#incontri scientifici
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La ricerca sul DNA e la protezione radiotollerante: incontro con Federico Bergo ad Alessandria
Il 29 gennaio 2025, alle ore 19:00, presso la Sala Iris del Collegio Santa Chiara in Via Inviziati 18, Alessandria, si terrà un incontro imperdibile con Federico Bergo, ricercatore e innovatore nel campo delle scienze biologiche.
Il 29 gennaio 2025, alle ore 19:00, presso la Sala Iris del Collegio Santa Chiara in Via Inviziati 18, Alessandria, si terrà un incontro imperdibile con Federico Bergo, ricercatore e innovatore nel campo delle scienze biologiche. Organizzato da Lions International e Bosco Marengo Ecolife, l’evento sarà incentrato su una straordinaria scoperta legata a una proteina radiotollerante, il cui studio…
#Alessandria incontri#Alessandria today#Alessandro eventi#approfondimenti scientifici#biologia#Bosco Marengo#Bosco Marengo Ecolife#Dna#DNA radiotollerante.#DNA umano#DSUP project#Esplorazione spaziale#Eventi Alessandria#Eventi culturali#eventi gennaio Alessandria#Federico Bergo#futuro della ricerca#genetica#Google News#incontri Alessandria#incontri scientifici#innovazione biomedica#Innovazione medica#italianewsmedia.com#Lions International#medicina oncologica#partecipazione eventi#Pier Carlo Lava#prenotazione eventi#proteina radiotollerante
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Napoli / Al via al MANN il ciclo "Incontri di Archeologia"
Napoli / Al via al MANN il ciclo "Incontri di Archeologia" Dal 10 ottobre la 30esima edizione: sino a maggio approfondimenti scientifici e di alta divulgazione sui più recenti studi relativi al patrimonio archeologico del Museo e del territorio.
Redazione Al via “Incontri di Archeologia”: la storica rassegna, appuntamento fisso al MANN – Museo Archeologico di Napoli ogni giovedì (ore 17, Auditorium), quest’anno festeggia il trentennale di programmazione. Una ricorrenza simbolica che conferma le ormai consolidate caratteristiche del ciclo di conferenze a fruizione gratuita (in presenza e online sulla pagina Facebook e sul canale Youtube…
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Alicia e Beatriz condividono una passione profonda e inusuale: le conchiglie. Fin dall'infanzia, entrambe sono state affascinate dalla bellezza intricata e dalla varietà infinita delle conchiglie che trovavano lungo le spiagge. Ogni estate, si avventuravano sulle coste alla ricerca di nuovi tesori marini, munite di cestini e guide per l'identificazione delle specie.
Alicia è attratta principalmente dai dettagli microscopici delle conchiglie. Ogni volta che ne trova una nuova, la osserva attentamente con una lente di ingrandimento, ammirando le delicate sfumature di colore e le complesse strutture. Per lei, ogni conchiglia racconta una storia unica, scolpita dal tempo e dalle onde.
Beatriz, d'altra parte, ama catalogare e studiare le conchiglie dal punto di vista scientifico. Ha un'approccio sistematico: le pulisce con cura, le classifica in base alla specie e al luogo di ritrovamento e le inserisce nel suo vasto archivio. Ogni conchiglia, per Beatriz, è un pezzo di un puzzle più grande, che racconta la biodiversità marina e le meraviglie della natura.
Insieme, Alicia e Beatriz formano una squadra perfetta. Durante le loro esplorazioni, Alicia trova le conchiglie più rare e belle, mentre Beatriz ne documenta meticolosamente ogni dettaglio. Le loro conversazioni sono piene di entusiasmo e scoperta, con Alicia che condivide le sue meraviglie estetiche e Beatriz che arricchisce il tutto con approfondimenti scientifici.
La loro passione non si limita alla raccolta. Spesso, organizzano mostre e incontri locali per condividere la loro collezione con altri appassionati e curiosi. Hanno anche avviato un piccolo blog, dove raccontano le loro avventure e offrono consigli su come riconoscere e preservare le conchiglie.
La collezione di Alicia e Beatriz è diventata un simbolo della loro amicizia e della loro dedizione. Ogni conchiglia non è solo un oggetto, ma un ricordo di momenti condivisi e di una passione che le unisce profondamente.
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Macchina del tempo nel passato, presente e futuro del cosmo
La mostra Macchine del tempo: l'astrofisica spiegata dall'Inaf. Fino al 24 marzo a Roma a Palazzo Esposizioni il percorso divulgativo curato dall'Istituto Nazionale di Astrofisica per far scoprire al grande pubblico il passato e il futuro del cosmo. Le nuove frontiere dell’astronomia sono svelate in una mostra, curata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e intitolata “Macchine del tempo - Time machine", in scena a Roma a Palazzo Esposizioni fino al 24 marzo. Il percorso espositivo vuole essere “immersivo” e adatto a tutti, unendo divulgazione scientifica, gioco e costume e società, con richiami espliciti agli anni ’80. In pratica, il percorso divulgativo ha come obiettivo il far conoscere l’astrofisica e il coinvolgimento di Inaf – e quindi dell’Italia - nelle grandi scoperte recenti, dalle onde gravitazionali ai buchi neri, passando per le migliaia di pianeti extrasolari che oggi conosciamo. Un itinerario possibile solo grazie alle avveniristiche “macchine del tempo” create dall’uomo, come ad esempio i nuovi e imponenti osservatori, i sistemi di telescopi e satelliti artificiali che scandagliano il cosmo, dai luoghi più remoti del pianeta e dallo spazio.
La mostra dell'Inaf a Roma, a Palazzo Esposizioni - Inaf, foto Paolo Soletta “La mostra è rivolta a tutti i curiosi e agli appassionati dell'esplorazione dell'Universo. Un viaggio attraverso la meraviglia e la complessità del Cosmo”, spiega il presidente di Inaf Marco Tavani. “Noi siamo convinti che la scienza sia cultura. Con questa mostra intendiamo dare l’opportunità a tutti, senza che si abbia una particolare preparazione in fisica o astrofisica, di fruire di contenuti scientifici in modo ludico e piacevole – aggiunge la curatrice Caterina Boccato -. Il nostro obiettivo non è solo fare pura diffusione scientifica, bensì di portare al cittadino un approfondimento culturale unico e accattivante”. “Sono particolarmente lieto che un progetto così prestigioso sia allestito a Palazzo Esposizioni Roma – afferma il presidente di Azienda Speciale Palaexpo Marco Delogu -. Macchine del Tempo, concepita e realizzata grazie alla proficua collaborazione con Inaf, prosegue la grande tradizione di mostre scientifiche e divulgative già ospitate con successo e rivolte a un vasto pubblico grazie all’utilizzo di un linguaggio moderno, accessibile e inclusivo”.
Macchine del Tempo, una mostra Inaf spiega l'astrofisica - Inaf, foto di Paolo Soletta Il percorso espositivo si snoda su tre sale. Si parte da un cielo stellato, con l'invito a ripetere l'esperienza che Galileo fece oltre 400 anni fa, puntando verso il firmamento un “occhio potenziato”, il cannocchiale. Da qui inizia un viaggio attraverso i pianeti del nostro sistema solare per poi passare agli esopianeti, a stelle lontane, a galassie e ammassi di galassie. Così i visitatori intraprendono un vero e proprio “viaggio nel tempo” il cui tema centrale è la luce che con la sua velocità non ci permette di vedere il presente bensì il passato. Grazie alla luce è possibile viaggiare nel tempo guardando il cielo. Da segnalare anche uno degli incontri previsti nella mostra: giovedì 8 febbraio alle ore 18 e 30, sarà ospite Marica Branchesi, Gran Sasso Science Institute (GSSI), e Viviana Fafone, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), per una conferenza dal titolo “Otto anni di onde gravitazionali - l’astronomia multimessagera, da LIGO-VIRGO all'Einstein Telescope”. “Macchine del tempo”, inaugurata a Roma la mostra dell’Inaf Read the full article
#astrofisica#buchineri#EinsteinTelescope#Gssi#infn#LIGO#Macchinedeltempo#ondegravitazionali#PalazzoEsposizioni#viaggioneltempo#virgo
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Al Teatro Astra di Sassari “Piezas Cortas” e “Il re dei pavoni”
Danza mobile Sassari. La seconda edizione di “Plays!”, festival di fine estate, organizzato dalla compagnia “La Botte e il Cilindro”, unisce il teatro per ragazzi al teatro di prosa, la danza e gli incontri scientifici e culturali. e presenta questo fine settimana un doppio appuntamento. Sabato 7 ottobre alle 20,30 al Teatro Astra andrà in scena il collettivo di Siviglia “Danza Mobile”, che nei…
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Festival della Comunicazione 2023 a Camogli
Dall’intelligenza artificiale alle frontiere della ricerca, Camogli per il Festival della Comunicazione 2023 mette al centro scienza e innovazione. da giovedì 7 a domenica 10 settembre, con un tema fondamentale come la memoria, quella straordinaria attitudine della mente, del corpo e dello spirito che è uno strumento indispensabile per costruire l’identità delle persone e dei popoli. La quattro giorni diretta da Danco Singer e Rosangela Bonsignorio raccoglie l’eccellenza della ricerca italiana, con un programma dedicato all’innovazione messo a punto in collaborazione con Università di Genova (UniGe), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, partner del Festival che porteranno a Camogli grandi personalità del panorama italiano. Tra gli incontri più attesi c’è quello con Sahra Talamo, che ha lavorato dieci anni al Max Planck Institute con il premio Nobel Svante Pääbo e dirige a Bologna un laboratorio specializzato in datazioni al carbonio-14 e Guido Barbujani, genetista dell’università di Ferrara, prosegue anche in questa edizione gli incontri del filone pluriennale Homo sapiens trattando di sostituzioni etniche e di che cosa significhi essere una specie migrante. Da non perdere è la lectio di Nello Cristianini, professore di intelligenza artificiale all’università di Bath, incentrata sul convivere con le macchine intelligenti”in un momento storico in cui è diventato possibile delegare a questi sitemi automatizzati anche i processi decisionali, mentre il direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova Giorgio Metta sarà in dialogo con il poeta Guido Catalano a proposito di come il campo umanistico e quello tecnico-scientifico stiano convergendo attraverso le più recenti applicazioni dell’intelligenza artificiale. Anche Maurizio Ferraris discuterà su come la memoria sia naturale e quanto invece artificiale, con riflessioni che suonano ancora più fondamentali nell’epoca di ChatGPT. Il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi racconterà le storie sconosciute di un mare quasi scomparso e, in dialogo con la professoressa di fisica e climatologia all’università di Torino Elisa Palazzi, affronterà il tema dei falsari del clima. Dario Bressanini racconterà il manuale di autodifesa alimentare, Silvia Ferrara e Giorgio Vallortigara dialogheranno sul tema dei simboli e il ruolo che hanno avuto nell’evoluzione umana, Alberto Diaspro si concentrerà sul microscopio artificiale, mentre Licia Troisi e Luca Perri dialogheranno tra scienza e fantascienza, e l'eredità di Margherita Hack per la divulgazione scientifica sarà il cuore della discussione tra Caterina Boccato, Federico Taddia e Walter Riva. L’Università di Genova e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare declineranno e approfondiranno con una serie di incontri ad hoc il tema del Festival 2023 nelle diverse accezioni che possono fare riferimento alla tecnologia e all’intelligenza artificiale, alle scienze della Terra, alle arti e ai saperi, con particolare attenzione alle sperimentazioni legate all’Open Science e alla condivisione degli avanzamenti scientifici nei confronti del pubblico. Innovazione, tecnologia e scienza saranno protagoniste anche delle attività intorno al festival, con escursioni e laboratori dedicati, come il laboratorio Elettronica in passeggiata in collaborazione con il DITEN, Dipartimento di Ingegneria Navale, Elettrica, Elettronica e delle Telecomunicazioni dell’Università di Genova, che indagherà le innovazioni dell’elettronica moderna dove la sinergia tra l’uomo e la macchina è sempre più imprescindibile. Esperti del settore, autori di prestigiose ricerche scientifiche e giovani studenti appassionati guideranno alla scoperta dei nuovi traguardi dell’Intelligenza Artificiale e il programma di trekking includerà poi uno dei più bei itinerari della zona sul sentiero delle Bocche-Falciara, con il racconto dedicato a Margherita Hack, in una passeggiata lunga 100 anni dove Federico Taddia, con l’ex direttore del Parco di Portofino Alberto Girani , accompagnerà grandi e piccini in un emozionante e coinvolgente viaggio. Read the full article
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Vera Gheno
https://www.unadonnalgiorno.it/vera-gheno/
Vera Gheno è una scrittrice, sociolinguista specializzata in comunicazione digitale, traduttrice e conduttrice radiofonica.
Bilingue, è nata a Gyöngyös, Ungheria, il 5 ottobre 1975 da padre italiano e madre ungherese. Laureata in sociolinguistica, ha un dottorato di ricerca in Linguistica e Linguistica italiana. Ha insegnato all’Università per Stranieri di Siena e alla LUMSA di Roma. È ricercatrice a contratto all’Università di Firenze dove tiene il Laboratorio di italiano scritto per Scienze Umanistiche per la Comunicazione.
Ha collaborato per vent’anni con l’Accademia della Crusca nella redazione della consulenza linguistica e gestendo l’account Twitter dell’istituzione.
È autrice di numerosi saggi, traduzioni e articoli scientifici e divulgativi.
Si occupa prevalentemente di comunicazione digitale, tiene corsi e interventi per rafforzare le competenze linguistiche per contrastare la disparità di genere e l’hate speech.
Collabora con varie riviste dove scrive soprattutto di sessismo e inclusività nella lingua italiana.
Si è occupata e ha teorizzato, l’uso dello schwa (-ǝ) come forma linguistica che non esclude e discrimina nessuna soggettività.
Traduce libri dall’ungherese all’italiano.
Dal 2016 al 2022 ha scritto dieci libri. La sua ultima opera è Le ragioni del dubbio. L’arte di usare le parole in cui indaga i meccanismi della nostra lingua per ricordarci la responsabilità dell’utilizzo delle parole, territorio dalle infinite possibilità.Vera Gheno porta avanti, tra tante opposizioni, critiche, presunti puristi che organizzano petizioni contro l’evoluzione del linguaggio, la sua incessante ricerca che, partendo dall’uso delle parole, coinvolge il sociale, il quotidiano, la realtà e la narrazione di cose e eventi.Per i suoi autorevoli contributi viene spesso invitata a intervenire in convegni, incontri, Tedx, lectio magistralis e talk vari.Dotata di notevole capacità comunicativa e tanta ironia, esplicita i suoi contenuti in maniera estremamente chiara e facilmente fruibile.La sua militanza femminista parte e non può prescindere dalla lingua e dall’uso che se ne fa.
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Nell’aprile 2020, il Dipartimento della Difesa ha pubblicato alcuni video registrati dalle telecamere a infrarossi montate su aerei della Marina degli Stati Uniti che hanno documentato incontri con una varietà di “fenomeni aerei non identificati“.
I piloti hanno riferito di aver visto oggetti volare nel cielo a velocità ipersoniche e cambiare direzione quasi istantaneamente, capacità ben oltre quelle di qualsiasi aereo conosciuto.
Cosa hanno visto i piloti? Fenomeni atmosferici bizzarri? Astronavi aliene? Qualcos’altro?
Diversi rami del governo hanno indagato sugli eventi, motivati in parte dalla preoccupazione che avversari come la Russia o la Cina possano aver compiuto uno spettacolare progresso tecnologico, e alla fine di questo mese il governo prevede di pubblicare un rapporto che rivelerà ciò che si sa al momento.
Secondo quanto riferito, il governo statunitense dirà che non ci sono prove di attività extraterrestri, ma che gli incidenti rimangono inspiegabili.
È probabile, tuttavia, che dovremmo essere tutti grati di non avere ancora alcuna prova di contatto con civiltà aliene.
Tentare di comunicare con gli alieni, se esistono, potrebbe essere estremamente pericoloso per noi. Dobbiamo capire se è saggio o sicuro e come gestire tali tentativi in modo organizzato.
Alcuni circoli scientifici si sono già interrogati sull’opportunità di provare a contattare altre civiltà. È un argomento di profonda importanza per l’intero pianeta.
Per 60 anni, gli scienziati hanno cercato con i radiotelescopi, ascoltando possibili segnali provenienti da altre civiltà su pianeti in orbita attorno a stelle lontane. Questi sforzi sono stati in gran parte organizzati dall’istituto SETI – l’acronimo sta per Search for ExtraTerrestrial Intelligence – e finora non hanno avuto successo.
Diventando impazienti, alcuni altri scienziati stanno ora spingendo per un programma più attivo – il METI, dove la “M” che sostuisce la “S” sta per messaggiare – il che significa non più solo ascolto ma invio di messaggi potenti verso altre stelle, cercando di stabilire un contatto.
SETI contro METI, contattare gli alieni è un rischio?
La ricerca degli alieni ha raggiunto uno stadio di sofisticatezza tecnologica e il rischio associato necessita ormai di una severa regolamentazione a livello nazionale e internazionale. Senza supervisione, anche una persona, con accesso a una potente tecnologia di trasmissione, potrebbe intraprendere azioni che influiranno sul futuro dell’intero pianeta.
Questo perché qualsiasi alieno che dovessimo incontrare in tempi che non si calcolino nell’ordine dei secoli sarà, probabilmente, molto più tecnologicamente avanzato di noi, per un semplice motivo: la maggior parte delle stelle nella nostra galassia sono molto più antiche del sole. Se le civiltà sorgono abbastanza frequentemente su alcuni pianeti, allora dovrebbero esserci molte civiltà nella nostra galassia milioni di anni più avanzate della nostra.
Molte di queste avranno probabilmente già compiuto passi significativi per iniziare a esplorare e possibilmente colonizzare la galassia.
Quindi, è un profondo mistero – noto come il paradosso di Fermi, dal nome del fisico italiano Enrico Fermi – il perché non abbiamo ancora visto tali alieni. Sono state proposte molte soluzioni del paradosso, tra cui l’idea che tutte le civiltà, una volta raggiunta una capacità tecnologica sufficiente, finiscano per distruggersi.
O forse gli alieni sono così alieni e diversi dagli umani che semplicemente non possiamo interagire con loro.
Più allarmante è la possibilità che civiltà aliene evitino di farsi individuare perché sanno qualcosa: che inviare segnali potrebbe essere catastroficamente rischioso.
La nostra storia sulla Terra ci ha fornito molti esempi di ciò che può accadere quando si incontrano civiltà con tecnologie disuguali: generalmente, la più avanzata tecnologicamente ha distrutto o reso schiava l’altra. Una versione cosmica di questa realtà potrebbe aver convinto molte civiltà aliene a rimanere in silenzio. Esporsi è un invito a essere preda e divorata.
Si è già scritto di METI in passato, suggerendo che tale attività comporta un rischio enorme per un guadagno minimo. Ma queste preoccupazioni non convincono i sostenitori del tentativo, che hanno alcune controargomentazioni.
Douglas Vakoch di METI International sostiene che non è realistico preoccuparsi del pericolo di un’invasione aliena. Dopotutto, inviamo emissioni radiotelevisive nello spazio da un secolo, e una civiltà molto più avanzata della nostra probabilmente le avrà già rilevate. Se avessero voluto invaderci, l’avrebbero già fatto.
Vakoch sostiene inoltre che, nella valutazione dei rischi, è importante non solo considerare il rischio derivante dall’intraprendere un’azione, ma anche dal non intraprendere tale azione.
Il nostro mondo deve affrontare una serie di minacce potenzialmente esistenziali, tra cui il riscaldamento globale e la destabilizzazione dell’ambiente, ed è possibile che civiltà molto più avanzate abbiano già affrontato questi problemi e trovato soluzioni.
Se non invieremo segnali, scrive Vakosh, rischiamo di “mancare una guida che potrebbe migliorare la sostenibilità della nostra civiltà“. È anche concepibile, suggerisce, che stiamo facendo un errore di valutazione spettacolare – e una civiltà aliena super avanzata potrebbe attaccarci proprio perché non l’abbiamo contattata.
Per ovvie ragioni, gran parte del pensiero su questi problemi deve essere piuttosto speculativo. Il modo migliore per procedere, forse, è ampliare la discussione.
Se tutta l’umanità è esposta alle possibili conseguenze del tentativo di contattare civiltà aliene, allora più persone dovrebbero essere coinvolte nel prendere decisioni su cosa è saggio e cosa no. Non dovrebbe essere una decisione lasciata all’umore di una manciata di radioastronomi.
Un critico dell’idea di raggiungere gli alieni in modo proattivo – l’astronomo John Gertz del SETI – ha sviluppato una serie di proposte per muoversi verso una considerazione pubblica più inclusiva di queste attività.
Ciò di cui abbiamo bisogno, suggerisce, sono leggi e trattati internazionali per disciplinare i tentativi di contatto più espliciti. Senza un previo ampio consenso da parte di un organismo rappresentativo a livello mondiale, afferma Gertz, il contatto con gli extraterrestri dovrebbe essere considerato “come un temerario pericolo per tutta l’umanità, ed essere assolutamente vietato con conseguenze penali, presumibilmente come esercitato a livello nazionale, o amministrato attraverso la Corte internazionale di giustizia dell’Aia”.
Attualmente non esistono divieti di questo tipo. Alcuni protocolli informali per l’interazione con le civiltà aliene sono stati adottati dai ricercatori coinvolti nel SETI, ma questi sono lontani dall’essere regolamenti governativi legalmente vincolanti. Ciò è dovuto principalmente al fatto che, fino ad ora, parlare di incontrare o contattare alieni è sembrato ampiamente speculativo, se non un po’ squilibrato, nonostante l’apparente plausibilità scientifica di un tale evento.
Non è facile soppesare i pro ed i contro di attività attorno alle quali così tanto rimane sconosciuto. Non sappiamo se ci sono alieni. Potrebbero essere amichevoli. Potrebbero non esserlo.
Dati i potenziali rischi legati al tentativo di stabilire un contatto, forse sarebbe più sicuro e più saggio aspettare: possiamo sempre farlo più avanti e, nel frattempo, le nostre capacità di ascolto passivo stanno rapidamente diventando più potenti.
Nel 2015, il SETI ha lanciato un nuovo programma decennale chiamato Breakthrough Listen, finanziato da una donazione di 100 milioni di dollari dal miliardario israelo-russo Yuri Milner.
Di conseguenza, SETI sta ora registrando più segnali che mai, su un intervallo di frequenze circa dieci volte più ampio e apportando più potenza computazionale per analizzare i segnali registrati. È impossibile sapere quanto possiamo essere vicini o lontani dal fare una scoperta, ma Gertz stima che le nostre possibilità siano almeno 100 volte maggiori di prima.
La ricerca sta beneficiando anche della conoscenza degli astronomi sugli esopianeti, pianeti in orbita attorno a stelle diverse dal sole. Da quando è stato scoperto il primo esopianeta nel 1992, ne abbiamo identificati quasi 5.000 in più e il tasso di scoperta sta accelerando. Ognuno offre ai ricercatori SETI nuovi obiettivi promettenti da esaminare.
Personalmente, ritengo che tutto ciò debba portare ad un irremovibile divieto di qualsiasi sperimentazione nel tentativo di contattare altre civiltà. Perché correre rischi cosmici quando potremmo avere un percorso molto più sicuro per scoprirli, se sono là fuori?
Naturalmente, anche il semplice ascolto comporta alcuni problemi di governance potenzialmente gravi: se e quando qualcuno identificasse davvero un segnale alieno, dovremo decidere se dobbiamo rispondere e, in tal caso, come.
Sicuramente un atto del genere, che mette a rischio l’intera umanità, dovrebbe essere il risultato di una decisione collettiva. Ma non c’è nessun meccanismo per incoraggiarlo ora. Qualsiasi individuo o nazione potrebbe decidere di rispondere a nome di tutta l’umanità.
Entrambi i percorsi – ascoltare gli alieni o cercare di chiamarli – hanno raggiunto la fase in cui è necessaria una discussione pubblica più ampia, con un occhio allo sviluppo di una regolamentazione sensata.
Ciò richiederà gli sforzi dei leader di molte nazioni, presumibilmente coordinati dalle Nazioni Unite o da qualche organismo internazionale simile. Dovrebbe succedere ora. O presto.
Prima che sia troppo tardi.
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La ricerca c'insegna che esistono solo 3 tipi di risultati scientifici.
Il caso rarissimo: funziona.
La routine: non funziona.
La costante: non si capisce un cazzo.
@SpaamisBack
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In parallelo anche chi incontri nella vita.. ;-)
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Firenze è il capoluogo della Toscana, ma è anche una delle più importanti culle della cultura italiana. Nel corso dei secoli, questa città, ha mantenuto il proprio fascino attirando milioni di turisti da tutto il mondo ogni anno. Firenze è una città davvero meravigliosa, una città ricca di sorprese, di arte, cultura, colori, architetture storiche che ne evidenziano il fascino e l’importanza nel corso della storia. Si sa, Firenze è una città d’arte imperdibile ed è possibile visitarla in qualsiasi periodo dell’anno, da soli o in coppia, con bambini o amici. La città di Firenze è molto nota per essere la culla del Rinascimento italiano, un vero e proprio museo all’aperto: i monumenti e gli antichi palazzi sono a portata di bicicletta o, più semplicemente, di rilassanti passeggiate. Oggigiorno, Firenze, è considerata la capitale dell���arte ed infatti, se facciamo riferimento alle statistiche prodotte dall’UNESCO, è proprio questa la città che possiede il 60% delle bellezze artistiche di tutta Italia. Dal XIII al XVI secolo, la città di Firenze, è stata il luogo in cui sono state concepite molte opere di importanti artisti italiani, quali Michelangelo, Dante, Boccaccio e Brunelleschi. Musei di Firenze: arte e cultura tutta da scoprire Gli storici palazzi e le antiche piazze di Firenze, nel corso del Rinascimento, sono diventati veri e propri musei a cielo aperto: in Piazza della Signoria, per esempio, sono state installate maestose statue e fontane. Le chiese, i palazzi, le basiliche ed i musei cittadini, poi, sono il vero e proprio tesoro di Firenze, catturando l’interesse e la curiosità di milioni di visitatori. Sicuramente il museo più famoso di Firenze è quello degli Uffizi, il quale ospita opere di Leonardo da Vinci, Botticelli, Rubens e Tiziano. Altri importanti musei sono il Museo Archeologico di Firenze, Museo del Novecento, Museo Galileo e molti altri. Ogni anno la città di Firenze attira milioni di visitatori in quanto centro culturale di grande importanza: periodicamente vengono organizzate interessanti esibizioni e feste d’arte. Nei mesi estivi le piazze di Firenze offrono intrattenimenti ogni sera con rinfreschi e visite agli edifici circostanti. Le altre stagioni, ad ogni modo, non sono da meno se consideriamo che i più importanti teatri di Firenze attirano molti visitatori grazie ai balletti, le opere e gli spettacoli; in più le principali vie della città sono gremite di mostre, concerti, esposizioni. Firenze, dunque, fonde arte e cultura con l’obiettivo di creare ogni volta qualcosa di nuovo ed interessante visto che la città offre infinite possibilità di conoscere le opere d’arte ed architettoniche più importanti del nostro Paese. Museo Archeologico Nazionale di Firenze Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze è uno fra i più importanti d’Italia e si colloca all’interno di un fenomeno di portata europea: la nascita dei musei in qualità di istituzioni statali legate alla formazione delle nazioni moderne. Questo museo raccoglie i più importanti scavi toscani, così come alcuni reperti etruschi e romani provenienti da Umbria e Lazio. Il Museo Archeologico Nazionale ospita cinque diverse sezioni: quella etrusca, romana, greca, egizia e numismatica. Gli appassionati di storia non potranno certo perdersi la Chimera d’Arezzo, un importante pezzo della civiltà etrusca: si tratta di un plastico bronzo raffigurante la mitica fiera leonina restaurata da Francesco Carradori, il quale ricostruì la coda serpentina che mordeva la testa di capra. Buna parte dei reperti di questa sezione riguarda la cultura funeraria, in particolare i sarcofagi e le urnette. Fra le opere più interessanti della sezione romana troviamo alcuni bronzi antichi come, per esempio, il Treboniamo Gallo, risalente al III secolo. La sezione greca, invece, ospita una serie di antiche ceramiche provenienti da tombe etrusche e da collezioni private. La sezione egizia è seconda solo al Museo Egizio di Torino e ospita reperti provenienti dalle attività quotidiane dell’antico Egitto: oggetti in tessuto, legno e osso. Fra le opere più interessanti a amirare, possiamo trovare i modelli di due servitori, la macinatrice di grano e la donna che fa la birra risalenti all’antico regno. Infine, la sezione numismatica contiene importanti ed antiche raccolte numismatiche italiane. Museo Galileo di Firenze Il Museo Galileo di Firenze è uno degli imperdibili della città e si trova in Piazza dei Giudici. Questo museo ha sede presso Palazzo Castellani, un’antica fortificazione costruita sulla sponda destra dell’Arno. Il Museo Galileo si è dotato negli ultimi anni di laboratorio multimediale atto alla produzione di applicazioni interattive, online e offline, per la divulgazione della cultura. Una parte molto importante di questo ente museale è sicuramente la biblioteca, la quale è situata al terzo piano: essa conserva un gran numero di opere appartenenti ai fondi antichi. Particolarmente interessante è il fondo Mediceo-Lorenese che comprende testi scientifici inerenti alle scienze fisico-matematiche. Villa Bardini Villa Bardini è situata sulla costa San Giorgio, a Firenze. È un importante centro espositivo che ospita mostre temporanee, il Museo Capucci ed il Museo Annigoni. Originariamente, questo palazzo, era la famosa Villa Manadora, la quale fu costruita nella prima metà del Seicento per opera di Gherardo Silvani, importante architetto dell’epoca. Dopo diversi anni di abbandono, l’attuale Villa Bardini è stata ristrutturata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e riaperta al pubblico nel 2006 con una serie di interessanti esposizioni. Villa Bardini conta con circa sessanta stanze, un numero comprensivo anche di sale e saloni, oltre agli uffici e gli spazi dedicati a conferenze e convegni. Giardino di Boboli Il Giardino di Boboli è il parco più famoso della città di Firenze. Si tratta di un giardino storico connesso al Forte di Belvedere e che ospita ogni anno oltre 800.000 visitatori. I giardini furono costruiti, originariamente, dai Medici: inizialmente avevano un’impostazione di stile tardo-rinascimentale, la quale venne poi modificata dalla costruzione di nuove porzioni con impostazioni differenti. Il giardino è caratterizzato da imponenti statue ed edifici come la settecentesca Kaffeehaus, che permette di godere di un panorama mozzafiato della città. Il giardino ha quattro ingressi pubblici e dal 2017 il circuito museale comprende anche il Museo degli argenti, la Galleria del Costume, il Museo delle porcellane e il Giardino Bardini. Casa di Dante a Firenze La Casa di Dante è un museo storico di Firenze, suddiviso in tre piani che raccontano le vicende di vita più importanti del poeta. Presso questo museo di Firenze è possibile partecipare a diversi itinerari per conoscere meglio la vita del Sommo poeta e la Firenze antica: le proposte comprendono visite guidate e tour della città sulle tracce di Dante Alighieri. L’edificio originale venne costruito prima del 1265, anno in cui nacque Dante Alighieri e ad oggi ha come scopo fondamentale quello di diffondere la cultura e la conoscenza della vita e delle opere dell’autore. Il museo si articola in tre piani, ognuno dei quali tratta di una tematica diversa che illustra la vita di Dante Alighieri: la sua vita amorosa, l’esilio, la vita politica. Galleria degli Uffizi e cappelle medicee La Galleria degli Uffizi di Firenze fa parte del complesso museale conosciuto come le Gallerie degli Uffizi e comprendente le collezioni di Palazzo Pitti ed il Giardino dei Boboli. Questo famoso museo fiorentino ospita svariate collezioni ed opere d’arte di grande valore provenienti dalla famiglia dei Medici, tra le quali spicca una serie di opere religiose derivate dalla soppressione di monasteri e conventi tra il XVIII ed il XIX secolo. La Galleria degli Uffizi vi riserverà splendide sorprese: godetevi una rilassante passeggiata varcando la Sala dei Primitivi o attraversate la famosa sala del Quattrocento lasciandovi catapultare nel passato. Fra tutti gli sguardi dei dipinti presenti all’interno della galleria, sarà proprio quello di un frate carmelitano a catturare la vostra attenzione; coglierete, poi, l’infinita bellezza della “Lippina”, capolavoro del noto Filippo Lippi. Non perdetevi le straordinarie opere di Sandro Botticelli, fra le quali “La nascita di Venere” e “L’allegoria della Primavera”, simboli della pittura italiana. Ma vi consigliamo anche una visita alle sale che ospitano le opere del grande Michelangelo, di Raffaello, Tiziano e Correggio: rimarrete stupiti dalla grandiosità di queste bellezze artistiche. Nel Museo Statale di Firenze, inoltre, sono le famose cappelle medicee, costruite dall’omonima famiglia e oggi bellezza artistica del capoluogo toscano. Questi ambienti sono stati costruiti tra il XVI e XVII secolo in qualità di estensione della basilica brunelleschiana allo scopo di elogiare l’omonima famiglia. Museo Novecento di Firenze e Palazzo Davanzati Il Museo del Novecento di Firenze è situato in Piazza S. Maria Novella ed è interamente dedicato all’arte italiana del XX secolo: sono presenti circa 300 opere distribuite in quindici ambienti. Il museo presenta collezioni permanenti, mostre temporanee e progetti speciali che animano particolarmente le attività dell’ente museale stesso; a questi si aggiunge anche la ricca offerta del dipartimento di mediazione culturale, il quale organizza regolarmente incontri educativi, laboratori e visite guidate. Da non perdere è il famoso Palazzo Davanzati, notevole esempio di architettura residenziale fiorentina del Trecento. Nel suo complesso, questo antico palazzo, è la testimonianza del passaggio da casa-torre medievale a residenza rinascimentale: gli ambienti sono molto suggestivi, a cominciare dal cortile interno dotato di un pozzo a muro privato. Le sale di Palazzo Davanzati sono riccamente affrescate, in particolare la Sala dei Pappagalli, molto colorata e suggestiva, così come la Sala dei Pavoni; quest’ultima conserva la Madonna col bambino di Brunelleschi. Galleria dell’Accademia di Firenze Per ultima, ma non meno importante, vogliamo ricordare la Galleria dell’Accademia di Firenze. Si tratta di un museo molto apprezzato dai visitatori ed espone il maggior numero di sculture del noto Michelangelo. La visita a questa galleria potrà essere spunto per diverse riflessioni complementari, in grado di soddisfare passioni per la musica, l’arte, la botanica e le varie tecniche pittoriche. Il museo vi accoglierà nella maestosa Sala del Colosso, la quale oggi ospita il modello preparatorio di Giambologna per il ratto delle Sabine, importante esempio di scultura cinquecentesca. Lasciatevi poi conquistare dai meravigliosi dipinti di Lippi, Bronzino e Ghirlandaio: selezionare le opere più importanti è una mossa molto delicata, soprattutto se consideriamo il calibro degli artisti di cui parliamo. https://ift.tt/3e80b7w Musei di Firenze: quali visitare assolutamente Firenze è il capoluogo della Toscana, ma è anche una delle più importanti culle della cultura italiana. Nel corso dei secoli, questa città, ha mantenuto il proprio fascino attirando milioni di turisti da tutto il mondo ogni anno. Firenze è una città davvero meravigliosa, una città ricca di sorprese, di arte, cultura, colori, architetture storiche che ne evidenziano il fascino e l’importanza nel corso della storia. Si sa, Firenze è una città d’arte imperdibile ed è possibile visitarla in qualsiasi periodo dell’anno, da soli o in coppia, con bambini o amici. La città di Firenze è molto nota per essere la culla del Rinascimento italiano, un vero e proprio museo all’aperto: i monumenti e gli antichi palazzi sono a portata di bicicletta o, più semplicemente, di rilassanti passeggiate. Oggigiorno, Firenze, è considerata la capitale dell’arte ed infatti, se facciamo riferimento alle statistiche prodotte dall’UNESCO, è proprio questa la città che possiede il 60% delle bellezze artistiche di tutta Italia. Dal XIII al XVI secolo, la città di Firenze, è stata il luogo in cui sono state concepite molte opere di importanti artisti italiani, quali Michelangelo, Dante, Boccaccio e Brunelleschi. Musei di Firenze: arte e cultura tutta da scoprire Gli storici palazzi e le antiche piazze di Firenze, nel corso del Rinascimento, sono diventati veri e propri musei a cielo aperto: in Piazza della Signoria, per esempio, sono state installate maestose statue e fontane. Le chiese, i palazzi, le basiliche ed i musei cittadini, poi, sono il vero e proprio tesoro di Firenze, catturando l’interesse e la curiosità di milioni di visitatori. Sicuramente il museo più famoso di Firenze è quello degli Uffizi, il quale ospita opere di Leonardo da Vinci, Botticelli, Rubens e Tiziano. Altri importanti musei sono il Museo Archeologico di Firenze, Museo del Novecento, Museo Galileo e molti altri. Ogni anno la città di Firenze attira milioni di visitatori in quanto centro culturale di grande importanza: periodicamente vengono organizzate interessanti esibizioni e feste d’arte. Nei mesi estivi le piazze di Firenze offrono intrattenimenti ogni sera con rinfreschi e visite agli edifici circostanti. Le altre stagioni, ad ogni modo, non sono da meno se consideriamo che i più importanti teatri di Firenze attirano molti visitatori grazie ai balletti, le opere e gli spettacoli; in più le principali vie della città sono gremite di mostre, concerti, esposizioni. Firenze, dunque, fonde arte e cultura con l’obiettivo di creare ogni volta qualcosa di nuovo ed interessante visto che la città offre infinite possibilità di conoscere le opere d’arte ed architettoniche più importanti del nostro Paese. Museo Archeologico Nazionale di Firenze Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze è uno fra i più importanti d’Italia e si colloca all’interno di un fenomeno di portata europea: la nascita dei musei in qualità di istituzioni statali legate alla formazione delle nazioni moderne. Questo museo raccoglie i più importanti scavi toscani, così come alcuni reperti etruschi e romani provenienti da Umbria e Lazio. Il Museo Archeologico Nazionale ospita cinque diverse sezioni: quella etrusca, romana, greca, egizia e numismatica. Gli appassionati di storia non potranno certo perdersi la Chimera d’Arezzo, un importante pezzo della civiltà etrusca: si tratta di un plastico bronzo raffigurante la mitica fiera leonina restaurata da Francesco Carradori, il quale ricostruì la coda serpentina che mordeva la testa di capra. Buna parte dei reperti di questa sezione riguarda la cultura funeraria, in particolare i sarcofagi e le urnette. Fra le opere più interessanti della sezione romana troviamo alcuni bronzi antichi come, per esempio, il Treboniamo Gallo, risalente al III secolo. La sezione greca, invece, ospita una serie di antiche ceramiche provenienti da tombe etrusche e da collezioni private. La sezione egizia è seconda solo al Museo Egizio di Torino e ospita reperti provenienti dalle attività quotidiane dell’antico Egitto: oggetti in tessuto, legno e osso. Fra le opere più interessanti a amirare, possiamo trovare i modelli di due servitori, la macinatrice di grano e la donna che fa la birra risalenti all’antico regno. Infine, la sezione numismatica contiene importanti ed antiche raccolte numismatiche italiane. Museo Galileo di Firenze Il Museo Galileo di Firenze è uno degli imperdibili della città e si trova in Piazza dei Giudici. Questo museo ha sede presso Palazzo Castellani, un’antica fortificazione costruita sulla sponda destra dell’Arno. Il Museo Galileo si è dotato negli ultimi anni di laboratorio multimediale atto alla produzione di applicazioni interattive, online e offline, per la divulgazione della cultura. Una parte molto importante di questo ente museale è sicuramente la biblioteca, la quale è situata al terzo piano: essa conserva un gran numero di opere appartenenti ai fondi antichi. Particolarmente interessante è il fondo Mediceo-Lorenese che comprende testi scientifici inerenti alle scienze fisico-matematiche. Villa Bardini Villa Bardini è situata sulla costa San Giorgio, a Firenze. È un importante centro espositivo che ospita mostre temporanee, il Museo Capucci ed il Museo Annigoni. Originariamente, questo palazzo, era la famosa Villa Manadora, la quale fu costruita nella prima metà del Seicento per opera di Gherardo Silvani, importante architetto dell’epoca. Dopo diversi anni di abbandono, l’attuale Villa Bardini è stata ristrutturata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e riaperta al pubblico nel 2006 con una serie di interessanti esposizioni. Villa Bardini conta con circa sessanta stanze, un numero comprensivo anche di sale e saloni, oltre agli uffici e gli spazi dedicati a conferenze e convegni. Giardino di Boboli Il Giardino di Boboli è il parco più famoso della città di Firenze. Si tratta di un giardino storico connesso al Forte di Belvedere e che ospita ogni anno oltre 800.000 visitatori. I giardini furono costruiti, originariamente, dai Medici: inizialmente avevano un’impostazione di stile tardo-rinascimentale, la quale venne poi modificata dalla costruzione di nuove porzioni con impostazioni differenti. Il giardino è caratterizzato da imponenti statue ed edifici come la settecentesca Kaffeehaus, che permette di godere di un panorama mozzafiato della città. Il giardino ha quattro ingressi pubblici e dal 2017 il circuito museale comprende anche il Museo degli argenti, la Galleria del Costume, il Museo delle porcellane e il Giardino Bardini. Casa di Dante a Firenze La Casa di Dante è un museo storico di Firenze, suddiviso in tre piani che raccontano le vicende di vita più importanti del poeta. Presso questo museo di Firenze è possibile partecipare a diversi itinerari per conoscere meglio la vita del Sommo poeta e la Firenze antica: le proposte comprendono visite guidate e tour della città sulle tracce di Dante Alighieri. L’edificio originale venne costruito prima del 1265, anno in cui nacque Dante Alighieri e ad oggi ha come scopo fondamentale quello di diffondere la cultura e la conoscenza della vita e delle opere dell’autore. Il museo si articola in tre piani, ognuno dei quali tratta di una tematica diversa che illustra la vita di Dante Alighieri: la sua vita amorosa, l’esilio, la vita politica. Galleria degli Uffizi e cappelle medicee La Galleria degli Uffizi di Firenze fa parte del complesso museale conosciuto come le Gallerie degli Uffizi e comprendente le collezioni di Palazzo Pitti ed il Giardino dei Boboli. Questo famoso museo fiorentino ospita svariate collezioni ed opere d’arte di grande valore provenienti dalla famiglia dei Medici, tra le quali spicca una serie di opere religiose derivate dalla soppressione di monasteri e conventi tra il XVIII ed il XIX secolo. La Galleria degli Uffizi vi riserverà splendide sorprese: godetevi una rilassante passeggiata varcando la Sala dei Primitivi o attraversate la famosa sala del Quattrocento lasciandovi catapultare nel passato. Fra tutti gli sguardi dei dipinti presenti all’interno della galleria, sarà proprio quello di un frate carmelitano a catturare la vostra attenzione; coglierete, poi, l’infinita bellezza della “Lippina”, capolavoro del noto Filippo Lippi. Non perdetevi le straordinarie opere di Sandro Botticelli, fra le quali “La nascita di Venere” e “L’allegoria della Primavera”, simboli della pittura italiana. Ma vi consigliamo anche una visita alle sale che ospitano le opere del grande Michelangelo, di Raffaello, Tiziano e Correggio: rimarrete stupiti dalla grandiosità di queste bellezze artistiche. Nel Museo Statale di Firenze, inoltre, sono le famose cappelle medicee, costruite dall’omonima famiglia e oggi bellezza artistica del capoluogo toscano. Questi ambienti sono stati costruiti tra il XVI e XVII secolo in qualità di estensione della basilica brunelleschiana allo scopo di elogiare l’omonima famiglia. Museo Novecento di Firenze e Palazzo Davanzati Il Museo del Novecento di Firenze è situato in Piazza S. Maria Novella ed è interamente dedicato all’arte italiana del XX secolo: sono presenti circa 300 opere distribuite in quindici ambienti. Il museo presenta collezioni permanenti, mostre temporanee e progetti speciali che animano particolarmente le attività dell’ente museale stesso; a questi si aggiunge anche la ricca offerta del dipartimento di mediazione culturale, il quale organizza regolarmente incontri educativi, laboratori e visite guidate. Da non perdere è il famoso Palazzo Davanzati, notevole esempio di architettura residenziale fiorentina del Trecento. Nel suo complesso, questo antico palazzo, è la testimonianza del passaggio da casa-torre medievale a residenza rinascimentale: gli ambienti sono molto suggestivi, a cominciare dal cortile interno dotato di un pozzo a muro privato. Le sale di Palazzo Davanzati sono riccamente affrescate, in particolare la Sala dei Pappagalli, molto colorata e suggestiva, così come la Sala dei Pavoni; quest’ultima conserva la Madonna col bambino di Brunelleschi. Galleria dell’Accademia di Firenze Per ultima, ma non meno importante, vogliamo ricordare la Galleria dell’Accademia di Firenze. Si tratta di un museo molto apprezzato dai visitatori ed espone il maggior numero di sculture del noto Michelangelo. La visita a questa galleria potrà essere spunto per diverse riflessioni complementari, in grado di soddisfare passioni per la musica, l’arte, la botanica e le varie tecniche pittoriche. Il museo vi accoglierà nella maestosa Sala del Colosso, la quale oggi ospita il modello preparatorio di Giambologna per il ratto delle Sabine, importante esempio di scultura cinquecentesca. Lasciatevi poi conquistare dai meravigliosi dipinti di Lippi, Bronzino e Ghirlandaio: selezionare le opere più importanti è una mossa molto delicata, soprattutto se consideriamo il calibro degli artisti di cui parliamo. Sono veramente tanti i musei di Firenze da visitare, dal Museo del Novecento alla celebre Galleria degli Uffizi, senza dimenticare la Casa di Dante.
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La Notte dei Ricercatori dell'Università dell'Aquila
Giocando con la geometria, la fisica e la chimica: gli eventi per bambini in attesa della Notte dei ricercatori. Ritorna il classico appuntamento autunnale con “La Notte Europea dei Ricercatori”, promossa dalla Commissione Europea a partire dal 2005, ormai il più affermato evento di divulgazione scientifica in Europa, con la contemporanea partecipazione di 25 paesi. L’evento è in programma per venerdì 30 settembre e sabato 1 ottobre. Il sempre maggiore interesse per la manifestazione è testimoniato anche dalla notevole crescita negli ultimi anni del numero di eventi organizzati nelle settimane immediatamente precedenti e successive al weekend principale.
Anche quest’anno, l’Università degli Studi dell’Aquila promuove UnivAQ Street Science – La Ricerca al Centro. L’evento, ideato e realizzato per promuovere la diffusione della cultura scientifica, si terrà a piazza Battaglione Alpini (nel parco del Forte Spagnolo) e a piazza Chiarino, dal 24 settembre al 1 ottobre, con un programma ricco e variegato, che abbraccerà un’intera settimana: seminari, talk, pop-up, lezioni divulgative con scienziati e scienziate di fama internazionale ma anche dibattiti, spettacoli teatrali e musicali, contest tra scuole, gare sportive e incontri con ospiti molto speciali. Il ricco programma può essere consultato qui: https://www.univaq.it/include/utilities/blob.php?table=evento&id=1615&item=programma In questo contesto, il dottor Alessandro Stroppa, Dirigente di Ricerca del Consiglio Nazionale dell Ricerca (CNR), e Responsabile della Sede dell’Istituto SPIN dell’Aquila, propone numerose iniziative pensate per avvicinare i bambini della Scuola Primaria, alla scienza: i laboratori scientifici hanno come obiettivo quello di stimolare i bambini all’osservazione, alla curiosità, al ragionamento critico, alla ricerca di spiegazioni attraverso prove ed esperienze, per parlare di matematica, geometria, fisica e chimica.
Il dottor Alessandro Stroppa Gli eventi sono stati progettati dal Dott. Alessandro Stroppa in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi dell’Aquila, e presentati alle scuole in collaborazione con le insegnanti Karin Giorgini, Giulia Dionisi, e Serena D’Agostino. I turni previsti per i giorni 29 e 30 settembre, presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi dell’Aquila sono stati già tutti prenotati, appena sono state aperte le iscrizioni. Tuttavia, numerosi Dirigenti scolastici di tutta la regione, hanno invitato il ricercatore CNR a presentare gli eventi presso le proprie scuole in date successive, grazie alla disponibilità di Alessandro, che osserva: “La divulgazione scientifica è una missione che bisogna svolgere con passione. Per quanto mi riguarda, mi sono concentrato nella progettazione di eventi divulgativi per i più piccolini, attraverso i quali, riusciamo a presentare argomenti notoriamente complicati, quali l’infinito matematico, le geometrie nella struttura della materia, le simmetrie, la fisica dei colori, in maniera semplice e divertente. Il successo del nostro approccio, oltre dai numerosi inviti presso le scuole di tutta la regione, è testimoniato dalla domanda dei bambini che spesso mi rivolgono a fine evento: “Professore, quando ritorna la prossima volta? Mi sono divertito molto! Questa rappresenta la soddisfazione più grande”. I dettagli del programma: https://www.cnr.it/it/evento/18068/giocando-con-la-geometria-la-fisica-e-la-chimica Per ulteriori informazioni sugli eventi divulgativi per le scuole primarie, dottor Alessandro Stroppa, 347 8959402. Read the full article
#AlessandroStroppa#chimica#Cnr#commissioneeuropea#divulgazionescientifica#fisica#geometria#L'Aquila#Marsica#matematica#nottedeiricercatori#spin#UnivAQ
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Plays! Al Teatro Astra di Sassari il festival di fine estate
“Il re dei pavoni” Sassari. La seconda edizione di “Plays!”: festival di fine estate, organizzato dalla compagnia “La Botte e il Cilindro”, unisce il teatro per ragazzi al teatro di prosa, la danza e gli incontri scientifici e culturali. In questa settimana il progetto mette insieme le sue molteplici anime. Si parte giovedì 5 alle 20,30 al Teatro Astra con lo spettacolo “Traversée Traversata”…
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Passaggi Festival 2023 a Fano
Cinque giorni di festival tra 142 eventi, 184 ospiti, 16 rassegne librarie, 96 libri in cartellone, 68 case editrici, 12 sedi in centro storico e lungomare; 120 persone impegnate nello staff fanno parte dell’undicesima edizione di Passaggi Festival, che raccontano la passione per la cultura più di tante parole. La manifestazione letteraria dedicata alla saggistica, patrocinata da Ministero della Cultura, Cepell Centro per il Libro e la Lettura, Università degli Studi di Camerino e Associazione italiana degli Editori, diretta da Giovanni Belfiori e Ludovica Zuccarini, torna a Fano dal 21 al 25 giugno, tra presentazioni librarie e laboratori, mostre e aperitivi scientifici, incontri con gli autori, reading, libri a colazione, masterclass e salotti letterari. Per cinque titoli quella di Fano sarà la prima presentazione nazionale, come il pamphlet Beato lui. Panegirico dell’arcitaliano Silvio Berlusconi (Longanesi) di Pietrangelo Buttafuoco, che tratteggia il politico e imprenditore Berlusconi come personaggio più contemporaneo della contemporaneità, protagonista di un romanzo sul quale è impossibile scrivere la parola fine. In prima nazionale a Passaggi anche La legalità è un sentimento (Bompiani), il manuale di educazione civica scritto da Nando dalla Chiesa, che l’autore presenterà in un dialogo, irrinunciabile e tutto da ascoltare, con la cantante ed attrice Gigliola Cinquetti. Altri due titoli presentati saranno, al Chiostro delle Benedettine, il saggio dell’economista Stefano Zamagni Prendersi cura della democrazia. Il ritorno dell’economia civile (Ecra), che vedrà l’autore conversare con il capo redattore Finanza & Mercati de Il Sole 24 Ore Marco Ferrando e al Bastione Sangallo I cammini dei sogni. Due piedi raccontano le vie per Santiago (Edizione dei Cammini) di Luciano Murgia, intervistato dalle giornaliste Emanuela Audisio (La Repubblica) e Silvia Sinibaldi (Corriere Adriatico). Negli appuntamenti della San Francesco si aggiunge un’altra storia straordinaria tutta al femminile, scritta da Micol Sarfatti su Margherita Sarfatti. La signora del futuro (Giulio Perrone Editore, prima donna in Europa a scegliere la carriera di critica d’arte, che fu anche l’amante di Mussolini, un sentimento che la condannò all’oblio. Altri aggiornamenti della Piazza riguardano il vignettista satirico Osho, alias Federico Palmaroli, che giovedì 22 presenterà il suo libro Come dice coso. Un anno di satira (Rizzoli), insieme alla giornalista Alessandra Longo, che sabato 24 sarà sul palco anche per la presentazione del libro di Piero Ignazi Il polo escluso. La fiamma che non si spegne: da Almirante a Meloni (Il Mulino), con l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini, Mario Giordano venerdì 23 presenterà il suo ultimo saggio su economia distorta e ricchezza ingiusta Maledette iene. Quelli che fanno i soldi sulle nostre disgrazie con Sara Manfuso, giornalista de La Notizia e nota opinionista televisiva. Novità anche in Passaggi fra le nuvole dove mercoledì 21 ad aprire gli appuntamenti dedicati alle graphic novel sarà Raffaele Sorrentino con Fehida (Minimum Fax) intervistato dai critici di fumetti Alessio Trabacchini e Virginia Tonfoni. Sarà inaugurata quest’anno una nuova esede al Bastione Sangallo, vera e propria terrazza sul centro storico di Fano con Passaggi di benessere, che abbina alla presentazione del libro una pratica di crescita personale in collaborazione con l’associazione Meditamondo, con la presenza di Simonetta Jivan Kavitha Vincenzi e Marika Pedinotti. Si chiama Il Salotto di Passaggi il nuovo spazio del festival allestito nei giardini del Pincio in collaborazione con Rebel House che accoglierà autori e ospiti, giornalisti, sponsor e autorità permettendo loro di raccontarsi anche al di là del libro. Read the full article
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Sono passati già tre anni da quando Carolyn Williams, Colin Walsh ed io andammo insieme alla chiesa convento di San Francesco a Cortona. Da allora molte cose sono accadute. Su tutte la nascita dell’Associazione senza scopo di lucro “Amici della Chiesa di San Francesco” costituita da soggetti privati nel 2018 a Washington DC: (USA), ma non secondari sono stati gli incontri avvenuti con Padre Di Marcantonio e Padre Gabriel Marius per l’approvazione ed il permesso per poter intraprendere il progetto interessante che l’Associazione propone: il ritrovamento della salma del pittore Luca Signorelli.
Come curatrice, rappresentante italiana e particolarmente in quanto cortonese sono infatti molto orgogliosa che si possa provare a ritrovare finalmente il corpo del pittore, sepolto con ogni probabilità in quella chiesa e nello specifico nella cappella ipogea nel 1523. Ma non di secondaria importanza sono anche lo studio della figura di Frate Elia, architetto e l’analisi del proto-typo della chiesa di San Francesco in Cortona, matrice architettonica di tutte le seguenti chiese francescane.
La ricerca prende vita grazie a fondi di privati che finanziano l’associazione.
Grazie a questi finanziamenti abbiamo potuto utilizzare nuove tecnologie come il Laser e il Geo Sonar 3D che hanno fornito nuovi e positivi dati scientifici.
L’intento di tutti noi, compresa la Presidentessa Carolyn Williams, è quello di poter arrivare al 23 ottobre 2023, data del cinquecentesimo anniversario della morte del Signorelli, a dare alla comunità cortonese, e non solo, nuove scoperte scientifiche e architettoniche. Informazioni che saranno preziose per tutti coloro che amano l’arte la storia e la fede.
Il Comune di Cortona nella figura del Sindaco Meoni e l’Assessore alla Cultura Francesco Attesti, è al corrente di tutto il materiale di ricerca intrapresa fino ad oggi.
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Simona Marino
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Una donna sente fin dai primi passi di mancare a se stessa ed è su questo vuoto che costruisce la sua vita. Se non si riesce a colmare, il desiderio, per lei, non potrà che essere il bisogno dell’altro per sentirsi finalmente completa. Un’illusione che copre tante vite non vissute, dove il sacrificio delle proprie aspirazioni, si traveste d’amore.
Simona Marino, filosofa e politica femminista.
Al centro della sua riflessione ci sono le categorie di identità, differenza e relazione, con particolare attenzione alla soggettività femminile e ai temi della differenza sessuale.
È nata il 16 maggio 1951 a Napoli col nome di Simonetta, che usa soltanto nelle occasioni ufficiali, da padre militare di origini siciliane e piemontesi e da madre abruzzese di casata nobile. Cresce in una grande famiglia allargata trasferitasi a Napoli dopo la guerra.
Figlia ribelle e anticonformista, si scontra ben presto con il rigore imposto dall’attitudine militare del padre che, sovente afferma, è stato la causa primaria del suo femminismo.
Giovanissima, sposa un aspirante magistrato e, in barba alle convenzioni familiari, decide di andare a vivere in un quartiere periferico e degradato, fucina di grandi lotte e agitazioni, Scampia. Per seguire la carriera del marito, coinvolto nella lotta al terrorismo, vive per pochi anni a Milano, dove incontra la pratica che permea la sua esistenza, il femminismo.
Si laurea in Filosofia nel 1973, l’anno successivo vince l’assegno ministeriale presso la cattedra di Filosofia Morale di Aldo Masullo, all’Università Federico II di Napoli. Diventa, poi, professoressa di Filosofia Morale alla facoltà di psicologia nello stesso ateneo che ha visto dipanarsi tutto il suo percorso accademico, fino alla pensione.
Intanto, avviene l’incontro con l’uomo con cui condividerà la vita e gli ideali, il filosofo Giuseppe Ferraro. Insieme creano e seguono tanti importanti progetti culturali e sociali. Tra questi Filosofia Fuori le Mura, associazione che esporta fuori dalle aule la pratica filosofica per raggiungere le strade, le carceri, i bambini. In coppia scrivono libri, organizzano seminari, nutrono fucine di politica e cultura costituendo un importante punto di riferimento e partenza per varie generazioni di intellettuali e attivisti/e.
La ricerca di Simona Marino si è orientata nel tempo verso la filosofia critica postmoderna con particolare attenzione alle teorie femministe, ai Gender’s Studies e ai Postcolonial Studies, di cui è diventata un’esperta nel panorama culturale italiano e internazionale.
Tra le tante collaborazioni, fondamentale sarà l’incontro con Rosi Braidotti, quando dirigeva il Dipartimento di Women’s Studies dell’Università di Utrecht.
Nel 1995 ha co-fondato la casa editrice Filema che ha diretto fino alla chiusura, avvenuta nel 2014, curando la collana di filosofia e narrativa femminile. Tanti e importanti sono stati i volumi editati nei vent’anni di attività.
Riassumere in breve le numerose attività che hanno visto coinvolta Simona Marino, in cariche, convegni, incontri, seminari, comitati scientifici, è impresa ardua. Sicuramente, nel corso degli anni, nella sua intensa vita si sono incrociati e hanno camminato insieme lo studio, l’insegnamento e la pratica politica del movimento delle donne, di cui è tuttora un’esponente di spicco e grande punto di riferimento.
Nel 2013, è entrata nel Consiglio Comunale di Napoli come esponente di maggioranza nella giunta De Magistris. È diventata delegata del sindaco alle Pari Opportunità, carica rinnovatale anche nella seconda consiliatura con l’aggiunta della competenza sui centri antiviolenza.
Refrattaria a ogni forma di appartenenza esclusiva e partitica, ritiene che la politica sia un servizio a favore della comunità e in particolare dei soggetti che ne vivono ai margini, privati di diritti e dignità.
Irrefrenabile la sua abnegazione e impegno per il riconoscimento della dignità di ogni persona, il contrasto alla violenza di genere e all’omotransfobia. Convinta che per superare il divario e la violenza bisogni partire dall’educazione sentimentale interdisciplinare già dalle scuole primarie, negli anni, ha formato varie generazioni di insegnanti e psicologhe/i.
Simona Marino è una donna preziosa e necessaria, grande è il suo contributo alla narrazione e alle lotte di intere generazioni di femministe, dagli anni 80 a oggi.
Un grande esempio di cultura, determinazione, intelligenza e cura. La sua intera esistenza è pratica politica e femminista.
Una donna che mi ha insegnato tanto, importante punto di riferimento per me e per tante donne che hanno la fortuna di averla incontrata sul proprio cammino.
Accogliere la separatezza è compiere quel gesto comune di rendere passeggero ogni istante di eternità. Un gesto che scandisce il tempo della differenza come modo differente di percepire il tempo, a partire dal quale comprendere e dare senso alla vita e al suo trascorrere del senso che le spetta e che rende ogni momento unico e irripetibile.
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