#il male che non c'è
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sara-smind · 1 year ago
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Sono negativa oggi, se non siete in mood non leggete:
la prof del tirocinio e della tesi mi sta ghostando, ho paura di scriverele le email perché non voglio sembrare pressante e antipatica, ho delle cose da fare che mi ha richiesto ma queste non dipendono solo da me ma da persone che mi stanno facendo un favore e quindi non posso pressare neanche loro perché non sarebbero tenuti ad aiutarmi in alcun modo dato che hanno un lavoro e degli impegni anche loro per cui vengono effettivamente pagati, in tutto ciò i miei cercano di darmi una mano ma se penso a quello che mi manca da fare mi viene da soffocare, non riesco a mangiare per l'ansia di deludere le aspettative di qualcuno che ne ha nei miei confronti e continuo a pensare che l'unica soluzione sia incontrare la prof di persona e spiegarle cosa succede ma... (riprendi da capo)
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alexjcrowley · 9 months ago
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Comunque rip fandom anglofono della formula 1 non saprete mai che La scelta di Caparezza è una delle canzoni più azzeccate per questo sport
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pietroleopoldo · 2 years ago
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Pregate per me non è successo niente ho solo guardato una recensione estremamente statunitense di questo mondo non mi renderà cattivo
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omarfor-orchestra · 2 years ago
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zibaldone-di-pensieri · 4 months ago
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Vera Gemma è tipo la versione italiana del Joker di Heath Ledger
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gaysessuale · 2 years ago
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mentre attendo la mia ora mi lamenterò ampliamente qui sul mio stato di salute ma nei tag perché non è proprio roba piacevole
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yourtrashcollector · 4 months ago
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Allora Loris le ricordava di aver frequentato Lettere e di non saper fare nient’altro se non leggere e studiare, non tutti i mestieri erano alla portata di chiunque.
Giulia Caminito, Il male che non c'è
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raccontidialiantis · 2 months ago
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E poi ci si perde così, semplicemente: stupidi!
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Lasciamo scorrere scioccamente intatti minuti, ore e giorni. Sprechiamo anni e mesi preziosi. Tutto tempo gettato via; spicchi di vita che avrebbero potuto essere impiegati amando, amando, amando. Ed essendo amati in cambio. Perché non c'è null'altro che valga veramente la pena fare se non denudare l'anima, tacere e iniziare ad accoppiare cuori e corpi. Se è vero purtroppo che “la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi” (Carl von Clausewitz) per fortuna il sesso è il meraviglioso e necessario proseguimento dell'amore delle anime con i mezzi della carne.
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Quindi non c'è atto più nobile, bramato e giusto che infilare la lingua, il proprio pene in una donna, ovunque lei voglia. Ovunque tu voglia. E non c'è nulla di male, anzi, nel desiderare ardentemente accogliere un uomo nella propria bocca, nel culo o nella propria vagina. Che sono stati fatti apposta: riprodursi, mangiare ed espellere sono compiti secondari. E poi godere e gioire nel gustare il suo seme. O il nettare della propria donna. Solo chi non ha mai amato ignora cosa vuol dire vivere una vera passione, cosa sia l'incomprimibile bisogno di isolarsi accoppiati in una bolla fatta di segreti, ritagli di tempo, peccato.
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E poi: sforzo fisico, sudore, odori misti a sorrisi e orgasmi ogni volta diversi e ogni volta più soddisfacenti. Infine, semplicemente mangiare un trancio di pizza o un gelato insieme. Oppure semplicemente continuare a sfamarsi ancora di baci. Perché amarsi non basta mai.
"Dio come ti odio: come… come fai a essere così stupida, così distratta, così stronza, così… irresistibile, così bella, così… vieni qui che ti desidero."
"Ma... Ancora?"
"Si: ancora."
"Eccomi: vieni dentro di me. Riempimi di te."
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RDA
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pgfone · 6 months ago
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Quando la gente fa schifo, fa schifo sempre, in tutte le circostanze e questo è il caso dei miei parenti, vi racconto: è morta una mia prozia in Belgio, prozia che tutti noi parenti sapevamo piena di grana, ma che comunque è stata lasciata a se stessa nel momento del bisogno. Storia triste quella della mia prozia; Parte per il Belgio nel dopoguerra perché suo marito aveva trovato lavoro in miniera, mette al mondo due figli entrambi con la distrofia muscolare che si sono spenti poco a poco, anno dopo anno e suo marito muore abbastanza giovane. Facendo grandi sacrifici è riuscita a farsi una bella casa in una cittadina del Belgio ha cucito giorno e notte per sbarcare il lunario e alla fine visto che era abituata a vivere con niente ha messo via una discreta quantità di soldi. È stata sempre generosa con tutti noi, ma noi poco abbiamo fatto quando ne ha avuto bisogno. Pochi mesi fa cade, si rompe il femore, le amiche non riescono ad accudirla a casa e la mettono in una RSA, in questa RSA si prende il COVID, la prozia muore. Fino a qui tutto male direi no? Ma non per i miei parenti, che si sono fiondati sull'eredità come vampiri assetati di sangue, appena saputo della morte sono partiti come razzi per il Belgio, contattato avvocati, notai e chi più ne ha più ne metta ma dell'ingente somma della prozia nessuna traccia, nei ben 4 conti ci sono poche centinaia di euro, di oro e preziosi in casa nemmeno la puzza, inoltre, nessun testamento, solo 4 righe scritte a penna in stampatello, lasciate nel comodino della camera su un foglio a quadretti dove c'è solo scritto che la casa andrà al centro per la distrofia muscolare i gatti e i cani alle sue amiche e in ultimo la motozzappa e tutte le attrezzature agricole dello zio....... a me.
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scritti-di-aliantis · 17 days ago
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(Foto: nipnipnip)
"L'amore fa male, ma la mancanza d'amore fa ancora più male." (David Lynch)
"Sempre meglio un amore bizzarro che nessun amore." (Stephen King, Il miglio verde, 1999)
"La forza invincibile che ha spinto il mondo non sono gli amori felici bensì quelli contrastati" (Gabriel García Márquez, Memoria delle mie puttane tristi)
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(Foto: nipnipnip)
Ti lavi. Fai colazione. Ti vesti. Vai al lavoro. Sorridi, con finta convinzione. E lui nella tua vita non c'è. Vivi a metà.
Aliantis
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(Foto: nipnipnip)
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francesca-70 · 4 months ago
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"Manca ormai poco alla fine dell'anno, e ci sono successe tante cose che non ci aspettavamo. Il cuore si è spezzato un po', alcune persone se ne sono andate, ma ne sono arrivate altre. Ci sono stati anche sorrisi, hai ricominciato, hai guarito le ferite, e anche se alcune cose hanno fatto male, ci hanno anche insegnato qualcosa.
Manca poco alla fine dell'anno e non è mai troppo tardi per quel sogno, quel caffè, quel viaggio, per iniziare qualcosa di nuovo, per fare più di ciò che ti piace, per emozionarti di nuovo, per riprovare e credere che le cose possano andare meglio.
E se quest'anno non è stato quello giusto, forse lo sarà il prossimo, o quello dopo ancora, perché anche quando i momenti difficili ci offuscano la vista, c'è sempre una nuova opportunità per essere felici."
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🫶
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ilpensatoredellaminchia · 1 month ago
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dicono tutti che fuori si sta meglio. dicono tutti che in italia non ci sia lavoro e che fuori sia tutto perfetto. la verità è che chi non lo ha mai provato non ha la minima idea di come cazzo sia vivere all'estero. e non parlo dei sei mesi di erasmus di cui praticamente non ricordi un cazzo perché eri sbronzo cinque giorni su sette. parlo di provare a vivere veramente in uno stato che non sia il tuo, parlo di vivere veramente da "straniero". ci sono una serie infinita di meccanismi che si attivano che voi non avete neanche idea di che cazzo stia parlando. il problema più grosso rimane e rimarrà sempre il lato sociale.per chi non fa altro che sperare di andarsene dall'Italia perché non c'ha una lira e crede che fuori ti tirino i soldi li direi di fermarsi un po' a pensare che cosa sta facendo prima di partire veramente. forse il problema sta anche nel fatto che io non ho mai avuto problemi di soldi e non ho mai avuto problemi ad arrivare a fine mese, può essere. ma l'incompatibilità che provo quotidianamente da sette anni con il popolo con cui vivo non avete idea di cosa sia. la settimana scorsa sono stata mezza giornata a Verona e mi sono ritrovata per caso su una strada qualunque e stavo bene. io non sto mai bene. la gente attorno a me era sulla strada, stava fuori, all'aperto, era sulla strada e faceva chiasso. la gente parlava ad alta voce, le macchine andavano di qua e di la, i bus si fermavano alla fermata in cima alla strada. c'erano macchine, vespe, bus e tanta tanta gente fuori sulla strada che camminava e andava a passeggio. ed era tutto bello. la gente sembrava proprio felice. c'era quell'odore di estate che si sentiva a scuola verso fine maggio. quando alle nove c'era ancora il sole e la gente era felice. felice. cazzo che bella che era la vita. se solo avessi fatto qualcosa o tutto diversamente. se solo avessi capito quanto sarebbe stato poi difficile rivivere momenti come quelli.
con chiunque parli e dica che voglio tornare mi guarda malissimo e mi riempie di frasi senza fine per farmi capire di quanto si stia male qua. gli unici che mi capiscono sono quei poveri sfigati come me, che vivono incastrati in un posto che da fuori sembra incantato, invidiato da tutti ma che poi dall'interno è pieno di cose che non vanno. inutile quanto tu ci provi ma questa non è casa tua e mai lo sarà. e sinceramente, ti dirò, va anche bene. va anche bene perché io non ho più nessunissima intenzione di 'integrarmi', anche se questa parola alla fine non vuol dire un cazzo. sono pochissimi i tedeschi o gli austriaci con cui esco volentieri nel mio tempo libero, forse due, e uno di questi è il classico austriaco estremamente impacciato e timido che mi mette totalmente a disagio e con cui esco due volte all'anno perché è il mio massimo livello antidisagio. non è una brutta persona, ma semplicemente 'non funzioniamo', non c'è vibe come direbbe mio fratello da figo. e ripeto va bene perché lo ho capito da tipo due anni che per vivere da voi non devo necessariamente vivere con voi. ma già dietro questa frase si capisce il livello di solitudine estrema di una persona. vivo in austria e non ho nessun legame profondo/serio con nessun austriaco. condizione che, lo dico per sentirmi meglio, è condivisa da circa 2 su 3 degli stranieri residenti in austria. ovviamente non sono sola, ho conoscenti e amici. credo che però qualunque persona normale capisca che non sia proprio il massimo. la mia vita a 27 anni è totalmente differente rispetto a quello che mi ero immaginata. e quindi decidi di restare in un posto che non ha nulla, ma proprio nulla a che fare con te, ma dove però funziona bene o male tutto e dove hai un lavoro. il mio lavoro in Italia neanche esiste o meglio si c'è, ma la maggior parte delle volte è su base volontaria o gestito da Onlus che ti pagano male e poco, se ti pagano. mesi fa ho conosciuto questa ragazza che ha fatto lo stesso mio lavoro ma in Calabria. le sono arrivati i soldi dello stipendio cinque mesi dopo. io con il mio lavoro arrivo a 2000/2100 mensili netti. questa prendeva si e no 1200 al mese.
dove vivo io fanno tutti sport. ho sempre trovato gli austriaci molto poco attraenti ma hanno tutti dei fisici quasi perfetti. la gente continua a fare sport. è l'unica cosa che puoi fare. vai al lavoro e dalle 5 in poi ti chiudi da solo con le tue cuffiette in mezzo ad altri 100 depressi per due ore in palestra. non c'è altro. il weekend esci per modo di dire... fai una passeggiata il sabato, se hai fortuna trovi qualcuno con cui mangiare insieme anche a cena. la domenica non ve la descrivo neanche. per chi non è mai uscito dall'Italia prima la domenica in una paese germanofono è un'esperienza surreale. la domenica qui è il giorno per la famiglia, nonostante io mi chieda che cazzo faccia una famiglia di cinque tutta la domenica chiusa in un appartamento da 60 mq dato che trovare qualcosa da fare è impensabile. è tutto chiuso. a Vienna la domenica ci sono 4 supermercati aperti in tutta la città. l'unica cosa che puoi fare la domenica è indovina cosa? sport. O andare magari al cinema due ore il pomeriggio.
chi vive in questi posti e ha origini mediterranee, africane o viene dal medio oriente vive una vita a metà. la cultura di questi posti non ha assolutamente nulla a che fare con la nostra essenza. la gente è di un piatto che non si può descrivere. esattamente come le loro domeniche.
secondo me l'unico modo di sopravvivere più o meno bene e quella di trovarvi un partner. se state pensando di andarvene non fatelo da soli. in questi sette anni ho visto tanta di quella gente venire qua e vivere i primi due anni in una sorta di trance psichedelica perché guadagnavano 3000 euro al mese e poi al terzo anno cadere in una depressione pesante a causa della solitudine che ti offrono questi posti. non è una solitudine che si può spiegare. passi la tua esistenza in maniera alienante in mezzo a persone da tutto il mondo che sai che prima o poi se ne andranno per non tornare più e poi ricominci a conoscere sempre nuova gente e così via in in ciclo infinito di cene e pomeriggi passati a parlare del più e del meno con gente che sai che non si fermerà mai nella tua vita e con cui appunto non puoi che parlare del tempo
i primi quattro anni che stavo qua pensavo sempre che più sarebbe passato il tempo più mi sarei abituata e avrei fatto meno fatica. sinceramente ho sempre pensato che l'integrazione andasse a pari passo con la lingua. che gran cazzata. ora so la lingua e bene o male so dire tutto ma faccio più fatica ogni giorno che passa. e ogni volta che parlo con qualcuno che vive qui da anni come me mi confermano la stessa cosa. dieci anni fa mai e poi mai mi sarei immaginata di fare questa vita qua.
nessun di noi sta male male. hai uno stipendio, se sei fortunato fai pure un lavoro che ti piace, hai le tue cinque settimane di ferie all'anno, hai il tuo appartamento, hai il tuo cerchio di amicizie, hai l'amico argentino che fa sempre figo tornare a casa a natale e parlare allo zio che non è mai andato oltre Trento dell'amico argentino eppure vivi sempre a metà e tutto ciò è impossibile da spiegare a chi non viva o abbia vissuto nella stessa situazione.
boh. come tutta la mia vita, boh
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omarfor-orchestra · 1 year ago
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https://www.tumblr.com/omarfor-orchestra/736619297955364864 che succede!!!
Ah niente è che già lo sapevamo che era una serie brutta ma chissà che aspettative si sono fatte le persone che in massa hanno cominciato a vederla e ora è diventata super criticata quindi mi chiedevo ma la gente poteva farsi i fatti propri
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lady--vixen · 8 days ago
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succede che...
succede che un giorno, durante un'ecografia, la dottoressa che te la sta facendo ti dica che il tuo cancro aggressivo e bastardo abbia una particolarità: si annida nel fegato. aveva usato proprio questa espressione "si annida". m'è rimasto in mente. certo che m'è rimasto in mente. prova a non pensarci, se ti dicono una cosa del genere. ti hanno anche detto che colpisce il cervello, ma il verbo esatto, in questo caso, non lo ricordi. invece "annidarsi" ti resta in testa. poi un giorno - l'anno scorso - un dottore riccioluto, durante un'ecografia ti trova un "angiomino" sul fegato. angiomino (altra bella espressione) nuovo nuovo, mai visto prima. tutto ok, comunque.
solo che... solo che, anche se non vuoi, la tua testa inizia a pensare. mica volontariamente, no, in background, niente più che un rumore di fondo. e pensa: e se non fosse un angioma? se fosse quella parola innominabile che si annida nel fegato?
e con questi ameni pensieri sono andata a fare i controlli (con 2 mesi di ritardo e pagando, altrimenti avrei dovuto aspettare l'anno prossimo, come minimo)
in sala d'attesa vedo che alle ecografie c'è la dottoressa faccia di pietra e mi prende subito male. so chi è. qui ormai gli ecografisti li conosco tutti e lei è quella con la mano più pesante. non la voglio. non voglio essere qui. lasciatemi andare! mi estraneo. sulle poltroncine della sala d'aspetto fisso un punto nel vuoto e non ci sono più. non riesco a leggere, non riesco a scrivere o guardare il cellulare. niente. una tipa cerca di attaccare bottone e io nemmeno mi giro. lasciatemi stare, sto cercando di raccogliere le forze, non vedete? le forze per alzarmi da qui e attraversare il corridoio sulle mie gambe quando mi chiameranno.
e mi chiamano. però mi chiamano da una porticina laterale che era rimasta chiusa tutto il tempo. pare l'abbiano aperta apposta per me. riesco ad alzarmi e percorrere quei due metri e... vedo il riccioluto. lo saluto dicendo "il mio doc preferito!" e lo dico con un sollievo che lui non può capire. al limite lo può fraintendere, ma non lo può capire se non è mai stato da questo lato dell'ecografo, dove le espressioni dei dottori sono lette e interpretate come gli antichi auspici. è il mio preferito, perché è un dottore con la mano leggera, non mi fa il solletico e non mi fa male.
forse resto in apnea, forse lo sono da ieri, ma mi sembra di riuscire a respirare solo quando dice "è tutto a posto".
è tutto a posto e io amo i fiori, le nuvole e i temporali. è tutto a posto e noto solo ora che il dottore è seduto sul lettino di fianco a me e mi accarezza un braccio per dirmi che è tutto ok e lui è felice di potermelo dire. e aggiunge: "l'angioma è davvero solo un angioma". quindi la mia preoccupazione mi si leggeva in faccia.
piangerei di felicità, se non avessi i dotti lacrimali rinsecchiti. mi fa strano, adesso, rispondere alla domande sui miei hobby sdraiata nuda su un lettino, ma non riesco a smettere di sorridere. è tutto ok e allora penso che una volta a casa comprerò quello shampoo che per scaramanzia non ho comprato prima. perché non si sa mai, perché la notte è buia e assassina, perché volevo essere prima sicura di non dovermi rapare a zero. di nuovo.
è tutto ok. mi alzo dal lettino e lui mi stringe la mano. mi vien da ridere, perché sono nuda, perché per la felicità gli salterei al collo e inizierei a ballare. è tutto ok mentre mi rivesto ed esco sotto la pioggia. è tutto ok mentre scrivo un messaggio per dire che è tutto ok.
è tutto ok.
almeno per la prima parte degli esami. ne mancano altri la prossima settimana, ma una cosa alla volta.
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kon-igi · 2 months ago
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LA SCATOLA DEL DOLORE
Non basta essere appassionati di qualcosa per diventare automaticamente dei professionisti specializzati, altrimenti il mondo sarebbe pieno di ginecologi e androloghe e infatti per ciò che riguarda il dolore e la sofferenza io non mi ritengo né esperto né professionista, però dopo tanti anni passati a calpestare questa bella terra in balia di mie e altrui fortune altalenanti, posso perlomeno affermare che in genere, se ne parlo, è perché so di cosa parlo.
Esistono differenti tipi di dolore e altrettante differenze scatenanti ma da che ho memoria ho sempre visto entrare nella mia vecchia casa a Viareggio persone con le lacrime agli occhi e poi uscirne, se non proprio sorridenti, perlomeno più serene.
Il fatto è che nella quasi totalità dei casi si trattava di madri e di padri che avevano perso i propri figli e le proprie figlie, genitori desiderosi di chiedere ai propri cari se Oltre ci fosse ancora sofferenza o invece la pace e la serenità che si auguravano.
Mio papà e mia mamma sono stati per la quasi totalità delle proprie vite Mulder e Scully de'noantri, però al contrario: mia mamma vedeva gli spiriti e ci parlava e mio papà scacciava infastidito i negromanti che conficcavano spille nelle loro bamboline per vendicarsi che gli rubavano il lavoro e pure gratis.
Nessun giovane spirito, però, ha mai parlato ai propri genitori - più grande è il dolore meno possibilità ci sono di attingere alle emanazioni della Cosa Una - invece queste madri e questi padri disperati hanno ritrovato una quiete interiore parlando non di chi è andato oltre ma di chi è rimasto.
Io sono forte con i dolori che conosco e assolutamente impreparato e fragile anche solo a pensare al dolore che non è ma che potrebbe essere. Anzi, che per forza di cose sarà.
Che cos'è, allora, la scatola del dolore?
Si tratta di una serie di espressioni emotive che ho incontrato in questi ultimi anni e che ho voluto fissare in una metafora visiva.
Noi siamo scatole, contenitori viventi delle più variegate emozioni che si agitano ad ogni nostro agire, sbattendo contro il nostro cuore e risuonandoci dentro.
Quando subiamo il lutto di una persona a noi cara, diventiamo contenitori di un'unica emozione, enorme, ingombrante e onnipresente: il dolore.
Immaginate il dolore come una palla rossa che a ogni nostro movimento sbatte contro il cuore e ci rimbomba dentro di sofferenza e disperazione. Apriamo gli occhi al mattino e ZAC! una coltellata al cuore, saliamo in macchina e ZAC!, apriamo la porta di casa ZAC! e così in ogni aspetto della nostra vita.
Poi un giorno succede qualcosa di strano... apri gli occhi al mattino e la coltellata non arriva: la palla rossa del dolore non ha colpito il cuore ma... c'è ancora! Rimbalza ovunque ma non tutti i movimenti la fanno sbattere là dove fa più male.
Ma... la palla del dolore si è forse rimpicciolita?
Non sembra sia più piccola, solo che colpisce meno frequentemente il cuore e col passare del tempo la sua capacità di ferire sembra diventare sempre più rara.
No, non è più piccola... è diventata più grande la scatola.
La persona è cresciuta intorno a quel dolore, lo ha accettato, compreso e lo ha reso più piccolo del posto in cui all'inizio esso sembrava spingere e spadroneggiare.
Non lo ha dimenticato, non lo ha seppellito, non è fuggita ma vi è cresciuta faticosamente intorno, fino a che il suo flebile manifestarsi non si è presentato come una piccola fitta di nostalgia velata di sorriso stanco.
Questo è il dolore, quando troviamo la forza di abbracciarlo e comprenderne le oscure motivazioni, perché oltre la cortina di pioggia del rimpianto e del desiderio di non sentire più, la via prosegue senza fine e i nostri sogni appartengono già al domani.
P.S.
Se il vostro dolore sembra essere troppo grande e la vostra scatola troppo piccola, cercatemi su telegram come kon_igi... magari non parleremo con gli spiriti ma vi posso assicurare che se avrete bisogno, cercherò di arrivare alla prima luce del quinto giorno. Quindi all'alba guardate ad Est! ❤️
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falcemartello · 8 days ago
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L'unione Europea (ex CE, ex CEE) nasce come progetto centralista, dirigista e burocratico.
L'unico organismo elettivo è il parlamento che, non a caso, non conta nulla.
Non c'è da stupirsi, dunque, se i grigi burocrati di Bruxelles vivono male il voto popolare.
Per quel poco che conta, beninteso.
La democrazia è una sceneggiata fatta per illudere il popolo bue di contare qualcosa.
L'UE serve a gestire tutto a livello centrale sommergendo i paesi membri di centinaia di migliaia di pagine di norme demenziali e controproducenti, distruggere quel poco che resta dell'industria europea, derubare sistematicamente i cittadini.
La buffonata bellicista ha un solo scopo, estorcere altri soldi.
La soluzione è uscire dall'UE. Non domani, non oggi, ma ieri.
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Il voto popolare è talmente temuto che il parlamento, per poter sfiduciare la Commissione, se vota al completo, può farlo solo con una maggioranza di 480 favorevoli alla sfiducia(2/3 di 720)unico in Europa, non può iniziare le leggi, solo la non eletta Commissione può iniziarle.
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