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guadagnare-click · 10 days ago
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BTP Più: tutti i dettagli e la grande novità del primo titolo 2025 per i piccoli risparmiatori
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Il 2025 si apre con una nuova opportunità per gli investitori retail: il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha annunciato il lancio del BTP Più, il primo titolo della famiglia BTP Valore con un’innovazione unica: la possibilità di richiedere il rimborso anticipato del capitale. Il collocamento sarà attivo da lunedì 17 a venerdì 21 febbraio, salvo chiusura anticipata, e rappresenta una novità interessante per i piccoli risparmiatori. Ecco tutte le informazioni sul titolo.
Durata e cedole step up
Il BTP Più avrà una durata complessiva di 8 anni con il pagamento di cedole fisse trimestrali. Le cedole seguiranno un meccanismo “step up”, aumentando nella seconda metà della durata (dal quinto all’ottavo anno). I tassi cedolari minimi garantiti saranno comunicati il 14 febbraio 2025, insieme al codice ISIN.
La grande novità: il rimborso anticipato dopo 4 anni
La caratteristica più innovativa del BTP Più è la possibilità di richiedere il rimborso anticipato del capitale dopo 4 anni.
Questa opzione sarà disponibile esclusivamente per chi acquisterà il titolo durante il periodo di collocamento iniziale e lo manterrà fino alla data di esercizio del rimborso.
Il rimborso sarà possibile in lotti minimi di 1.000 euro.
Per esercitare questa facoltà, sarà necessario comunicarlo alla propria banca o ufficio postale durante una finestra temporale specifica, che sarà annunciata nel 2029.
Capitale garantito e flessibilità
Per chi decide di mantenere il titolo fino alla scadenza degli 8 anni, il capitale è garantito. Tuttavia, gli investitori potranno sempre vendere il titolo sul mercato secondario senza vincoli, accettando i rischi connessi alle variazioni del prezzo di mercato.
Condizioni di acquisto
Taglio minimo di investimento: 1.000 euro.
Acquisto alla pari e senza commissioni durante il collocamento (esclusi eventuali costi di gestione del conto titoli).
Disponibile per l’acquisto tramite home banking abilitato al trading online, banca o ufficio postale.
Il collocamento sarà effettuato tramite la piattaforma MOT di Borsa Italiana, con il supporto delle banche dealer: Mps, Intesa e UniCredit.
Tassazione e vantaggi fiscali
Il BTP Più beneficia della tassazione agevolata al 12,5% e dell’esenzione dalle imposte di successione. Inoltre, grazie alla legge di bilancio 2024, sarà escluso dal calcolo ISEE fino a un massimo di 50.000 euro investiti in titoli di Stato.
Un 2025 ricco di opportunità per i piccoli risparmiatori
Con il lancio del BTP Più, il MEF prosegue la sua strategia di coinvolgere i piccoli risparmiatori nel finanziamento del debito pubblico, proponendo strumenti sempre più flessibili e innovativi. Dopo il successo di prodotti come il BTP Futura e il BTP Valore, il nuovo titolo sembra destinato a conquistare l’interesse di chi cerca investimenti sicuri, diversificati e personalizzabili.
💡 Segna in agenda le date del collocamento, dal 17 al 21 febbraio 2025, e resta aggiornato per conoscere i tassi minimi garantiti che verranno comunicati il 14 febbraio.
Non perdere l’occasione di scoprire il titolo che potrebbe fare la differenza nei tuoi investimenti del nuovo anno!
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scienza-magia · 2 years ago
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Migliora il debito pubblico Italiano rispetto a quello della Grecia
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Il rendimento del debito sovrano della Grecia scende al livello più basso rispetto all'Italia da 24 anni. I prezzi delle obbligazioni greche aumentano in seguito alla vittoria elettorale del primo ministro Kyriakos Mitsotakis Lo sconto sui rendimenti dei titoli di Stato greci rispetto a quelli italiani è salito al livello più alto almeno dal 1999, dopo che il primo ministro si è assicurato una vittoria elettorale, sottolineando la crescente percezione degli investitori che Atene sia ora meno rischiosa di Roma. Lunedì il rendimento del debito greco di riferimento a 10 anni è sceso di oltre 0,15 punti percentuali al 3,85%, poiché i mercati hanno risposto positivamente al risultato, che ha lasciato il partito di Kyriakos Mitsotakis a soli quattro seggi dai 150 necessari per una maggioranza parlamentare. Un nuovo voto è fissato per il prossimo mese. I rendimenti diminuiscono con l'aumento dei prezzi. La mossa significa che il divario - o spread - sui rendimenti delle obbligazioni italiane rispetto ai rendimenti delle obbligazioni greche è ora al suo livello più ampio almeno dal 1999, secondo i dati di Bloomberg. Il debito italiano rende il 4,3%. La Grecia e l'Italia sono considerate due dei mercati del debito più rischiosi nell'UE, ma i rendimenti del debito greco sono stati tradizionalmente i più alti dei due, riflettendo le preoccupazioni del mercato per l'onere del debito del paese. I suoi rendimenti sono schizzati vertiginosamente durante la crisi del debito greco nel 2011 e nel 2012. Un paio di volte lo spread è diventato brevemente negativo, il che significa che gli oneri finanziari della Grecia erano inferiori a quelli dell'Italia, in particolare alla fine del 2019. Più di recente, lo spread è diventato negativo di nuovo nell'aprile di quest'anno e si è ampliato man mano che la Grecia si avvicina al ripristino del suo status di investment grade.
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Grafico a linee della differenza di rendimento (punti base) che mostra lo spread tra debito greco e italiano ai minimi storici "Per una volta, il mercato ha azzeccato", ha detto Holger Schmieding, capo economista della banca d'investimento tedesca Berenberg. “L'Italia sta andando molto bene con Giorgia Meloni. Ma sotto Kyriakos Mitsotakis, la Grecia è diventata la protagonista tra i paesi più significativi della zona euro", ha affermato. Sia la Grecia che l'Italia quest'anno sono state tra i mercati obbligazionari più performanti del blocco. Un indice ICE Bank of America delle obbligazioni italiane mostra un rendimento totale del 2,7% da inizio anno, mentre la sua controparte greca ha guadagnato il 4,2%. Ciò si confronta con un rendimento dell'1,2% per la zona euro. Il calo dei rendimenti delle obbligazioni greche a 10 anni lunedì ha ridotto il loro spread con le obbligazioni tedesche - una misura di rischio popolare - a 136 punti base, il livello più basso dal novembre 2021. L'aumento dei prezzi delle obbligazioni greche è stato probabilmente alimentato da "speculazioni gli investitori di denaro che acquistano le obbligazioni per anticipare qualsiasi aggiornamento allo stato di investment grade, che aprirebbe le obbligazioni greche a un pool più ampio di investitori, affermano gli analisti. Richard McGuire, responsabile della strategia sui tassi di Rabobank, ha affermato che la chiusura di posizioni corte da parte degli hedge fund, che è aumentata nel periodo precedente alle elezioni, potrebbe anche aver rafforzato il mercato obbligazionario greco lunedì.
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Una donna passa davanti ai giornali esposti ad Atene I mercati hanno risposto positivamente al risultato delle elezioni greche, che hanno lasciato il partito di Kyriakos Mitsotakis a soli quattro seggi dai 150 necessari per una maggioranza parlamentare © Louisa Gouliamaki/AFP via Getty Images Dopo essere salito al 206% durante la pandemia, il debito pubblico greco in proporzione al PIL è sceso al 171% lo scorso anno, il livello più basso dal 2012 e uno dei tassi di riduzione del debito più rapidi al mondo. Si prevede che continuerà a diminuire nel 2023, aiutato da un'inflazione elevata, una crescita resiliente e un avanzo di bilancio primario. Il rapporto debito/PIL dell'Italia ha chiuso lo scorso anno al 144,4%, in calo rispetto a poco meno del 150% dell'anno precedente. Il rapporto debito/PIL della Grecia "sembra destinato a scendere al di sotto di quello dell'Italia entro il 2026", ha affermato Schmieding di Berenberg. Oltre alla forte crescita, la Grecia beneficia anche del fatto che gran parte del suo debito è ancora di proprietà delle istituzioni dell'UE che l'hanno salvata dieci anni fa e quindi è "meno esposta agli aumenti dei tassi rispetto ad altre economie". Steffen Dyck, vicepresidente senior di Moody's, ha affermato che il risultato elettorale del fine settimana è stato "positivo per il credito" per la Grecia in quanto "suggerirebbe continuità nelle politiche fiscali ed economiche" e ha migliorato "le prospettive di un'ulteriore significativa riduzione" del il peso del debito del paese. Read the full article
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oraultima · 11 days ago
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ORA ULTIMA💡BTP Più, è davvero l'occasione giusta per investire? https://www.oraultima.com/emissione-btp-piu/
🆘 Il BTP Più è l'ultima novità nel mondo degli investimenti. Ma è davvero adatto a te? Con l'opzione di rimborso anticipato, hai la flessibilità di decidere quando recuperare il tuo capitale. Vuoi saperne di più? Visita oraultima.com/ e scopri come sfruttare al meglio questa opportunità. E tu, cosa ne pensi del BTP Più? È un'opportunità da cogliere al volo o un rischio da evitare?
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alfonsoselva · 3 years ago
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BTP FUTURA. nuova emissione novembre 2021. Ma è vantaggio sottoscriverlo? EP. 115
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notiziona · 4 years ago
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Ho ritrovato un titolo di Stato in un vecchio mobile: è del 1938, posso riscuoterlo? - Repubblica ©️ | Giorno e Notte News 🤑👉 https://www.giornoenotte.news/economia/ho-ritrovato-un-titolo-di-stato-n-un-vecchio-mobile-e-del-1938-posso-riscuoterlo-repubblica/ ..
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studiolegalemaltinti-blog · 7 years ago
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I titoli di stato della Repubblica di Panamá sono tra i maggiormente richiesti e fanno parte di un Programma di Market-Maker tale per cui quelli con scadenza 2018, 2021, 2022 e 2024 garantiranno una rendita giornaliera. Attualmente questi titoli rendono tra il 3.25% e il 4.88% su base annua e pagano con cadenza semestrale. #maltintieassociati #titolidistato #panama (en Panama, Panama)
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ultimavoce · 6 years ago
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Aumento dei titoli di Stato nel portafoglio delle banche
L'#aumento dei #titolidiStato prosegue nel #2019
Aumento dei titoli di Stato nel portafoglio delle banche. È questo quanto dichiarato da Bankitalia nel rapporto “banche e moneta”.
Aumento dei titoli di Stato: raggiunti i 378,9 miliardi di euro
I dati parlano chiaro. Dopo un aumento sempre costante e progressivo che si è registrato nei primi mesi del 2018, infatti, anche la fine dell’anno ha dimostrato risultati analoghi.
I titoli di Stato nel…
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oraultima · 18 days ago
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ORA ULTIMA: BTP all'asta: un'occasione d'oro o una trappola per risparmiatori? VISITA IMMEDIATAMENTE IL SITO 👉 ORA ULTIMA 👈 LEGGI SUBITO L'ARTICOLO COMPLETO ➡️ https://www.oraultima.com/asta-btp-gennaio-2025/
🆘 L'asta dei BTP del 13 gennaio è un evento cruciale per l'economia italiana. Ma cosa si nasconde dietro questi titoli di stato? Sono davvero un'opportunità per far fruttare i tuoi risparmi o rischiano di essere una trappola? Scopri tutti i pro e i contro in questo articolo e prendi una decisione informata. Visita il sito oraultima.com/ per leggere l'articolo completo.
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oraultima · 20 days ago
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oraultima · 26 days ago
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alfonsoselva · 4 years ago
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BTP FUTURA NUOVA EMISSIONE: che fare? .. Finanza Semplice. .. In questi giorni è in collocamento il nuovo BTP FUTURA, più corto di durata e anche con un TASSO PIU BASSO. .. In occasione del primo collocamento ho scritto un articolo in cui spiego se sia conveniente o no sottoscriverlo. .. Il succo non è cambiato. .. Se vuoi leggerlo qui sotto il link. .. https://bit.ly/3phKnF7 .. #alfonsoselva #consulentefinanziario #finanzasemplice #btp #btpfutura #obbligazioni #titolidistato (presso Rome, Italy) https://www.instagram.com/p/CHgCaeKlq6D/?igshid=11by8icj72jbl
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scienza-magia · 5 years ago
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Forte Impatto della pandemia sul debito pubblico Italiano
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Coronavirus, dopo la fase di emergenza verrà al pettine il nodo del debito pubblico. Ecco i rischi e gli scenari per l’Italia. In questo momento la sopravvivenza dell’euro è garantita dalla Bce, che compra sempre più titoli di Stato. Soprattutto italiani in questa fase, riuscendo così a calmierare gli interessi e riducendo lo spread. Ma gli incantesimi non durano in eterno. Alberto Gallo di Algebris: "I Paesi del Nord Europa hanno beneficiato della moneta unica più di Italia e Spagna. Questa differenza di benefici andrebbe ora ribilanciata". Come ha detto l’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi,”l’euro è come un calabrone”. In base alle leggi dell’aerodinamica non potrebbe volare eppure vola. In questo momento a tenere in aria l’euro sono le magie della Bce, che compra sempre più titoli di Stato. Soprattutto italiani in questa fase, circa un quarto del totale degli acquisti, riuscendo così a calmierare gli interessi che paghiamo e riducendo il differenziale rispetto alla Germania. Ma gli incantesimi non durano in eterno e, più prima che poi, bisognerà guardare in faccia la realtà. L’emergenza Covid ha accelerato i tempi dell’appuntamento con il destino. Lo scenario del “dopo” sarà quello di paesi sempre più distanti tra loro. I più deboli, al Sud, alle prese con debiti giganteschi e con sistemi produttivi più lenti nella ripartenza poiché sorretti da minori aiuti e garanzie pubblici. I più solidi come Germania, Olanda o Austria, con ulteriori vantaggi competitivi e con costi di finanziamento delle loro imprese inferiori a quelli dei concorrenti. La Francia, con un debito oltre il 100% e performance economiche non brillanti, in un limbo sospeso tra i due mondi. Nel dopo emergenza l’Italia si affaccerà sui mercati con un rapporto debito/Pil superiore al 160%. Poiché il rischio paese si riflette sulle sue aziende, a parità di altre condizioni, qualsiasi impresa italiana dovrà pagare molto di più di una concorrente tedesca o austriaca per farsi prestare soldi sul mercato. Fare investimenti sarà più difficile. Si amplieranno anche le distanze tra Nord e Sud del paese, con il secondo più dipendente dal sostegno di uno Stato sempre più esangue. Secondo gli esperti, senza gli acquisti della Bce, gli interessi sui nostri titoli di Stato decennali sarebbero almeno al 5%, un livello pericolosamente vicino a quel 7% generalmente considerato la soglia oltre la quale un paese è costretto a chiedere aiuto e a perdere la sua sovranità.
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Secondo Giuseppe Sersale di Anthilia sgr “senza il sostegno della Banca centrale, il rischio è che la deriva dello spread si evolva in un circolo vizioso, tale da produrre un’esplosione dei tassi di interesse”. Del resto, ragiona Sersale, quando l’aumento del debito non produce una crescita economica sufficiente a ripagarlo, le conseguenze sono molto semplici: qualcuno deve farsi carico della sua riduzione. Un periodo di inflazione sostenuta è uno dei metodi meno traumatici per riportare sotto controllo il debito, in quanto ne riduce nel tempo il valore reale (ma anche quello dei risparmi). Purtroppo il quadro macroeconomico depresso non sembra favorire questo scenario. Escludendo il default e la ristrutturazione, che pongono l’intero onere sui creditori, resta la monetizzazione, che però, nel caso italiano, risulta legata alla disponibilità della Bce di praticarla, non avendo l’Italia una politica monetaria indipendente. Difficile percorrere la strada dell’austerità. “Il paese”, sottolinea Sersale, “viene da 20 anni di crescita bassa o inesistente che ne hanno prosciugato le risorse, oggettivamente non c’è più molto da spremere”. I nodi sono destinati presto ad arrivare al pettine. “Dall’introduzione dell’euro tutti hanno guadagnato qualcosa”, spiega Alberto Gallo di Algebris che però aggiunge “i paesi core (Germania, Olanda, Austria, ndr), hanno potuto beneficiare di una moneta più debole rispetto a quella che sarebbe stata la loro valuta nazionale. Così la loro competitività e il loro export sono cresciuti più di quanto sarebbe accaduto senza l’euro”. “Questo vantaggio”, continua Gallo, “è stato superiore rispetto a quello ottenuto da paesi come Italia o Spagna con la riduzione dei tassi pagati sui loro titoli per effetto dell’ingresso nell’euro”. In questo scenario si arriva a situazioni paradossali per cui una crisi dell’euro, come quella provocata dalla Grecia, indebolendo la moneta unica sul mercato dei cambi, finisce per avvantaggiare ulteriormente un paese come la Germania. Entro certi limiti, più i deboli soffrono, più i forti si rafforzano. “Questa differenza di benefici andrebbe ora ribilanciata“, spiega Gallo, “o attraverso un budget comune europeo oppure con strumenti finanziari come obbligazioni Gdp-linked (ossia con interessi che variano in base all’andamento del Pil)”. “Altrimenti”, conclude Gallo, “si consoliderà uno scenario da “winners take all”, in cui i paesi forti continueranno a rafforzare le loro posizioni a scapito di quelli più deboli”. Il problema, come abbiamo visto, non è solo italiano anche se l’Italia per le dimensioni della sua economia è la sorvegliata speciale. Tutti i governi sono stati costretti a cercare risorse per far fronte all’emergenza e prossimamente arriverà sui mercati un’immensa quantità di titoli pubblici. “Potrebbero presentarsi situazioni in cui i mercati non sono in grado di assorbire tutta l’offerta”, prevede Giuseppe Sersale. “Le banche centrali faranno il lavoro sporco mettendoci una pezza. Ma si tratta di una specie di Quantitative easing al cubo, con tutti gli effetti collaterali che ne conseguono, tra cui un’allocazione inefficiente delle risorse finanziarie, una sempre maggiore dipendenza dei mercati dalle banche centrali e la distorsione nei segnali di rischio – rendimento di un investimento”, conclude Sersale. Gallo sottolinea anche un altro aspetto: “Ormai è chiaro ai mercati che andiamo verso un trasferimento di debiti privati al settore pubblico. Quindi il rischio dei titoli di Stato aumenta. Diventa quindi saggio spostarsi su altri prodotti come i bond societari che rendono di più”. Lo scenario è fosco ma l’unica azione intrapresa sinora dell’Unione europea è stata di dare la possibilità ai singoli stati di indebitarsi ulteriormente seppur a tassi più vantaggiosi. Una linea che consentirà di tirare a campare ancora un po’ ma che non intacca i problemi di fondo. Il Mes di cui tanto si è discusso ci permetterebbe, nel caso in cui l’Italia decida di farsi prestare tutti i 36 miliardi a cui avrebbe diritto, di risparmiare circa 600 milioni di interessi l’anno (su una spesa complessiva di oltre 70 miliardi). Meglio che niente, ma non certo una mossa risolutiva. Non che nella sua configurazione attuale l’Unione europea possa fare molto di più, tra veti, budget propri estremamente limitati (1% del Pil europeo). L’euro è nato sulla scommessa, coraggiosa o avventata a seconda dei punti di vista, “one money, one nation”. Cioè sull’ipotesi che una moneta comune avrebbe prodotto cambiamenti nei singoli paesi che ne avrebbero prodotto la progressiva l’armonizzazione. In questo momento sta accadendo esattamente l’opposto. Quello quello che servirebbe, e in fretta è un salto di qualità di cui però non si vede traccia. I “sonnambuli” a Bruxelles scolpiscono pigramente l’epitaffio della moneta unica. E per i calabroni volare diventa sempre più difficile. Read the full article
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