#il figlio della sposa
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Mare, mare, mare: ma che voglia di arrivare fino a te
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Ho quarantotto anni e sono già... una nonna! Mia figlia è separata e sgobba dalla mattina alla sera, con scarse ferie o permessi. Pur di far fare un paio di settimane di mare a Livio, il mio nipotino di tre anni, io e mio marito Luca ci siamo recati a Grottammare il sabato stabilito, nell'albergo prenotato tempo addietro. Scesi in spiaggia, abbiamo stretto amicizia con i nostri vicini d'ombrellone. Kiluake è un senegalese pallavolista professionista: alto, tutto muscoli e bellissimo. Nora è sua moglie, romagnola e avevano con loro il figlio Adam, di tre anni anche lui come Livio, la luce dei miei occhi.
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All'una del primo giorno abbiamo mangiato nella sala pranzo dell'albergo. Recatici in stanza, ho notato che Kiluake e Nora erano alloggiati proprio nella stanza di fianco alla nostra. Domenica sera infine mio marito Luca è ripartito; sarebbe tornato solo il sabato mattina successivo per stare con noi due giorni. Il lunedì appresso Nora s'era offerta di badare per un paio d'ore ai due piccoli sulla riva, così io avrei potuto prendere un po’ di sole sdraiata. Indossavo un costume veramente ridotto e avevo di fianco quel bellissimo pezzo di manzo senegalese.
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Dalla lettura distratta e francamente impossibile dei giornali, tanta era la voglia reciproca di parlare finalmente da soli, siamo subito passati alle chiacchiere. Lo desideravamo entrambi molto. Era il palese inizio di una vera, inevitabile intimità tra due poli che percepiscono una latente, vicendevole attrazione. Non potei fare a meno di notare che lui guardava con insistenza il mio basso ventre, i miei seni sodi, le mie gambe e il mio culo, quando ero a pancia sotto. Per parte mia, io mi interrogavo su come potesse essere bello da drizzato quell'ammasso di ben di Dio che gli riempiva il costume davanti.
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La cosa mi stuzzicava non poco, confesso. Lo volevo dentro. Moltissimo. Ora, va detto che io la mia età me la porto benissimo e ho un fisico decisamente tonico. Faccio pole dance tre volte a settimana. Poi yoga, plank e corro ogni domenica mattina. Nora invece dopo il parto, così lui mi confidò, s'era un po' lasciata andare. Era notevolmente ingrassata e non curava più il suo aspetto; adesso era fuori forma e aveva quindi perso molto del sex appeal che aveva su di lui originariamente. Il giorno prima le avevo chiesto, in confidenza tra donne, come fosse partita la storia con Kiluake.
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Lei mi aveva detto che, da sostenitrice, dapprima seguiva la squadra. In seguito, trovandosi spesso insieme nel dopo partita, da cosa nacque cosa. E a mia domanda esplicita, mi fece capire che il capitolo “dimensioni” non era stato secondario nella sua decisione di accaparrarselo. La sera alle dieci il piccolo Livio già dormiva della grossa nel suo lettino, anche in quel primo lunedì da soli senza mio marito. Quindi uscii sul balcone per respirare un po’ e guardare il mare di notte. Vi trovai Kiluake appoggiato alla sua ringhiera. Mi disse che la moglie era di sicuro un tipo mattiniero, ma che la sera, stanca morta dopo una giornata appresso alla piccola canaglia, crollava letteralmente.
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Scherzando dissi: “allora potremmo farci un po’ di compagnia, noi due!” Egli rispose: “certo, scendiamo giù e andiamo a farci un drink.” Io ormai senza più pudore: “intendevo qui in camera mia.” L'uomo divenne serio, mi guardò fisso e rientrò dentro. Ero convinta di aver combinato un guaio ed in realtà ero rossa di vergogna. Ma subito dopo sentii bussare leggero alla porta: era lui. Mi disse con un tono comprensivo che nella sua cultura loro rispettano molto una donna sposata. Ero di brace. E che la vagina di una sposa è solo ed esclusivamente del marito. Io chiesi: “tutto il corpo della sposa?” e lui: “Beh, il culo e la bocca no!”
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Ci facemmo una risata che sbloccò qualsiasi imbarazzo. Quindi lo abbracciai. Lui si scongelò, mi baciò infilandomi mezzo metro di lingua in bocca e poi scoprì i miei seni. Li soppesò, li accarezzò dolcemente e io iniziai a gemere. Li succhiò a lungo; poi si decise e mi distese sul letto, mi girò sul ventre e iniziò a massaggiare le mie natiche; me le divaricò, per disporre liberamente dell'interno del solco e vi sputò abbondantemente dentro, proprio sull'ano. Poi leccò e lubrificò con molta esperienza. Non ci potevo credere: tra un po’ avrei preso nel culo un guerriero africano! Appoggiò la sua cappella e cercò di entrare. Mi trattava come la sua troia.
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E mi piaceva moltissimo: con sua moglie a due metri di distanza. A me francamente piaceva ancora di più, con mio marito a un'ora di viaggio. Gli dissi di aspettare, che il culo non l'avevo mai concesso a nessuno, neppure a mio marito e temevo mi rompesse, con quell'affare enorme. Rise di cuore e mi disse di non preoccuparmi. Mi fece rilassare e riprese il suo lavoro. Pian piano riuscii a prenderlo nel culo per metà. Dapprima stavo per svenire dal dolore. Ma lo volevo sentir sborrare dentro di me con tutta l'anima. Lui si accontentò del parziale ingresso nel mio culo e prese a tenere un'andatura molto lenta.
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Man mano che procedeva, sputava sempre dall'alto della nuova saliva direttamente nel mio culo, così che il suo cazzo entrasse sempre un po’ di più. Era un'emozione nuova e bellissima: avevo scopato al di fuori del matrimonio già diverse volte, ma mai con un pezzo d'atleta del genere. E non l'avevo mai preso in culo: porca puttana, iniziavo direttamente dal top! Alla fine, con mia grande sorpresa, il suo cazzo entrò tutto! E prese a essere più veloce. Inarrestabile. Una vera bestia. Io non sapevo più se godere di lui e con lui o se invece soffrire per il mio culo dolorante palesemente rotto, sanguinante e dilatato al massimo.
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Sentivo i suoi coglioni sbattermi sul perineo. Era il più dolce e gradito massaggio. Mi sembrò di vivere impalata ma… in paradiso! Sborrò dentro di me forse una mezza litrata di roba. E sotto di lui divenni una morbida bambola di pezza, mentre venivo gemendo più volte, se solo pensavo a lui dentro di me. Ero completamente sua. I seni erano nelle sue mani a coppa. Mi baciava il collo, me lo leccava, mi torceva la testa per baciarmi lingua in bocca. La sera dopo, martedì, mi feci trovare supina e nuda. Depilata, profumata e bellissima. A sorpresa, mentre tentò di girarmi, rimasi ferma, col culo incollato al letto e gli presi il cazzo enorme con le mie due mani e lo puntai decisa contro le mie piccole labbra.
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Lui disse: “no, amore mio; questo non posso farlo” ma intanto non accennava ad andarsene. Per di più, io tenevo le sue palle strette nel mio pugno. Come faceva per allontanarsi, io glieli strizzavo. La sua indecisione e gli scrupoli durarono forse dieci secondi. Poi alla mia fregna già ben lubrificata e totalmente aperta per lui non seppe resistere; si decise. Entrò e mi sventrò letteralmente. Fu una cosa incredibile. Non la finiva di sborrarmi dentro. Ero incosciente dal piacere. Quel martedì sera mi fece venire tre volte. Scopammo regolarmente tutte le sere, fino al venerdì incluso e poi di nuovo da domenica sera fino alla fine della vacanza.
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Ebbi modo anche di prenderglielo in bocca, ma solo fino a quasi metà. Era un suo grande desiderio, quello di riuscire a trovare una donna che glielo prendesse tutto in gola. Avrei dovuto avere più tempo a disposizione. Sospetto che la moglie Nora sapesse, ma non ci fu mai problema tra noi. Anzi: forse era sua complice. Aveva probabilmente capito che per tenerselo avrebbe dovuto sempre condividerlo con donne magari anche più mature ma più attraenti di lei.
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Ci scambiammo i numeri e ci ripromettemmo di non perderci di vista. Conoscendomi bene, io da parte mia già sapevo che avrei comunque fatto in modo di godere ancora di quel bellissimo uomo durante i prossimi mesi. Ero sicura: infatti ero innamorata persa di quel vero guerriero africano, ma soprattutto del suo enorme arnese. E poi mi sarei esercitata ogni giorno con dei falli in gomma, per riuscire a prenderglielo in bocca tutto. E farlo finalmente felice.
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RDA
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aculofan · 6 months ago
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Incontri inaspettati e tristi.
La storia è un po' lunga: dal 1977 a fine luglio 1991 dove vivo ora c'erano degli inquilini: moglie, marito, figlia.
L'uomo non era una brava persona, pensava di poter fare quello che voleva perché la padrona di casa, mia mamma, era una donna sola con due figli, quindi si credeva il capo: liti continue con moglie e figlia, volavano anche alcune sberle, una sera ad età maggiore della figlia hanno chiesto asilo sotto da noi per poi andarsene di casa minacciando denunce e altro, senza di fatto combinare nulla e tornarsene a casa con lui dopo insistenze della famiglia di origine di lui.
Lui insomma un pezzo di fango, la moglie una povera anima analfabeta non riusciva a dire una frase completa in italiano, la figlia lavorava come commessa dopo una scuola professionale per segretaria.
Succede che la figlia si sposa gravida (disonore) e nell'84 nasce il primo figlio, dopo l'anno di maternità( passato non si sa dove) lei torna al lavoro e scarica h 24 il bambino ai genitori, quindi da noi, perché dove vive con il padre del bimbo, pare, non sia adatto a tenerci dei figli...il bimbo cresce apparentemente buono, me lo ricordo che girava in bici nel cortile di casa con la nonna che lo sgridava se cadeva e bestemmiava. Nasce anche il secondo figlio, scaricato anche quello da noi : finalmente allo scadere del contratto di affitto e senza non poche difficoltà e dispetti più o meno gravi riusciamo a mandare via sti inquilini ( il problema era lui, il pezzo di fango).
Per qualche anno per vie traverse abbiamo saputo delle varie sorti di ognuno di loro, la moglie del pezzo di fango morta per ictus dopo aver faticato una vita, il pezzo di fango morto qualche anno più tardi, figlia e marito e relativi due figli qualche tribolazione di natura depressiva, poi perse le tracce. Da settimana scorsa il primo bimbo dell'84 è ricoverato in unità coronarica per una grave cardiomiopatia dilatativa di nuovo riscontro, imbottito di psicofarmaci seguito da anni dal CSM per episodi di depressione maggiore e schizofrenia...il viso che ricordavo del bimbo in bici, un uomo buono, molto sfortunato, imbambolato dalle terapie, poco affine all'uso dell'acqua e sapone, un uomo che sta pagando tutto il suo vissuto, gli unici contatti telefonici che ha lasciato sono della compagna (messa come lui dal punto di vista psichiatrico) e del suocero...non ha più nessun rapporto con la famiglia di origine, non ne vuole sapere più nulla, neanche del fratello.
Non ho raccontato a mia mamma e mio fratello ( neanche a mio marito e figlio) dell'incontro e non lo farò mai, ho pianto parecchio ricordando cosa abbiamo passato con sta gente in giro per casa, ho pianto per come l'ho visto ridotto, per come questo uomo sia anagraficamente un uomo ma la sua testa è quella di un bambinone, ricordando questi due bambini che vivevano con i nonni, sti due bambini che tutto sommato erano tranquilli ma evidentemente non era così .
Sono molto triste e lascio scritta qui questa mia tristezza.
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donaruz · 7 months ago
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13 LUGLIO 1954 moriva FRIDA KAHLO
Un corpo fragile e uno spirito indomito.
Una vita difficile, quella di Frida Kahlo, segnata dalla lunga malattia e da grandi passioni, vissute senza remore, incondizionatamente con tutta sé stessa, abbandonano al cuore la razionalità.
La passione per l’arte, quella per il suo Messico e l’amore tormentato per Diego Rivera, il compagno di una vita.
Quella di Frida è stata una vita breve ma ricchissima perché vivere col cuore non significa limitarsi a contare i giorni, i mesi o gli anni, ma significa contare le emozioni, perché la vita non è mera sopravvivenza. E non è vero che chi vive più a lungo vive di più.
Frida Kahlo è stata un’artista coraggiosa, capace di trasformare la sofferenza in ispirazione, le sconfitte in capolavori, plasmando opere che sono un urlo orgoglioso e potente alla sfida del vivere.
LA VITA E LE OPERE DI FRIDA KAHLO:
RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)
1. Frida Kahlo (Coyoacán 1907 – 1954) è considerata una delle più importanti pittrici messicane. Molti la annoverano tra gli artisti legati al movimento surrealista, ma lei non confermerà mai l’adesione a tale corrente.
Fin da bambina dimostra di avere un carattere forte, passionale, unito ad un talento e a delle capacità fuori dalla norma. Purtroppo la sua forza di carattere compensa un fisico debole: è infatti affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiano per poliomielite, non riuscendola così a curare nel modo adeguato.
2. La prova più dura per Frida arriva però nel 1925. Un giorno, mentre torna da scuola in autobus viene coinvolta in un terribile incidente che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie vertebre e del bacino. Rischia di morire e si salva solo sottoponendosi a 32 interventi chirurgici che la costringono a letto per mesi.
Ha solo 18 anni e le ferite al fisico la faranno soffrire per tutta la vita, compromettendo irrimediabilmente la sua mobilità.
3. Durante i mesi a letto immobilizzata da busti di metallo e gessi, i genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a passare le lunghe giornate. Questo regalo darà avvio ad una sfolgorante carriera artistica.
La prima opera di Frida è un autoritratto (a cui ne seguiranno molti altri) che dona ad un ragazzo di cui è innamorata.
4. I genitori incoraggiano sin da subito questa passione per l’arte, tanto da istallare uno specchio sul soffitto della camera di Frida, così che possa ritrarsi nei lunghi pomeriggi solitari. È questo il motivo dei numerosi autoritratti dell’artista. Lei stessa dirà: “Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio”.
5. Frida Kahlo nel 1928, a 21 anni, si iscrive al partito comunista messicano, diventando una convinta attivista. È in quell’anno che conosce Diego Rivera, il pittore più famoso del Messico rivoluzionario. Lo aveva incontrato per la prima volta quando aveva solo quindici anni (e lui trentasei), sotto i ponteggi della scuola nazionale preparatoria, mentre Diego stava dipingendo un murale per l’auditorium della scuola.
6. Nel 1929 sposa Diego, nonostante lui abbia 21 anni più di lei e sia già al terzo matrimonio. Inoltre Diego ha fama di “donnaiolo” e marito infedele. Il loro sarà un rapporto fatto di arte, tradimenti, passione e pistole. Lei stessa dirà: “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.”
7. Frida Kahlo ha avuto molti amanti (uomini e donne), tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotsky e il poeta André Breton, ma non riuscì mai ad avere figli, a causa del suo fisico compromesso dall’incidente. Quando rimase incinta del primo figlio, Frida fece di tutto per portare avanti la gravidanza. Si dovette arrendere solo quando i medici la costrinsero ad abortire per evitare che perdessero la vita sia lei che il bambino.
8. Frida Kahlo e Diego potevano considerarsi una “coppia aperta”, più per le infedeltà di Diego che per scelta di Frida, che soffrì molto per i tradimenti del marito che ebbe persino una relazione con la sorella minore di Frida, Cristina.
Vista l’impossibilità di fare affidamento sulla fedeltà di Diego, i due decisero di vivere in case separate, unite tra loro da un piccolo ponte, in modo che ognuno di loro potesse avere il proprio spazio “artistico”.
9. Le opere di Frida kahlo sono spesso state accostate al movimento Surrealista, ma Frida ha sempre rifiutato tale vicinanza sostenendo: “Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.
10. L’album dei Coldplay Viva la vida or Death and All His Friends (2008) si ispira ad una celebre frase che la Kahlo scrisse sul suo ultimo quadro, otto giorni prima della sua morte a soli 47 anni per cause ancora non del tutto certe.
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t-annhauser · 5 months ago
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(episodi biblici: Giuda si unisce carnalmente con Tamar, sua nuora)
Genesi 38, 6; da una storia vera. Giuda, figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, dà in sposa la bella Tamar a suo figlio Er, ma Er si rende odioso agli occhi del Signore e il Signore lo fa morire. A questo punto, per la legge del levirato (tutto attaccato), Giuda consegna Tamar al secondogenito Onan, affinché egli abbia un figlio legittimo con lei, che verrà considerato a tutti gli effetti figlio di Er, in sua assenza.
Allora Giuda disse a Onan: "Va' con la moglie di tuo fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità a tuo fratello".
Ma Onan, sapendo che la prole non sarebbe stata considerata come sua, disperde per terra il seme alla fine di ogni rapporto.
Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva il seme per terra, per non dare un discendente al fratello. 
Ciò che egli fa è male per il Signore e il Signore lo fa morire (sentenza immediata di morte per non aver proceduto a inseminare la cognata). Giuda a questo punto si fa due conti: avanti così e non mi resteranno più figli, meglio far ritornare Tamar dal padre, a Tinma, giusto per precauzione. Passa il tempo e, dopo un grave lutto in famiglia, Giuda si reca a Timna per far tosare le pecore. Tamar viene avvertita: "Guarda che sta arrivando tuo suocero". A questo punto Tamar, visto che il figlio superstite di Giuda, seppur cresciuto e nel pieno delle sue capacità riproduttive, non le era stato concesso per inseminarla e garantirle così il giusto diritto di darle una prole, s'inventa uno stratagemma:
Allora Tamar si tolse gli abiti vedovili, si coprì con il velo e se lo avvolse intorno, poi si pose a sedere all'ingresso di Enàim, che è sulla strada per Timna.
Giuda vede la graziosa ragazza e la scambia per una prostituta:
Quando Giuda la vide, la prese per una prostituta, perché essa si era coperta la faccia. Egli si diresse su quella strada verso di lei e disse: "Lascia che io venga con te!". Non sapeva infatti che era sua nuora. "Lascia che io venga con te!". Tamar risponde: "va bene, ma in cambio che cosa mi dai?". "Un capretto," dice Giuda. "Va bene," dice Tamar, "ma lasciami almeno una caparra". "Va bene," dice Giuda, "cosa vuoi?". "Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano" dice Tamar. Detto fatto: Giuda le consegna carta d'identità e codice fiscale e si unisce carnalmente alla nuora completamente ignaro della sua identità. Quando Giuda va per consegnarle il capretto, della bella prostituta si sono perse le trecce, per cui domanda in giro: "Avete per caso visto una prostituta?". "Quale prostituta?" Gli rispondono indignati gli abitanti del luogo, "Qui da noi non ci sono prostitute!". Giuda torna quindi a casa un po' perplesso, e senza documenti. Passano tre mesi e qualcuno viene a dire a Giuda che sua nuora si è prostituita ed è rimasta incinta. Indignato, Giuda tuona: "Sia tratta fuori dalla città e bruciata!". Allora Tamar, mentre viene condotta al rogo, dice:
"Io sono incinta dell'uomo a cui appartengono questi oggetti". E aggiunse: "Per favore, verifica di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone".
Giuda li vede ed esclama: porco Giuda! Ma è giusto così, giusto così: non le ho dato il mio ultimo figlio e lei si è servita di me.
Tamar diede alla luce due gemelli: Zerach e Peres, antenati di Gesù, discendente di truffaldina - ma giusta, secondo legge - copula.
[L'incontro di Tamar e Giuda, Tintoretto]
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angelap3 · 8 months ago
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Voglio raccontarvi una storia...
È lunghetta vi avviso, però, almeno secondo me interessante.
"Quando la bellezza non basta"
Ho una cara amica bellissima (lo è ancora oggi, nonna di un nipotino bello quanto lei) che soffre di una profonda insicurezza.
Da ragazza era molto corteggiata, eppure non si è mai sentita bella
e la sua insicurezza ha sempre compromesso la sua serenità.
Ho pensato a lei ammirando questo dipinto di Waterhouse: "Psiche che apre la scatola d'oro".
Non sto a raccontarvi il mito, storia avventurosa piuttosto complicata (inserita da Apuleio nel suo "L'asino d'oro"). Potete trovarla sul web, se ne avete voglia, ma vi narro in sintesi il punto focale.
Eros, splendido dio dell'amore,
si innamora (contraccambiato) di Psiche. Tuttavia Venere, madre di lui, non tollera che esista al mondo un'altra donna stupenda quanto lei... o anche di più. Quindi la allontana dal figlio e la sottopone a una serie
di terribili prove.
Tra queste, la invita a scendere agli Inferi a prendere un cofanetto dove,
a suo dire, Proserpina conserva la sua eccezionale bellezza.
Psiche si fida, va e lo apre, ma in realtà nel cofanetto c'è solo una nebbia malefica che la fa cadere in un sonno infernale.
Rispetto ai miti dell'epoca questa favola, stranamente, finisce bene: Eros, che non ha mai smesso di cercarla, la salva, intercede presso suo padre Giove, chiede la ragazza
in sposa e la porta con sè nell'Olimpo.
L’episodio mi ricorda la storia di Pandora, (anche lei vittima della sua curiosità), ma si arricchisce di un elemento sottovalutato: la donna più bella del mondo - talmente bella da far invidia a Venere stessa - è insicura al punto da voler prendere la bellezza di un’altra perché pensa che la sua non le basti...
Perchè l'ingenua Psiche ha desiderato la bellezza di Proserpina, rischiando conseguenze letali?
Ma perché non ha fiducia in se stessa, teme che l'abbandono di Eros sia colpa sua e dipenda dal suo aspetto e dal non essere all'altezza!
La morale l'avete già capita, no?
Non facciamoci sopraffare dall’insicurezza, guardiamoci con stima, riconosciamo il nostro valore. È unico e irripetibile e non dobbiamo dipendere dal giudizio degli altri per riconoscerlo!
🎨 John William Waterhouse
pittore britannico
(1849-1917)
"Psiche che apre la scatola d'oro"
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crazy-so-na-sega · 2 months ago
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il dono (dóron)
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Antonio Canova ( Achille consegna Briseide ad Agamennone)
La civiltà greca arcaica riconosceva nel dono un altissimo valore sociale e aveva diversi termini per specificarne la funzione.
"dóron" è il regalo che nell'Odissea i Feaci fecero a Ulisse come -ospite straniero- : in questo caso il suo scopo risiede nel consolidamento della rete sociale attraverso l'instaurazione di tutta una serie di obblighi. Il vincolo dell'ospitalità (xenía) genera una triplice obbligazione: donare, accettare, ricambiare.
"Géras" è invece il dono fatto come premio all'eroe : Criseide (figlia di Crise, sacerdote di Apollo) è il dono che Agamennone riceve da tutto l'esercito come premio per aver guidato con onore la spedizione contro Troia. Da questo dono nefasto Omero dà inizio all'Iliade.
"Ápoina" è il dono-risarcimento, traducibile con "prezzo". Quando Agamennone implora Achille (adirato) di tornare a combattere, oltre alle scuse passa ad argomenti più concreti: gli offre una lunga serie di doni minuziosamente elencati e descritti, alcuni da presentare subito, altri da consegnare in caso di vittoria. Offre persino la figlia, e se Achille accettasse, con questo dono altamente vincolante, entrerebbe a far parte della famiglia di Agamennone, godendo degli stessi privilegi del figlio legittimo. Il ricevente può scegliere tra due diverse opzioni in risposta a tale gesto: o contraccambiare con un controdono ancora maggiore oppure rifiutare. Nel caso di Achille, la prima opzione è impraticabile proprio a causa della proposta della figlia data in sposa con la dote che ovviamente non potrà mai ricambiare.
I doni che si tramandano di generazione in generazione sono talmente identificativi e personali che quando Patroclo veste le armi di Achille per entrare in battaglia non prende la lancia, dono fatto ad Achille dal padre Peleo, il quale a propria volta la ricevette dal centauro Chirone. La lancia è troppo grande e pesante per chiunque tranne che per Achille: sicuramente si tratta di una lancia portentosa che solo il più valoroso e forte degli eroi può gestire, ma essa identifica simbolicamente un oggetto precluso ad altri i quali non hanno il diritto di utilizzarla. Peleo affida il comando al figlio consegnandogli degli oggetti simbolici che gli appartengono in modo che a tutti sia chiaro che quello è suo figlio e che ha assunto il comando in sua vece.
Il dono dal padre al figlio simboleggia un passaggio di consegne e di potere: un uomo, infatti, non è un punto isolato in se stesso; dietro di lui sta la catena degli antenati che contribuiscono tutti quanti con gli oggetti che possiedono a formare la sua identità.
-Giulio Guidorizzi (Il lessico dei greci)
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susieporta · 1 year ago
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Storie 💔
Lei è Romy Schneider. Vive a Vienna.
È un’attrice famosa,
ha interpretato la Principessa Sissi,
ma ora quel ruolo le sta stretto.
È il 1958.
Romy ha 20 anni.
Va a Parigi per girare un film. Ad aspettarla in stazione c’è l’attore che reciterà al suo fianco.
Romy lo guarda, scoppia a ridere.
Ma scherziamo?
È troppo bello, troppo giovane, troppo pettinato.
Il genere di uomo che detesta. Lui si presenta con un mazzo di rose. Piacere, sono Alain Delon.
Romy storce il naso. Anche quell’altro sembra deluso.
La vita sul set è un disastro.
Romy e Alain si guardano in cagnesco. Ma più litigano, più si cercano.
Finiscono le riprese. Romy deve tornare a casa, Alain la accompagna in stazione.
Cammina in silenzio, si ferma, la guarda. Senti, volevo dirti che mi sono innamorato di te. Romy lo prende in giro, fa la sostenuta,
poi lo afferra per il bavero e lo bacia. Resistono lontani qualche giorno, finché sono di nuovo l’uno nelle braccia dell’altra. Vivono insieme a Parigi. Romy impara il francese, Alain la chiama Puppelè, bambolina.
È il 1962. Alain è in Sicilia, sta girando Il Gattopardo. Romy chiama ogni sera, vuole sapere cosa ha fatto, e con chi.
Alain sbuffa. È pomeriggio.
Romy torna a casa, trova un mazzo di rose e un biglietto.
Sono andato in Messico con Nathalie, mi dispiace.
Romy ha il cuore a pezzi. Sposa un regista, diventa mamma, ma è fragile
e infelice. Rimane a galla solo grazie all’alcol.
Alain la afferra per i capelli, le offre una parte in un film. Passano gli anni. Romy divorzia, si risposa, diventa di nuovo madre, ma
non riesce a liberarsi dalla morsa della depressione.
Alain corre ancora in suo aiuto.
Romy si aggrappa, poco alla volta si rimette in piedi.
È il 1981. Suo figlio David di soli 14 anni scavalca un cancello, scivola, rimane trafitto e perde la vita.
Romy non riesce più ad alzarsi dal letto. Alain la cura per un anno intero, finché il suo cuore cede.
Muore nel sonno.
Alain si siede al suo fianco e le scrive una lettera.
Ti amo Puppelè.
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kinoko69saradasblog · 1 year ago
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LA MORTE DI PITON PER AMORE
L'interpretazione è quella canonica e il riassunto proviene dal capitolo 5 del libro di Laura Anna Macor, "Filosofando con Harry Potter" (Mimesis).
- SETTE ANNI DI GUAI -
Piton è il personaggio piu' sfuggente e contraddittorio perche', se ufficialmente e' schierato coi "buoni", non fa corrispondere a questa scelta un cambiamento di psicologia o una differenza di comportamento. Fin dal primo anno si dedica a salvare Harry Potter lanciando un controincantesimo che impedisce al professor Raptor di uccidere il bambino nella partita di quidditch: eppure Piton odia Harry, perche' è il figlio dell'uomo che lo bullizzava a scuola - James Potter. E Potter fu anche quello che gli porto' via la ragazza che amava: Piton non ha mai cambiato il suo punto di vista.
Il secondo anno, scoperta la gatta pietrificata, sostiene che potrebbe non essere stato Harry Potter ma lo dice come se facesse del sarcasmo.
Il terzo anno nessuno ha ancora capito che Sirius Black è innocente del tradimento dei genitori di Harry e della loro conseguente morte: benche' Piton odi Remus Lupin profondamente, non e' per odio che si oppone all'idea di assumerlo come insegnante, bensi' perche' era amico di Sirius e ritiene che potrebbe avere la tentazione di aiutarlo ad entrare a scuola, per consentirgli di uccidere Harry.
Durante il quarto anno, il Veritaserum che serve a tirare fuori la verita' da Barty Crouch jr proviene da Piton.
Nel quinto anno, Piton scopre che la visione trasmessa ad Harry di un Sirius Black torturato all'Ufficio Misteri era falsa. Pertanto avverte i membri dell'Ordine della Fenice perche' vadano in aiuto dell'esercito di Silente.
Durante il sesto anno, dopo aver ucciso Silente che stava proteggendo Harry Potter, impedisce ai Mangiamorte di torturare il ragazzo.
Nonostante tutto cio', è palpabile la sua avversione per ogni membro dell'Ordine, il disprezzo per individui di sangue non puro, il disgusto per chi cerca e accetta la compagnia di creature "subumane" come lupi mannari ed elfi domestici.
- IL NOCCIOLO DEL PROBLEMA -
< Che valore ha una scelta che non modifica in alcun senso il carattere di una persona?> (Cit.)
La chiave di lettura fornita dalla Macor deriva dal rapporto che ciascun personaggio, Piton in particolare, ha con la morte.
Dopo gli anni di scuola, Lily sposa il giovane che aveva bullizzato Piton e lo fa essenzialmente perche' membro dell'Ordine. Peraltro, lo stesso Piton da ragazzo tendeva a bullizzare i maghi nati babbani, da solo o in compagnia di altri Serpeverde. Non vede in questo comportamento una frattura o una contraddizione, come se Lily fosse altro da se stessa, un'idea della sua mente.
Severus Piton ammette davanti a lei le molestie ad altre babbane ma non ne comprende appieno la gravita'. È maligno, ma non corrotto, in caso contrario mentirebbe. È interessato unicamente ai propri desideri, ma non e' falso; tuttavia il suo è un amore immaturo rimasto ai primi anni dell'infanzia.
Piton diventa un Mangiamorte seguace di Voldemort, in parte per lenire la delusione d'amore, ma anche perche' convinto degli ideali della purezza della razza.
- DUE AMORI -
L'amore per Lily è cio' che lo ha convinto a passare definitivamente alla magia oscura, ma e' la morte di Lily che lo induce a diventare spia per conto di Silente.
Come puo' lo stesso sentimento spingere a due comportamenti antitetici?
La confusione è aumentata dal fatto che il Patronus di Piton è una cerva, come quello di Lily, il che denota sincerita' di sentimenti. Pero' non e' chiaro se lo sia sempre stato o se il Patronus sia diventato cosi' dopo la morte dell'amata, uccisa per mano di Voldemort.
Dopo aver implorato il signore oscuro di risparmiare la donna in cambio del marito e del figlio - inviano - Piton passa i successivi 17 anni a complottare contro il suo vecchio signore, facendogli credere di essergli ancora alleato. E senza dubbio Voldemort ci crede, perche' la loro ideologia condivisa vuole che Lily fosse un capriccio, un desiderio rimpiazzabile da una piu' degna pretendente di sangue puro.
Piton tuttavia non si sposa, ma chiede a Silente che nessun altro sappia le sue reali intenzioni, di fatto gettando fango su di se'. Ancora una volta, non e' con Voldemort che ha un conto in sospeso, ma con se stesso.
- LO SCOPO E LE INTENZIONI -
Se manifestare antipatia verso Harry Potter servisse al suo scopo di spia, egli dovrebbe dimostrare comprensione ed empatia verso il ragazzino, nelle occasioni in cui parla da solo con Silente. Invece il suo atteggiamento non cambia.
Piton si divide tra l'amore infantile - ma puro - l'amore maturo, corrotto e consapevole, e l'avversione per gli altri personaggi, per lo piu' conosciuti negli anni di scuola. L'amore infantile è quello dominato dall'egocentrismo e dal sacrificio chiesto agli altri. L'amore maturo porta al sacrificio di se', ragion per cui è probabile - anche se non reso esplicito - che Piton non avesse Patronus prima di apprendere della morte di Lily. O che ne avesse uno differente.
< Non stupisce che Harry ne rivendichi la centralita' (del Patronus) come testimonianza della fedelta' di Piton a Silente nel dialogo che precede il suo scontro finale con Voldemort. > (Cit.).
- LE NOSTRE CONVINZIONI -
L'odio che Piton nutre per i propri alleati, anziche' diminuire la credibilita' delle sue scelte, sembra esortare a "curare cio' che ci unisce, non cio' che divide". Il filosofo Vaihinger scrisse che le nostre idee e convinzioni non descrivono la realta', ma danno comunque una direzione che migliora la vita. "Comportati come se fosse vero", disse. Piton fa qualcosa di piu', si comporta come se ci credesse, dal momento che anche quella di Vaihinger è una convinzione.
< Egli non si limita a riconoscere la propria parte di colpa ne' acconsente semplicemente a proteggere Harry (...) Non porta solo dentro di se' il ricordo dell'errore commesso, quasi morso interiore che preclude il raggiungimento di qualsiasi felicita', ma sceglie consapevolmente e ripetutamente di confermare la decisione presa a suo tempo > (Cit.)
La morte per amore, invece dell'amore per la morte come era nei progetti iniziali.
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aki1975 · 7 months ago
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Dopo la caduta dell’Impero Romano, i popoli barbarici occupano l’Europa: mentre nel Nord Italia si insediano i Longobardi (di loro rimangono vestigia persino nell’Isola Comacina), in Inghilterra vi sono gli Angli, i Sassoni, gli stanziamenti dei Danesi, le incursioni dei Vichinghi e l’arrivo del popolo norreno dei Normanni. L’incontro fra questi popoli darà vita alla lingua e alla letteratura inglese.
Queste sono le principali tappe.
Angli e Sassoni ( - 1066)
Il poema Beowulf narra la saga della lotta fra questo eroe e mostri scandinavi. La sua ambientazione danese è prova delle influenze norrene in Inghilterra: la confluenza fra le lingue celtiche, germaniche e scandinave produce l’inglese antico.
Normanni (1066 - 1154)
La conquista normanna da parte di Guglielmo I introduce, attraverso i romance cavallereschi come il ciclo arturiano, elementi francesi nell’inglese antico ed è alla base dell’inglese medio di questo periodo.
Plantageneti (1154 - 1399)
Enrico II (1154 - 1189), marito di Eleonora d’Aquitania
Riccardo I (1189 - 1199)
Ambientato nel 1194, Ivanhoe di Walter Scott (1819) racconta la fusione del popolo anglosassone e del popolo normanno nel matrimonio fra la sassone Rowena e Ivanhoe, cavaliere che aveva seguito Riccardo alla crociata.
Giovanni Senzaterra (1199 - 1216)
Enrico III (1216 - 1272), in età minore soggetto alla tutela di Guglielmo il Maresciallo e Guala Bicchieri.
Edoardo I (1272 - 1307), antagonista di William Wallace
Edoardo II (1307 - 1327)
Edoardo III (1327 - 1377)
1346 - Edoardo III, grazie ai suoi arcieri, sconfigge i francesi a Crecy nella prima battaglia della Guerra dei Cent’anni.
1356 - Vittoria inglese di Poitiers
Riccardo II (1377 - 1399), nipote di Edoardo III, figlio del Principe Nero che si era distinto a Poitiers, in seguito alla crisi della Guerra dei Cento Anni, è deposto da Enrico Bolingbroke della casa di Lancaster. Sotto il suo regno ha luogo la rivolta dei contadini inglesi (1381).
1388 - I racconti di Canterbury (Chaucer) che, in “medio inglese”, mette in scena una società più ampia di quella cortese sulla scia del Decameron: del resto Chaucer era stato in Italia per attività diplomatiche.
Lancaster (1399 - 1471)
Enrico IV (1399 - 1413)
Enrico V (1413 - 1422), già principe “Hal”, nel dramma di Shakespeare amico di Falstaff. Sconfitti i francesi ad Azincourt (1415), sposa la figlia del re di Francia Caterina di Valois.
Enrico VI (1422 - 1461, 1470 - 1471) sotto il cui regno si hanno le sconfitte da parte di Giovanna d’Arco, arsa sul rogo nel 1431. In Shakespeare simbolo dell’uomo che soffre per il potere che ha ricevuto, muore nel 1471 nella Torre di Londra, imprigionato dagli York del futuro Edoardo IV al termine della Guerra delle Due Rose.
“Questa battaglia è come la guerra del mattino quando le nubi morenti contendono con la luce che cresce, e il pastore soffiandosi sulle dita intirizzite non sa se sia giorno o notte. Ora la vittoria inclina da questa parte, come un mare possente forzato dalla marea a combattere con il vento; ora inclina dall'altra parte, come quello stesso mare che la furia del vento forzi a ritirarsi; talora la vince il vento e talora la marea; ora l'uno è più forte ora l'altra fortissima: lottano entrambi per la vittoria corpo a corpo, e nessuno è vincitore o vinto: così ugualmente bilanciata è questa terribile battaglia” (Shakespeare, Enrico VI)
York (1471 - 1485)
Edoardo IV (1461 - 1470, 1471 - 1483)
Edoardo V (1483)
Riccardo III (1483 - 1485), sconfitto a Bosworth da Enrico Tudor
Tudor (1485 - 1603)
Enrico VII (1485 - 1509)
Enrico VIII (1509 - 1547)
Elisabetta I (1547 - 1603)
1516 - Utopia di Tommaso Moro
Shakespeare scrive in early modern English come il volgare di Dante: per questo si chiama Commedia.
Sonetto 75
Tu sei per la mia mente, come cibo per la vita. / Come le piogge di primavera, sono per la terra. / E per goderti in pace, combatto la stessa guerra / che conduce un avaro, per accumular ricchezza. / Prima, orgoglioso di possedere e, subito dopo, / roso dal dubbio, che il tempo gli scippi il tesoro. / Prima, voglioso di restare solo con te, / poi, orgoglioso che il mondo veda il mio piacere. / Talvolta, sazio di banchettare del tuo sguardo, / subito dopo, affamato di una tua occhiata. / Non possiedo, né perseguo alcun piacere, / se non ciò che ho da te, o da te io posso avere. / Così ogni giorno, soffro di fame e sazietà, / di tutto ghiotto, e d’ogni cosa privo.
Sonetto 116
Non sia mai ch’io ponga impedimenti all’unione di anime fedeli; / Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento / o tende a svanire quando l’altro s’allontana. / Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; / è la stella-guida di ogni sperduta barca, / il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza. / Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote / dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore / o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: / se questo è errore e mi sarà provato, Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato
Elisabetta I crea la Compagnia delle Indie Orientali che gestirà il commercio fino al 1874 quando nascerà il Vicerè delle Indie.
Stuart (1603 - 1714)
Giacomo I (1603 - 1625), amante di George Villers, il duca di Buckingham presente nei Tre Moschettieri di Dumas
Carlo I (1625 - 1649), decapitato e seguito dal periodo del Commonwealth di Oliver Cromwell
Carlo II (1660 - 1685)
Giacomo II (1685 - 1688), deposto dalla Gloriosa Rivoluzione
Maria II (1688 - 1694) seguita dal marito
Guglielmo d’Orange (1694 - 1702)
Anna (1702 - 1714)
1606 - Volpone (Ben Jonson), ambientato a Venezia
1611 - Bibbia di Re Giacomo
1633 - Poemi (John Donne, “Nessun uomo è un'isola … non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana: essa suona per te”)
1667 - Paradiso Perduto (Milton). Il Puritanesimo, di cui Milton ha fatto parte, portò alla chiusura dei teatri e alla fine di quel periodo dorato a cui appartengono, fra gli altri, Marlowe e Shakespeare. Nel poema si assiste a quel fervore e a quello stile presenti anche nel Tasso. La lettera scarlatta (Hawthorne, 1850) racconterà il puritanesimo americano e la condanna di un'adultera.
1703 - Il Duca di Malborough ed Eugenio di Savoia sconfiggono i francesi a Bleinheim nella guerra di successione spagnola: nel 1713 il Trattato di Utrecht. La Gran Bretagna ottieni i possedimenti francesi in America ed è dominatrice incontrastata dei commerci marittimi.
Hannover (1714 - 1901)
Giorgio I (1714 - 1727)
Giorgio II (1727 - 1760)
Giorgio III (1760- 1820) di cui è famosa la “pazzia di Re Giorgio”
Giorgio IV (1820 - 1830), reggente dal 1811
Guglielmo IV (1830 - 1837)
Vittoria (1837 - 1901)
1719 - Robinson Crusoe (Defoe). Il protagonista, esponente della borghesia in ascesa, non è in viaggio per Dio, per il Re, per la Dama, ma per raggiungere la sua piantagione e la società che costruisce è orientata alla produzione, non ad un ideale. Si tratta di un novel e non di un romance cavalleresco in seguito all’evoluzione costituzionale e parlamentare della monarchia ed all’esistenza di una classe, quella borghese, che acquistava libri.
1721 - 1742 Robert Walpole primo Primo Ministro whig di Giorgio I
1722 - Moll Flanders (Defoe). La protagonista, lontana dai canoni morali tradizionali, vive le disavventure dovute al suo materialismo e alla corruzione della società.
1726 - I viaggi di Gulliver (Swift) che influenzerà il romanzo epico americano Moby Dick (Melville, 1851).
1749 - Tom Jones (Fielding) il cui protagonista orfano denota l’origine picaresca del romanzo moderno.
1757 - Edmund Burke fonda la poetica del Sublime
1759 - La vita e le opinioni di Tristram Shandy (Sterne)
1760 - Canti di Ossian (Macpherson)
1763 - Fine della Guerra dei Sette Anni: l’Inghilterra è padrona di tutte le colonie americane e del Canada.
1764 - Il castello di Otranto (Walpole), iniziatore del romanzo gotico
1773 - 1783 Sotto Giorgio III, Guerra di secessione americana iniziata con la rivolta del Boston Tea Party e decisa dalla battaglia di Yorktown (1781).
1798 - Ballate liriche (Woodsworth, Coleridge). Inizio del Romanticismo in contrapposizione con il neoclassicismo e la rivoluzione industriale (“I Wandered Lonely as a Cloud”). La ballata del vecchio marinaio (Coleridge) è il poema immaginifico di un viaggio avventuroso, di tipo gotico e medievale, e della sorte del marinaio che uccide l’albatros come il poeta romantico che, per creare, si scaglia contro le consuetudini.
1805 - Nelson sconfigge Napoleone a Trafalgar
1811 - Per via della follia di Giorgio III, inizia la reggenza del figlio Giorgio IV, periodo nel quale vi sono la vittoria su Napoleone, il neoclassicismo nelle arti, il dandismo.
Ragione e Sentimento (Austen), esempio di novel of manners, storie d’amore delle sorelle Elinor e Marianne.
1813 - Orgoglio e pregiudizio (Jane Austen), storia d’amore fra l’indipendente Lizzy Bennet, di ceto inferiore, e il Signor Darcy.
1818
Anno di maggior produzione di Keats, noto per la “negative capability” ovvero la capacità di farsi influenzare dal contesto, anche solo con espressioni evocative.
Il pellegrinaggio del giovane Aroldo (Byron) in cui diventa popolare l’eroe byroniano che combatte per la libertà dei popoli all’epoca della Restaurazione.
In Frankenstein di Mary Shelley si trattano i temi della responsabilità dello scienziato e dell’intellettuale (Vita di Galileo di Brecht, Faust di Goethe) e della società i cui pregiudizi marginalizzano la creatura e si introduce il dualismo dell’individuo.
1818 - Northanger Abbey (Austen), una satira del romanzo gotico
1836 - Ne Il Circolo Pickwick Dickens dà inizio al romanzo a puntate (“Make them laugh, make them cry, make them wait”) e racconta in modo umoristico l’Inghilterra rurale di quegli anni. Doveva essere il commento a delle vignette satiriche, divenne un romanzo illustrato di mille pagine.
Età vittoriana (1837 - 1901)
1838 - Oliver Twist (Dickens) racconta la situazione delle workhouses. Con toni ironici e drammatici, riesce a rappresentare luci e ombre della società vittoriana.
1844 - Barry Lyndon (Thackeray)
1847
Jane Eyre (Charlotte Bronte). In questo romanzo di formazione (Bildungsroman), l’orfana (come il Tom Jones di Fielding, 1749 e Oliver Twist) riesce a crearsi un’educazione è una posizione fino a trovare l’amore: la purezza salva.
Wuthering Heights (Emily Bronte). Il romanzo tratta dell’amore passionale fra Catherine e il tenebroso Heathcliff, un’opera di stampo romantico in epoca vittoriana.
1849 - David Copperfield (Dickens). Autobiografia romanzata dell’autore, storia di affrancamento di un ragazzo che si afferma fnonostante le avversità familiari e sociali del tempo.
1886 - Lo strano caso del Dr. Jeckill e di Mr. Hyde (Stevenson)
1889 - Tre uomini in barca (Jerome), originariamente pensato come guida turistica.
1894 - Il libro della giungla (Kipling)
1897 - Dracula (Stoker)
1899 - Cuore di tenebra (Conrad)
Windsor (1901 - )
Edoardo VII (1901 - 1910)
Giorgio V (1910 - 1936)
Edoardo VIII (1936)
Giorgio VI (1936 - 1952), re balbuziente
Elisabetta II (1952 - 2022)
Carlo III (2022 - )
1908 - Camera con vista (Forster)
1922 - Casa Howard (Forster)
1924 - Passaggio in India (Forster)
1928 - L’amante di Lady Chatterley (Lawrence) in cui la moglie di un nobile paralizzato descrive i piaceri di un amore con un operaio.
1951
“Non andartene docile in quella buona notte, / vecchiaia dovrebbe ardere e infierire quando cade il giorno; / infuria, infuria contro il / morire della luce” (Dylan Thomas)
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multiverseofseries · 7 months ago
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House of the Dragon 2, Episodio 5 (Regent): il dolore di una Regina
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Rhaenyra e Alicent sono protagoniste del quinto episodio della seconda stagione di House of the Dragon dopo lo sconvolgente finale del precedente: tocca a loro provare a muovere i rispettivi Concilii, ma hanno difficoltà a venire ascoltate: chi la spunterà?
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Dopo un episodio di (tali) azioni ci voleva una puntata di strategia per provare a riprenderci dopo lo sconvolgente epilogo e provare a raccogliere i cocci. Rhaenys ha sacrificato la propria vita (e il proprio drago) per la causa della Regina legittima erede, e la stessa sorte sembra essere toccata ad Aegon nell'altra fazione con un tradimento interno (e fraterno).
Due Regine
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Olivia Cooke è un'affascinante Alicent
La puntata ci mostra quanto i Targaryen, e per traslato tutto il Regno, siano due facce della stessa medaglia, siano essi Verdi o Neri: entrambi i Concili Ristretti non sembrano pronti per davvero ad accettare una donna sul Trono di Spade, anche se hanno giurato fedeltà alla Corona insieme alle proprie famiglie. Rhaenyra (una sempre più strepitosa Emma D'Arcy) viene tacciata di non avere abbastanza esperienza per una guerra, ma del resto il regno di Viserys è stato caratterizzato principalmente dalla pace anche per gli altri suoi membri. Dall'altra Alicent (una sempre meravigliosa Olivia Cooke), ora che Aegon non è morto (sorpresa!) ma si trova in difficile via di guarigione per le ferite e le bruciature riportate in battaglia - nella quale ufficialmente, conferma anche Ser Criston, Aemond (Ewan Mitchell) non ha avuto parte - vorrebbe prendere temporaneamente il posto del figlio come aveva fatto quando Viserys era malato. "Ma così sembrerebbe che anche noi stiamo preparando una donna a salire sul Trono" ribattono i membri del suo Consiglio, il motivo principale sarebbe in più di un senso l’inficiazione del diritto di regnare di Aegon stesso ammettendo in un certo senso l’usurpazione. Ma questo atteggiamento patriarcale e maschilista ci dice molto sulla società contemporanea, che è uguale da qualsiasi parte politica, pur parlando di un mondo immaginario e ambientato in un ipotetico passato fantastico.
La Regina che Non Fu Mai
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Lord Corlys piange la morte della moglie
I am blood and fire. Driftmark must pass to salt and sea.
I personaggi femminili di House of the Dragon sono ancor più affascinanti e centrali rispetto alla serie madre, confermando come il reparto sceneggiatori abbia catturato un trend narrativo contemporaneo per inserirlo in modo intelligente in un prequel, quindi in una trama ambientata molti anni prima quella originale, ma in teoria "più avanti" in tutti i sensi. Ma la Storia ci insegna diversamente. Ecco perché in questo episodio sono le donne a farla da padrone, anche quando non ci sono più. Come Rhaenys, la Regina Che Non Fu Mai, deceduta insieme al proprio drago Maelys nel finale dello scorso episodio in modo epico e poetico dopo uno scontro con due avversari alati. Ora sia Lord Corlys (Steve Touissant), che ha già perso una figlia e un figlio (non morto, ma fuggito lontano in segreto, anche se dal comportamento di Seasmoke si può forse dedurre che adesso Lenor Velaryon sia morto), sia le sue nipoti Baela (Bethany Antonia) e Rhaena (Phoebe Campbell) devono affrontare quella perdita, ed è proprio la prima a dimostrarsi forte e coraggiosa tanto con lui quanto con il promesso sposo Jace (Harry Collett), che acquisisce sempre più rilevanza così come i tanti eredi sulla scacchiera di questo Trono sempre più scomodo e soprattutto affollato. Proprio il prossimo in linea di successione "legittima" potrebbe avere un'idea rivoluzionaria che ben si sposa con la tematica generale della successione di sangue nello spin-off. E ancora Mysaria (Sonoya Mizuno) si afferma ancora di più come ottima alleata per Rhaenyra mentre Alys Rivers (Gayle Rankin) insieme alla sempre più spettrale Harrenhal sembra sempre più indaffarata nel ruolo di psicoterapeuta per il principe Daemon che ora vuole essere chiamato re.
Il potere del drago
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I draghi sono creature mitologiche nel mondo di Martin e per la prima volta il popolo ne vede una cadere dopo la battaglia dello scorso episodio, guardandolo in realtà come un presagio negativo proprio per l'aura che li ha sempre circondati. "It's just meat" dirà qualcuno dei sudditi per riportare alla realtà il fascino verso questi esseri fantastici volanti e sputafuoco. Non c'è da stupirsi quindi che si parli del rapporto tra le creature e gli esseri umani loro cavalieri, di come li hanno reclamati e della loro importanza per il futuro. Fanno anche parte dei calcoli di attacco nella guerra incombente che oramai si è fatta largo tra i Targaryen. Come dimostra Rhaena e il suo dover gestire le uova e due piccoli draghi ( Tyraxes e Stormcloud) che ha portato con sé e che Lady Arryn non vede realmente come una protezione per Nido dell'Aquila.
Il fattore Daemon
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Daemon rivela la sua vera natura
Mentre continua in modo sempre più horror la storyline dedicata a Daemon (Matt Smith), coi suoi fantasmi e il suo darsi da fare tra le mura di Harrenhal, emerge anche il suo far parte della mentalità retrograda di Westeros alla quale si accennava all’inizio e che si era già intuito nel suo duro confronto qualche episodio fa con la moglie (e nipote). Il Principe si è barricato tra quelle mura e da lì prova a continuare il proprio piano di conquista del Regno: nel nome della Regina ma in realtà di se stesso. Non ha davvero mai accettato che Rhaenyra prendesse il suo posto come erede e non riesce a vederla nel futuro dei Sette Regni, tanto da piccarsi quando viene chiamato Re Consorte come gli spetta, anche se forse il titolo giusto dovrebbe essere principe consorte, (ma forse questo dubbio ce lo leverà Martin quando deciderà di lamentarsi nuovamente di piccolezze inutili, invece di continuare il suo lavoro di scrittura della saga); in questo non può che richiamare quanto visto in The Crown e soprattutto nella realtà della famiglia reale inglese tra Elisabetta e Filippo. Chi ancora afferma che House of the Dragon parli di un universo inesistente e "fuori dal mondo", dovrebbe davvero farsi un esame di coscienza o forse aprire meglio gli occhi sul mondo che ci circonda.
Conclusioni
Dopo la battaglia dei draghi spazio a quella dei Concili Ristretti nel quinto episodio della seconda stagione di House of the Dragon (2x05). I personaggi femminili sono assolutamente centrali, mentre gli uomini continuano con la propria mentalità chiusa e retrograda, legata alle credenze secolari. A proposito di credenze, non manca la mitologia legata ai draghi e un’importante rivelazione su Daemon: oramai è chiaro da che parte stanno i vari pedoni sulla scacchiera. Ora vedremo chi muoverà per primo.
👍🏻
Emma D’Arcy e Olivia Cooke, vorremmo sempre più scene con loro.
Il cast giovane si fa sentire.
L’elaborazione del lutto vista attraverso tutti i personaggi coinvolti.
Il fascino dei draghi e i parallelismi col presente e la nostra realtà.
👎🏻
Tante storyline a cui stare dietro.
Matt Smith e il suo Daemon, la sua storyline comincia a risultare ripetitiva e sempre di più una seduta di psicoterapia, non ci voleva Harrenhal e Alys Rivers per sapere che il principe ribelle non aveva mai del tutto digerito il suo essere rimpiazzato come erede da Rhaenyra.
Dopo l’azione dello scorso episodio, questa puntata potrebbe sembrare di stasi e passaggio (ma in realtà non lo è).
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parmenida · 8 months ago
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Da schiava dell'harem a favorita del sultano, a una delle donne più potenti e influenti nella storia ottomana: così si riassume l'ascesa di 𝗥𝗼𝘅𝗲𝗹𝗮𝗻𝗮, figura straordinaria e controversa, che suggestionò molto l'immaginario europeo.
Hürrem Sultan, nota come Roxelana ("la Rossa"), si chiamava in origine Alexsandra Lisowska ed era nata tra il 1506 e il 1510 nell'attuale Ucraina. Fu fatta prigioniera e venne portata al mercato degli schiavi di Istanbul. Qui venne acquistata dal gran visir Ibrahim Pascià, che era molto amico del sultano Solimano il Magnifico, al quale la regalò. Secondo altre versioni, la donò prima invece al padre di Solimano, Selim, che, non essendo più in età per goderne, la cedette al figlio.
Solimano aveva quattro concubine ufficiali, le "ikbal", ovvero le madri degli eredi al trono. Pur confusa tra altre circa 300 schiave, Roxelana riuscì ad attirare l'attenzione del sultano, che la ribattezzò Hürrem, "la gioiosa", divenendo oggetto di gelosia da parte delle rivali.
Il suo fascino le derivava, oltre che dalla chioma biondo-rossa e dallo sguardo, anche dalla prontezza di spirito e dalla sua abilità di narratrice.
A poco a poco, Solimano le concesse sempre più spesso di accompagnarlo nelle sue apparizioni pubbliche, finché la donna fu in grado di ottenere ciò che nessuna concubina prima di lei aveva avuto. Finché, con grande sorpresa e disappunto della corte, nel 1534 il sultano la sposò.
L'intesa fra i due doveva essere fortissima. Poiché Solimano trascorreva la maggior parte del suo tempo nelle campagne militari, e aveva bisogno di una persona di fiducia in grado di fornirgli le informazioni sulla situazione a palazzo, scelse Roxelana come corrispondente. Hürrem acquisì potere, influenzando la politica dell'impero.
La Roxelana a cui il sultano dedicò intense poesie d'amore, doveva essere, a quanto pare, anche una donna fredda e determinata: mal tollerando l'influenza crescente del potentissimo Ibrahim Pascià sul sovrano, nel 1536 riuscì a farlo uccidere. Poi - si racconta - indusse il sovrano a far assassinare il suo primogenito, Mustafa, favorendo così la successione dei propri figli Bayezid e Selim. Che però, dopo la morte della madre, si scagliarono l'uno contro l'altro.
Roxelana morì il 18 aprile 1558. Nel decorso della malattia, allo scopo di non disturbare la quiete della sposa, il sultano ordinò di bruciare tutti gli strumenti musicali del palazzo. Inoltre, non si allontanò mai dal letto dell'amata, fino al suo ultimo giorno.
✍ A lei aveva dedicato questi versi:
𝘛𝘳𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘳𝘪𝘧𝘶𝘨𝘪𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘪𝘵𝘢𝘳𝘪𝘰, 𝘮𝘪𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘤𝘩𝘦𝘻𝘻𝘢, 𝘮𝘪𝘰 𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦, 𝘮𝘪𝘢 𝘭𝘶𝘤𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 ��𝘶𝘯𝘢.
𝘔𝘪𝘢 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘴𝘪𝘯𝘤𝘦𝘳𝘢 𝘢𝘮𝘪𝘤𝘢, 𝘮𝘪𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦, 𝘮𝘪𝘢 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘢 𝘦𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘯𝘻𝘢, 𝘮𝘪𝘢 𝘚𝘶𝘭𝘵𝘢𝘯𝘢, 𝘮𝘪𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘦 𝘶𝘯𝘪𝘤𝘰 𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦.
𝘓𝘢 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘳𝘢 𝘭𝘦 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘦…
𝘔𝘪𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢𝘷𝘦𝘳𝘢, 𝘮𝘪𝘰 𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘢𝘭 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘭𝘪𝘦𝘵𝘰, 𝘮𝘪𝘰 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰, 𝘮𝘪𝘢 𝘤𝘢𝘳𝘢, 𝘧𝘰𝘨𝘭𝘪𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘦𝘨𝘳𝘢…
𝘔𝘪𝘢 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘵𝘢, 𝘮𝘪𝘢 𝘥𝘰𝘭𝘤𝘦, 𝘮𝘪𝘢 𝘳𝘰𝘴𝘢, 𝘭𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘮𝘪 𝘳𝘦𝘤𝘢 𝘢𝘧𝘧𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰…
(Poesia di Solimano a Roxelana)
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donaruz · 2 years ago
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13 LUGLIO 1954 moriva FRIDA KAHLO
Un corpo fragile e uno spirito indomito.
Una vita difficile, quella di Frida Kahlo, segnata dalla lunga malattia e da grandi passioni, vissute senza remore, incondizionatamente con tutta sé stessa, abbandonano al cuore la razionalità.
La passione per l’arte, quella per il suo Messico e l’amore tormentato per Diego Rivera, il compagno di una vita.
Quella di Frida è stata una vita breve ma ricchissima perché vivere col cuore non significa limitarsi a contare i giorni, i mesi o gli anni, ma significa contare le emozioni, perché la vita non è mera sopravvivenza. E non è vero che chi vive più a lungo vive di più.
Frida Kahlo è stata un’artista coraggiosa, capace di trasformare la sofferenza in ispirazione, le sconfitte in capolavori, plasmando opere che sono un urlo orgoglioso e potente alla sfida del vivere.
LA VITA E LE OPERE DI FRIDA KAHLO:
RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)
1. Frida Kahlo (Coyoacán 1907 – 1954) è considerata una delle più importanti pittrici messicane. Molti la annoverano tra gli artisti legati al movimento surrealista, ma lei non confermerà mai l’adesione a tale corrente.
Fin da bambina dimostra di avere un carattere forte, passionale, unito ad un talento e a delle capacità fuori dalla norma. Purtroppo la sua forza di carattere compensa un fisico debole: è infatti affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiano per poliomielite, non riuscendola così a curare nel modo adeguato.
2. La prova più dura per Frida arriva però nel 1925. Un giorno, mentre torna da scuola in autobus viene coinvolta in un terribile incidente che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie vertebre e del bacino. Rischia di morire e si salva solo sottoponendosi a 32 interventi chirurgici che la costringono a letto per mesi.
Ha solo 18 anni e le ferite al fisico la faranno soffrire per tutta la vita, compromettendo irrimediabilmente la sua mobilità.
3. Durante i mesi a letto immobilizzata da busti di metallo e gessi, i genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a passare le lunghe giornate. Questo regalo darà avvio ad una sfolgorante carriera artistica.
La prima opera di Frida è un autoritratto (a cui ne seguiranno molti altri) che dona ad un ragazzo di cui è innamorata.
4. I genitori incoraggiano sin da subito questa passione per l’arte, tanto da istallare uno specchio sul soffitto della camera di Frida, così che possa ritrarsi nei lunghi pomeriggi solitari. È questo il motivo dei numerosi autoritratti dell’artista. Lei stessa dirà: “Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio”.
5. Frida Kahlo nel 1928, a 21 anni, si iscrive al partito comunista messicano, diventando una convinta attivista. È in quell’anno che conosce Diego Rivera, il pittore più famoso del Messico rivoluzionario. Lo aveva incontrato per la prima volta quando aveva solo quindici anni (e lui trentasei), sotto i ponteggi della scuola nazionale preparatoria, mentre Diego stava dipingendo un murale per l’auditorium della scuola.
6. Nel 1929 sposa Diego, nonostante lui abbia 21 anni più di lei e sia già al terzo matrimonio. Inoltre Diego ha fama di “donnaiolo” e marito infedele. Il loro sarà un rapporto fatto di arte, tradimenti, passione e pistole. Lei stessa dirà: “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.”
7. Frida Kahlo ha avuto molti amanti (uomini e donne), tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotsky e il poeta André Breton, ma non riuscì mai ad avere figli, a causa del suo fisico compromesso dall’incidente. Quando rimase incinta del primo figlio, Frida fece di tutto per portare avanti la gravidanza. Si dovette arrendere solo quando i medici la costrinsero ad abortire per evitare che perdessero la vita sia lei che il bambino.
8. Frida Kahlo e Diego potevano considerarsi una “coppia aperta”, più per le infedeltà di Diego che per scelta di Frida, che soffrì molto per i tradimenti del marito che ebbe persino una relazione con la sorella minore di Frida, Cristina.
Vista l’impossibilità di fare affidamento sulla fedeltà di Diego, i due decisero di vivere in case separate, unite tra loro da un piccolo ponte, in modo che ognuno di loro potesse avere il proprio spazio “artistico”.
9. Le opere di Frida kahlo sono spesso state accostate al movimento Surrealista, ma Frida ha sempre rifiutato tale vicinanza sostenendo: “Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.
10. L’album dei Coldplay Viva la vida or Death and All His Friends (2008) si ispira ad una celebre frase che la Kahlo scrisse sul suo ultimo quadro, otto giorni prima della sua morte a soli 47 anni per cause ancora non del tutto certe.
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diceriadelluntore · 1 year ago
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Ho letto moltissimo questa estate, alcuni libri davvero deliziosi, ma questo, finito da qualche giorno, mi ha lasciato qualcosa dentro.
Mariamma è una sposa bambina che nell'anno 1900, quando ha solo 12 anni, nella comunità cristiana del Kerala (India sud-occidentale, ma all'epoca era diviso nei tre regni di Thiruvithamcoore, di Kochi e la provincia del Malabar) costretta al matrimonio con un uomo che non ha mai visto, e che ha oltre vent'anni più di lei. Viaggia da sola in barca sul fiume per arrivare alla tenuta del futuro marito, che in un primo momento rifiuta persino visto la sua età, ma che poi la introduce nel suo mondo, un pezzo di terra paludoso e che nessuno voleva, ma trasformato dal lavoro di quest'uomo in un piccolo paradiso di alberi da frutta, coltivazioni, canali navigabili. Si chiama Parambil, e tutta la storia del libro, che si svolge lungo tre generazioni di discendenti della giovane sposa, legano la propria vita a questo luogo, e alle magie che contiene. Fanno i conti soprattutto con la forza della Natura, specialmente dell'Acqua, che sia come fiume che come monsone, domina quelle terre, e ne delinea le fortune. Ma all'acqua è legato anche una sorta di maleficio, il Morbo lo chiama il marito di Mariamma, che segna la loro famiglia, la quale in un prezioso e antico foglio di carta di lino segna un macabro albero genealogico di uomini e donne colpite da questa maledizione. Attraverso lo svolgere degli eventi, che si legano alla storia dell'India (la fine del dominio britannico, l'indipendenza, le fortissime lotte interne a carattere sia religioso sia sociale) si dipana una storia meravigliosa scritta da Verghese con mirabile maestria, secondo un ritmico tempo descrittivo, ricco di particolari e minuziose ricostruzioni, figlio della sua educazione di medico, ai più alti livelli (è attualmente è vicepresidente del Dipartimento di Medicina presso la Stanford School Of Medicine).
Tra comunità religiose che la leggenda vuole fondate da san Tommaso, l'apostolo del dubbio, che si vuole martirizzato a Madras, tra tempeste colossali, viaggi in treni, fascinosi medici scozzesi, la vita degli ospedali indiani, i profumi e i sapori di quei piatti ricchi di spezie, ingredienti, di alberi che sembrano uomini e elefanti dalla sensibilità straordinaria, le oltre 700 pagine filano via senza nessuno sforzo, in un viaggio che sebbene legato alla magia alla fine verrà dipanato dalla scienza e dalla perseveranza dei protagonisti, che di fronte al Male, che appare nelle loro vite in molteplici forme, riescono a costruire sempre più forte la parte migliore di loro stessi. Un libro affascinante e che consiglio davvero per fare un viaggio forte e misterioso, al sapore di curry e di lotta, di frutta succosa e di dolore, per molti versi indimenticabile.
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marquise-justine-de-sade · 2 years ago
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Amore & Psiche, scultura realizzata da Cicero d’Avila (scultore contemporaneo) con marmo di Carrara.
La leggenda che ha ispirato quest’opera è narrata nelle Metamorfosi di Apuleio, uno dei più famosi romanzi dell’epoca classica (II secolo d.C.).
In questo testo si racconta la storia di Psiche (che significa anima) una giovane talmente bella da attirare su di sé l’invidia di Venere. Per questo motivo decise di inviare suo figlio Eros (o Amore) per farla innamorare dell’uomo più brutto e rozzo del mondo. Il giovane dio tuttavia commise un errore e, dopo essersi punto da solo con una delle sue frecce magiche, si innamorò perdutamente della fanciulla.
Preso dalla passione, Amore disobbedì alla madre e rinchiuse Psiche in un castello magico andando a farle visita ogni notte, ma facendole giurare di non guardarlo mai in volto. La ragazza, incuriosita dallo strano divieto e istigata dalle sorelle, ruppe il giuramento e spiò le sembianze del suo amante con una lampada ad olio. Amore, accortosi del tradimento, abbandonò la povera fanciulla alla più totale disperazione.
Venere sottopose quindi Psiche a numerose e difficili prove per farla ricongiungere al suo amato. L’ultima prova fu di scendere sino agli inferi per chiedere a Proserpina, sposa di Ade, di darle una parte della sua bellezza. La dea consegnò a Psiche un’ampolla contenente un liquido soporifero che la fece cadere in un sonno profondo. Quando Amore venne a sapere delle crudeli prove che la sua amata aveva superato per lui, chiese a Zeus, il padre degli dei, di poterli riunire per sempre. Dopo tutte queste prove, i due innamorati furono finalmente liberi di amarsi, questa volta per l’eternità
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ivanvolkovroleplay · 2 years ago
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Ivan Volkov soprannominato Ivan VII (18 maggio 1976) è l'imperatore (zar) della Russia e in precedenza era oppositore del presidente russo Vladimir Putin, un politico,ex agente di sicurezza del FSB.
È attualmente sposato Aleksandra Ivanova
Breve biografia
Ivan Volkov nasce il 18 maggio 1976 a San Pietroburgo in precedenza città chiamata Leningrado nell'impero sovietico da parte di una famiglia russa.
Nel 1996, all'età di 20 anni si recluta come agente di sicurezza presso l'agenzia russa del FSB che aveva sostituito il KGB dopo la caduta dell'impero sovietico e si sposa con Aleksandra Ivanova.
Nel 2011, Ivan diserta dal FSB e partecipa alla protesta governativa contro il presidente russo Vladimir Putin.
Nel 2023, Ivan critica Putin per aver invaso l'Ucraina e fece promesse alle opposizioni di Putin che cercherà un modo di fare pace con l'Ucraina e con gli Stati Uniti.
Il 3 aprile, Ivan tramite la ribellione russa rovesciò il presidente russo Vladimir Putin e mette fine il communismo russo causato dagli ebrei sovietici e divenne imperatore (zar) della Russia con il soprannome Ivan VII, egli permisse le basi militari del nuovo Sacro Romano Impero attraverso il nuovo imperatore tedesco Heinrich Ludwig e inviò l'esercito Imperiale in Siria per aiutare i ribelli sunniti di Free Syrian Army.
Nello stesso giorno rese San Pietroburgo e Mosca come le due uniche due capitali della Russia.
Il 4 aprile, Ivan VII fece scatenare i progroms contro gli ebrei russi che avevano minacciato di distruggere l'Europa e il cristianesimo attraverso le armi nucleari e i terroristi, fece risparmiare soltanto gli ebrei neutrali e che non credono in nessun messia ebreo.
Significato del nome:
Ivan è nome di origini celtiche,anglosassone ed ebraiche che significa "Dio ha avuto misericordia"
Personalità:
Il Toro ascendente con ascendente Capricorno è artistico, è ambizioso, testardo e di bella presenza. La vita interiore è vivace, ma la vita sentimentale instabile e fiacca a causa anche di una certa vulnerabilità di fondo che subentra nel momento in cui esce dalla sicurezza della propria praticità e razionalità
Informazioni:
Data di nascita: 18 maggio 1976
Luogo di nascita: San Pietroburgo,Russia
Luogo di residenza: San Pietroburgo,Russia
Nazionalità: Russo
Professione: Imperatore (zar)
Segno zodiacale: Toro
Religione: Cristiano ortodosso
Ideologia: Nazionalismo e monarchia
Alleati:
-James Sawyer, presidente degli Stati Uniti
-Heinrich Ludwig, imperatore del Sacro Romano Impero e quarto reich
-Adolf Hitler, ex dittatore della Germania nazista e del terzo reich
-Josef Mengele, collaboratore di Adolf Hitler,medico e scienziato
-Reinhard Heydrich, collaboratore di Adolf Hitler e ufficiale delle SS
-Joseph Ratzinger, ex papa tedesco
-Hassan al-Douri, emiro dell'Arabia Saudita e Mahdi sunnita
-Malik al-Badri, leader dell'Iraq sunnita baathista
Nemici:
-Abu Qasim Muhammad, re d'Israele,anticristo e Mahdi sciita
-Ephraim Werner, collaboratore di Abu Qasim Muhammad e falso profeta
-Saif al-Adel, leader di al-Qaeda
-Bashar al-Assad, leader sciita della Siria
Curiosità:
-È un uomo introverso,indeciso e testardo
-Parla inglese,russo,francese,danese e tedesco
-Ama viaggiare e i viaggi
-È un uomo profondamente religioso
-È stato un ex agente di sicurezza del FSB prima di diventare un oppositore di Putin
-È molto atletico, fa esercizi mattutini fa passeggiate quotidiane, ama il kayak e può camminare per decine di chilometri alla volta.
Ama guardare e partecipare alle corse di cavalli.
È un eccellente nuotatore e un appassionato amante del biliardo.
Gli piace anche il tennis.
Durante l'inverno è un appassionato pattinatore e giocatore di hockey sul ghiaccio.
Parenti:
Aleksandra Ivanova (moglie)
Olga Volkov (figlia,1997)
Tatjana Volkov (figlia,1999)
Marjia Volkov (figlia, 2001)
Anastasjia Volkov (figlia, 2003)
Aleksej Volkov (figlio, 2005)
Prestavolto:
Nicola II Romanov
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adelsayyidroleplay · 2 years ago
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Adel Sayyid (16 novembre 1990) è un militante dello Stato Islamico, un attentatore che ha provato a uccidere il politico libico Felix Foster,un sicario di nazionalità afghana e un poliziotto presso Polizei Berlin mentre in precedenza era un agente speciale del FBI.
È attualmente sposato con Aafia Khorasani
Breve biografia
Adel Sayyid nasce il 16 novembre 1990 da genitori afghani musulmani sunniti di origini somale nella città di Kandahar.
Nel 2014, al seguito della propaganda del califfo Ibrahim al-Badri si unisce alla organizzazione terroristica Stato Islamico e venne addestrato come militante e sicario.
Nel 2019, Adel si sposa con Aafia Khorasani con la quale ebbe un figlio nel 2020 il giorno 7 settembre con il nome Ramzi Sayyid.
Nel 2023, si infiltra in Libia dove fa un attacco terroristico contro il politico libico Felix Foster per ordini del califfo Juma al-Badri e il generale Omar Soudani ferendolo all'adome e riuscì a sfuggire dalla polizia libica.
Il 7 marzo, Adel si rifugia nella città di Waymart in Pennsylvania e si infiltra nel FBI iniziando a lavorare come agente speciale facendo attenzione a non farsi scoprire che è un criminale e nel frattempo sta iniziando ad avere attrazione anche per il genere maschile diventando bisessuale.
Il 12 marzo, Adel si trasferisce a Berlino in Germania seguendo il suo collega Amir al-Mawli rimanendo tuttavia un agente speciale del FBI.
Il 16 marzo, Adel lascia il FBI senza farsi scoprire e si infiltra nella polizia di Berlino per rubare le informazioni.
Nello stesso giorno, Adel festeggia la vittoria dello Stato Islamico nel nord Iraq.
Significato del nome:
Variante di Adil il cui significato è "comportasi in modo giusto", "giustizia". Ha origine dalla parola araba adala.
Personalità:
Attraente, raffinato e intraprendente lo Scorpione con ascendente Vergine possiede una mente lucida, acuta ed eclettica. Buone le capacità artistiche e artigianali. La vita affettiva può risultare più complicata invece a causa dell’estrema suscettibilità e scontrosità e alla tendenza a vivere situazioni complicate. Vi è una grande forza interiore che permette di gestire situazioni complesse. Per quanto riguarda la salute, invece gli eccessi emotivi possono ripercuotersi sullo stomaco o con frequenti cistiti.
Informazioni:
Data di nascita: 16 novembre 1990
Luogo di nascita: Kandahar,Afghanistan
Luogo di residenza: Berlino,Germania
Nazionalità: Afghano
Etnia: Africano
Occupazione: Poliziotto presso Polizei Berlin
Orientamento sessuale: Bisessuale
Segno zodiacale: Scorpione
Moglie: Aafia Khorasani
Figli: Ramzi Sayyid
Parenti:
Malik Sayyid (padre)
Shahla Siddique (madre)
Aafia Khorasani (moglie)
Ramzi Sayyid (figlio)
Prestavolti:
-Omar Mateen
-Abu Hamza al-Belgiki
-Akayed Ullah
-Abdirahman Sheik Mohamud (pv attuale)
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