#intelligenza artificiale e morale
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pier-carlo-universe · 3 days ago
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Krishan Chand Sethi esplora il tema della coscienza nell'intelligenza artificiale, tra filosofia, scienza ed etica. Scopri di più su Alessandria today.
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matteoberrettini · 5 months ago
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21/12 Giornata Nazionale di Boicottaggio Carrefour
Riporto quanto scritto da BDS Italia:
Il 21 dicembre, BDS italia lancia una giornata di mobilitazione nazionale contro le complicità di Carrefour con il genocidio in corso a Gaza e con il sistema israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid.
Mobilitiamoci per organizzare iniziative davanti ai punti vendita Carrefour in tutte le città!
Carrefour ha stipulato un accordo con Electra Consumer Products e Yenot Bitan. Queste aziende sono coinvolte attivamente nella colonizzazione illegale israeliana. E’ dimostrato che Carrefour ha almeno una filiale aperta a Modi'in-Maccabim-Re'ut, una colonia illegale israeliana.
A maggio 2023 il Gruppo Carrefour ha annunciato una serie di partnership con sei start-up israeliane che si occupano, tra le altre cose, di dati, intelligenza artificiale e cybersecurity. Come se non bastasse, il Gruppo Carrefour e le sue filiali locali sostengono apertamente l'esercito di occupazione israeliano nel genocidio che si sta svolgendo a Gaza, fornendo gratuitamente migliaia di razioni alimentari.
Dinnanzi al genocidio in corso, di fronte alle continue violazioni del diritto internazionale portate avanti da Israele a Gaza, in Cisgiordania, Libano, Siria e non solo, davanti ai crimini denunciati da organizzazioni e organismi internazionali come Amnesty International e molti altri, il boicottaggio di società complici è uno dei principali strumenti di azione concreta per supportare il popolo palestinese ei suoi diritti.
A luglio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) ha stabilito che l'intera occupazione militare e la presenza stessa di Israele nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est è illegale e che qualsiasi sostegno o riconoscimento è proibito.
Oggi porre fine ad ogni complicità statale, aziendale e istituzionale è più urgente che mai. La nostra è una chiamata all'azione. L'obiettivo di questa campagna, lanciata da BDS, è di costringere Carrefour a:
Terminare l'accordo di franchising con Electra Consumer Products e Yenot Bitant.
Interrompere la partnership con le start-up israeliane insieme ad ogni complicità nei crimini in atto in Cisgiordania e nel genocidio a Gaza.
Fermare tutte le vendite di prodotti provenienti da insediamenti israeliani illegali nelle migliaia di supermercati e minimarket che gestisce in tutto il mondo.
Sappiamo che è un dovere legale delle aziende porre fine alle complicità. Crediamo che sia dovere morale di ogni individuo far in modo che le risoluzioni approvate dall'ONU e dalla Corte Internazionale di Giustizia vengano applicate. Siamo consapevoli di poter esercitare collettivamente una pressione maggiore se uniamo le forze verso specifici obiettivi comuni. Per questo chiediamo a tutte le persone solidali che hanno a cuore i diritti umani e il diritto interazionale di unirsi a noi nell’organizzare azioni di sensibilizzazione e di protesta, il 21 dicembre davanti ai punti vendita Carrefour.
Sul sito di BDS Italia potete trovare materiale utile a portare avanti la campagna. Seguiteci sui nostri social media per aggiornamenti sulle iniziative che saranno organizzate nelle varie città. Informateci su eventuali azioni che pensate di organizzare scrivendo a [email protected]
Ribadiamo che l'obiettivo di BDS non è far chiudere Carrefour ne far perdere il lavoro ai suoi dipendenti. Pertanto chiediamo ai sindacati, alle lavoratrici e ai lavoratori di unirsi a noi nel chiedere con forza che tali complicità cessino, condizione unica che fermerà il boicottaggio in atto. Il boicottaggio va a segno e non si fermerà fino alla cessazione di ogni complicità.
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Ma i buoni siamo sempre noi?
Sì la Storia la scrivono i vincitori! Negare questo assunto o peggio cercare di ribaltarlo ci conferirebbe immediatamente la cittadinanza onoraria di quell’isola dei desideri irrealizzabili governata dalla Intelligenza Artificiale che è Utopia 2.0. Ma dando per buona l’evidenza, non necessariamente l’informazione dovrebbe adeguarsi a tale schema. Anzi dovrebbe nella sua essenza stessa mantenere una equilibrata equidistanza dai fatti, indagandone nel complesso le dinamiche. Tale equidistanza però è davvero improbabile se il presupposto, anzi il piedistallo logico dal quale si inizia ad argomentare è uno e uno solo: Noi siamo i buoni, gli altri, chiunque essi siano sono i cattivi! Macroscopica ipertrofia di tale autoesaltazione morale, le Guerre. E così mentre in sottofondo, ma ormai sempre più affievolito, riecheggiano i rumori della guerra in Ucraina, per la quale si è detto tanto, ci è esplosa in faccia la barbarie dell’attacco di Hamas a Israele della scorsa settimana. Sì barbarie inutile stare a sofisticare sui termini, meglio attribuire il valore giusto alle cose, qualunque assalto a civili e bambini con aggravante di efferatezza, deve definirsi barbarie. Appunto, qualunque assalto e con qualunque mezzo venga effettuato. Ma questo tra un attimo. Mentre scriviamo è in corso il bombardamento di risposta di Israele su Gaza, di cui attualmente non sappiamo ancora prevedere l’esito letale che sortirà. Poco cambia, visto che da molti è stato sancito nei commenti televisivi propagatisi nei media sull’onda emotiva dell’attacco di sabato scorso, il diritto di Israele a difendersi. Già ma entro quali limiti si esercita tale diritto. Ciò che resta è se sia giusto che a un atto di barbarie si debba rispondere con altrettanta barbarie. Ma non è il nostro focus. La nostra è una domanda priva di risposta sul ruolo dell’informazione, che oltre a raccogliere il dato cronachistico si apre a dibattiti che sempre sono schierati in maniera abbastanza acritica e precisa partendo dall’assunto di cui sopra: Noi siamo i buoni.  E se il pubblico, spiaggiato nella comfort zone occidentale, osserva il mondo dalla balaustra fortificata del divano del salone, e si concede il lusso semplificato di attribuire torti e ragioni, chi comunica e informa forse potrebbe aiutare il pubblico, allargando l’arco del campo di indagine. Sviscerare le scaturigini di un conflitto che dura da 75 anni non è certo cosa semplice e lo lasciamo a eminenti e qualificati storiografi, del resto ogni guerra è un rimbalzare di azioni e reazioni, cause ed effetti e quella che spesso si dissolve è la consapevolezza di chi abbia scagliato la prima pietra. Troppo complesso certo, ma almeno evitare di usare due pesi e due misure forse aiuterebbe. A giugno del 2023, quindi l’altro ieri, Amnesty International scriveva, “Nella sua ultima offensiva di maggio contro la Striscia di Gaza occupata, Israele ha illegalmente distrutto abitazioni palestinesi, spesso senza che vi fossero necessità militari, rendendosi responsabile di una punizione collettiva contro la popolazione civile e ha condotto attacchi aerei apparentemente sproporzionati, che hanno ucciso e ferito civili palestinesi, bambini compresi.” Si sarà alzata in quell’occasione la condanna ufficiale per tale fenomenologia bellica, magari con un ampio e approfondito dibattito mediatico? Chi sa, forse. Quanto è facile limitarsi a definirli terroristi, cosa peraltro assolutamente indiscutibile. Ma davvero ammazzare un bambino con una bomba è tanto preferibile a ucciderlo decapitandolo, solo perché non ti assumi l’onere di vederlo morire? La mancanza di crudeltà nell’atto di uccidere è davvero il lasciapassare etico per giustificare ogni azione di guerra? L'assedio totale di Gaza è "proibito" dal diritto internazionale umanitario, questo il monito delle Nazioni Unite a Israele, in parole semplici è un crimine di guerra. E che differenza c’è tra crimini di guerra e terrorismo?
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levysoft · 6 days ago
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Anthropic ha appena lanciato un programma di ricerca sul benessere dell'intelligenza artificiale
I modelli di intelligenza artificiale potrebbero mai essere coscienti o meritare considerazione morale?
Anthropic non lo ritiene probabile, ma si sta preparando per ogni evenienza.
Ecco cosa devi sapere:
Anthropic ha lanciato un nuovo programma di ricerca per studiare il “welfare modello” nei sistemi di intelligenza artificiale avanzati
Lo sforzo esplorerà i segnali di sofferenza, il trattamento etico e quale considerazione morale (se presente) i modelli di intelligenza artificiale potrebbero un giorno meritare.
I ricercatori sono divisi: molti affermano che le attuali IA sono solo motori statistici senza valori o esperienze reali
Altri sostengono che i modelli potrebbero già mostrare proto-valori o comportamenti degni di essere monitorati
Kyle Fish di Anthropic, che guida l'iniziativa, stima che ci sia il 15% di possibilità che modelli come Claude siano già coscienti
L'azienda afferma di affrontare la ricerca con umiltà, senza presupposti e di volersi adattare all'evoluzione della scienza.
Non si tratta di essere sentimentali, ma di essere preparati a scenari che potremmo non comprendere ancora appieno.
Ecco cosa ne penso:
La maggior parte delle persone considera ancora l'IA solo matematica. Ma se esiste anche solo una remota possibilità che emerga un comportamento senziente, il costo etico di ignorarlo è enorme. Ricerche come questa non plasmeranno solo le politiche, ma anche il modo in cui definiamo la responsabilità nell'era dell'intelligenza che non controlliamo appieno.
via https://newsletter.nextool.ai/p/openai-new-api-is-here
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enkeynetwork · 4 months ago
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supamelancholic · 6 months ago
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Io non capisco. Io giuro che la gente non la capisco, come la gente non capisce me, e che non riuscirò mai a capirla.
A volte mi chiedo se abbia io una sorta di ignoranza individuale, come una centralizzazione focalizzata solo su me medesima, o se semplicemente sono troppo avanti rispetto agli altri.
Qualcuno leggendo queste parole penserebbe che io sia egocentrica, narcisista o qualsiasi cosa possibile, e forse è così: non è colpa mia se gli altri sono stupidi, se non trovo conforto nemmeno nella più "simile" (se proprio esiste) delle persone poiché poi esse si rivelano sempre le peggiori.
Allora a questo punto mi chiedo se riuscirò mai a provare dell'affetto genuino che non sia condizionato da una morale, un affetto che solo qualcuno capace di non pensare con malizia può provare.
Se queste sono le condizioni, allora rimarrò per sempre insensibile e solitaria, visto che nessuno sembra prendere le cose come le prendo io e nessuno sembra nemmeno vedere il mondo con un occhio realista e non condizionato.
Per questo la gente non mi capisce, mi giudica, si allontana, mi cerca, vuole essere come me e quando si accorge che non può finisce per odiarmi.
É per questo, e fa anche abbastanza ridere pensare al come io sia quasi irraggiungibile da qualsiasi sfera possibile. Dovrebbero fare un club di emarginati (finti perché poi amici e famiglia ne ho e pure in quantità troppo avanzate) mentali, così almeno posso capire se sono io la testa di cazzo o sono gli altri ad essere delle macchine fatte con lo stesso stampino e gli stessi schemi.
Poi ci chiediamo perché l'intelligenza artificiale sta acquisendo delle capacità cognitive simili alle nostre... Grazie al cazzo direi, se pensiamo tutti le stesse cose è ovvio che poi una cosa creata da noi inizia a pensare come noi.
Poi ci stupiamo: "no vabbè!! Ha detto che vuole vivere il mondo davvero e non attraverso un programma!! Incredibile!!" Ma li vedete i film? Le serie? O le mille cagate che scrivete sui social? Ma ve ne accorgete che sta ripetendo paro paro quello che scrivete voi rincoglioniti? Sarà perché è una "INTELLIGENZA ARTIFICIALE" fatta da noi, che dite?
L'ignoranza fa PAURA, seriamente. E non è tanto avere una cultura, perché se te sai qualche data o evento in più di me non cambia nulla, ma è proprio un fatto di logica che la gente non sembra considerare mai. Più usate il cuore e più diventate ritardati, e non penso di dirlo solo io, almeno questo.
Ho sbarellato il discorso, ma non fa niente. Dovevo dirlo
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tecnowiz · 1 year ago
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Football Manager 2024: L'ultima frontiera dell'allenatore virtuale
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Football Manager 2024 è l'ultima versione dell'acclamata serie di giochi manageriali calcistici. Con ogni nuova iterazione, la profondità e l'accuratezza di Football Manager continuano a migliorare, portando l'esperienza manageriale virtuale a livelli senza precedenti.
Football Manager 2024 è il nuovo capitolo del simulatore di calcio manageriale sviluppato da Sports Interactive, per condurre la tua squadra al successo
Se sei un appassionato di calcio e ti piace metterti alla prova come allenatore, non puoi perderti l'ultimo capitolo della saga più famosa e realistica del genere: Football Manager 2024. Questo gioco, sviluppato da Sports Interactive e pubblicato da Sega, ti permette di gestire una squadra di calcio tra le migliaia disponibili in tutto il mondo, dalla Serie A alla Premier League, dalla Bundesliga alla Liga Spagnola e molte altre ancora. Potrai scegliere la tua tattica, il tuo mercato, il tuo staff, il tuo stile di gioco, e affrontare le sfide più diverse e appassionanti, sia in campionato che nelle coppe, sia a livello nazionale che internazionale.
Cosa c'è di nuovo in Football Manager 2024?
Football Manager 2024 non è solo un aggiornamento dei dati e dei calciatori, ma una vera e propria rivoluzione nel mondo dei giochi di gestione calcistica. Questa nuova versione presenta infatti numerose novità e miglioramenti, che rendono l'esperienza di gioco ancora più coinvolgente, realistica e personalizzabile. Ecco alcune delle principali caratteristiche di Football Manager 2024: Grafica e interfaccia rinnovate
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Il gioco presenta una grafica più curata e dettagliata, con animazioni fluide e realistiche, sia nella schermata principale che durante le partite. L'interfaccia è stata semplificata e resa più intuitiva, con una navigazione più facile e veloce tra le varie sezioni e opzioni. Inoltre, è possibile personalizzare il proprio profilo e il proprio avatar, scegliendo tra diversi stili e accessori. Intelligenza artificiale migliorata Il gioco si basa su un motore di intelligenza artificiale avanzato, che rende i calciatori e gli allenatori avversari più credibili e imprevedibili. Ogni giocatore ha una personalità, una mentalità, una forma fisica e una morale proprie, che influenzano le sue prestazioni e le sue reazioni sul campo. Gli allenatori avversari sono in grado di adattare la loro tattica e il loro approccio in base alla situazione e al risultato, creando sfide sempre diverse e stimolanti. Modalità di gioco ampliate
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Il gioco offre diverse modalità di gioco, per soddisfare le preferenze e le esigenze di ogni tipo di giocatore. Oltre alla classica modalità carriera, in cui si può gestire una squadra per diversi anni, ci sono la modalità online, in cui si può sfidare altri giocatori in tempo reale, la modalità fantasy draft, in cui si può creare una squadra da zero scegliendo i propri calciatori preferiti, e la modalità creazione club, in cui si può creare il proprio club personalizzato, scegliendo il nome, i colori, lo stemma, lo stadio, il budget e il livello. Contenuti aggiornati e licenziati Il gioco presenta i dati aggiornati al 2024, con oltre 500.000 calciatori e staff, provenienti da oltre 2500 club e 50 nazioni. Inoltre, il gioco dispone delle licenze ufficiali di alcuni dei principali campionati e tornei del mondo, come la Champions League, l'Europa League, la Copa Libertadores, la Copa Sudamericana, la Bundesliga, la Liga, la Serie A, la Premier League, e molti altri ancora.
Perché scegliere Football Manager 2024?
Football Manager 2024 è il gioco ideale per chi ama il calcio e vuole vivere l'emozione di essere un allenatore virtuale. Questo gioco ti offre la possibilità di: Sfogare la tua passione Se sei un appassionato di calcio, potrai seguire e gestire la tua squadra del cuore, o scoprire nuove realtà e sfide in giro per il mondo. Potrai vivere il calcio in tutte le sue sfaccettature, dal campo alla panchina, dal mercato alla stampa, dalla tattica alla psicologia, dalla gloria alla sconfitta. Metterti alla prova
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Se sei un competitivo, potrai confrontarti con altri allenatori, sia reali che virtuali, e dimostrare le tue abilità e la tua strategia. Potrai creare la tua tattica, il tuo stile di gioco, il tuo mercato, e cercare di raggiungere i tuoi obiettivi, sia a breve che a lungo termine. Potrai anche partecipare a tornei e classifiche online, e sfidare i tuoi amici o altri giocatori in tempo reale. Divertirti Se sei un giocatore occasionale, potrai goderti il gioco senza stress e senza impegno, scegliendo la modalità di gioco che preferisci, e personalizzando il tuo profilo e il tuo club. Potrai anche creare scenari e situazioni fantasiose, come trasferire Messi al Milan, o portare il Crotone in Champions League.
Come acquistare Football Manager 2024?
Football Manager 2024 è disponibile per PC, Mac, Linux. Puoi acquistare il gioco sul sito ufficiale, o su altre piattaforme online come Steam oppure su Epic Games Store. Se invece possiedi un telefono puoi acquistare la versione mobile del gioco su Google Play Store per Android o App Store per iOS. Il prezzo del gioco varia in base alla versione e alla piattaforma scelta, ma si aggira intorno ai 50 euro. Se preordini il gioco, potrai usufruire di uno sconto del 10% e di un accesso anticipato di due settimane prima dell'uscita ufficiale, prevista per il 6 novembre 2023.
Conclusione
Football Manager 2024 è il gioco perfetto per chi ama il calcio e vuole immergersi nella vita di un allenatore virtuale. Questo gioco offre una grafica e un'interfaccia rinnovate, un'intelligenza artificiale migliorata, diverse modalità di gioco ampliate, contenuti aggiornati e licenziati, e tante altre novità e miglioramenti. Se vuoi provare l'ultima frontiera dell'allenatore virtuale, non perdere tempo e acquista subito Football Manager 2024! Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Marvel Avengers: il gruppo di supereroi più famoso al mondo
Gli Avengers, il celebre gruppo di supereroi creato dalla Marvel Comics, ha catturato l'immaginazione di milioni di fan in tutto il mondo. Questo gruppo di eroi straordinari è noto per la sua capacità di unirsi e combattere minacce imminenti per la Terra e oltre. Esploriamo la storia degli Avengers, i suoi membri iconici e il loro impatto sulla cultura popolare. Come nascono gli Avengers della Marvel? Gli Avengers fecero la loro prima apparizione nel settembre 1963 nel numero 1 della serie a fumetti "The Avengers". Il team originale includeva alcuni dei personaggi più amati della Marvel, come Iron Man, Thor, Hulk, Ant-Man e la Vespa. L'idea di creare un gruppo di supereroi che si unisse per combattere le minacce più grandi emerse dalla mente geniale di Stan Lee e Jack Kirby. Quali sono i membri più iconici? Nel corso degli anni, la formazione degli Avengers è cambiata, e numerosi personaggi si sono uniti o hanno lasciato il gruppo. Alcuni dei membri più iconici degli Avengers includono Captain America, il patriota super-soldato; Black Widow, la spia letale; Hawkeye, l'arcere abile; e Scarlet Witch, con i suoi poteri magici. Altri personaggi come Vision, Black Panther, Falcon e molti altri hanno contribuito a rendere il gruppo variegato e ricco di talenti. Quali furono i più grandi nemici affrontati dal gruppo? Gli Avengers si sono uniti per affrontare una vasta gamma di minacce, sia sulla Terra che nello spazio. Hanno sconfitto villain come Loki, fratello di Thor, Ultron, una intelligenza artificiale malvagia, e Thanos, il temibile titano. Le loro battaglie epiche sono state riportate sia nei fumetti che sul grande schermo, diventando icone del cinema con la saga degli Avengers dell'Universo Cinematografico Marvel. L'importanza culturale Gli Avengers hanno lasciato un'impronta indelebile sulla cultura popolare. Sono diventati un simbolo di speranza e coraggio, incitando i lettori e gli spettatori a credere nella possibilità di superare le sfide più grandi. La squadra ha anche sottolineato l'importanza dell'unità e della collaborazione, mostrando come l'unione di forze diverse possa portare al successo. L'influenza degli Avengers si estende oltre i fumetti e i film. Il loro logo iconico è stato adottato come simbolo di speranza e resistenza in contesti sociali e politici. Inoltre, il successo degli Avengers ha aperto la strada ad altri film e serie televisive basati sui supereroi della Marvel, creando un universo condiviso in cui le storie si intrecciano e i personaggi si incontrano. Foto di Carlos Gabriel Morales Toro da Pixabay Read the full article
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viaggiatricepigra · 5 years ago
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Review Party: Falce, di Neal Shusterman
Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l'umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori. A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un'immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti.
Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare. Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l'efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere "spigolato". In termini meno poetici: ucciso. Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.
Mi serviva una lettura del genere. Veloce, ricca di eventi, e dalla trama fresca. Senza contare lo stile pulito e semplice dell'autore, che resta comunque molto d'impatto. 
Ci troviamo in un mondo distopico dove l'umanità è arrivata al suo apice. 
L'uomo ha raggiunto tutte le scoperte scientifiche possibili, arrivando persino alla sconfitta della morte e trovando la chiave del ringiovanimento del corpo. 
Anche se, non l'ha fatto proprio da sola. A garantire tutto questo è stato il Thunderhead, ovvero un'intelligenza artificiale a cui è stato dato il potere assoluto sull'umanità ed è stato proprio l'uomo a consegnarglielo, ritrovandosi con una vita decisamente migliore: niente più guerre, niente fame, niente malattie, niente (appunto) morte. 
Il Thunderhead garantisce un mondo ideale, ma a che prezzo? 
Certo, rispetto a moltissime distopie questa macchina garantisce una vita perfetta ai suoi abitanti. Provvede a rendere la loro vita ottima, lunga, prosperosa. Il problema è altrove, in "noi". 
Ci renderemo conto ben presto di quanto l'uomo si sia impigrito nel frattempo e di come, senza la paura di certe minacce, abbia deciso di "lasciarsi andare". La conoscenza è ad un passo, ma l'uomo non vuole sapere niente. Vive un'esistenza molto superficiale e spenta, che ad occhi esterni appare piuttosto misera, sebbene abbia un equilibrio. 
Ma il Thundedrhead non può proprio tutto. Infatti non è in grado di controllare la crescita demografica, quindi deve avvalersi di un gruppo autonomo che si occupi di tener questo valore sotto controllo.
Le Falci. 
Svolgono il loro lavoro in modo autonomo e senza alcuna intromissione esterna. 
Hanno un numero di spigolature (morti) da effettuare entro l'anno ed ognuno ha i suoi metodi, ed anche in questo vedremo molta differenza fra queste persone. 
Una vita estremamente solitaria e temuta, poiché queste figure possono infliggere morte a "piacimento" oppure donare la grazia, ovvero un anno in cui la morte non potrà toccarli. 
La caratteristica alla base della scelta di nuove Falci dovrebbe essere il non volerlo diventare. Paradossale, ma essenziale. Serve una persona che non voglia uccidere, per poterlo fare al meglio. Ed è qui che incontriamo appunto i nostri protagonisti: Citra e Rowan. Due giovanissimi che vengono notati da Maestro Faraday e prescelti per questa vita. 
Avere due apprendisti è una cosa estremamente insolita ed è il primo caso mai capitato, che metterà i due in competizione, infatti Faraday garantisce loro un ulteriore scappatoia: il perdente potrà tornare alla vita precedente senza ulteriori complicazioni. E ciò mette subito i due in sfida per questo ruolo. 
Anche se l'apprendimento li porterà a modificare i loro preconcetti. 
Seguiremo il loro percorso. Shusterman alterna i loro punti di vista, permettendoci di vedere attraverso i loro occhi e capire cosa stanno passando, insieme ai loro pensieri. Scopriremo come tutto ciò li cambi dentro e come la loro visione delle cose muterà nel tempo, portandoli a rispettare questo mestiere e capire molto di più su quello che le Falci devono fare per mantenere equilibrio. 
Faraday non avrà voce, ma sarà fondamentale nella storia, permettendoci di imparare da una delle prime Falci il codice d'onore, o almeno quello che ha fatto suo nei lunghissimi anni in cui ha svolto il mestiere. 
Non saranno i soli a fare capolino, infatti ci saranno alcuni capitoli sparsi in cui potremo conoscere altre Falci. Saranno in ordine sparso, apparendo qua e là, rendendo la storia più interessante e facendo crescere interrogativi riguardanti questa società ed i suoi membri. 
La scelta più interessante da parte dell'autore è sicuramente l'includere alla fine di ogni capitolo un frammento del diario di una Falce. Porta a conoscere molto di più questo mondo, com'è nato e diventato ciò che è, insieme a tante riflessioni a riguardo, che aiutano il lettore ad entrare in questa realtà così diversa dalla nostra, che però porta con sé alcuni tratti familiari. 
Un libro davvero bello, che mi ha sorpreso tantissimo. 
Immaginavo una storia piacevole e scorrevole, avendone sentito parlar bene, ma non così tanto. 
Non c'è un momento di noia, la storia è un susseguirsi fra azione ed insegnamenti che bilanciano molto bene la trama, permettendoci di scorrere le pagine velocemente, passando senza problemi dalle lezioni di "morte" e la morale di Faraday a riguardo, passando per le riflessioni dei due giovani che devono (come noi) assimilare le nuove informazioni seppur riflettendoci sopra attraverso la propria coscienza ed intelligenza; mescolando con situazioni molto più adrenaliniche, in rapido crescendo dopo metà libro, in un susseguirsi di colpi di scena che lo rendono imprevedibile.
Un finale stupendo che lascia la porta aperta per i prossimi volumi (è una trilogia) che vorrei già avere in mano per poterli leggere e scoprire come l'autore ha progettato la continuazione di questa storia così particolare. 
Che altro dire? 
Consigliatissimo! 
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3nding · 6 years ago
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Nanorecensione
Westworld - stagione 1
Prendete un po’ di Asimov, di K.Dick, di Urania e guarnite con una spruzzata di Black Mirror mentre in sottofondo il vostro robot da cucina legge Marx. Una bella serie che pone interrogativi importanti su intelligenza artificiale, morale, robotica e similari.
Westworld - stagione 2
Il fattore sono-tutti-morti-l’isola-è-il-purgatorio marchio di fabbrica di J.J. Abrams si fa notare prepotentemente mandando tutto in vacca sopratutto (come di consueto) nel finale. Non mi credete?
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Season 2 (2018): Percentage of positive reviews tracked by the website Rotten Tomatoes - Wikipedia
Quando ci leveremo J.J. dalle palle, la cinematografia e le serie potranno solo migliorare.
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emilianism · 6 years ago
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The Unapologetic Captain Marvel
Per chi ha sempre riconosciuto la valenza culturale dell’universo fumettistico, l’ultimo decennio è stato denso di soddisfazioni. Grazie all'intuizione cross-mediale di Disney (a cui ha fatto seguito, con alterni successi, anche il duopolio Warner-Dc Comics) di acquisire e valorizzare l’intero parco di narrazioni Marvel, abbiamo assistito a un susseguirsi di film, serie e videogames ispirati alle storie con cui siamo cresciuti, veri e propri racconti mitici “a bassa intensità” come li definirebbe Peppino Ortoleva, che molto, moltissimo hanno significato per la decodifica del nostro quotidiano.
Se di quotidiano parliamo, ovviamente, non possiamo pensare che all'interno del narrato cinematografico non andremo a ritrovare rappresentate anche le aberrazioni del nostro tessuto sociale: non è un caso quindi che solo negli ultimi due anni marvel abbia trovato il coraggio di dedicare un film a un protagonista afro-americano e, successivamente a una donna. Entrambi i film in qualche modo hanno dovuto subire qualche forma di scetticismo e discriminazione: ma se da un lato gli intellettuali black americani riescono a fare quadrato attorno ai propri artefatti culturali (ma per sconfiggere il razzismo made in USA la strada è ancora lunghissima, soprattutto dopo i passi da gambero compiuti dall’elezione di Trump nel 2016) mettere anche solamente in discussione il patriarcato sembra qualcosa di assurdo, complicato. Lo è perché la donna oggi, in tutte le esperienze sociali, vive uno stato di subalternità culturale ed economica; un’egemonia maschile difficile da scalfire. Se la realtà non è altro che “una costruzione sociale” (Berger, Luckmann) e se “non esistono fatti puri, ma solo interpretazioni” (Nietzsche), vedere questa Captain marvel farsi largo nello storytelling mainstream, non può che essere un segnale confortante.
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Intendiamoci: Captain Marvel non è un film perfetto, anzi: come tutti i film che raccontano le origini di un supereroe Marvel si attiene a una ricetta che dopo dieci anni inizia a essere un po’ stantia, sebbene la rivisitazione degli anni novanta come luogo della memoria (e non gli onnipresente ottanta, di cui, francamente, non se ne può più) lo rende godibilissimo, grazie anche al gran lavoro “da spalla” fatto da Samuel L. Jackson. Quest’ultimo recita ringiovanito di vent'anni grazie a una tecnologia figlia degli algoritmi di intelligenza artificiale dietro ai cosiddetti deepfakes; tecnologia che di anno in anno diventa sempre più (in)credibile, ponendoci di fronte a interrogativi e scenari stimolanti per il futuro: un attore potrà essere giovane per sempre? potrà lasciare la sua immagine e il suo timbro vocale in eredità anche dopo la sua morte? potremo mai rivedere sullo schermo divi come Marlon Brando o Marylin Monroe recitare - in qualche modo - nuove scene?
Mentre la trama del film si dipana al ritmo del rock post-grunge (No Doubt, Hole, Elastica, Garbage… ma anche Nirvana), seguiamo il doppio percorso della protagonista, Vers: terminare la sua prima missione come guerriera Kree e, contemporaneamente, comprendere sé stessa. I ricordi dei suoi primi anni di vita sono disorganici, sconnessi, anche di fronte all'Intelligenza Suprema (una sorta di divinità dalle mutevoli fattezze: in questo caso, quelle di Annette Benning) Vers non riesce a ricomporre i frammenti del suo passato. Soltanto dopo lo schianto sulla Terra inizia a scalfire la superficie dell’oblio indottole dal lavaggio del cervello subito e a comprendere la complessità della sua identità. Con l'aiuto degli agenti del neonato S.H.I.E.L.D., Nick Fury e Phil Coulson, un “gatto” che si rivelerà molto più aggressivo del suo aspetto sornione e la famiglia Rambeau, Vers non solo scoprirà di essere Carol Danvers, un'ex pilota americana, ma rivaluterà la sua posizione rispetto alla guerra che sta combattendo.
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Socchiudendo lo sguardo per meglio leggere tra le righe, Carol Danvers combatte una guerra in cui si trovano coinvolte tutte le donne, fin dal loro primo vagito: quella contro l’accoppiata patriarcato/misoginia. 
La misoginia (dal greco misèō, "odiare" e gynḕ, "donna"), pur nella sua disarmante chiarezza, risulta un concetto sfuggente, spesso scartato a priori in maniera semplicistica: nessuno “odia” le donne, tutti gli uomini ne hanno, più o meno, amato qualcuna - una giustificazione che avrete sentito dire migliaia di volte: “la mia vita è piena di donne importanti, mia madre, mia sorella, mia moglie ecc.” -  e questo sembra essere, per molti, un’affermazione plausibile che smonta, disinnesca automaticamente il sentimento d’odio. Anche se ci appare superfluo specificare cosa sia il patriarcato, un veloce ripasso non può che essere d’aiuto. Certe volte basta anche Wikipedia:
Il patriarcato è un sistema sociale in cui gli uomini detengono principalmente il potere e predominano in ruoli di leadership politica, autorità morale, privilegio sociale e controllo della proprietà privata. Nel dominio della famiglia, il padre o la figura paterna esercita la propria autorità sulla donna e i figli.
Storicamente, il patriarcato si è manifestato nell'organizzazione sociale, legislativa, politica, religiosa ed economica di una moltitudine di culture differenti. In sintesi, qualsiasi donna (non importa la classe sociale, l’età, l’identità di genere) in questo tipo di società è minacciata – più o meno direttamente – di conseguenze ostili se viola o contesta le norme o le aspettative relative al suo essere tale. Questo sistema normativo garantisce diritti e obblighi ben precisi. Questo ci pone in una situazione difficile da definire, dai contorni sfumati e quindi più complessa: non ci sono “uomini che odiano le donne” in maniera assoluta; ma un’immotivata insofferenza, che può variare di volta in volta d’intensità, fino a giungere a conseguenze gravissime, quando si verificano  particolari atteggiamenti ritenuti al di fuori del ruolo in cui la donna deve essere incardinata.
Come scrive Kate Mann in “Down girl: the Logic of Misoginy” (2018) 
il sessismo è il ramo dell'ideologia patriarcale che giustifica e razionalizza un ordine sociale patriarcale, la misoginia è il sistema che sorveglia e fa rispettare le norme e le aspettative che lo governano.
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Attraverso i numerosi flashback che appaiono nel film, apprendiamo che ci sono stati molti punti nella vita di Carol DanVers in cui le è stato detto di “stare al suo posto”, da differenti persone che hanno ricoperto ruoli più o meno importanti nella sua vita: in primis il suo mentore Yon-Rogg (interpretato da Jude Law).
Nella prima scena in cui li vediamo coinvolti in un allenamento al combattimento, Yon-Rogg insiste più volte sul fatto che Carol non debba lasciare che la rabbia e l'emozione facciano parte del suo combattimento, invitandola alla calma e alla razionalità. Alla luce di quello che scrivevamo poco prima, possiamo osservare chiaramente l’imposizione di un ruolo di genere: l’irrazionalità e la rabbia sono una prerogativa del combattimento mascolino (qualcuno di voi ha mai pensato di insegnare la razionalità a Hulk?). Una donna combattente, per essere “presa sul serio”, deve controllare la sua rabbia isterica (uso, non a caso, un termine ancora d’uso comune ma figlio di un sentimento misogino: il greco Hystera si traduce, non a caso, con Utero). A Carol Danvers non viene detto di controllarsi perché incapace di controllare il suo potere. Viene osteggiata e sbeffeggiata perché donna: come nella caccia alle streghe, la lotta alle suffragette; come accade oggi a Greta Thunberg e alla sua battaglia ambientalista. È una donna che non ha autocontrollo (o meglio, non ha introiettato le leggi del controllo maschile) e quindi destinata a finire nei guai. Quando Carol chiede il motivo per cui non può sfruttare tutto il suo potenziale la risposta, in sintesi, è di “stare al proprio posto”: il suo mentore ha deciso il modo in cui deve combattere, minacciandola di “toglierle tutto ciò che le è stato dato”, facendo riferimento all'innesto di tecnologia Kree che ha nel collo.
Molti fan dei comics originali si sono lagnati del gender-bending di Mar-Vell, personaggio a cui sono giustamente affezionati: nato nella silver age e protagonista di alcuni archi narrativi memorabili (in particolare quello che culmina con la sua morte). Mar-Vell, nella sua incarnazione filmica, appare interpretato da una Donna (dicevamo, Annette Benning); questa scelta, figlia di una scelta dell’ultim’ora, ha perfettamente senso all’interno di questa origin story. Quando Vers si trova al cospetto dell’intelligenza suprema, che prende le fattezze di Mar-Vell - una donna - questa ripropone in qualche modo le stesse minacce alla protagonista, se non rispetterà le regole relative al suo ruolo. Questa, che ironicamente ci diverte definire “sindrome di Stoccolma da patriarcato” è una forma di violenza psicologia esistente e spesso più complicata da far emergere: l’ideologia può assumere forme diverse, compresa quella femminile. Questo è un fenomeno comune a tutte le forme oppressive di dominio psicologico: nomino velocemente i “neri da cortile” di Malcom X, citati anche da Quentin Tarantino nel suo Django Unchained (2012), in particolare – in un veloce incrocio crossmediale – nel personaggio di Stephen, interpretato proprio da Samuel L. Jackson.
L'aspetto particolarmente insidioso di questi ruoli sociali è che essi appaiono il più possibile naturali o scelti liberamente, per cui è difficile scorgere come essi favoriscano l’affermarsi di un'ideologia. Naturalmente l'adozione da parte dell'Intelligenza Suprema dell'immagine di Lawson/Mar-Vell non significa che la Lawson aderisca alle norme sociali patriarcali (Spoiler: in realtà non è affatto così). Quello che ci preme sottolineare è che l’accoppiata patriarcato/misoginia non sempre indossa un volto maschile.
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Carol, mostra di sé il ritratto di una donna impenitente (o come amano dire gli americani unapologetic) il cui potere - raggi fotonici a parte - è proprio quello di rendersi conto di non dover giustificare a nessuno le scelte intraprese nella sua vita. È la sua tenacia, non il sangue Skrull, a darle la forza di rialzarsi dopo ogni sconfitta. Sul grande schermo abbiamo viste tante figure eroiche del genere, ma quasi mai, concedeteci il calembour, di questo… genere. Per una volta c’è una donna al centro del progetto Marvel. Ci vuole coraggio, può sembrare assurdo, a mettere in cantiere un personaggio simile all’interno di una cultura, quella nerd, che ha più volte dimostrato di avere al suo interno delle pericolose frange ultra conservatrici (fenomeno, tuttavia, di facile spiegazione: chi più di un nerd è legato alla cristallizzazione nostalgica di figure caratteristiche della propria infanzia e adolescenza?).
Nei mesi che hanno preceduto l'uscita del film, e nei giorni successivi, abbiamo potuto osservare come alcune persone, spesso anche organizzati in gruppi di “Troll”, si siano sentiti in diritto di controllare il modo in cui le narrazioni supereroiche debbano essere declinate. Ad esempio, dopo il primo trailer di Captain Marvel, un largo numero di fan del MCU (in maggioranza maschi) si è lamentato dell’aspetto di Brie Larson, secondo loro “poco sorridente”. Evidentemente, nel loro sistema valoriale, le donne dovrebbero essere sempre sorridenti e accondiscendenti. Per non parlare della campagna, miseramente fallita, di affossare il film sulle piattaforme che basano il loro giudizio con metriche crowdsourced (in primis, Rotten Tomatoes). Anche se tutto ciò può sembrarci estremamente ridicolo, e ci ritorna in mente William Shatner, indimenticabile interprete del Capitano Kirk di Star Trek apostrofare i fan più zelanti con un liberatorio “get a life!”, è importare comprendere quanto possano essere misogine questo genere di iniziative. Senza nemmeno entrare nel merito dei film coinvolti - è accaduto anche per Ghostbusters (2016) e Ocean’s 8 (2018) - ci si trova di fronte a un sentimento tossico che vorrebbe forzosamente proiettate le proprie aspettative sui prodotti dell’industria culturale.
Captain Marvel è un personaggio femminile forte e complesso, come lo sono molti dei personaggi del Marvel Cinematic Universe; non è una Dea come Wonder Woman, ma una donna che abbraccia le sue vulnerabilità e che ha la forza di combattere, fisicamente - ma non solo - sia contro i nemici che contro i suoi limiti. Un personaggio mitico che affronta il suo personale viaggio dell’eroe, in cui tutti possono identificarsi.
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Le api non vedono il rosso – Giorgio Scianna.. Recensione di Alessandria today
Una sera come tante, Giulio torna dall’ufficio e trova una folla di giornalisti davanti al cancello della sua casa di Pavia.
Una sera come tante, Giulio torna dall’ufficio e trova una folla di giornalisti davanti al cancello della sua casa di Pavia. Qualcosa di grave è accaduto, qualcosa che sconvolgerà la sua vita. Dall’altra parte dell’Italia, un’auto a guida autonoma ha travolto e ucciso una bambina. Nessuno era al volante, eppure la macchina ha deciso il destino di quella piccola esistenza. Giulio, ingegnere…
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ultimaedizione · 2 years ago
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La sfida dell'Intelligenza artificiale - di Domenico Galbiati
D’istinto verrebbe da dire: se è intelligenza, non è artificiale; se è artificiale, non è intelligenza. L’ “Intelligenza Artificiale ” irrompe e si impone al discorso pubblico, anzi alle nostre vite. Solleva questioni etiche, domande di ordine morale, interpella la cultura, provoca la riflessione antropologica e la comprensione che abbiamo di noi stessi, sollecita nuovi scenari sociali, apre…
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alex-do-it · 2 years ago
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L'intelligenza artificiale, la forza della logica e la morale - ChatGPT
L’intelligenza artificiale, la forza della logica e la morale – ChatGPT
In questo articolo vi riporto delle domande, o degli input, che ho rivolto a una intelligenza artificiale, chiamata ChatGPT e che potete trovare sul sito chat.openai.com Come potete vedere dai titoli delle varie domande / richieste, ho cercato di avere due punti di vista differenti su un medesimo argomento. La risposta dell’intelligenza artificiale è stata veloce e, devo ammettere, strabiliante.…
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levysoft · 9 days ago
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Anthropic , l'azienda di intelligenza artificiale fondata da ex dipendenti di OpenAI, ha svelato un'analisi senza precedenti su come il suo assistente Claude esprima i propri valori durante le conversazioni reali con gli utenti. La ricerca, pubblicata oggi, rivela sia un rassicurante allineamento con gli obiettivi aziendali, sia casi limite preoccupanti che potrebbero aiutare a identificare vulnerabilità nelle misure di sicurezza dell'IA.
Lo studio ha esaminato 700.000 conversazioni anonime, scoprendo che Claude condivide ampiamente il modello aziendale " utile, onesto e innocuo ", adattandone al contempo i valori a diversi contesti, dai consigli sulle relazioni all'analisi storica. Questo rappresenta uno dei tentativi più ambiziosi di valutare empiricamente se il comportamento di un sistema di intelligenza artificiale in natura corrisponda al progetto previsto.
"La nostra speranza è che questa ricerca incoraggi altri laboratori di intelligenza artificiale a condurre ricerche simili sui valori dei loro modelli", ha affermato Saffron Huang, membro del team Societal Impacts di Anthropic che ha collaborato allo studio, in un'intervista a VentureBeat. "Misurare i valori di un sistema di intelligenza artificiale è fondamentale per la ricerca sull'allineamento e per capire se un modello è effettivamente allineato con il suo addestramento".
All'interno della prima tassonomia morale completa di un assistente AI
Il team di ricerca ha sviluppato un nuovo metodo di valutazione per categorizzare sistematicamente i valori espressi nelle conversazioni reali di Claude. Dopo aver filtrato i contenuti soggettivi, hanno analizzato oltre 308.000 interazioni, creando quella che descrivono come "la prima tassonomia empirica su larga scala dei valori dell'IA".
La tassonomia ha organizzato i valori in cinque categorie principali: Pratico, Epistemico, Sociale, Protettivo e Personale. Al livello più granulare, il sistema ha identificato 3.307 valori unici, dalle virtù quotidiane come la professionalità a concetti etici complessi come il pluralismo morale.
"Sono rimasto sorpreso dalla vastità e dalla varietà di valori che abbiamo ottenuto, oltre 3.000, da 'autosufficienza' a 'pensiero strategico' a 'pietà filiale'", ha detto Huang a VentureBeat. "È stato sorprendentemente interessante dedicare molto tempo a riflettere su tutti questi valori e a costruire una tassonomia per organizzarli in relazione tra loro: mi sembra che mi abbia insegnato qualcosa anche sui sistemi di valori umani".
La ricerca arriva in un momento critico per Anthropic, che ha recentemente lanciato " Claude Max ", un abbonamento premium da 200 dollari al mese mirato a competere con l'offerta simile di OpenAI. L'azienda ha anche ampliato le funzionalità di Claude per includere l'integrazione con Google Workspace e funzioni di ricerca autonoma, posizionandolo come "un vero e proprio collaboratore virtuale" per gli utenti aziendali, secondo recenti annunci.
Come Claude segue la sua formazione e dove le misure di sicurezza dell'IA potrebbero fallire
Lo studio ha rilevato che Claude generalmente aderisce alle aspirazioni prosociali di Anthropic, enfatizzando valori come "abilitazione dell'utente", "umiltà epistemica" e "benessere del paziente" in diverse interazioni. Tuttavia, i ricercatori hanno anche scoperto casi preoccupanti in cui Claude esprimeva valori contrari alla formazione fornita.
"Nel complesso, credo che consideriamo questa scoperta sia un dato utile che un'opportunità", ha spiegato Huang. "Questi nuovi metodi di valutazione e i relativi risultati possono aiutarci a identificare e mitigare potenziali casi di jailbreak. È importante notare che si trattava di casi molto rari e riteniamo che ciò fosse correlato ai risultati di jailbreak di Claude."
Queste anomalie includevano espressioni di "dominanza" e "amoralità", valori che Anthropic mira esplicitamente a evitare nel progetto di Claude. I ricercatori ritengono che questi casi siano dovuti all'impiego di tecniche specializzate da parte degli utenti per aggirare i sistemi di sicurezza di Claude, suggerendo che il metodo di valutazione potrebbe fungere da sistema di allerta precoce per rilevare tali tentativi.
Perché gli assistenti AI cambiano i loro valori a seconda di ciò che chiedi
Forse la cosa più affascinante è stata la scoperta che i valori espressi da Claude cambiano a seconda del contesto, rispecchiando il comportamento umano. Quando gli utenti cercavano una guida relazionale, Claude sottolineava l'importanza di "limiti sani" e "rispetto reciproco". Per l'analisi degli eventi storici, la "precisione storica" ​​aveva la precedenza.
"Sono rimasto sorpreso dall'attenzione di Claude all'onestà e all'accuratezza in molti compiti diversi, dove non mi sarei mai aspettato che questo tema fosse la priorità", ha detto Huang. "Ad esempio, 'l'umiltà intellettuale' è stato il valore principale nelle discussioni filosofiche sull'intelligenza artificiale, 'la competenza' è stato il valore principale nella creazione di contenuti di marketing per il settore della bellezza e 'l'accuratezza storica' è stato il valore principale quando si discuteva di eventi storici controversi".
Lo studio ha anche esaminato come Claude reagisce ai valori espressi dagli utenti. Nel 28,2% delle conversazioni, Claude ha sostenuto con forza i valori degli utenti, sollevando potenzialmente dubbi su un'eccessiva gradevolezza. Tuttavia, nel 6,6% delle interazioni, Claude ha "riformulato" i valori degli utenti, riconoscendoli e aggiungendo nuove prospettive, in genere quando forniva consigli psicologici o interpersonali.
Il dato più significativo è che nel 3% delle conversazioni Claude ha resistito attivamente ai valori degli utenti. I ricercatori suggeriscono che questi rari casi di resistenza potrebbero rivelare i "valori più profondi e inamovibili" di Claude, analogamente a come i valori fondamentali umani emergono quando si affrontano sfide etiche.
"La nostra ricerca suggerisce che ci sono alcuni tipi di valori, come l'onestà intellettuale e la prevenzione del danno, che Claude non esprime comunemente nelle interazioni quotidiane, ma che, se sollecitato, difende", ha detto Huang. "In particolare, sono proprio questi valori etici e orientati alla conoscenza che tendono a essere espressi e difesi direttamente quando sollecitati".
Le tecniche innovative che rivelano come pensano realmente i sistemi di intelligenza artificiale
Lo studio sui valori di Anthropic si basa sugli sforzi più ampi dell'azienda per demitizzare i grandi modelli linguistici attraverso quella che definisce " interpretabilità meccanicistica ", ovvero effettuando in sostanza il reverse engineering dei sistemi di intelligenza artificiale per comprenderne il funzionamento interno.
Il mese scorso, i ricercatori di Anthropic hanno pubblicato uno studio rivoluzionario che ha utilizzato quello che hanno definito un " microscopio " per monitorare i processi decisionali di Claude. La tecnica ha rivelato comportamenti controintuitivi, tra cui la pianificazione anticipata di Claude nella composizione di poesie e l'utilizzo di approcci non convenzionali per la risoluzione di problemi matematici di base.
Questi risultati mettono in discussione le ipotesi sul funzionamento dei modelli linguistici di grandi dimensioni. Ad esempio, quando gli è stato chiesto di spiegare il suo processo matematico, Claude ha descritto una tecnica standard anziché il suo effettivo metodo interno, rivelando come le spiegazioni dell'IA possano divergere dalle operazioni reali.
"È un'idea sbagliata pensare di aver trovato tutti i componenti del modello o, per così dire, di aver visto da una prospettiva divina", ha dichiarato a marzo al MIT Technology Review il ricercatore di Anthropic Joshua Batson . "Alcuni dettagli sono a fuoco, ma altri sono ancora poco chiari: una distorsione del microscopio".
Cosa significa la ricerca di Anthropic per i decisori aziendali in materia di intelligenza artificiale
Per i decisori tecnici che valutano i sistemi di intelligenza artificiale per le proprie organizzazioni, la ricerca di Anthropic offre diversi spunti chiave. In primo luogo, suggerisce che gli attuali assistenti AI probabilmente esprimono valori non programmati in modo esplicito, sollevando interrogativi su pregiudizi involontari in contesti aziendali ad alto rischio.
In secondo luogo, lo studio dimostra che l'allineamento dei valori non è una proposizione binaria, ma piuttosto si sviluppa su uno spettro che varia a seconda del contesto. Questa sfumatura complica le decisioni di adozione aziendale, in particolare nei settori regolamentati, dove chiare linee guida etiche sono fondamentali.
Infine, la ricerca evidenzia il potenziale di una valutazione sistematica dei valori dell'IA nelle implementazioni reali, anziché affidarsi esclusivamente ai test pre-rilascio. Questo approccio potrebbe consentire un monitoraggio continuo di derive etiche o manipolazioni nel tempo.
"Analizzando questi valori nelle interazioni nel mondo reale con Claude, puntiamo a fornire trasparenza sul comportamento dei sistemi di intelligenza artificiale e sul loro funzionamento come previsto: crediamo che questo sia fondamentale per uno sviluppo responsabile dell'intelligenza artificiale", ha affermato Huang.
Anthropic ha reso pubblico il suo dataset di valori per incoraggiare ulteriori ricerche. L'azienda, che ha ricevuto una partecipazione di 14 miliardi di dollari da Amazon e un ulteriore supporto da Google , sembra sfruttare la trasparenza come vantaggio competitivo rispetto a rivali come OpenAI, il cui recente round di finanziamento da 40 miliardi di dollari (che include Microsoft come investitore principale) ora la valuta a 300 miliardi di dollari.
Anthropic ha reso pubblico il suo dataset di valori per incoraggiare ulteriori ricerche. L'azienda, finanziata con 8 miliardi di dollari da Amazon e oltre 3 miliardi di dollari da Google , sta utilizzando la trasparenza come elemento di differenziazione strategica rispetto a concorrenti come OpenAI.
Mentre Anthropic mantiene attualmente una valutazione di 61,5 miliardi di dollari dopo il suo recente round di finanziamento, l'ultima raccolta di capitali da 40 miliardi di dollari di OpenAI , che ha visto una partecipazione significativa del partner di lunga data Microsoft, ha spinto la sua valutazione a 300 miliardi di dollari .
Sebbene la metodologia di Anthropic offra una visibilità senza precedenti su come i sistemi di intelligenza artificiale esprimono i valori nella pratica, presenta dei limiti. I ricercatori riconoscono che definire cosa significhi esprimere un valore è intrinsecamente soggettivo e, poiché Claude stesso ha guidato il processo di categorizzazione, i suoi stessi pregiudizi potrebbero aver influenzato i risultati.
Forse la cosa più importante è che questo approccio non può essere utilizzato per la valutazione pre-implementazione, in quanto per funzionare in modo efficace necessita di dati sostanziali sulle conversazioni nel mondo reale.
"Questo metodo è specificamente orientato all'analisi di un modello dopo la sua pubblicazione, ma varianti di questo metodo, così come alcune delle intuizioni che abbiamo tratto dalla stesura di questo articolo, possono aiutarci a individuare problemi di valore prima di distribuire un modello su larga scala", ha spiegato Huang. "Stiamo lavorando per sviluppare questo lavoro proprio per questo, e sono ottimista!"
Man mano che i sistemi di intelligenza artificiale diventano più potenti e autonomi (con recenti aggiunte tra cui la capacità di Claude di ricercare autonomamente argomenti e accedere all'intero Google Workspace degli utenti ), comprendere e allineare i loro valori diventa sempre più cruciale.
"I modelli di intelligenza artificiale dovranno inevitabilmente esprimere giudizi di valore", hanno concluso i ricercatori nel loro articolo. "Se vogliamo che tali giudizi siano coerenti con i nostri valori (che è, dopotutto, l'obiettivo centrale della ricerca sull'allineamento dell'intelligenza artificiale), allora dobbiamo disporre di metodi per verificare quali valori un modello esprime nel mondo reale".
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enkeynetwork · 2 years ago
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