#indignazione
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aitan · 8 months ago
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La verità è che senza tanti migranti disperati, sfruttati e lasciati morire nei campi, i pomodori sui nostri tavoli costerebbero almeno il doppio e i nostri salari sarebbero ancora più insufficienti.
La verità è che non si tratta di mettere qualcuno in carcere dopo aver fatto finta per tutto il tempo di non vedere.
La morte di Satnam Singh, lavoratore indiano lasciato morire dissanguato nelle campagne di Latina è il segno dell'inumanità di un sistema di cui il singolo caporale è solo un agente.
Non basta mettere qualche nuova regola o applicare la legge con punizioni esemplari ed estemporanee.
Questa non è una semplice questione di legalità.
Questa è una complessa questione di giustizia.
Non basta togliere una macchia e andare avanti come se niente fosse o fosse stato.
Troppo facile individuare il capro espiatorio e sentirsi tutti assolti e irresponsabili.
Se davvero si vuole cambiare qualcosa, bisogna impegnarsi per cambiare sistema e prendersi le proprie responsabilità.
Altrimenti le morti nei campi di lavoratori in stato di semi-schiavitù dovranno essere considerate dei semplici effetti collaterali di un sistema basato sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, e sarebbe il caso di smetterla di fingere di indignarci.
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thusspokebespoken · 2 days ago
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MA COME SAREBBE A DIRE CHE OLLY SI È PIAZZATO MEGLIO DI BRESH, MA STIAMO SCHERZANDO
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silviaaquilini · 2 months ago
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klimt7 · 1 year ago
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ZONE ALLUVIONATE ?
Visita odierna di Giorgia Meloni e Ursula Von der Leyen in Romagna: l'ennesima passerella inconcludente:
MARKÈTT-ING !
🤮
La Romagna davanti ai potenti ?
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Nessuno s'inginocchia davanti ai cosiddetti "uomini di potere". In questo caso, davanti alle due donne Presidentesse, molto più concentrate sulla loro immagine pubblica, che preoccupate dalla reale situazione degli alluvionati.
Parole di facciata, le solite, dietro cui si nasconde il più triste cinismo, l'interesse ad una vetrina mediatica, alla solita intervistina, a beneficio delle televisioni.
Ma al di là dei proclami, sta la piattaforma "Sfinge" (e il nome, è già tutto un programma! )
E' la procedura attivata dal Commissario per l'Alluvione, il Generale Figliuolo, tramite cui chiedere i ristori economici, e inviare la propria perizia e istruire la pratica che documenta i danni subiti, i lavori effettuati e le fatture sostenute in questi mesi seguiti al 16 maggio 2023.
Ma è una procedura talmente piena di bug informatici, di anomalie, di malfunzionamenti e di adempimenti burocratici, che fa passare la voglia, e rende irrealistico chiudere l'iter della domanda .
Ma non si era detto che lo Stato deve essere sempre a fianco del cittadino??
Qui ci avete offerto soltanto un meccanismo talmente infernale e farraginoso, che si perde solo un mare di tempo!
Ne sanno qualcosa i consulenti (perfino ingegneri informatici, commercialisti e Tecnici quali architetti e avvocati) che assistono i cittadini che tentano di aprire queste domande di rimborso e documentare la catastrofe subíta nelle proprie abitazioni, nei garage nelle cantine e nei capannoni aziendali invasi dal fango.
Governo Meloni ?
Voto 2
Ci vergognamo noi cittadini per Voi!
Fratelli d'Italia?
Fratelli del ca... e del
"io me ne frego dei romagnoli!"
Semplicemente, perchè,
...tanto quelli non voteranno mai a Destra!
E allora eccolo spiegato il vostro sistematico ostruzionismo di Stato, contro gli alluvionati romagnoli e toscani!
Una sorta di ritorsione governativa !!
Siamo indignati. TUTTI.
Parola di alluvionato.
.
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pier-carlo-universe · 6 days ago
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Vandali imbrattano la segnaletica della Benedicta con una svastica: Molinari (Lega) condanna l’atto
Un oltraggio alla memoria condivisa: la politica chiede giustizia
Un oltraggio alla memoria condivisa: la politica chiede giustizia La Benedicta, luogo simbolo della Resistenza e della memoria collettiva della guerra di Liberazione, è stata oltraggiata da un atto vandalico: una svastica è comparsa sulla segnaletica stradale che conduce al Sacrario. Questo gesto, fortemente condannato dal mondo politico e dalla società civile, è stato denunciato anche dall’on.…
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primepaginequotidiani · 1 month ago
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PRIMA PAGINA Avvenire di Oggi venerdì, 17 gennaio 2025
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desolandia · 3 months ago
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Conflitto di priorità.
(Vallelaghi, TN)
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marcogiovenale · 9 months ago
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14, 16 e 17 maggio 2024, roma, cineforum palestina: gaza - nakba - catastrofe
Per ricordare la Nakba a 76 anni dalla “catastrofe”, il genocidio del popolo palestinese espulso dalle sue terre con la violenza – 750.000 persone nel 1948, altre migliaia nel 1967 – e per riflettere sulla ulteriore catastrofe in corso a Gaza e in Cisgiordania, dal 14 al 17 maggio si terrà nella sala Zavattini dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS (via Ostiense 106,…
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sandboy · 1 year ago
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cccp.
non ho letto molto, ma a quanto pare stanno tutti parlando del concerto dei cccp a berlino. concerto dei cccp a cui andrei di corsa nel caso lo ripetessero qui in italia, va da sé, non foss’altro per vedere gli occhi da pazzo del buon giolindo ferretti che manda a quel paese i fan/atici che mandano a quel paese chicchessia. un’esperienza. c’è da dire comunque che ferretti l’ho visto un paio di…
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lpelo2000 · 2 years ago
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Indignarsi di Note di Leonardo
Indignarsi Condivido molto volentieri questo post in quanto mi sono trovato spesso in questa situazione nel passato. E’ capitato anche a voi? Luca
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segretecose · 1 year ago
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tutti gli anni raduno fascista in via acca larenzia totalmente indisturbato tutti gli anni indignazione e vergogna per 24 ore sui giornali e poi tutto immutato e rimandato di 364 giorni il reato di apologia del fascismo nella costituzione c'è tanto per occupare spazio
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kon-igi · 1 year ago
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QUESTA È UNA STORIA CHE NON SO COME COMINCIARE A RACCONTARVI
È una storia triste con un finale velato di speranza che però non riesce a diminuire in me la tristezza, visto che è troppo spesso ripetuta ovunque nel solito loop di solitudine e sofferenza.
Non a caso ho deciso di raccontarla solo adesso e a taluni potrà sembrare che io mi voglia agganciare furbescamente al trend 'femminicidio' e con questo post fare virtue signaling.
Tutt'altro, credetemi.
Questa storia parla del coraggio di una ragazzina di 20 anni, l'unica reale protagonista, mentre noi come famiglia, semmai, abbiamo avuto solo il merito di essere al posto giusto al momento giusto.
Ricordate questo: AL POSTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO e poi nella chiusa a questo post capirete.
Anche se dubito fortemente che conosciate lei o siate venuti a sapere della sua storia, per un mio senso di riservatezza cambierò molti particolari, senza però far perdere mai il senso di quanto accaduto.
Mia figlia piccola aveva una compagna di studi con la quale era rimasta in contatto anche dopo la maturità e una sera questa ragazza è venuta a cena a casa nostra, su strana insistenza di nostra figlia perché era già tanto tempo che non si vedevano, tranne qualche messaggio con cui lei la teneva informata sullo stato di salute del fratellino di 7 anni, affetto da una forma aggressiva ma curabile di leucemia.
Avevamo capito che era successo qualcosa e infatti questa ragazza, durante la cena, ci confida che lei, la madre e, soprattutto, il fratellino sono da anni vittime di maltrattamenti psicologici e fisici a opera del padre.
E noi, su insistenza di nostra figlia che è riuscita a convincerla, siamo state le prime e uniche persone alle quali trova finalmente la forza di dirlo, visto che il padre aveva costretto la madre a chiudere i contatti con ogni parente e cerchia di amici.
Erano sole, la madre non lavorava e tutti dipendevano da un unico stipendio, quello del padre, che inoltre decideva quando e quanto potessero uscire di casa.
Una storia di abusi familiari come tante, solo che invece di sentirlo in un telegiornale ce le stava raccontando di persona una ragazzina smilza e che sorrideva triste per l'imbarazzo.
E poi ho visto gli occhi di mia figlia, pieni di rabbia e indignazione ma scintillanti anche di qualcos'altro... speranza, anzi, convinzione che noi potessimo aiutarla.
Con un peso enorme nel cuore, le abbiamo allora parlato tutta la sera, l'abbiamo consolata, consigliata e spronata a fare quello che la madre non aveva più la forza di fare: denunciare ai carabinieri e rivolgersi a un centro antiviolenza.
E mentre lei piangeva lacrime di gioia per aver finalmente trovato qualcuno con cui aprirsi, le arriva un messaggio wathsapp sul telefono con una foto.
Una foto da suo fratello.
Che si era fotografato il naso.
Rotto e sanguinante.
E il messaggio sotto diceva 'Papà ha picchiato la mamma e poi me. E poi se n'è andato'.
Un bambino di 7 anni con la leucemia che deve andare a fare la chemio due volte a settimana.
A vederlo scritto pare assurdo pure a me, una di quelle brutte sceneggiature per una fiction rai in prima serata ma il fatto era che stava succedendo di fronte ai nostri occhi e non so come io sia riuscito a non prendere una delle mie asce appese al muro per andare schiantarlo in due come un ceppo marcio.
Lei, però, non si scompone più di tanto e ci dice 'Adesso vado. Ci penso io' con un tono che nascondeva stanchezza e abitudine... ma forse anche qualcos'altro di nuovo.
Vent'anni anni e ci pensava lei, quando noi - cinquantenni - eravamo solo riusciti a dire delle belle parole, tutto sommato inutili.
Prende ed esce, con noi che le andiamo dietro urlandole di chiamare subito i carabinieri e cercando di andare assieme ma lei sembra essere molto decisa, finché le luci posteriori della sua macchina non scompaiono nella notte.
Minuti, decine di minuti e poi ore ad aspettare notizie, senza conoscere il suo indirizzo e senza sapere dove mandare qualcuno a controllare.
Poi squilla il telefono. È lei. Ci racconta che quando è arrivata a casa ha subito controllato che non ci fosse la macchina del padre, è entrata e ha chiuso la porta da dentro lasciandoci le chiavi sopra. E quando il padre, ore dopo, ha provato a entrare e, non riuscendoci, ha cominciato a dare in escandescenze, ha chiamato i carabinieri dicendo loro che aveva picchiato la madre e il fratello.
Carabinieri che, ovviamente, lo hanno beccato mentre prendeva a calci la porta di un appartamento con dentro una donna e un bambino sanguinanti per le botte ricevute.
Nonostante tutto, quella notte non siamo riusciti a dormire.
Il giorno dopo mi arriva un audio su whatsapp (le avevo dato il mio numero per emergenza) e per quanto forse avrei potuto postarvelo qua per farvelo ascoltare, preferisco trascrivervelo
'Ciao, sono E. Ti volevo dire che ieri sera siamo stati al pronto soccorso e io ho insisitito con i medici che facessero tutte le foto a mamma e L. e che poi chiamassero la polizia che c'è dentro. L. è stato coraggioso e ha raccontato tutto, poi anche mia mamma ha trovato il coraggio di parlare. Ora stiamo andando al centro antiviolenza di Parma così ci aiutano con gli avvocati e magari ci trovano anche un altro posto dove andare. Io vi volevo ringraziare perché per la prima volta in vita mia mi sono sentita in una famiglia vera che capiva il mio dolore e la mia paura e con voi ho trovato la forza di parlare. Grazie di essere così meravigliosi'
Io ogni tanto ascolto quell'audio e poi le telefono per sapere come va. Lo ascolto perché, vedete, non mi sembrava che avessimo fatto chissà che cosa ma il tono della sua voce diceva tutto il contrario.
E allora mi sono ricordato di quella vecchia storia del ragazzino con la gamba rotta al quale ho fatto compagnia mentre aspettavamo l'elisoccorso e di come i genitori, mesi dopo, mi hanno riconosciuto in mezzo alla folla e mi sono venuti ad abbracciare come se gliel'avessi riattaccata, quando io mi ero limitato solo a rassicurarlo in attesa dei soccorsi.
Però ero al posto giusto al momento giusto.
Quel posto e quel momento, però, che non sono e non accadono mai a caso alla persona che sa cosa sia la sofferenza.
Se questo mondo non vi ha reso cattivi - e se siete arrivati a leggere fin qua non solo non siete cattivi ma anzi molto pazienti - allora avrete capito che il posto giusto al momento giusto è quello in cui siete ora, nello stesso frammento di tempo in cui decidete di spostare gli occhi dal centro del vostro dolore personale alla consapevolezza di quello degli altri.
Come non mi stancherò mai di dire, una mano protesa salva tanto chi la stringe quanto chi la tende.
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silviaaquilini · 2 years ago
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ilpianistasultetto · 9 months ago
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Questo Paese, invece che Italia dovrebbe chiamarsi "Antonio", come quel personaggio del programma di Serena Dandini: "Avanzi". Uno che si era risvegliato dopo 20anni convinto che il mondo politico era quello di allora. Direi di si, siamo un Paese che di 20anni in 20anni proviamo ad avere un sussulto per poi ricadere in letargo. Manifestazioni, contestazioni verso i politici prepotenti, corrotti, indignazione contro una casta malefica e maleodorante e poi.. Pluffff..tutto torna come prima. La casta torna alle sue pratiche abitudinarie e a nessuno frega niente. Soldi, potere, nepotismo, malaffare, superbia, ladrocinio.. e a nessuno frega niente. Una Ministra che froda lo Stato? Boh.. Un Sottosegretario che trafuga opere d'arte e le vende all'estero? Mah..Un Presidente di Regione che favorisce amici di amici in cambio di lauti finanziamenti o un altro che usa l'auto blu per rifornirsi di cocaina? Tutto scivola come olio sull'acqua. Un Paese con stomaco come le mucche, pronto a ruminare tutto quello che potenti-prepotenti gli mettono nella mangiatoia e con la lingua come gli ippopotami, pronto a leccare la merda che quei potenti producono.Ecco, cosi ho risposto anche a chi mi chiede perche' ho sempre le cuffiette all'orecchio con la musica a "palla".. @ilpianistasultetto
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falcemartello · 7 months ago
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L’attentatore muore a 2 cm dalla guerra civile e senza documenti addosso.
E quelli che manifestano indignazione e deprecano il gesto, sono gli stessi che, “cazzo, 2 cm ed era fatta”.
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primepaginequotidiani · 3 months ago
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PRIMA PAGINA Nuova Ferrara di Oggi lunedì, 25 novembre 2024
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