyprus, Meletios Meletiou creates a site-specific installation conceived as a disorienting journey through perceptions and spontaneous associations.
A life-sized puppet, meticulously hand-stitched from thermoplastic polyurethane, hovers in the space like an amulet or a cumbersome relic of childhood memory. It engages in a silent dialogue with a series of floor sculptures, whose patterns recall the rusticated stonework of ancient architecture, disrupting and transforming the spatial order. These seemingly disjointed elements sketch an ambiguous and displaced inner landscape, where the familiar aura of domestic and childhood realms clashes with allusions to the imposing facades of monumental buildings.
Play, affection, innocence, nostalgia, familiarity, safety, separation. Meletios Meletiou weaves a tapestry of contradictions and tensions around the associations typically evoked by the puppet as a playful object or surrogate figure of affection, and the materials and forms of classical Western architecture. The transparency of the puppet’s synthetic material conjures a visionary scenario, transforming it into an optical device, a lens that refracts and reshapes the surrounding space. In his essay The Transparency Society (2012), Byung-Chul Han, envisioned a “dictatorship of visibility,” describing the shift from a world conceived as theater and representation to one transformed into a domain of absolute proximity—a place of relentless exposure where the boundaries between interior and exterior dissolve. Here, “intimacy destroys distance,” erasing even the essential separation required for play and making it impossible to trace or preserve the contours of the self.
Meletiou’s installation challenges the conventional notion of transparency as a symbol of truth, validation, and surveillance, instead presenting it as a playful and magical force that reshapes space. Through a choreography of light, shadow, and monochromatic surfaces, the artist evokes the mechanisms of a magic lantern: the hollow, transparent puppet, illuminated by a beam of light and cast as the lone protagonist on a dark stage, does not project its own form but only its texture, reminiscent of the surface of a restless sea. In this theater of transparency, with the lights extinguished, everything unfolds both within and through. The journey traced by the work is defined by its transition from light to dark, as a fantastical world that reveals itself only in darkness, activating the projection system and blurring the boundary between reality and illusion.
The oversized puppet-mannequin sheds its familiar features, transforming into an uncanny presence. The floor sculptures mirror the skin of monumental architectural facades, mimicking the hardness of concrete while concealing a soft, spongy core. By weaving together diverse materials and scenarios, Meletiou deepens his exploration of play as a tool for perception and a subversion of aesthetic codes, while also probing the ethics and aesthetics of urban ornamentation. In a space devoid of familiar references or clear markers, the artist creates a reverse narrative grounded in the ineffable and in the epiphany of an inner story.
BIO
Meletios Meletiou (b.1989, Lemesos, Cyprus) lives and works between Cyprus and Rome. He studied at the Academy of Fine Arts in Rome, where he graduated in Visual Arts and Decoration in 2016. Solo and group exhibitions: 2024, The Companions no.4, International Short Film Festival of Oberhausen, GE; 2023, Playground, curated by Panos Giannikopoulos, Eins Gallery, Limassol, CY; 2022, Buffer Zone, curated by Gaia Bobò, Fondazione Pastificio Cerere, Rome, IT; 2021, Porta Portese, SPAZIOMENSA, Rome, IT; 2020, ReSize To Fit (site-specific installation), curated by Giulia Pollicita, Una Vetrina, Rome, IT; 2018, Fenêtre Jaune Cadmium, curated by Sarah Linford, Istituto Francese di Cultura, Rome, IT; Maps-Spam, curated by Alessandra Arancio, Società Geografica Italiana/Villa Celimontana, Rome, IT; Developing Cities, curated by Angelica Gatto and Emanuele Riccomi, Superstudio, Milan, IT; 2016, Quattro artisti al Castello, curated by Cecilia Casorati, Castello di Santa Severa, IT.
Sponsored by Producer 360
Supported by Halime Özdemir-Larusso
PRESS KIT
ph credit: Antonin Roure
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ALBINO CROVETTO | Genova 1960
Par Oktawiusz — Travail personnel, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=36183193 Genova, con i suoi vicoli, è il canovaccio su cui Albino Crovetto intesse la sua poesia. Un’urbanità fatta di piante che si arrampicano su muri scrostati, di asfalto che si screpola sotto i passi, di un grigio che sfuma nel nero e si mescola al mare. Lo sguardo del poeta è una lente…
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VALERIO ONIDA, La Costituzione, Nuova edizione a cura di Marta Cartabia, Il Mulino, 2024
il Mulino – Volumi – VALERIO ONIDA, La Costituzione https://www.mulino.it/isbn/9788815386762 In poche pagine, Valerio Onida ci racconta da dove viene la Costituzione italiana. Il suo linguaggio, i diritti che afferma, la Repubblica che costruisce e le relazioni internazionali che intesse, sono il risultato di un cammino storico che continua anche nel presente. Nel 75º anniversario dell’entrata…
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LA NOCHE HERMOSA Devetachi, 24 de agosto de 1916
Qué canto se alzó esta noche que urdió con cristalino eco del alma las estrellas
Qué fiesta surgía de alma en esponsales
Fui restaño de sombra
Ya muerdo como un niño la teta del espacio
Ya estoy ebrio de universo
*
LA NOTTE BELLA Devetachi il 24 agosto 1916
Quale canto s'è levato stanotte che intesse di cristallina eco del cuore le stelle
Quale festa sorgiva di cuore a nozze
Sono stato uno stagno di buio
Ora mordo come un bambino la mammella lo spazio
Ora sono ubriaco d'universo
Giuseppe Ungaretti
di-versión©ochoislas
#Giuseppe Ungaretti#literatura italiana#poesía hermética#embriaguez#comunión#universo#noche#di-versiones©ochoislas
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thank you for recommending my fic <3 it really means the world
OMG !!!!! O loved duality S O M U C H !!! It was so intessing to see this side of hyuka <33
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N.E. "La "Lucania" di Mario Trufelli: il senso dell'appartenenza senza alcun possessivo". Articolo di Vito Davoli
La Lucania è terra che ha dato i natali a poeti di intenso spessore che inevitabilmente hanno cantato il fascino dell’essenzialità e della durezza di una regione che, come poche, intesse continuamente relazioni creditizie e debitorie con la Storia; quella generale ma soprattutto la propria. Una terra che ha dato vita a straordinari poeti, da Rocco Scotellaro a Leonardo Sinisgalli, da Albino…
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Hi, ich komme aus der Nähe Duisburg und bin männlich.
Ich trage schon länger gerne Windeln und würde gerne mal aus probieren wie es wäre ein Little/Baby zu sein und umsorgt zu werden.
Meine Vorstellung ist
Gefüttert werden
Ein kleines Little / Baby kann seine Windeln noch nicht selbst wechseln
Und kuscheln
Bei intesse https://www.tumblr.com/blog/ja3one223
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