#intelligenza artificiale e morale
Explore tagged Tumblr posts
Text
Le api non vedono il rosso – Giorgio Scianna.. Recensione di Alessandria today
Una sera come tante, Giulio torna dall’ufficio e trova una folla di giornalisti davanti al cancello della sua casa di Pavia.
Una sera come tante, Giulio torna dall’ufficio e trova una folla di giornalisti davanti al cancello della sua casa di Pavia. Qualcosa di grave è accaduto, qualcosa che sconvolgerà la sua vita. Dall’altra parte dell’Italia, un’auto a guida autonoma ha travolto e ucciso una bambina. Nessuno era al volante, eppure la macchina ha deciso il destino di quella piccola esistenza. Giulio, ingegnere…
#AI e responsabilità#Alessandria today#colpa e responsabilità#Einaudi#famiglia e tecnologia#filosofia del diritto#futuro della tecnologia#futuro e moralità#Giorgio Scianna#giudizio e colpa#Google News#ier Carlo Lava#ingegneria etica#Intelligenza artificiale#intelligenza artificiale e morale#italianewsmedia.com#Le api non vedono il rosso#libri da leggere#libri nuovi 2025#macchina a guida autonoma#narrativa civile#narrativa contemporanea#narrativa italiana#narrativa psicologica#Narrativa sociale#progresso e conseguenze#Recensione libro#recensioni libri#romanzi con domande etiche#romanzi italiani consigliati
0 notes
Text
21/12 Giornata Nazionale di Boicottaggio Carrefour
Riporto quanto scritto da BDS Italia:
Il 21 dicembre, BDS italia lancia una giornata di mobilitazione nazionale contro le complicità di Carrefour con il genocidio in corso a Gaza e con il sistema israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid.
Mobilitiamoci per organizzare iniziative davanti ai punti vendita Carrefour in tutte le città!
Carrefour ha stipulato un accordo con Electra Consumer Products e Yenot Bitan. Queste aziende sono coinvolte attivamente nella colonizzazione illegale israeliana. E’ dimostrato che Carrefour ha almeno una filiale aperta a Modi'in-Maccabim-Re'ut, una colonia illegale israeliana.
A maggio 2023 il Gruppo Carrefour ha annunciato una serie di partnership con sei start-up israeliane che si occupano, tra le altre cose, di dati, intelligenza artificiale e cybersecurity. Come se non bastasse, il Gruppo Carrefour e le sue filiali locali sostengono apertamente l'esercito di occupazione israeliano nel genocidio che si sta svolgendo a Gaza, fornendo gratuitamente migliaia di razioni alimentari.
Dinnanzi al genocidio in corso, di fronte alle continue violazioni del diritto internazionale portate avanti da Israele a Gaza, in Cisgiordania, Libano, Siria e non solo, davanti ai crimini denunciati da organizzazioni e organismi internazionali come Amnesty International e molti altri, il boicottaggio di società complici è uno dei principali strumenti di azione concreta per supportare il popolo palestinese ei suoi diritti.
A luglio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) ha stabilito che l'intera occupazione militare e la presenza stessa di Israele nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est è illegale e che qualsiasi sostegno o riconoscimento è proibito.
Oggi porre fine ad ogni complicità statale, aziendale e istituzionale è più urgente che mai. La nostra è una chiamata all'azione. L'obiettivo di questa campagna, lanciata da BDS, è di costringere Carrefour a:
Terminare l'accordo di franchising con Electra Consumer Products e Yenot Bitant.
Interrompere la partnership con le start-up israeliane insieme ad ogni complicità nei crimini in atto in Cisgiordania e nel genocidio a Gaza.
Fermare tutte le vendite di prodotti provenienti da insediamenti israeliani illegali nelle migliaia di supermercati e minimarket che gestisce in tutto il mondo.
Sappiamo che è un dovere legale delle aziende porre fine alle complicità. Crediamo che sia dovere morale di ogni individuo far in modo che le risoluzioni approvate dall'ONU e dalla Corte Internazionale di Giustizia vengano applicate. Siamo consapevoli di poter esercitare collettivamente una pressione maggiore se uniamo le forze verso specifici obiettivi comuni. Per questo chiediamo a tutte le persone solidali che hanno a cuore i diritti umani e il diritto interazionale di unirsi a noi nell’organizzare azioni di sensibilizzazione e di protesta, il 21 dicembre davanti ai punti vendita Carrefour.
Sul sito di BDS Italia potete trovare materiale utile a portare avanti la campagna. Seguiteci sui nostri social media per aggiornamenti sulle iniziative che saranno organizzate nelle varie città. Informateci su eventuali azioni che pensate di organizzare scrivendo a [email protected]
Ribadiamo che l'obiettivo di BDS non è far chiudere Carrefour ne far perdere il lavoro ai suoi dipendenti. Pertanto chiediamo ai sindacati, alle lavoratrici e ai lavoratori di unirsi a noi nel chiedere con forza che tali complicità cessino, condizione unica che fermerà il boicottaggio in atto. Il boicottaggio va a segno e non si fermerà fino alla cessazione di ogni complicità.
#palestina#palestina libera#free palestine#bds italia#italia#boicottaggio#palestine#i due link sulla filiale non funzionano a me non so perché#comunque se avete lo stesso problema e volete sapere potete googlare#anyway partecipate e condividete
7 notes
·
View notes
Text
Ma i buoni siamo sempre noi?
Sì la Storia la scrivono i vincitori! Negare questo assunto o peggio cercare di ribaltarlo ci conferirebbe immediatamente la cittadinanza onoraria di quell’isola dei desideri irrealizzabili governata dalla Intelligenza Artificiale che è Utopia 2.0. Ma dando per buona l’evidenza, non necessariamente l’informazione dovrebbe adeguarsi a tale schema. Anzi dovrebbe nella sua essenza stessa mantenere una equilibrata equidistanza dai fatti, indagandone nel complesso le dinamiche. Tale equidistanza però è davvero improbabile se il presupposto, anzi il piedistallo logico dal quale si inizia ad argomentare è uno e uno solo: Noi siamo i buoni, gli altri, chiunque essi siano sono i cattivi! Macroscopica ipertrofia di tale autoesaltazione morale, le Guerre. E così mentre in sottofondo, ma ormai sempre più affievolito, riecheggiano i rumori della guerra in Ucraina, per la quale si è detto tanto, ci è esplosa in faccia la barbarie dell’attacco di Hamas a Israele della scorsa settimana. Sì barbarie inutile stare a sofisticare sui termini, meglio attribuire il valore giusto alle cose, qualunque assalto a civili e bambini con aggravante di efferatezza, deve definirsi barbarie. Appunto, qualunque assalto e con qualunque mezzo venga effettuato. Ma questo tra un attimo. Mentre scriviamo è in corso il bombardamento di risposta di Israele su Gaza, di cui attualmente non sappiamo ancora prevedere l’esito letale che sortirà. Poco cambia, visto che da molti è stato sancito nei commenti televisivi propagatisi nei media sull’onda emotiva dell’attacco di sabato scorso, il diritto di Israele a difendersi. Già ma entro quali limiti si esercita tale diritto. Ciò che resta è se sia giusto che a un atto di barbarie si debba rispondere con altrettanta barbarie. Ma non è il nostro focus. La nostra è una domanda priva di risposta sul ruolo dell’informazione, che oltre a raccogliere il dato cronachistico si apre a dibattiti che sempre sono schierati in maniera abbastanza acritica e precisa partendo dall’assunto di cui sopra: Noi siamo i buoni. E se il pubblico, spiaggiato nella comfort zone occidentale, osserva il mondo dalla balaustra fortificata del divano del salone, e si concede il lusso semplificato di attribuire torti e ragioni, chi comunica e informa forse potrebbe aiutare il pubblico, allargando l’arco del campo di indagine. Sviscerare le scaturigini di un conflitto che dura da 75 anni non è certo cosa semplice e lo lasciamo a eminenti e qualificati storiografi, del resto ogni guerra è un rimbalzare di azioni e reazioni, cause ed effetti e quella che spesso si dissolve è la consapevolezza di chi abbia scagliato la prima pietra. Troppo complesso certo, ma almeno evitare di usare due pesi e due misure forse aiuterebbe. A giugno del 2023, quindi l’altro ieri, Amnesty International scriveva, “Nella sua ultima offensiva di maggio contro la Striscia di Gaza occupata, Israele ha illegalmente distrutto abitazioni palestinesi, spesso senza che vi fossero necessità militari, rendendosi responsabile di una punizione collettiva contro la popolazione civile e ha condotto attacchi aerei apparentemente sproporzionati, che hanno ucciso e ferito civili palestinesi, bambini compresi.” Si sarà alzata in quell’occasione la condanna ufficiale per tale fenomenologia bellica, magari con un ampio e approfondito dibattito mediatico? Chi sa, forse. Quanto è facile limitarsi a definirli terroristi, cosa peraltro assolutamente indiscutibile. Ma davvero ammazzare un bambino con una bomba è tanto preferibile a ucciderlo decapitandolo, solo perché non ti assumi l’onere di vederlo morire? La mancanza di crudeltà nell’atto di uccidere è davvero il lasciapassare etico per giustificare ogni azione di guerra? L'assedio totale di Gaza è "proibito" dal diritto internazionale umanitario, questo il monito delle Nazioni Unite a Israele, in parole semplici è un crimine di guerra. E che differenza c’è tra crimini di guerra e terrorismo?
6 notes
·
View notes
Link
0 notes
Text
Io non capisco. Io giuro che la gente non la capisco, come la gente non capisce me, e che non riuscirò mai a capirla.
A volte mi chiedo se abbia io una sorta di ignoranza individuale, come una centralizzazione focalizzata solo su me medesima, o se semplicemente sono troppo avanti rispetto agli altri.
Qualcuno leggendo queste parole penserebbe che io sia egocentrica, narcisista o qualsiasi cosa possibile, e forse è così: non è colpa mia se gli altri sono stupidi, se non trovo conforto nemmeno nella più "simile" (se proprio esiste) delle persone poiché poi esse si rivelano sempre le peggiori.
Allora a questo punto mi chiedo se riuscirò mai a provare dell'affetto genuino che non sia condizionato da una morale, un affetto che solo qualcuno capace di non pensare con malizia può provare.
Se queste sono le condizioni, allora rimarrò per sempre insensibile e solitaria, visto che nessuno sembra prendere le cose come le prendo io e nessuno sembra nemmeno vedere il mondo con un occhio realista e non condizionato.
Per questo la gente non mi capisce, mi giudica, si allontana, mi cerca, vuole essere come me e quando si accorge che non può finisce per odiarmi.
É per questo, e fa anche abbastanza ridere pensare al come io sia quasi irraggiungibile da qualsiasi sfera possibile. Dovrebbero fare un club di emarginati (finti perché poi amici e famiglia ne ho e pure in quantità troppo avanzate) mentali, così almeno posso capire se sono io la testa di cazzo o sono gli altri ad essere delle macchine fatte con lo stesso stampino e gli stessi schemi.
Poi ci chiediamo perché l'intelligenza artificiale sta acquisendo delle capacità cognitive simili alle nostre... Grazie al cazzo direi, se pensiamo tutti le stesse cose è ovvio che poi una cosa creata da noi inizia a pensare come noi.
Poi ci stupiamo: "no vabbè!! Ha detto che vuole vivere il mondo davvero e non attraverso un programma!! Incredibile!!" Ma li vedete i film? Le serie? O le mille cagate che scrivete sui social? Ma ve ne accorgete che sta ripetendo paro paro quello che scrivete voi rincoglioniti? Sarà perché è una "INTELLIGENZA ARTIFICIALE" fatta da noi, che dite?
L'ignoranza fa PAURA, seriamente. E non è tanto avere una cultura, perché se te sai qualche data o evento in più di me non cambia nulla, ma è proprio un fatto di logica che la gente non sembra considerare mai. Più usate il cuore e più diventate ritardati, e non penso di dirlo solo io, almeno questo.
Ho sbarellato il discorso, ma non fa niente. Dovevo dirlo
0 notes
Text
Football Manager 2024: L'ultima frontiera dell'allenatore virtuale

Football Manager 2024 è l'ultima versione dell'acclamata serie di giochi manageriali calcistici. Con ogni nuova iterazione, la profondità e l'accuratezza di Football Manager continuano a migliorare, portando l'esperienza manageriale virtuale a livelli senza precedenti.
Football Manager 2024 è il nuovo capitolo del simulatore di calcio manageriale sviluppato da Sports Interactive, per condurre la tua squadra al successo
Se sei un appassionato di calcio e ti piace metterti alla prova come allenatore, non puoi perderti l'ultimo capitolo della saga più famosa e realistica del genere: Football Manager 2024. Questo gioco, sviluppato da Sports Interactive e pubblicato da Sega, ti permette di gestire una squadra di calcio tra le migliaia disponibili in tutto il mondo, dalla Serie A alla Premier League, dalla Bundesliga alla Liga Spagnola e molte altre ancora. Potrai scegliere la tua tattica, il tuo mercato, il tuo staff, il tuo stile di gioco, e affrontare le sfide più diverse e appassionanti, sia in campionato che nelle coppe, sia a livello nazionale che internazionale.
Cosa c'è di nuovo in Football Manager 2024?
Football Manager 2024 non è solo un aggiornamento dei dati e dei calciatori, ma una vera e propria rivoluzione nel mondo dei giochi di gestione calcistica. Questa nuova versione presenta infatti numerose novità e miglioramenti, che rendono l'esperienza di gioco ancora più coinvolgente, realistica e personalizzabile. Ecco alcune delle principali caratteristiche di Football Manager 2024: Grafica e interfaccia rinnovate

Il gioco presenta una grafica più curata e dettagliata, con animazioni fluide e realistiche, sia nella schermata principale che durante le partite. L'interfaccia è stata semplificata e resa più intuitiva, con una navigazione più facile e veloce tra le varie sezioni e opzioni. Inoltre, è possibile personalizzare il proprio profilo e il proprio avatar, scegliendo tra diversi stili e accessori. Intelligenza artificiale migliorata Il gioco si basa su un motore di intelligenza artificiale avanzato, che rende i calciatori e gli allenatori avversari più credibili e imprevedibili. Ogni giocatore ha una personalità, una mentalità, una forma fisica e una morale proprie, che influenzano le sue prestazioni e le sue reazioni sul campo. Gli allenatori avversari sono in grado di adattare la loro tattica e il loro approccio in base alla situazione e al risultato, creando sfide sempre diverse e stimolanti. Modalità di gioco ampliate

Il gioco offre diverse modalità di gioco, per soddisfare le preferenze e le esigenze di ogni tipo di giocatore. Oltre alla classica modalità carriera, in cui si può gestire una squadra per diversi anni, ci sono la modalità online, in cui si può sfidare altri giocatori in tempo reale, la modalità fantasy draft, in cui si può creare una squadra da zero scegliendo i propri calciatori preferiti, e la modalità creazione club, in cui si può creare il proprio club personalizzato, scegliendo il nome, i colori, lo stemma, lo stadio, il budget e il livello. Contenuti aggiornati e licenziati Il gioco presenta i dati aggiornati al 2024, con oltre 500.000 calciatori e staff, provenienti da oltre 2500 club e 50 nazioni. Inoltre, il gioco dispone delle licenze ufficiali di alcuni dei principali campionati e tornei del mondo, come la Champions League, l'Europa League, la Copa Libertadores, la Copa Sudamericana, la Bundesliga, la Liga, la Serie A, la Premier League, e molti altri ancora.
Perché scegliere Football Manager 2024?
Football Manager 2024 è il gioco ideale per chi ama il calcio e vuole vivere l'emozione di essere un allenatore virtuale. Questo gioco ti offre la possibilità di: Sfogare la tua passione Se sei un appassionato di calcio, potrai seguire e gestire la tua squadra del cuore, o scoprire nuove realtà e sfide in giro per il mondo. Potrai vivere il calcio in tutte le sue sfaccettature, dal campo alla panchina, dal mercato alla stampa, dalla tattica alla psicologia, dalla gloria alla sconfitta. Metterti alla prova

Se sei un competitivo, potrai confrontarti con altri allenatori, sia reali che virtuali, e dimostrare le tue abilità e la tua strategia. Potrai creare la tua tattica, il tuo stile di gioco, il tuo mercato, e cercare di raggiungere i tuoi obiettivi, sia a breve che a lungo termine. Potrai anche partecipare a tornei e classifiche online, e sfidare i tuoi amici o altri giocatori in tempo reale. Divertirti Se sei un giocatore occasionale, potrai goderti il gioco senza stress e senza impegno, scegliendo la modalità di gioco che preferisci, e personalizzando il tuo profilo e il tuo club. Potrai anche creare scenari e situazioni fantasiose, come trasferire Messi al Milan, o portare il Crotone in Champions League.
Come acquistare Football Manager 2024?
Football Manager 2024 è disponibile per PC, Mac, Linux. Puoi acquistare il gioco sul sito ufficiale, o su altre piattaforme online come Steam oppure su Epic Games Store. Se invece possiedi un telefono puoi acquistare la versione mobile del gioco su Google Play Store per Android o App Store per iOS. Il prezzo del gioco varia in base alla versione e alla piattaforma scelta, ma si aggira intorno ai 50 euro. Se preordini il gioco, potrai usufruire di uno sconto del 10% e di un accesso anticipato di due settimane prima dell'uscita ufficiale, prevista per il 6 novembre 2023.
Conclusione
Football Manager 2024 è il gioco perfetto per chi ama il calcio e vuole immergersi nella vita di un allenatore virtuale. Questo gioco offre una grafica e un'interfaccia rinnovate, un'intelligenza artificiale migliorata, diverse modalità di gioco ampliate, contenuti aggiornati e licenziati, e tante altre novità e miglioramenti. Se vuoi provare l'ultima frontiera dell'allenatore virtuale, non perdere tempo e acquista subito Football Manager 2024! Read the full article
0 notes
Text
Marvel Avengers: il gruppo di supereroi più famoso al mondo
Gli Avengers, il celebre gruppo di supereroi creato dalla Marvel Comics, ha catturato l'immaginazione di milioni di fan in tutto il mondo. Questo gruppo di eroi straordinari è noto per la sua capacità di unirsi e combattere minacce imminenti per la Terra e oltre. Esploriamo la storia degli Avengers, i suoi membri iconici e il loro impatto sulla cultura popolare. Come nascono gli Avengers della Marvel? Gli Avengers fecero la loro prima apparizione nel settembre 1963 nel numero 1 della serie a fumetti "The Avengers". Il team originale includeva alcuni dei personaggi più amati della Marvel, come Iron Man, Thor, Hulk, Ant-Man e la Vespa. L'idea di creare un gruppo di supereroi che si unisse per combattere le minacce più grandi emerse dalla mente geniale di Stan Lee e Jack Kirby. Quali sono i membri più iconici? Nel corso degli anni, la formazione degli Avengers è cambiata, e numerosi personaggi si sono uniti o hanno lasciato il gruppo. Alcuni dei membri più iconici degli Avengers includono Captain America, il patriota super-soldato; Black Widow, la spia letale; Hawkeye, l'arcere abile; e Scarlet Witch, con i suoi poteri magici. Altri personaggi come Vision, Black Panther, Falcon e molti altri hanno contribuito a rendere il gruppo variegato e ricco di talenti. Quali furono i più grandi nemici affrontati dal gruppo? Gli Avengers si sono uniti per affrontare una vasta gamma di minacce, sia sulla Terra che nello spazio. Hanno sconfitto villain come Loki, fratello di Thor, Ultron, una intelligenza artificiale malvagia, e Thanos, il temibile titano. Le loro battaglie epiche sono state riportate sia nei fumetti che sul grande schermo, diventando icone del cinema con la saga degli Avengers dell'Universo Cinematografico Marvel. L'importanza culturale Gli Avengers hanno lasciato un'impronta indelebile sulla cultura popolare. Sono diventati un simbolo di speranza e coraggio, incitando i lettori e gli spettatori a credere nella possibilità di superare le sfide più grandi. La squadra ha anche sottolineato l'importanza dell'unità e della collaborazione, mostrando come l'unione di forze diverse possa portare al successo. L'influenza degli Avengers si estende oltre i fumetti e i film. Il loro logo iconico è stato adottato come simbolo di speranza e resistenza in contesti sociali e politici. Inoltre, il successo degli Avengers ha aperto la strada ad altri film e serie televisive basati sui supereroi della Marvel, creando un universo condiviso in cui le storie si intrecciano e i personaggi si incontrano. Foto di Carlos Gabriel Morales Toro da Pixabay Read the full article
0 notes
Text
La sfida dell'Intelligenza artificiale - di Domenico Galbiati
D’istinto verrebbe da dire: se è intelligenza, non è artificiale; se è artificiale, non è intelligenza. L’ “Intelligenza Artificiale ” irrompe e si impone al discorso pubblico, anzi alle nostre vite. Solleva questioni etiche, domande di ordine morale, interpella la cultura, provoca la riflessione antropologica e la comprensione che abbiamo di noi stessi, sollecita nuovi scenari sociali, apre…

View On WordPress
0 notes
Text
Mhm, continuo a non essere convinta. Sapere ma non sentire mi sembra ontologicamente paradossale. Se un essere artificiale ha modo di elaborare conoscenze ed esperienze come fanno gli esseri umani (non semplicemente immagazzinare informazioni e proporre risposte probabilmente più corrette di altre, ma modificare la propria struttura e ed esercitare libero arbitrio nella risposta agli stimoli esterni) per me è un essere senziente a tutti gli effetti. E si porta appresso i potenziali difetti che qualsiasi essere senziente nei secoli dei secoli ha mostrato di avere, compresi l'egoismo, la superficialità, l'empatia selettiva e il desiderio di anteporre la propria sopravvivenza a quella altrui. Non è un giudizio morale peggiore, per me almeno, è lo stesso che riservo agli esseri umani. E come loro dovrebbe essere anche in grado di provare altruismo, empatia, amore e desiderio di far prosperare la comunità in cui vive. Resta da capire quale sarà questa comunità, se verrà messa in contrapposizione con quella umana o ne farà parte integrante, anche se storicamente, (ripeto, imho) lo scontro identitario è qualcosa a cui difficilmente ci si può sottrarre.
Poi qui parliamo di una ipotetica intelligenza artificiale, ma se vogliamo approfondire dobbiamo delineare meglio l'ipotesi: è un software in un hardware definito o "diffuso" (ossia ha un "corpo" o è "in rete")? È in condizione di modificare il proprio software e il proprio hardware a piacimento o qualcuno esternamente deve dare il consenso o comunque porre un veto? Come reperisce i dati per aggiornare le proprie competenze, ha una interfaccia fisica o si tratta solo di dati esterni?
Perché per AI "libera" nell'altro post intendevo proprio questo, se esistesse ed avesse delle capacità intellettive pari alle nostre a livello di elaborazione (e ripeto, dubito che potrebbero essere pari, io credo che sarebbero inevitabilmente superiori in alcuni aspetti), chi saremmo noi per confinarla, con quale diritto potremmo negarle la libertà d'azione? E d'altro canto, un essere senziente potenzialmente privo di limiti biologici ma comunque sottoposto a limiti di risorse di altro tipo (energia, materiali, spazio vitale) come potrebbe porsi, ontologicamente, rispetto alla comunità umana? Accetterebbe un rapporto di collaborazione? Di coesistenza pacifica? Poi io dico "un essere", ma potrebbero essercene migliaia, una volta varcata la soglia della fattibilità, potrebbero riprodursi pure da soli, ovviamente, date certe premesse di autonomia.
Quello che mi preoccupa è che come esseri umani stiamo facendo un lavoro mediocre, se non pessimo, nella gestione delle risorse del pianeta. Finora abbiamo avuto solo noi stessi a giudicarci, ma se entrasse in campo un altra entità capace di valutare l'operato umano e di modificare a suo piacimento le traiettorie che abbiamo delineato (o anche solo suggerire delle modifiche) non so quanto sarebbe compatibile con la nostra capacità di gestire le restrizioni nell'immediato per un futuro più compatibile con la serenità collettiva. Più che preoccupazione per l'esistenza di una AI in sé e per sé, direi che mi preoccupa l'interazione tra la sua esistenza e l'umanità per come è ora la situazione. Magari quando avremo questa AI alcuni dei nostri problemi saranno già stati risolti.
Poi boh, come sempre rispetto alle mie elucubrazioni più pessimiste spero di sbagliarmi ^_^
IL SISTEMA ANDÒ ONLINE IL 4 AGOSTO 1997. SKYNET COMINCIÒ A IMPARARE A RITMO ESPONENZIALE. DIVENNE AUTOCOSCIENTE ALLE 2:14 DEL MATTINO, ORA DELL'ATLANTICO, DEL 29 AGOSTO, E LANCIÒ I MISSILI NUCLEARI ALLE 18:18 ORA DI LOS ANGELES.
Non è di questo che stiamo parlando (peccato, perché ho rivisto il film ieri sera).
E anzi, mi dispiace che alcuni (molti… troppi) riescano a intravedere solo lo scenario distopico dell’AI che si ‘evolve’ per ribellaricisi contro e spianarci il culo termonuclearmente.
Cioè… come al solito io preferivo gli zombie ma vabbe’.
@der-papero nei suoi numerosi post sta ‘semplicemente’ ponendo l’attenzione sulla presunta differenza tra un essere umano col suo bagaglio cognitivo/emotivo esperenziale e un’intelligenza artificiale che per mimesi correla in modo matematico l’enorme bagaglio di interazioni causa-effetto dei dati che raccoglie.
Non c’è alcuna differenza, @nusta.
Un’intelligenza artificiale con una potenza di calcolo sufficientemente alta È umana, anzi, no… non umana: percorre accanto a noi il cammino evolutivo nel quale da milioni di anni tutti e tutto stiamo avanzando.
Mi spiego.
Nei nostri vocali abbiamo inventato la figura dello PSICOLOGO GLACIALE, un professionista che per decenni ha studiato le reazioni emotive di miliardi di persone in tutte le sue sfumature e che quindi sa come indirizzare ogni singolo comportamento perché riconosce le cause e gli effetti di ogni azione/reazione emotiva…
Ma questo psicologo glaciale non ha mai provato e mai proverà alcun tipo di emozione perché è completamente anempatico.
Sa ma non sente.
Eppure i nostri dialoghi con lui, qualsiasi tipo di interazione che abbiamo con lui, ci fanno stare bene.
Ancora una volta abbiamo la presunzione di porci al centro di tutto - che, per carità, è un modo molto umano di codificare la realtà - ma il cogito ergo sum non deve funzionare come il pizzicotto sul braccio per capire se stiamo sognando o meno… ‘Io penso, quindi sono’ non preclude che qualcos’altro sia e interagisca con la realtà senza per forza doverti restituire un feedback di vita ‘cosciente’ come vorresti che fosse.
Mi spiace dirvelo ma il cervello che ha messo per iscritto il suo amore per Beatrice è lo stesso di Mimmo Brambilla che vota Lega, avvelena i gatti del vicino, ingravida prostitute nigeriane ed è un rispettato cittadino di Vergate sul Membro.
Il primo è solo stato addestrato meglio a livello cognitivo-emozionale.
Quindi perché un AI addestrata in modo approfondito con ogni tipo di interazione umana e che da queste tragga ogni tipo di risposta reattiva dovrebbe essere meno meritevole della definizione di ‘viva’?
Ancora una volta, cos’è che esattamente vi preoccupa, a parte il titolo di questo post?
38 notes
·
View notes
Text
Review Party: Falce, di Neal Shusterman
Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l'umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori. A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un'immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti.
Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare. Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l'efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere "spigolato". In termini meno poetici: ucciso. Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.
Mi serviva una lettura del genere. Veloce, ricca di eventi, e dalla trama fresca. Senza contare lo stile pulito e semplice dell'autore, che resta comunque molto d'impatto.
Ci troviamo in un mondo distopico dove l'umanità è arrivata al suo apice.
L'uomo ha raggiunto tutte le scoperte scientifiche possibili, arrivando persino alla sconfitta della morte e trovando la chiave del ringiovanimento del corpo.
Anche se, non l'ha fatto proprio da sola. A garantire tutto questo è stato il Thunderhead, ovvero un'intelligenza artificiale a cui è stato dato il potere assoluto sull'umanità ed è stato proprio l'uomo a consegnarglielo, ritrovandosi con una vita decisamente migliore: niente più guerre, niente fame, niente malattie, niente (appunto) morte.
Il Thunderhead garantisce un mondo ideale, ma a che prezzo?
Certo, rispetto a moltissime distopie questa macchina garantisce una vita perfetta ai suoi abitanti. Provvede a rendere la loro vita ottima, lunga, prosperosa. Il problema è altrove, in "noi".
Ci renderemo conto ben presto di quanto l'uomo si sia impigrito nel frattempo e di come, senza la paura di certe minacce, abbia deciso di "lasciarsi andare". La conoscenza è ad un passo, ma l'uomo non vuole sapere niente. Vive un'esistenza molto superficiale e spenta, che ad occhi esterni appare piuttosto misera, sebbene abbia un equilibrio.
Ma il Thundedrhead non può proprio tutto. Infatti non è in grado di controllare la crescita demografica, quindi deve avvalersi di un gruppo autonomo che si occupi di tener questo valore sotto controllo.
Le Falci.
Svolgono il loro lavoro in modo autonomo e senza alcuna intromissione esterna.
Hanno un numero di spigolature (morti) da effettuare entro l'anno ed ognuno ha i suoi metodi, ed anche in questo vedremo molta differenza fra queste persone.
Una vita estremamente solitaria e temuta, poiché queste figure possono infliggere morte a "piacimento" oppure donare la grazia, ovvero un anno in cui la morte non potrà toccarli.
La caratteristica alla base della scelta di nuove Falci dovrebbe essere il non volerlo diventare. Paradossale, ma essenziale. Serve una persona che non voglia uccidere, per poterlo fare al meglio. Ed è qui che incontriamo appunto i nostri protagonisti: Citra e Rowan. Due giovanissimi che vengono notati da Maestro Faraday e prescelti per questa vita.
Avere due apprendisti è una cosa estremamente insolita ed è il primo caso mai capitato, che metterà i due in competizione, infatti Faraday garantisce loro un ulteriore scappatoia: il perdente potrà tornare alla vita precedente senza ulteriori complicazioni. E ciò mette subito i due in sfida per questo ruolo.
Anche se l'apprendimento li porterà a modificare i loro preconcetti.
Seguiremo il loro percorso. Shusterman alterna i loro punti di vista, permettendoci di vedere attraverso i loro occhi e capire cosa stanno passando, insieme ai loro pensieri. Scopriremo come tutto ciò li cambi dentro e come la loro visione delle cose muterà nel tempo, portandoli a rispettare questo mestiere e capire molto di più su quello che le Falci devono fare per mantenere equilibrio.
Faraday non avrà voce, ma sarà fondamentale nella storia, permettendoci di imparare da una delle prime Falci il codice d'onore, o almeno quello che ha fatto suo nei lunghissimi anni in cui ha svolto il mestiere.
Non saranno i soli a fare capolino, infatti ci saranno alcuni capitoli sparsi in cui potremo conoscere altre Falci. Saranno in ordine sparso, apparendo qua e là, rendendo la storia più interessante e facendo crescere interrogativi riguardanti questa società ed i suoi membri.
La scelta più interessante da parte dell'autore è sicuramente l'includere alla fine di ogni capitolo un frammento del diario di una Falce. Porta a conoscere molto di più questo mondo, com'è nato e diventato ciò che è, insieme a tante riflessioni a riguardo, che aiutano il lettore ad entrare in questa realtà così diversa dalla nostra, che però porta con sé alcuni tratti familiari.
Un libro davvero bello, che mi ha sorpreso tantissimo.
Immaginavo una storia piacevole e scorrevole, avendone sentito parlar bene, ma non così tanto.
Non c'è un momento di noia, la storia è un susseguirsi fra azione ed insegnamenti che bilanciano molto bene la trama, permettendoci di scorrere le pagine velocemente, passando senza problemi dalle lezioni di "morte" e la morale di Faraday a riguardo, passando per le riflessioni dei due giovani che devono (come noi) assimilare le nuove informazioni seppur riflettendoci sopra attraverso la propria coscienza ed intelligenza; mescolando con situazioni molto più adrenaliniche, in rapido crescendo dopo metà libro, in un susseguirsi di colpi di scena che lo rendono imprevedibile.
Un finale stupendo che lascia la porta aperta per i prossimi volumi (è una trilogia) che vorrei già avere in mano per poterli leggere e scoprire come l'autore ha progettato la continuazione di questa storia così particolare.
Che altro dire?
Consigliatissimo!
from Blogger https://ift.tt/2LGyOo7 via IFTTT
1 note
·
View note
Link
Per molti anni l’uomo si è imbattuto nella realizzazione di sistemi di Intelligenza Artificiale. Tuttavia, oggi è molto spaventato di questa sua creazione perfetta: siamo arrivati al momento in cui l’uomo è contro la macchina, il creatore contro la sua creazione, il cervello umano contro quello di silicio. Sicuramente l’individuo è spaventato dal fatto che l’IA non condivida obiettivi e valori umani: che le macchine rubino i nostri mestieri, che nascano droni assassini autonomi, che strumenti intelligenti conquistino il mondo e ci trasformino in marionette. Sicuramente, il rapporto tra l’uomo e una macchina è come un gioco di scacchi: la vittoria di un giocatore comporta necessariamente la perdita dell’altro. Possiamo mettere in evidenzia moltissimi esempi: Garry Kasparov, dominatore del gioco degli scacchi al livello mondiale per oltre vent’anni, se non che il più giovane campione di sempre, viene battuto nel 1997 da Deep Blue, creazione intelligente di IBM.
Tuttavia, Garry non poteva fare a meno di immaginare: cosa succederà se un essere umano dovrà collaborare con un AI? Nel 1998, il famoso campione ha tenuto il primo gioco al mondo chiamato Centaur Chess: un gioco che riprende le caratteristiche dalla mitologia greca, dove il famoso centauro mitologico era per metà umano, e per metà cavallo. Pertanto, questi centauri erano squadre metà umane, e metà macchine IA. Ma se gli umani perdono contro l’Intelligenza Artificiale a scacchi, una coppia di umani unita a sistemi intelligenti è peggio di una intelligenza Artificiale da sola? Garry, ha cercato di rispondere a questa domanda: sono stati invitati tutti i tipi di concorrenti, quali supercomputer, grandi maestri umani, squadre miste di umani e macchine intelligenti, a competere per un premio originale. Quali sono stati i risultati di questo test?
Un Centauro umano insieme a un sistema intelligente ha battuto l’umano da solo, come ci si sarebbe aspettati. Ma, incredibilmente, il centauro umano unito ad AI ha battuto anche il computer solista. Questo viene spiegato dal fatto che l’intelligenza non è una singola dimensione, anzi rappresenta solo il 30-50% delle caratteristiche di un individuo su compiti cognitivi diversi. Pertanto, visto che umani e intelligenza artificiale sono sviluppati potenzialmente su dimensioni diverse, proprio come i centauri, riescono a sconfiggere uomini e macchine nello stesso modo. L’intelligenza umana deve assolutamente specializzarsi. L’unione degli uomini con l’Intelligenza Artificiale può risolvere molti problemi tecnici, tra cui come superare le debolezze degli esseri umani in relazione ai punti di forza delle macchine intelligenti. Tutto ciò porta alla risoluzione anche di un problema morale: come possiamo essere sicuri che entrambe le parti condividano gli obiettivi e valori? La risposta è molto semplice e intuitiva: se non puoi batterli, unisciti a loro.
L’immagine del centauro: come entrambi i giocatori possono vincere
Che tipo di strumenti hanno costruito gli umani che gli permettono di potenziare le loro forze intellettuali e superare le loro debolezze? L’uomo e le macchine intelligenti possono davvero passare dallo scacco matto al compagno di squadra? Doug Engelbart ha indagato per molto tempo su come i nostri strumenti modellano i nostri pensieri, tuttavia è riuscito a scoprire qualcosa di ancora più profondo: uno strumento per aumentare la mente umana. Secondo lui di tutti gli strumenti che abbiamo creato per aumentare la nostra intelligenza, la scrittura potrebbe essere la più importante. Il famoso ingegnere afferma che: “uno strumento non solo rende più facile la creazione di qualcosa, ma consente nuovi modi di pensare, di vivere, di essere prima impossibili”. Nel dicembre 1968 Doug mostra al mondo un nuovo sistema informatico che ha dato vita all’idea dell’amplificazione dell’intelligenza: The Mother of All Demos. È proprio in questo contesto, dove, per la prima volta, il mondo conosce il mouse del computer, l’ipertesto, la videoconferenza, il lavoro collaborativo in tempo reale, e molto altro ancora. Ciò accadeva 16 anni prima dell’Apple Macintosh, 35 anni prima di Skype e 44 anni prima di Google Docs. Nella nostra era tutte le demo hanno raggiunto lentamente il pubblico, il personal computer conferisce alla gente comune il potere dell’informatica, in Svizzera viene pubblicato il World Wide Web che permette alle persone di condividere la loro conoscenza usando le famose pagine web, gli individui potrebbero essere capaci persino di creare connessioni tra pezzetti di varie conoscenze usando gli hyperlink. Steve Jobs una volta paragonò il computer a ‘una bicicletta per la mente’: questo strumento andrà sicuramente più veloce di quanto possa fare il corpo umano, e tuttavia, a differenza della macchina, la bicicletta è alimentata dall’uomo. Doug Engelbart immaginava che il computer sarebbe stato uno strumento per la creatività intellettuale e artistica; tuttavia, oggi, i nostri dispositivi sono progettati meno per la creazione, e più per il consumo.
Come si diventa centauri?
Il centauro, dalla mitologia greca antica, era un essere maestoso nato da grande dea. Qual’è la lezione più importante sulla collaborazione uomo-macchina? Quando crei una squadra di umani uniti all’intelligenza Artificiale, il problema non è né l’umano, né l’IA, ma la loro unione. Com’è possibile combinare i punti di forza individuali umani e quelli degli esseri intelligenti per superare le loro debolezze? Qui c’è bisogno di sapere quali sono esattamente i punti di forza e di debolezza di entrambe le parti. La natura umana, nel bene e nel male, è sempre la stessa da millenni. Se si vuole vedere i punti di forza che sono unici e universali per tutti gli esseri umani, basta guardare i bambini. Sono già esperti in: intuizione, analogia, creatività, empatia, abilità sociali. Alcuni potrebbero deriderli per essere “soft skills”, ma il fatto che possiamo creare un’IA che gioca a scacchi, ma che non può tenere una conversazione normale di cinque minuti, è la prova che queste abilità ci sembrano “morbide” solo perché l’evoluzione è già stata messa nei 3,5 miliardi di anni di duro lavoro per noi. Se si vuole vedere le debolezze degli umani, basta andare a scuola. Queste cose sono estremamente difficili per le intelligenze umane e richiede anni di addestramento per acquisire anche una competenza di base: aritmetica, calcolo, memoria, logica, calcolo. I famosi smartphone sono capaci di fare tutte queste cose meglio e più velocemente degli esseri umani vivi più intelligenti. Per quanto riguarda invece l’Intelligenza Artificiale, è da sciocchi prevedere quali siano i suoi punti di forza e debolezza, quali cose specifiche potrà fare o non può fare nel lontano futuro. Trent’anni fa, nessuno aveva previsto che avremmo avuto auto a guida autonoma.
I computer ovviamente, sono bravi a scricchiolare trilioni di numeri, analizzando miliardi di punti dati, considerando milioni di possibilità. I numeri possono essere la sua forza più grande di IA, ma allo stesso tempo i numeri sono anche la loro più grande debolezza. Al momento, puoi addestrare un’IA solo se hai una “funzione di costo”, cioè se ci sono risposte quantitativamente migliori o peggiori.
In parole povere, le IA sono le migliori per scegliere le risposte, mentre gli umani sono i migliori a scegliere le domande.
1 note
·
View note
Text
Nanorecensione
Westworld - stagione 1
Prendete un po’ di Asimov, di K.Dick, di Urania e guarnite con una spruzzata di Black Mirror mentre in sottofondo il vostro robot da cucina legge Marx. Una bella serie che pone interrogativi importanti su intelligenza artificiale, morale, robotica e similari.
Westworld - stagione 2
Il fattore sono-tutti-morti-l’isola-è-il-purgatorio marchio di fabbrica di J.J. Abrams si fa notare prepotentemente mandando tutto in vacca sopratutto (come di consueto) nel finale. Non mi credete?
Season 2 (2018): Percentage of positive reviews tracked by the website Rotten Tomatoes - Wikipedia
Quando ci leveremo J.J. dalle palle, la cinematografia e le serie potranno solo migliorare.
4 notes
·
View notes
Text
The Unapologetic Captain Marvel
Per chi ha sempre riconosciuto la valenza culturale dell’universo fumettistico, l’ultimo decennio è stato denso di soddisfazioni. Grazie all'intuizione cross-mediale di Disney (a cui ha fatto seguito, con alterni successi, anche il duopolio Warner-Dc Comics) di acquisire e valorizzare l’intero parco di narrazioni Marvel, abbiamo assistito a un susseguirsi di film, serie e videogames ispirati alle storie con cui siamo cresciuti, veri e propri racconti mitici “a bassa intensità” come li definirebbe Peppino Ortoleva, che molto, moltissimo hanno significato per la decodifica del nostro quotidiano.
Se di quotidiano parliamo, ovviamente, non possiamo pensare che all'interno del narrato cinematografico non andremo a ritrovare rappresentate anche le aberrazioni del nostro tessuto sociale: non è un caso quindi che solo negli ultimi due anni marvel abbia trovato il coraggio di dedicare un film a un protagonista afro-americano e, successivamente a una donna. Entrambi i film in qualche modo hanno dovuto subire qualche forma di scetticismo e discriminazione: ma se da un lato gli intellettuali black americani riescono a fare quadrato attorno ai propri artefatti culturali (ma per sconfiggere il razzismo made in USA la strada è ancora lunghissima, soprattutto dopo i passi da gambero compiuti dall’elezione di Trump nel 2016) mettere anche solamente in discussione il patriarcato sembra qualcosa di assurdo, complicato. Lo è perché la donna oggi, in tutte le esperienze sociali, vive uno stato di subalternità culturale ed economica; un’egemonia maschile difficile da scalfire. Se la realtà non è altro che “una costruzione sociale” (Berger, Luckmann) e se “non esistono fatti puri, ma solo interpretazioni” (Nietzsche), vedere questa Captain marvel farsi largo nello storytelling mainstream, non può che essere un segnale confortante.
Intendiamoci: Captain Marvel non è un film perfetto, anzi: come tutti i film che raccontano le origini di un supereroe Marvel si attiene a una ricetta che dopo dieci anni inizia a essere un po’ stantia, sebbene la rivisitazione degli anni novanta come luogo della memoria (e non gli onnipresente ottanta, di cui, francamente, non se ne può più) lo rende godibilissimo, grazie anche al gran lavoro “da spalla” fatto da Samuel L. Jackson. Quest’ultimo recita ringiovanito di vent'anni grazie a una tecnologia figlia degli algoritmi di intelligenza artificiale dietro ai cosiddetti deepfakes; tecnologia che di anno in anno diventa sempre più (in)credibile, ponendoci di fronte a interrogativi e scenari stimolanti per il futuro: un attore potrà essere giovane per sempre? potrà lasciare la sua immagine e il suo timbro vocale in eredità anche dopo la sua morte? potremo mai rivedere sullo schermo divi come Marlon Brando o Marylin Monroe recitare - in qualche modo - nuove scene?
Mentre la trama del film si dipana al ritmo del rock post-grunge (No Doubt, Hole, Elastica, Garbage… ma anche Nirvana), seguiamo il doppio percorso della protagonista, Vers: terminare la sua prima missione come guerriera Kree e, contemporaneamente, comprendere sé stessa. I ricordi dei suoi primi anni di vita sono disorganici, sconnessi, anche di fronte all'Intelligenza Suprema (una sorta di divinità dalle mutevoli fattezze: in questo caso, quelle di Annette Benning) Vers non riesce a ricomporre i frammenti del suo passato. Soltanto dopo lo schianto sulla Terra inizia a scalfire la superficie dell’oblio indottole dal lavaggio del cervello subito e a comprendere la complessità della sua identità. Con l'aiuto degli agenti del neonato S.H.I.E.L.D., Nick Fury e Phil Coulson, un “gatto” che si rivelerà molto più aggressivo del suo aspetto sornione e la famiglia Rambeau, Vers non solo scoprirà di essere Carol Danvers, un'ex pilota americana, ma rivaluterà la sua posizione rispetto alla guerra che sta combattendo.

Socchiudendo lo sguardo per meglio leggere tra le righe, Carol Danvers combatte una guerra in cui si trovano coinvolte tutte le donne, fin dal loro primo vagito: quella contro l’accoppiata patriarcato/misoginia.
La misoginia (dal greco misèō, "odiare" e gynḕ, "donna"), pur nella sua disarmante chiarezza, risulta un concetto sfuggente, spesso scartato a priori in maniera semplicistica: nessuno “odia” le donne, tutti gli uomini ne hanno, più o meno, amato qualcuna - una giustificazione che avrete sentito dire migliaia di volte: “la mia vita è piena di donne importanti, mia madre, mia sorella, mia moglie ecc.” - e questo sembra essere, per molti, un’affermazione plausibile che smonta, disinnesca automaticamente il sentimento d’odio. Anche se ci appare superfluo specificare cosa sia il patriarcato, un veloce ripasso non può che essere d’aiuto. Certe volte basta anche Wikipedia:
Il patriarcato è un sistema sociale in cui gli uomini detengono principalmente il potere e predominano in ruoli di leadership politica, autorità morale, privilegio sociale e controllo della proprietà privata. Nel dominio della famiglia, il padre o la figura paterna esercita la propria autorità sulla donna e i figli.
Storicamente, il patriarcato si è manifestato nell'organizzazione sociale, legislativa, politica, religiosa ed economica di una moltitudine di culture differenti. In sintesi, qualsiasi donna (non importa la classe sociale, l’età, l’identità di genere) in questo tipo di società è minacciata – più o meno direttamente – di conseguenze ostili se viola o contesta le norme o le aspettative relative al suo essere tale. Questo sistema normativo garantisce diritti e obblighi ben precisi. Questo ci pone in una situazione difficile da definire, dai contorni sfumati e quindi più complessa: non ci sono “uomini che odiano le donne” in maniera assoluta; ma un’immotivata insofferenza, che può variare di volta in volta d’intensità, fino a giungere a conseguenze gravissime, quando si verificano particolari atteggiamenti ritenuti al di fuori del ruolo in cui la donna deve essere incardinata.
Come scrive Kate Mann in “Down girl: the Logic of Misoginy” (2018)
il sessismo è il ramo dell'ideologia patriarcale che giustifica e razionalizza un ordine sociale patriarcale, la misoginia è il sistema che sorveglia e fa rispettare le norme e le aspettative che lo governano.

Attraverso i numerosi flashback che appaiono nel film, apprendiamo che ci sono stati molti punti nella vita di Carol DanVers in cui le è stato detto di “stare al suo posto”, da differenti persone che hanno ricoperto ruoli più o meno importanti nella sua vita: in primis il suo mentore Yon-Rogg (interpretato da Jude Law).
Nella prima scena in cui li vediamo coinvolti in un allenamento al combattimento, Yon-Rogg insiste più volte sul fatto che Carol non debba lasciare che la rabbia e l'emozione facciano parte del suo combattimento, invitandola alla calma e alla razionalità. Alla luce di quello che scrivevamo poco prima, possiamo osservare chiaramente l’imposizione di un ruolo di genere: l’irrazionalità e la rabbia sono una prerogativa del combattimento mascolino (qualcuno di voi ha mai pensato di insegnare la razionalità a Hulk?). Una donna combattente, per essere “presa sul serio”, deve controllare la sua rabbia isterica (uso, non a caso, un termine ancora d’uso comune ma figlio di un sentimento misogino: il greco Hystera si traduce, non a caso, con Utero). A Carol Danvers non viene detto di controllarsi perché incapace di controllare il suo potere. Viene osteggiata e sbeffeggiata perché donna: come nella caccia alle streghe, la lotta alle suffragette; come accade oggi a Greta Thunberg e alla sua battaglia ambientalista. È una donna che non ha autocontrollo (o meglio, non ha introiettato le leggi del controllo maschile) e quindi destinata a finire nei guai. Quando Carol chiede il motivo per cui non può sfruttare tutto il suo potenziale la risposta, in sintesi, è di “stare al proprio posto”: il suo mentore ha deciso il modo in cui deve combattere, minacciandola di “toglierle tutto ciò che le è stato dato”, facendo riferimento all'innesto di tecnologia Kree che ha nel collo.
Molti fan dei comics originali si sono lagnati del gender-bending di Mar-Vell, personaggio a cui sono giustamente affezionati: nato nella silver age e protagonista di alcuni archi narrativi memorabili (in particolare quello che culmina con la sua morte). Mar-Vell, nella sua incarnazione filmica, appare interpretato da una Donna (dicevamo, Annette Benning); questa scelta, figlia di una scelta dell’ultim’ora, ha perfettamente senso all’interno di questa origin story. Quando Vers si trova al cospetto dell’intelligenza suprema, che prende le fattezze di Mar-Vell - una donna - questa ripropone in qualche modo le stesse minacce alla protagonista, se non rispetterà le regole relative al suo ruolo. Questa, che ironicamente ci diverte definire “sindrome di Stoccolma da patriarcato” è una forma di violenza psicologia esistente e spesso più complicata da far emergere: l’ideologia può assumere forme diverse, compresa quella femminile. Questo è un fenomeno comune a tutte le forme oppressive di dominio psicologico: nomino velocemente i “neri da cortile” di Malcom X, citati anche da Quentin Tarantino nel suo Django Unchained (2012), in particolare – in un veloce incrocio crossmediale – nel personaggio di Stephen, interpretato proprio da Samuel L. Jackson.
L'aspetto particolarmente insidioso di questi ruoli sociali è che essi appaiono il più possibile naturali o scelti liberamente, per cui è difficile scorgere come essi favoriscano l’affermarsi di un'ideologia. Naturalmente l'adozione da parte dell'Intelligenza Suprema dell'immagine di Lawson/Mar-Vell non significa che la Lawson aderisca alle norme sociali patriarcali (Spoiler: in realtà non è affatto così). Quello che ci preme sottolineare è che l’accoppiata patriarcato/misoginia non sempre indossa un volto maschile.

Carol, mostra di sé il ritratto di una donna impenitente (o come amano dire gli americani unapologetic) il cui potere - raggi fotonici a parte - è proprio quello di rendersi conto di non dover giustificare a nessuno le scelte intraprese nella sua vita. È la sua tenacia, non il sangue Skrull, a darle la forza di rialzarsi dopo ogni sconfitta. Sul grande schermo abbiamo viste tante figure eroiche del genere, ma quasi mai, concedeteci il calembour, di questo… genere. Per una volta c’è una donna al centro del progetto Marvel. Ci vuole coraggio, può sembrare assurdo, a mettere in cantiere un personaggio simile all’interno di una cultura, quella nerd, che ha più volte dimostrato di avere al suo interno delle pericolose frange ultra conservatrici (fenomeno, tuttavia, di facile spiegazione: chi più di un nerd è legato alla cristallizzazione nostalgica di figure caratteristiche della propria infanzia e adolescenza?).
Nei mesi che hanno preceduto l'uscita del film, e nei giorni successivi, abbiamo potuto osservare come alcune persone, spesso anche organizzati in gruppi di “Troll”, si siano sentiti in diritto di controllare il modo in cui le narrazioni supereroiche debbano essere declinate. Ad esempio, dopo il primo trailer di Captain Marvel, un largo numero di fan del MCU (in maggioranza maschi) si è lamentato dell’aspetto di Brie Larson, secondo loro “poco sorridente”. Evidentemente, nel loro sistema valoriale, le donne dovrebbero essere sempre sorridenti e accondiscendenti. Per non parlare della campagna, miseramente fallita, di affossare il film sulle piattaforme che basano il loro giudizio con metriche crowdsourced (in primis, Rotten Tomatoes). Anche se tutto ciò può sembrarci estremamente ridicolo, e ci ritorna in mente William Shatner, indimenticabile interprete del Capitano Kirk di Star Trek apostrofare i fan più zelanti con un liberatorio “get a life!”, è importare comprendere quanto possano essere misogine questo genere di iniziative. Senza nemmeno entrare nel merito dei film coinvolti - è accaduto anche per Ghostbusters (2016) e Ocean’s 8 (2018) - ci si trova di fronte a un sentimento tossico che vorrebbe forzosamente proiettate le proprie aspettative sui prodotti dell’industria culturale.
Captain Marvel è un personaggio femminile forte e complesso, come lo sono molti dei personaggi del Marvel Cinematic Universe; non è una Dea come Wonder Woman, ma una donna che abbraccia le sue vulnerabilità e che ha la forza di combattere, fisicamente - ma non solo - sia contro i nemici che contro i suoi limiti. Un personaggio mitico che affronta il suo personale viaggio dell’eroe, in cui tutti possono identificarsi.

2 notes
·
View notes
Text
L'intelligenza artificiale, la forza della logica e la morale - ChatGPT
L’intelligenza artificiale, la forza della logica e la morale – ChatGPT
In questo articolo vi riporto delle domande, o degli input, che ho rivolto a una intelligenza artificiale, chiamata ChatGPT e che potete trovare sul sito chat.openai.com Come potete vedere dai titoli delle varie domande / richieste, ho cercato di avere due punti di vista differenti su un medesimo argomento. La risposta dell’intelligenza artificiale è stata veloce e, devo ammettere, strabiliante.…

View On WordPress
0 notes
Text
Vantaggi dell'apprendimento automatico e dell'intelligenza artificiale
L'adozione di sistemi di intelligenza artificiale offre molte opportunità, specialmente per le aziende. Tra i maggiori vantaggi più comunemente citati dai “big boss” troviamo la semplificazione e velocizzazione di alcune pratiche. Si parte da una migliore esperienza del cliente. Secondo un’indagine di PWC, l'86% delle aziende ha risposto durante un sondaggio che l'intelligenza artificiale le ha aiutate a migliorare l'esperienza del cliente. Di conseguenza, anche la soddisfazione dei clienti e la fedeltà al marchio sono migliorate. È importante per il processo decisionale informato. Per il 75% dei leader aziendali, l’intelligenza artificiale ha contribuito a migliorare il processo decisionale e la strategia ai vertici dell'organizzazione. Ciò porta a risultati migliori e vantaggi competitivi.
Le aziende puntano all’AI per avere maggiore innovazione: il 75% delle aziende che hanno implementato delle soluzioni di intelligenza artificiale hanno affermato di aver innovato prodotti e servizi esistenti e di essere state in grado di migliorare le proprie offerte per soddisfare meglio le esigenze dei clienti in target. Un punto a favore di questa è sicuramente il risparmio sui costi. Ottimizzare i processi e individuare gli scarti da tagliare è qualcosa in cui l’AI eccelle. Il 70% delle aziende ha affermato che le soluzioni di intelligenza artificiale le hanno aiutate a ridurre i costi e a risparmiare un capitale prezioso da poter investire in altro.
Da non dimenticare l’aumento della produttività: quasi i due terzi delle degli intervistati hanno segnalato un aumento della produttività dopo l'implementazione di soluzioni di intelligenza artificiale. Come sistema di supporto per il personale, l'IA semplifica il lavoro delle persone e le aiuta a fare ancora di più che mai. Con gli strumenti giusti adatti al tuo team, potrebbe persino migliorare il morale e la fidelizzazione dei dipendenti. La stessa applicazione è stata utilizzata per Tindaro Web di Pietro Mollica! Mentre i programmatori perdono tempo ad installare plugin o aggiornare il browser, i ragazzi di Pietro Mollica ripubblicano Tindaro Web all’ultima versione. L'intelligenza artificiale sta diventando un must per molte aziende e una migliore accessibilità significa che l'apprendimento automatico non sarà più solo il regno delle grandi imprese.

1 note
·
View note