#hacker di stato
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COSE UTILI CHE HO IMPARATO PIÙ O MENO RECENTEMENTE
Se tieni voltato il cartellino appeso al camice puoi rispondere in modo divertente a domande che non ti competono.
Se torci in un certo modo quei tappi di merda che rimangono attaccati alla bottiglia, questi si incastrano e ti permettono di riempire il bicchiere senza allagare il Nord Italia.
Gli hacker hanno paura di me perché uso la stessa password da anni ma ogni volta che la devo cambiare ci aggiungo sempre un punto esclamativo in più.
Deve far male essere una nonna statunitense che cerca su internet la ricetta per la torta alla crema.
Quando passeggio in una grande città, tengo sempre il telefono a portata di mano e quando una persona sospetta mi si avvicina per chiedermi una donazione contro la droga/per la pace nel mondo/problema vario, io me lo porto subito all'orecchio urlando SCOMMETTO CHE HAI SBAGLIATO IL DOSAGGIO DELL'ISOCANFOPROPANACETILFENOFTALATO E HAI UCCISO IL MIO PAZIENTE!
Non lancio più coltelli ai miei nemici perché dopo un breve calcolo balistico e fisiologico mi sono reso conto che non si conficcano per più di due centimetri.
Il sidro per sfumare il risotto è un no deciso.
L'effetto placebo mi è stato confermato quando all'università a dei tizi che mi stavano sul culo ho venduto una dado per il brodo impastato col nesquik e questi, dopo esserselo fumato, mi hanno ringraziato perché non avevano mai provato roba così buona.
Se vuoi fare un manico di coltello con corno di cervo non è necessario che quest'ultimo sia morto; di montone invece sì.
Se sei costretto a stare per lungo tempo in mezzo a un gruppo di sconosciuti sgradevoli, quando ti rivolgono la parola basta iniziare ogni frase con 'Da dove vengo io…' o 'Voi esseri umani...' e nel giro di poco il silenzio è assicurato.
Dopo aver provato il kit da scassinare serrature di Figlia Grande, mi chiedo perché le persone non lascino direttamente la porta di casa aperta e risparmino ai ladri i 5 secondi necessari per scassinarla.
Ascoltando i notiziari sul genocidio a Gaza ho imparato un sacco di sinonimi della parola 'bambino' perché 'minori coinvolti in esplosioni' è un po' più family friendly, dai.
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🇬🇧🇷🇺 I media britannici annunciano la minaccia di una terza guerra mondiale a causa di un recente attacco informatico da parte di hacker russi.
L'Independent ha descritto gli attacchi come "spietati", in quanto gli hacker si sono impossessati di informazioni top-secret sulle strutture militari del Paese, tra cui i dati della base sottomarina nucleare HMNB sulla costa occidentale della Scozia e del laboratorio di armi chimiche di Porton Down.
Gli hacker hanno attaccato i server di Zaun, un'azienda che fornisce servizi di sicurezza informatica, anche alle agenzie governative. La notizia è stata riportata dal sito web del Daily Mirror. L'azienda riferisce che è stato rubato il 74% di tutti i dati archiviati da Zaun. Secondo la dichiarazione ufficiale di Zaun, l'attacco informatico contro l'azienda è stato effettuato il 5-6 agosto da LockBit tramite un "PC Windows 7 non protetto".
❗️ La responsabilità dell'attacco è stata attribuita al gruppo di hacker russo LockBit.
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Se usi un PC con Windows 7, il criminale sei tu non gli hacker
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" Esiste una fondamentale differenza [...] fra l’Ucraina e gli Stati baltici. Non credo che Putin voglia rimettere in discussione la loro indipendenza. Ma nei rapporti con le tre Repubbliche del Nord ha adottato una linea scopertamente nazionalista. Uno dei più frequenti motivi di incidenti fra la Russia e i suoi piccoli vicini è quello dei molti memoriali in onore dei grandi bolscevichi e dei caduti sovietici nella seconda guerra mondiale, costruiti nel mezzo secolo che ha preceduto il collasso dell'Urss. Per Putin quei monumenti sono intoccabili. Se i Baltici vogliono eliminarli o relegarli in una foresta, Putin reagisce come se fosse stato commesso un reato di lesa maestà e lascia intendere che certi affronti non resteranno impuniti. È accaduto ancora una volta nel Maggio del 2016 per una targa in memoria dell'equipaggio di un aereo russo caduto in Estonia qualche anno fa, sfregiata dalla popolazione locale.
Con l’Estonia, in particolare, gli screzi sono stati numerosi. Il più grave è quello della tempesta cibernetica che la Russia ha scatenato sul Paese nel 2007. Dopo la rimozione di un monumento al soldato sovietico da una piazza di Tallinn, l’offensiva degli hacker russi ha colpito per tre settimane la presidenza, il Parlamento, quasi tutti i ministeri, le sedi dei partiti politici, tre palazzi che ospitano redazioni giornalistiche, radiofoniche e televisive, due banche e parecchie imprese del mondo della comunicazione. Per premunirsi contro altri attacchi l’Estonia, più recentemente, ha creato una sorta di deposito informatico nel Regno Unito dove ha collocato tutto ciò che può garantire la continuità di uno Stato ciberneticamente occupato da una potenza ostile: i certificati di nascita della sua popolazione, gli archivi dei ministeri e delle banche. "
Sergio Romano, Putin e la ricostruzione della grande Russia, Longanesi, 2016¹. [Libro elettronico]
#Vladimir Putin#Russia#leggere#citazioni#Putin e la ricostruzione della grande Russia#saggistica#saggi#Storia del XXI secolo#Ucraina#Stati baltici#Lituania#Lettonia#Estonia#indipendenza#Europa orientale#mar Baltico#bolscevichi#patriottismo#Storia dell'Urss#seconda guerra mondiale#monumenti#memoria#tempesta cibernetica#guerra ibrida#Tallinn#hacker#Regno Unito#nazionalismi#imperialismo russo#Storia contemporanea
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Lontani ma vicinissimi: L'Oltralpe Tedesco.
Ricordate il voto austriaco del 29 settembre scorso? (Ndr: ah si sono tenute elezioni in Austria? I media sono così: se non c’è di mezzo il Cremlino, tendono a dimenticarsi delle notizie).
Anche in quel caso, fiumi di inchiostro e retorica mainstream da caccia alle streghe contro l’onda nera annunciata della Fpo. La quale ha stravinto lo stesso le elezioni, ma ha patito un trattamento alla francese da parte del presidente della Repubblica e dei due principali partiti "normali", Popolari e Socialisti: cordone sanitario antifascista, esclusi dai colloqui per la creazione di un nuovo Governo. Appestati. Che meraviglia la democrazia!
Ebbene, a tre mesi da quel voto, qual è lo stato dell’arte nel Paese alpino? Nessun Governo. Nessun accordo. Simil Francia, guarda caso. Ma lo stesso insistono nella politica di esclusione della Fpo. (...)
Se mai La Repubblica decidesse di trattare il tema Austria, certamente il taglio dell’articolo (sarebbe) un misto di delirio woke e rievocazione dei valorosi carnefici di Hitler.
La realtà? E' arrivato il freddo. (E)ssendo l’Austria dipendente al 70% dal gas russo, i prezzi in rialzo e la prospettiva di ulteriore impennata a partire dall’anno nuovo, quando l’Ucraina negherà come annunciato il transito del gas russo Gazprom via pipeline (sinora ha sempre continuato a passare dall'Ucraina come nulla fosse, ndr), han fatto lievemente irritare gli austriaci (e impennare i sondaggi di) Fpo, da sempre contraria alle sanzioni contro la Russia. Gli altri due Partiti invece, sono favorevolissimi. Insomma, sinistra e popolari non capiscono come il Fuhrer tiri meno del calorifero.
In seconda battuta, conta l’immigrazione. Altro tema cavalcato da sempre da Fpo, ovviamente fra le accuse di xenofobia. Difficile però per Popolari e Socialisti proseguire nel copione, poiché appena caduto di regime di Assad, Vienna ha immediatamente bloccato gli ingressi a nuovi profughi siriani. (...) Tradotto, porte chiuse. Ipocrisia fino al midollo.
Ma lo stesso i sondaggi non perdonano. Esattamente (come quelli che) a due mesi dal voto spartiacque in Germania, dove la leader di Alternative fur Deutschland è vista dalla maggioranza degli interpellati come il miglior Cancelliere possibile.
A livello di partiti, la Cdu si attesta sul 31% e Afd attorno al 19,5%, ma quando si chiede quale sia la persona giusta per governare, anche gli elettori dei democratici-cristiani non (pensano) al tifo di stampo calcistico. Guardano alle ricette. Pragmatici. E Alice Weidel le ha riproposte con forza nel suo comizio dopo l’attentato di Madgeburgo: porte chiuse, espulsioni di massa ed extrema ratio di addio all’euro, se la permanenza nella moneta unica compromettesse ulteriormente il profilo industriale della Germania.
via https://www.ilsussidiario.net/news/spy-finanza-i-sondaggi-scomodi-che-arrivano-da-austria-e-germania/2784603/
Tranqui, in caso di affermazione di AfD, mainstream e soloni del Deep DemoState alla Draghi-Macron sono già pronti: a parte i cordoni sanitari alla francese (chi se lo ricorda "l'arco costituzionale"? Noi bizantini siam sempre avanti a tutti in queste cose), sono già scritte anche le articolesse: tutta colpa non più degli hacker di Putin, stavolta sarà di X di Musk. Perché il primo l'han già sanzionato, il secondo invece minaccia di far danni, di sputtanare ...
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Il commento dell'esperto di cybersicurezza "Pur non potendoci esprimersi con certezza, è chiaro dai video di queste ore che i cercapersone siano letteralmente esplosi, non hanno preso fuoco, come potrebbe succedere in caso di batterie che si surriscaldano", spiega il professor Zanero, "quindi io escluderei l'ipotesi che si tratti di qualsiasi tipo di attacco informatico".
Dal tipo di esplosione che si è verificato "l'ipotesi più credibile è che all'interno di quei cercapersone ci fosse dell'esplosivo telecontrollato", afferma l'esperto. "I motivi possibili sono due. La prima ipotesi è che dal momento in cui Hezbollah ha ordinato i cercapersone a quello in cui li ha ricevuti, qualcuno abbia preso il controllo dei dispostiivi e sia riuscito a metterci dentro l'esplosivo". Questa modalità di manomissione non è una novità: "Si chiama supply chain attack, sappiamo che è possibile, anche se non si era mai verificata su questa scala. Qualora sia giusta questa ipotesi, siamo davanti al più grande supply chain attack della storia".
"Terrei in conto anche un'altra ipotesi – prosegue Zanero – ovvero che sia stata proprio Hezbollah a modificare i cercapersone e a inserire dell'esplosivo all'interno dei cercapersone, pensando di poter sfruttare la cosa a suo favore (magari qualora i dispositivi fossero finite in mani nemiche), ma che poi qualcun altro ne sia venuto a conoscenza e abbia preso il controllo dei dispositivi, facendoli esplodere contro lo stesso gruppo armato, tutti insieme. Ad ogni modo, che queste esplosioni siano state volute mi sembra evidente. La domanda da porsi è se questo sia avvenuto all'insaputa di Hezbollah oppure sia stata la stessa organizzazione a modificare i cercapersone, ma poi qualcun altro ne ha preso il controllo".
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Un’insolita falla di sicurezza ha colpito i dispositivi dotati di lettori di impronte digitali, una delle tecnologie biometriche più diffuse e affidabili. Una ricerca congiunta di scienziati cinesi e americani ha scoperto che il suono prodotto dalle dita sullo schermo può essere usato per ricreare le impronte digitali e violare i sistemi di autenticazione. Il risultato è stato pubblicato in un articolo intitolato “PrintListener: Uncovering the Vulnerability of Fingerprint Authentication via the Finger Friction Sound“.
Dall'articolo "Hacker clonano le impronte digitali dallo swipe sullo schermo" di Tiziana Foglio
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Non è un "attacco hacker", è che la gente, nel 2023, continua a clickare a caso su tutto quello che gli arriva per email o vede in rete. …e poi ci rimette il cittadino.
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Il romanzo "Snow Crash" ("Snow Crash") di Neal Stephenson è stato pubblicato per la prima volta nel 1992. In Italia è stato pubblicato da Shake Edizioni nel n. 2 di Cyberpunkline, da Rizzoli in "BUR 24/7" e da Mondadori nel n. 254 di "Urania Collezione", in tutti i casi nella traduzione di Paola Bertante.
Hiro Protagonist si arrangia consegnando pizze per la Mafia dato che essere un hacker freelance rende troppo poco per vivere. Ha dei tempi molto stretti per le consegne e durante uno di questi lavori si imbatte in una skater/korriere che si fa chiamare Y.T. e lavora per un'altra azienda, con cui fa amicizia.
Nel suo tempo libero, Hiro sviluppa la sua attività nel Metaverso con il suo avatar di guerriero armato di katana. Un uomo che si fa chiamare Raven offre a Hiro una hypercard contenente Snow Crash, che descrive come una nuova droga. Hiro non si fida di ciò che potrebbe esserci realmente ma il suo collega hacker Da5id collassa dopo aver provato Snow Crash.
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Venduti per milioni i dati personali in Cina
In Cina fiorisce il mercato nero dei dati personali. In Cina scoppia il mercato nero dei dati sensibili che oltre a costringere le aziende a raccogliere informazioni sui propri utenti, il governo cinese sta puntando anche sui dipendenti delle imprese e degli organi statali, portandoli a ottenere dati privati e rivenderli a criminali. Oltre quindi alla raccolta centralizzata di dati operata dalle aziende tecnologiche, esiste un mercato nero parallelo che incentiva dipendenti e funzionari pubblici a vendere informazioni sensibili a cybercriminali e aziende, generando guadagni che possono raggiungere i 70.000 yuan al giorno (più di 9.000 euro). In un approfondimento sul tema, Jessica Lyons di The Register spiega che questi “lavoratori in nero” non raccolgono solo i dati degli utenti normali, ma anche di alti funzionari del Partito Comunista Cinese e hacker ricercati dall’FBI, per scopi di monitoraggio e spionaggio. “Mentre la ricerca occidentale sul crimine informatico si concentra in modo particolare sui criminali del mondo anglofono e russo, esiste anche un’ampia comunità di criminali informatici di lingua cinese che si dedicano a truffe, crimini informatici di basso livello e con motivazioni finanziarie” ha affermato Kyla Cardona, ricercatrice di sicurezza di SpyCloud. Dietro questa operazione massiva ci sono dei broker di dati che agiscono come intermediari, reclutando persone con annunci espliciti. Alcuni di questi broker affermano di avere “contratti ufficiali” con le principali aziende di telecomunicazioni cinesi per accedere alle abitudini di navigazione degli utenti e rivenderle. A comprare queste informazioni non sono solo i cybercriminali, ma anche business legittimi che li sfruttano per aumentare le vendite. La Cina pullula di database di dati personali I dati raccolti finiscono nei cosiddetti “database di ingegneria sociale” o SGK (Shegong Ku). Questi database contengono nomi, indirizzi di residenza, date di nascite, numeri di telefono, email, informazioni bancarie e sanitarie, dettagli sulle proprietà dell’utente e anche foto e scansioni per il riconoscimento visivo. Tutte queste informazioni vengono pubblicizzate e vendute, o in alcuni casi addirittura fornite gratuitamente. È possibile inoltre effettuare ricerche generiche per pochi dollari (da 1 a 5 per ricerca), oppure sottoscrivere un abbonamento premium per accedere a informazioni dettagliate su un’azienda, spesso pubblicate da un insider. Lyons riporta che uno dei database più grandi, ora non più accessibile, conteneva informazioni di più di 3 milioni di utenti. Attualmente il database più grande ancora attivo ha 317.000 abbonati, molto superiore alla media di 90.000 per mese. “Se non riesci a trovare qualcosa su uno di questi, probabilmente lo trovi in un altro o in un canale cinese di leak. È una parte importante dell’intero ecosistema del cybercrime che in Occidente non è presente” ha affermato Cardona. In occasione della Cyberwarcon, Cardona e Aurora Johnson, un’altra ricercatrice di SpyCloud, hanno mostrato quanto è semplice accedere alle informazioni contenute nei database e soprattutto quanti dettagli si possono ottenere. Le due hanno ottenuto accesso ai dati di membri di alto livello del Partito e informazioni quali l’ID WeChat personale, gli hobby, lo stato civile, lo stipendio e il codice IMEI che identifica univocamente un dispositivo mobile. Accedere a tutte queste informazioni significa però anche riuscire a tracciare le attività dei cybercriminali e individuarli più facilmente. Cardona e Johnson hanno presentato come caso di studio quello relativo a Fu Qiand (alias StandNY), hacker accusato di attacchi informatici a livello globale. Accedendo ai dati contenuti negli SGK, i ricercatori hanno ottenuto numerosi dettagli personali dell’hacker, inclusi account violati, indirizzi IP e numeri di telefono. Il mercato nero dei dati personali in Cina è una minaccia non indifferente: sfruttando i meccanismi di sorveglianza di stato per fini illeciti, è un pericolo per tutti, dai cittadini comuni ai funzionari di alto rango. Questo fenomeno non ha conseguenze solo all’interno del Paese, ma alimenta un sistema cybercriminale che ha implicazioni globali. Se per i ricercatori occidentali queste dinamiche offrono nuove opportunità per tracciare le attività criminali, sollevano anche preoccupazioni crescenti sulla sicurezza dei dati e la privacy. Read the full article
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Lo Stato più piccolo del mondo è ancora oggi uno dei più influenti del globo. Non c’è file, dossier e rivendicazione internazionale che non passi sotto il Cupolone e tra le stanze vaticane. Maria Antonietta Calabrò è una delle massime esperte delle dinamiche della Santa Sede, e rende ancora vigoroso un giornalismo, quello vaticanista, col tempo indebolito dall’eccessiva vicinanza del cronista di turno a questo o a quel prelato. Immune a questo clericalismo giornalistico nel suo “Il trono e l’altare” (Cantagalli), Calabrò conduce il lettore all’interno di un dedalo di documenti, dati, raccontando come il livello spirituale si saldi con quello diplomatico, politico ed economico. Questo volume non è solamente un saggio sul potere, ma rappresenta anche il racconto di un passaggio storico all’interno della Chiesa, un rinnovamento che fai i conti con le controversie del complesso tempo presente.
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Marilù Mastrogiovanni
Gli unici padroni per un giornalista sono i lettori, il nostro Codice deontologico e la Costituzione italiana, la nostra Bibbia laica.
Marilù Mastrogiovanni, autrice di inchieste investigative sulla mafia e di numerosi libri e documentari, è giornalista, regista specializzata in linguaggi visuali, semiologa della comunicazione, ecofemminista esperta di linguaggio di genere e docente al Master di Giornalismo dell’Università di Bari.
Collabora con Il Sole 24 ore, Il Manifesto, Il Fatto quotidiano, Left e Narcomafie ed è consulente per Presa diretta (Rai3) e Euronews.
Da oltre vent’anni, dirige la rivista Il Tacco d’Italia giornale d’inchiesta scomodo e necessario.
Fa parte del team composto da dodici persone esperte in diritti umani selezionate dal Parlamento italiano per il Comitato per la prevenzione della tortura presso il Consiglio d’Europa.
È nel direttivo nazionale di Giulia giornaliste, associazione impegnata nella rimozione di discriminazioni e stereotipi contro le donne, veicolati attraverso un uso distorto del linguaggio e delle immagini. Tiene corsi di formazione di aggiornamento professionale per un uso non sessista della lingua.
Numerosi i premi nazionali e internazionali vinti per il suo impegno professionale.
La sua ricerca della verità ha scatenato pericolose reazioni da parte della Sacra Corona unita, la mafia del Salento. Ha scritto, facendo nomi e cognomi, descrivendo la gerarchia dell’organizzazione, indicando le aziende in cui i proventi dello spaccio di droga venivano reinvestiti, scoprendo una fitta rete di fiancheggiatori insospettabili tra i colletti bianchi.
Il suo nome completo è Maria Luisa Mastrogiovanni ed è nata a Casarano, in provincia di Lecce, il 31 ottobre 1969.
Si è laureata, nel 1998, in Lettere moderne all’Università Cattolica di Milano con la specializzazione in Comunicazioni sociali con una tesi in Semiotica sulle figure femminili del fumetto popolare. E successivamente si è diplomata in regia e sceneggiatura cinematografica e televisiva.
In quegli anni ha fondato e curato la rivista di teorie delle comunicazioni sociali Quaderni Eventuali e partecipato alla sceneggiatura, drammaturgia e regia di documentari, cortometraggi e spettacoli teatrali.
Nel 2001 è rientrata in Puglia dove ha conseguito il Master in comunicazione culturale e ambientale presso l’Università di Lecce.
Nel 2003 ha fondato e dirige il mensile d’inchiesta Il Tacco d’Italia, che fino al 2011 è stato in edizione cartacea per poi trasferirsi sul web dove è stato inattivo per un anno e mezzo a causa di un attacco hacker.
Tra il 2007 e il 2012 ha subito minacce e intimidazioni dalla criminalità organizzata per le sue inchieste sul business dei rifiuti e sulle speculazioni edilizie in zone protette.
Ha ricevuto decine di querele, tutte archiviate, da mafiosi, imprenditori e politici. Per motivi di sicurezza è stata costretta a trasferire la sua residenza a Bari.
Nel 2017 è stata tra le estensore del Manifesto di Venezia, che ha portato, nel 2021, alla modifica del Codice unico deontologico per la professione giornalistica, con l’introduzione dell’articolo 5 bis.
Nel 2019 l’OCSE (L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) l’ha inserita nel panel di esperte internazionali del SOFJO (Safety of Female Journalists Online).
Dal 2021 è presidente della giuria del premio internazionale UNESCO sulla libertà di stampa “Guillermo Cano World Press Freedom Prize“. Nella prima edizione ha premiato Maria Ressa, che insieme a Dimitri Muratov è stata insignita, pochi mesi dopo, del Nobel per la Pace che, per la prima volta, ha riconosciuto il lavoro giornalistico come presidio di democrazia e pace.
Nel 2022 ha fondato il Consorzio editoriale XQ e l’anno seguente il giornale multimediale multilingue XQ the why of the news, finanziato dalla Commissione europea.
Fa parte della redazione di Ossigeno per l’Informazione e Reporters Without Borders. Ha ideato e coordina il Forum delle Giornaliste del Mediterraneo. È socia fondatrice di CREIS (Centro di ricerca europeo per l’innovazione sostenibile) e fa parte del Centro di ricerca S/murare il Mediterraneo.
Il suo impegno è citato nei libri La donna che morse il cane di Gerardo Adinolfi, nel 2012, nel libro e Il meglio sud, del 2015 di Lino Patruno.
La sua voce libera e dissidente è un faro per le donne, per il Sud, per l’informazione, per i diritti umani e per le nuove generazioni, a cui dedica molto tempo e impegno convinta che è dalle scuole che bisogna ripartire per insegnare il valore dell’informazione come fondamento della Democrazia.
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Fra gli indagati su un presunto giro di tangenti c’è anche Andrea Stroppa, il collaboratore italiano di Elon Musk
Nell’estesa inchiesta della procura di Roma su un presunto giro di corruzione nella Sogei, la società controllata dal ministero dell’Economia che si occupa di gestire i servizi informatici di diversi enti pubblici, fra gli indagati c’è anche Andrea Stroppa, che orma da qualche mese è noto per essere un collaboratore informale di Elon Musk, l’imprenditore più ricco al mondo. Le accuse nei confronti di Stroppa non sono ancora chiarissime: secondo la procura un ufficiale della Marina Militare italiana gli avrebbe passato alcune informazioni riservate in cambio della promessa di agevolare un accordo commerciale fra SpaceX, la più importante società guidata da Musk, e un’azienda italiana legata a un’altra di cui l’ufficiale della Marina aveva una quota. Martedì sera in un comunicato stampa Stroppa ha respinto ogni accusa. Il ruolo di Stroppa nella vicenda Sogei è poco chiaro anche perché il suo stesso ruolo di rappresentante informale di Elon Musk in Italia ha dei confini molto sfumati. Stroppa è un esperto informatico cresciuto nel quartiere di Torpignattara a Roma, dove vive ancora oggi. Già da minorenne si fece notare dalle autorità italiane per la sua vicinanza al gruppo hacker internazionale Anonymous. Pochi anni dopo venne notato da Marco Carrai, imprenditore informatico vicino a Matteo Renzi, che lo assunse con un ruolo di primo piano in una delle sue società. Nel 2017, a soli 22 anni, Stroppa finì su tutti i giornali nazionali per un’inchiesta indipendente su presunte campagne di disinformazione promosse dalle pagine Facebook della Lega e del Movimento 5 Stelle (che nel giro di qualche mese avrebbero sostenuto insieme il primo governo Conte). Negli anni successivi consolidò la sua fama di esperto di sicurezza informativa, e nel 2022 fu scelto come ricercatore indipendente dello staff che curava la sicurezza di X, il social network che si chiamava Twitter e che era stato comprato da poco da Musk. Proprio in quei mesi Stroppa conobbe Musk e sviluppò con lui uno stretto rapporto di amicizia e di lavoro, reso evidente anche dai suoi grandi complimenti pubblici nei confronti di Musk (che Stroppa paragona a Leonardo da Vinci). Peraltro l’account su X di Stroppa ormai da due anni è pieno di foto di lui con Musk, di meme celebrativi di Elon Musk, e anche di foto di Elon Musk e basta. Grazie al rapporto personale fra i due, Stroppa è diventato di fatto il portavoce e referente di Elon Musk in Italia, pur non avendo più nessun ruolo formale nelle aziende di Musk. L’anno scorso per definire un incontro fra Musk e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo staff della presidenza del Consiglio si confrontò proprio con Stroppa, che nei mesi successivi ha poi seguito Musk in tutte le occasioni in cui è venuto in Italia. Ormai da qualche anno Musk si è spostato molto a destra coltivando legami con i principali leader conservatori nel mondo, diffonde quotidianamente notizie false sui suoi profili social, e si sta spendendo parecchio per fare eleggere Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi. Sembra che il ruolo di Stroppa preveda anche visite istituzionali per conto delle aziende di Musk, ma non è chiaro a che titolo. Ad aprile per esempio ha incontrato il vicepresidente del Consiglio italiano Matteo Salvini – un altro grande fan di Musk – e lo ha fatto sapere sul suo profilo X con una specie di comunicato aziendale. «Grazie al Ministro Salvini per aver ricevuto questo pomeriggio SpaceX. Connettere l’Italia 🇮🇹 è la priorità di Starlink», scrisse Stroppa. Al momento né Musk né le sue aziende hanno commentato il coinvolgimento di Stroppa nell’indagine della procura di Roma. Read the full article
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Un Nuovo Inizio: Seguici sulla Nuova Pagina Facebook Fiat 500 nel Mondo
Prima dell'estate il mio profilo Facebook è stato Hackerato e la Pagina Facebook Fiat 500 nel Mondo è rimasta "congelata". Dopo lo sconforto ho deciso di rimboccarmi le maniche e ripartire, ma ho bisogno di voi tutti. Potete aiutarmi?
La mia pagina Facebook è stata hackerata, ma non mollo! La pagina Pagina Facebook Fiat 500 nel Mondo è stata dal 2014 un punto di riferimento per tutti gli appassionati. Purtroppo, all’inizio dell’estate il mio profilo personale è stato hackerato e, di conseguenza, anche la pagina Facebook collegata al blog è rimasta bloccata. Non son riuscito più a gestirla, a condividere contenuti o a interagire con voi. La vecchia pagina rimane ancora visibile online, ma non posso più modificarla o aggiornarla! Un momento di sconforto Inizialmente è stato un duro colpo. Anni di lavoro svaniti nel nulla oltre un furto di denaro dalla carta di credito collegata di circa 800 Euro. Per chi, come me, ha la passione per la Fiat 500, la pagina era non solo un modo per condividere storie, restauri ed eventi, ma anche un luogo di incontro con gli appassionati di tutto il mondo. Vedere questo progetto fermarsi improvvisamente è stato davvero difficile da accettare. Un nuovo inizio Dopo un’estate di riflessione, ho deciso di non arrendermi. La passione per la Fiat 500 è troppo forte per essere fermata da un hacker! Ho quindi creato una nuova pagina Facebook, che vuole essere la continuazione della precedente, un luogo dove tutti voi potrete continuare a seguire le novità, i restauri e gli eventi legati a questa bellissima vettura. Ecco il link della nuova pagina: Nuova Pagina Fiat 500 nel Mondo. Invito tutti a iscriversi, a condividere e a tornare a far parte della nostra grande famiglia di appassionati! Cosa troverete sulla nuova pagina La nuova pagina sarà ancora più ricca di contenuti. Oltre a riprendere le pubblicazioni quotidiane di foto, video e articoli dedicati alla Fiat 500 d’epoca, voglio introdurre anche nuove rubriche, come: - Restauri dal mondo: storie di restauri unici delle Fiat 500 in Italia e all’estero. - Eventi e raduni: aggiornamenti sugli incontri più importanti dedicati alla nostra amata 500. - Curiosità storiche: aneddoti e racconti poco conosciuti sulla storia della Fiat 500. Mi Aiutate? Senza fatica potete darmi una mano, basta mettere un "like" e seguire la pagina Facebook Fiat 500 nel Mondo a questo link. Per sarebbe davvero importante ritrovare il sostegno di tutti voi. Ogni condivisione, ogni iscrizione alla nuova pagina, ogni commento ai post sarà un aiuto prezioso per riportare la nostra comunità allo splendore che aveva prima dell’hackeraggio. Grazie!!!
Gli ultimi articoli pubblicati su Fiat 500 nel mondo
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Oggi avrebbero due giurisprudenze intenazionali diverse
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Rivista per le Nazioni Unite e la sua diffusione
Rivista tedesca sulle Nazioni Unite
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Pubblicato da il
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La DDR, l'ONU e il diritto internazionale
Di Jens Hacker
Dopo che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU approvò all'unanimità l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 22 giugno 1973, l'
La Repubblica Federale Tedesca e la DDR avevano raccomandato l'adesione alle Nazioni Unite, entrambi gli stati furono ammessi il 18.
Ammesso alle Nazioni Unite per acclamazione come 134° e 135° membro nel settembre 1973 - un processo che
che è stato comprensibilmente celebrato come un evento storico nella DDR. Ciò significa che la DDR, che per la prima volta
Il 28 febbraio 1966 lei e la Repubblica Federale Tedesca presentarono domanda per essere ammesse all'ONU
dei suoi più importanti obiettivi di politica estera raggiunti.
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Rubano 90 mila dollari all'Ambasciata Argentina in Venezuela: possibile coinvolgimento del governo Maduro
Rubano 90 mila dollari all’ambasciata argentina a Caracas L’equivalente di 90 mila dollari è stato rubato dal conto bancario che l’Ambasciata argentina ha presso la Banca nazionale del Venezuela. Il furto è stato compiuto online da ignoti hacker, ma secondo fonti del governo argentino riportate dai media di Buenos Aires dietro potrebbe esserci lo zampino del governo di Nicolás Maduro che sul…
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Computer quantistici, testata la rete più lunga mai realizzata
http://www.afnews.info segnala: Immaginate una rete di computer quantistici in cui l’informazione che corre da un nodo all’altro è letteralmente a prova di hacker, protetta dallo “scudo” delle leggi quantistiche. Per quanto avveniristica, l’idea non è campata in aria, anzi, potrebbe diventare l’internet del futuro: un’internet quantistica. A realizzarne un prototipo, per così dire, è stato un…
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