#indignazione
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La verità è che senza tanti migranti disperati, sfruttati e lasciati morire nei campi, i pomodori sui nostri tavoli costerebbero almeno il doppio e i nostri salari sarebbero ancora più insufficienti.
La verità è che non si tratta di mettere qualcuno in carcere dopo aver fatto finta per tutto il tempo di non vedere.
La morte di Satnam Singh, lavoratore indiano lasciato morire dissanguato nelle campagne di Latina è il segno dell'inumanità di un sistema di cui il singolo caporale è solo un agente.
Non basta mettere qualche nuova regola o applicare la legge con punizioni esemplari ed estemporanee.
Questa non è una semplice questione di legalità.
Questa è una complessa questione di giustizia.
Non basta togliere una macchia e andare avanti come se niente fosse o fosse stato.
Troppo facile individuare il capro espiatorio e sentirsi tutti assolti e irresponsabili.
Se davvero si vuole cambiare qualcosa, bisogna impegnarsi per cambiare sistema e prendersi le proprie responsabilità.
Altrimenti le morti nei campi di lavoratori in stato di semi-schiavitù dovranno essere considerate dei semplici effetti collaterali di un sistema basato sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, e sarebbe il caso di smetterla di fingere di indignarci.
#Satnam Singh#morti bianche#lavoro#sfruttamento#schiavitù#morti sul lavoro#morti di lavoro#braccianti#indignazione
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ZONE ALLUVIONATE ?
Visita odierna di Giorgia Meloni e Ursula Von der Leyen in Romagna: l'ennesima passerella inconcludente:
MARKÈTT-ING !
🤮
La Romagna davanti ai potenti ?
Nessuno s'inginocchia davanti ai cosiddetti "uomini di potere". In questo caso, davanti alle due donne Presidentesse, molto più concentrate sulla loro immagine pubblica, che preoccupate dalla reale situazione degli alluvionati.
Parole di facciata, le solite, dietro cui si nasconde il più triste cinismo, l'interesse ad una vetrina mediatica, alla solita intervistina, a beneficio delle televisioni.
Ma al di là dei proclami, sta la piattaforma "Sfinge" (e il nome, è già tutto un programma! )
E' la procedura attivata dal Commissario per l'Alluvione, il Generale Figliuolo, tramite cui chiedere i ristori economici, e inviare la propria perizia e istruire la pratica che documenta i danni subiti, i lavori effettuati e le fatture sostenute in questi mesi seguiti al 16 maggio 2023.
Ma è una procedura talmente piena di bug informatici, di anomalie, di malfunzionamenti e di adempimenti burocratici, che fa passare la voglia, e rende irrealistico chiudere l'iter della domanda .
Ma non si era detto che lo Stato deve essere sempre a fianco del cittadino??
Qui ci avete offerto soltanto un meccanismo talmente infernale e farraginoso, che si perde solo un mare di tempo!
Ne sanno qualcosa i consulenti (perfino ingegneri informatici, commercialisti e Tecnici quali architetti e avvocati) che assistono i cittadini che tentano di aprire queste domande di rimborso e documentare la catastrofe subíta nelle proprie abitazioni, nei garage nelle cantine e nei capannoni aziendali invasi dal fango.
Governo Meloni ?
Voto 2
Ci vergognamo noi cittadini per Voi!
Fratelli d'Italia?
Fratelli del ca... e del
"io me ne frego dei romagnoli!"
Semplicemente, perchè,
...tanto quelli non voteranno mai a Destra!
E allora eccolo spiegato il vostro sistematico ostruzionismo di Stato, contro gli alluvionati romagnoli e toscani!
Una sorta di ritorsione governativa !!
Siamo indignati. TUTTI.
Parola di alluvionato.
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#opinioni di un clown#diritto#indignazione#ingiustizie#chiedere giustizia#riappropriarsi#insopportabile
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PRIMA PAGINA Secolo Italia di Oggi martedì, 12 novembre 2024
#PrimaPagina#secoloitalia quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi anno#secolo#novembre#euro#sentenza#annunciata#ancora#albanese#editoriale#ginevra#sorrentino#albania#nuovo#stop#rosse#plauso#somma#indignazione#parla#contro#dunque
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14, 16 e 17 maggio 2024, roma, cineforum palestina: gaza - nakba - catastrofe
Per ricordare la Nakba a 76 anni dalla “catastrofe”, il genocidio del popolo palestinese espulso dalle sue terre con la violenza – 750.000 persone nel 1948, altre migliaia nel 1967 – e per riflettere sulla ulteriore catastrofe in corso a Gaza e in Cisgiordania, dal 14 al 17 maggio si terrà nella sala Zavattini dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS (via Ostiense 106,…
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#1948#1967#AAMOD#Ahlam Mutaseb#Al Ain Media#Al Ard Film Festival#Alberto Arce#Alessandra Mecozzi#Andy Triblett#Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS#Aurora Palandrani#Bank of Targets#Between two crossings#catastrofe#cinema#Cisgiordania#Conservatorio Edward Said#Creation and catastrophe#Cultura è libertà#Dr. Ezzaldeen Shalh#Drawings for better dreams#ethnic cleansing#Ezzaldeen Shalh#filmaker#Gaza#genocide#genocidio#Ghassan Abu Sitta#giornalisti#indignazione
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cccp.
non ho letto molto, ma a quanto pare stanno tutti parlando del concerto dei cccp a berlino. concerto dei cccp a cui andrei di corsa nel caso lo ripetessero qui in italia, va da sé, non foss’altro per vedere gli occhi da pazzo del buon giolindo ferretti che manda a quel paese i fan/atici che mandano a quel paese chicchessia. un’esperienza. c’è da dire comunque che ferretti l’ho visto un paio di…
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Indignarsi di Note di Leonardo
Indignarsi Condivido molto volentieri questo post in quanto mi sono trovato spesso in questa situazione nel passato. E’ capitato anche a voi? Luca
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tutti gli anni raduno fascista in via acca larenzia totalmente indisturbato tutti gli anni indignazione e vergogna per 24 ore sui giornali e poi tutto immutato e rimandato di 364 giorni il reato di apologia del fascismo nella costituzione c'è tanto per occupare spazio
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QUESTA È UNA STORIA CHE NON SO COME COMINCIARE A RACCONTARVI
È una storia triste con un finale velato di speranza che però non riesce a diminuire in me la tristezza, visto che è troppo spesso ripetuta ovunque nel solito loop di solitudine e sofferenza.
Non a caso ho deciso di raccontarla solo adesso e a taluni potrà sembrare che io mi voglia agganciare furbescamente al trend 'femminicidio' e con questo post fare virtue signaling.
Tutt'altro, credetemi.
Questa storia parla del coraggio di una ragazzina di 20 anni, l'unica reale protagonista, mentre noi come famiglia, semmai, abbiamo avuto solo il merito di essere al posto giusto al momento giusto.
Ricordate questo: AL POSTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO e poi nella chiusa a questo post capirete.
Anche se dubito fortemente che conosciate lei o siate venuti a sapere della sua storia, per un mio senso di riservatezza cambierò molti particolari, senza però far perdere mai il senso di quanto accaduto.
Mia figlia piccola aveva una compagna di studi con la quale era rimasta in contatto anche dopo la maturità e una sera questa ragazza è venuta a cena a casa nostra, su strana insistenza di nostra figlia perché era già tanto tempo che non si vedevano, tranne qualche messaggio con cui lei la teneva informata sullo stato di salute del fratellino di 7 anni, affetto da una forma aggressiva ma curabile di leucemia.
Avevamo capito che era successo qualcosa e infatti questa ragazza, durante la cena, ci confida che lei, la madre e, soprattutto, il fratellino sono da anni vittime di maltrattamenti psicologici e fisici a opera del padre.
E noi, su insistenza di nostra figlia che è riuscita a convincerla, siamo state le prime e uniche persone alle quali trova finalmente la forza di dirlo, visto che il padre aveva costretto la madre a chiudere i contatti con ogni parente e cerchia di amici.
Erano sole, la madre non lavorava e tutti dipendevano da un unico stipendio, quello del padre, che inoltre decideva quando e quanto potessero uscire di casa.
Una storia di abusi familiari come tante, solo che invece di sentirlo in un telegiornale ce le stava raccontando di persona una ragazzina smilza e che sorrideva triste per l'imbarazzo.
E poi ho visto gli occhi di mia figlia, pieni di rabbia e indignazione ma scintillanti anche di qualcos'altro... speranza, anzi, convinzione che noi potessimo aiutarla.
Con un peso enorme nel cuore, le abbiamo allora parlato tutta la sera, l'abbiamo consolata, consigliata e spronata a fare quello che la madre non aveva più la forza di fare: denunciare ai carabinieri e rivolgersi a un centro antiviolenza.
E mentre lei piangeva lacrime di gioia per aver finalmente trovato qualcuno con cui aprirsi, le arriva un messaggio wathsapp sul telefono con una foto.
Una foto da suo fratello.
Che si era fotografato il naso.
Rotto e sanguinante.
E il messaggio sotto diceva 'Papà ha picchiato la mamma e poi me. E poi se n'è andato'.
Un bambino di 7 anni con la leucemia che deve andare a fare la chemio due volte a settimana.
A vederlo scritto pare assurdo pure a me, una di quelle brutte sceneggiature per una fiction rai in prima serata ma il fatto era che stava succedendo di fronte ai nostri occhi e non so come io sia riuscito a non prendere una delle mie asce appese al muro per andare schiantarlo in due come un ceppo marcio.
Lei, però, non si scompone più di tanto e ci dice 'Adesso vado. Ci penso io' con un tono che nascondeva stanchezza e abitudine... ma forse anche qualcos'altro di nuovo.
Vent'anni anni e ci pensava lei, quando noi - cinquantenni - eravamo solo riusciti a dire delle belle parole, tutto sommato inutili.
Prende ed esce, con noi che le andiamo dietro urlandole di chiamare subito i carabinieri e cercando di andare assieme ma lei sembra essere molto decisa, finché le luci posteriori della sua macchina non scompaiono nella notte.
Minuti, decine di minuti e poi ore ad aspettare notizie, senza conoscere il suo indirizzo e senza sapere dove mandare qualcuno a controllare.
Poi squilla il telefono. È lei. Ci racconta che quando è arrivata a casa ha subito controllato che non ci fosse la macchina del padre, è entrata e ha chiuso la porta da dentro lasciandoci le chiavi sopra. E quando il padre, ore dopo, ha provato a entrare e, non riuscendoci, ha cominciato a dare in escandescenze, ha chiamato i carabinieri dicendo loro che aveva picchiato la madre e il fratello.
Carabinieri che, ovviamente, lo hanno beccato mentre prendeva a calci la porta di un appartamento con dentro una donna e un bambino sanguinanti per le botte ricevute.
Nonostante tutto, quella notte non siamo riusciti a dormire.
Il giorno dopo mi arriva un audio su whatsapp (le avevo dato il mio numero per emergenza) e per quanto forse avrei potuto postarvelo qua per farvelo ascoltare, preferisco trascrivervelo
'Ciao, sono E. Ti volevo dire che ieri sera siamo stati al pronto soccorso e io ho insisitito con i medici che facessero tutte le foto a mamma e L. e che poi chiamassero la polizia che c'è dentro. L. è stato coraggioso e ha raccontato tutto, poi anche mia mamma ha trovato il coraggio di parlare. Ora stiamo andando al centro antiviolenza di Parma così ci aiutano con gli avvocati e magari ci trovano anche un altro posto dove andare. Io vi volevo ringraziare perché per la prima volta in vita mia mi sono sentita in una famiglia vera che capiva il mio dolore e la mia paura e con voi ho trovato la forza di parlare. Grazie di essere così meravigliosi'
Io ogni tanto ascolto quell'audio e poi le telefono per sapere come va. Lo ascolto perché, vedete, non mi sembrava che avessimo fatto chissà che cosa ma il tono della sua voce diceva tutto il contrario.
E allora mi sono ricordato di quella vecchia storia del ragazzino con la gamba rotta al quale ho fatto compagnia mentre aspettavamo l'elisoccorso e di come i genitori, mesi dopo, mi hanno riconosciuto in mezzo alla folla e mi sono venuti ad abbracciare come se gliel'avessi riattaccata, quando io mi ero limitato solo a rassicurarlo in attesa dei soccorsi.
Però ero al posto giusto al momento giusto.
Quel posto e quel momento, però, che non sono e non accadono mai a caso alla persona che sa cosa sia la sofferenza.
Se questo mondo non vi ha reso cattivi - e se siete arrivati a leggere fin qua non solo non siete cattivi ma anzi molto pazienti - allora avrete capito che il posto giusto al momento giusto è quello in cui siete ora, nello stesso frammento di tempo in cui decidete di spostare gli occhi dal centro del vostro dolore personale alla consapevolezza di quello degli altri.
Come non mi stancherò mai di dire, una mano protesa salva tanto chi la stringe quanto chi la tende.
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Questo Paese, invece che Italia dovrebbe chiamarsi "Antonio", come quel personaggio del programma di Serena Dandini: "Avanzi". Uno che si era risvegliato dopo 20anni convinto che il mondo politico era quello di allora. Direi di si, siamo un Paese che di 20anni in 20anni proviamo ad avere un sussulto per poi ricadere in letargo. Manifestazioni, contestazioni verso i politici prepotenti, corrotti, indignazione contro una casta malefica e maleodorante e poi.. Pluffff..tutto torna come prima. La casta torna alle sue pratiche abitudinarie e a nessuno frega niente. Soldi, potere, nepotismo, malaffare, superbia, ladrocinio.. e a nessuno frega niente. Una Ministra che froda lo Stato? Boh.. Un Sottosegretario che trafuga opere d'arte e le vende all'estero? Mah..Un Presidente di Regione che favorisce amici di amici in cambio di lauti finanziamenti o un altro che usa l'auto blu per rifornirsi di cocaina? Tutto scivola come olio sull'acqua. Un Paese con stomaco come le mucche, pronto a ruminare tutto quello che potenti-prepotenti gli mettono nella mangiatoia e con la lingua come gli ippopotami, pronto a leccare la merda che quei potenti producono.Ecco, cosi ho risposto anche a chi mi chiede perche' ho sempre le cuffiette all'orecchio con la musica a "palla".. @ilpianistasultetto
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L’attentatore muore a 2 cm dalla guerra civile e senza documenti addosso.
E quelli che manifestano indignazione e deprecano il gesto, sono gli stessi che, “cazzo, 2 cm ed era fatta”.
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Porto sempre la merenda ai ragazzi mentre studiano, al pomeriggio. È ormai un rito: a una certa ora busso alla porta della camera di mio figlio e porto a lui e ad Antonio, il suo compagno di banco fin dalle elementari, il vassoio, con il tè, i biscotti, le merendine. Sono una brava mamma, giusto?
L’altro giorno la porta non era ben chiusa e quindi….perchè bussare? È stato così che ho sentito chiaramente quelle parole “…..quel gran pezzo di gnocca di tua mamma…”
A dirle Antonio. La voce era bassa, i due stavano confabulando a bassissima voce, i libri aperti, ma, evidentemente, non era sulla lezione che era concentrata la loro attenzione. Ho fatto assolutamente finta di nulla. E loro avranno pensato che non avessi potuto sentire dalla soglia della porta.
Invece….
Ma guarda il ragazzino, ho pensato nei giorni successivi. Eppure senza che provassi indignazione per quella frase così sfacciata. Anzi….e dire che lo conosco da piccolo, chissà da quanto ha sviluppato questa “cotta” per me…..
Comunque sentirmi definire “gnocca”non mi disturba affatto, anzi mi lusinga e mi stuzzica. Antonio è poi un ragazzo adorabile, carino ed educatissimo, niente affatto sfacciato, anzi piuttosto timido e taciturno di solito…..avesse solo qualche anno di più, il fatto che pensi a me come “un gran pezzo di gnocca” più che soltanto lusingare, bè mi farebbe eccitare….
Doveva accadere, ed è accaduto. Antonio che viene a casa, non trova mio figlio, noi due che restiamo soli…..
Lo faccio sedere, anche se solo non è un buon motivo per non preparargli anche oggi il tè con i biscottini. Servirglielo non nella stanza di mio figlio, ma qui in salone. Farlo accomodare sul divano. Sedermi davanti a lui, sul puff….
Che dirgli? Canzonarlo rivelandogli che l’ho sentito definirmi “gnocca”? No, poverino, morirebbe di vergogna. E comunque mi ci sento gnocca, oggi. E da come mi guarda, lo pensa proprio.
È da gnocca questa gonna corta? Si, è vero, mi sono cambiata quando l’ho sentito al citofono, ma lo avrei fatto comunque, non certo per…..fargli vedere le gambe…
Anche i collant ….direi che sono da gnocca….ma porto sempre le calze velate, anche in casa…e a ben pensarci quante volte mi era sembrato che Antonio mi guardasse le gambe mentre stavo in camera loro e attendevo che sorseggiassero il tè …..esattamente come mi guarda le cosce adesso….
Certo, avrei potuto evitare di non mettere il reggiseno. Con il reggiseno, le punte dei capezzoli che si sono induriti sarebbero meno visibili sotto la camicetta. E questi seni gonfi non tenderebbero la camicetta in questo modo, e i capezzoli duri che si vedono non calamiterebbero lo sguardo di questo ragazzo…..
Mi alzo per prendergli la tazza di tè dalle mani. Noto che gli tremano. Mi seggo stavolta accanto a lui. Molto vicina. Non fiata. Spingo il mio corpo a contatto con il suo. Si sposta un po’ ma il divano è finito…..Lo guardo e poggio la mia mano sulla sua. “ Forse disturbo, vado via?” Non rispondo, gli sorrido e porto la sua mano sul mio seno. Spalanca gli occhi. Spalanca la bocca. Mi faccio toccare il capezzolo attraverso la stoffa leggera della camicetta, poi guido la sua mano sulla mia coscia. Mi protendo e gli sfioro le labbra con le mie. Sono morbide, dolci. Gliele lecco con la punta della lingua.
Poi la lingua la spingo tra le sue labbra, gliele faccio aprire, la infilo dentro la sua bocca per il primo vero bacio con una donna della sua vita.
Sento la sua mano contrarsi sulla mia coscia. Anche io gli stringo la patta con la mia. Duro come il ferro. Proprio come lo volevo.
“E così sono un gran pezzo di gnocca, vero?” I miei gesti e l rivelazione che so cosa pensa lo mettono nella confusione totale. Come un bambolotto si lascia guidare in camera da letto, mentre canzonandolo gli dico che merita una punizione…
Mentre lo spoglio nudo, guardo di sfuggita l’orologio per capire quanto tempo ho a disposizione per farmelo. Tre ore almeno, abbastanza per castigare come previsto di fare questo ragazzino insolente.
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«Sono invecchiata senza chiedere il permesso a nessuno, scatenando una tempesta e indignazione tra i focosi combattenti anti-invecchiamento. Combattenti, per l'esattezza.
Ho osato camminare sul tappeto rosso, il mio bel viso e corpo con tutte le rughe, gli occhi e l'eccesso di peso, con tutto ciò che la natura mi ha dato, senza esitazione e completamente disinteressata all'opinione dei sostenitori della gioventù infinita. E questo è fantastico. Perché qualcuno deve finalmente dire al mondo che invecchiare non è affatto una vergogna».
Monica Bellucci
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Mi fa ridere pensare che su Twitter stanno tutti con la bava alla bocca pronti ad un passo falso di Geolier per buttargli merda addosso, mentre lui invece si sta comportando talmente in modo tranquillo e disinteressato ai drama della sala stampa che i twitterini si stanno appigliando con tutte le loro forze al video sul balcone ⚰️
Quando all'inizio ho letto della polemica, mi aspettavo avesse gridato un "Sanremo merda" mentre semplicemente ha detto ai fan che gridavano all'ingiustizia dei fischi "adesso noi fischiamo a loro", cosa che è durata un minuto ed è finita lì 😂
La Rai tra s1onismo e compagnia sta scrivendo una delle pagine più vergognose di 'sto paese, e questi rincoglioniti invece di parlare di cose serie rompono ancora il cazzo a uno che ha cantato in napoletano a Sanremo, manco avesse commesso un crimine contro l'umanità. Io veramente invito questa gente a toccare l'erba, e uso questo ask per dire che stamattina ho visto la macchina del fango attivata anche verso Ghali, tra gente che ripesca suoi tweet del 2012 e va a scovare le canzoni misogine della sua intera discografia. Le priorità del nostro paese, vabbè.
E se proprio hanno voglia di attivare una macchina del fango, lo facessero contro la Rai che merita solo insulti e indignazione.
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esce fuori qualche indiscrezione sul fatto che bisseck starebbe pensando di switchare dalla germania al camerun, indiscrezione che potrebbe benissimo essere una palla ma non è questo il punto, il punto è che i fulminati dell'inter twitter si stanno preoccupando molto per l'eventualità che il ragazzo possa perdere 3 settimane di campionato ogni due anni. che giochino a ritmi insostenibili, che il mondiale per club fino a luglio è una mezza follia, che abbiano aumentato le partite di champions, che europei e mondiali e copa america sballano la preparazione sino a campionato ben oltre iniziato no, queste cose non scatenano mai indignazione allo stesso modo, il problema è sempre e solo la coppa d'africa. e non mi stupirebbe se qualcuno (marotta) gli dicesse di non farlo nel caso possa essere vero, come adl minacciava osimhen & co come il real madrid non compra neanche i giocatori se non hanno intenzione di rinunciare alla loro nazionale africana...pressione che fanno letteralmente tutti i club ed è una roba vomitevole. fa schifo. perché è razzismo in qualunque modo la vuoi vedere
#cioè se il problema è che giocano tanto sì: vero!!!! giustissimo#ma te la prendi solo per una competizione di max un mese nella migliore ipotesi perché non ha appeal agli occhi europei? eh no#facile così
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