Tumgik
#impietrito
lamargi · 3 months
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“Mamma sei pronta?”
Apre la porta senza aspettare che gli risponda, che gli dica che può entrare. E infatti non sono ancora…..presentabile.
Lui resta impietrito, a fissarmi.
“Tesoro, sto ancora finendo di prepararmi…” Ho le braccia alzate, davanti lo specchio, mentre raccolgo i capelli a chignon.
“Lo so che è tardi, ma non preoccuparti, il matrimonio della zia non comincerà mai puntuale….”
“Ma tu sei pronto? Ma cosa fai, lì fermo come un palo?”
Già, cosa fa. Mi sta fissando. Il rosso gli imporpora le guance. Non avrebbe dovuto entrare senza bussare, ma ormai è entrato….
“Che c’è? È forse la prima volta che vedi mamma vestirsi?” Cenno di no con il capo.”Mi hai già visto in intimo, tesoro…” “Così, no…” sussurra…..
Non interrompo quello che sto facendo. Lo guardo dallo specchio, impalato di fianco a me. “Cosa c’è? Non dirmi che non hai mai visto prima una donna con il reggicalze?”
Ho sentito bene? “sei bellissima mamma” con un filo di voce. Accavallo le gambe, sistemo le calze. “Ti piace questo completo intimo?” Fa cenno di si. Ripete “sei bellissima mamma…” Ha messo una mano davanti. Fa così tenerezza quel gesto. Mi alzo in piedi. Avanzo verso di lui. Gli metto le braccia intorno al collo.
Indietreggia, ma l’armadio lo blocca. “davvero, ti piaccio?” Sussurro mentre cerco le sue labbra. Con la mano gli sbottono i pantaloni. Poi prendo ad aprirgli la camicia, ad accarezzargli il petto, i capezzoli….
“Papà è giù in macchina….” Dice con voce strozzata.
Per fortuna ho messo le mutandine sopra il reggicalze, non devo togliermi tutto, penso. E poi, bisbigliandogli nell’orecchio: “Facciamolo aspettare….”
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anchesetuttinoino · 4 months
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"Vota quella stronza della Meloni", il meme ironico che circola nelle chat. L'effetto Giorgia non si ferma - Secolo d'Italia (secoloditalia.it)
’effetto Meloni prosegue senza sosta. Il dopo-Caivano registra un ennesimo “colpo di scena” di questa campagna elettorale. Un’ ennesima conferma di quanto quella frase -“Presidente De Luca, sono quella stro*** della Meloni. Come sta?”- abbia bucato i social e fatto parlare e straparlare molti opinionisti. Tanto che oggi -il giorno dopo quell’incontro che tanto sta facendo rodere il fegato dei mestrini raical-chic col ditino alzato-  viene anche rilanciata. C’è un meme spiritoso e ironico che circola in rete e nelle chat dei parlamentari: “Vota quella stronza della Meloni” è la scritta che campeggia su un finto  manifesto elettorale per le Europee: con il simbolo FdI  barrato e il volto della premier. Sta facendo il giro del web.
L’effetto Meloni non si ferma: dopo il video arriva il meme virale
Dopo il boom sui social dell’incontro fatidico tra Meloni e il governatore De Luca arriva, dunque, questo meme a rilanciare la “mossa” della premier che ha sconvolto i salotti buoni dei talk show. Dimostrando che il suo comportamento ha colto nel segno. E soprattutto, fatto impazzire una sinistra politica e intellettuale che in modo ridicolo censura l’ atteggiamento “poco istituzionale” della premier. Dovevate osservare i vari Severgnini, Fittipaldi, Lella Costa, Floris, Piccolotti dare lezioni di bon ton istituzionale. Nessuno che lo avesse fatto con tanto accanimento quando ad offendere la premier per primo era stato proprio De Luca. Tanto livore dei dem e dei salotti radical-chic non lo abbiamo proprio notato all’epoca.
Il dopo-Caivano: la doppia vittoria di Meloni
Dunque, vince ancora Giorgia. Non a caso l’ istant sentiment realizzato in esclusiva per Adnkronos da Vis Factor nell’immediatezza dell’incontro Meloni- DeLuca fu già una sentenza. Nella maggioranza dei commenti a favore di Meloni – ben il 56%- sottolineavano coraggio, franchezza, presenza di spirito del presidente del Consiglio. Spirito e franchezza che manca del tutto a sinistra, che chissà quando si riprenderà da questo doppio successo della premier: avere fatto rinascere il Parco Verde di Caivano, teatro fin’ora di stupri, spaccio e criminalità; ed essere entrata contemporaneamnte negli incubi più tetri di una sinistra triste. Sempre più ostaggio della propria incapacità di ancorarsi a un sentimento popolare. Anche ora che il meme ironico “Vota quella stronza della Meloni” sta furoreggiando, le dosi di Maalox dovranno essere raddoppiate.
Un’ altra mossa comunicatica che fa impazzire la sinistra salottiera
Qualche esempio. L’editorialista del Corriere, Beppe Severnini ad Otto e mezzo ha affermato che “Meloni dovrebbe imparare il decoro verbale”. Fittipaldi urla un “Mi vergogno” a Tagadà. Lella Costa, attrice e sceneggiatrice, femminista, dal salotti di “Di martedì” afferma che la frase di Meloni a De Luca “è una forma di bullismo”. Alla faccia della solidarietà femminile… Ed Elisabetta Picoclotti di Avs ha tuonato: “Il prossimo passo che farà il presidente del Consiglio qual è? La lotta nel fango?” Zittita da un imperturbabile Italo Bocchino, direttore editoriale del Secolo d’Italia: “Ciò che ha detto Meloni è un grande esempio di comunicazione. Finalmente De Luca impietrito”. Insomma, ancora una volta la sinistra non capisce che la sfida ha avuto un solo vincitore: il premier. Anche oggi assisteremo a varie lezioni di galateo istituzionale a puntate? Un ultimo appunto merita il ridicolo furore di Giuseppe Conte, ospite di Floris. Anche l’ex premier in pochette ha stigmatizzato le parole della premier. A tacitarlo Francesco Storace: “Ma come? Sei il leader del partito del vaffa e ti scandalizzi?”…
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mucillo · 5 months
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Da Oriana Fallaci ad Alekos Panagulis
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Negli abbracci forsennati o dolcissimi non era il tuo corpo che cercavo bensì la tua anima, i tuoi sentimenti, i tuoi sogni, le tue poesie. E forse è vero che quasi mai un amore ha per oggetto un corpo, spesso si sceglie una persona per la malìa inesplicabile con la quale essa ci investe, o per ciò che essa rappresenta ai nostri occhi, alle nostre convinzioni, alla nostra morale;
Forse non ero innamorata di te, o non volevo esserlo, forse non ero gelosa di te, o non volevo esserlo, forse mi ero detta un mucchio di verità o menzogne, ma una cosa era certa: ti amavo come non avevo mai amato una creatura al mondo, come non avrei mai amato nessuno. Una volta avevo scritto che l’amore non esiste, e se esiste è un imbroglio: che significa amare? Significava ciò che ora provavo a immaginarti impietrito, perdio, con lo sguardo di un cane preso a calci perché ha fatto la pipì sul tappeto, perdio! Ti amavo, perdio. Ti amavo al punto di non sopportare l’idea di ferirti pur essendo ferita, di tradirti pur essendo tradita, e amandoti amavo i tuoi difetti, i tuoi errori, le tue bugie, le tue bruttezze, le tue miserie, le tue volgarità, le tue contraddizioni, il tuo corpo.
E forse il tuo carattere non mi piaceva, né il tuo modo di comportarti, però ti amavo di un amore più forte del desiderio, più cieco della gelosia: a tal punto implacabile, a tal punto inguaribile, che ormai non potevo più concepire la vita senza di te. Ne facevi parte quanto il mio respiro, le mie mani, il mio cervello, e rinunciare a te era rinunciare a me stessa, ai miei sogni che erano i tuoi sogni, alle tue illusioni che erano le mie illusioni, alle tue speranze che erano le mie speranze, alla vita! E l’amore esisteva, non era un imbroglio, era piuttosto una malattia, e di tale malattia potevo indicare tutti i segni, i fenomeni. Se parlavo di te con gente che non ti conosceva o alla quale non interessavi, mi affannavo a spiegare quanto tu fossi straordinario e geniale e grande; se passavo davanti a un negozio di cravatte e camicie mi fermato d’istinto a cercare la cravatta che ti sarebbe piaciuta, la camicia che sarebbe andata d’accordo con una certa giacca; se mangiavo al ristorante sceglievo senza accorgermene i piatti che tu preferivi e non che io preferivo; se leggevo il giornale notavo sempre la notizia che a te avrebbe interessato di più, la ritagliavo e te la spedivo; se mi svegliavi nel cuore della notte con un desiderio o una telefonata, mi fingevo più desta di un fringuello che canta al mattino.
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diceriadelluntore · 1 year
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Inversamente
L'altro giorno @hope-now-and-live aveva chiesto, in maniera ironica ma molto interessante, quante volte ci si è chiesti perchè Orfeo si gira a guardare se Euridice lo segua, nella sua catabasi (nel mondo greco, la discesa dell'anima nell'oltretomba), perdendo definitivamente la sua amata, ritenendolo per questo uno stolto. Il Mito è famosissimo, ed è uno dei più potenti racconti sulla proibizione simbolica.
Nel chiacchierare con lei, mi è venuto in mente che Robert Browning, poeta, scrittore e drammaturgo britannico dell'età vittoriana, si ispirò a questo quadro di Frederic Leighton, Orfeo e Euridice (1864)
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dove è chiaro come sia Euridice che cerca "di farsi guardare" da Orfeo, che tiene disperatamente gli occhi chiusi, per scrivere questi versi:
Sì, dammi la bocca, gli occhi, la fronte, e insieme mi prendano ancora – un solo sguardo ora mi avvolgerà per sempre per non uscire mai dalla sua luce, anche se fuori è tenebra. Tienimi sicura, avvinta al tuo sguardo eterno. Le pene d’un tempo, dimenticate, e il terrore futuro, sfidato – non è mio il passato né il futuro – guardami! Robert Browning, Eurydice to Orpheus, da Dramatis Personæ , 1864
Per chi non lo ricorda, il Mito è diverso: Orfeo s’innamora, ricambiato, della ninfa Euridice, e la sposa. Come racconta Virgilio nelle Georgiche, di Euridice s’invaghisce anche il pastore Aristeo, che l’insegue per farla sua e, mentre scappa, Euridice è morsa fatalmente da un serpente. Nelle Metamorfosi Ovidio sceglie di eliminare dalla scena Aristeo: Euridice è spensierata, in compagnia di una schiera di ninfe, quando viene morsa al tallone dal rettile. Appena Orfeo apprende la notizia, piange la sposa e con coraggio decide di recarsi negli inferi per riaverla. Scende fino allo Stige, vince ogni ostacolo grazie alla lira e si presenta a Persefone e a Ade, i signori dell’oltretomba. Canta il suo amore per Euridice e chiede che gli venga data la possibilità di continuare a vivere con lei. Tale è la forza del suo amore e del suo canto che Persefone, Ade, il cane Cerbero e perfino le implacabili Furie si commuovono. Gli viene quindi accordato di portare con sé Euridice, ma a un patto: lui andrà avanti, lei lo seguirà, e Orfeo non potrà mai girarsi indietro, perché altrimenti Euridice tornerà per sempre tra le ombre dei defunti. Nella risalita, infatti, mentre i due amanti sono quasi arrivati alla luce, Orfeo non resiste alla tentazione e si volta per controllare che la sua amata sia veramente con lui. Nel tempo di un attimo Euridice scompare per sempre nell’abisso. Distrutto e impietrito, Orfeo non trova più pace e vaga per la terra, sublimando nel canto un passato che non può più tornare. Continua a emozionare, sì, ma rifiuta la vita e l’amore delle altre donne; per questo le Menadi – o Baccanti – si vendicano di lui, che pure era legato a Dioniso, e lo fanno a pezzi gettandone i resti nel fiume Ebro. Tutti lo piangono, uccelli, alberi, sassi, ma Orfeo potrà tornare a riabbracciare la sua Euridice.
Molti nel '900 riprenderanno il Mito, soprattutto dal punto di vista di Euridice. Il magnifico Orfeo, Euridice, Hermes di Rainer Maria Rilke, aggiunge la figura del dio dal piede alato che è messaggero delle anime (Psicopompo, uno dei suoi più famosi attributi), con Euridice che non riconosce più Orfeo:
E quando a un tratto il dio la trattenne e con voce di dolore pronunciò le parole: si è voltato –, lei non comprese e disse piano: Chi?
Ma avanti, scuro sulla chiara porta, stava qualcuno il cui viso non era da distinguere. Immobile guardava come sull’orma di un sentiero erboso il dio delle ambasciate mestamente si volgesse in silenzio per seguire lei che tornava sulla stessa via, turbato il passo dalle bende funebri, malcerta, mite nella sua pazienza.
Giganti si sono cimentati con questa storia (tra gli altri, Campana, Pavese, Yourcenar, Magris, Calvino) ma cito Gesualdo Bufalino, che in un racconto beffardo, Il ritorno di Euridice (1986), fa dire alla Ninfa:
L’aria non li aveva ancora divisi che già la sua voce baldamente intonava “Che farò senza Euridice?”, e non sembrava che improvvisasse, ma che a lungo avesse studiato davanti a uno specchio quei vocalizzi e filature, tutto già bell’e pronto, da esibire al pubblico, ai battimani, ai riflettori della ribalta.
In pratica, l'aveva fatto apposta!
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canesenzafissadimora · 5 months
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È la donna che lascia bruscamente e per sempre. L’uomo lascia, ma può riprendere, per amicizia o per desiderio sessuale. La donna rompe in modo brusco perché vuole un amore vero e, quando è delusa, prova collera, odio. Ma non vuole che trapeli nemmeno inavvertitamente. Lui non deve immaginare nulla, sospettare nulla fino al giorno in cui lo caccerà via, via per sempre. Sarà una vendetta terribile dirgli che non lo amava, lo disprezzava, le faceva schifo, rinfacciargli le sue cattiverie, le sue meschinità lasciandolo sconcertato, impietrito, distrutto. E vederlo brancolare, piangere, scongiurare come un bambino piagnucoloso rafforzando così ancora di più il suo disprezzo.
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lunamarish · 1 year
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Ma l'errore comune era sempre credere che tutto si potesse trasformare in poesia e parole. Ne conseguì un disgusto di poesia e parole, così forte che incluse anche la vera poesia e le vere parole, per cui alla fine ognuno tacque, impietrito di noia e di nausea. Era necessario tornare a scegliere le parole, a scrutarle per sentire se erano false o vere, se avevano o no vere radici in noi, o se avevano soltanto le effimere radici della comune illusione. Era dunque necessario, se uno scriveva, tornare ad assumere il proprio mestiere che aveva, nella generale ubriachezza, dimenticato. E il tempo che seguì fu come il tempo che segue l'ubriachezza, e che è di nausea, di languore e di tedio; e tutti si sentirono, in un modo o nell'altro, ingannati e traditi: sia quelli che abitavano la realtà, sia quelli che possedevano, o credevano di possedere, i mezzi per raccontarla. Così ciascuno riprese, solo e malcontento, la sua strada.
Natalia Ginzburg, Lessico famigliare
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“Camminava per le vie di Roma, con un foulard che le copriva la testa, col cesto di cibo per i gatti randagi. Apostrofata da un maleducato, si voltò, levandosi il foulard e folgorando il passante, che rimase impietrito: era Anna Magnani“. L’episodio, rievocato da Franco Zeffirelli, testimonia il grande amore e l’impegno della celebre attrice romana per gli animali e per i gatti in particolare.
Quella meravigliosa donna oltre che attrice dal talento fuori dal comune era anche la protettrice di tutti i gatti randagi di Roma. Nelle sue abitazioni, non c'è foto che non la ritragga con qualche gatto in braccio o sulle ginocchia.
Anna diceva "Io e la gente ci capiamo poco, alle feste preferisco la solitudine ma per riempirmi la serata bastano due gatti che giocano sul tappeto”.
Come darle torto
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avoltepenso · 1 year
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Secondo giorno. Il silenzio che ho dentro rimbomba fino a stordirmi. Ho la sensazione di vivere in terza persona, spettatore impietrito di me stesso. Convalescente nel corpo e stordito nell’anima. Tra me e il mondo c’è un sottile strato opaco che toglie colore. Tutto si fa tenue. Qual’e la direzione? Deve poi essercene per forza una? Troppo domande e nessuna risposta.
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Io che faccio fatica a parlare di noi, ormai. Io che non parlo più di te, ormai. Io che vorrei non trasparisse la violenza che il suo nome porta con sè, devo fare i conti con i miei occhi. Con quanti si accorgono dei miei occhi. “Appena te l’ho chiesto sembrava avessi visto un cadavere, ti sei spenta in un istante.” “Ma tenerti tutto dentro non serve”. “Sei riservata, ma ti si legge in faccia.” Voci. Voci. Voci che non mi lasciano in pace, che affastellano i ricordi e li spingono fuori dalla mente. E quando riesco a vomitare pillole di veleno, mi accorgo di normalizzare e appiattire due tre frasi apatiche di un discorso tutt’altro che normale. Tutt’altro che apatico. Mi accorgo dell’impatto devastante e impietrito su di loro, come se non avessero mai ascoltato certe parole. Come se non avessero mai incontrato quella violenza, come se “stai normalizzando il tutto, ma non è normale e lo giustifichi ancora. Sei assuefatta”. Come se fosse facile ricordare il timbro della sua voce, il tono delle parole, gli accenti di quelle frasi accompagnate dagli sguardi assassini, la vena sul collo che gonfiava il suo ego e le mani sicure a replicare le urla. Come se fosse facile ricordare la calma e la fretta che incorniciavano le scuse, impacchettate dietro giustificazioni che colpevolizzavano sempre e ripetutamente qualche mio gesto inconscio, causa del tutto. Come se “te lo meriti, tu volevi la normalità. Ma la normalità non è dato richiederla e quindi ti picchio di offese”. I loro occhi inamovibili alle repliche di scene agghiaccianti mi scuotono la mente anestetizzata dai suoi “scusa, ma non potevo fare diversamente, è colpa tua”. I loro passi arrestati e le loro domande “perchè non ti accorgi che non è normale? E soprattutto perchè lo giustifichi ancora?”
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espadamiura · 2 years
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Maira
Una di quelle che non dimentichi facilmente, stazione di Padova all' imbrunire, caldo bestiale e lei con impermeabile nero e occhiali scuri che sembra uscita da Matrix, il bacio sulla guancia non è d'ordinanza e quindi rimango quasi impietrito.
Si siede in auto le gambe libere si mostrano chiuse solo dagli shorts, si mostra simpatica e con voglia di parlare, racconta di locali e di travestimenti mentre occhi la guardano.
Quella sera devo incontrare Laura ma il mio telefono fa le bizze si è scaricato e non riesco a sentirla, lei mi porge il suo senza che lo chiedessi, un angelo.
Alla stazione di Bellaria un'auto la sta attendendo, domani sera farà impazzire Gabicce, mi saluta, altro bacio.
Poi io incontro Laura, sarà l'inizio della mia pazza estate.
Passaggi VIII
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m2024a · 3 months
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Bimbo 😞morto al campo estivo, lo strazio dei genitori: “Il nostro cuore si è fermato col tuo” Siracusa, 28 giugno 2024 – "Il mio cuore si è fermato insieme al tuo cuore in quel maledetto pozzo, ti amo Vincenzo mio". E’ il grido di dolore lanciato dai genitori del bambino di 10 anni morto ieri al centro estivo dopo essere caduto in un pozzo artesiano profondo circa quindici metri, per metà colmo d’acqua, a Palazzo Acreide. Salvo Lantieri e Paola Carnemolla, genitori del piccolo Vincenzo, hanno impresso in queste poche parole scritte sui social tutto il dolore di una mamma e un papà per una tragedia che a oggi ha ancora molti punti da chiarire. Chiarezza verrà fatta intanto dall’autopsia che sarà effettuata sul corpo della piccola vittima probabilmente già domani. A disporla sarà la procuratrice di Siracusa, Sabrina Gambino, che coordina le indagini dei carabinieri. Con l'autopsia scatteranno, come atto dovuto, le iscrizioni nel registro degli indagati. Un faro è acceso sul proprietario del terreno e sugli operatori addetti alla sorveglianza dei bambini, e tra loro c'era anche la 54enne che quando è stato dato l'allarme è scesa dentro al pozzo per tentare di salvare il bimbo. Bambino caduto nel pozzo. Il sindaco impietrito: "Il figlio morto e la mamma che gli parlava"Cos’è un pozzo artesiano e perché è pericolosoSiracusa, bambino di 10 anni cade in un pozzo e muore. Educatrice lo raggiunge, ma non riesce a salvarlo Saranno ascoltate tutte le persone presenti nel campo estivo organizzato da una cooperativa sociale per bambini disabili Anfass e andranno ricostruiti i minuti che hanno preceduto la tragedia. In merito a quanto avvenuto nella tarda mattinata di ieri emergerebbe come l'escursione per mostrare ai bambini come si lavorano alcune produzioni agricole, stava per concludersi. Intanto Palazzolo Acreide è ancora sgomenta e già ieri sono stati sospesi i festeggiamenti di San Paolo Apostolo, patrono del Comune dell'aretuseo. Assai probabile, a quanto si apprende, la proclamazione del lutto cittadino nel giorno dei funerali del bambino. "La comunità scolastica dell'I.C. 'V. Messina' è sconvolta da un gravissimo lutto: la prematura scomparsa del piccolo Vincenzo Lantieri frequentante la scuola primaria del nostro istituto – scrive la scuola che frequentava il piccolo -. Un dolore profondo e ingiustificabile che colpisce tutti noi. Ci stringiamo in rispettoso silenzio e con un sentimento di vicinanza alla famiglia, ai compagni di classe e quanti hanno stretto con lui legami di amicizia e affetto".
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jacopocioni · 4 months
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Intervista impossibile a Rodolfo Siviero: prima parte
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Rodolfo Siviero Intervista impossibile a Rodolfo Siviero, figura molto discussa, ricordato per aver revuperato e riportato in Italia opere d'arte trafugate dai Nazisti, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Tempo fa ho deciso di andare a visitare  il museo dello 007 dell'arte Rodolfo Siviero. Nel Lungarno Serristori si trova un villino il cui proprietario collezionista e storico dell'arte ebreo Giorgio Castellano vi abitava insieme alla moglie Matilde Forti e il figlio Paolo. Questa abitazione venne acquistata dal Siviero dal figlio Paolo, dopo le leggi raziali emanate dal governo italiano. Ne fece la base di partenza per i suoi viaggi per il mondo  a recuperare le opere d'arte portate via o acquistate dai Nazisti per  le collezioni private di Hadolf Hitler e Herman Goering. Vi abitò fino alla morte facendone un museo lasciato per disposizione testamentaria alla Regione Toscana affinchè lo mantenesse e lo aprisse al pubblico per le visite. Mentre giravo per le stanze del piccolo museo, mi sono imbattuto in un elegante signore di circa 72 anni seduto ad una scrivania, mentre guardava con una lente di ingrandimento un quadro disteso sul piano.  Mi sono fermato a guardare il suo lavoro. L'uomo sentendosi osservato , ha interrotto il suo lavoro e mi ha apostrofato: Desidera? Sono rimasto impietrito e ho farfugliato: Bu buon giorno, sta restaurando quel quadro? No sono il padrone di casa e di tutto quello che c'è dentro. Mi chiamo Rodolfo Siviero, e lei? Piacere, mi chiamo Alberto Chiarugi, sono venuto vedere la sua collezione di quadri e statue e se lei  permette vorrei farle alcune domande sulla sua vita e l'attività di recupero. Una amichevole intervista da pubblicare sulla Rivista Fiorentina FlorenceCity. Va bene acconsento, le racconterò la mia avventurosa vita. Prego, inizi pure.
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Mi chiamo Rodolfo Siviero, sono nato nel paese di Guardistallo nella Maremma pisana la viglilia del Natale del 1911, sono figlio di un sottufficiale dei Reali Carabinieri e della senese Caterina Bulgherini. Ho anche una sorella Imelde detta Rina più piccola. Giunsi con la mia famiglia a Firenze nel 1924, dove mio padre era stato trasferito. La mia carriera scolastica non era molto brillante, non ho mai preso un diploma. iniziai anni dopo a seguire corsi umanisti universitari. All'epoca mi consideravo un Don Giovanni, mi iscrissi come tanti italiani al Partito Fascista. Ero un grande idealista, amante dell'arte e poeta. Ho collaborato al giornale del Partito Fascista. Anni dopo sono entrato in contatto con gli intellettuali frequentanti il bar delle Giubbe Rosse, grazie a queste conoscenze iniziai a lavorare per alcune testate giornalistiche come critico artistico e letterario. Nel 1936 sono riuscito a pubblicare dall'editore Le Monnier  una raccolta di liriche da me scritte dal titolo "La Selva Oscura". Così lei aveva realizzato il sogno di diventare poeta. Continui, la sua vita incomincia ad interessarmi. Conoscevo e parlavo correntemente diverse lingue straniere, riuscii ad entrare in contatto con alte cariche del Partito. Era mia intenzione di fare la carriera diplomatica o entrare a far parte di istituti di cultura italiani. Dopo un anno, il Servizio Investigativo Militare, mi fece avere una borsa di studio universitaria in storia dell'arte in Germania. In realtà si trattava di una copertura per un incarico di informatore. La missione si svolse nella città di Erfurt dalla fine del 1937 al 1938. L'incarico mi venne assegnato dal Generale Alberto Pariani, sottosegretario alla guerra, responsabile delle azioni segrete. Tutto per raccogliere informazioni sull'annessione dell'Austria al Terzo Reich. La missione in Germania ebbe fine nel dicembre del 1938, fui espulso come persona non gradita. Credevo che il ritorno a Firenze mi avrebbe riservato una accoglienza migliore. Purtroppo veni messo sotto controllo . Il servizio segreto dei fascisti, avevano scoperto che, durante la permanenza in Germania mi ero avvicinato agli alleati e in Italia ai movimenti antifascisti. Fine prima parte
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Alberto Chiarugi Read the full article
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sceneggiaturex · 9 months
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Tempo Scaduto - Parte 2 - controllo
Faccio cadere anche lo stecchino delle olive, stavolta in maniera più diretta. Lo afferro e lo mando proprio sotto la mia sedia.  -Ops, oggi mi cade tutto. – dico come se fosse un gioco. Lui è ancora sotto al tavolo. Rimasto impietrito dalla visione della mia vagina pelosetta. Non se lo aspettava, Non se lo aspettano mai. A vedermi così sembro una persona tutta d’un pezzo, senza sbavature, che…
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castellidisabili · 10 months
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Questa scienza del Totalmente Altro, questa malattia ignota che determina una scissione tra le viscere del vulcano e quelle della sabbia, nascosta nella spiaggia. Ogni granello di sabbia viene dominato dall'altro, sepolto dall'altro, e si perde nel Diversamente Alieno, nell'incorruttibile seppur fallibile organo di ascolto che è l'orecchio assoluto della radura. Le dita del pianista accarezzano la foresta e la cingono di dettami rudi e fraintendibili. Non ci si può suicidare senza chiedere prima il permesso al circondario. La propria vita non è appartenente a noi, quanto al consiglio, alla congrega che può decidere per noi. Nascere in questo Diversamente Alieno è rincorrere la luce, sempre e comunque, la luce. Ed io vedrò in questa luce tutto il dolore che è stato seminato nelle strade, nei bidoni dell'immondizia che ho evitato, nel tuo sguardo impietrito dalla mia rabbia che non era neppure mia.
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kritere · 1 year
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L’autogol incredibile di Jorginho nella prima amichevole estiva: la sua stagione non comincia bene
DIRETTA TV Lo streaming in diretta di questo programma sarà visibile su KRITERE.COM Kritere.com è il servizio gratuito che permette di guardare anche all’estero tutti i canali TV italiani, film on demande e eventi sportivi. 14 Luglio 2023 L’Arsenal si ferma per una bizzarra autorete di Jorginho: il suo tiro dalla distanza ha lasciato completamente impietrito il portiere. 1 CONDIVISIONI Il…
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È la donna che lascia bruscamente e per sempre. L’uomo lascia, ma può riprendere, per amicizia o per desiderio sessuale. La donna rompe in modo brusco perché vuole un amore vero e, quando è delusa, prova collera, odio. Ma non vuole che trapeli nemmeno inavvertitamente. Lui non deve immaginare nulla, sospettare nulla fino al giorno in cui lo caccerà via, via per sempre. Sarà una vendetta terribile dirgli che non lo amava, lo disprezzava, le faceva schifo, rinfacciargli le sue cattiverie, le sue meschinità lasciandolo sconcertato, impietrito, distrutto. E vederlo brancolare, piangere, scongiurare come un bambino piagnucoloso rafforzando così ancora di più il suo disprezzo. 
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