#imprenditorialità femminile
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pier-carlo-universe · 2 days ago
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A scuola di gelateria nel carcere di Vercelli
Ha fatto tappa in Piemonte il Progetto Nazionale “SI SOSTIENE in carcere”, promosso da Soroptimist International d’Italia con Fabbri 1905 per il reinserimento in società di detenute attraverso corsi professionali di gelateria artigianale. Nel corso del 2025 saranno coinvolti 8 istituti penitenziari femminili in tutta Italia. Fabbri 1905 rafforza il proprio impegno a favore delle pari opportunità…
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carmenvicinanza · 9 months ago
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Edina Altara
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Edina Altara, poliedrica artista sarda del ventesimo secolo, è stata pittrice, ceramista, creatrice di moda, designer e pubblicitaria.
Ha illustrato una trentina di libri per l’infanzia e collaborato con numerose riviste e periodici.
La sua ricerca si inserisce in quel movimento di modernizzazione del primo Novecento in cui l’arte ha incontrato la produzione industriale e l’espressività popolare. 
A diciassette anni aveva già ideato una serie di balocchi di cartoncino e non ne aveva ancora venti quando il re Vittorio Emanuele III acquistò la sua opera Nella terra degli intrepidi sardi. Il collage, noto anche col titolo Jesus salvadelu è oggi esposto al Quirinale.
Nata a Sassari, il 9 luglio 1898 in una famiglia agiata, fin da bambina aveva mostrato una notevole propensione per il disegno, i colori e l’uso della carta.
Amava sperimentare e, in modo autonomo e da autodidatta, sviluppò presto un notevole senso estetico e una manualità allenata al ritaglio prima ancora che al disegno.
Si interessava di antiquariato, ma anche delle nuove tecniche produttive, esercitandosi in mille piccole attività, dal ripristino di oggetti antichi alla creazione di complementi d’arredo, alla decorazione, alla pittura. Utilizzava tessuti, carte colorate e frammenti di vetro con cui componeva scene e figure.
Il suo debutto avvenne nel 1917 con la mostra Società degli amici dell’Arte di Torino, dove il suo collage venne notato e comprato dal re.
Trasferitasi a Casale Monferrato, collaborava con diverse riviste quando, nel 1922 conobbe e sposò Vittorio Accornero de Testa, affermato scrittore, disegnatore e scenografo. Firmandosi Edina e Max Ninon, insieme, diedero vita a illustrazioni, cartoline, calendari, prodotti pubblicitari e lavori dal gusto Decò. Lei realizzava i personaggi e lui gli ambienti.
Il suo talento spaziava dal disegno alla moda. Dopo la separazione dal marito nel 1934, aveva aperto un atelier nella sua casa di Milano, dove fioccarono le richieste per lavori artistico di ogni sorta.
Si era anche dedicata con grande successo alla decorazione di maioliche prodotte da alcune ditte faentine e torinesi; progettava ciò che altri avrebbero poi riprodotto.
Durante la guerra, insieme alle sorelle, aveva creato una società di decorazione e progettazione di oggetti in ceramica che è stato un importante esempio di imprenditoria femminile, capace di consentire proventi sicuri in un periodo difficile come quello bellico.
Edina Altara ha disegnato per tutte le più importanti pubblicazioni femminili italiane. Il suo stile colto e informato, spaziava dalle curve flessuose del Liberty alla geometrie del Decò, fino a riferimenti più arcaici al mondo delle tradizioni sarde e alle figure ieratiche di Massimo Campigli, reinterpretate in un’opera emblematica come Penelope, un olio su masonite databile agli Anni Cinquanta.
Ha collaborato con tutte le più importanti riviste, tra cui  Grazia e Bellezza, diretta da Gio Ponti, con cui ha lavorato a lungo, soprattutto nel design, aiutandolo nei progetti di arredamento. Tra questi spiccano gli allestimenti di cinque grandi transatlantici italiani tra i quali l’Andrea Doria e il Conte Grande, per la sala ristorante di quest’ultimo hanno dipinto, a quattro mani, il pannello su vetro Allegoria del viaggiare (1950).
Quando il dibattito generale riprese a considerare secondarie le arti applicate, la sua poliedrica attività venne declassata a mera produzione decorativa.
Negli ultimi anni riceveva spesso commissioni per soggetti molto convenzionali, ai quali si adattava suo malgrado, pur di lavorare.
Si è spenta nella sua amata Sardegna, a Lanusei, l’11 aprile 1983.
Dopo la sua morte il suo nome era sparito dalla memoria collettiva, di recente, però, grazie al lavoro del pronipote, il giornalista Federico Spano, titolare dell’Archivio Altara, le sono state dedicate diverse retrospettive, che hanno saputo mettere l’accento sulla sua esperienza di imprenditorialità creativa e le utili ripercussioni per le nuove generazioni.
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personal-reporter · 1 year ago
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Diversity Management: Fòrema forma i manager per l'inclusività in Azienda
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Al via il progetto “Siadom”, finanziato dalla Regione Veneto per sviluppare nuovi modelli di integrazione per le donne. Il prossimo 25 ottobre l’evento di lancio con Marta Telatin, formatrice cieca che spiega l’inclusione bendando i partecipanti. Coinvolti 150 tra hr e imprenditori; 44 i partner coinvolti. La Regione Veneto ha finanziato alcune azioni di sistema per garantire il miglioramento della qualità di vita e di lavoro in azienda. Un'iniziativa politica dedicata a modelli comportamentali e produttivi che ha come obiettivo ultimo la parità di opportunità. La cornice legislativa è quella della direttiva ridenominata “Pari” (Progetti e azioni di rete innovativi per la parità e l’equilibrio di genere, ndr). Nel Padovano, Fòrema sta operando all’interno di “Pari” con il progetto “Siadom” (Social Innovation alliance for diversity management and innovation of organizational models, ndr), progetto che si è posto come obiettivo quello di rompere il soffitto di cristallo contro il quale oggi si fermano le aspettative delle donne. Per realizzarlo, sono stati coinvolti 44 partner tra organismi pubblici e privati, da citare tra gli altri la collaborazione delle Università di Padova e l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Il prossimo 25 ottobre “Pari” decollerà a Padova con un evento, che vedrà protagonisti quattro enti impegnati ad abbattere altrettante barriere dentro le aziende. Sono previsti quattro focus tematici: leadership femminile e percorsi di carriera (curato da Irecoop Veneto); diversity e modelli organizzativi (curato da Fòrema, che presenterà il suo “Siadom”); divario retributivo e di genere (di Ascom Padova); imprenditorialità femminile (di Cescot Padova). L’evento è previsto dalle 9 di mattina alle 18 presso il centro congressi di Villa Ottoboni, a Padova, in via Padre Ramini; nel tardo pomeriggio è programmato anche un evento di formazione tramite una esperienza teatrale. L’evento fa parte anche della rassegna del Digitalmeet 2023, uno dei più grandi festival italiani su alfabetizzazione digitale per cittadini e imprese. Gli stakeholder presenti potranno vivere un'esperienza unica nel suo genere. In cattedra salirà infatti Marta Telatin, padovana che ha perso la vista durante l’adolescenza per una malattia genetica e che da allora lavora nell’ambito della formazione e della scrittura. I presenti saranno tutti bendati e nella totale oscurità saranno chiamati a fare dei giochi di ruolo e ad interagire, senza poter usare lo sguardo. Una metafora della vita in azienda: le relazioni devono essere basate su obiettivi e competenze, il lavoro va giudicato (e pagato) non in base all’apparenza del lavoratore ma bensì in base alle sue reali capacità. “Gli obiettivi del progetto sono molteplici”, spiega Matteo Sinigaglia, direttore generale di Fòrema. “Lotta agli stereotipi e alla discriminazione basata sul genere, attraverso la promozione di interventi che possano favorire la diffusione di un diverso approccio culturale alla parità di genere. Ma anche partecipazione equilibrata al mercato del lavoro, attraverso la realizzazione di azioni per un maggior equilibrio tra vita professionale e vita privata, una redistribuzione dei carichi nei compiti di cura familiare e una migliore qualità di vita delle persone. Senza dimenticare l’implementazione di azioni volte a una maggiore autodeterminazione delle donne e all’incremento della partecipazione femminile al mercato del lavoro in tutte le sue forme, compresa l’imprenditorialità”. Concretamente, Fòrema per il progetto “Siadom” ha formato un team di lavoro che, dopo la presentazione ufficiale del 25 ottobre, creerà appuntamenti, incontri, network, scambio di informazioni, ma anche materiali didattici e work shop per un anno intero, sempre nell’ottica di favorire il diversity management nelle aziende. L’obiettivo è coinvolgere almeno 150 stakeholder, tra di loro hr, direttori del personale e imprenditori. Saranno promosse opportunità di certificazione di genere e di family audit, l’adozione di piani di diversity management, piani di welfare, bilanci di genere. Ma saranno anche facilitati lo scambio di buone pratiche riguardanti il diversity management e nuovi modelli organizzativi basati su forme di flessibilità che non causino danni ai percorsi di carriera e alla situazione economica delle donne. Read the full article
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fedelando · 1 year ago
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A GIOIA SANNITICA IL PROGETTO “NON SOLO PARCO”
All’interno delle attività programmate nel progetto “Non solo Parco”, promosso dal Ministero della Cultura nel conosciuto come “Bando Borghi” finanziato con fondi PNNR di cui il Comune di Gioia Sannitica è beneficiario ed attuatore, da mercoledì 4 Ottobre 2023 a Sabato 7 Ottobre 2023 è stata prevista la realizzazione, in collaborazione con Il DiARC Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, della prima edizione della Summer School che vedrà la partecipazione di circa quaranta studenti provenienti dal corso di Laurea Magistrale internazionale in Design for the Built Environment.
Gli studenti, provenienti da vari paesi Europei, da Africa, Medio ed Estremo Oriente, sono stati affiancati da un team di docenti e tutor universitari.
Questa attività rientra in una delle dieci iniziative che vedono l’interazione tra il progetto e la Comunità locale. In questo caso giovani designer internazionali cercheranno, con iniziative che si svilupperanno nel corso dei tre anni del Progetto “Non solo Parco”, di elaborare strategie di sviluppo per la comunità di Gioia Sannitica e dell’aree limitrofe.
Lo strumento che si adotterà è quello di un primo rapporto immersivo con il territorio, con visite e incontri con la comunità locale, che potranno portare a un primo racconto visivo della vita e delle loro necessità, per poi procedere progressivamente all’elaborazione e visualizzazione di strategie di sviluppo sostenibile.
Si adotterà una strategia operativa ricerca – azione che prevede la stanzialità, anche per brevi periodi nel tempo, di una comunità di ricercatori e progettisti che, in tal modo, entrerà in rapporto con le comunità di riferimento, comprendendone a fondo l’identità e le possibili future prospettive, anche ai fini di un incremento di attrattività verso l’esterno di tali territori.
Il programma di questa prima annualità prevede l’allestimento di uno spazio laboratoriale, in cui avverrà il lavoro progettuale in team, visite a centri del Basso e Alto Matese, seminari e incontri.
Una volta completate le attività intensive in loco, la visualizzazione delle proposte proseguirà con alcune giornate di lavoro presso il DiARC Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II nella sua sede di Palazzo Gravina a Napoli, ove avverrà anche la presentazione finale degli esiti di questo primo passo.
Con questa iniziativa si intende innescare un processo virtuoso, in cui la stessa permanenza e coinvolgimento di giovani designer internazionali potrà comportare una efficace interazione con la comunità locale per contribuire ad elaborare future prospettive di sviluppo condiviso.
La Summer School è una delle prime importanti iniziative del succitato progetto che già nel mese di Ottobre vedrà l’inaugurazione del Laboratorio di Micro-imprenditorialità femminile a cui man mano seguirà lo start-up delle altre sette Iniziative previste dal Piano di Lavoro progettuale.
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corallorosso · 5 years ago
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Perché le donne saranno decisive per tornare a crescere «Se volessimo davvero elaborare strategie d’innovazione a seguito della più importante crisi globale dopo la Seconda guerra mondiale,la questione femminile dovrebbe costituire il motore più importante per il cambiamento»...icordando che il Covid ha dimostrato una maggiore resistenza delle donne alle conseguenze estreme dell’epidemia: il tasso di letalità dovuta al virus (decessi su positivi) per le persone fra 20 e 59 anni risulta, infatti, del 2,4 per cento per gli uomini e dello 0,7 per cento per le donne. «Per questo», scrivono i ricercatori, «nel ripensare ai cambiamenti necessari per ridare slancio alla nostra economia, un ruolo decisivo dovrà ricoprire il sostegno all’occupazione e all’ imprenditorialità femminile. Eppure, con il progressivo ritorno alla normalità, l’occupazione femminile corre i maggiori rischi, oltre che per la crisi produttiva,per la dipendenza da fattori extra-economici, in particolare dai servizi per l’infanzia e dalla scuola e per elementi strutturali». Le fotografie Istat e Eurostat certificano che l’Italia è il paese fanalino di coda in Europa per tasso di occupazione femminile: il 50 per cento, un dato lontanissimo dalla media europea, che è del 67,3 per cento. Le donne italiane sono al primo posto nella classifica europea per tasso di rinuncia al lavoro per la cura dei figli, perché non trovano aiuto nell’organizzazione scolastica, né in quella del lavoro e familiare. È anche evidente la strutturale ridotta partecipazione delle donne al mercato del lavoro. ... «Per portare l’Italia al valore medio europeo sarebbero necessari 1.617.000 nuovi posti di lavoro esclusivamente destinati alle donne, se si volesse almeno dimezzare il divario con l’Europa bisognerebbe porsi l’obiettivo di almeno 250 mila nuove occupate l’anno per il prossimo triennio», calcolano i ricercatori della Rur. Le diseguaglianze di genere sono amplificate dalle differenze territoriali: il divario che esiste tra il tasso d’occupazione femminile della Provincia di Bolzano (67,9 per cento) o dell’Emilia Romagna (64,1 per cento) e quello della Sicilia (29,8 per cento). Le circa dieci milioni di lavoratrici si distribuiscono così: il 25,5 per cento nel settore della sanità e dell’istruzione, il 13,8 per cento nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, il 13,4 per cento nei servizi all’impresa, il 12,5 per cento nei servizi alla persona e collettivi. Significativa è la presenza anche nell’industria manifatturiera (12,2 per cento) e nel turismo (7,6 per cento). La presenza di professionalità femminili raggiunge il 72,4 per cento nei comparti della sanità e dell’istruzione e il 69,1 per cento nei servizi destinati alla persona. Nei settori chiave del nuovo sociale lavorano in complesso circa 3,8 milioni di donne rispetto a 1,5 milioni di uomini. Nella sanità, in particolare, le donne rappresentano il 56 per cento dei medici iscritti all’albo e sono quasi il doppio degli uomini tra i medici con meno di 40 anni. Il 77 per cento degli infermieri è donna. Nel mercato del lavoro, dunque, le donne appartengono più all’economia “smaterializzata” del futuro che a quella tecnologica che viene dalla tradizione. Decisive per la ripartenza. (L'Espresso)
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sciscianonotizie · 4 years ago
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Imprenditorialità femminile: Arleo (Competere.Eu): i dati di Unioncamere consegnano un quadro incoraggiante ma bisogna fare di più perché la crescita delle imprese diventi strutturale http://dlvr.it/S108G7
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purpleavenuecupcake · 4 years ago
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Il Recovery Plan di Draghi ha un “gusto di futuro” per gli italiani
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(di Davide D'Amico, Dirigente PA e Consigliere Aidr) È stato finalmente presentato anche alle Camere il nuovo PNRR del governo Draghi e entro il  prossimo 30 aprile sarà inviato formalmente a Bruxelles. Dopo un duro lavoro, in tempi peraltro strettissimi,  c’è stata la quadra anche attorno alla strategia, alla nuova narrativa ed alle modalità di implementazione (Obiettivi, milestone, target, etc.). E’ un piano di investimenti ambizioso quello che l’Italia si appresta ad inviare in Europa. Ma non solo. Parallele viaggiano numerose riforme, senza le quali, gli investimenti rischiano di non portare frutti nel medio lungo periodo. Si tratta di uno strumento che mette in campo risorse finanziarie ingenti finalizzate ad accelerare  la ripresa economica, rispondendo  in modo, speriamo efficace, alla crisi pandemica provocata dal Covid-19. Il PNRR italiano si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), che prevede per tutti i Paesi un totale di  750 miliardi di euro. All’Italia spettano 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso lo strumento chiave del NGEU: il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza. A questi si aggiungono ulteriori 30,6 miliardi che sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio che è stato approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile scorso. Pertanto abbiamo a disposizione  222,1 miliardi di euro. Mai abbiamo avuto la disponibilità  di così tante risorse finanziarie da spendere in un tempo così ristretto (2021-2026) e con modalità di “messa a terra” (attuazione) che devono seguire  precise indicazioni che noi stessi, come Paese, abbiamo scritto “nero su bianco” e consegnato all’Europa nella fase di progettazione e interlocuzione. Infatti, se da un lato il piano complessivo offre una visione di sintesi,  strategica e narrativa del cosa si vuole fare, del “come” e del “quando” (i tempi di massima di realizzazione degli interventi), occorre anche considerare che il “back office del piano” prevede azioni di dettaglio di ogni singola fase  e per ogni singolo progetto, sia esso di investimento o di riforma, con una scansione davvero rigorosa dei tempi e molto severa relativamente ai  “deliverable” (prodotti) che devono essere raggiunti. Quindi,  non si può non concordare con Draghi quando dice che bisogna avere “il gusto del futuro” parlando del PNRR.  Sono parole queste che hanno un significato intenso, che mirano a scuotere l’intero Paese: da un lato le pubbliche amministrazioni e i dipendenti pubblici che dovranno “abilitare” e mettere in campo le azioni previste dal Piano, dall’altro il tessuto imprenditoriale, che in molti casi e su diverse linee di azione, dovrà assicurare la realizzazione di progetti, molti dei quali ad elevata complessità.   In questo senso, “il gusto di futuro” è quasi un voler far riflettere ciascuno di noi a riscoprire quel senso di appartenenza al nostro Paese, che va ben oltre le ideologie politiche e che mira a unire, più che dividere, rafforzando quel concetto di coesione sociale e  favorendo quei progetti con impatto a carattere “strutturale”, che possano essere moltiplicatori di valore economico nel tempo, anche adottando paradigmi diversi di partnership rafforzate pubblico-privato, riducendo, al contempo, la corruzione  e  tutti i suoi effetti negativi su crescita, innovazione, qualità e competenze. Proprio perché il piano vuole avere un “carattere strutturale”, esso include un numero consistente di riforme, certamente quasi scontate per gli addetti ai lavori, ma che rappresentano invece il bisogno  di realizzare solide fondamenta su cui far poggiare tutti gli investimenti. Si tratta di riforme da adottare negli ambiti della: - pubblica amministrazione (favorire il ricambio generazionale, valorizzare il capitale umano e professionale , attuare la digitalizzazione, realizzare la piattaforma unica di reclutamento, erogare corsi di formazione per il personale e rafforzare e monitorare  la capacità amministrativa); - giustizia (ridurre la durata dei processi ed il peso degli arretrati giudiziari, rivedere il quadro normativo e procedurale aumentando il ricorso a procedure di mediazione e interventi di semplificazione sui diversi gradi del processo); - semplificazione normativa (semplificare la concessione di permessi e autorizzazioni, garantire attuazione e massimo impatto degli investimenti attraverso interventi sul codice degli appalti); - concorrenza (rafforzare la coesione sociale e sviluppare la crescita economica). E’ un Piano che ha come principali beneficiari le donne, i giovani e il SUD e vuole contribuire  a favorire l’inclusione sociale e a ridurre i divari tra i territori. Il digitale assorbe il  27% delle risorse mentre il 40 % è dedicato  agli investimenti per il contrasto al cambiamento climatico e dunque a favore della transizione ecologica,  più del 10% sono indirizzati verso un tema estremamente importante in questo momento di crisi economica: la coesione sociale. Il estrema sintesi, il Piano è articolato lungo le seguenti sei missioni: 1.            “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”( 49,2 miliardi – di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo). I suoi obiettivi sono promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura.  2.            “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, ( 68,6 miliardi – di cui 59,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo).I suoi obiettivi sono migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva. 3.            “Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile”(31,4 miliardi – di cui 25,1 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 6,3 miliardi dal Fondo). Il suo obiettivo principale è lo sviluppo razionale di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile e estesa a tutte le aree del Paese ( Alta velocità, potenziamento linee ferroviarie regionali, sistema portuale e digitalizzazione catena logistica. 4.            “Istruzione e Ricerca”(31,9 miliardi di euro – di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo). Il suo obiettivo è rafforzare il sistema educativo ( Asili nido, scuole materne, servizi di educazione e cura per l’infanzia, edilizia scolastica), le competenze digitali STEM, la ricerca e il trasferimento tecnologico. Inoltre, è prevista una riforma dell’orientamento, dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea. Si punta sui percorsi professionalizzanti post diploma degli Istituti tecnici superiori  (da non confondere con gli istituti tecnici e professionali) e si rafforza la filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico. 5.            “Inclusione e Coesione”(22,4 miliardi – di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,6 miliardi dal Fondo). Il suo obiettivo è facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale (centri per l’impiego, imprenditorialità femminile, servizi sociali ed ed interventi per le vulnerabilità, etc.). 6.            Salute”( 18,5 miliardi, di cui 15,6 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,9 miliardi dal Fondo). Il suo obiettivo è rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure (assistenza di prossimità diffusa sul territorio, case e ospedali di comunità, incremento assistenza domiciliare, telemedicina e assistenza remota, attrezzature nuove per diagnosi e cura, etc). Il Piano rafforza l’infrastruttura tecnologica per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati, inclusa la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico. Per ciò che concerne la governance è prevista  una responsabilità diretta dei ministeri  e delle amministrazioni territoriali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme secondo le scadenze previste mentre il Ministero dell’economia e delle finanze, attraverso un apposito sistema, avrà il compito di monitorare e controllare costantemente l’attuazione  delle riforme e degli investimenti e funge da unico punto di contatto con la Commissione Europea. Le premesse per fare bene ci sono tutte, occorre a questo punto augurarci buona fortuna e che “il gusto di futuro” abiliti entusiasmo e intelligenza collettiva in modo da assicurare una piena attuazione dei tanti e importanti progetti che, non senza fatica e ricercato consenso, sono stati programmati. Read the full article
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novalistream · 5 years ago
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Perché le donne saranno decisive per tornare a crescere «Se volessimo davvero elaborare strategie d’innovazione a seguito della più importante crisi globale dopo la Seconda guerra mondiale,la questione femminile dovrebbe costituire il motore più importante per il cambiamento»...icordando che il Covid ha dimostrato una maggiore resistenza delle donne alle conseguenze estreme dell’epidemia: il tasso di letalità dovuta al virus (decessi su positivi) per le persone fra 20 e 59 anni risulta, infatti, del 2,4 per cento per gli uomini e dello 0,7 per cento per le donne. «Per questo», scrivono i ricercatori, «nel ripensare ai cambiamenti necessari per ridare slancio alla nostra economia, un ruolo decisivo dovrà ricoprire il sostegno all’occupazione e all’ imprenditorialità femminile. Eppure, con il progressivo ritorno alla normalità, l’occupazione femminile corre i maggiori rischi, oltre che per la crisi produttiva,per la dipendenza da fattori extra-economici, in particolare dai servizi per l’infanzia e dalla scuola e per elementi strutturali». Le fotografie Istat e Eurostat certificano che l’Italia è il paese fanalino di coda in Europa per tasso di occupazione femminile: il 50 per cento, un dato lontanissimo dalla media europea, che è del 67,3 per cento. Le donne italiane sono al primo posto nella classifica europea per tasso di rinuncia al lavoro per la cura dei figli, perché non trovano aiuto nell’organizzazione scolastica, né in quella del lavoro e familiare. È anche evidente la strutturale ridotta partecipazione delle donne al mercato del lavoro. ... «Per portare l’Italia al valore medio europeo sarebbero necessari 1.617.000 nuovi posti di lavoro esclusivamente destinati alle donne, se si volesse almeno dimezzare il divario con l’Europa bisognerebbe porsi l’obiettivo di almeno 250 mila nuove occupate l’anno per il prossimo triennio», calcolano i ricercatori della Rur. Le diseguaglianze di genere sono amplificate dalle differenze territoriali: il divario che esiste tra il tasso d’occupazione femminile della Provincia di Bolzano (67,9 per cento) o dell’Emilia Romagna (64,1 per cento) e quello della Sicilia (29,8 per cento). Le circa dieci milioni di lavoratrici si distribuiscono così: il 25,5 per cento nel settore della sanità e dell’istruzione, il 13,8 per cento nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, il 13,4 per cento nei servizi all’impresa, il 12,5 per cento nei servizi alla persona e collettivi. Significativa è la presenza anche nell’industria manifatturiera (12,2 per cento) e nel turismo (7,6 per cento). La presenza di professionalità femminili raggiunge il 72,4 per cento nei comparti della sanità e dell’istruzione e il 69,1 per cento nei servizi destinati alla persona. Nei settori chiave del nuovo sociale lavorano in complesso circa 3,8 milioni di donne rispetto a 1,5 milioni di uomini. Nella sanità, in particolare, le donne rappresentano il 56 per cento dei medici iscritti all’albo e sono quasi il doppio degli uomini tra i medici con meno di 40 anni. Il 77 per cento degli infermieri è donna. Nel mercato del lavoro, dunque, le donne appartengono più all’economia “smaterializzata” del futuro che a quella tecnologica che viene dalla tradizione. Decisive per la ripartenza. (L'Espresso)
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Questioni sociali: la chiave per uno sviluppo sostenibile della società. Un’analisi delle principali sfide sociali e delle soluzioni per migliorare il benessere collettivo.
L’importanza della risoluzione dei problemi sociali.
L’importanza della risoluzione dei problemi sociali.Per garantire uno sviluppo sostenibile e un benessere collettivo, è fondamentale affrontare con determinazione i problemi sociali che affliggono le società moderne. La povertà, la disoccupazione, l’accesso all’istruzione, l’assistenza sanitaria e l’uguaglianza di genere rappresentano sfide cruciali che richiedono l’impegno congiunto dello Stato…
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carmenvicinanza · 3 years ago
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Aida Aicha Bodian
https://www.unadonnalgiorno.it/aida-aicha-bodian/
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Nel frattempo la vita accade. Tra un’avventura ai confini del mondo e un momento di pausa insistente. Tra la fine di una storia necessaria e l’inizio di un’altra neanche notata. Tra un’emozione da poco e un tornado che ti spettina, la vita accade. Tra i nostri dubbi e le nostre certezze, la vita ci dà vita.
Aida Aicha Bodian, si occupa di promozione culturale attraverso le attività di blogging, fashion design e scrittura.
Dirige Nebua World una community online dedicata al mondo femminile afro-black per sostenere la diversity e promuovere un ecosistema inclusivo in cui mettere in gioco imprenditorialità e talento. Offre strumenti per creare una propria attività, crescere professionalmente e fiorire individualmente, creare spazi di visibilità attraverso corsi di formazione e eventi, dal vivo e online.
Classe 1986, è nata in Senegal e arrivata in Italia a 6 anni, attualmente vive a Parigi.
Sono una cittadina del mondo, donna afro-black, e la mia essenza è afroitaliana.
Suo padre sognava che diventasse avvocata, ma lei ha sempre lavorato nell’ambito della comunicazione e pubblicità. Dopo vari anni in una maison italiana di moda, ha dato vita al progetto Nebua World teso alla valorizzazione delle diversità come punto di forza e consapevolezza della propria identità.
Ha disegnato anche una linea di abiti ispirati alla riscoperta delle radici presentata all’Afro Fashion Week.
Il suo libro Le parole dell’umanità del 2020, scritto durante la pandemia da Covid-19, vuole essere una sorta di manuale, un memorandum composto da ventitré parole da pronunciare ogni giorno, o in occasioni speciali, parole che vorremmo sentirci dire o che vorremo avere il coraggio di esprimere che sono tradotte in ventiquattro diverse lingue e accompagnate da illustrazioni e da una breve riflessione sul loro significato. Quel periodo di malessere ha fatto emergere il bisogno di una semplificazione del linguaggio e della comunicazione, di tornare alle cose essenziali.
Aida Aicha Bodian sta operando una rappresentazione della realtà in linea con l’attuale tendenza a ridefinire il linguaggio dal basso, in maniera inclusiva per andare incontro a più persone e identità.
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ticonsiglio · 6 years ago
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Un nuovo articolo è stato postato su Ticonsiglio
Un nuovo articolo è stato inserito su https://www.ticonsiglio.com/londra-corso-gratuito-donne-imprenditrici/
Londra: corso gratuito per donne aspiranti imprenditrici
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Il Corso di Auto-Imprenditorialità Femminile è un’iniziativa di formazione gratuita per giovani donne interessate a diventare imprenditrici. Il corso si svolgerà a Londra. Ecco come partecipare alle selezioni.
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scopriamolartista · 7 years ago
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Intervista con il Dottor Roberto Bonuglia
Intervista con il Dottor Roberto Bonuglia
Iniziamo la settimana parlando di imprenditorialità “in rosa”
Salve a tutti!
Oggi facciamo la conoscenza di un nuovo professionista che ha scelto di farsi conoscere da noi. Si tratta del Dr. Roberto Bonuglia, un dottore in Storia contemporanea il cui lavoro più recente, pubblicato attraverso Youcanprint e intitolato “L’imprenditorialità femminile italiana tra ricerca e innovazione“, tratta…
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maec-cortona-blog · 6 years ago
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Gold Fashion - inaugura oggi al MAEC la mostra dei lavori realizzati dagli studenti che partecipano al Concorso di idee “ Il filo di seta e canapa. Tra scuola e mondo del lavoro”, inserito nel programma di Goldfashion 2018 che quest’anno è dedicato alla coltivazione di canapa e alla bachicoltura da seta. Il progetto “Goldfashion”, nato nel 2012 da una felice intuizione del Comitato per l'Imprenditoria Femminile- IFE aretino e sostenuto dalla Camera di commercio di Arezzo, si sviluppa all'interno del sistema moda attraverso la valorizzazione delle lavorazioni manifatturiere più tradizionali del territorio. Valorizzazione rese possibile anche attraverso il coinvolgimento degli studenti degli Istituti Secondari Superiori, chiamati a realizzare modelli di abiti ed accessori ispirati al materiale o alla tipologia di lavorazione scelta. Al termine della mostra, che resterà aperta fino al 28 novembre, i migliori modelli, gioielli ed accessori saranno premiati con borse di studio. Il programma di Goldfashion 2018 prevede anche alcuni incontri formativi realizzati grazie alla disponibilità di alcuni esperti: Isabella Bietolini, giornalista ed autrice di uno studio sulla bachicoltura in Valdichiana, tratteggerà la storia della produzione della seta ad Arezzo, Tiziana Nocentini, insegnante, presenterà l’evoluzione dell’imprenditoria femminile ad Arezzo, Fabio Roggiolani, già Consigliere Regionale che da anni si occupa di temi legati al recupero delle energie, svilupperà il tema dell’uso della della canapa nel territorio ed infine Roberto Curtolo illustrerà le occasioni di auto imprenditorialità e di innovazione professionale per i giovani aretini. VI ASPETTIAMO!!!!!! https://www.instagram.com/p/Bpl6mQAHa67/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=apv0memd6qew
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hellorrrriiii-blog · 8 years ago
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Le imprese al femminile prosperano ad Alessandria
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Alessandria News Ecco piccoli consigli di imprenditorialità. Partner e reti d’impresa. Dal branding al rebranding: questione di immagine. Quanto conta la presenza online?
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secolotrentino · 8 years ago
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Domande di contributo per nuove imprese, termine prorogato al 15 febbraio
Domande di contributo per nuove imprese, termine prorogato al 15 febbraio
Esteso al 15 febbraio – su proposta del vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico e Lavoro Alessandro Olivi – il periodo utile per la presentazione a Trentino Sviluppo delle domande per sostenere la nuova imprenditorialità, in particolare femminile e giovanile.
L’avviso approvato dalla Giunta provinciale lo scorso 2 novembre e ora prorogato prevede 4 milioni di euro, finanziati sul…
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