#i. cecilia russo | Explore Tumblr posts and blogs

cristinacusani · 5 years ago

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Il mio lavoro Ritorni è parte di Sciame Project.

Il progetto nasce dall’esposizione annuale d’arte contemporanea Lucisorgenti, iniziativa ideata nel 2008 da Franco Troiani a sostegno dei giovani artisti, la cui X edizione è stata interrotta a causa del terremoto che ha colpito il centro Italia nel 2016.

SciameProject, fondato da Miriam Montani, è una pagina web, una raccolta di pensieri e opere di oltre cento partecipanti tra artisti, curatori, critici, operatori culturali e voci sul territorio.

Impermanenza, Memoria, Abitare, Disabitare, Radicamento, Sradicamento e Motus sono le tematiche affrontate, scandagliate dal terremoto come causa ed effetto. SciameProject si pone come contributo immateriale per far rigermogliare la materia ceduta, in un momento in cui ci troviamo nel punto di scegliere se disabitare la terra o radicarci ancora, con tutte le forze sensibili.

Sciameproject è:

Fabio Giorgi Alberti, Marta Allegri, Francesco Amato, Bruno Amplatz, Marco Andrighetto, Claudia Angrisani, Daniela Ardiri, Alexo Athanasios, Sara Baggini, Giulia Maria Belli, Stefano Baldinelli, Rob Van Den Berg, Elisa Bertaglia, Bianco-Valente, Marta Bichisao, Jaspal Birdi, Sofia Bonato, Federico Borroni, Thomas Braida, Giovanni Sartoti Braido, Gianluca Brando, Annarosa Buttarelli, Alessandra Caccia, Gruppo Cairn, Cristina Calderoni, Riccardo Caldura, Simone Cametti, Chiara Campanile, Tiziano Campi, Lucilla Candeloro, Francesco Capponi, Daniele Capra, Sauro Cardinali, Simone Carraro, Tommaso Ceccanti, Giorgia Cereda, Francesco Ciavaglioli, Adelaide Cioni, Nicola Cisternino, Luca Clabot, Jonathan Colombo, Irene Sofia Comi, Isabel Consigliere, Corale, Cristina Cusani, Gabriella Dalesio, Maria Elisa D’Andrea, Emanuele De Donno, Matilde Di Pietropaolo, Maurizio Donzelli, Simone Doria, Arthur Duff, Léa Dumayet, Chiara Enzo, Tommaso Faraci, Silvia Faresin, Diana Ferrara, Giulia Filippi, Penzo+Fiore, Danilo Fiorucci, Roberta Franchetto, Enej Gala, Benedetta Galli, Elisa Gambino, Maria Luigia Giuffrè, Maddalena Granziera, Aldo Grazzi, Gabriele Grones, Silvia Hell, Interno3, Myriam Laplante, Virginia Di Lazzaro, Iva Lulashi, Annamaria Maccapani, Rita Mandolini, Valerio Magrelli, Fabio Mariani, Luca Marignoni, Nereo Marulli, Alice Mazzarella, Stefania Mazzola, Vittoria Mazzoni, Cecilia Metelli, Leila Mirzakhani, Montanari Testoni Norcia-Cascia, Miriam Montani, Jessica Moroni, Francesca Mussi, Aran Ndimurwanko, Valerio Niccacci, Matteo Nuti, Laura Omacini, Mattia Pajè, Monica Palma, Valeria Palombini, Federica Partinico, Laura P, Ugo Piccioni, Mary Pola, Gianluca Quaglia, Emanuele Resce, Sofia Ricciardi, Paolo Romani, Maria Diletta Rondoni, Marco Rossetti, Antonio Rossi, Elisa Rossi, Marotta & Russo, Giulia Sacchetto, Carlo Sala, Gabriele Salvaterra, Matilde Sambo, Michele Santi, Thomas Scalco, Sa Paradura (fotografie di Massimo Chiappini, testo di Alessia Nicoletti), Sachi Satomi, Carlo Scarpa, Catia Schievano, Alice Schivardi, Davide Serpetti, Nicolò Masiero Sgrinzatto, Hsing-Chun Shih, Davide Silvioli,Thoms Soardi, Meri Tancredi, Sio Takahaschi, Eva Chiara Trevisan, Cristina Treppo, Carmine Tornincasa, Franco Troiani, Sacha Turchi, Matteo Valerio, Silvia Vendramel, Alberto Venturini, Matteo Vettorello, Luigi Viola, Medina Zabo, Andreas Zampella, Vincenzo Zancana, Karin Zrinjski.

In occasione del terzo anniversario del terremoto che ha colpito il centro Italia, il 30 ottobre 2019 SciameProject è ospite al MACRO ASILO per una presentazione e talk con i partecipanti presenti.

Programma della giornata:

10.00 – 10.30: colazione di benvenuto

10.30- 10.50/11.00: introduzione del progetto e degli artisti che prenderanno parola, verrà inoltre annunciato il preludio di un nuovo progetto all’interno di SciameProject (“Sciame Mobile Residence”, ideato insieme a Athanasios Stefano Alexo, Stella Stefani, Karin Zrinjskj, Vincenzo Zancana, Andreas Zampella).

11.00- 13.00 Talk con: Elisa Bertaglia (artista), Jaspal Birdi (artista), Alessandra Caccia (artista), Isabel Consigliere (artista), Cristina Cusani (artista), Emanuele de Donno (curatore, autore, editore Viaindustriae), Giulia Filippi (artista), Maddalena Granziera (artista), Gabriele Grones (artista) Myriam Laplante (artista), Rita Mandolini (artista), Fabio Mariani (artista), Alice Mazzarella (artista), #VittoriaMazzoni (artista), Mary Pola (artista), Francesca Mussi (artista), Matteo Nuti (artista), Gianluca Quaglia (artista), Emanuele Resce (artisti), Davide Serpetti (artista), Comitato Sa Paradura (Cascia), Davide Silvioli (curatore), Franco Troiani (artista), Luigi Viola (artista), Medina Zabo (artista), Vincenzo Zancana (artista).

INFO

Museo Macro Asilo

Via Nizza, Roma

30 ottobre 2019 H 10-13

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pangeanews · 6 years ago

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Yenni ha gli occhi di ghiaccio e vuole fare il bagno al mare mentre il termometro dice 2 gradi. La grammatica finlandese non ammette il futuro, Babbo Natale è un barbone, in molti divorziano, ma a Turku il koala ha sposato la renna

Yenni ha gli occhi di ghiaccio, un corpo solido – “avrei dovuto fare il bagno in mare, questa sera, ma la sauna è chiusa”, mi fa, poco dopo, mentre fuori l’aria oscilla tra 1 e 2 gradi – e mi spiega, “noi non abbiamo il futuro”. La lingua finlandese non ha il tempo verbale del futuro, non ha futuro, penso. In effetti, nel passato, questa terra che sembra il femore di un arcangelo disossato dopo una lotta cosmica, è stata stritolata tra il biondo regno svedese e l’inquietudine russa, mi dico. “Noi non abbiamo il futuro perché le cose, se le facciamo, le facciamo ora”. Per dire una cosa che accadrà tra una settimana, tra un mese o tra un anno, il finlandese ammette il presente. Pronto, plumbeo, metallico. * Poi c’è il ritmo. Il finlandese non dona un tono alla frase, non la intride di musica. Esempio. Tra “Vai a casa?” o “Vai a casa!”, due concetti opposti, noi dobbiamo pizzicare le parole come una lira, come uno strumento. Occorre far sentire il punto interrogativo. “In finlandese non serve, perché la struttura della frase, di per sé, fa capire all’interlocutore se poni una domanda o fai una affermazione”, mi fa Yenni. Il finlandese non suona, non ha ritmo, non ha Puccini nel midollo spinale, è una lingua grigia – i finlandesi sembrano un popolo contratto, oppresso. Chissà cosa si nasconde dietro la siderurgia della loro grammatica. * Di Helsinki beviamo un distillato pietroburghese. Eletta capitale nel 1812, sotto dominio russo, è stata addobbata di palazzi, nel centro, che imitano il fasto zarista – gli architetti, d’altronde, furono spediti lì dalla Neva e dalla Moscova. Un gemello storpio della Madre Russia. In una piccola libreria, Kirjoja, vedo un libro di Georges Bataille e uno di Albert Camus – il finlandese, alle mie orecchie in esilio, suona come un dialetto nipponico, ma qui tutti sanno l’inglese, normalmente si divorzia almeno una volta nella vita, magari non ci si sposa neppure, “il cibo non si condivide quasi mai insieme: uno fa da mangiare e poi il coniuge o i figli prendono e scaldano, a seconda dei loro impegni”. Vite parallele. Siamo in un paese protestante – l’individuo è tutto, il resto è un’occasione, la vita è un’ostia che si consuma in privato. * Yenni ha abitato quattro anni a Bologna, ha lavorato in un albergo a Milano Marittima, ora sta a Helsinki, lavora nell’amministrazione dell’Università, ma ci viene a prendere alla stazione di Turku, antica capitale finlandese, devastata da un grave incendio due secoli fa, che è la città della sua infanzia. “L’Italia è bellissima, ma non ci vivrei…”, mi fa. E cosa fai al freddo e al gelo in una città così monotona?, la predo. “A Bologna ho capito che anche lavorando non mi sarei mai potuta permettere una casa: in Finlandia costa caro andare al ristorante, ma le case hanno prezzi accessibili, il welfare copre molte cose, l’Università costa molto poco, la vita è ordinata”. Ordinaria, mi viene da dire. I locali hanno una eleganza impeccabile – gli edifici possiedono un rigore da rigor mortis – come enormi coccodrilli imbambolati in vetro e cemento. Eppure, Yenni ha una ispirata vitalità – il ghiaccio di solito cristallizza la fiamma. * Turku è segata dal fiume Aurajoki, le chiatte fungono da ristoranti sulle acque – in primavera, immagino, tracima la vita mentre oggi, di sera, i viali sembrano corridoi ospedalieri. Ci sono molti teatri, ma nessuno sa dirmi il nome di un poeta nazionale. La cattedrale di Turku è spoglia, come usa nelle chiese protestanti, ma l’organo è imponente, come la dentatura dell’angelo tremendo, quello che non estorce le confessioni ma morde alla gola. La musica, dunque, è più importante della raffigurazione pittorica – la musica dipinge, mica suona. Un veliero è appeso a mezz’aria, in una navata laterale della chiesa. Poco prima Yenni mi ha detto che a Turku ci sono grossi cantieri navali, che accolgono anche maestranze italiane. “Si costruiscono grosse navi da crociera, anche con commissioni dall’Australia”. La vita ti schianta: in un fiorire di frasi imbarchiamo Lutero, un borgo finnico sul mare, la terra dei canguri. Uno sposalizio tra renne e koala – Yenni, in contrasto con il grigiore grammaticale nordico, ride spesso. * Antonio Sciacovelli, cinquant’anni appena compiuti, detiene la cattedra di cultura italiana all’Università di Turku. Cosa ci fa un prof nel pallido Nord? Scopro che il prof ha insegnato per un paio di decenni in Ungheria, che ha moglie e figli a Tampere: parliamo, sommariamente, di Imre Kertész e di Sándor Márai, è a Turku da tre anni. “C’è poca burocrazia, si vive bene, lentamente, e si può fare ricerca”. Sembrano tutti felici di abitare in questa dimensione conchiusa, come in una sfera, dove ogni cosa s’incapsula nell’altra. * Ho visto, alla fermata di un autobus, un uomo adornato dalla barba bianca e vestito di cappotti laceri. Muoveva le dita della mano sinistra bruscamente, le unghie da fiera, rosso di alcolici. Una specie di Babbo Natale decaduto a barbone: ha donato tutto a tutti, nessuno, ora, lo ricorda e fa qualcosa per lui. Al mercato coperto di Turku, in un locale che simula un vagone ferroviario, giocano dei bambini – la madre è bionda, glaciale, inflessibile. Gli uomini, spesso, sono dei laghi: cosa c’è sotto la superficie? Una profondità buona e verde, o un eccidio di lucci, una creatura preistorica che esplode quando ha fame? * Cecilia viene da Ancona, ha conosciuto “il mio compagno”, finlandese, a Nicosia, l’ha seguito a Turku. Ha due figli piccoli, lavora tutto il giorno, come segretaria in un cantiere navale e come insegnante di italiano per bambini. Ora, 34 anni, bellezza decisamente italiana, consapevole, è fiera: qui ha quello che cerca. Il freddo calcifica il suo amore, la sua decisione.

A Turku sembra di camminare dentro la corazza di un eroe epico di cui si è scordata l’epopea: l’armatura non ha eco.

* “Tal era quivi la quarta famiglia/ de l’alto Padre, che sempre la sazia,/ mostrando come spira e come figlia”. In Finlandia porto il X del Paradiso, che è come una scheggia di ghiaccio. Dante chiude il canto precedente sul ciglio di una parola terribile, “avoltero”, adulterio, riferita alla Chiesa. Nel canto successivo cambia registro, s’immerge nell’amare (“Guardando nel suo Figlio con l’Amore…”). In quella terzina, siamo a latitudine 49-51, non certo in un brano tra i più famosi, Dante spiega il moto di Dio. Dio “spira” e figlia”, il suo respiro è una filiazione perpetua – la trinità si riverbera nel linguaggio: “Padre”, “spira” e “figlia” sono Padre, Spirito Santo e Figlio. Nel respiro di Dio, tra i beati, si svolge continuamente il ciclo del creare. * Bassi esercizi linguistici. In uno dei tanti caffè finnici – gradevoli, raffinati, cari (2,80 euro un espresso; 3,40 euro un croissant vuoto). Sulla porta a vetri la parola “Vedä” per intendere ‘spingi’. I Veda sono i canti sacri agli induisti, gli inni liturgici scaturiti da ugola indù quattro millenni fa. Così, mentre spingo la porta di un caffè finlandese, mi trovo in India. * La pizza e il sushi hanno colonizzato anche le zone più infime del Nord. * Sul treno da Helsinki a Turku fioriscono boschi di betulle, bianchi, come una salutare esposizione di spettri. Ogni tanto, una villa, nordica, dal tetto spiovente, come una barca nella natura, oceanica. Desiderare una solitudine astrale è cosa molto poetica – ma la volontà partorita incrociando qualche poesia con i finestrini del treno non è valida, è patetica. (Davide Brullo)

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#L'Editoriale #Albert Camus #Babbo Natale #bambini #Bataille #Cultura #Davide Brullo #Famiglia #Helsi

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vickdrops · 7 years ago

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An Innocent Bet [1940′s Bucky x Reader] ~ part 1

Pairing: bucky x reader (Y/N) Genre: fluff (for now...hehe) Warnings: N/A A/N: welcome to a new multi-part bucky fic! I had this little baby planned out in my notes for a while, but I’ve finally gotten around to starting it. It’s a little bit of a cliche plotline, but I hope to give it my own, fresh spin. I’m happy to start a tag list, so pop into my inbox if you would like to be notified when part 2 comes out (I would appreciate it if you were following me!) Thank you for all the love so far. It’s good to be writing again! I’m currently taking prompts for bucky barnes, frank castle (/kastle), and billy russo.

It’s a quiet day at Josie’s diner; Y/N’s been hovering around, refilling half-empty mugs of coffee and lazily wiping down booths that don’t really need wiping down. Quiet jazz fills the room, interrupted only by the occasional clinking of cutlery against plates and the murmuring of casual conversation from the two occupied booths.

The other waitress, a redhead named Cecilia, is sitting on the counter, legs swinging as she watches Y/N with a little frown on her face.

“There’s hardly anyone here, Y/N,” she laughs. “Relax a little, won’t ‘ya?”

But Y/N just shoots her a shrug, and continues wiping down the bar. It’s her first week on the job, and she’d like to keep it as long as possible. Her ma’s a single mother, and Y/N knows that getting food on the table for two kids in this economy, without a husband, isn’t the easiest thing in the world. So she likes to help out where she can. The corner shop she worked at before had cut her loose, after the owner had gambled away his rent money in a late-night round of god-knows-what. After weeks of searching, she’d landed the job at Josie’s, and she’d be damned if she’d let herself get fired again- even if the first time wasn’t her fault at all. She can’t afford to be out of job- not when her mother and little brother depend on it.

“Is it usually this quiet?” she asks Cecilia, after she’s wiped down every surface that she could think to wipe down. She smooths down her half-apron absentmindedly.

“We’re pretty out-of-way,” the other waitress responds. “We get enough business to keep us open, but that’s about all.” It shows in the decor, Y/N observes. The furniture of the diner is clean and well-maintained, (a sign of low traffic and bored staff), but upon closer inspection, the wallpaper is slightly peeling, and some of the plates have noticeable chips.

Y/N’s about to ask if there’s anything in the kitchen that needs attending to, but before she can get the words out, the door is pushed open, and a pile of boys tumble into the diner. They’re joking and laughing and shoving each other around, and they make their way to a booth in the back without so much a glance in Y/N or Cecilia’s direction. Cecilia sighs, obviously ready for her shift to end, and grabs a bunch of menus from the pile Y/N’s just straightened. But before she can hop off the counter, Y/N plucks them from her hand.

“You don’t want me to go insane from wiping down tables, do you?” she grins, and Cecilia laughs.

Y/N walks towards the group, plastering a welcoming smile on her face. There’s four of them altogether- three blondes and one brunette. They’re well dressed, with their hair slicked back- none of them looking much older than herself.

“Hi. Welcome to Josie’s,” she chirps as she reaches their booth, reciting the greeting that had been drilled into her when she was hired. “Can I get you anything to drink?”

They look up, acknowledging her presence for the first time, and she ignores the way they all look her up and down like she’s a piece of meat. It’s a common occurrence in the diner (despite the fact she’s only been here one week); she’s learnt to keep her mouth shut about it, and smile through her uncomfortableness.

She places the menus down on the booth.

“You don’t happen to be on the menu, do you, doll?” a blonde asks, charm dripping him his silky voice.

“Nope,” Y/N says, popping the ‘p’. She picks up a menu from the pile she’d just put down, and adds, breezily, “But we do have a burger special. That seems more like it’d be in your price range.”

The other two blondes snicker, as the first boy takes the menu from her, slightly disgruntled at her easy rejection. The brunette looks surprised, but a slow, small smile, graces his lips.

“Let me know when you’re ready to order,” she smiles politely, tucking her notepad in her apron pocket, before turning and making her way back behind the bar. Y/N is nothing if not professional.

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“What did I tell ya?” Peter laughs, roughly shoving the boy next to him with his shoulder. “That pick up line hasn’t worked for you before and it never will, Jack.”

“Shut up, idiot. ‘S’not my fault none of these girls have any taste in men,” Jack replies, shoving Peter back just has roughly.

“Just accept it, knucklehead,” Walter says, amused. “You’re hopeless.”

Bucky rolls his eyes and reaches across his friends to grab a menu. Sure, he finds it amusing that Jack always seems to fail at snatching dates, but the jokes are getting old. In fact, he’s not quite sure why he’s still putting up with the three of them; Jack, Peter, and Walter are a laugh to hang around, and they’re always up for a night out (unlike Steve), but he mostly keeps their company just to please his father. His father is in the middle of brokering a business deal with some of the wealthier businessmen in their neighbourhood, and he’d urged Bucky on multiple occasions to make friends with the sons of these men, to ‘keep things jolly between the families’, in his words.

Bucky thought it was a load of crap, honestly, (what does he have to do with his father’s business ventures?) but even he’s not bold enough to stand against his father’s wishes. So here he is, squished in a booth with the sons of rich businessmen, keeping up his father’s friendships.

“I bet you a burger special that I can get her to go on a date with me by the time we walk outta here,” Jack boasts, and Bucky laughs.

“Jack, I thought you didn’t believe in miracles,” he smirks. Jack narrows his eyes at him.

“Like you can do better, Barnes,” he scoffs. Bucky merely shrugs, flipping through the menu absentmindedly. “You know what? I bet you can’t. I bet you ten dollars that you can’t get that waitress to go out with you.”

Bucky stops flipping through the menu.

Ten dollars?

That could buy Steve’s asthma medication for a month.

“Deal,” he says smoothly, flipping the menu shut and sliding out of the booth. “Get ready to pay up.”

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Y/N’s fiddling with the coffee machine, when a smooth voice interrupts her concentration. She looks up, startled, and meets the warm brown eyes of the brunette from the table she’d just left. His hair is slicked back, like the rest of his friends, but a strand escapes the gel when he cocks his head at her.

“Are you new here?” he asks, leaning casually against the bar, a cheeky smile on his face. “Haven’t seen you around before- and trust me, I would’ve remembered if I had.”

Y/N’s eyebrows jump up at the easy, flirtatious comment. Her heart skips a beat involuntarily- this boy is gorgeous- but she can’t help but feel a little skeptical. After all, one of his friends had just asked her if she was ‘on the menu’.

“Just started this week,” she replies, before noting, “You must come here often, then.”

“Nah, just when I’m in the area,” he shrugs. He can feel Jack’s eyes on him. “I’m Bucky, by the way.”

“Y/N,” she replies, rather pointlessly- her name is printed on the tag across her chest- but he smiles at her introduction anyway.

“Y/N is a pretty name,” he says sincerely.

“Bucky is a...weird one,” she replies, just as sincerely, and it makes him laugh- a real laugh.

“That’s fair,” he allows. “Middle name is Buchanan,” he explains, before pausing. “But really, it’s because I used to run around buck naked when I was little,” he admits, lowering his tone and leaning closer, as if he’d let her in on a gigantic secret. Y/N lets out a peal of laughter, and Bucky finds that he quite likes her laughter- it’s bright and innocent, and her eyes sparkle with genuine amusement.

“How promiscuous of you,” she teases. He chuckles, opening his mouth to reply, but a shout from his booth interrupts him before he can get a reply out.

“Oi, Barnes, are you gonna order, or what?” Jack barks, and Bucky shoots him an unimpressed glare over his shoulder.

“Oh- sorry,” Y/N shakes her head, reaching into her apron for her notepad and returning to professionalism. “What can I get you?”

“Uhh- just four burger specials, please,” Bucky says. “And four chocolate milkshakes.”

“Good decision, Barnes” Y/N notes, scribbling down his order and ripping off the page. “I do make a pretty mean milkshake,” she grins.

“I’ll be the judge of that,” Bucky teases, and Y/N cracks another smile. She knows better than to be fooled by the antics of the male customers, but...damn, Bucky Barnes is an entirely new definition of the word ‘charm’. She’s not quite sure how to deal with it.

Bucky gives Y/N a final, wide smile before turning and walking back to his booth.

“I thought you weren’t on the menu,” Cecilia accuses suddenly from Y/N’s side, making her jump.

“What?” Y/N blinks, flustered. “Oh, stop it. I was just being nice.” Cecilia rolls her eyes playfully in response, before whipping the docket from Y/N’s hand and gliding off to the kitchen. Y/N frowns, shaking her head as she busies herself with the task of four chocolate milkshakes.

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Bucky can’t help but sneak glances at Y/N, even long after Jack, Peter, and Walter had moved on to other topics of conversation. He’d never admit it to his friends, but Y/N had turned out to be the complete opposite of what he had been expecting. He’d waltzed up to the bar with every intention of charming her pants off, but when he walked away, it was with a genuine smile on his face. She’d been guarded (and understandably so), but polite and friendly, and Bucky had felt a genuine warmth emanating from her.

Plus, he’d secretly admired how easily she’d taken Jack’s ego down a few notches.

“Y’know,” Jack starts (with a mouthful of burger). “I can’t help but notice that you’re still rather...dateless.”

Bucky sips on his milkshake.

“And so are you. What’s your point?” he quips. Jack holds up his hands in a mock surrender.

“Just sayin’. Ten dollars could buy a whole lotta those milkshakes,” he says innocently, and Bucky sighs. In any other circumstance, he wouldn’t have hesitated to ask Y/N out. She’s just his type, and (going off the conversation he’d just had with her), extremely pleasant to talk to. And he likes the way she laughs. In fact, he regrets that he’d taken Jack’s bet in the first place- Y/N seems like a nice girl, who doesn’t deserve to be asked out on a bet.

“Ten whole dollars,” Jack reminds lightly.

Bucky squashes down the uncomfortable feeling in his gut; it’s one date, the little voice in his head nags. She’ll never find out. Do it for Steve.

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As his friends file out of the diner, plates empty and glasses dry, Bucky sidles up to where Y/N is wiping glasses at the bar.

“You were right,” he informs her. She cocks her head in confusion. “That was a pretty mean milkshake,” he elaborates. He likes the way her eyes immediately brighten as she laughs.

“I told you,” she says smugly.

“Alright, alright, no need for the ‘I told you so’,” Bucky fakes a groan. Y/N sticks her tongue out. He taps his fingers on the bar, unsure how to proceed.

“Is there anything else I can get you?” Y/N asks. Why is he still here?

“Uhh...no. Nah. Just wanted to say thanks for the food,” he shrugs, rubbing the back of his neck. Bucky is no stranger to asking girls out, so he’s not sure why he’s nervous this time ‘round.

“It was my pleasure, Bucky,” she beams. “I guess I’ll see you next time you’re…‘in the area’”.

“Yeah, I guess.” Bucky hesitates for a second, before licking his lips. “Or you could see me sooner? Say...tonight?” he asks softly. Nervously.

Y/N’s eyes widen in surprise.

Sure, they’d been flirting lightly ever since he’d come up r to order his friends’ meals, but she hadn’t expected him to actually ask her out. And if she’s being honest, she’s not quite sure why- they’ve only known each other for- what? The span of an hour? She’s in work clothes, and she’s pretty average-looking, so she’s confounded as to what exactly had prompted him to ask her out.

...but he’s absolutely gorgeous and he’s friendly and has managed to make her laugh multiple times; Y/N still hasn’t let go of all her skepticism, but really...what could it hurt?

“I get off at nine,” she says shyly, and Bucky beams a smile so bright that it makes Y/N smile too.

“I’ll see you then, beautiful,” he grins happily. He taps his fingers on the bar again, before turning and leaving the diner.

Y/N is left standing with a blush across her cheeks, and her heart pounding in her chest.

Part 2

Masterlist

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alessiochiadini · 3 years ago

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Mentre Spanky si inebria della multiculturalità che impregna i corridoi del CILTA e che accende i suoi sensi all’ennesima potenza, tipo l’effetto della droga di Limitless, Cecilia fa la conoscenza, inaspettata, di un bel ragazzo, bruno, che veste all’indiana e distrattamente indica l’aula di Russo all’amico che cerca di staccarle cordoni di bava in cui ha avvolto la nuova conoscenza. Leggi il resto qui: https://neon.ly/vq4DK Oppure dalla Bio (Dalla russa con ardore) . . . . via @preview.app posted on Instagram - https://instagr.am/p/CUstfQjsB-2/

#gitano #gypsy #lie_co #bologna #bologna_city #bolognawelcome #igersbologna #vivobologna #volgobologna #ig_bol

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sarahfelberbaumarchive · 4 years ago

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Intervista esclusiva a Sarah Felberbaum

Quando le hanno chiesto di sfilare per Fendi non immaginava che una quindicina d'anni dopo avrebbe recitato in un film d'autore accanto a Toni Servillo e Remo Girone. Allora era un'adolescente che prendeva tutto per gioco, adesso è una donna consapevole e intenzionata a prendere tutto sul serio. Sarah Felberbaum, volto angelico e grinta da vendere, sarà Francesca in "Maschi contro Femmine", la commedia di Fausto Brizzi che dal 27 ottobre vedremo nelle sale, una delle corteggiatrici di Raoul Bova nell'ultimo film di Carlo ed Enrico Vanzina ("Ti presento un amico", al cinema dal 12 novembre) e soprattutto la protagonista femminile dell'attesissimo nuovo lavoro di Andrea Molaioli (il regista de "La ragazza del lago"), liberamente ispirato al crac Parmalat. Cambiati i nomi ma lasciate le sembianze, "Il Gioiellino", così s'intitola il film, porterà sul grande schermo il Gran Lattaio Calisto Tanzi (Girone) e il suo braccio destro Fausto Tonna (Servillo), insieme a un piccolo gruppo di manager uniti dalla complicità e dalla paura. Per Sarah si tratta del primo film d'autore. "Quando ho incontrato Servillo - racconta - ero emozionatissima. Mi è stato detto che non si vedeva, ma appena è entrato credo di aver smesso di respirare. Lui è straordinario. Superato l'impatto iniziale (o mio Dio sono di fronte a Toni Servillo!), posso dire che è stata un'esperienza divertente. Recitare con un grande attore è sempre bello e gratificante". Nata a Londra da un papà newyorkese di religione ebraica (il cognome è di origine russo-ungherese) e una mamma londinese e protestante, cresciuta a Roma, Sarah comincia a sfilare sulle passerelle a quindici anni. Passa poi alla pubblicità e ai videoclip, per ritrovarsi, a soli diciotto anni, conduttrice del programma musicale "Top of the Pops". Nel 2001 esordisce come attrice nella sit-com "Via Zanardi 33" di Antonello De Leo, l'anno seguente presenta su Raiuno "Uno Mattina Estate", quindi passa a Sky dove conduce "Skycinenews" e "Hollywood Boulevard". Non contenta, decide di mollare tutto per studiare recitazione. Risultato: a uno dei primi provini viene scelta per interpretare il ruolo di Carlotta, la figlia minore di Virna Lisi nella fiction "Caterina e le sue figlie", e due anni dopo, nel 2007, diventa Agnese Ristori per "La figlia di Elisa - Ritorno a Rivombrosa" (regia di Stefano Alleva), spin-off del fortunato feuilleton interpretato da Vittoria Puccini e Alessandro Preziosi. A questo punto la strada è tutta in salita. Arrivano i primi ruoli al cinema: in "Cardiofitness" per la regia di Fabio Tagliavia è la co-protagonista con Nicoletta Romanoff e Giulia Bevilacqua, in "Due vite per caso" di Alessandro Aronadio (presentato all'ultimo Festival di Berlino) è la fidanzata di Lorenzo Balducci. E continuano le partecipazioni alle fiction televisive: in "Caravaggio" di Angelo Longoni è una delle modelle e amanti del pittore, per il mystery "Mal'aria" di Paolo Bianchini è una mondina degli anni venti, per "Caterina e le sue figlie 2" di Benvenuti, Inturri e Mosca è ancora Carlotta, e in "Caldo criminale" di Eros Puglielli è Cecilia. In attesa di vederla al cinema, le abbiamo chiesto di raccontarsi. Al telefono ha una voce dolce e gioiosa: in principio lascia trasparire un po' di timidezza, ma dopo qualche battuta si scioglie e ci risponde a tutte le domande. O quasi. Con lei riviviamo il percorso professionale, dai primi passi in passerella alle conduzioni televisive fino alla difficile decisione di lasciare tutto per studiare recitazione. Passando per gli amori, i sogni e le paure. Partiamo dagli ultimi film. Nella commedia di Brizzi sei la ragazza che fa perdere la testa (ricambiando il sentimento) a Nicolas Vaporidis e a Chiara Francini. Come ti sei trovata nei panni della seduttrice bisessuale? E' stato molto divertente, non ho provato nessun tipo di disagio. Brizzi l'ho conosciuto al provino: è una persona che sa metterti a tuo agio da subito. All'inizio abbiamo parlato un po' di tutto, poi abbiamo provato alcune scene, anche improvvisando. Se un giorno ti dovesse capitare di vivere una situazione del genere come ti comporteresti? Non mi è mai successo (ride). Nel caso, non sarei in grado di tenere in piedi due storie contemporaneamente. Insomma, non dormirei la notte per l'ansia! Al contrario, il mio personaggio riesce a gestire la situazione con estrema leggerezza. Il problema, quindi, sarebbe il triangolo a prescindere dal sesso dei partner... Nel triangolo subentrano delle dinamiche che possono portare più problemi che piaceri e quindi lo eviterei. Per quanto riguarda la sessualità, invece, non ho tabù: in questa storia non c'è nulla di strano o particolarmente scioccante. Hai appena finito di girare il secondo film di Molaioli. Mi racconti l'incontro con lui? Ci siamo visti per una chiacchierata molto bella e anche abbastanza lunga, un modo per conoscermi. Dopo il primo incontro mi ha chiamata per fare un provino con un ragazzo che mi aiutava con le battute, in seguito mi ha richiamata per un ultimo provino con Toni Servillo. A parte l'attore, Servillo che tipo è? In tanti lo considerano un uomo serioso che ti mette a disagio, anche perché ha un bagaglio culturale enorme. In realtà è una persona estremamente generosa e alla mano, con lui mi sono sempre sentita sicura. Sapevo che, qualora ne avessi avuto bisogno, ci sarebbe stato. Nel film sei l'unica donna manager in un gruppo di uomini. Come ti sei trovata in questa situazione? Bene, anche perché prima di iniziare mi sono preparata a lungo. Sul set sono arrivata con un mio bagaglio personale che ho utilizzato in modo da rendere credibile il personaggio. Ho lavorato con la mia insegnante, l'attrice Gisella Burinato. Con lei ho studiato per cinque anni prima di iniziare a recitare e comunque, quando devo affrontare dei personaggi molto complessi, prendo sempre lezioni private. A novembre esce anche la commedia di Vanzina. Chi sarà il tuo personaggio? C'è Raoul Bova, che è il protagonista, e poi ci sono una serie di donne che gli girano intorno. Il mio personaggio rappresenta l'imprevisto, nel senso che, a differenza delle altre, non ha un rapporto sentimentale con lui. Il resto però non posso dirlo... Come ti sei trovata con i fratelli Vanzina? Benissimo! Tutti, dalla mia agente alle persone che avevano già lavorato con loro, mi dicevano che erano due belle persone. Quando li ho conosciuti mi sono resa conto che avevano ragione: sul set c'è sempre un clima molto tranquillo e loro ti mettono subito a tuo agio. Parliamo dei lavori precedenti. In "Cardiofitness" sei la co-protagonista con Nicoletta Romanoff e Giulia Bevilacqua. Che esperienza è stata? Emozionante. E' stato il primo film per il cinema dopo tanta televisione, un'esperienza che desideravo fare da tempo. In più mi sono trovata davvero bene con le ragazze - soprattutto con Giulia siamo ancora amiche - e mi piacciono le commedie. Spero in futuro di poterne interpretare altre. Nel film Nicoletta si innamora di un ragazzo più piccolo di dodici anni. A te è mai successo? Mi è capitato il contrario, nel senso che sono stata innamorata di un uomo più grande. In ogni modo non ci trovo nulla di assurdo: se c'è il sentimento e le persone sono mature e consapevoli il problema non esiste. Adesso sei innamorata? No. Sono libera e serena. Nel 2007 hai girato "La figlia di Elisa - Ritorno a Rivombrosa". Che cosa ha rappresentato questo personaggio per te? E' stato il mio primo ruolo da protagonista, per me era fondamentale lavorare bene. Mi rendevo conto che, con Giulio Berruti, prendevamo il posto di una coppia tanto amata dal pubblico. Di conseguenza, ho adottato un atteggiamento piuttosto serio nei confronti del lavoro: insomma, non volevo farmi trovare impreparata o sentirmi impreparata. E' stato difficile raccogliere l'eredità di Vittoria Puccini e Alessandro Preziosi? In realtà non ci siamo sostituiti a loro, abbiamo solo cercato di portare avanti una storia. Ma non credo sia stato difficilissimo: la risposta del pubblico è stata positiva, anche se non immediata. Tuttora ricevo lettere da ragazze che vengono da quella serie. Il personaggio di Agnese Ristori ti ha dato anche una grande popolarità. Come l'hai vissuta? Sicuramente non in modo negativo. A volte, quando mi fermano per strada, posso provare imbarazzo, ma succede per timidezza e non perché provo fastidio. E poi la popolarità va a onde, almeno nel mio caso. All'inizio l'ho raggiunta grazie a "Top of the Pops", poi ho cambiato percorso e per tanti anni non c'è stata. E' tornata con "La figlia di Elisa", ma non ho mai raggiunto una visibilità tale da non poter camminare tranquillamente per le strade di Roma! Hai cominciato come modella. Che cosa ti ha spinto a scegliere un lavoro diverso dagli altri, in un certo senso "speciale"? In realtà ho cominciato un po' per gioco. Mi è stato chiesto di sfilare per Fendi e ho detto di sì, con la consapevolezza che potevo smettere quando volevo. Poi sono stata chiamata da un'agenzia di modelle e ho cominciato a lavorare. Ma ho continuato anche a studiare: le sfilate erano un modo per guadagnarmi i miei soldini nel tempo libero. Ti sei iscritta anche all'Università? L'ho iniziata. Poi ho smesso perché nel frattempo ho cominciato a fare televisione: il lavoro andava bene e ho deciso di darmi una possibilità, con l'intenzione di riprendere lo studio se le cose non fossero andate avanti. A un certo punto, però, hai lasciato anche la carriera di conduttrice. Come mai? Non era più quello che volevo fare. E io sono convinta che, fino a quando puoi permettertelo, devi scegliere la strada che ti rende felice. Ho capito che volevo studiare recitazione, che volevo provare a diventare un'attrice. Portare avanti entrambe le carriere non era possibile. Com'è nato l'amore per il cinema? C'è sempre stato, anche se è uscito fuori tardi. Sono cresciuta in una famiglia dove si andava al cinema, si guardavano i film a casa, e mi sono sempre emozionata. Poi un giorno, quando mi sono trovata davanti a una scelta e mi sono chiesta che cosa desideravo davvero, la risposta è venuta naturale. Che rapporto hai con i tuoi genitori? Con entrambi ho un rapporto aperto e profondo. A casa nostra c'è sempre stato tanto dialogo, ogni volta che devo prendere una decisione loro ci sono. Poi è ovvio che ci sono stati dei momenti in cui erano preoccupati o non capivano certe mie scelte, fermo restando la fiducia e il confronto continuo. Tuttora, quando ho un piccolo dubbio e ho bisogno di parlarne con qualcuno, chiamo uno dei due e glie ne parlo liberamente. Tuo padre è ebreo, tua madre protestante. Tu che rapporto hai con la religione? Libero e sereno, a casa non ci è mai stato imposto nulla. Se voglio scegliere posso farlo, l'importante è scegliere ciò che mi rende felice. In famiglia abbiamo sempre festeggiato il Natale con l'albero classico, ma anche la Chanukkà. All'ebraismo mi sento molto legata, anche se mi manca tutto un mondo per poter dire di appartenere completamente a quel tipo di credo. Sei cresciuta a Roma, ma la tua famiglia è anglo-americana. Tu come ti senti? Sono legata a Roma ma non mi sento italiana, in me c'è un mix di tutto. Sono cresciuta in una famiglia internazionale, ho frequentato prima una scuola americana e poi un liceo italiano. Alcuni parenti vivono in Svizzera, alcuni in America, altri a Londra, mio fratello vive a Parigi e noi viaggiamo in continuazione. Io non mi sento di appartenere a nessun Paese in particolare: anzi, credo che crescere così mi abbia dato un'apertura mentale che altre situazioni non mi avrebbero dato. Pensi che questa condizione mentale ti abbia aiutato nel lavoro? Sicuramente mi ha aiutato nella vita. Qual'è il ruolo a cui ti senti più affezionata? Il personaggio di Agnese Ristori. Per lei mi sono impegnata tanto e quando ho affrontato altri ruoli come quello della manager per "Il Gioiellino", sapevo già di essere in grado di prepararmi ogni giorno. Ecco partirei da "La figlia di Elisa" per finire con questo film. Anche perché, finora, rappresenta il mio lavoro più importante. Che impressione fa rivederti sullo schermo? Mi giudico tanto e sono molto severa con me stessa. Ogni volta mi osservo per imparare. Mi sembra di capire che il tuo approccio con il lavoro, e con la vita, sia più serio che leggero... (Ride). Ho un enorme rispetto per quello che faccio. Non è un hobby: è il mio lavoro. E poi, se lavori male, butti via un percorso che hai iniziato e per il quale hai faticato tanto. Insomma, mi si perdoni il termine, ma non voglio fare cazzate! Il ruolo che ti manca? Un personaggio sordomuto. Penso alla protagonista di "Figli di un Dio minore" (USA - 1986, N.d.R.), per me sarebbe una bella sfida. Hai mai pensato al teatro? Ah si, magari...anche se per il momento non ho ancora avuto l'occasione. Ho ricevuto una proposta quest'estate, ma il teatro ti chiede tanto tempo: io ero sul set con Brizzi e Molaioli e ho dovuto rifiutare. Però è un'esperienza che voglio assolutamente fare. Un regista con cui ti piacerebbe lavorare? Non ce n'è uno in particolare. Ci sono tanti italiani che amo molto e tanti registi nuovi e pieni di talento: mi piacerebbe lavorare con una persona che mi propone un bel progetto, che mi mette di fronte a un sfida. Il consiglio migliore che ti hanno dato sul lavoro? Me lo ha dato un autore di "Top of the Pops" e lo considero un consiglio di vita. Era il primo giorno di lavoro: non avevo presentato mai nulla in vita mia e non sapevo niente del mondo della televisione. Senza alcun motivo, prima di iniziare la registrazione, lui mi disse: "ricordati che tutte queste persone che vedi intorno a te sono fondamentali e lavorano con te. Ringraziale sempre". Di queste parole mi sono sempre ricordata. La scelta che ti ha cambiato la vita? Dire di no alla televisione e a tutte le offerte che mi arrivavano per presentare vari programmi di qualsisi tipo. E poi smettere di lavorare per qualche anno per studiare recitazione. Se un giorno non dovessi più recitare? Continuerei a dedicarmi alla scrittura e alla fotografia. Poi da cosa nasce cosa. A proposito di scrittura. Nel 2004 hai pubblicato un romanzo: "Baby Vogue". Mi racconti com'è nato questo desiderio? Ho sempre scritto, anche se non avevo mai pensato di tradurre i miei pensieri in un libro. Poi una persona vicina mi ha convinta e spinta a mandare il manoscritto a una casa editrice. Una scelta che per timidezza e insicurezza non avrei mai fatto. Sono stata fortunata perchè il libro è piaciuto e perché ho trovato un buon editore. Adesso sto chiudendo il mio secondo romanzo. Un tuo pregio e un tuo difetto. Di difetti ne ho tanti: lunatica, a volte molto chiusa. Riguardo ai pregi, mi piace ascoltare gli altri. Un vizio di cui non puoi fare a meno? Il mio bicchiere di vino! A casa l'abbiamo sempre amato e io continuo a farlo. La tua paura più grande? Perdere le persone che amo.

(RB Casting 27/09/2010)

#Sarah Felberbaum #intervista #interview #RB Casting #2010

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thebibliophagist · 7 years ago

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That’s that! I have officially completed the 2017 Modern Mrs. Darcy reading challenge!

a book you chose for the cover: Batter Up by Robyn Neeley

a book with a reputation for being un-put-down-able: Infini by Krista & Becca Ritchie

a book set somewhere you’ve never been but would like to visit: Seven Days of You by Cecilia Vinesse

a book you’ve already read: Simon vs. the Homo Sapiens Agenda by Becky Albertalli

a juicy memoir: Talking As Fast As I Can by Lauren Graham

a book about books or reading: My Lady Jane by Cynthia Hand, Brodi Ashton, and Jodi Meadows

a book in a genre you usually avoid: Damaged Like Us by Krista & Becca Ritchie

a book you don’t want to admit you’re dying to read: The Gentleman’s Guide to Vice and Virtue by Mackenzi Lee

a book in the backlist of a new favorite author: The Allure of Julian Lefray by R.S. Grey

a book recommended by someone with great taste: Milk and Honey by Rupi Kaur

a book you were excited to buy or borrow but haven’t read yet: Faithful by Alice Hoffman

a book about a topic or subject you already love: Glamour by A.L. Jackson, Sophie Jordan, Aleatha Romig, Skye Warren, Lili St. Germain, Nora Flite, Sierra Simone, and Nicola Rendell

a Newbery award winner or honor book: Brown Girl Dreaming by Jacqueline Woodson

a book in translation: The Vegetarian by Han Kang

a book that’s more than 600 pages: A Conjuring of Light by V.E. Schwab

a book of poetry, a play, or an essay collection: Bad Feminist by Roxane Gay

a book of any genre that addresses current events: The Hate U Give by Angie Thomas

an immigrant story: Lucy and Linh by Alice Pung

a book published before you were born: Beauty by Robin McKinley

three books by the same author: Double Team, Prince Albert, and Prick by Sabrina Paige

a book by an #ownvoices or #diversebooks author: If I Was Your Girl by Meredith Russo

a book with an unreliable narrator or ambiguous ending: We Were Liars by E. Lockhart

a book nominated for an award in 2017: The Passion of Dolssa by Julie Berry

a Pulitzer Prize or National Book Award winner: A Visit from the Goon Squad by Jennifer Egan

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sciscianonotizie · 5 years ago

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Punto a Salerno sul ciclo dei rifiuti a Battipaglia

#ILMONITO

Prefettura, provincia, regione e associazioni di categoria insieme per un’equa distribuzione dei siti sul territorio

Riunione oggi a Salerno, in prefettura, per fare il punto sul monitoraggio delle aziende del ciclo dei rifiuti presenti a Battipaglia, teatro, recentemente, di roghi nell’area industriale.

Al tavolo di lavoro attivato dal prefetto Francesco Russo proprio a seguito degli incendi, associazioni di categoria e sindacali del territorio comunale e della provincia, il sindaco di battipaglia Cecilia Francese, il presidente della provincia Michele Strianese, il direttore generale Lavori pubblici e Protezione civile della regione Campania Italo Giulivoi si sono confrontati con i vertici territoriali delle Forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco e con dirigenti dell’azienda sanitaria locale (Asl) e dell’Agenzia regionale protezione ambientale Campania (Arpac) sui risultati delle ricognizioni avviate nei giorni scorsi.

Sono complessivamente circa 90, ha riferito l’assessore, le autorizzazioni rilasciate da regione e provincia ale aziende del ciclo rifiuti nel territorio, 20 solo in quello di Battipaglia. Regione e provincia, si sono impegnate a non rilasciare altre autorizzazioni nell’area del comune e per una distribuzione dei siti di trattamento nell’intera provincia che tenga conto di densità demografica e volume di rifiuti trattati.

Una necessità sentita e fatta presente dalle associazioni di categoria, che hanno chiesto di tener conto nei piani urbanistici anche della vocazione economica dei territori.

Procedono intanto a ritmo serrato i controlli da parte delle Forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco disposti dal prefetto nell’ambito del comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica. Polizia e Carabinieri invitano inoltre le associazioni a collaborare anche riportando segnalazioni che i cittadini a volte fanno più al privato sociale che alle Forze dell’ordine.

Il prefetto ha ribadito la linea d’azione che è quella del lavoro di squadra, in linea anche con le indicazioni date nell’ultima riunione del comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica dal responsabile della cabina di regia nazionale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per l’emergenza sulla “Terra dei Fuochi”.

L'articolo Punto a Salerno sul ciclo dei rifiuti a Battipaglia di Redazione

source http://www.ilmonito.it/punto-a-salerno-sul-ciclo-dei-rifiuti-a-battipaglia/

#ILMONITO

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funface2 · 5 years ago

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Tini Stoessel: Strength is beauty – LA NACION

Like that dress that makes us feel pretty. Or that accessory that we love, and we always have a good excuse to include it in the outfit. In the same way, we all know the importance of being happy with our hair. Seeing it cute and healthy gives us a kind of security that does not compare to anything. So much so that we can confess it when we are not comfortable, the first thing we do is tie it. Catch it between buckles, hair gummies or headbands. Climb it on an impeller, high tail or braid it.

This is why, for the launch of its new styling creams, Pantene invites us to let go of our hair. Since, deep down, this simple act of letting it go goes far beyond look.

Pantene presented its new anti-frizz creams

01:07

Let your hair down and an unforgettable night

In an exclusive event at the Faena Art Center conducted by Joaquín "Pollo" Álvarez and Estefanía Russo, the brand received special guests and their squad from Pantene lovers. Headed by

Tini Stoessel , the group summons artists and influencers from all of Latin America like Sofía Zámolo,

Marcela Kloosterboer , Micaela Vázquez, Carolina Domenech, Malena Ratner, Paulina Goto, Camila Sodi, Luna Córdoba, Alessandra Fuller, Camila Rajchman, Natalie Veriz and many more. Together, they celebrated the launch of the new creams for combing anti-frizz and spread a message of love, commitment and companionship.

With different activations that proposed to the attendees to take funny photos and connect with some fragment of the music video "Release your hair" by Tini Stoessel (song that the artist co-created with the brand), Pantene invited everyone to know their new star products. "We are presenting Pantene's anti-frizz creams, which are revolutionary within the category," said Matías Prado, Marketing Manager of Pantene Argentina.

"These creams have two great benefits. On the one hand they allow you to control frizz and, on the other, they provide an exquisite aroma. Advantages that, for their innovative technology, last for up to 24 hours. In addition, from Pantene, we present a variety of options because we know that Latin American women have different hair types and different needs, "added Cecilia Bauzá, regional director of Communications for Procter & Gamble.

Pantene lovers: care, beauty and liberation

Forming a whole squad The brand ambassadors celebrated the launch of Pantene's new anti-frizz creams together.

Tini Stoessel

With an energy that infected the guests,

Tini Stoessel He gave an exclusive show where he sang "22", "Strawberry" and "Let Your Hair", among other topics. "I grew up with Pantene's message of 'Strength is beauty' and it makes me very happy to be part of this family. A family that really shares the idea of caring for and loving oneself. That everything is from the inside out. "he told us from his dressing room after the show.

When you see that your hair is healthy and cute, it feels much safer. 'Let your hair down' represents that feeling

Tini Stoessel

Marcela Kloosterboer

Recognized for her enormous talent as an actress and absolute beauty, the connection of

Marcela Kloosterboer With Pantene he already has his own history. "I feel that, in these last 12 years, with Pantene we have been accompanying our growth. In all this time, I believe that the brand was modernized and updated a lot, and that it always sought to accompany the modern woman," he told us from the VIP of the event.

Letting go of your hair gives you a feeling of freedom. From 'Dale! Everything is alright'. To go forward. Positive attitude.

Marcela Kloosterboer

Camila Sodi

Cheerful, fun and with a unique energy, Camila Sodi arrived from Mexico for the launch of Pantene. Known for her role in series as " Luis Miguel: the series "and" Wild District "confesses that because of her work as an actress her hair undergoes constant transformations." I tried all the products you can imagine, until I arrived in Pantene and it changed my life. It leaves my hair very hydrated, "he told us during the event.

Life itself motivates me to let go of my hair! Live it and let me disheve

Camila Sodi

Luna Córdoba

Originally from Colombia, the first thing Luna Córdoba tells us is that, from a very young age, hair was a feature that identified her. E model influencer, use its platform to promote the self-care and learn to free yourself from old prejudices. "I kept my hair straight for many years. But now, thanks to Pantene, I can share and invite all women to enjoy their natural hair," he confessed during the presentation.

Letting go of my hair is feeling empowered. It's knowing that I can go out and, regardless of criticism, be who I am

Luna Córdoba

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italianaradio · 5 years ago

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Avengers: Endgame, il cast riunito nelle nuove foto dal backstage

Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/avengers-endgame-il-cast-riunito-nelle-nuove-foto-dal-backstage/

Avengers: Endgame, il cast riunito nelle nuove foto dal backstage

Avengers: Endgame festeggia con successo il quarto weekend di programmazione negli Stati Uniti, e per festeggiare la ricorrenza Anthony e Joe Russo hanno condiviso su Instagram delle nuove foto tratte dal dietro le quinte del film insieme al cast.

Tra queste c’è anche l’immagine scattata sul set del funerale di Tony Stark, uno dei momenti più emozionanti dell’universo cinematografico Marvel, dove si sono riuniti praticamente tutti i personaggi e i loro rispettivi interpreti.

Nelle altre potete dare uno sguardo al giovanissimo attore entrato nei panni del “piccolo” Scott Lang durante la sequenza di prova con il Regno Quantico, ai sei Vendicatori originali radunati per far rivivere la battaglia di New York del 2012 e a Josh Brolin con la sua tuta da motion capture mentre si prende una pausa dalle riprese con Zoe Saldana.

“Andate a vedere Endgame per la quarta volta questo fine settimana!“, hanno scritto i registi, “Per l’aria condizionata, e perché vorrete riprovare quelle emozioni“.

<p> #td_uid_1_5ceb9b618db13 .td-doubleSlider-2 .td-item1 background: url(https://i2.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/05/D7BcvaGUEAEEcIG.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5ceb9b618db13 .td-doubleSlider-2 .td-item2 background: url(https://i0.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/05/D7brphMVUAABC8R.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5ceb9b618db13 .td-doubleSlider-2 .td-item3 background: url(https://i1.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/05/D7brphMVUAEyosr.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5ceb9b618db13 .td-doubleSlider-2 .td-item4 background: url(https://i2.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/05/D7brphPU8AEeuJf.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5ceb9b618db13 .td-doubleSlider-2 .td-item5 background: url(https://i0.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/05/D7brphQU0AATDLy.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat;

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Avengers: Endgame, la genesi della scena con il doppio Captain America

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Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Fonte: The Russo Brothers

Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.

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Cecilia Strazza

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