Tumgik
#impronte di dita
smokingago · 6 months
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Gli innumerevoli granelli di sabbia
le stelle indomabili
e io lì dentro, e io
tra questi miliardi di esseri umani?
Guarda le linee della tua mano,
Guarda le impronte delle tue venti dita.
Nessuna è uguale. L'essere umano
è unico ogni volta.
L'aria è uguale per tutti
e l'acqua dei pozzi è la stessa
e la terra dove camminiamo.
Ma il fuoco che arde nel profondo
di te, finché ti terrà in vita,
è tuo, semplicemente tuo.
Liliane Wouters, Granelli di sabbia
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ma-pi-ma · 8 months
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Gli innumerevoli granelli di sabbia
le stelle indomabili
e io lì dentro, e io
tra questi miliardi di esseri umani?
Guarda le linee della tua mano,
Guarda le impronte delle tue venti dita.
Nessuna è uguale. L'essere umano
è unico ogni volta.
L'aria è uguale per tutti
e l'acqua dei pozzi è la stessa
e la terra dove camminiamo.
Ma il fuoco che arde nel profondo
di te, finché ti terrà in vita,
è tuo, semplicemente tuo.
Liliane Wouters, da L'aloe, 1983
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pollicinor · 7 months
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Un’insolita falla di sicurezza ha colpito i dispositivi dotati di lettori di impronte digitali, una delle tecnologie biometriche più diffuse e affidabili. Una ricerca congiunta di scienziati cinesi e americani ha scoperto che il suono prodotto dalle dita sullo schermo può essere usato per ricreare le impronte digitali e violare i sistemi di autenticazione. Il risultato è stato pubblicato in un articolo intitolato “PrintListener: Uncovering the Vulnerability of Fingerprint Authentication via the Finger Friction Sound“.
Dall'articolo "Hacker clonano le impronte digitali dallo swipe sullo schermo" di Tiziana Foglio
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lunamarish · 3 months
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IL 16 MAGGIO 1973
Una delle tante date he non mi dicono più nulla. Dove sono andata quel giorno, che cosa ho fatto – non lo so. Se lì vicino fosse stato commesso un delitto - non avrei un alibi. Il sole sfolgorò e si spense senza che ci facessi caso. La terra ruotò e non ne presi nota.
Mi sarebbe più lieve pensare di essere morta per poco, piuttosto che ammettere di non ricordare nulla benché sia vissuta senza interruzioni.
Non ero un fantasma, dopotutto, respiravo, mangiavo, si sentiva il rumore dei miei passi, e le impronte delle mie dita dovevano restare sulle maniglie.
Lo specchio rifletteva la mia immagine. Indossavo qualcosa d'un qualche colore. Certamente più d'uno mi vide, forse quel giorno trovai una cosa andata perduta. Forse ne persi una trovata poi.
Ero colma di emozioni e impressioni. Adesso tutto questo è come tanti puntini tra parentesi.
Dove mi ero rintanata, dove mi ero cacciata – niente male come scherzetto perdermi di vista così.
Scuoto la mia memoria – forse tra i suoi rami qualcosa addormentato da anni si leverà con un frullo.
No. Evidentemente chiedo troppo, addirittura un intero secondo.
Wisława Szymborska
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princessofmistake · 6 months
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“Ti amerò per sempre”. Non ci rendiamo conto di dirlo sempre a persone diverse che di volta in volta si succedono. Allora siamo proprio incapaci di amare. Che tristezza. Forse è meglio che accettiamo il fatto e ci rinchiudiamo in prigioni di morbido silenzio. Più onesto. Oppure lasciarsi scivolare lungo i secoli, che non durano poi che una manciata di secondi. Pensare che tra poco le tue labbra apparterranno a qualcun altro, e qualcuno che non conosco giocherà con te in un giardino di dolce carne, tutto questo è così insopportabile quanto logico. Non sono geloso. Non lo sono proprio. Ma è così triste questo. Non è forse meglio aspirare alla gioia degli eremiti, i compagni dell’anima, sfiorati solo da un alito di vento – puri. Ci hai mai pensato? E se io fossi veramente un angelo? Allora sì, potrei raggiungere le profondità del mare, specchiarmi nella sabbia e scoprire – il cielo. Ricordati. L’anima rimane pura. Ma la tua carne è macchiata dalle impronte delle mie dita e delle mie labbra. Non dimenticartelo mai, per favore. E ora non voglio fare altro che dimenticarti negli occhi di qualcun altro. Perché se penso a te e la tua immagine non è accompagnata dall’amore, allora è meglio annegarla – o scolpirla. Voglio essere guardato solo da occhi innamorati. Gli altri sono ciechi per me. Voglio solo essere sommerso di nuovo dall’amore. Voglio far assaporare la mia carne a qualcuno che mi desideri e apprezzi (e tu? sei così lontano ormai da non sentire più il mio profumo? A volte vorrei ancora te nel mio letto). Forse allora sarò in grado di guardarti, e vederti di nuovo, e provare qualcosa. Qualche cosa che non sia questo silenzio. Perché è stato cancellato l’amore. E dove mi trovo ora? L’aria è calma. Perché sarei solo uno dei tuoi amici, e io mi nutro solo di qualche cosa di assoluto. Solo poche gocce. E se non sono indispensabile non riesco a stare accanto a nessuno. Amo solamente chi mi ama. E non ti voglio bene abbastanza da giungere a negarmi. Mi pesa la testa. Sento come un fruscio d’ali nella mia mente. Gli angeli. Ricordi? Forse esistono.
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disagiadaa · 10 months
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Come sei arrivata fin qui?
Una domanda tanto scomoda quanto dolorosa. Hai camminato sempre in punta di piedi tra cocci di vetro , guardando attentamente di non pestarli, e non ti bastava fermarti a raccoglierli, non andavi ne avanti né indietro, ti fermavi con le tue mani , inginocchiata dentro tutto quel vetro, di rimettere insieme i pezzi, con le dita scoperte, insanguinate. Il più delle volte il vetro ha vinto, spaccandosi in mille pezzi tra le mani o ancora prima di inginocchiarsi, eri così sicura di aver guardato bene prima di mettere il piede, eppure hai iniziato a pestare cocci fino a non sentirne più il dolore.
Lasciavi tracce di te, impronte di sangue così che tutti potessero vedere i tuoi passi , il tuo dolore. Assaporarlo, godendo nelle tue ferite ma allo stesso tempo incitandoti ad uscirne, man mano che andavi avanti, non potendo più andare avanti con i piedi in quello stato. Ti affidi alle ginocchia e hai gomiti. Gattonando in quel mucchio brillante che da lontano sembravano diamanti. Ti avvicini e sono sempre più taglienti.
Ti aspettavi che qualcuno ogni tanto ti portasse una coperta per avvolgerti e portarti via.
Ma chi passava,si vantava di poterti portare via nei migliori dei modi, ma il vetro aumentava e nonostante tu abbia aspettato, sei dovuta andare avanti.
Andavo avanti e sì ripresentavano sempre più con queste coperte, coperte che avvolgevano pieni ricordi e le vedevo li di fronte a me. Come una preda al macello. Inerme senza propendere le mani come una madre fa con il proprio figlio. Trovavo compassione nella mia desolazione . Ritrovandomi con mille persone a fianco . Ma che allo specchio vedevo soltanto me stessa.
Avrei voluto una vita senza cuore e senza anima. Da poter comprendere tutti quelli che ti hanno fatto soffrire e vedere da quell inquadratura se sei così biasimabile come sembri.
Ti chiedi se ne vale la pena. Di continuare con le tue domande devastanti e le tua ossa rotte. Ti ripari in quella piccola desolazione che hai perché ormai quella è la tua casa.
“Ha senso?” Ti chiedi continuamente. Nella tua testa cigolante.
Se potessi solamente alzarmi in piedi senza usare le mani. Se riuscissi ad andare avanti senza voltarmi indietro.
Se potessi non piangere nel cuore della notte senza chiedere a dio perdono.
Se riuscissi a ricucirmi da sola, senza più aspettarmi una coperta che mi salvi e mi porti in salvo. Come una principessa nel castello che attende il suo principe. Ma se la mia storia non fosse come se io fossi il sole? Ma che sono un sole nero, che risucchia il mondo e lo vomita? Come vomito delusioni?
E ad ogni ferita non piangere. Trattieni il fiato ,non farti vedere vulnerabile. Ma la domanda è da chi?
Mi inchino nell angolino al buio della stanza.
Seduta al freddo, sperando che l’oscurità venisse e prendesse il sopravvento. Che la mia pelle d’oca si scaldasse e facesse da scudo. Nell’oscurità i mostri fanno visita credendosi di potermi terrorizzare. Loro stessi ora mi cullano , capendo che non sono loro i veri mostri di cui io debba affrontare. Se ne stanno li , lieti osservatori delle mie cadute e dolorose camminate sui vetri, in silenzio. “Perdonami”. Rimbomba nella testa con lacrime ambigue, senza un significato deciso o preciso, ti chiedi il motivo del perdono che chiedi. Eppure non riesci a chiedere altro che questo.
Potrei lasciarti andare e amarti lo stesso. Ma continui a sbattere contro le cose come se avessi perso le capacità motorie e razionali. Ti senti che non sarà mai più come prima,fino al punto di chiederti. Come era prima?
Ti sciogli i capelli, gettandoteli indietro. Mento alto sempre anche con il collo sporco.potrei? Potrei essere quel corpo con qui fai l’amore? Quel desiderio che nasce da un profumo di sangue. Di sete o di fame. Un calore forte di quelli che ti soffocano l anima. Riesci a dare il tuo corpo per un atto così grande? Ma in tutto questo sguazzi nel vetro. Pensi di essere speciale o diversa, ma ti rendi conto di essere solo di passaggio, il ricordo o il disagio di qualcuno, una novità per altri, e ciò che ti rimane in mano e un mucchio di pezzi di vetro insanguinanti tra le mani. Ti rendi conto di stare soffrendo, ma non riesci a distogliere lo sguardo dal tuo sangue pieno di brillanti del vetro che quasi ti ipnotizza. Come a scuola, durante l ora di matematica rimanevo ipnotizzata nei ricordi delle mie giornate tralasciando i compiti e le tabelline. Guardavo il soffitto e le sfuriate di mia madre, il sangue che colava e le bendature per le braccia.
Ti dicono che non vogliono ferirti, che non possono darti quello che per te sarebbe meglio.
Preghi e supplichi l’amore è l’attrazione prende il sopravvento. Ma torni a casa e non ti lavi. Hai il suo odore nelle mani e nella pelle. Non vuoi lavarti perché sarebbe un ulteriore abbandono. Abbandoni le tracce che ti hanno lasciato e rimanere vuota di quello che pretendi ,che credi che non sia una pretesa ma quello che è giusto. Ti innamori a secondo. Millesimo, senza una conoscenza professi amore e sofferenza innata. E ti senti di non voler essere cosi.
Ti infili nelle coperte e hai addosso questo odore. Ti guardi allo specchio e il tuo trucco
Cola, ti fai una foto per ricordarti questa sofferenza come promemoria.
Non è quanto, ma è quando alcuni attimi di felicità diventano veri ed estasianti. Ti credi migliore,addirittura la persona più felice. Ti credi di poter finalmente vivere con una persona al tuo fianco dove ogni volta che ne guardi le mani, cambia la mano .
Ti dimentichi di imbottigliare i primi momenti. Perché se potessi, li tirerei fuori di nuovo per quando il tutto diventa aperto o smascherato come le carte sul tavolo.
Ti dici che la vita prima aveva un senso senza di lui. E poi ti chiedi come farai senza. Ti chiedi perché non poteva rimanere sconosciuto o in quel limbo piacevole di cui nessuno vorrebbe uscire.
In quel momento dove vorresti che tutto fosse eterno e felice , credi che tu sia perfetta e che lo sia anche lui.
Ci messaggi tranquillamente senza alcun problema. Mentre invece dopo hai il terrore di toccare il testo o il tasto giusto o sbagliato. Credi che siete legati e preferisci essere infelice, che perdere quell idea
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colorfulprincewombat · 9 months
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Ho saziato il mio corpo e la voglia
che avevo su di te...
Sazia la sete della mia pelle
e bevuto della tua acqua pura
ho trasformato il deserto del mio
corpo in una giungla esplorata
dalle tue mani lasciando le
impronte sulle mie dita.
Ho mangiato la tua bocca, come una prelibatezza
in ogni bacio che ti ho dato... divertirsi
l'angolo di loro e assapora
il dolce sapore del tuo respiro nel
scambio di saliva.
Le tue labbra con la mia lingua
Camminai dolcemente...
e ho completato il percorso che ho disegnato
tutto il tuo corpo, la tua durezza ho sentito e senza
più a te anima mia ti ho dato in una consegna
Dove...
Il mio ventre ha sentito la tua forza e
la mia vulva esposta lascia per te
l'essenza della tua bocca, lingua
e dita mi hai lasciato aprendo
il mio inguine e il succo della vita
Ti ho permesso di sentire, avresti dovuto tutto di me
la mia pelle ti ho fatto sentire e il tremore di
Il mio corpo ti ha fatto rivivere.
Hai mangiato del frutto proibito
fino a farmi gemere...
Hai acceso il fuoco dell'inferno
solo per me e in risposta a
i miei demoni hai fatto più di una volta
Vieni.
Passione e desiderio sono solo traboccati tra
queste lenzuola proprio quando i nostri
corpi fusi e in uno scoppio si
hanno tremato.
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passione-e-follia · 11 months
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Le dita affusolate del sogno chiudono i miei occhi chè la realtà senza di te perde la sua magia Oltre il buio delle palpebre, invece, l'immagine tua mi ispira una promessa di felicità So che non mi basterebbe guardarti Non mi basterebbe inebriarmi del profumo della tua pelle, né toccarti mi appagherebbe. Solo se fossi parte di te, se mi sussurrassi il tuo nome sulle labbra, solo allora si placherebbe la mia anima. Il mio fuoco è inestinguibile, dimora nell'onirico, a un solo passo dalle tue ultime impronte sulla sabbia di un mare lontano. Riaprirò i miei occhi perché devo, e il riverbero del mio desiderio più profondo di te, mi renderà tollerabile il mondo ancora per un po', finché il tuo incanto non verrà a cercarmi ancora. ---- Antonio... Ti devo un sorriso, una carezza e un abbraccio, intanto grazie di cuore! Ancora una volta hai dimostrato di essere una persona di gran cuore e non finirò mai di ringraziarti per questa bellissima poesia.❤️❤️
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petalididonna · 2 years
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Le dita sfiorano le pietre di quel muro.
I viandanti si appoggiano ad esso
lo lisciano,lasciandovi immutate impronte.
Anche gli uccelli verso viaggi migratori
vi sostano...trovandone sollievo prima di partire.
E dietro il muro di pietra una fila di cipressi
ne trae sostegno fidandosi.
Lungo il viale accanto a quelle pietre baciate dal vento...mi sono ritrovata a piangere.
D.P.©
@petalididonna
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Se fossi stato mio amico, ti avrei detto di non aver paura di scoprire chi sei.
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Il ragazzo nella foto si chiama Andrea Spezzacatena. Andrea è un ragazzo sensibile, gentile, buono, Andrea è speciale, è diverso, è avanti con i tempi e questa sarà la sua più grande tortura. Andrea ha una famiglia che lo ama, è un figlio dal cuore d'oro e un fratello maggiore amorevole, ma Andrea ha anche le sue paure, le sue fragilità, i suoi dubbi. È solo un ragazzo di 15 anni ed ha tutta la vita davanti a sé per scoprire quanta bellezza c'è là fuori, quanta bellezza è in lui, ha ancora tanta strada da seguire, se solo qualcuno quella strada non gliela avesse bloccata con la forza dell'odio. Andrea viene bullizzito per lo smalto sulle unghie e perché indossa un pantalone rosa, inoltre i suoi bulli creano una pagine Facebook nella quale si prendono gioco di lui. Andrea ha 15 anni da soli 6 giorni, 15 anni li avrà per sempre, tutta quella vita a lui promessa non saprà mai cosa sia perché Andrea un giorno torna a casa e si toglie la vita.
Il bullismo uccide, la cattiveria uccide, le parole dette per ferire uccidono. Teresa, la madre di Andrea, da anni va di scuola in scuola a raccontare la storia di suo figlio, "è un modo per aprire e chiudere la bara di Andrea." Non si è lasciata morire da tanto dolore per far vivere Andrea e per ricordare ogni giorno che il bullismo è merda. A voi la lettura di un post Facebook di Teresa, post che mi ha fatto gelare il sangue, lacrimare, provare rabbia e fermarmi a pensare per trovare un perché di tanto odio, ma un perché non esiste, fa solo male. Oltre a quel pantalone rosa scolorito in lavatrice c'era un mondo di colori, la promessa di bellezza non mantenuta. L'educazione la si insegna, ma sensibilità è un dono e non ci sono esempi per insegnarla, la si applica e basta.
Teresa Manes:
Quando all'obitorio quel giorno ritrovai il corpo di mio figlio, in parte mi sentii risollevare.
Avevo di nuovo il suo corpo, in fondo.
Ricordo ancora quella teca, al centro della stanza, dove ci fu concesso di ritrovarlo, disteso in una sacca.
Pareva che stesse dormendo, sudato.
Allungai e strinsi tra le dita il polsino della maglia che tenevo addosso.
Passai e ripassai quel piccolo lembo così ricavato sui vetri della teca, di cui vi ricordo ancora impresse altre impronte di dita straziate.
Io ero lì che volevo solo asciugare il suo volto.
Ma chissà quanti altri occhi intrisi di dolore avrà ospitato quella teca.
Poi arrivò una donna a ritirare quella barella.
Lo fece con un amorevole lentezza che solo una mamma sa concedere ad un'altra mamma.
Un piccolo gesto, caritatevole di cui mi fece dono.
E in quell' ultima frazione di secondo, prima che quella porta si richiuse, strappandomi via mio figlio, ci fu uno sguardo, scambiato tra me e lei che fu intenso.
Ecco, se mi si chiedesse di descrivere un momento di empatia, io racconterei questo.
Un momento in cui due estranee hanno capito e accolto le necessità dell'altra.
Lei, donandomi il tempo di lasciarmi dire addio con la delicatezza che richiedeva la circostanza.
Io, di ringraziarla per aver compreso per poi lasciarla andare al suo lavoro.
Scrivo tutto questo perché credo che se la cattiveria avesse modo di respirare l'odore acre che quel giorno mi è rimasto impresso nelle narici, forse, le verrebbe un rigurgito di bene.
Ciao Andrea (1997 - 2012)
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la-scigghiu · 2 years
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Io conosco storie di donne che entrano in un cuore grande come un pugno e che lasciano impronte nei respiri
in letti da rifare in cucine dal profumo di spezie in discorsi che restano sospesi (nel fumo di sigarette tra le dita) In liste della spesa. (calligrafie minute in fogli bianchi appena stropicciati in un angolo) in un’attesa che dura quanto un figlio (che è cresciuto e andato via)
Donne senza bombole d'ossigeno senza una base a dar loro coordinate che fluttuano in un’apnea d’amore tra stelle interrotte dal buio e silenzi intercalati da parole: quelle sbagliate.
Donne nella cui anima si annidano speranze. E restano lì. Come gusci vuoti in memoria.
.🦋.
Carla Lebwoski Cavallini
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enkeynetwork · 2 months
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erosioni · 4 months
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Non dormo, ma vedo un arto, le dita della morte, il fantasma di un pittore anonimo lasciare le impronte della morte sul muro; le piume sgargianti di soffici uccelli arruffarsi nel bosco; ossa di pesci e le bianche schiene di strane donne; il tuo respiro come il lento tuono sull’altra sponda di un fiume mentre mi dormi accanto
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lapoesianonsimangia · 5 months
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Nel testo che segue, l’autore paragona l’arrivo del pensiero poetico all’incedere misterioso e inarrestabile di un animale selvatico. Tu a che cosa paragoneresti l’ultima intuizione o idea creativa che ti ha fatto visita? *** Immagino la foresta a mezzanotte: qualcos’altro è vivo oltre la solitudine dell’orologio e questa pagina bianca dove si muovono le mie dita. Non vedo stelle dalla finestra: qualcosa di più prossimo seppure più profondo nella tenebra sta penetrando la solitudine: freddo, delicatamente come la neve scura, il naso di una volpe tocca un ramoscello, una foglia; due occhi seguono in movimento che ora e ora di nuovo, e ora, e ora stampa nitide impronte sulla neve fra gli alberi, e con cautela l’ombra distorta di un corpo avanza lentamente presso un ceppo e baldanzoso nel vuoto viene attraverso radure, un occhio, spalanca il suo profondo verde, brillante, concentrato, va intorno come niente fosse finché, con guizzante caldo penetrante odore di volpe entra nel buco nero della mente. Ancora senza stelle è la finestra; l’orologio ticchetta, la pagina è pronta. Ted Hughes (Mytholmroyd, Regno Unito, 1930-1998), da "Poesie", Mondadori, 2008,
°ascoltando Tangerine Dream – Tangram
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gaetaniu · 5 months
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Rinvenute in Cina le impronte di un gigantesco dinosauro troodontide
Ricostruzione illustrata del Fujianipus yingliangi track-maker. I paleontologi hanno scoperto le tracce di un troodontide lungo 5 metri nella località di Longxiang, nella provincia cinese del Fujian. Il sito di Longxiang comprende dodici impronte di due dita che rientrano in due morfologie, differenziate per dimensioni e forma. Le tracce più piccole, lunghe circa 11 cm, appartengono…
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Cammino a piedi scalzi calpestando viscere, ossa, teschi. Mi sporco i piedi lasciando impronte sulle piastrelle bianche. Le mani sporche di terriccio e le unghie spezzate.
Sento i piedi sprofondare.
Il pavimento diventa lingua e calpesto ogni muscolo scivolando sulla muccosa, attraverso le papille gustative e sento i villi solleticarmi i piedi come caminassi su un tappeto erboso.
Mi guardo attorno e cerco di uscire da questa gabbia.
Spingo contro porte bianche, rompendomi la pelle e consumandomi le nocche. Urlo e sbatto con la spalla, poi con la schiena scivolo in terra.
Sono prigioniera e sento un battito, di mani, piedi o cuore?
Io e te non siamo uguali.
Amore, caro amore mio.
Ti chiedo ancora chi sei.
Tu non lo sai.
Ma sai, mille persone ci chiamano e demoni da cui provengo urlano il nostro nome.
Io taglio reti, quelle di Calzedonia.
Ti mostro gambe, cosce, glutei.
Tu apri bocca.
Rimani di stucco.
Io salto, scappo, ma mi volto indietro e tu mi afferri.
Divento molle e scivolo tra le tue dita.
Piccoli brividi sulla schiena percorrono la loro marcia dinanzi all'orrido che di fronte a te ritrovi.
Prendo forma.
Divento umana.
Un corpo nudo, bagnato e ferito ti guarda tra i capelli luridi di bava e c'ho fame da cent'anni e sono stanca di stare a dieta.
Ti afferro fuori controllo e con il veleno nelle unghie mando il tuo cervello in pappa.
Mi guardi negli occhi scuri e non puoi fermare questa rabbia eterna covata in fondo alle tue corde vocali.
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