#interessante prezzo
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abr · 1 year ago
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Semplificando, possiamo dire che il “miracolo cinese” degli ultimi trent’anni si è basato principalmente su due settori: lo sviluppo immobiliare e le infrastrutture. (...) (T)ra il 2008 e il 2021, in media, il 44 per cento del PIL cinese è stato generato da investimenti interni (...), questa cifra era arrivata a sfiorare il 60 per cento. (...).Questa strategia (...) consente di creare moltissimi posti di lavoro (...). Basare la propria economia sugli investimenti significa che lo stato, le amministrazioni locali e le imprese private (drenano) enormi quantità di denaro per finanziare progetti. (...) In Cina, peraltro, gran parte delle banche è di proprietà pubblica (...). Questo modello di sviluppo (...) è piuttosto comune in molti paesi in via di sviluppo (...). Nelle economie mature (...) gli investimenti sono meno della metà di quelli della Cina (20% del PIL negli Stati Uniti), e il grosso del PIL è generato invece dai consumi interni: negli Stati Uniti il 68% (cittadini che comprano beni e servizi) mentre in Cina è appena il 38 per cento. (Il problema di una strategia di sviluppo fondata sugli investimenti infrastrutturali è che prima o poi finiscono) le cose da costruire che siano un investimento produttivo. (...) (L)e grandi compagnie di sviluppo immobiliare come Evergrande e Country Garden hanno (...) preso in prestito dalle banche soldi per costruire complessi residenziali ma poi (...) non li hanno venduti. Le compagnie non sono riuscite a rientrare delle spese, e il prestito (...) si è trasformato in un debito. L’aumento del debito ha riguardato tutta l’economia cinese (...). Oggi il debito complessivo della Cina (il debito pubblico, delle imprese, dei privati) ammonta a circa il 270 per cento del PIL. È una cifra paragonabile al debito di economie mature come gli Stati Uniti ma (...) il debito della Cina sta crescendo più rapidamente ed è meno sostenibile (PIL pro capite di 12 mila dollari contro i 76 mila degli Stati Uniti). (...) Buona parte del dibattito che si è sviluppato in questi mesi tra gli analisti e gli esperti riguarda dunque quanto sia profonda la crisi cinese, e in che modo (e a quale prezzo) la Cina potrà uscirne. (...) Per il regime autoritario cinese la preoccupazione di mantenere la stabilità sociale e di rimanere saldo al potere, oltre che la volontà di rendere la Cina un paese sempre più rispettato e aggressivo all’estero, ormai sopravanza la preoccupazione di riformare l’economia. (E') la strada già percorsa da molti regimi autocratici. (...) Altri economisti – (...) soprattutto in Cina –sostengono che se lo stato facesse di più per stimolare la domanda interna il grosso della crisi potrebbe essere evitato. Lo stato, sostengono, dovrebbe (...) mettere più soldi nelle mani dei cittadini, che in questo modo potrebbero consumare di più (...). Lo stato dovrebbe inoltre adottare misure di welfare simili a quelle dei paesi occidentali per creare un sistema sociale in cui la popolazione è sicura e ha le garanzie e la tranquillità necessarie per spendere i propri soldi. (Ma) il regime cinese (...) è fortemente contrario ad adottare nuove politiche di welfare: «i sostegni sociali in stile occidentale incoraggerebbero soltanto le persone a essere più pigre».
via https://www.ilpost.it/2023/09/01/modello-cina-crisi-economica/
Molto interessante, sul conundrum in cui si sta cacciando fatalmente la Cina, il riferimento per i Benecomunisti Statalisti tutti Ordine e Disciplina Il Lavoro Rende Liberi (avete presente Mattarella?).
Fantastico vedere il fallimento alla lunga del modello keynesiano ("prima o poi le cose da costruire che siano un investimento produttivo, finiscono"). incredibile ascoltare la musica del "meno soldi allo stato, più in tasca ai cittadini" (mica solo per consumare come vorrebbero i benecomunisti anche da noi) e come loro stessi skifino una eventuale evoluzione socialdemocratica: : «i sostegni sociali in stile occidentale incoraggerebbero soltanto le persone a essere più pigre».
Tutto questo rafforza la mia convinzione: gira e rigira non si scappa, il LIBERO MERCATO è l'unico punto di equilibrio cui naturalmente tendono gli organismi economici quindi sociali quando finiscono le droghe, punto a capo.
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elenascrive · 1 year ago
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Ci sono rimasta malissimo anch’io. Io che ho continuato a comperarla anche dopo la scuola. È un dispiacere grande e adesso ogni volta che riguarderò la Mia collezione, lo farò con emozione maggiore. Nessun Diario al Mondo potrà mai eguagliare o sostituire la Smemo. L’unico rammarico è che nonostante aumentasse il prezzo di anno in anno, arrivando a sfiorare quasi i 20 euro, è un vero peccato che nessuno abbia fatto niente per provare in qualche modo a salvarla. Non si può far fallire un’Istituzione del genere, un Monumento Amarcord non solo per quegli Adulti rimasti adolescenti come Me, ma anche per quegli adolescenti che sognano il Loro essere Adulti di domani.
Mi mancherai. Non scrivere più sulle Tue belle e preziose Pagine sarà diversamente interessante, anche perché nessun Diario riusciva a contenere tutto quello che avevo da dire quotidianamente, grazie al Tuo essere spazioso. Ciao Smemo, grazie per avermi accompagnata sino ad oggi! ❤️
@elenascrive
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multiverseofseries · 4 months ago
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Immaculate - La prescelta: Sydney Sweeney mostro di bravura
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Immaculate - La prescelta, film con Sydney Sweeney nel ruolo di una suora, Cecilia, tra fede e body horror. Una cosa è sicura: l'attrice è sempre più un mostro di bravura.
Incredibile come Sydney Sweeney fosse riuscita a evitare nella sua ormai lunga carriera (nonostante la giovane età recita al cinema da 15 anni) un ruolo da scream queen. Proprio lei, che ha la presenza scenica perfetta per una parte del genere. Finalmente quel momento è arrivato. Ma, come ci ha abituato, non è scontato: invece che dare corpo a una studentessa in vacanza in una località isolata, pronta a farsi inseguire in bikini da qualcuno con una motosega, l'attrice si fa suora. In Immaculate - La prescelta, è Cecilia, novizia americana che vola in Italia per prendere i voti e seguire la propria vocazione.
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Sydney Sweeney in Immaculate - La prescelta
Il convento in cui viene spedita, un posto in mezzo al nulla, che sorge sopra a delle catacombe, non è però esattamente quello che si potrebbe definire un luogo accogliente: come dicono le suore guidate dalla Madre Superiora (Dora Romano, meraviglioso volto del cinema italiano, pieno di una durezza d'altri tempi, che vorremmo vedere sempre più sul grande schermo) la fede è sofferenza. Essere la sposa di Dio significa quindi offrire il proprio corpo. A qualunque prezzo: anche a costo di provare dolore.
Il film di Michael Mohan, che con Sweeney ha già lavorato in The Voyeurs, gioca bene con body horror e thriller e sopratutto con la fotografia (firmata da Elisha Christian): in alcune scene è la stessa protagonista a illuminarsi con candele e torce, creando contrasti di luce in grado di costruire un'atmosfera sempre più piena di tensione e angoscia. Ma è proprio l'attrice a lanciare allo spettatore una sfida metatestuale davvero interessante: famosa per le sue curve e per l'essere sexy, al punto che c'è chi ha cercato di strumentalizzare il suo corpo definendolo la "risposta all'ideologia woke" (qualsiasi cosa questo voglia dire), Sweeney se ne riappropria sapientemente, non mostrandolo praticamente mai. Se volessimo definire Immaculate - La prescelta con una sola frase potremmo infatti definirlo così: il miracolo è mio e me lo gestisco io.
La trama di Immaculate: a cosa credi?
Non solo suore inquietanti. La trama di Immaculate vede infatti la presenza, sempre più asfissiante, di padre Sal Tedeschi (Álvaro Morte, il Professore della serie La casa di carta): ex biologo, è lui a scavare nel passato di Cecilia, scoprendo che la ragazza è quasi morta da piccola, cadendo in un lago ghiacciato. Da allora ha sentito fortissima la sua vocazione: Dio deve averla salvata per un motivo. Un motivo importante. Possibile che la ragione sia tra quelle antiche mura? Non ne è così certa Gwen (Benedetta Porcaroli): anche lei novizia, non è così ingenua e pura come la ragazza americana. Fuma e sa quando qualcuno le sta dicendo una bugia. Non riesce a convincersi che, proprio lì, sia avvenuto un miracolo. Padre Sal però ne è sicuro, così come il Cardinale Franco Merola (Giorgio Colangeli, in un momento d'oro della sua carriera). Che sia tutto previsto da un disegno divino?
Sydney Sweeney è sempre più brava
Non si perde in momenti morti e chiacchiere inutili Michael Mohan: Immaculate - La prescelta è diviso in tre atti, per una durata di 90 minuti, tutti necessari a raccontare la storia di Cecilia e del suo miracolo. Il ritmo è dunque veloce, la tensione alta, il cast ottimo. Su tutti proprio la protagonista: Sydney Sweeney è in grado di passare dal candore più assoluto e innocente a una maschera di rabbia inarrestabile. Non temete infatti: se vi interessa il sangue ne avrete in abbondanza.
L'attrice si trasforma davanti ai nostri occhi in un angelo sterminatore, degno del miglior revenge movie. A impreziosire il tutto una confezione curata e un gusto evidente per il trucco prostetico. Si parla di fede e spirito santo in questo film, ma tutto è molto materico: la carne, ciocche di capelli tagliati, le piume strappate dei polli. E poi fiamme che lasciano segni, denti che cadono: in questo caso il corpo vince sullo spirito. Per arrivare a un climax intelligente e indimenticabile: il finale di Immaculate - La prescelta avrebbe infatti potuto prendere una strada più facile, consolatoria. Invece, anche qui, Sydney Sweeney accetta di rendersi protagonista di una scena ambigua e volutamente disturbante. È così che cresce un mostro di bravura: con scelte coraggiose e non scontate come questa.
Conclusioni
In conclusione Immaculate - La prescelta, il film di Michael Mohan unisce bene elementi del body horror al thriller, senza perdersi in scene e discorsi inutili, rimanendo compatto e dal ritmo serrato in tutti i suoi 90 minuti di durata. C'è grande gusto per il trucco prostetico e l'utilizzo della luce naturale, ma è Sydney Sweeney a brillare più di tutto: sempre più brava, passa con disinvoltura dall'essere un'ingenua a diventare un angelo sterminatore. Il finale di Immaculate - La prescelta resterà con voi a lungo.
👍🏻
Sydney Sweeney: sempre più brava.
Il ritmo serrato, senza scene e dialoghi inutili.
L'ottimo cast di contorno.
L'utilizzo della luce naturale.
Le props e il trucco prostetico.
Il finale che non si dimentica.
👎🏻
Chi è attento potrebbe anticipare presto molti dei colpi di scena.
Non vi aspettate il film definitivo su suore e horror.
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schizografia · 1 year ago
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Sui vantaggi di non essere ascoltati
Inattuale è innanzitutto quella parola che si rivolge a un pubblico che in nessun caso potrà riceverla. Ma proprio questo definisce il suo rango. Se un libro che si rivolge solo ai suoi lettori deputati è poco interessante e non sopravvive al pubblico cui era diretto, il prezzo di un’opera si misura invece proprio dalla temerarietà con cui interpella coloro che non potranno accettarla. Profezia è il nome di questa speciale temerarietà, destinata a restare inaudita e illeggibile. Ciò non significa che essa conti di essere un giorno – per ora lontano – riconosciuta: un’opera resta viva solo finché vi sono lettori che non possono accettarla. La canonizzazione, che rende obbligatoria la sua accettazione, è infatti la forma per eccellenza del suo deperimento. Solo in quanto mantiene nel tempo una parte di inattualità l’opera può trovare i suoi autentici lettori, cioè quelli che dovranno scontare l’indifferenza o l’avversione degli altri.
L’arte della scrittura non consiste perciò soltanto, com’è stato suggerito, nel dissimulare o lasciare non dette le verità a cui si tiene maggiormente, quanto innanzitutto nella capacità di selezionare il pubblico che non vorrà riceverle. Va da sé che questa selezione non è il frutto di un calcolo o di un progetto, ma solo di una lingua che non concede nulla all’attualità – cioè alle regole che definiscono ciò che si può dire e il modo in cui dirlo. Che sia limpida e ferma – o, come spesso avviene, oscura e balbettante – profetica è in ogni caso quella parola, la cui efficacia è precisamente funzione del suo restare inascoltata.
Giorgio Agamben
13 ottobre 2023
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katnisshawkeye · 9 months ago
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Il Re delle Volpi
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Scheda informativa
Autore: Fiore Manni – sua è anche l'illustrazione in copertina Direzione grafica: the world of dot – Francesca Leoneschi (art director) e Mauro De Toffol (graphic designer) Editore: Rizzoli Prima edizione: ottobre 2023 Pagine: 490 Prezzo: € 17,50
Trama
Il giorno del suo diciottesimo compleanno, Marian ha ben poco da festeggiare: la madre l'ha promessa in sposa al detestabile Carl Lawrence, e a lei non resta che ubbidire. È proprio nella residenza di campagna del futuro marito che la ragazza incontra una volpe nascosta in un cespuglio. Incredibile ma vero, la volpe le parla. Si chiama Macbeth, e le fa una promessa: se Marian lo aiuterà a tornare a Faerie, il Re delle Volpi in cambio esaudirà qualsiasi suo desiderio. Marian, che per tutta la vita non ha fatto altro che subire le decisioni altrui, non ha dubbi. Questa è l'occasione che ha sempre sognato per rivendicare la sua libertà! Appena varcato il passaggio tra l'Altrove e il mondo di Faerie, però, scopre di essersi cacciata in un mare di guai e che Aleister, il Re delle Volpi, non è esattamente come se lo era immaginato. In compagnia del viziatissimo (ma affascinante) re, Marian dovrà sfuggire a fate vendicative, introdursi nel labirinto sotterraneo dei nani, difendersi da frotte di goblin e da mostri feroci. Ma, soprattutto, per la prima volta, dovrà imparare a sentire la propria voce.
Recensione
Fin dal prologo si nota come l'attenzione per le leggende gaeliche sia il punto chiave del nuovo libro di Fiore Manni, ma subito ci si accorge che anche la letteratura inglese ha la sua importanza.
Il libro si apre quasi come Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen. Quasi solamente perché l'incipit di "Il Re delle Volpi" è semplificato, più moderno e meno pesante, accompagnandoti per mano in un mondo e in un'epoca caratterizzati dagli obblighi e dai doveri coniugali ed ereditari dell'alta borghesia inglese.
La protagonista, Marian Crawford, è la terzogenita della sua famiglia. Ma mentre le sorelle maggiori, Margaret ed Elizabeth, sono a loro agio alle feste e ai balli, al corteggiamento dei ragazzi carini, agli inviti a eventi sociali, Marian si trova più a suo agio con il naso chino in un libro, immaginando mille avventure e trovando proprio nei libri conforto e risposte a domande e pensieri che non ha il coraggio di esporre ad alta voce.
Ma, nell'andare avanti, il libro inizia a somigliare più a Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll: come Alice segue il Coniglio nella sua tana, Marian segue la volpe nel suo mondo*. Ma la somiglianza tra Marian e Alice non si ferma qui: entrambe le protagoniste delle loro storie, infatti, amano la lettura e nei libri trovano il loro mondo e le loro avventure, vivendone poi una loro, personale, solo quando incontrano la magia di cui hanno sempre solo letto nelle narrazioni che le appassionano.
La volpe, Macbeth, ricorda inoltre quella de Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry. È una creatura per così dire magica, parlante, che nel suo sapere sa essere saggia e che prende a fidarsi con l'umano protagonista della storia condividendo perle del suo mondo, in modo tale da aiutare inconsciamente Marian nel suo destino.
Interessante è come Marian si senta di impazzire nel mentre sceglie di seguire Macbeth e non, invece, di far parte di un sogno che sembra così reale da apparire vero e dal quale si sveglierà. Come se il svegliarsi da un sogno in cui hai sfiorato un futuro senza matrimonio, un futuro di libertà fosse peggio di essere rinchiuso in un manicomio nel qual caso venissi trovato e avessi raccontato dell'assurda avventura vissuta.
L'avventura di Marian può essere paragonata alla ricerca di se stessa. Fin da quanto la protagonista mette piede a Faerie, le difficoltà e i ripensamenti non mancano di arrivarle una dopo l'altra, mettendola di fronte a domande e a scelte che, prima, avendo sempre vissuto a casa propria tra i suoi amati libri, non si era mai veramente premurata di porsi e di affrontare. Ma, con il proseguire della sua avventura, Marian capisce che il matrimonio non è una "perdita di libertà" se tale libertà è condivisa con qualcuno che si ama veramente.
Le similitudini con altre storie non si fermano a Il Piccolo Principe e ad Alice nel Paese delle Meraviglie, ed è molto divertente e stimolante scoprire le varie ispirazioni, Harry Potter e leggende celtiche comprese, incastonate nella storia in modo da formarne una tutta nuova e meravigliosa.
La lettura è gradevolmente scorrevole, e il libro ha tutte le caratteristiche di una favola moderna.
* La stessa Marian cita di essere diventata Alice che si tuffa nella tana del Bianconiglio alla scoperta del Paese delle Meraviglie, citando inoltre "Quanto è profonda la tana del Bianconiglio?" quando deve effettivamente infilarsi nel buco nero, sudicio e umido, ingresso di Faerie.
Valutazione
★★★★★ 5/5
Della stessa autrice
Libri
Jack Bennet e la chiave di tutte le cose, Rizzoli, 2018
Jack Bennet e il viaggiatore dai mille volti, Rizzoli, 2019
Come le cicale, Rizzoli, 2021
Nel buio della casa, con Michele Monteleone, Sterling&Kupfer, 2021
Amore, sesso e altre cose così, con Elena Peduzzi, Rizzoli, 2022
Fumetti
4 o'clock. Patetico., Shokdom, 2015
Mask’d - The Divine Children, con Michele Monteleone e Ilaria Catalani, Star Comics, 2020
Una nuova Camelot, con Michele Monteleone, Marco Del Forno, Claudia Giuliani e Maria Letizia Mirabella, Edizioni BD, 2024
Curiosità sull'autrice
Fiore Manni ha, inoltre, un canale YouTube nel quale recensisce e parla di libri, anche insieme al marito Michele Monteleone, che recensisce e parla di libri anche sul suo personale canale YouTube.
Insieme a Michele, Fiore ha un gruppo di lettura: La Lega dei Lettori Straordinari (Telegram – Instagram).
Fiore ha, inoltre, un altro gruppo di lettura tutto suo: The Fox Book Club.
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daimonclub · 9 months ago
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Riflessioni varie sul lavoro
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Riflessioni varie sul lavoro Riflessioni varie sul lavoro, pensieri, idee, meditazioni e brevi testi semiseri o umoristici sull'arte di lavorare e sul significato profondo di tale attività. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale. Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (Articolo 23), 1948 Il progresso tecnico ha avuto due conseguenze per il lavoratore: da un lato ha modificato la divisione delle prestazioni tra l’uomo e la macchina, dando sempre più importanza alla macchina a danno del lavoratore; d’altro lato esso ha trasformato l’attività umana che, inizialmente muscolare, è diventata soprattutto percettiva e mentale. P. Cazamian Dicono che la donna nel mondo del lavoro è ancora discriminata e tuttora meno occupata. Io comunque guardandomi in giro osservo che tra i lavoratori ve ne sono molti del gentil sesso, per esempio le suore , le infermiere, e ancora le domestiche, le insegnanti, le commesse, le impiegate di banca, le cassiere dei supermercati, le parrucchiere, le maestre d'asilo, le massaggiatrici, le prostitute, le ballerine, le ragazze immagine e così via. Carl William Brown La soddisfazione di ammazzare il tempo e di trovare uno sbocco, sia pure modesto, all'ambizione, viene offerta da ogni lavoro, e basta, nella media, a rendere più felice di un uomo che non fa nulla persino un uomo che fa un lavoro monotono. Ma quando il lavoro è interessante, esso è capace di dare soddisfazioni di ordine molto più elevato del mero sollievo dal tedio. Bertrand Russell Il ricercatore conoscerà a fondo il gergo del suo capo, e ne conoscerà tutta la letteratura e le sue ramificazioni, ma molto spesso sarà portato a considerare l’argomento più prossimo come qualcosa che riguarda il suo collega (tre porte più in là nel corridoio) e a ritenere un eventuale interessamento da parte sua come una deprecabile indiscrezione. N. Wiener Non vedo nulla di più preoccupante, politicamente, di questi nuovi sistemi industriali. Quando un artigiano si dedica sempre e unicamente alla fabbricazione di un solo oggetto, finisce col rifinire questo lavoro con perizia particolare. Però, al tempo stesso, perde la capacità generale di applicarsi alla direzione del lavoro; ogni giorno egli diventerà più abile e meno industrioso, e si può affermare che in lui l’uomo si avvilisce a misura che l’operaio si specializza. A. de Tocqueville Il lavoro, come tutte le altre cose che si comprano e che si vendono ha il suo prezzo naturale e il suo prezzo di mercato. Il prezzo naturale del lavoro è il prezzo necessario per mettere i lavoratori nel loro complesso in condizione di sussistere e perpetuare la loro specie senza né aumenti né diminuzioni. David Ricardo Uno dei sintomi dell'arrivo di un esaurimento nervoso è la convinzione che il proprio lavoro sia tremendamente importante. Se fossi un medico, prescriverei una vacanza a tutti i pazienti che considerano importante il loro lavoro. Bertrand Russell Non è solo un ammortizzatore sociale, un’umiliazione operaia, è qualcosa che assomiglia nei suoi effetti alla nube atomica di Cernobil, una minaccia che non sai come combattere, un limbo da cui non sai se uscirai, un sacrificio che non sai a chi attribuire, se al padrone o alle nuove macchine o alle minacciose vicende di un mondo preso dalle convulsioni. Giorgio Bocca
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Riflessioni sul lavoro I missionari cattolici sono sempre andati nelle zone più primitive e lontane non solo per diffondere la propria religione e la propria morale, ma anche per sottomettere gli indigeni del luogo alla propria autorità. Oggigiorno si assiste ancora allo stesso tipi di fenomeno da parte dei ricchi paesi arabi, che per spargere il seme dell'islamismo, donano moschee alle zone più povere del mondo, è il caso per esempio dell'Albania. Mi si obietterà che tutto ciò crea lavoro ed in paesi poveri questa è una buona cosa; al che non posso che apprezzare tali riflessioni, ma al tempo stesso vorrei pure ricordare che anche buttare giù delle chiese o delle moschee o qualsiasi altra edificazione religiosa crea ugualmente del magnifico lavoro, magari per il futuro. Pensateci, quando avrete delle crisi di occupazione. Carl William Brown La sapienza dello scriba cresce nella quiete del riposo, e chi è libero da faccende diventa savio. Come può acquistare la sapienza chi regge l’aratro ed è intento a tracciare solchi? E il fabbro ferraio che lotta col calore della fucina O il vasaio? Tutti costoro sperano nell’opera delle proprie mani e ciascuno è saggio nel suo mestiere. Senza di loro nessuna città può essere costruita, né abitata, né frequentata. Ma essi non sono accolti nel consiglio del popolo, e nell’assemblea non hanno un posto. La Bibbia, Ecclesiaste Vi sono due specie di lavoro: la prima consiste nell’alterare la posizione di una cosa su o presso la superficie della terra, relativamente a un’altra cosa; la seconda consiste nel dire ad altri di farlo. La prima specie di lavoro è sgradevole e mal retribuita, la seconda è gradevole e ben retribuita. Bertrand Russell La mia religione, la mia fede? Sperare di trovare una ricca donna che mi mantenga e che sovvenzioni i miei studi e le mie ricerche. Il mio lavoro? Andare a caccia di ereditiere; si lo so, non è facile, a volte si spreca tutta la vita alla ricerca di una facoltosa preda e ahimè, niente, non se ne trova neanche una! Ma ciò è pur sempre la mia attività, il mio credo, la mia dottrina, la mia filosofia, la mia terapia; è l'unica cosa che mi conforta e che mi da la forza di continuare, di sopportare questa triste e monotona esistenza, e poi, e questo è il motivo fondamentale, è l'unica cosa che so fare. E non ditemi che è una stupida illusione, perché vi risponderei che non c'è nulla di più serio e di più veritiero di questa mia semplice ed efficace religione. Carl William Brown Ogni uomo sarà ricco o povero secondo la quantità di lavoro di cui può disporre, o che può permettersi di comperare. Adam Smith Certamente il lavoro produce meraviglie per i ricchi, ma produce lo spogliamento dell'operaio. Produce palazzi, ma caverne per l'operaio. Produce bellezza, ma deformità per l'operaio. Esso sostituisce il lavoro con le macchine, ma respinge una parte dei lavoratori ad un lavoro barbarico, e riduce a macchine l'altra parte. Produce spiritualità, e produce l'imbecillità, il cretinismo dell'operaio. K. Marx Signori, noi, bambini occupati presso fabbriche di Manchester, ci permettiamo presentare alle Loro Signorie questa umile e rispettosa memoria. Imploriamo la Loro pietà e compassione per le nostre sofferenze, per il gran carico di lavoro gettato sulle nostre spalle infantili, per la lunga durata di questo lavoro quotidiano, eseguito in gran parte nell’aria chiusa di un locale surriscaldato, per la debolezza che provoca in noi piccoli, e per le infermità e deformazioni che colpiscono molti di noi, per la soverchiante fatica che debilita i nostri sensi e per l’esclusione di qualunque opportunità di imparare a scrivere e a leggere ; vogliamo un po’ di tempo per un po’ di riposo, per un po’ di gioco e per imparare a leggere e a scrivere. Petizione inglese a favore dei minori che lavorano nei filatoi, 1833 Una volta rispondendo ad un'offerta di lavoro mi è capitato che il direttore di un giornaletto di annunci economici di provincia mi ha persino chiesto se sapessi scrivere degli articoli, come se per scrivere quelle stupide fesserie servisse pure una particolare abilità, al che gli risposi di no, infatti le mie capacità sono scarse in materia di imbecillità. Carl William Brown "Il lavoro non deve essere sfruttamento d'un uomo ad opera di un altro uomo, che detiene nelle sue mani il capitale e il potere politico" disse il Socialismo. Va bene, ma quando si è dato il capitale in mano allo Stato e lo Stato in mano a capi "proletari", cessa il lavoro di essere sfruttamento di uomini da parte di altri uomini? Luigi Grande Il lavoratore diviene un rivoluzionario quando si libera del proprio 'operaismo', quando giunge a detestare il proprio ruolo di classe senza mezzi termini, qui e ora, e quando comincia a scrollarsi di dosso quei caratteri che i marxisti più gli ammirano – l'etica del lavoro, la struttura caratteriale derivante dalla disciplina industriale, il rispetto per la gerarchia, l'obbedienza ai capi, il consumismo, le scorie del puritanesimo. Murray Bookchin
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Sfruttamento del lavoro Se oggi il lavoratore non è più un proletario, se il prototipo di questo lavoratore, il ‘povero che lavora’ della prima generazione degli operai inglesi, non è più riconoscibile nell’operaio dei nostri giorni, questo è per massima parte merito del sindacato. E si tratta di un’azione che non poteva essere attesa dall’esterno: non dallo Stato, non dall’imprenditore paternalistico, non dalle tanto lodate istituzioni sociali; doveva scaturire invece dallo spirito e dalla volontà della classe lavoratrice. L’unica forma sociale che essa ha creato è il sindacato. G. Briefs Freud nell'Avvenire di un'illusione scriveva che è probabile che gli oppressi sviluppino una certa ostilità nei confronti di una civiltà che il loro lavoro ha reso possibile, ma di cui non ne condividono le ricchezze, ma probabilmente era piuttosto ottimista, ed è perciò che c'è bisogno che qualcuno fomenti questa ostilità, magari trasformandola in aggressività. Carl William Brown Ciò che muove il lavoratore a dichiararsi malcontento è la speranza del meglio; egli spera di lavorare sempre meno e di godere sempre più: è questa la formula della profezia socialista: il massimo dei beni col minimo dello sforzo; formula contro la quale protestano la ragione, la logica, le leggi del mondo organico e fisico dove gli effetti sono sempre rigorosamente proporzionati alle cause. Federico De Roberto La gente vuole vivere e deve vendersi; ma disprezza chi sfrutta le sue necessità e compra i lavoratori. È curioso che la soggezione ai potenti, agli individui che ispirano paura e perfino terrore, ai tiranni e ai condottieri d’eserciti, non sia sentita in modo tanto doloroso come la soggezione a persone anonime e poco interessanti quali sono i capitani d’industria. Nel datore di lavoro l’operaio vede di solito un astuto figlio di cane che gli succhia il sangue e che specula sulle sue necessità, il cui nome, aspetto e carattere gli sono del tutto indifferenti. F. Nietzsche La maggior parte dei lavori penosi, monotoni erano ritmati al suono della musica. Il flauto, il piffero e lo zufolo regolavano i movimenti e davano gli ordini nei cantieri di costruzioni marittime. In tutti i mestieri si erano conservate vecchie canzoni per ciascuna occupazione Come la ginnastica e la danza, il lavoro manuale si ritmava e si ricreava. G. Klotz Vi è stato sempre detto che il lavoro è una maledizione e la fatica una sventura. Ma io vi dico che quando lavorate compite una parte del sogno più avanzato della terra, che fu assegnata a voi quando quel sogno nacque. E che sostenendo voi stessi col lavoro amate in verità la vita, e che amare la vita nel lavoro è vivere intimamente con il più intimo segreto della vita. Kahlil Gibran In genere quando lavoro in luoghi pubblici prefersico vestirmi bene. In primo luogo perché viceversa sembrerei uno appena scappato di prigione, così facendo non è che cambi poi molto, però almeno do l'impressione di uno che ha avuto il tempo di cambiarsi. Una seconda ragione è che in questo modo offro l'occasione di pensare a chi mi guarda di essere sul punto di andare ad un matrimonio, ed in effetti è così, infatti la stupidità si sposa tutti i giorni. Infine, poiché, da buon samurai, cammino sempre con lo spirito della morte al mio fianco, se dovesse succedere l'irreparabile, almeno sono già pronto e bell'addobato per entrare nella bara. Carl William Brown Le manifatture (inizio XIX sec.) (...) erano luoghi dell’orrore. Se il più delle volte erano collegati con orfanotrofi, manicomi e ospedali, ciò non significa affatto che i luoghi di lavoro fossero una sorta di ospizio, ma piuttosto che l’ospizio stesso era un luogo di lavoro, e gli uomini morivano di lavoro come di un’infermità. M. Horkheimer Nessuno allora parlava inglese, le donne cucinavano e allattavano i loro bambini in strada, sbucciavano i piselli, lavavano i loro panni nelle tinozze. Erano le faccende quotidiane dei loro paesi d’origine, solo che qui strappate dal loro ambiente, dal sole del Sud, dalla loro lingua, quelle povere donne apparivano sperdute e avvilite in tutta la loro miseria e tristezza Le donne che allattavano i bambini esponevano con fierezza seni abbondanti e rigogliosi. P. Di Donato In un migliore ordinamento della società il lavoro e le necessità pesanti della vita saranno affidati a chi ne soffre di meno, cioè al più insensibile, e così gradualmente su su, fino a colui che è sensibile al massimo alle specie più alte e sublimate di sofferenza e che perciò continua a soffrire anche quando la vita gli viene alleviata al massimo. Friedrich Nietzsche Quando più individui funzionano insieme in vista di un obiettivo comune nello stesso processo di produzione o in processi diversi ma collegati, il loro lavoro assume allora la forma cooperativa A parte la nuova potenza che risulta dalla fusione di numerose forze in una forza comune, il solo contatto sociale produce una emulazione ed un eccitamento degli spiriti animali (animals spirits) che aumentano la capacità industriale di esecuzione Ciò proviene dal fatto che l’uomo è per natura, se non un animale politico secondo l’opinione di Aristotele, almeno in ogni caso un animale sociale. K. Marx Il lavoro è innanzitutto un atto tra l’uomo e la natura. L’uomo vi gioca, di fronte alla natura, il ruolo di una potenza naturale. Le forze di cui il suo corpo è dotato, braccia e gambe, testa e mani, egli le mette in movimento al fine di impadronirsi della materia dandole una forma utile alla sua vita. Contemporaneamente, mentre con questo movimento egli agisce sulla natura esteriore e la modifica, egli modifica la sua stessa natura e sviluppa le facoltà che vi erano in potenza. K. Marx Tutti a risparmiare tempo, a pungolare il rendimento, a stigmatizzare l’assenteismo, ma soltanto nell’industria mentre altrove il tempo si butta Una maggiore produttività e un migliore utilizzo del tempo non dobbiamo cercarli sempre e soltanto nel lavoro di fabbrica. A. Accornero Se uno è costretto per nascita e malasorte a lavorare, meglio che lavori di continuo finché non muore, e se ne stia fermo sul posto di lavoro. Io non capisco tanta gente che sgobba per farsi la casa bella nella città dove lavora, e quando se l'è fatta sgobba ancora per comprarsi l'automobile e andare via dalla casa bella. Luciano Bianciardi Durante la campagna elettorale di Berlusconi c'è stato un momento in cui ho iniziato veramente a preoccuparmi, infatti il demiurgo aveva promesso un milione di nuovi posti di lavoro, al che mi sono detto: "Sta a vedere, che ora dovrò iniziare anch'io a lavorare". Per fortuna però era un falso allarme e così sono tuttora felicemente disoccupato; e i soldi, direte voi, beh, per quelli non c’è problema, a lui non mancano, e poi non li mangiano neanche le galline. Carl William Brown Sulla tematica del lavoro potete anche leggere: Aforismi e citazioni sul lavoro Umorismo nero e lavoro Scuola, ozio e lavoro Labor Day explained Aforismi sulle pensioni Aforismi sulle pensioni di C.W. Brown Aforismi per autore Aforismi per argomento Riflessioni e pensieri Saggi e aforismi Read the full article
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savemebecomemydemons · 1 year ago
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Quando parli ad una persona e si mostra realmente interessante, non ha prezzo
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jazzluca · 11 months ago
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RUMBLE ( Core ) Movie Studio Series *Bumblebee Concept Art*
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Un altro RUMBLE di classe Core invade la linea Movie Studio Series, ma questa volta non è un Tartar a noi noto, dato che effettivamente NON compare in nessun film, dal vivo o animato che sia, ma, quasi a voler raschiare il fondo del baril… cioè, spremere quella gallina delle uova d'oro che erano le scene su Cybertron del film di Bumblebee, ecco quindi anche i personaggi creati solo a livello di concept design ma poi scartati / tralasciati da quella famosa introduzione allo spin-off dedicato a Maggiolino.
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A scanso di cromatici equivoci, il Rumble di quest'ormai sorta di sotto universo dei Tf visti o comunque anche solo pensati per quei pochi ma fondamentali minuti al cinema, è colorato di blu come nei cartoni ( laddove in realtà nei giocattoli era rosso, come sappiamo ), un blu scuro principale con tocchi di azzurro sulle spalle del ROBOT, che citano quindi la colorazione del modellino del 1984 di Frenzy e non quella viola / lilla vista in tv, e grigio scuro su testa, gambe inferiori e … martelli?
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Sì perchè un po' pigramente il nostro robottino ha al posto delle braccia gli iconici martelli pneumatici come si vedevano spuntare nei cartoni animati, invece che avere dei moduli aggiuntivi come l'omonimo SS 86, o comunque almeno accennare una sorta di minima trasformazione o perlomeno avere i pugni scolpiti all'interno! ^^'
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Certo, capisco che sia un Core class, anzi, META' Core, praticamente, ma il punto è che è venduto come uno intero, quindi anche se giocoforza imitava l'omonimo SS, almeno uno non si sente in colpa a spendere il prezzo pieno per metà giocattolo!
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Martelli pneumatici a parte che potevano passare magari come armi per il Soundwave Voyager, un po' come aveva almeno Ravage Core la punta del fucile in stile G1 per questo Memor, invece qui abbiamo due pistoline che in Rumble assumono solo la valenza di decorazione da sistemare dietro la schiena, ma unite diventa ALMENO una pistolina sempre per S.W.
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Tornando al robottino, l'aspetto comunque non è male, con tocchi di giallo e rosso decorativi, la faccia con un'inedita mascherina sulla bocca e ben snodato nella media di un Core class, "braccia" permettendo.
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La TRASFORMAZIONE non è male, nel suo … piccolo, con le braccia che si ripiegano all'indietro, le gambe che ruotano e si proiettano pure all'indietro per formare una sorta di parallelepipedo anonimo che potrebbe essere qualsiasi cosa, ma cui la funzione principale è quella di potersi inserire ovviamente nel petto di Soundwave, così come già visto con Ravage.
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La cosa più interessante di questo "coso" è però quella di inglobare le due pistoline all'interno, così almeno questi accessorini piccini non vanno persi da un alt mode all'altro.
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Poco altro da dire sulla modalità alternativa, quindi, ma resta un po' di amaro in bocca per la scarsa massa offerta da questo giocattolo, assai inferiore rispetto agli altri colleghi normali e pure degli altri "cassettebot" SS 86 o no, quando bastavano almeno un paio di accessori in più giusto per non sentirsi in colpa dopo l'acquisto, o comunque al limite da prendere quantomeno scontato.
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Ah, vai a sapere se per caso faranno mai una versione rossa e chiamata Frenzy, poi, dato che questo nome nell'universo cinematografico dal vivo dei tf è già stato opzionato per il partner di Bariccade del primo film di Bay, ma ehi, mai dire mai! ^^
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gcorvetti · 1 year ago
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Caos.
Ieri mi è venuta in mente una cosa bizzarra "E se io mettesi il looper nell'uscita del mixer potrei loppare tutto quello che è collegato al mixer...", pensando così ho visto un orizzonte ampio. Poi mi è balenato in mente di collegare la pedaliera al send degli effetti così facendo posso dare gli effetti a tutto quello che passa dal mixer. Collego il tutto senza pensare ma guardando a quell'orizzonte lontano, inizio a fare delle prove col microfono, funziona, preparo degli effetti esagerati, delay che arrivano fin sulla luna, reverbero ampio, echo da paura. Ma mi blocco perché non riesco a mettere in loop niente, nel senso che cerco di fare un ritmo con la voce ma non va in loop perfetto, allora mi è sorto un dubbio "O non sono buono io a premere il pulsante in tempo perfetto oppure sto coso non funziona come si deve", la seconda mi ha un pò irritato perché allora capisco il fatto che il tizio l'abbia venduto ad un prezzo stracciato, argh. Ad un certo punto penso "Prendo la chitarra e provo..." ma i cavi erano così incasinati che sono andato nel pallone, quindi ho mollato tutto così com'era e sono sceso per la routine dei forni e per fare quella montagna di piatti che di solito mi guarda per tutto il giorno e che sembra dirmi "La lavastoviglie è qui sotto, che fai ci metti a lavare?". Conclusione, non ho combinato niente, ma ci sta perché quell'orizzonte è sempre la e potrebbe rivelarsi interessante, oggi vado nello studio a sistemare il tutto come prima. Poi nella desolazione solitaria della sera mi sono messo a disegnare, non sono un mago della matita e non ho idee artistiche speciali, ma quello che ho fatto mi piace, eccolo
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Un paio di ore con nelle cuffie musica rilassante, vi linko uno degli album
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architettura-design-2024 · 1 year ago
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Maniglie Porte Esterne e Interne: Un Dettaglio di Stile e Funzionalità
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Le maniglie delle porte, spesso trascurate ma fondamentali, giocano un ruolo cruciale nell’estetica e nella funzionalità di un ambiente. Esse non solo aggiungono uno stile distintivo ma contribuiscono anche alla comodità e all’usabilità degli spazi. In questo articolo, esploreremo le diverse opzioni disponibili sul mercato, concentrandoci sulle maniglie delle porte esterne e interne, con particolare attenzione alle rinomate Maniglie Olivari.
Maniglie Porte Esterne: Un Benvenuto con Stile
Le maniglie delle porte esterne sono la prima impressione che un visitatore ha della tua casa. Esse non solo devono resistere alle intemperie e all’usura quotidiana, ma devono anche aggiungere un tocco di eleganza al design complessivo dell’edificio. Le Maniglie Olivari per porte esterne sono una scelta eccellente per coloro che cercano la combinazione perfetta tra robustezza e raffinatezza.
I materiali utilizzati per le maniglie esterne sono di vitale importanza. Acciaio inossidabile, ottone e leghe resistenti alla corrosione sono spesso preferiti per garantire una lunga durata e una manutenzione ridotta.Le Maniglie Olivari per porte esterne offrono una vasta gamma di stili, dai design classici a quelli moderni, permettendo di personalizzare l’aspetto della tua casa secondo il tuo gusto personale.
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Maniglie Porte Esterne e Interne: Un Dettaglio di Stile e FunzionalitàOltre alle maniglie, i serramenti Finestral sono un elemento chiave quando si tratta di porte e finestre. La scelta dei serramenti giusti è cruciale per garantire la sicurezza e l’efficienza energetica della tua casa. Scegliere serramenti di qualità come quelli offerti da Finestralpuò migliorare non solo l’aspetto estetico, ma anche la sicurezza e l’isolamento termico del tuo ambiente.
Maniglie Porte Interne Olivari: Dove la Bellezza Incontra la Funzionalità
Le maniglie delle porte interne svolgono un ruolo importante nell’ambiente domestico, influenzando il flusso e l’armonia degli spazi interni. Le Maniglie Olivari per porte interne sono celebri per la loro qualità artigianale e il design accattivante. Realizzate con cura e attenzione ai dettagli, queste maniglie aggiungono un tocco di classe e raffinatezza ad ogni stanza.
Un aspetto particolarmente interessante delle Maniglie Olivari per porte interne è la loro versatilità. Con una vasta gamma di finiture e stili tra cui scegliere, è possibile abbinare le maniglie all’arredamento esistente o utilizzarle come elemento distintivo che cattura lo sguardo. Dalle finiture cromate alle tonalità più calde dell’ottone, le opzioni sono praticamente illimitate.
Il Prezzo delle Maniglie Olivari: Un Investimento nell’Eleganza e nella Qualità
La qualità ha un prezzo, si suol dire, e lo stesso si applica alle Maniglie Olivari. Tuttavia, è importante considerare questi acquisti come investimenti a lungo termine. Le maniglie Olivari non sono solo oggetti di design ma testimoniano anche la maestria artigianale italiana. La durata e la resistenza di queste maniglie ne giustificano ampiamente il prezzo.
Al confronto con altre opzioni sul mercato, le Maniglie Olivari offrono un rapporto qualità-prezzo eccezionale. La precisione della lavorazione, la scelta dei materiali e il design senza tempo contribuiscono a giustificare il costo leggermente superiore. Considerale non solo come maniglie, ma come un elemento di design che valorizzerà il tuo spazio abitativo.
Maniglie Olivari per Finestre: Coerenza nell’Eleganza
Per ottenere una coerenza stilistica in tutta la casa, è importante considerare anche le maniglie per le finestre. Le Maniglie Olivari per finestre sono progettate per coordinarsi armoniosamente con le maniglie delle porte, creando un’estetica coesa in tutta la casa. Questo tocco di uniformità contribuisce a dare un senso di continuità e stile.
Le maniglie per finestre devono essere altrettanto resistenti e funzionali quanto quelle per le porte. Le Maniglie Olivari per finestre sono realizzate con gli stessi standard elevati delle loro controparti per porte, garantendo una lunga durata e prestazioni affidabili nel tempo.
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Oltre alle maniglie e ai serramenti, un altro elemento fondamentale per il tuo ambiente è la scelta del pavimento. Con opzioni come Iperceramica, è possibile abbinare stile e funzionalità. Materiali di qualità garantiscono resistenza all’usura quotidiana, facilità di pulizia e un aspetto accattivante che si integra perfettamente con il design generale della casa.
Conclusioni
Le maniglie delle porte e delle finestre, insieme ai serramenti Finestral e materiali come Iperceramica, sono elementi fondamentali per definire lo stile e la funzionalità di un ambiente. Le Maniglie Olivari, con la loro reputazione di eccellenza e bellezza senza tempo, rappresentano una scelta ideale per chi cerca il meglio per la propria casa. Sebbene il prezzo possa essere leggermente superiore rispetto ad alcune opzioni, l’investimento in Maniglie Olivari si ripaga con la durata nel tempo e l’eleganza senza tempo che aggiungono a ogni spazio in cui sono installate. Considera le maniglie non solo come elementi pratici, ma come dettagli che trasformano la tua casa in un’opera d’arte.
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beevean · 2 years ago
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Non so nulla di castlevania ma leggere i tuoi rant sulla serie di netflix mi ha invogliato a giocarci
Se non è di disturbo, mi potresti indicare da quale gioco dovrei iniziare?
Awww, questa è una delle cose migliori che qualcuno potrebbe dirmi 😂 sì l'unica nota positiva di NFCV è che ti fa capire quanto siano divertenti i giochi che scimmiotta 😬
Allora! Ci sono tre stili di gioco:
Classic: i giochi 2D usciti tra gli anni '80 e '90. Questi sono i tuoi tipici platformer Nintendo Hard, dove i controlli sono limitati, hai solo la frusta e qualche subweapon a disposizione, e il platforming ti farà piangere l'anima. Hanno comunque il loro fascino se ti piace una sfida tosta e se sei pratic* con i platformer dell'epoca. Tra tutti i giochi, ti consiglio:
Castlevania 1, molto semplice nella struttura e un'ottima introduzione allo stile in generale;
Castlevania 3, o meglio Akumajou Densetsu perché per l'amor del cielo gioca la versione giapponese che è difficile ma non cattiva come quella americana: questo è il gioco su cui NFCV in teoria si basa, uno dei più amati dal fandom, e ha un gimmick carino dove puoi scegliere i tuoi alleati e i livelli a cui giocare;
Super Castlevania IV, famoso per avere la frusta a 8 direzioni quindi più approcciabile;
Rondo of Blood, difficilino ma interessante, anche qui puoi decidere che percorso prendere e puoi sbloccare un secondo personaggio. Molto più importante, è il gioco che precede direttamente Symphony of the Night, e verrà adattato in Nocturne 😬
Metroidvania: i giochi 2D usciti negli anni 2000. Lo stile più famoso per i fan più giovani, reso iconico da SoTN. Sono quei giochi dove esplori tutto il castello, trovi armi nuove da equipaggiare, aumenti di livello come in un RPG, e sblocchi muove mosse/poteri che ti permettono di accedere a più aree. Sono inoltre parecchio più facili e plot heavy dei classici. Tra tutti i giochi, ti consiglio:
Symphony of the Night, ovviamente :P è il Castlevania per eccellenza, un classicone al giorno d'oggi. Ha qualche difettuccio qua e là, ma lo trovo comunque avvincente. È il gioco che ha reso Alucard un'icona e ha dato una storia tragica a Dracula.
Aria of Sorrow, che prende tutti i difettini dei giochi precedenti e li lima per un'esperienza pulitissima. Il gimmick che lo contrassegna è che puoi ricevere anime dai mostri che uccidi.
Portrait of Ruin, molto sottovalutato in mia opinione :P è molto carino, né facilissimo né difficilissimo, e come C3 ruota attorno al gimmick di avere un partner con te (sempre l* stess* lol). Tecnicamente è il sequel di Bloodlines, che non ho menzionato, ma non c'è bisogno che ci giochi.
3Dvania: giochi in 3D che tentano di replicare lo stile Metroidvania ma con severe limitazioni. Qua devo ammettere che non ho giocato a tutti i giochi, solo ai due per PS2: Lament of Innocence e Curse of Darkness.
A me non è piaciuto molto Lament, ma ad altri sì quindi de gustibus 😂 ha una struttura più alla Megaman, dove scegli tu la progressione. È uno dei pochi giochi post-SoTN dove controlli un Belmont, e quindi la tua arma principale è la frusta. Atmosfera resa estremamente bene per un gioco del 2003, level design memorabile, ed è la origin story di tutta la timeline.
Curse è il mio gioco preferito della serie e credo che ormai se ne siano resi conto tutti 😂 aggiusta quasi tutto quello che non mi era piaciuto in Lament e ha una storia molto, molto intrigante per me. E ho adottato Hector e Isaac come miei figli e odio NFCV con la forza di mille soli per come ha massacrato i miei ragazzi 💖 ha un gameplay loop innovativo e uno stile di combattimento divertente, al prezzo di un level design molto più piatto. Tecnicamente il sequel di C3, ma basta che tu sappia chi sia Trevor lol.
Okay, dopo tutta questa pappardella :P tl;dr:
se te la senti di provare i classici, inizia con SCIV è il più facile di tutti, poi RoB per apprezzare ancora di più la storia di SoTN. Se non ti piacciono, passa direttamente a SoTN e AoS, che sono relativamente facili e beginner-friendly. Dopodiché, prova i giochi che ti ho menzionato a seconda di quali ti attirano di più. Poi, se la serie ti piace davvero, provi anche quelli che non ho menzionato.
Divertiti e spero che ti appassioni anche tu ❤ mi fa molto piacere che i miei rant ti abbiano incuriosito!
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situazionespinoza · 2 years ago
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Quest'anno ho avuto l'onore di trascorrere una Pasquetta da vera persona grande.
Siamo andati in un ristorante, in quindici persone: disposti per coppie in una lunga tavolata ad L, abbiamo ordinato diverse bottiglie di vino e abbiamo pagato alla romana godendo di un interessante prezzo di favore perché l'amico che ha prenotato è consigliere comunale.
E' stato il primo evento da adulta a cui abbia preso parte. Io e i miei amici tutti tra i 24 e i 32 anni. Qualche giorno dopo ci siamo rivisti a Bari, nel nostro pub di sempre, per commemorare Martyn.
In qualche modo anche questo è stato un evento da adulta. Trovarsi con gente che non vedevo da quattro anni, sedersi su diversi tavoli, osservare i genitori di Martyn con i lucciconi negli occhi e mettersi a leggere le poesie e i racconti che scriveva.
I racconti che scriveva Martyn erano oggettivamente brutti. Sgrammaticati, privi di descrizioni, pieni zeppi di dialoghi e frasi fatte. Non sapeva scrivere bene, non aveva eleganza, non aveva il piglio dello scrittore. Eppure, adesso che è morto, quei racconti bruttarelli sono stati comunque in grado di commuoverci. Come se stessimo leggendo La Ginestra di Leopardi o l'Orestea di Eschilo.
Chissà se, quando creperò io, i miei ridicoli video di TikTok verranno guardati con occhi diversi.
Due giorni fa il mio ragazzo mi ha detto che ciò che pubblico su TikTok fa cagare. Me l'ha ripetuto sei volte: sei volte, in una singola frase lunga come una versione di Cicerone, ha puntualizzato che ciò che faccio su TikTok fa oggettivamente cagare.
Come se non lo sapessi.
Nonostante esperienze da adulta come la morte, le dimissioni, il reiterato abbandono da parte di mio padre, la Pasquetta al ristorante e la mia attuale manager che mi ruba 200 euro dallo stipendio, ho deciso di filmare la mia faccia struccata e pubblicarla quasi senza vergogna su un social ipersaturo.
Che ciò che ho prodotto sia esteticamente poco appagante e contenutisticamente di scarsa rilevanza lo so benissimo. Non ho pretese di gloria o di guadagno. Mi metto a editare roba insulsa perché voglio imparare a montare video ma sono troppo pigra per imparare ad usare programmi come Final Cut o ProCreate. E troppo tirchia per investire venti euro in un cavalletto con ringlight incorporata.
Quindi sì, i miei dieci video su TikTok fanno cagare: non c'è abbastanza luce, non c'è abbastanza script, non c'è consistenza di messaggio.
Però, da persona adulta quale sono, mi domando: c'è davvero così tanto bisogno di farmelo notare?
Nessuno adesso oserebbe affermare pubblicamente che le robe di Martyn sono terribili.
Si vede che la morte non è poi una così giusta dispensiera.
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crossroad1960 · 2 years ago
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Interessante provocazione, che umilmente raccolgo e rilancio con un semplice interrogativo, ovvero ma perché mai vendere un’opera d’arte per finanziare proprio uno stadio? Possibile che non vi siano opere pubbliche ben più utili e necessarie, e quindi degne di tale sacrificio? Che ne so, ospedali, centri di ricerca, opere di difesa e prevenzione dei dissesti, scuole, infrastrutture energetiche e ambientali. No, proprio uno stadio, cioè quelle cattedrali nel deserto che di solito nel resto dell’Europa vengono realizzate dalle squadre di calcio a loro spese, e per una singolare aberrazione in Italia si crede che debbano essere pagate con i soldi pubblici. Nessuna indignazione per un’asta pubblica di alienazione del Klimt, ma auspicherei miglior uso del prezzo.
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pedrop61 · 2 years ago
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🇸🇦 L'Arabia Saudita interromperà le forniture di petrolio a quei paesi che fissano un prezzo massimo per il suo petrolio, ha dichiarato il ministro dell'Energia del Regno, il principe Abdulaziz bin Salman, in un'intervista a Energy Intelligence.
📝 "Se viene imposto un prezzo massimo alle esportazioni di petrolio saudita, non venderemo petrolio a nessun paese che impone un prezzo massimo alle nostre forniture, e taglieremo la produzione di petrolio, e non sarei sorpreso se altri facessero lo stesso", disse il ministro.
✖️ Ora lascia che l'Occidente provi a imporre sanzioni all'Arabia Saudita, sarà interessante vedere la reazione
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fiat500nelmondo · 2 days ago
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Fiat Nuova 500 Sport: la Cinquecento sportiva!
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Accanto alle Fiat 500 storiche vi fu sempre la tendenza a produrre modelli potenziati di questa piccola autovettura. Accanto alle versioni Fiat 500 Abarth e Fiat 500 Giannini la stessa casa madre produsse la Fiat Nuova 500 SPORT.
Il lancio della "nuova 500" si rivelò inizialmente tutt'altro che un successo. Nonostante l'introduzione dopo pochi mesi della versione "normale" con un lieve potenziamento del motore, la Fiat 500 stentava ancora a decollare.
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Nel 1958 venne introdotta una versione sportiva (la Sport) che nelle intenzioni di Casa Fiat avrebbe dovuto costituire un buon rilancio d'immagine sul pubblico. Questa vetturetta partecipò con onore alle numerose competizioni ed effettivamente contribuì al successo della cinquecento, che però poté considerarsi tale solo con l'arrivo della Fiat 500 D, nel 1960. Nella Fiat Nuova 500 Sport la parte più interessante riguardò naturalmente la meccanica: Il motore venne portato da 479 cc a 499,5 cc e le seguenti modifiche: • nuovo albero a camme in acciaio di differente fasatura, • carburatore Weber 26 IMB2. • condotti lucidati • maggiore compressione • valvole e molle maggiorate • puleggia comando ventilatore di diametro maggiorato la potenza fu portata così a 21 CV. Lo stesso motore equipaggiò, fino al 1969, le Autobianchi Bianchina "Special" e Cabriolet.
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La modifica più evidente all'esterno della "Sport" era la colorazione bicolore (esclusivamente bianca con banda rossa centrale), inoltre la colorazione rossa (poi argento) dei cerchi ruota. Nei primi esemplari risultava verniciato di rosso solamente il canale, lasciando di colore crema il cerchio vero e proprio. Accanto alla versione trasformabile venne anche prodotta una versione, ad oggi rarissima, a tetto completamente metallico solcato da tre nervature ("berlina"). Testimonianze di prove su strada dell'epoca evidenziarono, curiosamente, come la versione a tetto interamente metallico risultasse più silenziosa all'interno che non la versione trasformabile Il prezzo al pubblico si scostava sensibilmente dalle versioni di 479 cc e questo rese la Sport già abbastanza rara all'epoca: 495.000 lire per la versione a tettuccio apribile, 560.000 lire per la versione "metallica" (berlina). Nella breve vita della "Sport", sono da segnalare le versioni prodotte con la fanaleria aggiornata, a partire dal 1959 La vita della Sport ebbe termine con l'arrivo della D e con l'affermarsi sul mercato dei modelli sportivi presentati, soprattutto, dalla Abarth e dalla Giannini.  FIAT Nuova 500 SPORT Alongside the historic Fiat 500 , there was always a tendency to produce upgraded models of this small car. Besides the versions Fiat 500 Abarth and Fiat 500 Giannini the same parent company produced the Fiat Nuova 500 SPORT . In1958, Fiat introduced a sports version to be a good recovery image on the public. This small car participated with honor to the numerous competitions and actually contributed to the success of the sixteenth century, but it could be considered as such only with the arrival of the Fiat 500 D in 1960The New Fiat 500 Sport the most interesting about the mechanics of course : The engine was brought from 479 cc to 499.5 cc and the following changes: • new camshaft steel of different timing , • Carburetor Weber 26 IMB2 . • conducted polished • greater compression • oversize valves and springs • fan control pulley of larger diameter so the power was brought to 21 hp. The same engine manned until 1969 , the Autobianchi Bianchina "Special" and Cabriolet. 
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Fiat Nuova 500 SPORT The most noticeable change outside of the "Sport" was the two-tone ( only white with red band center) , also the color red ( and silver) wheel rims . In the first examples appeared painted red channel only , leaving the cream color circle real .  Beside the convertible version was also produced a version , to date very rare , metal roof completely crossed by three ribs ( sedan). Testimonies of road tests of the time It found , curiously, as the all-metal roof version proves quieter inside than the convertible versionThe retail price shrunk back considerably from the versions of 479 cc and that made the sport already quite rare at the time : 495,000 pounds for the version with sunroof, 560,000 pounds for the version of " metal " (sedan ) . In the short life of the "Sport" , are to be reported versions produced with the lights updated since 1959The life of the sport came to an end with the arrival of D and with the emergence on the market of the sports models presented , above all, the Abarth and Giannini.  confronto (modelli 1958) 500 NORMALE 500 SPORT cilindrata 479 cc 499,5 cc Rapporto compressione 7 8,6 Potenza max 16,5 CV 21 CV fasatura . aspirazione/scarico 9°-70° / 50°- 19° 25°-51° / 64°- 12° Ø valvole. aspirazione/scarico 30 mm / 27 mm 32 mm / 28 mm Carburatore: Ø diffusore 21 mm 22 mm Rapporto coppia conica 8/41 8/39 Velocità max oltre 90 Km/h oltre 105 Km/h Consumo 4,5 lt/100 Km 4,8 lt/100Km Read the full article
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telodogratis · 5 days ago
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