#incontro con il Vescovo
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Mons. Gianni Sacchi in Visita al Consiglio Comunale di Casale Monferrato: Un Segno di Vicinanza e Gratitudine alla Comunità
Incontro istituzionale tra il Vescovo e i rappresentanti del Comune per celebrare il legame storico tra la Chiesa e la città
Incontro istituzionale tra il Vescovo e i rappresentanti del Comune per celebrare il legame storico tra la Chiesa e la città. Nel pomeriggio di giovedì 7 novembre 2024, S.E. Mons. Gianni Sacchi, Vescovo di Casale Monferrato, ha fatto visita al Consiglio Comunale presso Palazzo San Giorgio, in un evento che ha rinsaldato i legami storici e spirituali tra la Chiesa e la comunità locale. L’incontro…
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Cose Olimpiche
Premessa: vorrei togliere dalle gigantesche spalle di Charles Pierre de Frédy, barone di Coubertin la frase che sostiene "l'importante non è vincere, è partecipare": in realtà a pronunciare questa frase fu il vescovo anglicano Ethelbert Talbot, della diocesi di Bethlehem, Central Pennsylvania, durante una cerimonia di saluto ai partecipanti ai Giochi di Londra 1908, il 24 giugno, nella cattedrale di Saint Paul. Lui si limitò a citarla il giorno dopo, chiarendone la fonte, in un banchetto. Il motto olimpico, voluto da De Coubertin ma ideato da un altro religioso, Henri Didon è un altro, dal significato del tutto opposto: «Citius, altius, fortius», «Più veloce, più alto, più forte».
Multidisciplinarietà Rosa: le 40 medaglie vengono da 20 discipline diverse, delle 12 d'oro 7 sono state vinte da atlete, 2 da coppie miste (la prima assoluta della storia olimpica nella prova dello Skeet Misto). I grandiosi velisti Caterina Banti e Ruggero Tita sono gli unici della nostra spedizione ad aver confermato l'oro di Tokyo.
Legni: Sono 25 i quarti posti nelle competizioni olimpiche dell’Italia. Dietro di noi la Francia con 19, gli Stati Uniti con 18 e la Gran Bretagna con 17. A cui vanno aggiunti altri 26 tra quinti e sesti posti. Un segnale prezioso, che dimostra una generale competitività del movimento sportivo, ma che lascia l’amaro in bocca, soprattutto per alcuni episodi.
Rivolte Eleganti: la protesta del Settebello, la Nazionale Maschile di Pallanuoto, rimarrà nella storia Olimpica. Alla presentazione degli inni prima della Semifinale per i posti dal 5° all'8° contro la Spagna, la squadra si è presentata di spalle alla giuria arbitrale
Poi per i primi 4 minuti della partita con la Spagna ha tenuto un giocatore sempre nel proprio angolo di metà campo, a simboleggiare una espulsione. Questo perché nella partita dei Quarti contro l'Ungheria, una decisione inspiegabile del primo arbitro ha punito per fallo violento per 4 minuti un giocatore, Francesco Condemi: è stato giudicato infatti violento un contatto naturale di Condemi, che si preparava a nuotare in attacco, con un ungherese. La decisione ha annullato il 3-3 italiano scaturito in quella azione, dato un rigore all'Ungheria, trasformato (punteggio quindi 2-4) e costretto l'Italia a giocate 4 minuti, metà di uno dei 4 tempi della partita, con un uomo in meno. La partita finirà 9-9, perderemo ai rigori.
Leggende: L'unico atleta delle Olimpiadi moderne ad aver vinto per 5 edizioni consecutive l'oro, nella Lotta Greco Romana categoria Super Massimi, battendo il record detenuto da 4 leggende sportive americane: Al Oerter, Carl Lewis e Michael Phelps. Mijaín López, lottatore cubano, appena terminato il suo incontro si è tolto le scarpe, annunciando il suo ritiro, dopo una carriera inimitabile (tra l'altro, 5 volte campione del Mondo, 5 ori ai Panamericani)
Insegnamenti: Kimia Yousofi, velocista afghana, ha corso la sua batteria dei cento metri in 13"42, tempo nemmeno modesto, ma alla fine della sua prova, girando il suo numero di partenza ha mostrato queste parole:
Educazione, Sport (scritto in verde, che si legge a malapena) e I nostri diritti. I 6 atleti afghani presenti a Parigi, 3 donne e 3 uomini, sono stati selezionati non dal governo afghano dei taliban ma da un Comitato olimpico afghano in esilio. Tanto che “Soltanto tre atleti maschili rappresentano l'Afghanistan” ha dichiarato qualche settimana fa un portavoce dei taliban. Perchè tra le molte cose vietate alle donne, anche lo sport non può essere praticato.
Onlyfans: l'asticella colpita dalla "generosità" del saltatore Anthony Ammirati che lo ha estromesso dalla Finale del Salto con l'Asta (per una di quelle serie di coincidenze linguistiche da capogiro) non ha affatto scatenato le polemiche sulla ipersessualizzazione di un atleta. Cosa che, per certi versi in maniera molto coerente, ha spinto le giocatrici di Beach Volley Brasiliane (oro alla fine del Torneo) a giocare così:
in pantaloncino, mentre le loro avversarie canadesi in finale si sono presentate così:
Argentini: prima delle Olimpiadi, Julio Velasco ha perso il fratello maggiore, Raul, più anziano di lui di sei anni (72 Julio, 78 Raul). Ne ha anche un altro, Luis, che giovanissimo fu arrestato durante la Dittatura di Vileda, e per cinque mesi irrintracciabile. La famiglia, sconvolta, pensò ad un ennesimo caso di desaparecido. Invece dopo 5 mesi, dopo che subì torture indicibili e numerose simulazioni di fucilazioni, Luis fu riconsegnato alla famiglia. E la prima cosa che raccontò ai fratelli fu questa: "Quando mi stavano torturando, c'era un prete nella stanza. Distrutto dal dolore, a mezza voce gli dico <<Padre ma lei è contento di far parte di tutto questo?>>. Il prete restò in silenzio ed uscì dalla sala". Questo per dire di che pasta sono fatti i Velasco. Le cui prime parole dopo un'impresa stratosferica (5 partite vinte su 5, 15 set vinti, solo 1 perso, record assoluto in una Olimpiade, prima squadra Europea campione Olimpica nella pallavolo femminile dal 1988) sono state rivolte: alle ragazze che hanno giocato, a quelle che non c'erano per infortunio, al movimento della pallavolo femminile che "sta alle ragazze come il calcio ai ragazzi". Nessuna sfida personale, nessun cerchio che si chiude. Un grande uomo di sport, Julio Velasco.
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Veneti Cattolici "brava gente"
Il caso dell'Istituto Provolo di Verona è emerso come uno degli scandali di abusi sessuali più gravi nella storia della Chiesa cattolica in Italia; fondato nel 1840 dal sacerdote Antonio Provolo, l'istituto si dedicava all'educazione di bambini sordomuti; tuttavia, nel 2008, un'inchiesta ha rivelato che numerosi ex allievi avevano subito abusi sessuali tra gli anni '50 e '80 da parte di sacerdoti e religiosi dell'istituto.
Le accuse sono state portate alla luce da un gruppo di ex studenti che ha denunciato abusi sessuali in un articolo pubblicato dal settimanale L'Espresso; le inchieste giornalistiche hanno rivelato dettagli inquietanti sulle violenze subite dai bambini sordomuti e sull'operato dei religiosi coinvolti: si stima che oltre 60 sordomuti abbiano subito abusi di varia natura, non solo all'interno dell'istituto ma anche in luoghi sacri.
Le accuse di abusi sessuali emerse nel 2008, hanno attirato l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica, portando a un forte discredito dell'istituto e della Compagnia di Maria; le testimonianze di oltre 60 ex alunni che hanno denunciato abusi hanno creato un clima di sfiducia nei confronti della congregazione.
La risposta iniziale da parte della Curia di Verona e del vescovo Giuseppe Zenti, che ha messo in dubbio l'attendibilità delle accuse, ha ulteriormente danneggiato la reputazione dell'istituto; Zenti ha descritto le denunce come una "montatura" e ha suggerito che fossero motivate da interessi economici, creando un'immagine di scarsa sensibilità verso le vittime; le incongruenze nelle indagini e il fatto che solo un numero limitato di vittime sia stato ascoltato hanno alimentato il sospetto che la Chiesa non fosse realmente intenzionata a perseguire la verità.
Nonostante le testimonianze, molti dei presunti reati sono caduti in prescrizione, rendendo difficile perseguire legalmente i responsabili; la Curia di Verona ha riconosciuto la veridicità delle accuse, ma non sono state intraprese azioni legali formali contro i presunti colpevoli; Mario Sannite, il magistrato a capo della commissione d'inchiesta, ha confermato che alcuni sacerdoti erano stati trasferiti per nascondere le accuse di abusi, ma il segreto d'ufficio e la mancanza di obbligo giuridico per i vescovi di denunciare abusi hanno ostacolato ulteriori azioni legali.
Il caso dell'Istituto Provolo di Verona ha avuto ripercussioni anche in Argentina, dove alcuni sacerdoti coinvolti sono stati condannati per abusi simili avvenuti negli istituti Provolo in quel paese - in particolare, don Nicola Corradi è stato condannato a 42 anni di carcere per abusi su minori sordomuti (la condanna è stata il risultato di un processo che ha visto testimonianze di oltre 20 vittime); un altro sacerdote, Horacio Corbacho, ha ricevuto una condanna a 45 anni, mentre un laico ha avuto una pena di 18 anni.
Le autorità argentine hanno preso misure severe contro i colpevoli; in Italia il dibattito continua senza azioni legali concrete fino ad oggi; mentre ci sono state condanne significative in Argentina, le conseguenze legali in Italia rimangono limitate e caratterizzate da una mancanza di azione concreta contro i presunti colpevoli. Nonostante le ammissioni da parte di alcuni membri del clero riguardo agli abusi, non sono state intraprese azioni legali significative contro i religiosi coinvolti in Italia, lasciando aperta la questione della responsabilità omissiva della Chiesa.
Le vittime hanno continuato a chiedere giustizia e hanno accusato la Chiesa di non aver agito adeguatamente, si sono attivate con manifestazioni pubbliche e richieste di incontri con il Papa, contribuendo a mantenere alta l'attenzione mediatica sul caso; in particolare, le vittime degli abusi accusano papa Francesco di non aver agito nonostante fosse a conoscenza dei fatti; hanno chiesto un incontro pubblico con il pontefice per presentare prove delle violazioni subite e denunciare l'inefficacia della Chiesa nell'affrontare il problema degli abusi sessuali.
Non serve andare lontano, in altri Paesi, per riscontrare casi di pedofilia: fin da bambina, e prima ancora che gli scandali della pedofilia della Chiesa Cattolica emergessero all'attenzione dell'opinione pubblica, sentivo veneti accostare alla parola "Chiesa" questa espressione "preti-pinciaputei" (preti-scopabambini); la gente stronza, in particolare della regione in cui io vivo, ha sempre saputo cosa accadesse nelle parrocchie, ma NON HA MAI MOSSO UN DITO PER DIFENDERE I MINORI - e non lo fa neanche adesso.
#Il caso dell'Istituto Provolo di Verona#Verona#Veneti Cattolici “brava gente”#abusi sessuali#chiesa cattolica#vittime di abusi#papa Francesco#fatti#prove#chiesa#omertà#giustizia#incontro#attivismo#attenzione#media#Argentina#Italia#Curia di Verona#Compagnia di Maria#bambini sordomuti#sordomuti
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"I vecchi hanno solo un diritto: quello di morire."
“Potrei dire che chi l'ha detto è un cretino, ma invece dirò che è stato utile: ha rotto una ipocrisia, perchè è vero che diamo fastidio. L'ipocrisia sui vecchi è tremenda, se non ci salviamo da soli, è l'inferno".
-«La gente è diventata troppo seria, io ho 91 anni ma ho la fortuna di essere molto ironica, così non mi accorgo della presenza della morte che mi osserva da vicino pronta a prendermi, e la mattina continuo ad alzarmi contenta».
«Che gli anziani non servissero a mandare avanti il Paese forse poteva essere vero un tempo ma se oggi guardo all’età di molti grandi industriali, architetti, professori, scienziati, spesso vedo settantenni e anche ottantenni.
Ci chiamano nonnini, nonnetti, a parole ci vezzeggiano ma poi ci mettono nelle Rsa, prima di metterci nella tomba».
«Che diamo fastidio perché costiamo, perché siamo una spesa medica e sociale, perché prendiamo le pensioni, perché occupiamo posti negli ospedali e case o abitiamo in quelle dei figli e magari abbiamo la colpa di continuare a fare un lavoro. Io ho una rubrica delle lettere sul “Venerdì di Repubblica”, a un certo punto qualcuno ha cominciato a scrivermi, una minoranza per carità, che era tempo che lasciassi posto ai giovani. Nello stesso momento lo stesso pensiero è passato per la testa di colleghe più giovani. Io non mi considero inamovibile, se mi dicessero che le mie cose non interessano più, che sono rimbambita, non più capace di scrivere o fuori tempo allora farei subito un passo indietro, ma non per una questione anagrafica, non perché sono vecchia. Non è una colpa».
«Ho la fortuna di aver sempre lavorato e risparmiato e di poter essere ancora indipendente, ma te lo ripeto: i vecchi danno fastidio e la gente non accetta che possano ancora lavorare. Dieci anni fa, quando avevo appena passato gli 80, un giorno un giovane tassista che aveva sentito che parlavo di impegni di lavoro al telefono, alla fine della corsa mi chiese: “Ma lei ancora lavora? Ma non è tempo di smettere e riposarsi? Che cosa fa?” Risposi: “Sa, sono una cuoca, continuo a cucinare”. A quel punto lui disse: “Ah, allora ok”. Se stai in cucina può andare bene, non disturbi troppo…».
«Ti regalo una notizia: non tutti i vecchi sono sordi! Questa è un’altra cosa che mi fa impazzire, ti parlano e gridano o scandiscono le parole, come se fossi sorda o rincretinita. Ci trattano come i bambini e ogni frase finisce con il sorriso. Poi ci sono quelli che vogliono rassicurarti e con tono consolatorio ti dicono: “Dai, che vivrai fino a cent’anni”. Ma fatti gli affari tuoi, io non ho futuro ma ho un bellissimo passato, ho vissuto nell’Italia meravigliosa della ricostruzione e del boom economico e sono piena di memorie che mi tengono compagnia, non ho bisogno di compassione».
«Io, da giovane, i vecchi nemmeno li vedevo, non ho mai conosciuto i miei nonni e vivevo sempre tra i miei coetanei. Quando avevo 16 anni ricordo che i miei amici erano tutti innamorati di una ragazza bellissima che di anni ne aveva 26, io ero stupita e continuavo a chiedere: ma come fa a piacervi una così vecchia?! Quante cose ho visto, durante la guerra ho assistito al matrimonio di una mia amichetta che aveva 14 anni e che aveva avuto la dispensa dal vescovo per sposarsi con un ragazzo che partiva per il fronte. Mi piacciono tanto le storie del passato, le conservo con cura, ma senza alcun rimpianto».
«Porto sempre con me il bastone quando esco, mi aiuta a camminare ma serve anche molto, non tanto per difesa quanto per offesa, mi è utile con i giovanotti maleducati o con i vecchi che non sanno stare al mondo. Poche settimane fa, durante il mio piccolo giro intorno a casa, ho dato dei soldi a un ragazzino africano. Un signore mi ha vista e ad alta voce ha cominciato a criticarmi, dicendo che venivano dall’Africa per colpa di gente come me che li mantiene e li foraggia; gli sono andata incontro mentre continuava a criticarmi, ho alzato il bastone e gliel’ho messo sotto il mento e gli ho detto soltanto: “Non permetterti di dire un’altra parola, fascista”. Si è dileguato».
«Vivo alla giornata, la mia vita comincia la mattina quando mi sveglio e finisce quando vado a letto la sera, sperando sempre di morire nel sonno. Sai, io non sono vecchia, non sono un’ottantenne, io sono ultra-vecchia, penso spesso che potrei avere un figlio di più di settant’anni».
«A chi è giovane oggi vorrei dire: “Svegliatevi, informatevi, leggete libri, è una cosa che costa poco, puoi fare da solo e riempie di gioia”. Non è mai tempo perso!»...
Natalia Aspesi
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16 aprile 1927: nasce Joseph Alois Ratzinger a Marktl am Inn, Germania, ultimo dei tre figli di Joseph e Maria Ratzinger.
1943-1945: Assistente nella difesa antiaerea della Germania e soldato di fanteria; imprigionato nel 1945 nel campo di prigionia americano a Neu-Ulm.
29 giugno 1951: ordinato sacerdote insieme al fratello Georg Ratzinger a Frisinga.
1969-1977: Professore all'Università di Ratisbona.
25 marzo 1977: nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga.
27 giugno 1977: creato cardinale da papa Paolo VI.
25 novembre 1981: Nominato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede da Papa Giovanni Paolo II; assume l'incarico nel marzo 1982.
2 aprile 2005: muore Papa Giovanni Paolo II.
8 aprile 2005: da decano del collegio cardinalizio, Ratzinger presiede i funerali di Giovanni Paolo II.
19 aprile 2005: eletto 265esimo papa in uno dei conclavi più veloci della storia. Scegliendo il nome Benedetto XVI, dice di essere solo un “semplice, umile lavoratore nella vigna del Signore”.
24 aprile 2005: insediatosi come papa con la messa.
18-21 agosto 2005: Primo viaggio all'estero, alla Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia, Germania.
24 settembre 2005: incontro con il teologo dissidente Hans Kung nella residenza estiva papale.
25 dicembre 2005: Firma della prima enciclica “Dio è amore”. Rilasciato il 25 gennaio 2006
28 maggio 2006: durante un viaggio in Polonia visita il campo di concentramento di Auschwitz.
12 settembre 2006: durante una visita in Germania, tiene un discorso all'Università di Ratisbona che fa infuriare i musulmani; citando un imperatore bizantino che caratterizzò alcuni degli insegnamenti del profeta Maometto come "malvagi e disumani", in particolare "il suo comando di diffondere la fede con la spada".
16 aprile 2007: Primo volume di “Gesù di Nazaret” completato nel giorno del suo 80° compleanno. Rilasciato il 13 aprile.
27 maggio 2007: firma una lettera ai cattolici cinesi, esortandoli a unirsi sotto la sua autorità. Pubblicato il 30 giugno.
7 luglio 2007: Rimosse le restrizioni sulla celebrazione della vecchia Messa in latino come gesto importante per i cattolici tradizionali.
20 aprile 2008: durante una visita negli Stati Uniti, prega per le vittime degli attacchi dell'11 settembre 2001 a ground zero.
19 luglio 2008: durante la visita in Australia per la Giornata Mondiale della Gioventù, incontra le vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti e durante una messa si scusa per le loro sofferenze.
21 gennaio 2009: revoca la scomunica del vescovo che nega l'Olocausto Richard Williamson e di altri tre vescovi ultra tradizionalisti della Fraternità San Pio X, suscitando indignazione. Decreto rilasciato il 24 gennaio.
10 marzo 2009: riconosce gli errori del Vaticano nell'affare Williamson, afferma che il Vaticano deve fare un uso migliore di Internet per prevenire future controversie. Lettera pubblicata il 12 marzo.
17 marzo 2009: in viaggio verso il Camerun, racconta ai giornalisti a bordo dell'aereo papale che i preservativi non sono la soluzione all'Aids e possono peggiorare il problema, suscitando critiche diffuse.
11 maggio 2009: durante una visita in Terra Santa, depone una corona al memoriale di Yad Vashem a Gerusalemme, afferma che le vittime dell'Olocausto "hanno perso la vita ma non perderanno mai il loro nome".
29 giugno 2009: firmata la terza enciclica “La carità nella verità”. Rilasciato il 7 luglio 2009.
17 luglio 2009: si rompe il polso destro in autunno a tarda notte nella casa delle vacanze estive.
20 ottobre 2009: il Vaticano annuncia che il papa sta facilitando la conversione in massa degli anglicani al cattolicesimo.
19 marzo 2010: rimprovera i vescovi irlandesi per “gravi errori di giudizio” nella gestione degli abusi sessuali da parte del clero, ma non fa menzione della responsabilità del Vaticano nella lettera ai fedeli irlandesi. Rilasciato il 20 marzo.
28 febbraio 2013: partenza dalla Città del Vaticano in elicottero diretto a Castel Gandolfo, dove inizia il suo ultimo viaggio da “semplice pellegrino”.
23 marzo 2013: Riceve a pranzo Papa Francesco a Castel Gandolfo; i due uomini pregano fianco a fianco e Francesco insiste: “Siamo fratelli”.
28 aprile 2014: si unisce a Francesco sull'altare per canonizzare San Giovanni Paolo II e San Giovanni XXIII, la prima volta che un papa regnante e uno in pensione celebrano insieme la Messa.
11 aprile 2019: in un saggio, incolpa lo scandalo degli abusi sessuali del clero sulla rivoluzione sessuale degli anni '60 e sull'assenza di Dio.
Gennaio 2020: Contribuisce a un libro che riafferma il celibato per i sacerdoti in un momento in cui Francesco stava considerando un'eccezione, suscitando richieste di regole che governino i futuri "papi emeriti"
8 febbraio 2022: chiede perdono per eventuali "colpe gravi" nel trattamento dei sacerdoti di Monaco, ma nega illeciti personali o specifici.
28 dicembre 2022: Papa Francesco annuncia che Benedetto è “molto malato”, chiede preghiere speciali e lo visita a casa sua.
31 dicembre 2022: Benedetto muore alle 9:34 nella sua casa nei Giardini Vaticani all'età di 95 anni.
Curiosità:
-Sa come far volare un elicottero ma non sa guidare una macchina
-Conosce 7 lingue
-Parla fluentemente il tedesco, l’inglese, l’italiano, il francese, lo spagnolo, il latino
-Gli piace prendersi cura dei gatti randagi
-Per molto tempo è stato un amante di cani e gatti
-E’ il sesto Papa nella storia della Chiesa a rinunciare
-L’ultima rinuncia di un Papa fu quella di Gregorio VII, agli inizi del XIV secolo
-Possiede due peluche che sua madre gli regalò quando era bambino
-Il cibo preferito di Benedetto XVI sono i ravioli di patate bavaresi. Inoltre, nel libro del 2016 "The Vatican Cookbook" scritto da tre guardie svizzere, è stato rivelato che anche a Benedetto XVI piace il Kirschenmichel (NELLA FOTO), un dessert tedesco a base di pane, cannella, chiodi di garofano, vaniglia, mandorle e ciliegie; Maiale al forno con i dumolings (un panino cinese) e insalata di salsiccia di Regensburg. Il fratello Georg ha rivelato che ama lo strudel di mele.
-Predilige te, limonata, la radler (una spuma locale) e da buon tedesco non disdegna la birra "bionda" tedesca.
-Una Birra in suo onore
-Weideneder Brau Vertriebs GmbH, un birrificio a conduzione familiare nella città di Tann, in Germania, ha creato una birra speciale chiamata Pabstbier (Birra del Papa). L’etichetta dice: “Dedicato al Grande Figlio della nostra Patria, Papa Benedetto XVI”
-E' stato ordinato sacerdote nello stesso giorno del fratello
Nel 1947 entro in seminario a Monaco di Baviera, insieme al fratello: entrambi ne uscirono ordinati come sacerdoti il 29 giugno 1951. Il Papa emerito lo ha sempre definito "Il giorno più importante della mia vita".
-Voleva fare l'imbianchino
Ha raccontato suo fratello Georg, che da piccolo, «a Tittmoning Joseph aveva ricevuto la cresima dal cardinale Michael Faulhaber, il grande arcivescovo di Monaco. Ne era rimasto impressionato e aveva detto che sarebbe voluto diventare anche lui cardinale. Ma, solo qualche giorno dopo quell’incontro, osservando il pittore che tinteggiava i muri di casa nostra, disse anche che da grande avrebbe voluto fare l’imbianchino…»
-Fece parte della Gioventù Hitleriana
Dopo i 14 anni, nel 1941, Ratzinger fu iscritto nella Gioventù hitleriana, come previsto dalla legge Gesetz über die Hitlerjugend (Legge sulla gioventù hitleriana), emendata il 6 marzo 1939 e in vigore dal 25 marzo 1939 fino al 1945, che obbligava tutti i giovani di età compresa fra i 14 e i 18 anni ad arruolarvisi. Dopo la chiusura del seminario continuò le sue presenze obbligatorie alla Gioventù hitleriana contro la sua volontà, per non ricevere sanzioni pecuniarie sulle tasse scolastiche del Gymnasium.
-E' stato il primo Papa su twitter
Nel dicembre del 2012 il Vaticano ha annunciato che anche il pontefice era sbarcato sui social network e precisamente su Twitter con l'account @Pontifex. Il suo primo tweet è stato fatto il 12 dicembre col testo: "Cari amici, sono contento di stare in contatto con voi tramite Twitter. Grazie alla vostra generosa risposta. Vi benedico tutti con tutto il mio cuore".
-E' un grande "fan" di Mozart
Benedetto XVI è noto per essere profondamente interessato ed attratto dalla musica classica, oltre ad essere un noto pianista. Il suo compositore preferito è Wolfgang Amadeus Mozart.
Personalità:
la sua personalità è meglio descritta come tranquilla, studiosa e umile.
È un uomo introverso, libresco e gentile.
Religione:
Cristiano cattolico
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“Strada facendo” Incontro Comunitario della Regione Piemonte verso il Natale 2024
Domenica 1° dicembre al pomeriggio la comunità di Incontro Matrimoniale del Piemonte si è ritrovata a Villa Brea di Chieri per l'incontro comunitario. Eravamo tanti, ed è stata l'occasione per continuare a riflettere guidati da Consiglia e Gaetano del servizio dei mensili sul tema dell’importanza del cammino con il titolo “Strada facendo”. Era presente don Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo, che ha proposto varie considerazioni sul Tempo che è stato presentato attraverso le immagini di due quadri famosi.
La prima immagine mostra un quadro di Igor Morski che ci mostra il tempo come un grande orologio di metallo col vetro spezzato che perde i pezzi , sullo sfondo di un deserto desolato: l’orologio come un elemento rigido che scandisce il ritmo di tutto, che determina e che fa intravedere l’ombra di un uomo scuro che appare schiacciato dai suoi meccanismi. In sintesi, una rappresentazione rigida e deterministica della realtà.
La seconda immagine del quadro di Salvador Dalì, generalmente conosciuto col titolo “Gli orologi molli”, anche se in realtà il titolo originale parla formaggio molle. Una rappresentazione del tempo come di un’entità che può essere percepita in modo personale da chi lo vive, che può quindi essere vissuto con intensità e partecipazione variabili, ricche di significati, di ricordi, di opportunità per il presente e di speranza per il futuro.
Questa presentazione ci ha molto aiutati a riflettere sulla nostra percezione del tempo e a rispondere poi alla domanda che ne è seguita.
Prima della riflessione personale abbiamo ascoltato le condivisioni che ogni espressione di Incontro Matrimoniale aveva preparato . È impossibile fare un riassunto di queste condivisioni, esse però avevano un punto centrale in comune: Qual è stato il gancio attraverso il quale ogni persona aveva potuto fermarsi, fare forza e tirarsi su, per vivere con maggiore consapevolezza ciò che il tempo, cioè la vita stessa aveva proposto come un'occasione e non come un semplice evento . Non quindi secondo la visione di molti, secondo i quali il tempo è in grado di consumare tutto, mitizzando il passato, svilendo il presente, e insinuando una sorta di attesa paurosa del futuro, ma piuttosto come un appiglio a cui agganciarsi per tirarsi su proprio come in una scalata su una parete di roccia.
Abbiamo ascoltato "Strada Facendo", il famoso brano di Claudio Baglioni che ad un certo punto parla di “un gancio in mezzo al cielo”. Ci è poi stata proposta questa domanda per la riflessione personale: "Nel viaggio della vita in quale momento ho incontrato quel gancio, e come ho reagito a quella opportunità?"
Abbiamo quindi ascoltato le toccanti condivisioni delle varie espressioni di IM: Chiara e Alessandro per i Fidanzati, Giulia per Choice, Ilaria e Davide per gli Sposi, Gigi per i Single, Daniela e Paolo con Serena, Chiara ed Elisa per il weFamiglia.
Abbiamo avuto il tempo per la lettera d’amore o per uno scambio in gruppo sulla domanda “Pensando alla decisione di aver intrapreso il percorso in IM che mi ha condotto fin qui oggi, come mi sento?”. Al termine del dialogo Paola e Felice ci hanno presentato "ToLight", il gioco da tavolo di tipo collaborativo prodotto da WWME con le istruzioni per l'uso del prodotto come fosse un medicinale con i suoi possibili effetti collaterali…
Ci è stato proposto inoltre di scaricare la App intitolata "Chiese a porte aperte" che consente di localizzare ed entrare a visitare molte chiese piemontesi (attualmente 52, ma si spera di arrivare ad una settantina nei primi mesi del 2025) con la descrizione delle opere che contengono. Ricordate: la App è virtuale, ma la visita che viene proposta è reale! Grazie ad un QRcode, infatti sarà possibile entrare in ogni chiesa precedentemente prenotata per la visita.
L’incontro con il Vescovo Derio si è concluso con un messaggio di speranza in riferimento al capitolo 6 di Matteo, in cui i fiori dei campi ci mostrano le mani di Dio all'opera, spesso in forma incognita, per le strade del mondo.
In chiusura il ringraziamento di Cristiana e Paolo con don Marco alla comunità piemontese, in particolare a chi si è impegnato ad organizzare questo incontro, un grande abbraccio a chi parte per Singapore ad esportare come parte di un team tutto italiano il WeFamiglia e una fetta di panettone e i primi auguri per tutti: Buon Natale!
Video seguente prodotto da Marco e Daniela - Servizio internet
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Moscati di Avellino: umanizzazione in sanità e cura olistica
Il Moscati di Avellino rappresenta un faro nel panorama sanitario regionale, non solo come struttura ospedaliera di eccellenza ma anche come luogo di incontro e riflessione sull’importanza dell’umanizzazione nelle cure. In un mondo dove la tecnologia e l’efficienza spesso prendono il sopravvento, l’ospedale Moscati di Avellino dimostra che la compassione e l’attenzione alla persona sono valori imprescindibili.
La 32ª Giornata Mondiale del Malato è stata l’occasione per l’Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino per ribadire questo concetto, attraverso un evento che ha messo al centro il tema delle relazioni umane nella pratica medica. Il dibattito, intitolato “Oggi conviene ancora umanizzarsi?”, ha visto la partecipazione di figure di spicco, che hanno aperto i lavori con interventi focalizzati sull’importanza del tocco umano nella cura del paziente.
“Un momento di riflessione e di formazione sull’umanizzazione in sanità insieme al Vescovo di Avellino”, così è stato descritto l’incontro, sottolineando come l’approccio umanizzato alla cura non debba limitarsi al trattamento della malattia, ma estendersi alla cura della persona nella sua interezza, compresi gli aspetti relazionali, religiosi e psicologici.
L’evento ha offerto una piattaforma per discutere diverse prospettive sull’umanizzazione, dalla teologia alla psicologia, dalla sociologia alla gestione amministrativa, evidenziando come un approccio olistico alla cura possa effettivamente fare la differenza nella vita dei pazienti. Questa visione è condivisa da tutto il personale dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino, che quotidianamente si impegna a offrire cure che tengano conto non solo dei bisogni fisici ma anche di quelli emotivi e spirituali dei pazienti.
L’azienda ospedaliera Moscati non è solo un luogo di cura, ma anche un ambiente dove la formazione e la sensibilizzazione sulle migliori pratiche di umanizzazione sono considerate fondamentali. L’incontro ha rappresentato una preziosa occasione per promuovere un dialogo costruttivo tra operatori sanitari, incoraggiando pratiche che favoriscano un maggior coinvolgimento emotivo e un’attenzione personalizzata verso ogni paziente.
L’ospedale Moscati di Avellino continua a essere un esempio luminoso di come la medicina, quando arricchita da un profondo senso di umanità, possa veramente trasformare la cura del malato, facendo sì che ognuno si senta compreso, rispettato e soprattutto non solo.
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Tanti applausi per i campioni d'Italia di bocce al Festival Francesco Alviti a Ceccano, incontro con il vescovo
Un applauso calorosissimo ha salutato gli atleti paralimpici della Bocciofila Badia di Ceccano, presenti ieri sera al Festival Francesco Alviti, insieme al presidente Antonio Del Brocco. Due settimane fa hanno conquistato il titolo italiano nel gioco delle bocce, coronando un sogno che li ha accompagnati per l’intero anno. Gli atleti hanno ricevuto i complimenti dal vescovo di Frosinone, mons.…
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Favara, dal 30 maggio la Peregrinatio della lampada votiva di San Francesco
Il 30 maggio 2024, dal Convento sant’Antonio di Padova dei Frati Minori di Favara, inizierà la Peregrinatio della lampada votiva di San Francesco. Questo evento prepara il pellegrinaggio di ottobre, durante il quale la Sicilia offrirà l'olio per la lampada votiva di San Francesco. Il Vicario Generale don Giuseppe Cumbo ha annunciato l'inizio della Peregrinatio in una lettera. Ha sottolineato come sia un segno di comunione tra le Chiese e un gesto di gratitudine per l'esempio di San Francesco d'Assisi. La lampada è stata benedetta il 26 febbraio e visiterà le comunità ecclesiali dell'Arcidiocesi secondo un calendario che sarà presto diffuso. Durante la benedizione, il vescovo ha ricordato che la lampada simboleggia la Luce di Cristo ricevuta nel battesimo e la vigilanza nell’attesa del Signore. Don Giuseppe ha espresso l'auspicio che le comunità si lascino illuminare dalla lampada, diventando strumenti di pace e testimoni dell'amore di Dio. A Favara, la lampada resterà fino al 1 giugno. Il 30 maggio alle ore 19.00 ci sarà l'accoglienza della lampada e la celebrazione eucaristica presieduta da don Giuseppe Cumbo. Alle ore 21.00 si terrà la liturgia del Lucernario al giardino di Maria, o in chiesa in caso di maltempo. Il programma del 31 maggio include un incontro con gli studenti alle 9:00, una visita alla Comunità alloggio per disabili “Villa degli Angeli” alle 10:30 e un incontro con il Sindaco e il Consiglio Comunale a mezzogiorno. Alle 19:00 in Piazzetta della Pace ci sarà una Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Salvatore Muratore, Vescovo emerito di Nicosia. Il 1 giugno, al Convento sant’Antonio di Padova, la giornata inizierà alle 8:00 con la Celebrazione Eucaristica, seguita da Adorazione Eucaristica e confessioni, e alle 12:00 la Benedizione eucaristica e la Liturgia di Congedo. Durante il passaggio della lampada, si raccoglierà olio d'oliva da destinare alla solidarietà e per alimentare la lampada votiva alla tomba di San Francesco in Assisi. Read the full article
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Incontro a Rende con Mons. Staglianò della Pontificia Accademia di teologia
L’Associazione Mediterraneo Europeo, la sezione cosentina dell’Unione giuristi cattolici italiani, il Convegno di cultura “Maria Cristina di Savoia” di Cosenza e l’Universitas Vivariensis, hanno organizzato un incontro con mons. Antonio Staglianò – vescovo originario di Isola di Capo Rizzuto (Kr) – e presidente della Pontificia Accademia di teologia. L’incontro si terrà nella sala convegni…
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PIU’ VITA ALLA VITA – 70 VOLTE FESTA”
di Matteo Pucci
Magister della Comunità Masci La Spezia
06-05-2024
Nell’ambito delle celebrazioni in tutta Italia per i settant’anni del M.A.S.C.I. MOVIMENTO ADULTI SCOUT CATTOLICI ITALIANI la Comunità spezzina “Mario di Carpegna” ha programmato e organizzato per domenica 12 maggio 2024 una giornata di gioco, di festa e di attività per vivere insieme alla Città un’esperienza di crescita e di piacevole incontro.
Il 70° del MASCI nazionale sarà un evento che parallelamente, nel periodo aprile-giugno 2024, sarà vissuto con modalità e tempi differenti sia dai livelli regionali del Movimento sia da ogni altra Comunità di Adulti Scout in tutta Italia e dunque attraverserà l’intera penisola facendo conoscere cosa è il Masci oggi, come i singoli e le Comunità vivono oggi i valori dello scautismo nella società, nella Chiesa, nell’ambiente. Per il MASCI spezzino, festeggiare il 70° compleanno dalla nascita del Movimento degli Adulti Scout cattolici in Italia sarà l’occasione per fare conoscere ancora di più alla comunità locale spezzina le nostre attività, il nostro impegno, il nostro servizio e le finalità dello scautismo adulto. La giornata sarà vissuta in un clima di festa, di gioia, di condivisione e di accoglienza e sarà aperta alla partecipazione di gruppi, movimenti, associazioni ed ogni singola persona che voglia condividere e festeggiare con gli scout. Il programma del 12 maggio prevede: La mattinata (9-12.30): gioco cittadino in stile caccia al tesoro, per conoscere e riscoprire la storia e gli angoli più belli e significativi di Spezia. Le squadre / equipaggi – composte ognuna da circa una decina di persone guidate da un Responsabile maggiorenne - si muoveranno a piedi per le vie e le piazze del Centro storico cittadino, alla ricerca degli indizi e superando le prove necessarie per condurli al “tesoro”. Il pomeriggio (14.30-17): Festa musicale in Piazza Unità d’Italia. Alcuni gruppi/complessi faranno musica in strada ripercorrendo attraverso le note e le canzoni l’adesione ai valori e agli ideali dello scautismo. Durante la festa, scout di ieri e di oggi condivideranno simbolicamente la loro storia e il loro cammino scout portando segni e testimonianze materiali di quanto vissuto. Alle 18: Santa Messa conclusiva celebrata dal Vescovo diocesano Mons. Luigi Ernesto Palletti e rinnovo della Promessa scout (Santuario Ns Signora della Salute, Piazza Brin) PIU’ VITA ALLA VITA’ sarà anche l’occasione per un impegno concreto del MASCI italiano per lasciare un segno in 3 progetti “di Vita”: una culla termica da donare al centro di prima accoglienza a Lampedusa, una falegnameria da donare al villaggio Milenge nel Nord Zambia, un bosco di 21 alberi da piantare ad Argenta, paese di don Minzoni. Nella giornata e successivamente saranno raccolte offerte che possono essere anche versate sul IBAN MASCI nazionale: IT54C0760103200000038275004 con causale “UN DONO PER IL 70°”.
https://www.youtube.com/watch?v=50Ki3kgFTlM
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Il sasso di San Zanobi
Nei pressi di Firenzuola, vicino al passo della Raticosa, si trova il Sasso di San Zanobi; durante la seconda guerra mondiale, una cappella che qui sorgeva, fu demolita e le pietre vennero usate per sistemare la strada provinciale che passava lì vicino. Su questo masso, esiste una leggenda.
La leggenda che riguarda le origini del Sasso si lega alle origini di due grandi formazioni presenti nella zona: il Sasso della Mantesca o del Diavolo, dai riflessi blu e bianchi e quello detto di San Zanobi con venature verdastre e violacee.
Nel IV secolo, il vescovo Sant'Ambrogio di Milano si incontrò col vescovo di Firenze San Zanobi, vicino a Malomonte, dove quest'ultimo si era recato per la sua opera pastorale. In seguito a questo incontro, san Zanobi sentì raddoppiare le proprie forze ed ottenne nuove conversioni nella zona tra la Diaterna, Caburaccia e l'Idice. il diavolo convocò allora un concilio infernale, per stabilire il modo di porre termine alle conversioni e propose a san Zanobi una scommessa, secondo la quale chi avesse portato dall'Idice fino alla cima della collina il più grosso macigno sarebbe stato il vincitore e avrebbe preso tutte le anime. San Zanobi si affidò a Dio e firmò questo patto.
Il demonio raccolse un macigno e se lo mise sulle spalle con molta fatica e si incamminò; San Zanobi raccolse un macigno molto più grande sollevandolo con leggerezza e tenendolo sul dito mignolo e, superato il diavolo, lo posò nel luogo dove oggi si trova. Il demonio allora, vedendo che aveva perso la scommessa, andò su tutte le furie e gettò il suo macigno che andò in frantumi fra fuoco e fiamme (trattasi del Sasso della Mantesca o Sasso del Diavolo, situato a non molta distanza dal Sasso di San Zanobi, nella vicina Valle del Sillaro). Fu così che, avendo vinto la gara, il Santo ebbe la possibilità di conquistare le anime degli abitanti del luogo. Il Sasso si erge nero sul pianoro e spicca e si distingue nel paesaggio circostante anche per il suo colore, tanto che era chiamato Pietramora, e per la caratteristica forma triangolare con cui si mostra di faccia a chi passa lungo la strada per Piancaldoli dal Passo della Raticosa.
Gabriella Bazzani Madonna delle Cerimonie Read the full article
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Barletta, il Sindaco incontra il Vescovo Policarpo: il fine è di approfondire i legami con la comunità greco-ortodossa
Barletta, il Sindaco incontra il Vescovo Policarpo: il fine è di approfondire i legami con la comunità greco-ortodossa. Un incontro all’insegna della cordialità e dell’intesa reciproca è quello che si è tenuto a Palazzo di Città tra il Sindaco Cosimo Cannito e il Vescovo Policarpo, Metropolita dell'Arcidiocesi ortodossa d’Italia ed Esarca per l’Europa meridionale del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, giunto a Barletta in visita istituzionale. Durante il colloquio ambedue le figure si sono dichiarate concordi nell’esigenza di approfondire i legami tra la comunità barlettana e quella greco-ortodossa anche al fine di riscoprire la storia della presenza greco-ortodossa a Barletta. Nell’incontro è emersa la volontà di ambo le parti di rendere nuovamente funzionale e aperta al culto la Chiesa di Santa Maria degli Angeli (Chiesa dei Greci), di proprietà della Chiesa greco-ortodossa ma attualmente in possesso del Comune di Barletta.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Settimana Santa ad Alghero, messa del vescovo con gli anziani
Alghero. Come da tradizione mercoledì mattina si è celebrato il Precetto Pasquale in compagnia degli anziani ospiti del Centro Residenziale, con la messa celebrata dal vescovo Mauro Maria Morfino, insieme agli operatori del centro e alle autorità civili e militari. Presente il sindaco Mario Conoci con l’assessore ai Servizi Sociali ed i colleghi della Giunta. «Un incontro, in prossimità delle…
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2 febbraio, Festa della Candelora.
Accogliamo la luce viva ed eterna
Noi tutti che celebriamo e veneriamo con intima partecipazione il mistero dell’incontro del Signore, corriamo e muoviamoci insieme in fervore di spirito incontro a Lui. Nessuno se ne sottragga, nessuno si rifiuti di portare la sua fiaccola. Accresciamo anzi lo splendore dei ceri per significare il divino fulgore di Lui che si sta avvicinando e grazie al quale ogni cosa risplende, dopo che l’abbondanza della luce eterna ha dissipato le tenebre della caligine. Ma le nostre lampade esprimano soprattutto la luminosità dell’anima, con la quale dobbiamo andare incontro a Cristo. Come infatti la Madre di Dio e Vergine intatta portò sulle braccia la vera luce e si avvicinò a coloro che giacevano nelle tenebre, così anche noi, illuminati dal suo chiarore e stringendo tra le mani la luce che risplende dinanzi a tutti, dobbiamo affrettarci verso colui che è la vera luce.
La luce venne nel mondo (Gv 1,9) e, dissipate le tenebre che lo avvolgevano, lo illuminò.
Ci visitò colui che sorge dall’alto (Lc 1,78) e rifulse a quanti giacevano nelle tenebre. Per questo anche noi dobbiamo ora camminare stringendo le fiaccole e correre portando le luci. Così indicheremo che a noi rifulse la luce, e rappresenteremo lo splendore divino di cui siamo messaggeri. Per questo corriamo tutti incontro a Dio. Ecco il significato del mistero odierno.
La luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (Gv 1,9) è venuta. Tutti dunque, o fratelli, siamone illuminati, tutti brilliamo. Nessuno resti escluso da questo splendore, nessuno si ostini a rimanere immerso nel buio. Ma avanziamo tutti raggianti e illuminati verso di Lui. Riceviamo esultanti nell’animo, col vecchio Simeone, la luce sfolgorante ed eterna. Innalziamo canti di ringraziamento al Padre della luce, che mandò la luce vera, e dissipò ogni tenebra, e rese noi tutti luminosi. La salvezza di Dio, infatti, preparata dinanzi a tutti i popoli e manifestata a gloria di noi, nuovo Israele, grazie a Lui, la vedemmo anche noi e subito fummo liberati dall’antica e tenebrosa colpa, appunto come Simeone, veduto il Cristo, fu sciolto dai legami della vita presente.
Anche noi, abbracciando con la fede il Cristo che viene da Betlemme, divenimmo da pagani popolo di Dio. Egli, infatti, è la salvezza di Dio Padre. Vedemmo con gli occhi il Dio fatto carne. E proprio per aver visto il Dio presente fra noi ed averlo accolto con le braccia dello spirito, ci chiamiamo nuovo Israele. Noi onoriamo questa presenza nelle celebrazioni anniversarie, né sarà ormai possibile dimenticarcene.
Dai “Discorsi” di San Sofronio, Vescovo.
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