#in ogni caso soffro
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VOI QUESTE COSE DI PRIMA MATTINA NON DOVETE FARMELE VEDERE
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nonamewhiteee · 3 months ago
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ogni tanto mi capita di leggere vecchie mie cose, conversazioni, pensieri buttati a caso su qualche quadernino. vivo nella perenne insoddisfazione di non essermi mai sentito "normale" pur non avendo un concetto di normalità fra le dita. mi piacciono molto alcuni dei blog che seguo e scrivono, forse non ho dedicato il tempo che avrei voluto alla lettura. è sempre un "non ho", "avrei dovuto" ma in fondo è la mia vita. nelle foto da piccolo raramente sorrido "perché non so sorridere mà", nelle letterine e nei disegni mi gettavo già merda chiedendo scusa per il semplice fatto di essere stato messo al mondo. ho un caratteraccio: amo la solitudine e i miei spazi, soffro per questo e quando sto in compagnia mi capita di sentirmi vivo e pieno di un'energia che però tende a sciogliersi fin troppo presto. mi piacerebbe consumarmi come una sigaretta al vento, dimenticata tra le dita.
#me
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t-annhauser · 27 days ago
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Soffro di criptomnesia acuta, tutto quello che scrivo e i rari momenti in cui produco qualcosa di rilevante sono il frutto di un plagio a mia insaputa, recuperando cose dimenticate che ho letto e sedimentate ormai nella psiche, credendole mie. D'altronde, dicono, non si inventa più niente. Caso a parte era l'idea di scrivere un racconto in cui tutta l'umanità era improvvisamente scomparsa e io mi aggiravo finalmente libero e solo per il mondo, sono venuto a conoscenza di Dissipatio H.G. solo recentemente, e questo ha messo la parola fine a ogni mia velleità di scrittore.
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isteric4 · 7 months ago
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In realtá non è così difficile come si crede.
Io ero e sono un ragazzo abbastanza riservato ed introverso, però mi è bastato uscire un giorno per incontrare persone nuove ed è successo completamente a caso.
Nessuno vive solo e muore solo e non succederà nemmeno a te, anche perché mi sembri una ragazza molto simpatica
ripeto, ogni caso è a parte, quello che ha funzionato per te non vuol dire che funzioni anche per me
è dal 2019 che tento di espandere le mie conoscenze e le ho provate tutte….social, palestra, lavoro, serate….
essendo di natura una persona molto estroversa ci soffro parecchio, ma ci sono cose che sono al di fuori del mio controllo e situazioni che non posso forzare
purtroppo le cose stanno così
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ross-nekochan · 2 years ago
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Come al solito questo paese mi ruba il tempo, la vita, le parole e la voglia di scrivere. Forse perché non c'è niente da dire eppure come 5 anni fa da una parte avrei così tanto da dire da poter diventare un fiume in piena, ma, appunto, non ho il tempo di ordinare nessuno dei centomila pensieri e metterli per iscritto.
Oggi sono andata a lavorare, in sede. Con divisa fatta da giacca, camicia a maniche lunghe, pantaloni e tacchi da 5cm. Quindi sveglia alle 6:30 perché Tokyo è lontana e solo così puoi arrivare in orario (che non è alle 9, ma alle 8:45 perché essere in orario qui vuol dire essere in ritardo). Il lavoro consisteva in un training su come creare una rete LAN. In cosa è consistito? Hanno dato delle slide con dei comandi scritti e mezze istruzioni, ci hanno dato i PC, i router, gli switch e hanno detto: fate. Io uno switch so a malapena cos'è e qual è la sua funzione (solo perché mi sono messa a vedere qualche video prima di partire, sennò non saprei nemmeno quello). Fortuna che c'erano due ragazzini giapponesi volenterosi e insieme ci siamo messi e siamo riusciti a fare qualcosa, sennò fossi stata sola non avrei saputo nemmeno da dove cominciare. Gli altri due cinesi, entrati in azienda 2 anni fa, erano più ignoranti di me. Molto poco chiaro che cazzo si faccia in questa azienda e come funzioni il sistema.
Martedì si è concluso il "training" di 8 giorni che è consistito per l'80% in "filosofia aziendale", questionari giornalieri e settimanali su cosa si è imparato (spoiler: un cazzo), lavori di gruppo inutili, spiegazioni su come fare carriera aziendale (tramite un sistema di punteggi assurdo e complicato) e giusto qualche volta ci hanno parlato delle piattaforme che si utilizzano per "timbrare" o per richiedere i rimborsi ecc (uniche cose utili). Il resto dei giorni? Meeting alle 9 per check di: 1. Che non stai dormendo 2. Che sei vestito correttamente e che sei "sistemato" 3. Per sapere se fisicamente stai bene o sei malato. Il resto della giornata: rispondi alle email degli uffici, fai qualche meeting e studia per prendere le certificazioni - che non ti pagheremo noi e che non dovrai fare durante l'orario di lavoro. Perché mica le sto prendendo per lavorare, le prendo per sport personale giustamente. Va bene.
In tutto questo pagheranno il primo stipendio 25 Agosto e non avremo la possibilità di chiedere nessun permesso per 6 mesi. Fortunatamente ci hanno recentemente pagato il supporto per il trasloco perché sennò stavamo freschi.
Benedico un po' il cielo per aver conosciuto questo indiano che è mio collega e che vive nel mio stesso dormitorio. L'India a quante parte è il Sud Italia del Sud-est asiatico, per molti aspetti (non c'è niente di stupefacente in fondo). Malediciamo questo paese, questa azienda e noi stessi per essere venuti tutti i giorni. Qui è tutto così caro che non ci facciamo capaci di come la gente riesca a vivere. Si pensa sia il paese del pesce e del riso e invece il pesce è quasi inacquistabile da quanto costa (filetti di soli 200gr intorno a 4/5€), il riso che dovrebbe essere come la nostra pasta e invece 5kg costano 15€ (5€/kg). Non è un caso infatti che il tasso di povertà stia salendo alle stelle: gli stipendi sono gli stessi da 25 anni. Questi di che cazzo dovrebbero vivere?
Personalmente, non so mai che cazzo mangiare e vivo di tofu e pesce -che compro solo perché mi piace e perché sono anni che evito la carne nella mia quotidianità. Ma qui è quasi impossibile evitarla, dato che la carne rossa è persino nei contorni di verdure (che non so mai come cazzo cucinare e ogni volta che trovo una ricetta di verdure taaac carne di manzo dentro machecaaaazz - viva il paese del sushi come sempre insomma).
Soffro perché mi manca già la palestra e non è passato nemmeno un mese. Ma con la situazione economica di adesso non mi sembra il momento adatto per ricominciare. Oltretutto non ho ancora una routine e non ho ancora capito come cazzo funziona in questa azienda. Avere un quantitativo proteico adeguato è stato difficile perché le mie fonti proteiche preferite (ovvero yogurt greco e albumi) qui sono inesistenti o insostenibili economicamente nelle quantità che mi servono (tipo yogurt greco a 20€/kg). Mi manca fare le mie colazioni specie le mie omelette e i miei pancakes di albumi.
Ho pensato a quanto sia difficile andare a vivere in un altro paese. Sembra di diventare bambini viziati perché le cose minuscole, quotidiane, che davi per scontato, diventano voragini. E per me la voragine è legata soprattutto al cibo. Persino sui biscotti: noi abbiamo pacchi minimo da 350gr, oltre a una varietà da fare invidia a un biscottificio. Qui i biscotti oltre ad essere di pochissimi tipi (quasi solo cookies/biscotti al burro) hanno pacchi sono da massimo 150gr e finemente impacchettati singolarmente creando bustoni enormi ma leggeri come una nuvola perché sono 80% plastica. I loro dolci sono bombe a mano di carboidrati: mangi 2 daifuku o 2 dorayaki e hai mangiato la stessa quantità di carboidrati di un piatto di pasta da 100/120gr. Ti viene da pensare: se mi mangio la pasta almeno mi sazio, con ste cacatine piccoline mi faccio salire solo la fame. Per le verdure o piatti già pronti idem, vedi i valori nutrizionali e hanno una quantità di zucchero all'interno che manco una fetta di torta.
Banalità... eppure no. Ci vuole tanto spirito di adattamento, tanta pazienza e tanto coraggio ad andare via dal proprio paese. Andare al Nord è letteralmente NIENTE in confronto (sebbene la sofferenza ci sia sempre).
L'unica cosa che potrebbe migliorare di gran lunga la situazione è avere così tanti soldi da permettermi tutto quello che voglio. Ma a volte nemmeno quello basta.
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emz26 · 1 year ago
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Era un bel posto
Soffro della “sindrome da barista”, come funziona? Semplice, entro in un bar e chiedo un caffè, “macchiato?” risponde di rimando la barista, e lì ho la mia prima crisi , “sì”, “caldo o freddo?”, e allora mi vuoi morto maledetta? Quindi, io non frequentatore di bar, io introverso, io che ho sempre la testa tra le nuvole e non sono troppo presente nella quotidianità degli umani affanni,io ho bisogno di un bar amico, che mi conosca, un luogo dove la barista mi prepara un caffè senza mettermi il cucchiaino, perché il caffè lo prendo amaro perché che voglia di sbattermi tra lo zucchero di canna e normale non ne ho, che poi nello scegliere tra gli zuccheri si entra argomenti filosoficamente urtanti , si vanno a cozzare sensibilità ancestrali e io non ho proprio voglia di sbattermici, mica vorremo urtare qualche strana armonia dell’universo che l’effetto farfalla è sempre dietro l’angolo? No! non lo vorrei, io non ho proprio sbatti, io voglio solamente un caffè.
Avevo trovato il posto, un piccolo bar con il suo dehor, carino e pulito, ordinato, la barista era gentile, lei sorrideva ed io sorridevo di rimando, era cortese ed io ero cortese, un “buongiorno” si susseguiva ad un altro “buongiorno”, un “buonasera” ad un “buonasera”, tutto carino e cortese, bevevo il mio caffè e pagavo, salutavo con un “arrivederci” rispondevano con un “arrivederci”, un bel posto, consueto e rassicurante, fino, fino al maledetto giorno.
Ero lì, mi stavo mangiando un gelato, sì, sì ogni tanto anche io commetto qualche follia, una botta di vita alla mia ordinarietà, uno stecco al caramello salato.
La barista smonta dal turno e si dirige verso la sua auto, ovviamente saluto gentilmente e lei risponde di rimando, attraversa le strisce pedonali e mentre è a meta percorso un tizio a caso, un capo cantiere del cazzo deve farle sapere quanto è bello il suo culo, la risposta è immediata ed istantanea corredata da un dito alzato, il capo cantiere del cazzo si gira verso i suoi commensali con il ghigno di chi crede di aver dimostrato chi sa quale capacità, ghigno che si spegne istantaneamente appena incontra gli occhi dei suoi commensali, evidentemente i suoi giovani sottoposti non tollerano un comportamento simile.
Ricapitolando, lei ha risposto a tono e lui è stato messo al suo posto, quindi è tutto risolto? No, questa è stata solamente la prima crepa.
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libero-de-mente · 2 years ago
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La Rivoluzione Terrestre
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Così si definisce il moto terrestre attorno al Sole. Dura trecentosessantacinque giorni. Un anno. Ma tu pensa.
Percorrere quei centoquarantanove milioni di chilometri, per ogni essere vivente, corrisponde al proprio compleanno ovvero un anno di vita in più. Si incomincia da quando si vede la luce per la prima volta.
Io sono nato alle dieci di sera, la luce era artificiale, forse e per questo che mi infastidisce la luce diretta del Sole.
Naah, soffro di fotofobia.
Era un ventuno aprile come oggi e ne ho fatti un po' di giri attorno al Sole.
A ogni giro attorno al Sole mi sono ritrovato con esperienze acquisite, insegnamenti appresi, errori fatti, azioni buone elargite e nuove persone entrate nella mia vita. Ma anche alcune che se ne sono uscite, per svariati motivi: un cuore che cessa di battere, un cuore che smette di palpitare per il sottoscritto, un cuore che si riempie di rabbia o invidia (questo sostantivo l'ho aggiunto per darmi un tono, anche se qualche volta è accaduto davvero. Ma non ho mai capito che invidia io potessi suscitare) oppure un cuore che non era un cuore ma un sasso senza battito.
Ma del resto ogni viaggio, perché quello attorno alla stella del sistema solare è un viaggio, è fatto di luoghi, emozioni e persone diverse che si susseguono.
Aspettavo il mio compleanno con impazienza da bimbo, per i regali e i dolci. Per i brindisi e i festeggiamenti con gli amici da ragazzo. Per gli abbracci e le attenzioni di chi amavo da adulto.
Ma questo viaggio chiamato vita spesso ti trasforma, nel mio caso sono arrivato ad aspettare il mio compleanno come data per tirare le somme. Con aspettative sempre modificate e ridimensionate (brutte bestie le pessime compagnie), fino ad arrivare al punto di non avere più aspettative ma "aspettame" ovvero di aspettare me.
Non mi aspetto più regali dalle persone ma dalla sorte.
Per te cara vida loca o per te nefasta malasorte, comunque, rimango a vostra disperazione.
Auguri un 'azzo.
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amavit · 1 year ago
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Però ti piace stare a mezze maniche senza avere freddo ai piedi e la punta del naso ghiacciata
Se intendi dire che mi piace il caldo no, non mi piace, soffro di pressione bassa e mancanza di ferro, ogni estate è un patimento.
(Ma in ogni caso mi lamento anche d’inverno)
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iosonorox · 1 month ago
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Il mio impacco preferito
Una cosa molto importante che ho imparato con l’esperienza di vivere lontano da casa e avendo a che fare con amici, ragazzo e gente che comunque non sarà mai la mia famiglia è che non si deve mai smettere di prendersi cura di se stessi. Io, specialmente, tendo a lasciarmi influenzare perchè sono convinta che gli altri siano più sereni di me. Nulla di più sbagliato.
Se ho ordine nella mia mente è perchè seguo un mio ritmo, ho le mie convinzioni e i miei modi di dire e fare.
Ho capito anche che chi ti vuol bene ti accetta per ciò che sei, e non ci si deve equiparare agli altri per cercare di piacere di più. Se una persona ci abbandona in favore di qualcun altro/altra, evidentemente non meritava la nostra attenzione, era solo ipocrita.
Ma andiamo a noi, buttiamo fuori di casa la negatività !
Mi sono ritagliata un bel pomeriggio tutto per me. Mi sono rilassata, e ho “studiato” un’altra cosa riguardante la cura di sè ( che spero di poter scrivere e seguire presto, anche tramite un post in questo blog).
Ad ogni modo, ecco la routine che ho seguito. Ci tengo a precisare che non soffro di allergie o intolleranze, qualora aveste qualche problema che io non ho chiedete consiglio al medico prima di preparare qualcosa che scrivo.
Innanzitutto, ho messo della Musica, dalla mia playlist di Spotify.
La musica è importante se non fondamentale per il mio rilassamento.
Quindi, ho cominciato a preparare l’impacco per i miei capelli.
Io ho i capelli abbastanza grossi, e folti. Hanno la tendenza ad ingrassare , e sono lisci naturali.
L’impacco che ho preparato è il mio preferito, perchè sgrassa la mia cute, lucida e disciplina i miei capelli, oltre a renderli morbidissimi!
Innanzitutto ecco cosa occorre per il mio impacco :
Latte in polvere ( tipo quello per bambini ), circa 35 g
Un vasetto di yogurt ( io ne ho utilizzato uno scaduto, giusto per non fare spreco, ai frutti di bosco. Ci tengo a precisare però che sarebbe meglio se non avesse pezzi di frutta all’interno, volendo si possono togliere prima di applicare sui capelli)
Olio ( io ho usato quello d’oliva, non puzza e non appesantisce i miei capelli, ma ad altre persone ha reso pesante la chioma; in questo caso si può cambiare l’olio con uno più leggero, come quello di jojoba)
Le dosi le ho messe un pò ad occhio, e vanno bene per me che ho molti capelli e di lunghezza media. Per una capigliatura corta dimezzare le dosi, per una capigliatura molto lunga raddoppiarle.
Per cominciare, prendiamo una ciotola in cui mischiare il nostro impacco, e versiamo un pò d’olio. 
A questo punto aggiungiamo il latte in polvere.
Con una forchetta mischiamo l’olio al latte in polvere. Verrà un composto farinoso, ed è così che deve venire. Quindi, prendiamo il vasetto di yogurt e lo versiamo assieme al latte e olio.
Con la forchetta mescoliamo energicamente ed eliminiamo gli eventuali grumi che si vengono a creare. Deve risultare un bell’impasto cremoso, come in foto.
Non fate caso ai grumi del mio composto, sono i pezzi di frutta. La prossima voltà filtrerò con un colino oppure userò yogurt bianco e senza pezzi di frutta.
Poichè ho usato lo yogurt freddo di frigo, per evitare di prendermi una botta di gelo in testa ho scaldato un pò l’impacco al microonde.
Quindi, ho spalmato per tutta la mia capigliatura asciutta ma sporca questo impacco. Ho usato le dita a mò di pettine per prendere più chioma possibile. Quindi, ho massaggiato la cute per bene e ho lasciato agire.
Di norma lascio agire circa 10 minuti, che sono più che sufficienti per far agire l’impacco.
Però visto che è stata un’ora da dedicare interamente a me stessa, ho deciso di non fermarmi.
Ho deciso di prendermi del tempo e farmi anche una bella maschera per il viso.
La marca è ottima, ha un profumo e una consistenza davvero gradevoli e non mi è costata tantissimo.
Ho lavato la faccia con acqua tiepida, e senza asciugare il viso ho applicato la maschera, facendo attenzione ad evitare il contorno occhi. Ho messo la maschera anche su tutto il collo.
Questa maschera agisce in 5 minuti. Si sente una sensazione di frescura e non tira più di tanto. L’importante è non farla seccare.
A questo punto, passati i 5 minuti della maschera e i 10 minuti dell’impacco ai capelli mi sono buttata sotto la doccia.
Ho cominciato dal viso, sciacquando via la maschera, con un piccolo massaggio e con acqua tiepida.
Nel mentre ho bagnato, sempre con acqua tiepida, i capelli, per far ammorbidire l’impacco. Quando ho tolto la maschera, ho quindi cominciato a togliere l’impacco dai capelli. Ho messo l’acqua un filo più calda, per far sciogliere meglio il composto. Quando ho ripulito più che ho potuto , ho finalizzato come di consueto la mia routine capillifera. Ho fatto 2 shampoo, non ho usato balsamo.
Subito dopo aver tolto l’impacco i capelli saranno unti, ma non c’è bisogno di impanicarsi: è l’olio. Con lo shampoo andrà via del tutto.
Già che ero sotto la doccia, ho deciso di fare un bello scrub corpo.
 Dopo averlo applicato sulla gambe e cosce ho massaggiato dal basso verso l’alto, in modo da stimolare la circolazione. Di norma uso solo in questi punti lo scrub.
Ho poi fatto la doccia come di consueto.
Appena uscita dalla doccia, ho strizzato i capelli e li ho avvolti in un’asciugamano , per far assorbire il più possibile di umidità.
Nel mentre ho asciugato il mio corpo. Le mie gambe sono molto lisce e morbide al tatto, grazie allo scrub.
Non appena ho asciugato il viso, ho applicato due gocce del mio siero preferito, alla vitamina C.
Dopo aver terminato questa operazione e aver fatto asciugare il siero, ho cominciato a dedicarmi ai capelli. Ho frizionato leggermente con l’asciugamano, poi l’ho tolto. Ho quindi pettinato i miei capelli da bagnati. L’effetto dell’impacco si nota subitissimo: capelli disciplinatissimi, nemmeno un nodo ( i miei capelli si annodano con un nulla ).
Dopo l’asciugatura sono lucidissimi, morbidi, lisci, leggeri.
Sono molto soddisfatta dei risultati, ma sono soprattutto gratificata per aver dedicato del tempo a me stessa.
Spero di replicare presto !
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svnfvll · 11 months ago
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c'è ancora e ci sarà sempre questo desiderio ma era meglio quando era l'unico nella mia lista tanto soffro in ogni caso e sinceramente preferisco farlo solo per D
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diluvioaluglio · 1 year ago
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Io soffro di ADHD, dimmi tutto
-S.
per caso sai dirmi come sono i test ? Sono pesanti? Sono simili a quelli su la dislessia? Sì scusa per le domande ma davvero non so nulla, e io devo far i test quindi vorrei informarmi prima per non stancarmi. Perché quelli dei DSA mi uccidevano ogni volta che li facevo quindi ho un leggero trauma su quei cosi hahah
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men4de · 1 year ago
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'semplicemente smettila di seguirmi' scusami eh, però.
vai su youtube e ti trovi uno stronzo dire cose maschiliste, denigratorie nei confronti delle donne. qualcuno gli scrive: oh ma stronzo! e lui: smettila di seguirmi se non ti piace quel ceh faccio ;)
certo la statura dei due discorsi è diversa ma la base è la stessa. non è che la persona con dca nel leggere che lodi il saltare pasti (o altre cose che ogni tanto scrivi) pensa: ok adesso le tolgo il follow, devo tenere alla mia salute mentale! probabilmente è una persona fragile, o al limite un ragazzo che approva la cultura dell'anoressia (e infatti a mettere like in quel post mi pare siano solo ragazzi, o sbaglio? ^^). io il follow in linea teorica potrei anche toglierlo, di dca non ne soffro, il torto non lo fai a me.
ecco di dca non ne soffri, quindi in pratica non ne sai nulla e non sai come ragiona una persona che ne soffre. mi fa piacere che guardi i like, io non li guardo e non mi interessa.
non sai che alle persone che REALMENTE soffrono di dca non cambia un emerito cazzo leggere di una che salta i pasti o vedere foto di persone magre. le wannabe anoressiche possono pensare e fare quello che vogliono, ma credimi: non diventi anoressica perché lo vuoi
mi sorprende comunque che non ti diano altrettanto fastidio i post dove parlo dei miei istinti suicidi. quelli non sono abbastanza glamour? per caso non sto incitando al suicidio?
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risplendiii · 2 years ago
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Se soffri di DCA perché colpevolizzi gli altri?
Soffrivo, non soffro
Non sto colpevolizzando gli altri. Se leggi bene, ho scritto che cambierei l'aver dato ascolto ad una persona. Non ho detto che lei è la causa dei miei DCA
In ogni caso, molti DCA sono causati perché si vuole raggiungere uno standard di perfezione ideato dalla società, quindi "gli altri" non sono innocenti
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magpieddd · 1 year ago
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In ogni caso, hanno tolto i divanetti dalla sala di attesa, già soffro mentalmente e in più vuoi anche farmi soffrire fisicamente ma che razza di centro è. Rivoglio il mio divano. Divano del csm save me. Save me divano del csm
Vibes del momento: finire la mia super fanart di Val mentre aspetto il mio appuntamento al centro salute mentale
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lucrezia00 · 2 years ago
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Confini
Studiando i vari disturbi di personalità più volte è emerso come le persone che soffrono di determinati disturbi non riescano a stabilire un confine tra sé e l’altro. La propria identità è così sfumata ed instabile che ci si confonde sempre con l’altro, si ricerca una figura di riferimento sulla base della quale tentare di dare una definizione di sé. Ora, io non soffro di alcun disturbo di questo tipo, mi è solo stato detto che ho un tratto evitante di personalità, ma fortunatamente non è mai diventato una vera e propria patologia. In ogni caso, mi rivedo in molto di ciò che ho studiato. Anche io spessissimo sento questa mancanza di confine tra me e l’altro, chiunque egli sia. Mi sento sprofondare, affogare nell’altro, nella sua personalità, nei suoi interessi, nel suo modo di pensare, anche se sono decisamente lontani da me. Eppure non riesco a mantenere la mia individualità, il mio senso del sé, la mia stabilità. Ed è perché non ho una stabilità, la mia persona è costituita da piccoli tasselli che non si tengono insieme, che barcollano ad ogni minimo movimento e si staccano. E sono così pochi quei tasselli, si disperdono nel vuoto della mia interiorità, fluttuano in un’enorme inconsistenza. Ed è così che non riesco a creare un vero legame con gli altri, perché non sono del tutto consapevole di chi sono, tendo a fondermi con l’altro, quasi ad implorarlo di accettarmi per come sono e non darmi l’ennesimo rifiuto. Mi sento costantemente rifiutata. Non so se è perché ho conosciuto poche persone e tutte simili tra loro, perché ho sempre vissuto in questa regione retrograda, perché sono immersa negli stessi discorsi e interessi vuoti. Fatto sta che mi sento di abitare un corpo morto, un corpo che si muove ma che dentro è spento. Un corpo che non trova interessi che lo spingano a muoversi, che vorrebbe fermarsi e non fare più niente. Che passa le ore della giornata a cercare di capire perché viene rifiutato, perché non viene apprezzato, perché viene tenuto a distanza. E vorrei trovarla questa identità, questa interezza, vorrei capire come sono davvero e cosa desidero realmente, lo vorrei davvero perché mi accorgo che mi sono accomodata troppo a ciò che all’esterno viene percepito come giusto, e il risultato è che non ho niente. Ho solo dei frammenti di me su cui provo a ricostruire il tutto.
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sono-sotto · 2 years ago
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L’altro giorno ho ricevuto da un amico l’inedito di uno dei miei rapper preferiti. Ammetto che ascoltarlo mi ha fatto male. A luglio sono andata al concerto del suddetto cantante con il mio ex: avevo scordato quanto fosse deprimente. In più ora che si carica dei ricordi di una relazione dolce-amara vissuta e finita a metà, penso che potrei davvero defenestrarmi. Per fortuna abito solo al secondo piano, quindi non dovrebbe essere un così grande problema. In ogni caso tra quattro giorni esce il nuovo album (di cui fa parte pure l’inedito) e chi sono io per non ascoltarlo? Credo ne sentirete delle belle.
Ah, l’inedito l’ho condiviso con il mio ex, ovviamente. Col cazzo che soffro da sola.
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