#impianto fotovoltaico
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divulgatoriseriali · 2 months ago
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Volontariato internazionale: la storia di Moninga tra Modena e il Congo - Quanto vale una vita?
Ciao a tutti, sono Laura Baroni e ho il piacere di condividere con voi la storia di Moninga, un’associazione di volontariato internazionale che da anni lavora instancabilmente per cambiare la vita di molte persone in una delle zone più povere e instabili del mondo: la Repubblica Democratica del Congo. Continue reading Volontariato internazionale: la storia di Moninga tra Modena e il Congo –…
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viunews · 2 months ago
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Approvate variazioni di bilancio in ambito provinciale, importanti gli sviluppi per il Comune di Gela
Approvate variazioni di bilancio in ambito provinciale, importanti gli sviluppi per il Comune di Gela
Fondi da 320 mila euro per un impianto fotovoltaico da installare al Liceo Classico Eschilo di Gela e individuazione dell’area in contrada Marchitello per la pista di atletica leggera, diverse volte richiesta negli anni dalla collettività gelese. Questi i risultati raggiunti a conclusione della riunione tenutasi presso il Libero Consorzio di Caltanissetta in occasione della quale sono state…
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pietroalviti · 9 months ago
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Ceccano, pannelli solari per 7 ettari a Colle Ceci
Occuperanno circa 7 ettari di terreno, per sviluppare una potenza elettrica di quasi 10 MW, dieci milioni di watt: saranno installati sui campi, in contrada Colle Ceci, tra Casamarciano e le Farneta, a Ceccano da un’azienda, la N.V. Fotovoltaico, che ha chiesto al comune le necessarie autorizzazioni, sia per l’impianto che per il cavo interrato fino alla cabina elettrica. Per questo Palazzo…
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pettirosso1959 · 4 months ago
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Ricevo da un mio amico siciliano di Messina:
Nelle scorse settimane, in un condominio adiacente a quello ove abito, sono stati installati un gruppo di pannelli fotovoltaici, tra le mie amare risate.
Per tale installazione è stata necessaria la presenza di una gru di dimensioni assai generose, gru che è dovuta intervenire nella zona per ben 2 volte; la prima per installare la struttura reticolare di supporto, la seconda per l'installazione vera e propria dei pannelli.
Risata amara resa più amara dalla posizione e dalla tipologia di installazione, installazione avvenuta su una terrazza condominiale ubicata in una posizione altimetrica inferiore rispetto ai condomini circostanti, condizione che pone ovviamente in ombra i pannelli FV.
Ancor più grave, i pannelli non godono di alcun orientamento sull'orizzonte, né verticale, né orizzontale; sono montati praticamente "coricati" e paralleli al piano, un assurdo rispetto alle prescrizioni fisiche.
Incuriosito, domando al "legittimo proprietario" di così elevata stortura, il costo di questa operazione. Soddisfattissimo mi risponde: "Nulla! Solo le spese per l'istruzione della pratica! Ed il condominio non si è nemmeno potuto opporre!". MAFIA! Penso e non dico, io!
Veniamo all'atto pratico; per muovere la gru indicata il costo è di 2,5 mila euro/giorno comprese le operazioni dell'operatore di movimento ed il supporto del vettore di trasporto materiali, la creazione dell'impianto elettrico è di, circa, 3 mila euro (dal piano V al piano terra), il costo secco e senza telaio in alluminio dei pannelli FV è di, circa, 3 mila euro per kWp installato, quindi 30 mila euro per 10 kWp! Ignoto il costo del telaio di supporto, ma non inferiore alle 5 mila euro, date dimensioni e posizioni occupate. L'impianto non sembra dotato di accumulo, quindi i costi dovrebbero terminare qui e siamo tra 40 mila e 50 mila euro per servire una sola famiglia nel pieno disprezzo della collettività e delle volontà individuali del condominio!
Alla precisa domanda: "Perché non lo hai fatto a tue spese?!", la risposta è stata ovvia: "A mie spese non lo avrei MAI fatto, costa troppo!".
Ecco le deficienze di una serie di norme dello Stato e di imposizioni della UE: a proprie spese il condomino non avrebbe MAI installato l'impianto, perché ritenuto troppo costoso.
Quindi, non diversamente dal superbonus di grillina memoria, lo Stato sovvenziona opere a costo della collettività e per la collettività non producono alcun vantaggio/ricchezza.
Se realmente l'installazione dei sistemi fotovoltaici/eolici fosse stata conveniente, nessuno avrebbe esitato nell'investire (non sarebbe stato un costo!) in tali opere, nella certezza di un ritorno a medio termine. La realtà dell'esperienza storica indica un tempo medio di 32 anni per il rientro dei costi secchi del solo impianto, senza il supporto di opere accessorie diverse, che possono ridursi a 27 anni se le installazioni vengono effettuate in aree particolarmente irraggiate (Sicilia/Sardegna) ed arrivare a 36 anni per aree come la Lombardia, il Piemonte, il Friuli, giusto per fare degli esempi. Osservando all'estero, in Germania o Regno Unito il fotovoltaico sarebbe del tutto inutile alla causa, con un fattore di capacità di appena il 6%!
La vita media della migliore serie dei pannelli FV non arriva a 30 anni, fermandosi addirittura a 22 anni, ma molti dei pannelli FV installati mostrano problemi già dopo i primi 10 anni di esercizio (in Germania una serie di pannelli da 4 miliardi di euro smise di funzionare dopo appena 2 anni dall'installazione).
Purtroppo queste spese gravano su tutti, Industrie in primis, alla voce ONERI DI SISTEMA, che pesano per oltre il 51% del costo della bolletta, e SPESE PER IL TRASPORTO DELL'ENERGIA, che pesano per un ulteriore 3% - 7% del costo della bolletta funzionalmente alla tipologia di contratto. E poi si fallisce tutti...
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abr · 1 year ago
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Il fatto: il Tar della Campania ha dato torto al ministero della Cultura sulla tutela del paesaggio e ha dato ragione alla spagnola Grupotec per costruire una centrale fotovoltaica di 31 ettari nella valle dell’Ufita (Avellino). Dice il Tar: la tutela del paesaggio sarà pure nella Costituzione all’articolo 9 (...), ma da un anno nella Costituzione c’è anche la tutela dell’ambiente e quindi la centrale fotovoltaica va fatta. In altre parole, il Tar ha infilato un cuneo nella crepa sottile tra paesaggio e ambiente e ne divarica i lembi fino a trasformarla in una frattura. E le associazioni ecologiste si dividono fra le due opposte anime (...) della transizione energetica (ecco le associazioni Legambiente e Wwf e Greenpeace) e della tutela dei luoghi (Italia nostra, gli Amici della Terra, il Cai e le sezioni locali di alcune delle associazioni nell’altro gruppo).  Il divario fra i due princìpi costituzionali e soprattutto fra le due anime (...) dell’ambientalismo potrebbe diventare sempre più largo con il rafforzarsi delle strategie climatiche. Bisogna costruire in Italia almeno 65 mila megawatt di nuove centrali alimentate da fonti energetiche rinnovabili; a mano a mano che (queste) saranno sempre più pervasive, potrà salire la riottosità delle comunità che potrebbero sentirsene invase. Il tema adesso è limitato a porzioni contenute (...) ma domani potrà diventare un problema di tollerabilità sociale.  
Il "cuneo nella crepa sottile", le due anime dell'ambientalismo : tua sorella. Ambiente e Paesaggio sono due cose totalmente distinte: l'uno è naturale, l'altro è edificato, costruito; il primo è Terra, Pianeta, geologia e natura, l'altro è architettura, intervento umano.
Interventi sovente belli, PIU' BELLI della Natura allo stato brado (il "BelPaese"): i famosi paesaggi toscani sono territori antropizzati al 100%, da millenni.
Sotto tale profilo, un impianto fotovoltaico Paesaggio Bello di sicuro non fa, ma farlo passare come "ambiente da difendere" è possibile solo per via dei neuroni surriscaldati dal terronismo sul cambiamento climatico.
"Le comunità potrebbero sentirsene invase": stiamo parlando non di tetti di capannoni o di aree edificate dismesse ma di decine o anche centinaia di ettari messi a specchi. Per singolo impianto. Aree che da agricolo-pastorali-forestali diventano cemento dei plateau di fondazione e acciaio dei sostegni: è CONSUMO DEL SUOLO nudo e crudo. Almeno una fattoria dura cent'anni se non cinquecento, mentre un impianto FV ha una vita utile tra i dieci e i venti anni. E poi? A proposito di economia circolare.
Ah' spetta, mo' si sono inventati l'ipocrisia molto latina del cd. AGRIVOLTAICO: solleva i pannelli e fingi che qualche pomodoro si possa piantare, lì sotto. Godono solo le pecore: adorano brucare all'ombra dei pannelli, la cosa peraltro fa risparmiare gli sfalci.
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mezzopieno-news · 9 months ago
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NEL 2023 RIDUZIONE RECORD DELLE EMISSIONI IN ITALIA
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In un solo anno l’Italia ha tagliato le proprie emissioni di gas serra del 6,5%, un record sia per il nostro Paese che nel panorama internazionale.
Questo risultato rappresenta più di quanto previsto per riuscire a raggiungere i target europei 2030 sulle emissioni. I principali fattori che hanno portato la riduzione sono di tipo congiunturale e non: un inverno piuttosto mite, il minore utilizzo di carbone e una ripresa delle rinnovabili elettriche, con il nuovo record di eolico e fotovoltaico ma anche un calo della produzione industriale. A fronte di un PIL cresciuto di quasi l‘1%, la domanda di energia per unità di ricchezza prodotta si è ridotta del 3%, testimoniando un miglioramento significativo nell’efficienza energetica della nostra economia. Determinanti anche i prezzi dell’energia, ancora elevati specie nella prima parte dell’anno, che hanno indotto una risposta di parsimonia da parte di imprese, famiglie e amministrazioni pubbliche. Cambiamenti positivi nei comportamenti che sembrano risultare duraturi.
I dati raccolti dal rapporto Italy for Climate della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile indicano che la maggior parte (oltre i due terzi) del calo della domanda di energia si è concentrata nel settore degli edifici. Negli ultimi tre anni sono state riqualificate circa 1,5 milioni di abitazioni, elemento che ha influito sull’efficienza energetica del parco edilizio nazionale. Raggiunto il record di circa 1,3 milioni di famiglie italiane collegate a un impianto fotovoltaico, numero raddoppiato nell’ultimo triennio. Nel 2023 per la prima volta eolico e fotovoltaico hanno prodotto il 20% della elettricità generata nel nostro Paese.
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Fonte: Italy for Climate; foto di Marc Lauthenbacher
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piusolbiate · 2 years ago
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INDIRIZZI GENERALI DI NATURA STRATEGICA (D.U.P. 2024-2026)
Investimenti e realizzazione delle opere pubbliche.
Il piano investimenti tiene conto delle risorse reperite e in via di reperimento concesse all’interno dei bandi statali, regionali e di quelli legati all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.). La scelta delle modalità di finanziamento è avvenuta tenendo conto delle effettive possibilità di ricorso all’indebitamento, alla disponibilità di entrate proprie e ai rispettivi costi finanziari.  
Programmi e progetti di investimento in corso d’opera
:1. Interventi su Scuola Materna (antisismico ed efficientamento energetico);2. Parco agricolo;3. Aree sgambo cani;4. Completamento controllo del territorio (telecamere);5. Sostituzione caldaie case SAP via S. Anna e S. Antonino;6. Interventi Area feste;7. Asfaltature strade e marciapiedi;8. Efficientamento energetico illuminazione Comunale e revisione gestione illuminazione pubblica;9. Caldaia scuola Media;10. Efficientamento energetico Municipio (caldaia e fotovoltaico);11. Sistema informativo ed informatico (digitalizzazione Ente con fondi PNRR);12. Interventi ex area Macchi;13. Impianto natatorio;14. Riqualificazione area Scuola Elementare;15. Verde pubblico;16. Copertura Villa Mayno;17. Parcheggio Circolo Vittorio Veneto;18. Revisione PGT;19. Razionalizzazione Cimitero e valutazione sua espansione.
(Documento Unico di  Programmazione 2024-2026 - Parte Prima)
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italiavivadelchierese · 2 years ago
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Incontro pubblico del 5 giugno 2023 a Chieri - La sintesi -
Chieri 5 giugno 2023
IL DISTRETTO DEL CIBO CHIERESE-CARMAGNOLESE E LE PROPOSTE DI ITALIA VIVA
Premessa e contesto
Dagli studi realizzati sul territorio emerge che:
cresce la richiesta di cibi di qualità;
aumenta la sensibilità verso la valorizzazione dei cibi del territorio; 
il Piemonte si posiziona in cima alla lista delle Regioni più meritevoli di essere visitate per la grande varietà e ricchezza dei paesaggi.
In questo contesto, si inserisce la presentazione a Chieri, nel 2017, dell’Atlante del cibo di Torino Metropolitana, che ha restituito una visione sistemica del “food system” metropolitano ed ha rappresentato la base teorica per la costruzione del futuro Distretto.  Se Torino può diventare la capitale del cibo, noi possiamo ambire a nutrirla tutti i giorni.
ITALIA VIVA, in questo territorio, ha sempre rappresentato una forza politica sovra-comunale, che ha promosso azioni e ragionamenti liberi da condizionamenti di campanile.
La cronaca di oggi
L’elevata frammentazione del Distretto in numerose amministrazioni comunali limita la visione d’insieme, necessaria per creare un’identità di territorio e frena le energie e le potenzialità di questi luoghi. Occorre creare, dunque, un’identità sovracomunale per questo territorio. A questo scopo riteniamo necessario che:
venga programmato un “roadshow” per la presentazione degli obiettivi del distretto nei 25 comuni coinvolti.
gli organi d'informazione locali non facciano mancare il loro interesse riguardo al Distretto;
Purtroppo, nell’ultimo anno, sono venute alla luce possibili iniziative in contrasto con la vocazione del Distretto. Facciamo riferimento, in particolare, a:
un nuovo polo logistico a Carmagnola, di rilevanti dimensioni, da realizzare su terreno vergine; anziché ristrutturando aree industriali dismesse, già presenti sul territorio dei 25 comuni;
l’insediamento di un nuovo allevamento di maiali (circa 8.000 capi) a Poirino, che avrebbe un significativo impatto ambientale e che necessita di attenta valutazione;
un nuovo impianto fotovoltaico da realizzare su 70 ettari di terreno agricolo coltivato a Poirino.
Il progetto del Distretto del Cibo fa parte del DNA di ITALIA VIVA e con le nostre proposte vogliamo farlo crescere.
Oggi il Distretto si trova di fronte ad un bivio: o lo facciamo diventare il vero motore della crescita del nostro territorio; oppure dobbiamo prendere atto che si è trattato di un fuoco di paglia a causa dell’atteggiamento di alcuni sindaci, che hanno continuato ad operare nell’esclusivo interesse del loro comune. 
Non possiamo essere, contemporaneamente, Distretto del cibo, polo logistico del nord-ovest, sede di grandi allevamenti intensivi di suini e di terre coltivate dedicate al fotovoltaico. Occorre fare delle scelte forti e condivise, che rendano riconoscibile il nostro territorio. L’economia circolare non può essere un semplice slogan.
La legittima ricerca del profitto da parte dei privati e quella di entrate comunali stabili, deve avvenire nel rispetto della vocazione originaria dell’accordo di Distretto. È di fondamentale importanza, dunque, che gli investimenti ed i nuovi insediamenti siano coerenti con uno sviluppo sostenibile del territorio. 
E’ possibile conciliare le diverse esigenze economiche se è vero che, secondo uno studio Cerved sugli scenari 2022 di Snam e Terna, in Italia:
esistono spazi su fabbricati industriali per installare 30 GWatt di nuova capacità fotovoltaica, utilizzando i 110.000 tetti di oltre 2000 mq.;
vi sono spazi su terreni agricoli non utilizzati per 12 miliardi di mq. Utilizzando solo il 10% di tali terreni si potrebbero realizzare circa 73 GWatt di nuova capacità fotovoltaica (obiettivo del Green-Deal è di realizzare nuova capacità fotovoltaica per 70 GWatt).
Si tenga presente, inoltre, che:
sono già in corso iniziative di realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici su edifici agricoli ad uso produttivo, con 1,5 mld di investimenti e 375 MW di produzione potenziale;
è possibile produrre energia rinnovabile, nella forma del Biometano, attraverso lo smaltimento pulito dei residui agricoli e delle deiezioni animali.
Conclusioni e proposte
La nostra proposta è di realizzare un “Piano Regolatore di Distretto”, attraverso un percorso di approfondimento mirato a:
• individuare, a seguito di un’attenta analisi territoriale, tipicità e criticità locali e complessive del Distretto;
• definire azioni strategiche che salvaguardino le potenzialità del territorio e ne tutelino l’equilibrio complessivo;
• stabilire regole e comportamenti comuni per uno sviluppo omogeneo e condiviso del territorio.
Il percorso di approfondimento, con l’eventuale supporto di Università e Politecnico di Torino, avrà il compito fondamentale di elaborare concetti, proposte e comportamenti comuni. I risultati saranno trasferiti nel “Piano Regolatore di Distretto”.
Proponiamo, inoltre, di incaricare la Città Metropolitana o un Comune capofila di seguire l’iter di realizzazione del Piano. 
I nuovi investimenti ed imprese dovranno trovare un quadro regolamentare di Distretto, chiaro e trasparente, per adeguare i loro piani di insediamento e sviluppo alle effettive esigenze del territorio.
Il Comitato di Italia Viva del Chierese-Carmagnolese
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francescoflori · 2 years ago
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babau15-blog-blog · 3 days ago
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Il parco fotovoltaico che minaccia Aquileia: “Siamo pronti a combattere, come fece Cesare” - la Repubblica
Maledetti Furlani, l avete votata? Avete votato il grasso padano? Ora, Ve li tenete e non rompete il cazzo
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noteimmagini · 3 days ago
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Questo articolo compare sul sito de La Repubblica, abbiamo già parlato di luminoso futuro di quei paraggi per scoperte ancora in corso, preghiamo aprire questo link:
Il parco fotovoltaico che minaccia Aquileia: “Siamo pronti a combattere, come fece Cesare”
dalla nostra inviata Brunella Giovara
La cittadina, sito Unesco, conserva tesori archeologici unici. Ma al suo fianco incombe il progetto di un maxi impianto grande trenta volte il campo di San Siro
02 Febbraio 2025 alle 01:00 3 minuti di lettura
Aquileia (Udine) — Cesare è stato qui, a difendere il confine dai barbari Elvezi (lo ha poi raccontato nel suo bestseller, De bello gallico). Ma anche oggi c’è da pugnare, per difendere Aquileia da un parco fotovoltaico gigante, in una battaglia «che noi combatteremo», dice fieramente il sindaco Emanuele Zorino. Al suo fianco, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia. La Fondazione Aquileia. La Regione, due ministri.
E il popolo, che pure un tempo avrebbe preso a mazzate l’antichità in cui si inciampa ovunque, in questo sito Unesco fin dal 1998. «Siamo solo 3.223 abitanti, ma oggi sappiamo di essere custodi di un tesoro per conto terzi: l’umanità», dice Zorino. Non capita infatti a tanti (a parte i romani di Roma) di vivere dentro una città del 181 a. C., tra foro, mura, terme e mosaici (800, il primo è quello meraviglioso della Basilica, da 750 metri quadri). Più, molte tonnellate di resti sparsi, colonne in piedi o spezzate, capitelli, piramidi altissime di urne cinerarie. Patrimonio dell’Umanità, con un’area “core” di 155 ettari, poi allargata nel 2018 con una fascia di protezione di altri 245.
E di recente, ecco il progetto del Parco archeologico, con l’espansione della zona vincolata che arriverà a 391 ettari. Questo perché Aquileia è ancora molto da scoprire. Sotto, ci sono cose troppo interessanti per la Storia, perciò in città c’è il divieto assoluto di edificabilità, e fuori è molto difficile. Nei campi, si può arare al massimo per 75 centimetri, ma in certe aree solo per quaranta, data la possibilità di incappare in qualche reperto.
Poi è «arrivato il fulmine a ciel sereno», dice il presidente della Fondazione Aquileia, Roberto Corciulo, quando la Renantis Italia ha presentato in Comune il suo progetto, «che è a tutti gli effetti un impianto industriale», e che impianto. Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione e archeologo: «La superficie complessiva è 210 mila metri quadri. Un’area pari a 30 volte il campo di gioco di San Siro». E un cavidotto interrato di quasi 6 chilometri (anche attraverso il centro abitato).
Dovrebbe quindi sorgere proprio a ridosso della zona cuscinetto, e soprattutto sopra la grande strada romana che da Aquileia arrivava a Tergeste (Trieste). Tiussi: «Ai suoi lati sorgevano i recinti funerari delle famiglie importanti, in parte individuati nell’Ottocento», durante i primi scavi. Mai dissepolti, “ma sono proprio qui sotto”. Tombe, quindi. «Monumenti funebri!», infatti qui vicino venne scoperto il Grande Mausoleo di Candia (il signor Candia era un magistrato), poi ricostruito in centro nel 1956. Un sepolcro con colonne e statua del morto (senza testa, però), e due leoni arrabbiati alla base. Tutto compreso, 17 metri di altezza.
Bisogna anche dire che, fin dalla nascita, la Fondazione Aquileia acquista terreni, con soldi che arrivano dalla Regione, per «blindare» i confini dell’area protetta. Altre aree le ha in uso, e ci fa ricerca, conservazione e restauro, e così favorisce lo sviluppo del turismo culturale (che «è il futuro dei nostri figli», aggiunge il sindaco). Quindi, gestisce vari appezzamenti, come la stalla Violin, il sepolcreto, la Südhalle dell’Arcidiocesi di Gorizia. Il fondo Cassis con la Casa dei putti danzanti, il fondo ex Moro con la Casa delle bestie ferite, e molti altri. E il Museo archeologico nazionale, quello Paleocristiano. Non i terreni dove è progettato il parco fotovoltaico, in mano a privati pronti ad affittarli per 50 anni a Renantis.
«Sarà come avere un capannone alto 8 metri, qui davanti», dice Monica Macor, che con il marito Dario porta avanti la Cantina Puntin (5 ettari, tutto biologico, e basta grattare la terra che vengono fuori cocci di anfore, manici, pezzi di marmo, forse qualche magica corniola). «Noi coltiviamo come i nostri bisnonni, senza chimica. E adesso ci arriva questo mostro in faccia. Non vedremo neanche più le montagne…». E il Carso, perché questo è sacro suolo non solo in quanto necropoli romana («una gigantesca città dei morti», dice Tiussi), ma pure prima retrovia del fronte, durante la Grande Guerra. Sede del primo cimitero, qui Maria Bergamas, una donna di Gradisca d’Isonzo che aveva perso il figlio in battaglia, scelse tra 11 bare di soldati sconosciuti quella che diventò il Milite ignoto. Da Aquileia partì il grandioso convoglio ferroviario diretto all’Altare della Patria. E basta girare dietro la Basilica patriarcale, per vedere le tombe degli altri dieci, qui sepolti, come pure la Bergamas.
E allora, perché disturbare un posto unico al mondo con il mega impianto? «Rovinerebbe pure il paesaggio…», dice Andrea Bellavite, direttore della Basilica. Il bel paesaggio della bonifica antica, e nel bel mezzo un capanòn da 210mila metri quadri, quando in tutto il Nordest si cerca di eliminarli, già simboli di una ricchezza aggressiva, ma così antiquati, e spesso vuoti.
È il contrasto tra due leggi, quella per l’attuazione del Green Deal (e la corsa agli impianti per energia rinnovabile) e quella della tutela dei beni culturali. Il ministro Giuli ha già detto no al progetto Renantis, sollecitato dal collega dei Rapporti con il Parlamento (Luca Ciriani, friulano). Quello dell’Ambiente sta valutando l’impatto, e tanto per non perdere tempo, la soprintendente Valentina Minosi ha proposto opposizione direttamente alla presidenza del Consiglio dei ministri. Deciderà quindi Meloni, sul futuro della piccola Roma.
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blogsdaseguire · 5 days ago
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Come risparmiare installando il fotovoltaico
#Risparmia subito sull'installazione di un #impiantofotovoltaico utilizzando lo# sconto di 600€ di #EON. Scopri come farlo rendere al massimo. Installare un impianto #fotovoltaico è vantaggioso non solo per l'#ambiente, ma anche per il tuo portafoglio.
Installare un impianto fotovoltaico rappresenta una scelta vantaggiosa non solo per l’ambiente, ma anche per il portafoglio. Con l’aumento dei costi energetici, è fondamentale trovare modi per risparmiare. In questo articolo alcuni consigli pratici su come ottimizzare l’installazione del fotovoltaico e massimizzare i risparmi. E.ON offre un’opportunità unica per chi desidera installare un…
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twinselectric · 1 month ago
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Twins Electric srl ti guida nella scelta del miglior impianto fotovoltaico a Milano. Scopri i consigli essenziali per l'installazione fotovoltaico Milano perfetta per la tua casa o azienda. Ottimizza energia, risparmia e proteggi l'ambiente con la nostra esperienza nell'installazione fotovoltaico Milano. Contattaci oggi stesso per un impianto fotovoltaico a Milano su misura!
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captainluigiverdecchia · 2 months ago
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pietroalviti · 2 months ago
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Ceccano, niente impianto fotovoltaico a Colle Ceci, almeno per ora
Il comune di Ceccano ha detto no alla realizzazione di un impianto fotovoltaico da 10 megawatt a Colle Ceci, almeno per il momento. La nuova installazione sarebbe dovuta sorgere al confine fra Ceccano e Arnara, in contrada Farneta. Palazzo Antonelli ha emesso un parere negativo, che rigetta la richiesta di realizzazione, a conclusione della Conferenza dei servizi, in cui sono stati interpellati…
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abr · 1 year ago
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Quanto ai costi, tenendo conto che un impianto fotovoltaico costa circa 2.500 €/kWp e le batterie al piombo circa 17.000 €/ton, avremo:
Pannelli: 590 mld €
Batterie: 306 mld € T
Totale: 896 miliardi di €
Oltre 2,67 km2 di edifici per gli 8 mln m3 di batterie.
Il superbonus è costato "solo" 27 miliardi; questi quasi 900 miliardi chi li paga?
Enea, cazzari baronali di provincia parcheggiati a sparar cazzate dal dopoguerra. E il Corrierino dei Piccoli rilancia. Per i compagni della Ztl le chiacchiere e i distintivi contano.
"L'energia per tutti": non era più pilu?
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