#ho a che fare con questa gente tutti i giorni
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«Avrò avuto vent’anni, non ero nessuno e non avevo fatto ancora niente. Mi trovai in uno studio televisivo davanti a un dirigente loquace ed entusiasta: “Lei è fortunata. La vede quella scalinata? La scenderà ogni settimana con un abito meraviglioso e una benda sugli occhi. Nell’ultima puntata se la toglierà per annunciare i premi della Lotteria Italia”.
Lo guardai e poi dissi la mia: “Grazie, ma odio le scale, in giro ci sono almeno ottomila ragazze più belle di me e questa cosa può farla chiunque. Lei forse non lo sa, ma lo scoprirà: io sono bravissima”.
Mi sono impegnata perché come diceva mia madre: “Se le cose non le fai bene, poi devi rifarle due e tre volte”. Non mi piace perdere tempo. Se però una cosa non la sento, la rifiuto. Perché non ho mai creduto nel rimmel o nel mio personaggio, ma nell’idea, nella creatività e nel destino. Sono rimasta sempre me stessa e ho provato a non cambiare pelle.
Timida, che quando ricevo un premio o un riconoscimento smetto quasi di parlare e a disagio, un disagio profondo, quando intorno a me c’è troppa gente. Divento un’altra e alle grandi feste non vado mai. Non saprei cosa dire e cosa fare e cercherei subito un modo per fuggire. Se mi fossi specchiata nel successo sarei stata insopportabile. Ho cercato di evitarlo, per me e per le persone che avevo intorno, ma non ho faticato perché è la mia natura.
Oltre il balletto, le prove, le canzoni, il trucco, i concerti e tutto il resto, c’ero sempre io. Quella che dimessa e struccata va in vacanza a un’ora da Roma e d’inverno indossa il golf e la calzamaglia perché sente freddo. Amo il mio nido e le mie piccole certezze. La Carrà mi è simpatica, ma con Raffaella Pelloni ci vivo tutti i giorni. La vita è una partita a carte e a me piace avere il mazzo in mano. Io me la sono giocata. A volte ho pagato un prezzo e altre mi è andata bene, ma non posso dire di non essermi divertita».
Raffaella Carrà
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“Nonoo” questa mattina sei venuto a mancare e dopo aver lottato per altri tre mesi, anche se in ospedale ti avevano dato pochi giorni, ininterrottamente non hai mai mollato quel filo sottile che divide la vita dalla morte; anche contro le tue volontà a testa alta col tuo carattere (in cui non mi rispecchiavo) sei riuscito a tenerti vivo, ahimè, purtroppo, la morte vince si tutto, non ha pietà.
Fin da piccolo il tuo sogno era di vedermi guidare, cosa che se pur col tempo ho saputo apprezzare non ho mai amato fare come te, prima che l’infarto ti colpisse definitivamente ti avevo fatto una promessa, di portarti a vedere un gran premio di formula uno, da noi tanto amata, questo seppur per evidenti problemi economici non mi avrebbe mai impedito di non farlo, però non avresti avuto le forze, anche se immagino che ti saresti commosso, anche se una persona come te era difficile vederla piangere.
Abbiamo avuto periodi in cui ci costruivamo mentalmente dei muri invisibili e proprio per la differenza del nostro carattere questo ci ha ferito entrambi, fuori sicuramente eravamo orgogliosi ma il problema poi è sempre dentro, quel peso che a lungo andare ti consuma fino a trasformalo in malattia.
Col senno di poi siamo bravi tutti, tu hai le tue responsabilità e io le mie, non esistono santi, nessuno di noi due ha vinto o perso, nonostante abbiamo sofferto, ci siamo riavvicinati pian piano, con più fiducia e lo abbiamo fatto raccontandoci la mia, la nostra infanzia, nostra perchè alla fine hai passato davvero tanti anni assieme a me quando ero piccolo, io non dimentico i tuoi errori nonno, ma nemmeno il bene che mi hai fatto, la tua immensa disponibilità per me e la mamma quando aveva bisogno di essere portata per lunghi anni su e giù in ospedale, sappi che queste cose rimarranno impresse nella mia testa, perché col tempo, forse crescendo, anche se ancora mi vedo, sai, un po’ bambino, quel Mattia che era il tuo idolo, che doveva essere il migliore di tutti, ma che in realtà voleva solo essere come tutti, e che quei tutti avessero il mio stesso cuore, quella bontà che col tempo è pian piano svanita.
Chi si dimentica di tutta quella gente che ci Incontrava in bici la mattina presto?
La tua felicità negli occhi, nel vedere come tutti si fermassero a guardarmi, a parlarmi e a sottolineare il fatto che il sorriso non mi mancasse mai.
Si andava a prendere il pane, ne volevo subito un pezzo, ci fermavamo a vedere tutti i cani della via con la speranza che rispondessero alle mie parole, e restavo lì convinto fino a quando sentivo abbaiare e tu mi davi conferma delle loro risposte.
Che periodi, cercavo sempre mia mamma, purtroppo per via del lavoro per me era come stesse via intere settimane ma in realtà così non era, però tu ben sapevi quanto io sia legato a mamma, e tranquillo ricorderò sempre quanto anche tu lo fossi, anche se spesso avevi qualcosa da ridere per via del tuo carattere ricorderò le tue ultime parole: “La mamma è la donna più intelligente che ho conosciuto, fin troppo buona e disponibile per tutti, voglio che lei lo sappia”.
Potrei scrivere un libro, non un poema su ciò che abbiamo vissuto insieme, sei stato la mia infanzia, il mio periodo preferito, lo rivivrei mille volte, nonostante il tuo modo di essere, ma chi sono io per giudicare? Certo, quello che penso lo dico, come hai sempre fatto tu, ma allo stesso tempo non mi nasconderò mai come non giudicherò mai!
Ora stai vicino alla nonna, e assieme fatemi il regalo più grande, che non sono i soldi, non sono una vita di successi, ma la speranza di vedere vostra figlia, mia mamma, stare un po’ meglio.
Solo questo.
Il pensiero rimbomberà sempre nella mia testa, fra cose belle e cose brutte, ma per vivere di questi tempi, bisogna affidarsi solo all’amore, lo sai nonno no?
Quella piccola parte di odio che io ho sempre avuto verso la mia generazione, e tu, verso chi ben sapevi, era molto simile, però se fossi qui so che con un sorriso, e magari una lacrima, diresti: “Qua te ghe rason”.
Ciao caro nonno, ti voglio bene❤️
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Ciao Kon,
Tu forse non ti ricorderai di me ma io invece ricordo un liquore alla liquirizia, più di un meet up e quello che doveva essere un incontro al Lucca Comics finito "male" per il troppo casino (non siamo riusciti a beccarci).
Ti scrivo in anonimo perché penso tu sia una grande cassa di risonanza perché nonostante tumblr sia diventato -non per noi nostalgici- un po' obsoleto vedo che continui ad essere un punto di riferimento per questa comunità e che forse tu con il tuo cinico dissezionare la situazione possa in qualche modo riuscire a scuotere i più, ma ahimè vige il segreto professionale, cose firmate e quant'altro che mi impediscono di esprimere questo disagio pubblicamente.
REGÀ I SORRISI DEI COMMESSI SONO FALSI. Non perché non abbiamo più voglia di fare questo lavoro, ma perché è diventato tutto uno schifo, le aziende e anche i clienti se vogliamo dirla tutta.
Cosa si cela dietro la vita del commesso?
Conta persone agli ingressi, voi non li vedete ma è così e di recente c'è anche il contapersone del passaggio esterno, quindi se non ti cazziano perché non hai venduto, ti cazzieranno perché non è entrata gente.
Statistiche: pezzi per vendita, scontrino medio, media di scontrino per ingressi. Voi non lo sapete, ma ogni giorni ci sono storici e budget da raggiungere in base anche solo ad un singolo ingresso che voi fate "per dare un'occhiata" - ora capite perché non è facile sorridere quando i vostri figli giocano ad acchiappino correndo fuori e dentro i negozi? Perché per quei venti ingressi senza scontrino ci sarà un area manager pronto a far il culo allo staff.
Se sei fortunato e capiti in una squadra in cui ci si spalleggia bene, altrimenti è l'azienda stessa a incentivare la lotta e l'invidia tra colleghi in una lotta tra poveri per mantenersi il posto al miglior venditore.
Non abbiamo mai abbastanza personale, MAI. Siamo spesso contati, se ci ammaliamo almeno nel mio caso ci si mette una mano sul cuore e per non mettere i colleghi in difficoltà si va a lavoro con due bombardoni di tachipirina col rischio di portarsi dietro il malanno per un mese.
Le ferie saltano perché decidono di aprire più punti vendita ma non di assumere gente che non soccomba al "gioco degli stagisti".
Turni del cazzo, spezzati e il più delle volte tutto quello che fai oltre l'orario di lavoro (anche la semplice chiusura) è straordinario che non viene contabilizzato.
Reperibilità quasi totale, manco fossimo in un ospedale. Nel tuo giorno libero è un miracolo non venir contattati dal gruppo di lavoro.
E poi vogliamo parlare dei vari festivi in negozio? Io ho dovuto combattere per avere un cazzo di permesso per la comunione di mia sorella.
È domenica, sono le 15 sono in turno da un'ora in un piccolo centro commerciale di due clienti entrate, una mi ha salutato e trattato come se le avessi offeso l'intero albero genealogico con uno sdegno tale che fa tanto lotta di classe quando siamo tutti nella stessa sudicia barca.
Quindi Kon, per favore aiutami a diffondere il verbo, io sono disposta a rispondere a tutte le domande di questo magico mondo cercando di farvi entrare in empatia con i commessi, ma per favore se non è proprio questione di vita o di morte: SMETTETE DI ANDARE A GIRO PER CENTRI COMMERCIALI, TANTO LA DOMENIC SIETE TUTTI SCOGLIONATI A PRESCINDERE E ALLORA STATE COI VOSTRI CARI, MAGARI È LA VOLTA BUONA CHE SMETTERANNO DI LUCRARE A VUOTO SU STO MONDO.
Ps: stare fino alle 18 fuori e poi riversarvi alle 20 nei negozi non funziona, mettetevi una cazzo di mano sulla coscienza.
Per me i centri commerciali sono un aberrazione sociale che riesce a darmi claustrofobia e agorafobia al contempo ma dopo essere stato a quello di Orio al Serio (aspettavamo che le figlie scendessero dall'aereo... direttamente nel centro commerciale!), ho fatto la tessera di iscrizione ai terroristi.
Non sono un nostalgico della bottega sotto casa, anche perché erano altri tempi e altri modi di vivere... mi basta il supermercato ma il centro commerciale è concepito perché la gente sia invogliata A VIVERLO e questo lo trovo demotivante.
Mi spiace per te ma alla fine mi spiace per tutte quelle persone - non schiavi ma servi - che devono sacrificare se stessi per il benessere superfluo di gente che dà tutto per scontato, quasi se lo meritassero.
E invece sono solo nati dalla parte giusta della società. E del mondo.
EDIT
Non mi ricordo di te al Meetup perché probabilmente ero già ubriaco <3
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Ieri sono andata di nuovo dalla mia amica giapponese.
Sono arrivata da lei nel pomeriggio di sabato e siamo andate insieme al 銭湯 (sentō), ossia i bagni pubblici giapponesi. Questa volta mi ha fatto meno effetto ma è sempre in qualche modo liberatorio essere letteralmente nuda assieme a tanta altra gente nella tua condizione. Ci si guarda però non c'è troppo giudizio, perché ci sono così tanti corpi diversi che il giudizio sembra perdere di senso.
Dopo essere stata a rilassarmi nella vasca super calda con le turbe idromassaggio (che relax madonna), la mia amica mi ha proposto di immergermi nella vasca fredda:"Vedrai che bella sensazione!". Io inizialmente le dicevo che avrei voluto evitare perché non mi sembrava troppo sensato far fare uno sbalzo di temperatura così forte al corpo; in più conosco la mia polla (ossia me stessa). Alla fine però mi sono lasciata convincere e l'ho fatto: Mix perfetto per un cazzo di capogiro che così forte penso di non averlo mai avuto nella mia vita. Fortuna che è passato dopo qualche minuto e quindi vabbè tutto a posto.
Poi mi chiede del lavoro e del perché ho cambiato: le spiego che ho il doppio delle ferie di prima e mi fa:"Vabbe ma 20 giorni di ferie sono normali no?". È la seconda volta che me lo ha detto e io ogni volta le dico, no, la normalità in Giappone è 10 e mi stupisce sempre che lei, giapponese, anche se anziana, viva così fuori dal mondo e mi rendo conto che chi lavora nella scuola pubblica è privilegiato non solo in Italia, ma pure qui.
A cena abbiamo mangiato 冷やし中華 (hiyashi chūka - foto 1) ovvero noodles freddi cinesi con verdure e carne e una salsa fatta di salsa di soia, aceto, zenzero e sesamo. Poi aveva preso anche dei salamini francesi: buoni, ma peccato fossero letteralmente dolci - poco sale e pochissimo pepe rispetto ai nostri. Da bere una lattina di birra e del vino bianco (scarso).
La notte un inferno: mi sono svegliata forse alle 4/5 con una nausea e un mal di testa fortissimo. Ho temporeggiato girandomi da un lato all'altro per ore e ore, svegliandomi e riaddormentandomi di continuo, finché non ho sentito la mia amica sveglia. Mi sono alzata e le ho detto:"Yuki che guaio, mi viene da vomitare...", mentre lei mi suggeriva di tornare a dormire, ho preso un sorso di acqua... tempo 2 sec e sono corsa al bagno a vomitare. La causa penso sia stata il fatto che sono stata troppo indulgente col vino, che secondo me era pure di scarsa qualità.
Sono tornata a dormire finché non era ora di pranzo, intorno alle 12.
Questa volta però non siamo andate a pranzo dai suoi genitori, ma la mia amica ha organizzato un pranzo a casa sua in cui ha invitato: la sua insegnante di italiano (che è di Salerno e io, quando l'ho saputo, le ho chiesto di presentarmela), suo marito giapponese, un suo compagno di classe (che frequenta la stessa insegnante), la moglie e una sua collega molto giovane che insegna inglese nella stessa scuola media dove insegna anche lei.
L'insegnante di italiano è simpatica, però è la tipica signora italiana con un carattere forte che sta sempre in mezzo a fare le cose al posto degli altri, un po' ignorante e banale (che cazzo mi vieni a dire a fare: che palle D'Annunzio, che palle Manzoni, che palle tutti - dì che non ti piace la letteratura senza fare sceneggiate, no?), insomma, tipica signora italiana. Però ha preparato la parmigiana di melanzane quindi un po' la perdono ahahah.
Il marito invece super tranquillo e straeuridito: prima della pensione era un professore di storia romana e ha vissuto in Italia per svariati anni. Conosce un sacco di aneddoti italiani che manco io sapevo (tipo sul palio di Siena, su Matera etc) ed è il tipo che una volta che parte non lo fermi più. Non ricordo come se n'è uscito con questo argomento, ma dopo aver detto che c'era stato un momento in cui era senza lavoro e senza soldi e che non poteva nemmeno tornare in Giappone, ha detto anche che mentre stava facendo un lavoro prendeva uno stipendio sia in Italia che dal Giappone, nello stesso momento. Io sempre più convinta che chi ha vissuto in quegli anni ha avuto un culo della Madonna perché i soldi si buttavano come non è mai più successo (esempio plateale: mio nonno baby pensionato che ha vissuto metà della sua vita in pensione... METÀ).
Detto questo, fortunatamente sono riuscita a godermi il pranzo nonostante la vomitata.
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Sono uscito con una, giorni fa.
Come è andata?
Molto bene.
La rivedrai?
Non lo so. Non l'ho chiamata.
Sei un dilettante.
So quello che faccio.
Ah, sì?
Sì. Non si preoccupi per me, so quello che faccio. Questa ragazza, insomma, è bellissima, intelligente, divertente. È diversa dalle altre con cui sono stato.
E allora chiamala, Romeo.
Così mi rendo conto che non è poi tanto intelligente? Che mi rompe i coglioni? Questa ragazza è perfetta ora; non voglio rovinare questo.
Forse tu sei perfetto ora. Forse è questo che non vuoi rovinare. Questa la chiamerei una "super filosofia", Will, così puoi in effetti passare tutta la vita senza dover conoscere veramente qualcuno… Mia moglie scoreggiava quando era nervosa. Aveva una serie di meravigliose debolezze. Aveva l'abitudine di scoreggiare nel sonno! [ridono] Scusa se ti racconto questa cosa. Una volta fu talmente forte che svegliò il cane! [ridono] Si svegliò anche lei e mi disse: "sei stato tu?"; e io: "sì"… Non ho avuto il coraggio.
Si è svegliata da sola?
Eh, sì! Oh, È morta da 2 anni e questo è quanto mi ricordo. [Will smette di ridere] Momenti stupendi, sai, piccole cose così. Però sono queste le cose che più mi mancano. Le piccole debolezze che conoscevo soltanto io. Questo la rendeva mia moglie. Anche lei ne sapeva delle belle sul mio conto, conosceva tutti i miei peccatucci! Queste cose la gente le chiama imperfezioni, ma non lo sono. Sono la parte essenziale. Poi dobbiamo scegliere chi fare entrare nel nostro piccolo strano mondo. Tu non sei perfetto, campione. E ti tolgo dall'incertezza: la ragazza che hai conosciuto, non è perfetta neanche lei. Ma la domanda è se siete o no perfetti l'uno per l'altra. È questo che conta. È questo che significa intimità. Puoi sapere tutte le cose del mondo, ma il solo modo di scoprire questa qui è darle una possibilità. Certo, non lo imparerai da un rincoglionito come me. E anche se lo sapessi non lo direi a un piscione come te.
(Film Genio ribelle)
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Ossimoro
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Aggiornamento datore di lavoro num 1:
Ieri si è tenuto l’aggiornamento situazione. Non sapevo neanche cosa fosse. M- il capo del call center- ha richiesto una pausa per fare un recap della situazione , e per guardare insieme le classifiche del mese. Ho stipulato la bellezza di 54 contratti e tra le new entry risulto essere la migliore perché nessun cliente è andato in KO. Dopo i complimenti, gli applausi ecc mi aspettavo quantomeno un regalo/punto di incontro(oltre ai bonus che andrò a prendere questo mese ) invece per tutta risposta mi è stato detto che siccome sono brava , devo occuparmi -il pomeriggio-anche delle polizze. Non basta più che lavori di mattina ,occorre che sia presente per dare una mano a chi ogni giorno lavora sino alle 20:00. La titolare per invogliare me e chi sta in alto in classifica alla partecipazione ha usato testuali parole “ Oltretutto devo anche occuparmi dei rinnovi, come sapete. Se volete che il contratto vi sia rinnovato dovete fare un sacrificio. Vi chiedo tre giorni a settimana ragà , non di più. Vi mettete , attaccate alle cuffie e chiamate questi fino a che non rispondono. Stop. Non sono ammesse repliche. Vedete come fare, organizzatevi e non mancate!Tutto chiaro ? In più vi ricordo che dobbiamo allestire l’albero. Lo dico fin da subito : chi non partecipa sarà fuori dal team”. Cioè ,insomma ,facendo un sunto più che un momento bello da festeggiare, è diventato una croce/palla al piede perché la tizia lentamente si rivelata una tiranna. Ha iniziato prima con gli addobbi natalizi, poi con la riunione/cena, da questa è “switchata”ai pomeriggi e infine al meeting aziendale in cui bisogna PER FORZA allestire l’albero tutti insieme. Non voglio , né mi interessa ,fare il leader ma che modo è di spronare un gruppo? C’è gente che non si alza mai per scalare i contratti alla lavagna , a differenza di altri -me compresa -che al contrario stanno sempre là vicino. Per quale motivo devo essere ripagata in questo modo ? Nessuno ne è a conoscenza ma io lavoro sino alle 21:00 di sera, quindi anche più del dovuto. Ho giusto il tempo di parcheggiare l’auto e -2h dopo- attaccare subito con un altro lavoro. Chi ce l’ha il tempo di fare i pomeriggi ??
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Days 106-112
Giovedì
Sono rimasto a casa per smaltire il lavoro e non funzionava un cazzo. Giornata buttata. A sera, lezione (i cui esercizi devo ancora iniziare a fare) e musica d'insieme (finalmente c'eravamo tutti, Black Hole Sun è un mezzo disastro ma non lo stiamo facendo per la gloria).
Venerdì
Giornata priva di episodi degni di nota, a parte l'essere sempre più convinto che andare in ufficio, anzi l'ufficio, anzi il lavoro, anzi qualsiasi cosa ci distragga dal bello e fuggevole attimo sia una barbarie.
Sabato
Sveglia. Stampa biglietti e prenotazione. "Che volete mangiare?" "Carbonara, papà!" e carbonara sia. Vestirsi tra una cosa e l'altra. Mangiare con loro e uscire. In viaggio verso Milano! Lasciare le Marche sotto il sole, arrivare a sera in mezzo ai banchi di nebbia, fare check-in e camminare fino all'Alcatraz.
Doodseskader: sono in due e sembrano cinque. Bellissimi, giovanissimi, primo concerto in Italia, io gli auguro di diventare enormi. Il tizio aveva un basso e probabilmente ci aveva collegato una centralina dell NASA.
SVALBARD: voglio assolutamente sapere di più sulla cantante. Un assalto incredibile senza sosta e senza prigionieri.
Alcest: ho ancora gli occhi a cuoricino. Da abbracciare tutti e quattro, uno per uno, bellissimi e bravissimi.
Usciti dal locale (CENTO euro di merchandise se ne sono andate via) siamo andati a farci una birra e una pizza e poi siamo tornati in hotel.
Domenica
Colazione in hotel assolutamente inadeguata per il prezzo di sette euro / pax però c'era il gatto bianco alla finestra e l'hotel si è salvato in calcio d'angolo.
Ripartiamo!
Ci fermiamo per mangiare e a culo becchiamo l'autogrill con dentro OWW.
La tizia del ristorante che dice, a più riprese, al microfono "Benvenuti gentili clienti! E inoltre (?!?) vogliamo informarvi che il nostro ristorante è aperto" ma invece di concludere la frase come un'affermazione dice "E' aperto... ?" e la cosa è bellissima e si ripete ogni volta. Grazie per questa incertezza in un mondo di granitiche convinzioni. Il ristorante è aperto? E' cibo quello che mangiamo? L'autogrill esiste? Me ne vado senza esserne certo.
Lunedì
Mi buttano a lavorare da casa per due giorni perché mancano le coperture di altra gente. 7-15:30 - ripulisco molto di più il lavoro arretrato rispetto a quello che avrei fatto in ufficio. Al pomeriggio mi dedico sanamente a Dragon Age : The Veilguard (ho completato la squadra!) e a dare una mano per la cena e per i compiti alla figlia grande. A sera non lo so, non mi ricordo, sono rimasto sveglio, ho ascoltato cose, non ricordo più, sono andato a letto senza troppa convinzione ed eccoci.
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sono incastrato tra alcuni sconosciuti nel notturno della metro C, la situazione è sempre così drammatica, le corse sono poche, eppure questa è stata la prima vera volta in tanti mesi in cui ho rischiato davvero di non riuscire a prendere il bus per quanto fosse pieno. quando le porte del bus si sono aperte e ho visto il muro di gente ho aspettato che qualcuno scendesse, quando nessuno è sceso e anzi altra gente è salita spintonando, mi sono infilato anche io, incastrandomi tra questo e quello. sono incastrato tra alcuni sconosciuti ma nel corridoio c’è un po’ di spazio vuoto, ignorato da quelle persone che stanno più in là. noto cose che non dico, non voglio grane, però questa volta chissà perché dico, lì c’è spazio, allora qualcun altro nota quello spazio, allora qualcun altro ripete di spostarsi, allora qualcun altro si sposta. si avvia un cambiamento, divento roberto il rivoluzionario. gli dico che non sono un rivoluzionario perché non sono coraggioso, gli dico. passo tutti i giorni davanti al suo portone e non riesco a non buttarci l’occhio ogni volta - l’ascensore piccolo, la libreria all’ingresso, la porta della sua camera all’inizio del corridoio lungo, il letto morbido che ho contribuito a montare, i suoi libri sulle mensole sistemati dalle sue bellissime mani - proprio oggi però il portone si è aperto mentre lo guardavo e io sono stato percorso da un brivido di malinconia e terrore, era però soltanto un vecchio. non sono un coraggioso, gli dico. forse mi scambiano per un mio clone, uno di quelli che lavorano in gelateria. oggi una signora era servita da una collega, però mi guarda poco lontano e mi dice, ma tu sei sempre qua ogni volta che vengo ci sei, allora le dico, siamo tanti cloni signora, lei ride. so far ridere le persone con battute che mi vengono all’improvviso, anzi ne penso diverse contemporaneamente e contemporaneamente penso a tutte le reazioni, scelgo la migliore e la dico. un mio clone è ora sul bus schiacciato tra altre decine di cloni su un bus notturno, desideriamo tutti insieme di tornare a casa e leggere qualche pagina del nuovo romanzo di sally rooney, penso a sally rooney e ricordo alla miniserie che non vedremo mai insieme, penso alla miniserie e ricordo la trilogia che non completeremo mai insieme, penso alla trilogia e ricordo che non continueremo mai insieme pretty woman, che non mi farà mai vedere mamma mia!. non sono un rivoluzionario, gli dico, anche se ora sul bus c’è spazio per tutti i cloni, ognuno dei cloni è triste, dico alla signora che ride. non riesco ad andare al cinema da solo perché il suo pensiero mi crea delle crepe dolorose in qualche strato del corpo non ancora scoperto ma che sento perfettamente esistere all’altezza del petto. è iniziata l’ultima stagione di l’amica geniale mentre io sono uno di quei cloni rimasti indietro, a un episodio della terza, messo in pausa e mai più ripreso perché avevamo voglia di fare merenda. non riesco più a scrivere
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aggiungo che ha cambiato bio anche lui, ho appena guardato perché adesso sono interessat* e devo fare una full immersion
allora ragazz*, mettetevi comodi perchè ho fatto una ricerca accurata (twitter spagna😅) e questo è il riassunto delle ultime 24 ore e di cosa stia succedendo alla famiglia del mulino bianco #adv
- alice da mestre improvvisamente toglie le foto in evidenza col marito, toglie il cognome Morata dalla bio, toglie la bio dove parlava di figli e marito e PARE che in alcune ig stories dei giorni passati non portasse la fede (non confermato), dal profilo di morata spariscono bio, foto profilo di famiglia e fede al dito. inoltre molto strano che lui sia andato a firmare col milan senza di lei considerato che spingono sempre sull'immagine di famiglia felice nel paese delle meraviglie che fa tutto insieme
- la spagna intera dice su twitter che morata la tradisce da anni, che tutti a madrid lo sanno e che lei abbia delle corna che nemmeno la moglie di dybala (sua bff tra l'altro), dice anche che hanno sempre mostrato la famiglia felicissima fortunatissima che vive nell'amore vero e puro dell'anima gemella ma che non è assolutamente cosi bensí una mossa di marketing per farla diventare, negli anni, influencer mamma con brand di skincare come tutte le altre
- dopo che la gente social ha notato il cambio nei profili da parte di entrambi, giustamente curiosa chiede nei commenti se è vero che si sono lasciati e alice da mestre in un italiano che nemmeno sua figlia di due anni userebbe credo, risponde ad alcuni commenti senza smentire la separazione ma dicendo solo che morata non l'ha tradita che loro due si rispettano molto dopo tutto quello che lui ha fatto per lei in questi anni. Si offende con tutti quelli che le scrivono dicendo che è assurdo che la gente parli di separazione quando la foto la bio e tutti questi "segnali" li ha dati lei di sua spontanea volont�� ed è normale che la gente faccia 2+2
- le sue risposte ai "fan" sembrano davvero dire "ci siamo lasciati ma non per il motivo che dite voi" e anche io le ho lette in questa chiave, mi aspetto il comunicato ig su sfondo nero a breve
- il modus operandi è identico alla f3rr4gn1 prima di annunciare il divorzio quindi o hanno lo stesso team oppure gliel'ha suggerita la wanna marchi della brianza per creare engagement intorno alla cosa (conoscendola annuncerá il divorzio seguita da 5 video di lei che sgrida per finta i suoi figli con dubbio accento ma con lo zoom +100 sulla loro faccia seguito dal 30% di sconto sulle tute orribili che vende)
Per ora è tutto rimaniamo col fiato sospeso, linea allo studio🫡
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Circa dieci anni fa qualcuno si è inventato un modo nuovo di potare gli alberi. L’idea era semplice se paragonata ai metodi tradizionali: si trattava di tagliare i rami sotto la biforcazione. Dal momento che però, a lavoro finito, ciò che restava era qualcosa di simile a un attaccapanni, l’inventore del nuovo sistema ha creduto di dover conservare su ogni ramo potato un singolo rametto, con tanto di foglie, poche dita sotto il taglio. Continuava comunque ad avere l’aria di un attaccapanni; l’albero era irrimediabilmente perduto. Quell’anno, e negli anni successivi, molti alberi potati, nei giardini privati e pubblici, non hanno superato la primavera. Avevano troppe poche foglie. Ovviamente. Un fatto evidente a chiunque che si è ripetuto per centinaia e migliaia di alberi, non solo per un anno, ma fino a oggi, tra le proteste dei soliti ambientalisti e nello stupore di gente che la mattina usciva di casa con la macchina sporca di guano d’uccello (sono troppi, bisogna sfoltire) e poi rientrava a pranzo credendo di aver sbagliato via. Nel giro di una stagione, gli alberi potati troppo venivano sostituiti con giovani alberelli muniti di cartellino. Il cartellino era vuoto, e non indicava né la specie né l’impresa che lo aveva piantato. Quello che mi ha colpito in questa faccenda è che tutto è avvenuto come se ‘altri’ ne fossero responsabili. Non importa che in quei giorni un titolo di giornale recitasse: COMINCIATI I RICORSI PER LE POTATURE. Non ho letto l’articolo, e forse si trattava di una metafora sui tagli alle pensioni. Il punto è che qualcuno ha fatto, e tutti hanno lasciato fare. Ma sono certo che nessuno con un filo di buonsenso se la sia bevuta. Avevano potato a quel modo anche pini e abeti. Era la prima volta che vedevo potare pini e abeti. E il risultato è a dirpoco surreale. Nessuno che abbia un filo di intelligenza lo farebbe, nessuno che abbia un filo di intelligenza lo farebbe fare ai suoi alberi. Eppure... Per anni ho considerato quelle immagini di alberi potati come il mio limite a comprendere certe cose. Era come trovarsi di fronte a una sfinge. Potevi stare ore a cercare la risposta giusta ma perdevi il tuo tempo, e l’albero era sempre là mentre tu non avevi uno straccio di idea per alleviare quell’impressione di non-senso. Non bastava pensare che fosse tutta una strategia delle imprese del verde. Un po’ come chi fa le lampadine che si bruciano dopo un certo tempo (sennò chi le compra più?): i vivaisti fanno crepare con potature vertiginose un certo numero di alberi e poi li rimpiazzano, perché un albero dura troppo, così ci si inventa la sua manutenzione, la sua morte, la sua resurrezione. No. Non basta pensare a cose del genere, perché se anche fosse (e non è improbabile), il vero mistero siamo noi, che ci muoviamo solo se ci toccano il nostro, e molto spesso non ci muoviamo neanche così. Noi, da un lato abituati a delegare tutto, dal potere al potare, e dall’altro semplicemente pigri, lasciamo che idiozie palesi si consumino sotto il nostro naso, con un talento speciale per l’indignazione da poltrona e giornale. Solo in questi giorni, senza nessun evento eccezionale, mi sono fatto una ragione della potatura degli alberi. Il punto è che è esattamente il genere di cose che fa l’uomo. Più intelligente degli altri mammiferi superiori, ha battuto i suoi antagonisti biologici quando era ancora un australopiteco. Tutto andava ancora bene alla fine del Paleolitico, ma con il Neolitico ha imparato a immagazzinare cibo e da allora non ha mai smesso di crescere di numero. La potatura è allora un sistema drastico per eliminare e fare spazio a una nuova produzione: sono in troppi, gli facciamo fare la guerra, li aiutiamo a ricostruire, con i guadagni della guerra e della ricostruzione mandiamo in scuole eccellenti i nostri figli. E le sfumature sono molte: le risorse sono limitate? Immagazziniamole. Una petroliera naufraga e inquina la costa della Bretagna? Multiamo la multinazionale. Dobbiamo tagliarci le unghie? Amputiamo la mano all’altezza del gomito. La mano non ricresce? Montiamo un laboratorio per la ricerca in protesi umane. Basterebbe solo un po’ meno di tutto e qualche attenzione in più. Ma il taglio è una cosa rapida, e dopo si vedrà
Da: Geoanarchia. Appunti di resistenza ecologica - di Matteo Meschiari. (© 2017 Armillaria)
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Lunedì 23 ottobre comincio un nuovo lavoro, a due anni dall'ultimo cambiamento. Sarò sempre nella stessa azienda, multinazionale malvagia che fattura principalmente grazie a Big Oil e altri conglomerati del male. Ma mollerò il supporto tecnico e tornerò a fare lo sviluppatore, che è quello che speravo di fare fin da quando avevo cambiato due anni fa. Come sono stati questi due anni? Un po' di cose in ordine sparso.
Ho imparato a parlare e scrivere in inglese, almeno al livello lavorativo. Ho sempre voluto fare un'esperienza internazionale e adesso posso dire di averla fatta, sebbene lavorando da casa. Ho parlato con gente di tutto il mondo, ho imparato a scrivere mail e a farmi capire anche spiegando robe complesse.
Fare supporto ad un certo livello è un lavoro molto complesso, a volte frustrante. Da un lato il cliente che vuole che il problema sia risolto. Dall'altro, gli sviluppatori hanno poca stima delle tue conoscenze, e spesso pensano che tu non sia in grado di distinguere un difetto dal prodotto da un errore di configurazione del cliente. D'altra parte, le tue conoscenze sono effettivamente limitate, perchè non hai accesso al codice o perchè non sai i dettagli di progettazione del prodotto. Quindi passi molto tempo a cercare indizi, raccogliere documentazione, unire i puntini.
D'altra parte, relazionarsi con tante persone diverse tutti i giorni e risolvere i loro problemi è gratificante dal punto di vista umano. Soprattutto perché la maggior parte delle volte le persone apprezzava i tuoi sforzi e ti ringraziava molto. Da questo punto di vista, ho trovato un'umanità molto positiva. La maggior parte dello stress è arrivato più dal mio capo che dai clienti.
Nel giro di un anno il mio capo mi ha reso "l'esperto" di riferimento, perchè avevo il background più tecnico. Da un lato questa cosa mi ha dato il privilegio di risparmiarmi tutto il lavoro banale, dall'altro mi sono accollato tutte le rogne a volte impossibili da sbrogliare.
Non ho mai visto di persona i membri del mio team e probabilmente mai li vedrò, e questo mi dispiace un po', perchè ad alcuni mi ero affezionato. Questa roba è abbastanza strana. Il mio nuovo team è tutto in Italia e dovrebbe essere più facile vederci ogni tanto. Forse andrò un po' in giro per il mondo ogni tanto.
Discorso a parte da fare per il mio capo, uno dei motivi per cui cambio. Per lui ci vuole un post a parte. Non si può dire che sia una cattiva persona, mi ha insegnato tanto e mi ha trattato con molta deferenza, di fatto.
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Messaggio di Febi Harani cancellato da FB:
❌ATTENZIONE❌
le colline e i paesi sono stati abbandonati al loro destino! Niente esercito,vigili del fuoco né altro! Nessuna centralina risponde nessuno interviene! Questo non da ieri ma da una decina di giorni perché il disastro che avete visto o peggio subito in pianura ha anche origine sui monti ed era già preannunciato da dieci giorni con frane e dissesti gravi! La regione emilia Romagna in fattispecie la città metropolitana di Bologna dopo averci chiuso in casa senza accesso alle strade ma senza dare aiuti alimentari o acqua ha ritenuto tramite i suoi specialisti che era tutto in sicurezza e ha riaperto senza intervenire in alcuna maniera! Nemmeno sulle strade in evidente crollo né su quelle in cui i fiumi avevano eroso i fianchi fra cui la provinciale Idice! Monterenzio dopo le scuole, Fiumetto, Savazza, Monte delle Formiche e tutti i paesi adiacenti sono non raggiungibili da giorni! La gente spala da sola NON CI SONO AIUTI! fate sapere al mondo la realtà! Le milioni di tonnellate di roccia e terra che stanno franando dentro i fiumi hanno aumentato il carico idrico e la sua forza in maniera esponenziale! Fate sapere a tutti come funziona la giunta bonaccini che fra le altre cose ha dovuto rinunciare a 55,2 milioni stanziati dal pnrr per il sistema idrico e la sua messa in sicurezza perché incapace di utilizzarli oppure perché i progetti in chiaro non interessano! Elicotteri e droni passano solo per fare servizi tg strappalacrime ma nessun elicottero di acqua o alimenti! Non abbiamo più le strade e i fiumi non sono guadabili,hanno lasciato la popolazione inerme da sola!
FATELO SAPERE A TUTTI IN MANIERA CHE SI COMPRENDA LA REALTÀ! questi sono i fatti e non ho molto da aggiungere se non che è ora di aprire gli occhi! Questa non è una regione di eccellenze ma di patti da cosche,cementificazione selvaggia,chimica agroalimentare, nessuna veduta del futuro, nessun rispetto,nessuna remora morale tale e quale le regioni gestite da mafia! Fatelo sapere,fatelo sapere che il dolore di chi ha perso tutto non sia inutile! Ci sono anziani,bambini,adolescenti,animali nelle stalle,pensate che non hanno nemmeno dato la dad ai ragazzi bloccati in casa,a loro avviso le scuole SONO APERTE A BOLOGNA E LIMTROFI E BISOGNA RAGGIUNGERLE! non trapela nulla di cosa stia succedendo quindi la situazione peggiorerà! Piove e noi siamo qui a spalare, cercare gli ultimi animali morti nei box e cercando di capire come procedere ai prossimi giorni! Non fatelo per me che un tetto ancora sulla testa lo possiedo, fatelo per onore della verità! Non c'è la si farà a lungo a spalare! Qui sono venuti giù interi boschi! Fatelo per la comunità di Monterenzio e di tutti i paesi collinari e montani,fatelo per il vostro futuro perché se non si risolvono i problemi a monte siete condannati anche a valle,la regione non fa manutenzione a strade e boschi e non ti permette di farla a te privato proibendogli di chiudere anche una buca, non ascolta i consigli di chi ci vive e ci riduce così! Nessun evento avverso ! Tutto da copione,anche le piogge erano ben segnalate assieme alla loro capacità eppure si è ritenuto di affermare che andava tutto bene!
Inviate a tutti se credete che la gente sappia e che inviino almeno i militari! Ci sono strade crollate siamo isolati
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Finalmente sono un ferie.
Niente di che per l'Europa, ma qui avere più di 3 giorni di fila di festa è un miracolo di dimensioni astronomiche e di cui dovrei ringraziare tutti i kami giapponesi (anche se non se lo meritano).
Domani cerco di fare l'italiana pure io e vado al mare, anche se non ho un costume e, tra il mio odio per lo shopping e il fatto che molto probabilmente avrò una XXL giapponese, mi sa che è meglio se per una volta non compro su internet (ultimamente sta diventando il mio unico modo per non rimanere senza niente da mettere - e non sto esagerando).
Vorrei già andarmene pure da sto lavoro, ma vabbè che lo diciamo a fare. Ho fatto così tanto per trovare qualcosa che avesse orario flessibile e smartworking e invece comunque lo standard è l'ufficio. Poi ovviamente io ho avuto il grande culo di stare nel dipartimento dei visti quindi c'è sempre un via vai di passaporti immane, per cui se non ci sei tu, il lavoro va sugli altri che già hanno la loro merda da fare, già fanno gli straordinari e quindi via di senso di colpa e di responsabilità... poi uno si chiede perché questi so strani e si ammazzano di fatica: eccovelo spiegato facile facile.
Per questo motivo ultimamente sto pensando di traslocare. Ho trovato un monolocalino bellino a 10 min A PIEDI dall'ufficio (che è centralissimo) con un affitto abbordabile... peccato che qui esiste questa cosa magica chiamata "spese iniziali" per cui tu prima di entrare devi pagare tutta una serie di cose che loro faranno per te (tipo cambio chiavi di casa, pulizia generale, disinfestazione ecc) al prezzo che dicono loro pure se tu non vuoi. Peccato che ste spese iniziali ammontano a MEZZO STIPENDIO e se ti metti a pensare a tutte le cose nuove che vanno comprate (dato che qui gli appartamenti si vendono completamente vuoti e senza elettrodomestici), insomma, non lo so se voglio buttare uno stipendio così. Però dall'altra parte sto vivendo veramente male con sti viaggi continui in treno e ora con sto caldo che ammazza la voglia di vivere di chiunque... se ripenso all'anno scorso in cui non mi avevano ancora assegnato a nessun posto e sono stata tutta l'estate a casa... Madonna che culo che ho avuto e solo ora lo sto realizzando perché è veramente impossibile vivere così.
Ah poi vabbè parliamo in verità di buchi di monolocali dato che sono 20 m2 e sono pure TANTI. Ho visto annunci di appartamenti singoli di 13/15 m2 SENZA ARMADIO a prezzi che manco vi sto a dire. Poi dite la crisi abitativa a Milano e che la gente vive nei buchi a prezzi folli... che ve devo dì.
Inizialmente volevo fare un viaggio al sud per vedere delle amiche che abitano lì però poi tutte loro si sono impegnate con altre persone (perché giustamente le ferie queste sono e se non ci si muove addio) e quindi vaffanculo non sono andata da nessuna parte. Un poco me ne pento, un poco sono talmente stressata che veramente voglio solo morire sti giorni.
Poi considerando che in 1 anno sono stata a Tokyo meno di 10 volte nonostante ce l'abbia potenzialmente a 2 passi, direi che è meglio se me la comincio a girare un poco in più finalmente.
Per il resto come sto? Boh io mi sento sempre peggio. Questa non è vita, questa non è la mia vita. Però che devo fare, che posso fare? Niente posso fare. Posso solo patire, fare come quelli che non ho mai capito: fare finta che vada tutto bene, che questa sia vita; lo fanno tutti quindi lo devo fare anche io.
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Brutto risveglio.
Ieri ho aspettato il gatto fino alle 3 di notte perché lasciarlo fuori con zero gradi mi sembrava una punizione troppo pesante, era uscito almeno un'ora e mezza prima, ma nonostante l'abbia chiamato per un'ora non è venuto, sicuramente è andato a farsi un giro chissà dove, strunz. Quindi oggi mi sono alzato parecchio tardi con lui che mi guardava sonnecchiante ai miei piedi, sto strunz, ma cosa puoi dirgli? Lui non comprende le necessità umane come noi comprendiamo le sue, anche se spesso sono più rotture di coglioni come questa appunto, ma non è il solo. Appena sveglio vado in cucina e guardo fuori nevica come se non l'avesse mai fatto e sapete che mi finirà a spalare una volta finita sta tormenta, ma non è finita qua, la mia compagna mi avverte che per la fine dell'anno la festa si fa da noi, addio tranquillità e momenti di silenzio, senza contare che dovrò smontare tutto su questo tavolo, lo so non sapete, ma il tavolo nel soggiorno dove c'è il pc da dove scrivo e faccio le varie cose è una sorta di mini laboratorio, c'è la stampante normale (che stampa anche la parte bianca dei CD, presa esclusivamente per questo), c'è la stampante 3D con i vari filamenti, c'è lo spazio centrale dove creo le mie cose, anche se ultimamente sempre meno. Ogni volta quindi che c'è qualche festa o riunione familiare devo smontare tutto per poi rimontarlo finito tutto, si per me è un casino, ci sono una quantità di cavi non indifferente, ma questo è il minimo, a me non va di passare ore a sentire gente ubriaca parlare in una lingua che ne capisco il 10%, non è astio verso i suoi parenti, più una sorta di rigetto non verso loro direttamente ma verso sto popolo poco incline alla comprensione che esistono altri modi di vivere nel mondo, in poche parole non mi va per niente, anzi diciamo che mi sono abbastanza innervosito per questa cosa. Conoscendo la sua testardaggine e visto che mi ha detto che gli altri anni si sono ritrovati a casa degli altri non posso neanche replicare e cercare di mediare per evitarmi questo strazio, sono fottuto. Senza contare che dovrò anche cucinare per diverse ore visto che sti qua mangiano più dei calabresi, ma la cosa che mi rompe di più è che sicuramente porteranno dei fuochi d'artificio che è una delle cose più inutili che l'umanità abbia inventato. Poi c'è l'annosa questione di festeggiare dei numeri, cosa cambia? Il 2023 è stato una merda e non penso che il 2024 sarà migliore e bisogna anche festeggiarlo?
Stamane mi sono trovato, cambio di discorso, gli auguri di natale su FB di un tizio che è simpatico per carità ma che non sa la regola principale, cioè che se mi fai gli auguri ti banno, non l'ho scritto quest'anno perché pensavo che tutti si ricordassero di sta cosa, ma si vede che a lui è sfuggito, gli ho fatto notare che l'avrei dovuto eliminare, ma visto che forse non lo sa o non lo ricorda per sta volta la passa liscia, ha replicato che il padre era ateo ma che si facevano gli auguri per tradizione, a parte che non sono tuo padre e quindi fotte sega delle tradizioni (non gli ho scritto questo non sono così irriverente), gli ho solo scritto che per me non è solo una questione religiosa, finita li.
Cos'è che le persone non capiscono che a me di fare parte di un mondo di ipocriti e benpensanti, non che consumatori seriali, non me ne fotte un cazzo e che più mi lasciate per i fatti miei e meglio è, non è difficile ne da capire ne da attuare, basta non calcolarmi come fate nei 364 giorni precedenti, non è difficile lo sapete fare benissimo. Penso che la composizione che più rappresenta il mio stato d'animo in questo momento è questa
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Alice Merlo
𝐔𝐜𝐜𝐢𝐝𝐢 𝐢𝐥 𝐟𝐚𝐬𝐜𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐞̀ 𝐢𝐧 𝐭𝐞, 𝐩𝐨𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢
Stiamo rendendo l'antifascismo parola vuota e solo argomento di Storia, relegandolo ai libri e ai monologhi (scritto da sionisti) e togliendolo alla pratica quotidiana.
Diventa tema (divisivo, perché siamo governati da fascisti) in vista del 25 aprile ma ha smesso da molto tempo di essere azione concreta e teoria che rinnova se stessa intersecando nuove lotte.
E questo non solo per colpa dell'attuale governo di dondolatori a testa in giù, ma per colpa di quasi tutte le associazioni e/o i movimenti e/o i partiti che giocano da anni un ruolo istituzionale.
Ci si dichiara antifascistɜ e poi si appoggia, esplicitamente o col proprio colpevole silezio, lo stato illegittimo e genocida di Israele.
Ci si dichiara antifascistɜ, e poi si descrive l'aborto come omicidio, colpa, dolore, trauma, lutto investendo questa pratica medica sicura di un obbligatorio senso di colpa, dolore e vergogna, contribuendo a rendere la sanità inefficiente e giudicante.
Ci si dichiara antifascistɜ, però la famiglia è solo naturale. O comunque i diritti LGB sì, va bene, un po', ma T è già troppo e le altre lettere confondono e basta.
Ci si dichiara antifascisti, con la I maschile che è più autorevole, perché siamo per la parità, mica nazifemministe.
Ci si dichiara antifascistɜ, ma del diritto alla cittadinanza parliamone sempre un'altra volta che ora non ho tempo.
Ci si dichiara antifascistɜ e si pretende il rispetto delle istituzioni, mentre le forze dell'ordine manganellano in piazza chiunque esprima dissenso.
Ci si dichiara antifascistɜ, però la resistenza è quella dei partigiani (bianchi), mica quella climatica.
Ci si dichiara antifascistɜ condannando i campi di concentramento, però poi finanziamo i campi in Libia e legalizziamo i CPR in Italia, solo per fare due esempi concreti tra tanti.
Ci si dichiara antifascistɜ, e si ringraziano i partigiani storici che erano quasi tutti povera gente che è rimasta povera perché antifascisti sì ma anticapitalisti mai.
Le partigiane, oltre che povere, sono sempre invisbilizzate. Staffette tutt'al più staffette, belle ragazze in bicicletta. Che antifascisti forse, ma sessisti sicuramente.
Ci si dichiara antifascisti solo per poter dire che loro non si dichiarano tali, in una sorta di infinito gioco ad acchiapparella dove a rimetterci sono le istanze e i diritti di tutte le soggettività marginalizzate e oppresse.
L'antifascismo deve essere pratica militante, decostruzione continua, azione concreta. Nelle piazze, nei luoghi di studio e lavoro, nella casa. Nella vita, il 25 aprile e tutti gli altri giorni.
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Avrò avuto vent’anni, non ero nessuno e non avevo fatto ancora niente. Mi trovai in uno studio televisivo davanti a un dirigente loquace ed entusiasta: “Lei è fortunata.
La vede quella scalinata? La scenderà ogni settimana con un abito meraviglioso e una benda sugli occhi. Nell’ultima puntata se la toglierà per annunciare i premi della Lotteria Italia”.
Lo guardai e poi dissi la mia: “Grazie, ma odio le scale, in giro ci sono almeno ottomila ragazze più belle di me e questa cosa può farla chiunque. Lei forse non lo sa, ma lo scoprirà: io sono bravissima”.
Mi sono impegnata perché come diceva mia madre: “Se le cose non le fai bene, poi devi rifarle due e tre volte”. Non mi piace perdere tempo. Se però una cosa non la sento, la rifiuto. Perché non ho mai creduto nel rimmel o nel mio personaggio, ma nell’idea, nella creatività e nel destino. Sono rimasta sempre me stessa e ho provato a non cambiare pelle. Timida, che quando ricevo un premio o un riconoscimento smetto quasi di parlare e a disagio, un disagio profondo, quando intorno a me c’è troppa gente. Divento un’altra e alle grandi feste non vado mai. Non saprei cosa dire e cosa fare e cercherei subito un modo per fuggire.
Se mi fossi specchiata nel successo sarei stata insopportabile. Ho cercato di evitarlo, per me e per le persone che avevo intorno, ma non ho faticato perché è la mia natura. Oltre il balletto, le prove, le canzoni, il trucco, i concerti e tutto il resto, c’ero sempre io. Quella che dimessa e struccata va in vacanza a un’ora da Roma e d’inverno indossa il golf e la calzamaglia perché sente freddo. Amo il mio nido e le mie piccole certezze. La Carrà mi è simpatica, ma con Raffaella Pelloni ci vivo tutti i giorni.
La vita è una partita a carte e a me piace avere il mazzo in mano.
Io me la sono giocata. A volte ho pagato un prezzo e altre mi è andata bene, ma non posso dire di non essermi divertita.
Raffaella Carrà
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