#iniziative locali.
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Alessandria. Provvedimenti Viabili: Segnatura dei Posti per il Mercatino di Piazza Ceriana del 24 Novembre 2024
Restrizioni alla viabilità per garantire la sicurezza e l’ordine durante l’evento
Restrizioni alla viabilità per garantire la sicurezza e l’ordine durante l’evento L’Amministrazione Comunale di Alessandria informa che, in occasione del mercatino previsto in Piazza Ceriana il 24 novembre 2024, saranno adottati specifici provvedimenti viabili per garantire la sicurezza e l’organizzazione dell’evento. Dettagli delle restrizioni viabili Data e orario: Domenica 24 novembre 2024,…
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sinnettini · 24 days ago
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21/12 Giornata Nazionale di Boicottaggio Carrefour
Riporto quanto scritto da BDS Italia:
Il 21 dicembre, BDS italia lancia una giornata di mobilitazione nazionale contro le complicità di Carrefour con il genocidio in corso a Gaza e con il sistema israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid.
Mobilitiamoci per organizzare iniziative davanti ai punti vendita Carrefour in tutte le città!
Carrefour ha stipulato un accordo con Electra Consumer Products e Yenot Bitan. Queste aziende sono coinvolte attivamente nella colonizzazione illegale israeliana. E’ dimostrato che Carrefour ha almeno una filiale aperta a Modi'in-Maccabim-Re'ut, una colonia illegale israeliana.
A maggio 2023 il Gruppo Carrefour ha annunciato una serie di partnership con sei start-up israeliane che si occupano, tra le altre cose, di dati, intelligenza artificiale e cybersecurity. Come se non bastasse, il Gruppo Carrefour e le sue filiali locali sostengono apertamente l'esercito di occupazione israeliano nel genocidio che si sta svolgendo a Gaza, fornendo gratuitamente migliaia di razioni alimentari.
Dinnanzi al genocidio in corso, di fronte alle continue violazioni del diritto internazionale portate avanti da Israele a Gaza, in Cisgiordania, Libano, Siria e non solo, davanti ai crimini denunciati da organizzazioni e organismi internazionali come Amnesty International e molti altri, il boicottaggio di società complici �� uno dei principali strumenti di azione concreta per supportare il popolo palestinese ei suoi diritti.
A luglio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) ha stabilito che l'intera occupazione militare e la presenza stessa di Israele nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est è illegale e che qualsiasi sostegno o riconoscimento è proibito.
Oggi porre fine ad ogni complicità statale, aziendale e istituzionale è più urgente che mai. La nostra è una chiamata all'azione. L'obiettivo di questa campagna, lanciata da BDS, è di costringere Carrefour a:
Terminare l'accordo di franchising con Electra Consumer Products e Yenot Bitant.
Interrompere la partnership con le start-up israeliane insieme ad ogni complicità nei crimini in atto in Cisgiordania e nel genocidio a Gaza.
Fermare tutte le vendite di prodotti provenienti da insediamenti israeliani illegali nelle migliaia di supermercati e minimarket che gestisce in tutto il mondo.
Sappiamo che è un dovere legale delle aziende porre fine alle complicità. Crediamo che sia dovere morale di ogni individuo far in modo che le risoluzioni approvate dall'ONU e dalla Corte Internazionale di Giustizia vengano applicate. Siamo consapevoli di poter esercitare collettivamente una pressione maggiore se uniamo le forze verso specifici obiettivi comuni. Per questo chiediamo a tutte le persone solidali che hanno a cuore i diritti umani e il diritto interazionale di unirsi a noi nell’organizzare azioni di sensibilizzazione e di protesta, il 21 dicembre davanti ai punti vendita Carrefour.
Sul sito di BDS Italia potete trovare materiale utile a portare avanti la campagna. Seguiteci sui nostri social media per aggiornamenti sulle iniziative che saranno organizzate nelle varie città. Informateci su eventuali azioni che pensate di organizzare scrivendo a [email protected]
Ribadiamo che l'obiettivo di BDS non è far chiudere Carrefour ne far perdere il lavoro ai suoi dipendenti. Pertanto chiediamo ai sindacati, alle lavoratrici e ai lavoratori di unirsi a noi nel chiedere con forza che tali complicità cessino, condizione unica che fermerà il boicottaggio in atto. Il boicottaggio va a segno e non si fermerà fino alla cessazione di ogni complicità.
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curiositasmundi · 3 months ago
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Lo scettro della colonizzazione ed il fardello dell’esportazione della democrazia sono stati ereditati nel secolo scorso dagli Stati Uniti che hanno appoggiato i golpe militari in Sud America, hanno invaso e devastato il Vietnam e, nel 2003 hanno occupato l’Iraq facendo quasi un milione di vittime tra militari e civili.
Contro gli Stati Uniti invasori nessun Paese occidentale ha invocato sanzioni o ha inviato armi a lungo, medio e corto raggio agli iraqeni per aiutarli a respingere l’invasore.
Oggi assistiamo inermi al massacro che l’esercito israeliano sta compiendo a Gaza e si accinge a compiere anche in Libano, bombardando case, scuole, ospedali con la scusa di scovare i terroristi che userebbero i civili come scudi umani.
L’ultimo orrore in ordine di tempo è stata la manomissione di migliaia di cerca-persone e di altri dispositivi , opera probabilmente dei servizi segreti israeliani, e la loro esplosione che ha causato la morte e la mutilazione di centinaia di persone in Libano ed anche in Siria.
Sconcerta leggere gli articoli anche su alcuni giornali italiani coi quali ci si compiace quasi dell’impresa, manifestando ammirazione per l’efficienza, la preparazione tecnologica e l’astuzia con la quale sono stati beffati gli uomini di Hezbollah!
D’altronde, negli ultimi anni assistiamo ad un proliferare di articoli ed editoriali che esaltano la tecnologia di guerra, ascoltiamo giornalisti e politici che parlano di missili, aerei, razzi sempre più sofisticati e costosi con un senso di ammirazione e compiacimento per i progressi della tecnica bellica.
Che le esplosioni dei cerca-persone o i bombardamenti indiscriminati causino morte e distruzione, sembra un problema secondario ed irrilevante rispetto alla superiorità di Israele e dell’Occidente.
Quest’atteggiamento è la manifestazione di una sorta di perversa idolatria della tecnica che spinge l’uomo a godere della propria capacità di produrre strumenti di morte sempre più precisi, assolutamente indifferente alle sofferenze dei suoi simili.
A ciò si accompagna l’assenza di capacità di reazione di noi cittadini comuni che ci aggiriamo come imbambolati nei centri commerciali, nei locali, sulle spiagge, insensibili al massacro che si consuma a poca distanza da noi.
Le uniche mobilitazioni di dissenso sono state quelle degli studenti, prontamente manganellati, come a Pisa, o addirittura denunciati come negli Stati Uniti, patria della libertà e della democrazia.
Esemplari a tal proposito sono 2 episodi recenti: il primo a febbraio durante il festival di Sanremo, allorquando si è scatenato un putiferio contro Ghali che ha avuto il coraggio di pronunciare la parola “genocidio” sul palco senza nemmeno citare Israele e qualche giorno fa a Berlino dove un ragazzino di 11 anni è stato fermato dalla polizia perché aveva una bandiera della Palestina.
In Germania in particolare si è instaurato un clima di caccia alle streghe contro chiunque osi criticare Israele, forse per placare il senso di colpa che ancora tormenta molti tedeschi per ciò che ha fatto Hitler 80 anni fa.
Purtroppo ci sono periodi nella storia durante i quali l’eccitazione per la guerra e la voglia dello scontro prevalgono sulla ricerca della soluzione diplomatica delle controversie internazionali.
Questo che stiamo vivendo è sfortunatamente uno di quelli, come quando alla vigilia della Prima Guerra Mondiale si esaltava la guerra come “igiene del mondo”.
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mezzopieno-news · 8 months ago
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IN EUROPA ARRIVA IL DIRITTO ALLA RIPARAZIONE
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Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la direttiva sul diritto alla riparazione, Right To Repair (R2R). La norma stabilisce regole e provvedimenti per ridurre i rifiuti e per sostenere il settore delle riparazioni, sancendo l’obbligo per i fabbricanti di riparare i beni, rendere più semplice la sostituzione dei componenti e incoraggiando i consumatori a prolungare il ciclo di vita dei prodotti. La nuova legislazione prevede che i produttori mettano a disposizione dei consumatori servizi di riparazione rapida e a costi contenuti, che dotino di informazioni adeguate i consumatori sui loro diritti e sulle possibilità di riparazione e che estendano le garanzie in modo da incentivare la riparazione dei beni, piuttosto che la loro sostituzione.
La legge Right to Repair fa parte della Nuova agenda europea dei consumatori e del Piano d’azione per l’economia circolare e integra altre recenti iniziative legislative per il consumo sostenibile, come il Regolamento ecodesign. La nuova norma R2R prevede l’introduzione di un Modulo europeo di informazione che i riparatori saranno tenuti ad offrire ai consumatori, con condizioni chiare di riparazione. Il testo concordato prevede la semplificazione dell’accesso ai pezzi di ricambio e la rapidità nel renderli disponibili, anche ai privati. Sui prodotti riparati esisterà l’estensione di un anno della garanzia legale. È introdotto inoltre il divieto per i produttori di utilizzare clausole contrattuali, tecniche hardware o software per ostacolare le riparazioni anche indipendenti. Una piattaforma online europea permetterà ai consumatori di trovare negozi di riparazione locali e venditori di beni ricondizionati.
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Fonte: Parlamento Europeo; foto di RF ._. Studio
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piusolbiate · 3 months ago
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FARE SQUADRA
Sono stati eletti nel Consiglio Direttivo Regionale di ANCI LOMBARDIA: Susy Pozzato e Andrea Di Salvo consiglieri comunali rispettivamente a Gorla Maggiore eCairate, mentre il Sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli è stato nominato Consigliere Nazionale di Anci Lombardia. A Presidente dell'associazione è stato eletto Mauro Guerra e nel suo discorso un breve ma sentito passaggio in ricordo del Sindaco di Castellanza Mirella Cerini.
Fabio Longhin (che rappresentava anche Solbiate Olona): "È stato per me un grande onore partecipare ANCI Lombardia. Un’esperienza ricca di confronti e scambi costruttivi con amministratori provenienti da tutto il territorio lombardo.
Questi laboratori sono un’opportunità preziosa per crescere insieme e condividere idee che possano migliorare le nostre comunità. Un ringraziamento speciale va a tutti voi, che mi avete permesso di essere in questo luogo e rappresentarvi con orgoglio.
Grazie per la vostra fiducia e il vostro continuo supporto!"
Susy Pozzato: "ANCI Lombardia rappresenta una realtà concreta, impegnata a portare avanti istanze fondamentali e a promuovere iniziative che coinvolgono tutti i territori, dal grande centro urbano al più piccolo paese per garantire e condividere opportunità e affrontare sfidead ogni Comune, contribuendo così a uno sviluppo sostenibile e inclusivo. La forza di ANCI risiede nella sua autonomia e nella capacità di rappresentare ogni amministratore, creando una vera “casa comune” per chi lavora per il bene delle comunità lombarde. Insieme, costruiremo un futuro migliore per tutti!"
Emanuele Antonelli:"Un onore essere chiamato a far parte un’Associazione che rappresenta i Comuni di fronte alle istituzioni e dimostra concreta e costante attenzione alle problematiche che quotidianamente emergono negli Enti, supportandoli con autorevolezza nel percorso di sviluppo e di crescita delle comunità locali. Un onore, ma anche una grande responsabilità: mi impegno a far crescere la “casa comune” di tutti gli Amministratori lombardi mettendo a disposizione l’ esperienza e le conoscenze acquisite in questi anni alla guida della sesta città della Lombardia, un ruolo che, come dico sempre, non mi fa dormire la notte, ma a cui mi dedico con tutto l’impegno possibile e con una passione per la polis, che, nonostante le difficoltà di ogni giorno, non si affievolisce. Un impegno che replicherò di certo anche in Anci, con spirito di servizio e con uno sguardo più ampio. E con un’attenzione particolare per il Comune di Busto Arsizio e tutti i Comuni della provincia di Varese, che cercherò di rappresentare al meglio"
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diceriadelluntore · 1 year ago
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Storia Di Musica #298 - X, Under The Big Black Sun, 1982
Le due voci di oggi, nel percorso mensile di scoperta dei gruppi in cui la voce leader è maschile e femminile, rappresentano il duo più spettacolare, più estremo e più stupefacente (in molti sensi). Furono agli inizi degli anni ’80 la nuova sensazione della musica punk americana (che ricordo aveva caratteristiche molto diverse da quello europeo, musicali si, ma soprattutto ideologiche). La storia parte con John Nommensen Duchac, un musicista statunitense cresciuto nei dintorni di Los Angeles. Nel 1978 in piena stagione punk insieme ad un chitarrista rockabilly che collaborò con Gene Vincent (quello di Be-Bop-A-Lula) e Etta James, Billy Zoom, e un batterista che ama il country e il blues, D.J. Bonebrake, inizia a suonare nei locali alternativi di Los Angeles. Nel 1979 l’incontro con una poetessa beat (definizione sua) Christene Lee Cervenka, che viene convinta a cantare. Lei cambia il nome in Exene Cervenka, John in John Doe, che è il nome usato negli USA per indicare un uomo la cui reale identità è sconosciuta. Scelgono un nome per il loro gruppo del tutto coerente con la loro idea di apparire enigmatici e “qualunquisti”: X. Con questo nome incidono i primi due singoli, Los Angeles e Adult Book, che comparivano in una compilation dal titolo Yes L.A., la risposta sarcastica ad un progetto simile sulla new wave newyorchese, che si intitolava No New York prodotto da Brian Eno. L’incontro decisivo avviene al Whisky Club di Los Angeles dove li vide suonare Ray Manzarek, colonna dei The Doors. Con il suo aiuto firmano un contratto discografico e nel 1980 esce Los Angeles. Album epocale anche per la iconica copertina (una X in fiamme su sfondo nero) la band mostra il suo lato alternativo allo stesso punk: mini storie nichiliste (Your Phone’s Off The Hook, But You’re Not), inni alla malinconia (The Unheard Music, Nausea, costruite anche con il Farfisa in stile Doors di Ray e usate recentemente in documentari e in famose serie TV), la ripresa di Los Angeles e una cover arrabbiata di Soul Kitchen come omaggio al maestro in consolle. Critica e pubblica sono estasiati e gli X iniziano ad essere la prima vera sensazione del punk californiano. Sull’onda di Los Angeles, nel 1981 la band replica con Wild Gift. Stavolta la copertina è a colori accesi, sempre con Manzarek in produzione, il disco è tutto dominato dai duetti acidi di John Doe e Exene, e musicalmente il punk rock si alterna a momenti dove l’amore di Zoom per il rockabilly ha la meglio (In This House That I Call Home), con due dediche speciale alla città degli angeli, mai così decadente come in Universal Corner e Beyond And Back. Anche questo disco è un successo di critica e pubblico. Alla prova del nove del terzo album, arriva l’atteso capolavoro.
Under The Big Black Sun esce per la Elektra (la casa discografica dei Doors, ultimo regalino di Manzarek) nel 1982: in copertina un disegno del famoso Alfred Harris. Under The Big Black Sun è un album che sulla solita base schizzata e veloce del punk innesta altri stili, per un disco seminale per le generazioni successive: la meravigliosa Hungry Wolf e Motel Room In My Bed sono super rock e tutte giocate sui duetti vocali tra Doe e Exene, e dominati, soprattutto la seconda, dalla stupenda chitarra affilata di Zoom e il drumming di Bonebrake. La poesia del duo si districa tra sbavate storie d’amore, finite spesso in adulteri (Riding With Mary) o nella desolazione di una metropoli che è nerissima e maledetta (Because I Do). La sorella della Cervenka, Mary, morì durante le registrazioni, e a lei Exene dedica la toccante Come Back To Me (dove compare addirittura un sax). Zoom giganteggia anche in Real Child Of Hell e nella famosa How I (Learned My Lessons). C’è spazio anche per una “ballata” (The Have Nots) e per una ripresa di un brano blues (passione profonda di Doe, che con i due maschi della band farà due dischi di country blues con il nome The Knitters) Dancing With The Tears In My Eyes, di Dubin e Burke, nel repertorio di Leadbelly. Il momento magico continua con il successivo More Fun In The New World (1983) in cui si vira più verso tematiche sociali e non più solo personali, con due canzoni che diventeranno famose, The New World e una cover di Breathless di Jerry Lee Lewis, usata nella colonna sonora di All'Ultimo Respiro, remake americano del 1983 del classico di Godard Fino All'Ultimo Respiro, con Richard Gere protagonista. Di questi quattro dischi la celeberrima e mai troppo ringraziata etichetta discografica Rhino ha ripubblicato tutti i dischi rimasterizzati, con l’aggiunta di numerose chicche, anche live. John Doe ha affiancato alla carriera musicale anche una da attore, con ruoli anche in film famosi (Il Duro Del Road House, L'Ultima Volta Che Mi Sono Suicidato, Boogie Nights - L'Altra Hollywood tra gli altri) e ha partecipato a due serie TV molto famose qualche anno fa come Roswell e One Tree Hill. Exene Cervenka invece ha pubblicato diversi libri di poesia. Fino al 1985 i due erano anche sposati (poi la Cervenka sposerà Viggo Mortensen, da cui si separerà a sua volta), e non mi sembra un caso che dopo la loro separazione quel mix speciale e imprevedibile di punk e poesia di cui erano capaci sia diminuito. Date un ascolto ai loro lavori, tra l’altro in pieno stile punk durano pochissimo (Los Angeles in versione originale 27 minuti).
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wolfman75 · 8 months ago
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Il termine enjo kōsai (traducibile come "appuntamento sovvenzionato" o "incontrarsi per un aiuto") indica un fenomeno sociale del Giappone contemporaneo, riguardante le studentesse tra i 12 e i 17 anni, ma anche le casalinghe, che in cambio di denaro o di regali sono disposte a frequentare di nascosto uomini adulti.
In pratica le ragazze/donne che praticano l'enjo kōsai sono da considerarsi delle escort a tutti gli effetti.
Il fenomeno apparve agli inizi degli anni novanta, quando i mass media nipponici iniziarono a interessarsi della giovane età delle ragazze e a domandarsi il perché di questo fatto.
Queste ragazze infatti provengono perlopiù da famiglie perbene e dispongono di una buona educazione, a differenza delle sukeban, le ragazze teppiste degli anni settanta.
Si può parlare, dunque, di prostituzione? A volte, purtroppo sì.
Infatti alcune ragazze si limitano ad accompagnare gli uomini ai locali di karaoke o al ristorante, altre si spingono oltre, arrivando ad avere rapporti sessuali.
Gli incontri avvengono tramite il computer, il telefono cellulare o i telekura. Gli uomini che frequentano le ragazze sono soprattutto professori, avvocati e i cosiddetti salaryman, ovvero uomini d'affari.
Talvolta il giro dell'enjo kōsai viene gestito da vere e proprie organizzazioni, le stesse che mettono in contatto i clienti con le ragazze fornendo loro numeri di cellulare, fotografie e quant'altro.
Non è un caso trovare attaccati alle cabine telefoniche dei quartieri 'a luci rosse' i biglietti da visita che ritraggono, spesso anche solo con un disegno in stile manga, le giovani prostitute, descrivendone il servizio offerto.
Biglietti che possono essere staccati da chiunque, per essere immediatamente rimpiazzati da personale apposito.
Gente che agisce per lo più nella clandestinità, ma al contempo sotto gli occhi di tutti.
Le ragazze spendono i soldi ricevuti principalmente in vestiti o borse firmate. Ma a parte questo, che cosa spinga un'adolescente a vendere il proprio tempo ed eventualmente il proprio corpo, è un mistero ancora da chiarire.
Abbiamo infatti appurato che queste ragazze non provengono da famiglie con problemi finanziari e non hanno problemi d'integrazione sociale, tutt'altro, ma il fenomeno è comunque in preoccupante espansione.
La polizia giapponese ha affermato che nel 1995 più di 5.000 ragazze tra i 14 e i 19 anni sono state fermate per problemi riguardanti la prostituzione, mentre nel 1996 nella sola città di Tokyo sono state fermate più di 1.000 studentesse.
Una ricerca del governo metropolitano di Tokyo ha appurato che il 3,5% delle studentesse delle scuole medie e il 4,4% delle studentesse delle scuole superiori ha praticato almeno una volta l'enjo kōsai.
Le cause di questo fenomeno potrebbero essere da ricercare anche in famiglia e nelle scuole.
Parlando di società giapponese, infatti, ci riferiamo a un ambito in cui una famiglia può difficilmente permettersi più di un figlio. Un tempo, il cosidetto 'nucleo familiare allargato' garantiva la sicurezza della solidarietà tra parenti, consigli e la trasmissione di valori che si stanno perdendo.
Come le famiglie europee, quelle giapponesi hanno sempre meno tempo da dedicare ai figli, prese come sono dal lavoro e dall'obiettivo del raggiungimento di una elevata posizione sociale. Nello stesso modo, e forse di conseguenza, anche il sistema educativo appare in crisi: le scuole giapponesi pretendono sempre di più, e qualsiasi errore viene mal tollerato: l'obiettivo è quello di ottenere sempre ottimi risultati, di frequentare le scuole migliori, superare gli esami per le università più prestigiose, trovare un lavoro che sia stabile, redditizio... e diventare ricchi.
Tutto questo sottopone gli studenti a un grado di stress che li porta e sfogare sui più deboli l'aggressività accumulata. Una tensione che sfocia in maltrattamenti verbali e, nei peggiori dei casi, fisici, e a isolare chi viene distinto come 'diverso': perchè non si comporta in un determinato modo o non possiede determinati beni che ne attesterebbero l'appartenenza a un gruppo piuttosto che alla massa anonima e standardizzata.
Da qui, probabilmente, il bisogno di chiudersi in casa, di non frequentare più la scuola, per rendersi invisibili; oppure, al contrario, la necessità di procurarsi, indipendentemente da come, quello che hanno gli altri. Per essere come loro.
L'enjo kōsai, dunque, forse è solo uno dei tanto modi in cui si manifesta una sofferenza che spesso dà risultati se possibile ancora più tragici: pestaggi a scopo di rapina o per divertimento, effettuati da bande di bambini, ai danni di anziani o barboni; delitti, suicidi. Esperienze che segnano non solo chi subisce violenza, ma anche chi le commette: guai con la legge che si ripercuotono su tutta una vita; problemi di coscienza per via di leggerezze che si sarebbero potute evitare. Le stesse giovani che si lasciano coinvolgere nel giro dell'enjo kosai non ne sono immuni, perchè quando si pentono d'essersi buttate via per motivi futili, per poter soddisfare un capriccio, calpestando la propria dignità per privilegiare il materialismo o entrare a far parte di un gruppo incapace di apprezzarle per ciò che sono... è già troppo tardi.
All'enjo kōsai ricorrono spesso le kogal, per ottenere i soldi necessari per i loro divertimenti.
Fonti: GiapponeOnline, Wikipedia, Gals Style
Personalmente penso che questo sia il risultato del voler "apparire" piuttosto che "essere", e che sia un fenomeno a cui la società ti COSTRINGE con forza, soprattutto se sei così giovane, cercando di farti credere che se non hai determinate cose, oggetti, stile, giri di amicizie, non appartieni alla società stessa.
Questo fenomeno di "coercizione" è presente anche in Italia, non solo in paesi così lontani come il Giappone.
Autrice del forum: @adaralbion
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susieporta · 7 months ago
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A 100 anni dalla sua nascita, ricordiamo Danilo Dolci, sociologo, attivista e poeta italiano noto per il suo impegno nella lotta contro la povertà e la mafia in Sicilia.
Tra le sue iniziative più famose vi sono gli “scioperi alla rovescia”, in cui i disoccupati lavoravano volontariamente per migliorare le infrastrutture locali. Fondò il Centro Studi e Iniziative di Partinico, un centro di ricerca e azione sociale che divenne un punto di riferimento per le sue attività. Dolci ricevette numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il Premio Lenin per la Pace nel 1958 e il Right Livelihood Award nel 1989.
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scienza-magia · 7 months ago
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Le differenze tra le streghe del passato e quelle di oggi
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Dalla fine della seconda guerra mondiale e ancora di più a partire dagli anni 60 si è avuto un considerevole aumento delle persone che praticano la stregoneria nel mondo moderno. Cercheremo di stabilire ora quali differenze esistano tra le streghe del passato e quelle moderne. Le streghe odierne possono definirsi persone che praticano la magia e che adorano divinità pagane oppure come nel caso dei satanisti il diavolo. Agli inizi dell’età moderna una analoga definizione di stregoneria avrebbe potuto essere facilmente accettata dalla maggior parte anche se l’oggetto dell’adorazione delle streghe fosse sempre ritenuto il diavolo. In entrambe le epoche tuttavia le streghe potrebbero essere definite maghe che hanno rifiutato la fede cristiana ma le somiglianze tra le streghe del passato e quelle moderne finiscono qua e cominciano le differenze . In primo luogo dobbiamo mettere in evidenza che la stregoneria moderna è organizzata in congreghe o persino in organizzazioni locali e regionali che in molti casi hanno un carattere manifesto e pubblico cosa che non avveniva in passato. In secondo luogo le streghe del passato venivano sempre denunciate da altre persone cosicché una strega veniva definita tale da altri individui . Nel 20-21 secolo invece forse con una certa riluttanza anche con un certo orgoglio le streghe si sono definite tali e se stesse. Una volta diventata un’attività autodefinita piuttosto e etero definita finché la stregoneria ha anche perduto il suo carattere malefico . Le streghe dell’inizio dell’età moderna venivano considerate malvage mentre le streghe contemporanee affermano di essere fondamentalmente buone tanto che hanno fondato una lega contro la diffamazione delle streghe per contrastare l’immagine negativa ereditata dal passato. La streghe odierne sostengono di praticare una magia sempre benefica mentre le streghe dell’inizio dell’età moderna venivano considerate dai contemporanei la quintessenza del male. Anche nell’immaginario collettivo moderno si è avuta una certa rivalutazione della figura della strega . Per fare un esempio concreto le streghe della Wicca sono considerate streghe buone che non danneggiano nessuno dotate inoltre di un grande amore per la natura . Tale rivalutazione della figura della strega è ancora più evidente nel cinema e nella televisione. Ad esempio le tre streghe protagoniste della serie “Streghe” vengono rappresentate come delle vere e proprie eroine che combattono il male in tutte le sue forme. Anche lo status sociale delle streghe è diverso nelle due epoche. Le streghe dell’origine dell’età moderna provenivano quasi esclusivamente dagli strati inferiori della società mentre le streghe dell’America e dell’Europa di oggi provengono da tutte le classi sociali e sono per lo più in possesso di un’istruzione universitaria. Si tratta di persone del ceto medio che possiedono una cultura hanno belle case e specializzazioni. In definitiva possiamo dire che si tratta di persone che non si possono definire emarginate culturalmente e socialmente. Inoltre molte streghe moderne soprattutto negli stati Uniti e Inghilterra sostengono la loro visione del mondo partecipano a programmi televisivi e radiofonici nel corso dei quali in maniera chiara e esplicita. Non sono poi poche le streghe moderne che hanno pubblicato libri sulla stregoneria che hanno avuto un grande successo editoriale come pure esistono streghe moderne che pubblicano con continuità articoli di argomento magico che suscitano l’interesse di moltissime persone. Molto interessante poi la situazione delle streghe della Wicca una vera e propria religione magica. Le streghe Wicca sono in costante aumento non solo in America ma in molte nazioni del mondo occidentale anche perché i sociologi hanno messo in evidenza che nella società occidentale contemporanea si è avuto un ritorno in grande stile del paganesimo. Nell’ambito di tale ritorno un posto di grandissima importanza va attribuito al movimento New Age e alla Wicca. Per quanto riguarda la Wicca dobbiamo dire che essa è un classico esempio di religione magica dal momento che i Wiccan adorano le due divinità utilizzando anche e soprattutto dei riti magici. Dobbiamo dire che proprio con la Wicca la stregoneria fa un notevole salto di qualità diventando da crimine religioso qual era al tempo della caccia alle streghe a una vera e propria religione di stampo neopagano. E ‘anche importante mettere in evidenza che le streghe della Wicca ci tengono molto a rivalutare il ruolo della strega togliendo a tale ruolo quell’alone sinistro che gli era stato attribuito per moltissimo tempo. Tra l’altro è opportuno mettere in evidenza che le streghe della Wicca non vogliono assolutamente essere confuse con le streghe sataniste le quali adorano il diavolo mentre i Wiccan adorano il dio e la dea anche se esistono delle correnti della Wicca che adorano esclusivamente la dea. Non esiste nessun dubbio che i Wiccan hanno ottenuto notevoli successi nel loro tentativo di riabilitare e rivalutare la figura della strega anche perché si è creato nella società contemporanea un clima psicosociologico che favorisce tale tentativo messo in atto dai Wiccan. Per fare un esempio concreto il parlamento catalano ha approvato una risoluzione per la riabilitazione di circa un migliaio di donne giudicate sotto l’accusa di stregoneria tra il 15-18 secolo. Prof. Giovanni Pellegrino Read the full article
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carmenvicinanza · 8 months ago
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Jewel
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Jewel, cantautrice, musicista, scrittrice e attrice, col suo album d’esordio, Pieces of You, è rimasta nelle classifiche statunitensi per due anni interi vendendo dodici milioni di copie.
Il suo nome completo è Jewel Kilcher ed è nata il 23 maggio 1974 a Payson, nello Utah, da genitori musicisti. Quando i suoi hanno divorziato è andata a vivere col padre in Alaska e, sin da bambina, lo ha accompagnato nelle sue esibizioni country in giro per locali.
Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Interloken, nel Michigan, dove si è specializzata in canto lirico, intanto scriveva le sue canzoni accompagnate con la chitarra, che suonava da giovanissima.
Dopo un periodo passato allo sbando, soffriva di attacchi di panico, dormiva in un furgone e per mangiare rubava nei negozi, mentre si esibiva in gito per la California le si è presentata l’occasione di farsi ascoltare dalla sua prima etichetta discografica che l’ha messa sotto contratto.
A venti anni ha registrato il suo primo album, Pieces of You diventato subito un clamoroso successo. Dodici volte disco di platino, l’album di debutto più venduto di tutti i tempi, le è valso diversi premi e una tale popolarità che una casa editrice le ha offerto due milioni di dollari per scrivere la sua autobiografia, una proposta da guinness dei primati.
Un exploit che non è più stato ripetuto, forse anche perché si è dedicata ad altre cose, ha scritto libri, recitato in diversi film e si è impegnata per diverse cause. Le canzoni rappresentano solo la metà della sua vita, come cita il titolo del suo libro Never Broken: Songs Are Only Half the Story, del 2015.
Nei quattordici album successivi, alcuni passati completamente in sordina, si è sperimentata in diversi generi:  folk, pop, dance e ha contaminato il suo stile cantautorale con chitarre elettriche, loop e archi. Il suo ultimo disco, pubblicato in aprile 2022 è Freewheelin’ Woman, un album caldo che privilegia le influenze soul e r’n’b, intriso di consapevolezza e orgoglio femminile.
Negli anni è stata impegnata nel sociale in diversi campi: ha fondato un’organizzazione per combattere l’abbandono scolastico, finanziata in gran parte coi suoi soldi, si è spesa per portare in parlamento una legge che impediva alle pazienti operate di tumore al seno di essere dimesse poche ore dopo l’intervento, ha marciato in favore delle persone senzatetto, si è esposta contro il sessismo nel mondo musicale, ha partecipato a diverse compilation per progetti di solidarietà e impegno civile, ha lavorato per le persone con disturbi mentali ed è stata ambasciatrice di iniziative in favore dell’edilizia popolare per le persone meno abbienti.
Nel suo viaggio di onestà e consapevolezza, non si è mai nascosta e ha cercato di non lasciare indietro persone e idee. Continua a promuovere bellezza con la potenza dei suoi versi e delle sue azioni.
Il suo percorso è stato quello di una giovane donna con un grande talento che ha provato a sopravvivere e risolvere problemi fin da quando era bambina. Ha cantato nei saloon, suonato per strada in Messico e percorso tanti chilometri su auto scalcagnate, ha vissuto la depressione, crisi emotive, il vagabondaggio, ha saputo cogliere le occasioni senza snaturarsi, è un esempio di riscossa e determinazione. 
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pier-carlo-universe · 11 days ago
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Lions Club Bosco Marengo Santa Croce: una serata di auguri per sostenere la solidarietà
Durante la tradizionale serata degli auguri, il Lions Club Bosco Marengo Santa Croce ha raccolto 1.400 euro per l'Ospedale Infantile di Alessandria, destinati a strumenti per il test da sforzo cardiologico pediatrico.
Durante la tradizionale serata degli auguri, il Lions Club Bosco Marengo Santa Croce ha raccolto 1.400 euro per l’Ospedale Infantile di Alessandria, destinati a strumenti per il test da sforzo cardiologico pediatrico. Un gesto di solidarietà e amicizia.Il 29 dicembre 2024, il Lions Club Bosco Marengo Santa Croce, guidato dalla presidente Orietta Bocchio, ha organizzato la consueta serata degli…
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villagrazia-alghero · 9 months ago
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Le radici catalane di Alghero
Introduzione
Alghero, spesso chiamata la "Barceloneta" della Sardegna, è una città unica nel panorama italiano grazie alla sua profonda eredità catalana. Questo articolo vi porterà in un viaggio nel tempo, esplorando come l'influenza della Catalogna si manifesti ancora oggi in architettura, lingua, festività e cucina.
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Architettura Catalana
Camminando attraverso il centro storico di Alghero, si notano le evidenti influenze catalane nelle strutture cittadine. La Cattedrale di Santa Maria, costruita nel XVI secolo, è un esempio preminente con il suo imponente campanile e la facciata gotico-catalana. Anche la Chiesa di San Francesco, con il suo chiostro, rispecchia lo stile architettonico tipico della Catalogna, offrendo ai visitatori un assaggio di storia medievale immerso nel cuore del Mediterraneo.
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La Lingua Algherese
Il catalano di Alghero è una lingua vivace e una delle ultime eredità del dominio catalano in Italia. Oggi, questa lingua è parlata quotidianamente da una parte della popolazione e insegnata nelle scuole locali. La città è orgogliosa di questa sua caratteristica unica e promuove attivamente la conservazione del dialetto attraverso iniziative culturali e l'uso di segnaletica bilingue.
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Festività e Tradizioni
Le festività di Alghero sono un vibrante riflesso delle sue radici catalane. La festa di Sant Joan, per esempio, è celebrata con fuochi d'artificio e falò sulla spiaggia, in un evento che richiama sia locali che turisti. Anche durante la Settimana Santa, le processioni e le cerimonie religiose mostrano una forte influenza catalana, mescolando devozione e tradizione in un'atmosfera solenne e coinvolgente.
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Gastronomia Ibrida
La cucina algherese offre una fusione deliziosa di sapori sardi e catalani. Piatti come la paella algherese combinano ingredienti locali con tecniche di cucina catalane, risultando in una pietanza che è diventata simbolo della città. Altri esempi includono l'aragosta alla catalana, che viene servita con olio e condimenti tipici della Sardegna e tecniche di preparazione catalane, creando un mix gustoso che delizia il palato.
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Impatto Culturale e Sociale
La cultura catalana ha plasmato non solo la lingua e le tradizioni di Alghero, ma anche l'identità della sua gente. Gli Algheresi conservano un forte senso di appartenenza a questa eredità culturale, che si riflette nel loro modo di vivere, nelle loro pratiche sociali e nella valorizzazione delle proprie tradizioni.
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La ricchezza culturale di Alghero offre una prospettiva unica sulla storia e l'evoluzione di una città che ha saputo conservare e onorare le sue radici catalane nel tempo. Per chi desidera scoprire di più su questa incantevole città e sperimentare l'ospitalità locale, visitate Villa Grazia B&B Alghero, dove potrete immergervi completamente nell'atmosfera algherese e godere di un soggiorno indimenticabile.
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lostinaflashforward · 11 months ago
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LIAFF SPECIAL #11 - Interpreti in pillole: Kristen Stewart
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Carissimi lettori, ben ritrovati con un nuovo appuntamento con LIAFF SPECIAL, la rubrica dedicata all’approfondimento di personaggi e temi nel mondo dell’intrattenimento. Questo mese parleremo di un'attrice molto apprezzata, e che ha visto un incredibile notorietà negli ultimi anni, fra premiazioni importanti e partecipazioni ai grandi festival del cinema, ovvero Kristen Stewart. In questo articolo ripercorreremo la sua carriera, dagli inizi in giovanissima età, fino all'arrivo della fama grazie alla Twilight Saga e alla sua reinvenzione quale volto del cinema indipendente e controcorrente, caratterizzata da grandi interpretazioni e riconoscimenti di rilievo.
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A young star: chi è Kristen Stewart?
Kristen Jaymes Stewart nasce a Los Angeles il 09 Aprile 1990, da padre statunitense e madre australiana, rispettivamente un produttore e una sceneggiatrice. Dopo aver studiato in scuole locali, la Stewart continuò gli studi a distanza fino al liceo, e sognava di diventare sceneggiatrice o regista, non avendo mai preso in considerazione la carriera come attrice. Ad otto anni, durante una recita natalizia scolastica, la Stewart fu notata da un agente, portandola a fare audizioni per l'anno successivo, fino ad ottenere il suo primo ruolo, nel film The Thirteenth Year (1999), seguito da The Flintstones in Viva Rock Vegas (2000), entrambi dei semplici cameo. Il primo ruolo di un certo peso arriva con The Safety of Objects (2001), dove interpreta la figlia maschiaccio del personaggio di Patricia Clarkson.
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Panic Room: i primi ruoli di rilievo
La prima vera svolta nella carriera della Stewart arriva nel 2002 con Panic Room, film thriller diretto da David Fincher, dove interpreta la figlia maschiaccio del personaggio di Jodie Foster, ruolo che le vale una nomination come miglior performance al Young Artist Award. A seguito del successo del film, viene scritturata in Cold Creek Manor (2003), altro thriller con protagonisti Dennis Quaid e Sharon Stone. Fra una lezione a distanza e l’altra, la Stewart trova tempo per partecipare ad altri film, come l’action-comedy Catch that Kid, il thriller Undertow e il drama Speak (tutti usciti nel 2004). In quest’ultimo la Stewart interpreta una ragazza che ha smesso di parlare dopo essere stata vittima di stupro, in una performance notevolmente apprezzata dalla critica. In seguito è apparsa in Zathura: A Space Adventure (2005) di Jon Favreau in un ruolo marginale, in Fierce People (2006), dove recita a fianco del compianto Anton Yelchin, nell’horror The Messengers (2007), a fianco di Dylan McDermott e Penelope Ann Miller e nella commedia romantica In The Land of Women (2007), assieme a Adam Brody e Meg Ryan.
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Into the Wild: le prime attenzioni della critica
Nel 2007 Sean Penn la scelse per interpretare un piccolo ruolo in Into the Wild, adattamento dell’omonimo romanzo di Jon Krakauer, a sua volta basato sulla vera storia di Christopher McCandless, interpretato nella pellicola da Emile Hirsch. La pellicola fu ben accolta dalla critica dell’epoca, la quale si soffermò, fra le altre cose, sull’interpretazione della Stewart, definita rilevante anche se per un ruolo non principale. In seguito la Stewart è apparsa con un cameo in Jumper (2008), ha lavorato a fianco di Robert De Niro in What Just Happened (2008) ed è stata la co-protagonista del film indipendente The Cake Eaters, dove interpreta una ragazza disabile, in un altro ruolo enormemente apprezzato dalla critica.
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The Runaways: fra vampiri e ruoli più drammatici
A Novembre 2007 la Summit Entertainment annunciò che Kristen Stewart avrebbe interpretato la protagonista femminile di Twilight (2008), film tratto dall’omonimo romanzo di Stephenie Meyer, e primo di una lunga e redditizia saga cinematografica. Il primo lungometraggio, diretto da Catherine Hardwicke (che la scelse dopo un provino improvvisato sul set di Adventureland), portò alla Stewart una fama mondiale, ma anche una serie di critiche negative per via della sua recitazione poco espressiva. Nel 2009 la Stewart appare in Adventureland, recitando a fianco di Jesse Eisenberg, e nel secondo capitolo della Twilight Saga, New Moon, seguito poi dal terzo, Eclipse, uscito nel 2010. Da quel momento la Stewart si alterna fra i restanti film della Twilight Saga, vale a dire le due parti di Breaking Dawn, uscite fra il 2011 e il 2012, e una serie di film più drammatici, come The Yellow Handkerchief, dove recita a fianco del compianto William Hurt, Welcome to the Rileys, assieme al compianto James Gandolfini, nel biopic The Runaways, dove la Stewart interpreta la rockstar Joan Jett, in una delle sue performance più importanti, il fantasy Snow White and the Huntsman, dove interpreta una versione action di Biancaneve e l’adattamento cinematografico di On the Road di Jack Kerouac. A seguito della fine della Twilight Saga, la Stewart diventa il volto per marchi come Chanel e Balenciaga, definendosi anche come icona di stile.
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Camp X-Ray: il ritorno dopo le controversie
Per due anni la Stewart non apparve più sulle scene, anche a causa dello scandalo riguardante Rupert Sanders, il regista di Snow White and the Huntsman, ma nel 2014 ritorna in sala con Camp X-Ray, interpretando una giovane guardia che lavora nel penitenziario di Guantanamo, ruolo che la riporta all’attenzione della critica. Nello stesso anno la Stewart è fra i protagonisti di Cloud of Sils Maria, film diretto da Oliver Assayas e presentato al festival di Cannes, che le ha fruttato il César Award come miglior attrice non protagonista, recitando a fianco di Juliette Binoche e Chloë Grace Moretz, e recita accanto a Julianne Moore in Still Alice, film che ha portato la Moore a vincere l'Oscar come miglior attrice protagonista. Negli anni successivi la Stewart appare in Anesthesia, film diretto da Tim Blake Nelson e incentrato sulle vite di alcuni personaggi residenti a New York, in American Ultra, dove ritrova Jesse Eisenberg, il sci-fi distopico Equals, Certain Women di Kelly Reichardt, Cafè Society di Woody Allen, in Personal Shopper, seconda collaborazione con Oliver Assayas, dove interpreta Maureen, una ragazza che lavora nel mondo della moda e che ha recentemente perso il fratello gemello, in un altra performance elogiata dalla critica e in Billy Lynn's Long Halftime di Ang Lee. In questo periodo la Stewart è anche apparsa nella videoclip per il brano "Ride 'Em on Down" de i Rolling Stones e ha debuttato come regista per un cortometraggio, intitolato Come Swim.
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Spencer: la nomination agli Oscar
Nel 2018 la Stewart appare in Lizzie, adattamento cinematografico delle vicende di Lizzie Borden, interpretata da Chloë Sevigny, seguito da JT Le Roy, dove interpreta Savannah Knopp, il volto dietro il famoso caso da cui il film prende il nome e nel 2019 torna al Festival del Cinema di Venezia con Seberg, film che narra la storia dell'attrice Jean Seberg, rivelatosi un altro ruolo importante per la sua carriera. In seguito la Stewart torna al cinema mainstream con il chiacchierato Charlie's Angels di Elizabeth Banks, il thriller Underwater, in cui recita a fianco di Vincent Cassel, ha diretto il cortometraggio Crickets per l'antologia Homemade ed ha recitato nel film natalizio a sfondo LGBTQ+ Happiest Season. A Giugno 2020 la Stewart fu scelta per interpretare Lady Diana in Spencer, biopic diretto da Pablo Larraín ed incentrato sul momento in cui Diana decide di divorziare dal principe Carlo. Per prepararsi al ruolo, la Stewart ha studiato ogni aspetto della compianta principessa del Galles e, a quanto pare, lo sforzo è stato ben ripagato, dato che il film ha debuttato al Festival di Venezia del 2021 ed è stato grandemente accolto dalla critica, soprattutto per l'interpretazione della Stewart, che le ha fruttato fra le altre cose, una nomination agli Oscar come miglior attrice protagonista, momento che segnerà in positivo la sua carriera. In seguito la Stewart torna a Cannes con Crimes of the Future, ultima fatica di David Cronenberg, in un ruolo marginale, ma comunque apprezzato da pubblico e critica e ha un cameo nella miniserie Irma Vep, targata Oliver Assayas.
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I progetti futuri
A quanto pare, Kristen Stewart sembra non volersi fermare qui, dato che ha all'attivo numerosi progetti. Fra questi menzioniamo il thriller romantico Love Lies Bleeding, diretto da Rose Glass e presentato al Sundance Festival di quest'anno, con cui recita a fianco di Katy O'Brien, che già sta ricevendo un grandissimo apprezzamento da parte della critica, il sci-fi sperimentale Love Me, dove recita a fianco di Steven Yeun e anch'esso presentato al Sundance, il debutto alla regia di un lungometraggio in The Chronology of Water, tratto dall'omonimo memoir di Lidia Yuknavitch, la comedy Sacramento, attualmente in produzione, un film che narra la nascita della Beat Generation, che sarà diretto da Ben Foster, e un biopic sull'attivista Susan Sontag.
Qual'è la vostra interpretazione preferita di Kristen Stewart? Fatecelo sapere nei commenti.
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Festa de Lo Pan Ner – I pani delle Alpi: appuntamenti nelle province di Brescia, Sondrio, Varese e Bergamo
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Festa de Lo Pan Ner – I pani delle Alpi: appuntamenti nelle province di Brescia, Sondrio, Varese e Bergamo. La Festa de Lo Pan Ner fa parte di un evento diffuso e transfrontaliero, giunto alla ottava edizione, condiviso con le Regioni Valle d’Aosta e Piemonte (Val d’Ossola e Comune di Lozzolo) e i Paesi confinanti, Svizzera (Valposchiavo in Canton Grigioni e Canton Vallese), Francia (Parc des Bauges) e Slovenia (Alta Val Sava). Brescia, Bergamo, Varese e Sondrio sono le province lombarde che sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023 offrono una serie di appuntamenti dedicati alla Festa de “Lo Pan Ner - I Pani delle Alpi”. Oltre 40 comunità, con 42 forni e antichi mulini, in particolare della Valtellina e della Valle Camonica, accomunate, nei secoli, dalla coltura della segale, che ha svolto un ruolo fondamentale nella tradizione gastronomica alpina e nella gestione del territorio, preparano il pane utilizzando segale e frumento, macinati in loco negli antichi mulini rimessi in funzione, e riattivando per le giornate di festa i forni privati e comunitari. Laboratori didattico-sensoriali per bambini e scuole sono pensati per avvicinare le nuove generazioni all’arte della panificazione, perché non vada perso un patrimonio di saperi, a salvaguardia delle identità territoriali, ma anche dell’ambiente e della economia locale. In alcune località, si può assistere alla semina della segale e al taglio del grano saraceno, fare visite ai musei etnografici ed ecomusei, per scoprire gli strumenti più antichi d’uso nella panificazione. In particolare, aderiscono alla festa: Ecomuseo di Valfurva, Ecomuseo della Resistenza del Mortirolo (organizza iniziative nelle due province di Sondrio e Brescia), Ecomuseo dell’Alta Via dell’Oglio, Ecomuseo Concarena – Montagna di luce ed infine Ecomuseo del Vaso Re. In provincia di Brescia, a Bienno tra ‘I borghi più belli d’Italia’, si può visitare il Mulino Museo del 1400 di via Glere, funzionante grazie all’energia e alla forza dell’acqua portata nel borgo dal canale artificiale Vaso Re. Il 14 ottobre, alle ore 19:00, aperitivo a Casa degli Artisti con prodotti locali e pane di segale. A Cormignano e Davena di Vezza d’Oglio, merenda e colazione al forno con un fine settimana ricco di eventi dedicati alle tradizioni; a Doverio di Corteno Gorgi è ancora attiva un’antica Vicinia proprietaria di un caseificio turnario visitabile, esibizione dei norcini, una cerimonia di panificazione negli antichi forni, laboratori, visita a cantine, mercatini. Molte altre attività si svolgono a Malegno, Ossimo, Cerveno, Saviore dell’Adamello, Garda di Sonico, Vezza d’Oglio, Monno. Nel territorio di Sondrio, a Grosio, Grosotto e Mazzo, in Valtellina, i visitatori possono percorrere la via del pane. Si parte la mattina con una colazione nei campi di saraceno di Grosio, si cammina in un castagneto secolare per arrivare a Grosotto e visitare un antico mulino. A Mazzo si panifica nell’antico forno del Palazzo Lavizzari. Altri appuntamenti a Pila Boscarini di Teglio, Ponte Valtellina, Mello, Traona, Valfurva, Aprica e Castione Andevenno. A Cedrasco una mattinata dedicata ai ragazzi per riscoprire l’antica arte del mugnaio presso l’ex Mulino Oberti e un laboratorio per la preparazione dei biscotti. Dopo una breve escursione sul sentiero della “civetta”, che porta alla comunità di Fusine, i biscotti tradizionali vengono cotti al panificio Viganò. Si festeggia nell’area di Varese: a Cuirone ed Albizzate si può gustare la Brusela cotta negli antichi forni, un dolce tipico della zona preparato per l’occasione con farina di segale, farina di mais e uva americana. In provincia di Bergamo: a Vilminore, festa dell’antico forno di Pianezza. La farina distribuita nelle comunità (circa 400 kg) è tutta locale. Permette di riscoprire i piccoli produttori che, con grande passione, conservano le colture tradizionali e mantengono il paesaggio agricolo di montagna. Il programma completo e dettagliato delle feste si trova sul sito www.comunitadellasegale.it Per chi non può attivamente partecipare in loco, sabato 14 ottobre si può seguire in anteprima quello che succede in alcune comunità sulla pagina Facebook Intangible Search e sul sito www.comunitadellasegale.it. Durante la diretta, incontri con esperti, agricoltori, cuochi e fornai per scoprire insieme l’affascinante mondo della panificazione. La Festa de Lo Pan Ner di Lombardia è un evento organizzato da Regione Lombardia – Direzione Generale Cultura (Archivio di Etnografia e Storia Sociale) in collaborazione con ERSAF, Enti locali e Associazioni del territorio. L’elenco di tutti gli appuntamenti è disponibile su: www.comunitadellasegale.it www.lopanner.com/main Segui la festa de Lo Pan Ner su Facebook: @comunitadellasegale @intangiblesearch #LoPanNerLombardia #LoPanNerLombardia23... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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francescosatanassi · 2 years ago
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GUERRIGLIERI E DISCOTECHE
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La Casa del Popolo di San Martino in Strada (Forlì) fu fondata nel 1949 dai socialisti e comunisti del paese per avere un luogo di svago e attività politica. Negli anni ’50 nacque il Giardino d’estate, uno spazio per le feste da ballo e le proiezioni cinematografiche che negli anni ’60, coperto da una cupola, diventò Giardino d’Inverno. Negli anni ’70 fu allestito un palcoscenico per spettacoli teatrali di carattere nazionale, tra i quali quelli di Dario Fo e Franca Rame e fu restaurata l’area dedicata al cinema: quello che era Cinema Lux diventò Cinema Neva, ispirandosi al fiume russo. Il nome fu scelto da un gruppo di amici durante un viaggio in Unione Sovietica, tra i quali mio padre. Dal '93 la gestione del cinema passò a Nanni Moretti e la sala fu da lui rinominata Nuovo Cinema Sacher. Io ero piccolo ma ricordo bene l'insegna. All’inaugurazione, il regista fu accolto da applausi e fette di torta al cioccolato. Intanto, anche il Giardino d’inverno aveva cambiato nome ed era diventato il Ciaika, altro nome russo come si usava ai tempi, diventando uno dei locali più grandi della Romagna. Vi suonarono Dalla, De André, Venditti, Vasco Rossi e ci furono spettacoli di Walter Chiari e Benigni. Nacque una biblioteca per i ragazzi del quartiere e un laboratorio di sperimentazione educativa centrato su tematiche politiche e sociali. E poi i congressi del PC, le Feste dell’Unità, fino alla visita di una delegazione di guerriglieri e politici del Fronte di Liberazione Nazionale del Vietnam davanti a 2.000 persone. Negli anni ’80 iniziò la collaborazione con il Naima Club e iniziarono i concerti jazz con l’obiettivo di rendere accessibile un genere musicale elitario. Chet Baker ci suonò nel 1984 tra l'entusiasmo del pubblico. Alla fine degli anni '80, divenuti insostenibili i costi di gestione, il Ciaka fu ceduto a una società privata e nacque la discoteca Empyre, chiusa nel 2012. Nel ’97 anche l’area bar era stata affittata a privati che avevano ridisegnato la struttura in chiave moderna, ponendo fine al modello popolare e aggregativo del circolo. Oggi non esiste più nulla della struttura originale né delle iniziative a esse legate. Al suo posto ci sono appartamenti e negozi.
(nelle foto: la facciata esterna, De Andrè il 26 dicembre 1975, Chet Baker nel 1984, l'interno del Ciaka, i Giovani Comunisti del paese accolgono i guerriglieri vietnamiti)
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italiavivadelchierese · 2 years ago
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Incontro pubblico del 5 giugno 2023 a Chieri - La sintesi -
Chieri 5 giugno 2023
IL DISTRETTO DEL CIBO CHIERESE-CARMAGNOLESE E LE PROPOSTE DI ITALIA VIVA
Premessa e contesto
Dagli studi realizzati sul territorio emerge che:
cresce la richiesta di cibi di qualità;
aumenta la sensibilità verso la valorizzazione dei cibi del territorio; 
il Piemonte si posiziona in cima alla lista delle Regioni più meritevoli di essere visitate per la grande varietà e ricchezza dei paesaggi.
In questo contesto, si inserisce la presentazione a Chieri, nel 2017, dell’Atlante del cibo di Torino Metropolitana, che ha restituito una visione sistemica del “food system” metropolitano ed ha rappresentato la base teorica per la costruzione del futuro Distretto.  Se Torino può diventare la capitale del cibo, noi possiamo ambire a nutrirla tutti i giorni.
ITALIA VIVA, in questo territorio, ha sempre rappresentato una forza politica sovra-comunale, che ha promosso azioni e ragionamenti liberi da condizionamenti di campanile.
La cronaca di oggi
L’elevata frammentazione del Distretto in numerose amministrazioni comunali limita la visione d’insieme, necessaria per creare un’identità di territorio e frena le energie e le potenzialità di questi luoghi. Occorre creare, dunque, un’identità sovracomunale per questo territorio. A questo scopo riteniamo necessario che:
venga programmato un “roadshow” per la presentazione degli obiettivi del distretto nei 25 comuni coinvolti.
gli organi d'informazione locali non facciano mancare il loro interesse riguardo al Distretto;
Purtroppo, nell’ultimo anno, sono venute alla luce possibili iniziative in contrasto con la vocazione del Distretto. Facciamo riferimento, in particolare, a:
un nuovo polo logistico a Carmagnola, di rilevanti dimensioni, da realizzare su terreno vergine; anziché ristrutturando aree industriali dismesse, già presenti sul territorio dei 25 comuni;
l’insediamento di un nuovo allevamento di maiali (circa 8.000 capi) a Poirino, che avrebbe un significativo impatto ambientale e che necessita di attenta valutazione;
un nuovo impianto fotovoltaico da realizzare su 70 ettari di terreno agricolo coltivato a Poirino.
Il progetto del Distretto del Cibo fa parte del DNA di ITALIA VIVA e con le nostre proposte vogliamo farlo crescere.
Oggi il Distretto si trova di fronte ad un bivio: o lo facciamo diventare il vero motore della crescita del nostro territorio; oppure dobbiamo prendere atto che si è trattato di un fuoco di paglia a causa dell’atteggiamento di alcuni sindaci, che hanno continuato ad operare nell’esclusivo interesse del loro comune. 
Non possiamo essere, contemporaneamente, Distretto del cibo, polo logistico del nord-ovest, sede di grandi allevamenti intensivi di suini e di terre coltivate dedicate al fotovoltaico. Occorre fare delle scelte forti e condivise, che rendano riconoscibile il nostro territorio. L’economia circolare non può essere un semplice slogan.
La legittima ricerca del profitto da parte dei privati e quella di entrate comunali stabili, deve avvenire nel rispetto della vocazione originaria dell’accordo di Distretto. È di fondamentale importanza, dunque, che gli investimenti ed i nuovi insediamenti siano coerenti con uno sviluppo sostenibile del territorio. 
E’ possibile conciliare le diverse esigenze economiche se è vero che, secondo uno studio Cerved sugli scenari 2022 di Snam e Terna, in Italia:
esistono spazi su fabbricati industriali per installare 30 GWatt di nuova capacità fotovoltaica, utilizzando i 110.000 tetti di oltre 2000 mq.;
vi sono spazi su terreni agricoli non utilizzati per 12 miliardi di mq. Utilizzando solo il 10% di tali terreni si potrebbero realizzare circa 73 GWatt di nuova capacità fotovoltaica (obiettivo del Green-Deal è di realizzare nuova capacità fotovoltaica per 70 GWatt).
Si tenga presente, inoltre, che:
sono già in corso iniziative di realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici su edifici agricoli ad uso produttivo, con 1,5 mld di investimenti e 375 MW di produzione potenziale;
è possibile produrre energia rinnovabile, nella forma del Biometano, attraverso lo smaltimento pulito dei residui agricoli e delle deiezioni animali.
Conclusioni e proposte
La nostra proposta è di realizzare un “Piano Regolatore di Distretto”, attraverso un percorso di approfondimento mirato a:
• individuare, a seguito di un’attenta analisi territoriale, tipicità e criticità locali e complessive del Distretto;
• definire azioni strategiche che salvaguardino le potenzialità del territorio e ne tutelino l’equilibrio complessivo;
• stabilire regole e comportamenti comuni per uno sviluppo omogeneo e condiviso del territorio.
Il percorso di approfondimento, con l’eventuale supporto di Università e Politecnico di Torino, avrà il compito fondamentale di elaborare concetti, proposte e comportamenti comuni. I risultati saranno trasferiti nel “Piano Regolatore di Distretto”.
Proponiamo, inoltre, di incaricare la Città Metropolitana o un Comune capofila di seguire l’iter di realizzazione del Piano. 
I nuovi investimenti ed imprese dovranno trovare un quadro regolamentare di Distretto, chiaro e trasparente, per adeguare i loro piani di insediamento e sviluppo alle effettive esigenze del territorio.
Il Comitato di Italia Viva del Chierese-Carmagnolese
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