#guarigione attraverso i libri
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"La Libreria Dove Tutto è Possibile" di Stephanie Butland: Un Luogo di Rifugio e Segreti Nascosti. Recensione di Alessandria today
I libri conoscono il cuore di chi li legge: un romanzo di crescita personale, amore e guarigione attraverso la forza della letteratura.
I libri conoscono il cuore di chi li legge: un romanzo di crescita personale, amore e guarigione attraverso la forza della letteratura. Recensione “La Libreria Dove Tutto è Possibile” è un romanzo commovente e riflessivo di Stephanie Butland, che racconta la storia di Loveday Cardew, una giovane donna che ha trovato rifugio in una libreria di libri usati. I libri sono tutto ciò di cui si fida,…
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Il Professor Alessandro Campi è stato colpito da un malore
Il Professor Alessandro Campi, direttore dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano è stato colpito da un malore mentre si trovava a Francoforte. Tutto è accaduto dopo l’inaugurazione di un padiglione su cui ha contribuito anche il noto editorialista e professore italiano, attraverso una mostra riguardante la figura di Niccolò Machiavelli. Dal Ministro della cultura Alessandro Giuli è arrivata subito la massima solidarietà nei confronti di Campi. stando a quanto raccontato da Alessandro Giuli, il professore: “E’ stato ricoverato in ospedale a Francoforte”. Il ministro della cultura ha poi continuato: “Auguro al professor Campi di poter superare rapidamente questo momento difficile e tornare presto a guidare con la passione che lo contraddistingue il prestigioso Istituto” augurandogli una guarigione all’insegna della: “Solidarietà e vicinanza personale e del ministero della Cultura”. L’impatto di Alessandro Campi nel panorama culturale italiano e occidentale Alessandro Campi è un docente associato di storia delle dottrine politiche presso l’Università di Perugia. Tra i suoi insegnamenti compaiono anche Storia delle istituzioni politiche e Sociologia dei fenomeni politici. Attualmente è direttore di Rivista politica e di Istituto di politica. Nel corso del tempo ha speso molto tempo nello studio del realismo politico, ma anche del fascismo e dei sistemi politici autoritari del novecento. Il Professore e giornalista ha scritto anche molti libri ed articoli, oltre ad aver curato antologie e volumi tradotti in molti stati occidentali. Read the full article
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Brescia premiata al Salone Internazionale del Libro a Torino per il progetto "Lettura in terapia intensiva neonatale"
Brescia premiata al Salone Internazionale del Libro a Torino per il progetto "Lettura in terapia intensiva neonatale" Il progetto “Lettura in terapia intensiva neonatale”, promosso da ASST Spedali Civili di Brescia, ATS Brescia e Sistema Bibliotecario Urbano del Comune di Brescia, ha vinto la sezione Reti di libri – Progetto esordiente della XV edizione del Premio nazionale Nati per Leggere, con la motivazione “Per la lodevole iniziativa nata e cresciuta in ambito ospedaliero, per la perseveranza e la cura verso ogni aspetto del programma Nati per leggere (NpL), dalla comunicazione, al dono del libro, alla formazione di tutti i soggetti coinvolti e per l’entusiasmo nel trasmettere la forza del libro e dei benefici della lettura.” Lunedì 13 maggio 2024 si è tenuta la premiazione ufficiale al Salone Internazionale del Libro di Torino. La lettura di un libro è una pratica che offre innumerevoli benefici allo sviluppo di tutti i bambini, stimolando il cervello, sviluppando il linguaggio e migliorando la comunicazione. Nei bambini nati pretermine l’esposizione a suoni dotati di significato e specificatamente rivolti al singolo bambino (nel rispetto dei suoi segnali comportamentali) attraverso la lettura ad alta voce, si rivela una sicura strategia di intervento per il loro sviluppo neurocomportamentale. Inoltre, gli esperti hanno dimostrato che il contatto umano e la familiarità delle voci possono essere terapeuticamente benefici per i neonati, aiutandoli nella loro guarigione e sviluppo. Da luglio 2023 ha preso quindi avvio nel reparto Terapia Intensiva Neonatale della ASST Spedali Civili di Brescia - con il supporto della Psicologia Pediatrica Ospedaliera e dall'Associazione TINCORAGGIO che ha acquistato i libri da donare ai genitori - un progetto di lettura dedicato ai neonati prematuri e malati che necessitano di cure intensive. Il premio conferito il 13 maggio è il risultato tangibile della forte collaborazione tra ASST Spedali Civili, Agenzia tutela salute (ATS )Brescia e le Biblioteche del Comune di Brescia che da anni, in modo sinergico, promuovono la lettura come strumento di relazione e benessere. L’elemento caratterizzante il progetto è la creazione di un setting nel quale il libro viene donato ai genitori come strumento “da utilizzare” durante la degenza del bambino in ospedale, creando così un contesto che renda possibile l’adozione di un comportamento favorevole alla salute, secondo i principi della promozione della salute. Infatti, in occasione del primo colloquio con i genitori, viene donato un libro appositamente selezionato - che il medico e la psicologa ritengono appropriato - e date indicazioni sul suo utilizzo così da favorire l’esposizione del bambino alla voce dei genitori: il libro resta in reparto ad uso esclusivo di quella specifica famiglia e viene portato a casa al momento della dimissione. Inoltre, gli operatori sanitari sostengono e stimolano i genitori alla lettura e durante le loro attività di assistenza al bambino accompagnano con le parole le azioni che stanno compiendo, oppure raccontano filastrocche, storie e canzoni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il Sietema Immunitario: L’arma più potente contro il Cancro
https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__corpo-anticancro-codignola-maio.php?pn=5335
Il Corpo si difende dal cancro attraverso il sistema immunitarioIl Sistema immunitario è l'arma più potente che possiede l'organismo per difendersi da Batteri, Virus e cellule tumorali. Le cellule tumorali che si formano nel corso della vita vengono normalmente distrutte dalle cellule immunitarie. Le cellule immunitarie attaccano e distruggono "senza pietà" tutto ciò che estraneo al corpo. Alcune cellule cancerose però riescono ad acquistrare la capacità di addormentare Il sistema immunitario attraverso la produzione di sostanze immunosoppressori. Le cellule tumorali più aggressive riescono addirittura a corrompere le cellule immunitarie, trasformandoli da soldati nemici in soldati amici del cancro, proteggendolo e nutrendolo con fattori di crescita e nutrienti. Se le cellule immunitarie addormentate e corrotte, venissero risvegliate da stimolanti immunitari, questi ucciderebbero le cellule tumorali in ochi angolo dell'organismo, portando a guarigione il malato. La Medicina oncologica che si basa sul risveglio ed attivazione del sistema immunitario prende il nome di Immunoterapia, e si basa su varie tecniche descritte nel testo.Qualche nozione tecnica in più sui Tumori che addomentano il sistema immunitario.I Tumori addormentano il sistema immunitario attraverso la produzione di diverse sostanze: Acido Itaconico (immunosoppressore dei macrofagi), Metiltioadenosina (MTA), prodotto dai tumori durante la biosintesi delle poliammine spermidina e spermina e ipusinazione di eIF5A; Nagalasi enzima che degrada il gC-Maf, una proteina attivante i macrofagi derivante dalla protena che trasporta la vitamina D nel plasma. Queste sostanze trasformano i Macrofagi anticancro M1 in macrofagi protettori del cancro M2. Interferire con la produzione di questi immunosoppressori, potrebbe stimolare le difese immunitarie naturali a trasfrmare i macrofagi M2 in macrofagi anticancro M1 e portare a remissione della malattia.
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Sapete che potete prendervi cura di voi stessi attraverso il cibo? #anthonywilliam #medicalmedium ha canalizzato un protocollo che può aiutarvi a migliorare la vostra salute... ...È necessario renderci conto che il modo in cui mangiamo (e il cibo che mangiamo) può migliorare o abbassare le nostre prestazioni in tutti gli ambiti di vita. Non solo, il cibo può diventare un ottimo strumento di guarigione di disordini psico-fisici. Avete mai sperimentato uno stato di appannamento/appesantimento della testa, stanchezza cronica...? ...la lista è così lunga... Scoprite i suoi libri e scoprite da soli come puoi far leva sulla vostra salute generale. Sono al 2° giro del programma di 9 giorni ed oggi è il 4º giorno di #OriginalDetox369 ...una nuova sfida...una nuova possibilità di rinnovarsi con #Amore e #Consapevolezza ...Molte cose stanno emergendo dal passato e un'enorme Guarigione sta avendo luogo 🌈 . #StefaniaFelettiArteDiEssere #StefaniaFelettiSpiritualCoach #StefaniaFelettiCounselor #StefaniaFelettiIstruttoreRebirthing #StefaniaFelettiSpiritualConnection #StefaniaFelettiSpiritualChanneling #StefaniaFelettiSpiritualArtist #medicalmedium #detoxprogram #anthonywilliammedicalmedium #anthonywilliam #detoxprogram369 #DetoxPerGuarire369 #benessere #psicofisico #salute #foodinfluencer #influencer #instawelness #instabenessere #InstaMoment #InstaLife #Instagram #Inst https://www.instagram.com/p/CLZkytrMEyC/?igshid=1k25qjz58x859
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13 SEGNI CHE INDICANO CHE SEI UNA STREGA
La caccia alle streghe di Salem e dell’Europa ha costruito una mentalità isterica di massa contro le donne contro il femminino.
Ha radunato e ucciso le donne sagge e le guaritrici naturali, ogni donna che possedeva un terreno che essi volevano o le donne che erano fuori dallo status quo sociale, che rifiutavano di conformarsi alle regole del cristianesimo e del patriarcato.
Fondamentalmente è per paura del potere del femminino che le donne, la terra e le sue creature sono state massacrate sotto pretesti falsi ed isterici.
È di importanza cruciale rivendicare queste donne, la bellezza, il potere e l’eredità della parola “Strega”. Lo scopo di una strega è proprio la terra che deve salvare.
Le streghe amano la terra e adorano la natura, ripeto, la Natura, non Satana. Quest’ultimo è un mito come il fatto che hanno il naso verrucoso o che sono spaventose e brutte come maschere di Halloween che devono ai film del patriarcato hollywoodiano.
La verità è che le streghe sono belle come la natura stessa e non fanno del male. Vivono rispettando la “regola del tre”, una comprensione karmica che le porta ad essere consapevoli che ogni cosa che fanno torna indietro triplicata. Più uccidiamo la terra, più uccidiamo noi stessi.
Dacché ne abbiamo memoria ci è stato insegnato di temere noi stessi e di temere la natura. Le streghe godono comunque della propria natura selvaggia e si allineano con i cicli della Terra e con le fasi della Luna.
Per molte donne rivendicare la parola “Strega” significa rivendicare se stesse e la loro relazione con la Grande Madre.
Quindi, dal momento che io amo de-stigmatizzare e ri-onorare la grande, bella, succosa parola “Strega”, la risposta che do quando qualcuno mi chiede se è una strega, è “Sì”.
Se credi di essere una strega, sei una strega. Il che significa che sei una Dea, un Sacerdote, un Guaritore, uno Sciamano, una Donna Saggia.
Ecco qui un elenco di 13 segni mistici ed illuminati dalla luna che indicano che potresti essere una strega:
1. POTERI DELLA TERRA. Una strega è una donna di terra. Ereditiamo i suoi poteri naturali della nascita, della trasformazione, della guarigione, della rinascita. Questi sono i poteri della donna, tutt’uno con i poteri della terra.
“Quando c’è una donna c’è magia” – Ntozake Shange
Ti capita di trovare le risposte della vita attraverso gli schemi di Madre Natura? La sua saggezza è anche la tua saggezza? Sei allineata nel tuo modo di vivere, nel tuo corpo in tutto il tuo essere con le sue stagioni?
Ad esempio ti senti eccitata -sessualmente e creativamente- in estate, lasci andare e tagli ciò che non ti serve in autunno, ti ritiri nel vecchio ed oscuro silenzio nell’inverno e rinasci in primavera?
2. SAGGEZZA. Ti capita di trovarti a ribollire come se avessi un calderone interno di antica e naturale saggezza e di guarigione?
Ti capita che le persone siano attratte da te e che vengano a sedersi accanto al tuo fuoco, a discutere della vita e di tutta la sua furia, il suo dolore, il suo amore e la sua meraviglia? Ti capita di congedarli con la speranza ripristinata nel loro cuore e magari con una tintura, una pozione, un rimedio naturale (hai familiarità con le proprietà delle piante) o anche con un rituale o due?
In altre parole quando le cose vanno male, è te che cercano?
3. NATURA. Vivi accanto ad un bosco o accanto all’acqua o lo desidereresti? Le streghe sono fortemente interconnesse con la Natura, incarnano i poteri della Grande Madre, desiderano essere più vicine possibile alla sua naturale bellezza e al suo potere. Molte compiono dei rituali accanto all’acqua o nei boschi. Ti sei sempre sentita a casa immersa nella natura.
4. TEMPESTE. Non hai paura delle tempeste, anzi ,godi del potere di Madre Natura in maniera ancora più viscerale. Qualche volta ti capita di meravigliarti se proprio tu, la tua passione, la tua energia, hanno causato la tempesta?
5. NATURA ANI<MALE. Gli animali sono naturalmente attratti da te e tu li ami allo stesso modo? Così tanto che soffri empaticamente con le creature di questo pianeta? Conosci naturalmente i loro totem e trovi saggezza ed illuminazione nelle loro visite, nelle loro apparizioni nella tua vita?
Ti capita che cani persi ti seguano fino a casa, che uccelli volino alla tua finestra e che i cavalli corrano verso di te, attraverso i campi, e poggino i loro lunghi colli sulle tue spalle? Riesci a parlare con loro? A guarirli? Le streghe e gli animali sono così allineati con la natura che parlano un linguaggio energetico simile e si riconoscono tra di loro.
6. LA LUNA. Sei attratta, sospinta e mossa dall’energia della Luna? L’hai mai fissata? Le hai mai parlato, sentendoti inondata dalla sua luce, da quando eri piccina? Sei allineata con le sue fasi?
Ad esempio, ti capita di iniziare nuovi progetti o relazioni quando c’è la Luna Piena? Ti è capitato di notare come le cose raggiungano un apice e culminino -e tendano a diventare un po’ confuse- intorno a te quando c’è la Luna Piena? E ti senti spinta a lasciar andare le cose o a chiudere delle relazioni o degli schemi quando inizia a discendere?
Con la Luna Nuova, nella più scura delle notti, ti siedi mai con il mistero, il vuoto e lo sconosciuto, il potenziale e le possibilità dell’oscurità? Sogni mai nuovi progetti nell’oscurità della Luna Nuova? Se hai risposto di no, quelle sopra sono solo alcune delle strade da percorrere per sintonizzarsi con le fasi della Luna.
7. POTENZA. Hai più di un serpeggiante sospetto che i tuoi desideri diventino reali -buoni o cattivi che siano- e ti trovi a porre attenzione, ad essere meravigliata dal tuo stesso potere? Ti capita spesso di essere definita un’anima antica?
Le streghe sono vecchie come il tempo, i tuoi occhi -le finestre della tua anima- custodiscono antiche storie e segreti, miti, misteri, risposte e possibilità.
Quand’eri piccola probabilmente dicevi delle antiche verità e parlavi con saggezza, prima di dimenticare la tua magia.
8. GUARIGIONE. Sei attratta dalle Arti di Guarigione? Tendi a cercare rimedi energetici naturali per te stessa e ad offrirli agli altri? Hai mai appoggiato una mano sulla schiena dolorante di qualcuno ed è poi guarita il giorno dopo?
Le persone possono guarire anche solo standoti accanto. Le streghe, essendo così sintonizzate con la terra, sono guaritrici naturali.
9. MEMORIE DI VITE PASSATE. Ti capita di avere memorie dolorose di vite passate o immagini in cui vieni perseguitata, cacciata, bruciata o annegata per il solo fatto di essere selvaggia, saggia e libera?
Più importante, sei mai stata marchiata per il fatto di essere differente, non conformista, per il fatto di amare chi volevi amare, per aver detto la verità in una vita passata? Questo è il karma che sei chiamata a guarire, è tempo di non avere paura ed essere la più autentica te stessa. Così guarirai il tuo karma: non avendo paura di vivere nella tua massima espressione. Questo è il tuo momento.
10. ESTRANEITÀ. Ti sei sempre sentita un po’ come un’estranea, con il naso schiacciato contro il vetro della vita sulla terra, mentre sapevi che in realtà appartenevi ad una tribù magica, custode di saggezza interiore.
Dal momento che non ti sei mai adattata alla norma, sapevi che c’era qualcosa di sacro, segreto, speciale in te. Una magia che solo poche altre persone magiche potevano vedere.
Non corri insieme alle grandi folle, sei un po’ più simile ad una sensitiva e potente lupa solitaria. Hai bisogno di tanto tempo per pensare, sognare, ricaricarti e comunicare con la Font e/ Natura / Universo / Dea.
11. CRISTALLI MISTICI / ACCESSORI. Sei attratta dalle belle pietre, pezzi di energia della Terra. Hai tenuto con te pietre come il quarzo, il turchese, il quarzo rosa, fin da quando riesci a ricordare, anche se non conoscevi le loro proprietà al tempo.
Ti sono state donate oppure le hai prese con te lungo la strada e le hai collezionate.
Le streghe conoscono le proprietà delle pietre della Terra e le caricano con -tra le altre cose- guarigione, amore, abbondanza e benefici protettivi e spesso indossano le loro pietre speciali in gioielli. Ami anche disporre candele intorno a te e accenderle, perché le candele sono inviti per gli spiriti e gli angeli e creano delle vibrazioni magiche e divine. Probabilmente ami la salvia e l’incenso che purificano l’energia.
12. MAGIA. Credevi nella magia quand’eri bambina e vedevi la magia nell’aria, nella vita? Eri attratta dalle cose magiche, dalle creature, dalle fiabe, dalle storie e hai continuato ad esserlo anche crescendo, nonostante tutti ti dicessero “Queste cose non esistono”?
E nonostante il resto del mondo non ci credesse, ti sei sempre e comunque conservata uno spazio nel tuo cuore per i racconti di magia, amore e mistero?
Eri attratta dei film e dei libri che parlavano di streghe, magia, spiriti, misticismo ed inconoscibile? Hai sempre pensato che le coincidenze non esistono, che non siamo veramente soli e che quello che vedevi non era tutto ciò che è?
Credi che tutto significhi qualcosa e credi nei segni e nei simboli?
13. PIÚ MAGIA E DIVINAZIONI. Parlando di segni e simboli, hai premonizioni come se avessi una sfera di cristallo interiore? Quando parli di ciò che credi accadrà, le persone intorno a te tendono a raddrizzarsi e ad ascoltare? Qualche volta ti capita di vedere o sentire degli sviluppi di situazioni -dei flash nel futuro- così avanzati che trovi frustrante quando gli altri non sono coinvolti come te!
Hai sogni e visioni di vite passate e future e puoi leggere le altre persone, la loro energia e le loro intenzioni molto bene. Hai un sesto senso e questa è anche la ragione per la quale sei attratta dai tarocchi, dalle rune e da tutti gli strumenti di divinazione che dissolvono le nebbie.
Spero che ciò ti sia stato di aiuto. Questi sono solo 13 segni, potresti riconoscerne alcuni oppure avere un sacco di segni che ti indicano che sei sul sentiero stregonesco.
Il messaggio di una strega è di amare se stessa, amare la Terra e di riconoscere l’importanza dell’allinearsi con le fasi della Terra e della Luna.
Estremamente semplice, davvero.
Ma ad un certo punto della storia è accaduto che se eri troppo vicina alla Terra, se eri troppo saggia, troppo potente -troppo, e decisamente troppo femminile- venivi cacciata o assassinata per la tua generosità e per il tuo essere selvaggia.
Non dev’essere più così.
È tempo di guarire i vostri karma passati, di possedere il vostro potere, la vostra saggezza e bellezza e di sorgere, mie care! La Terra ha bisogno di voi e noi, di certo, abbiamo bisogno della Terra!
- Sarah Durham Wilson
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• Covid-19 • Le profezie sul virus e la fine del mondo
La vita ai tempi della pandemia - Mondo, Zona Rossa / giorno 110
Tra le pagine del mio diario pandemico, non poteva mancarne una dedicata alle profezie sull’avvento del virus.
Quello delle profezie è un argomento estremante affascinante, che fa parte della storia dell’uomo sin dall’antichità. E poi, io stessa faccio profezie, e dunque l’argomento, è per me doppiamente affascinante.
Dall’omerica bellissima Cassandra, ai profeti biblici, passando per l’ultra-criptico Nostradamus, e poi il Ragno Nero (o Monaco Nero), e la Monaca di Dresda, fino ad arrivare a tempi più recenti, profeti e veggenti hanno sempre avvisato il mondo sull’incombenza di pericoli, imminenti o futuri, ma il destino delle profezie, si sa, è quello di essere ascoltate solo dopo che si sono realizzate, come se l’uomo, scegliesse consapevolmente di lasciarsi cadere nel baratro, anche quando potrebbe fare qualcosa per evitarlo.
Ma torniamo alle profezie.
Quelle che seguono, sono le profezie più straordinariamente sorprendenti ed esatte, che riguardano l’avvento del Covid-19 nel mondo. E che ne hanno descritto non solo l’anno del suo arrivo, ma anche i sintomi, con precisione quasi chirurgica.
Ed è interessantissimo notare, che tutte quante, coincidono sul periodo di scomparsa del virus: l’estate, anche se coloro che le hanno fatte, hanno vissuto in periodi molto diversi, e sono di cultura molto diversa.
- 1981 (39 anni prima di Covid), la profezia di Dean Koontz sul virus “Wuhan 400” del 2020:
<< Uno scienziato cinese di nome Li Chen fuggì negli Stati Uniti, portando una copia su dischetto dell’arma biologica cinese più importante e pericolosa del decennio.
La chiamano ‘Wuhan-400’, perché è stata sviluppata nei loro laboratori di RDNA vicino alla città di Wuhan, ed era il quattrocentesimo ceppo vitale di microorganismi creato presso quel centro di ricerca>>.
Questo brano è tratto dal romanzo thriller “The Eyes of Darkness” che lo scrittore americano Dean Koontz scrisse nel 1981.
Nel libro, Koontz scrisse anche che
<<intorno al 2020, una grave polmonite si diffonderà in tutto il mondo>> e che questa è <<in grado di resistere a tutte le cure conosciute>>.
Il virus Wuhan-400, venne inoltre definito dall'autore come << un’arma perfetta che colpisce solo gli esseri umani>>.
Koontz pubblicó più versioni del romanzo “The Eyes of Darkness”: nella prima, quella originale del 1981, lo scrittore faceva riferimento alla città sovietica di Gorki e il virus si chiama ‘Gorki-400’.
La città divenne invece “Wuhan” nell’edizione del libro del 1996, dato che l’Unione Sovietica ormai non esisteva più, e la Cina sembrava una fonte più credibile.
- 2008 (12 anni prima di Covid), la profezia di Sylvia Brown sul virus polmonare del 2020:
<<Entro il 2020, gireremo con mascherine e guanti, per via di un’epidemia di polmonite. Diventerà prassi indossare in pubblico mascherine chirurgiche e guanti di gomma, a causa di un’epidemia di una grave malattia simile alla polmonite, che attaccherà sia i polmoni sia i canali bronchiali, e che sarà refrattaria a ogni tipo di cura. Tale patologia, sarà particolarmente sconcertante perché, dopo aver provocato un inverno di panico assoluto, quasi in maniera più sconcertante della malattia stessa, improvvisamente in estate svanirà, con la stessa velocità con cui è arrivata, per poi tornare nuovamente dopo dieci anni, quando poi scomparirà definitivamente>>.
Queste parole sono tratte dal libro “End of a days” (a pagina 210 della versione inglese originale), pubblicato nel 2008 da Sylvia Browne, celebre scrittrice, veggente e medium americana, morta nel 2013, che ha scritto decine di libri basati sulle sue doti medianiche (che erano comparse già da bambina), e pubblicati in tutto il mondo. La Browne ha inoltre collaborato, come consulente, con polizia ed FBI, ad oltre 100 casi di sparizioni ed omicidi.
- 1555 (465 anni prima di Covid), la profezia di Nostradamus sul virus e la fine della pandemia in Italia al 1’ luglio 2020 [sestina 11-30 e quartina C.II Q.53]:
<<Dal Polo Nord, grande calamitá sarà in Italia (Esperia), in Lombardia (Insubre).
Come una tempesta d’acqua che si abbatte su una nave: peste terribile inizierà quando Mercurio si troverà retrogrado in Acquario, e finirà quando Saturno lascerà l’Acquario (il 1’ luglio 2020, perchè Sarurno lascia l’Acquario ed entra nel Capricorno il 1’ luglio 2020>>.[Quartina C.II Q.53].
Nella sestina 11-30, inoltre, Nostradamus parla chiaramente di <<un ‘medico’ e di un ‘grande male’ che porterà ‘infermità da costa a costa’ (la diffusione della pandemia in tutto il mondo)>>.
Dunque Michel de Nostredame, alias Nostradamus, celeberrimo astrologo, veggente, scrittore, farmacista e speziale francese, nel suo libro “Centuries et prophéties” del 1555, predisse l’arrivo di una tremenda peste nel mondo e in Italia, e più precisamente, in Lombardia, ma predisse anche la fine di questa pestilenza: il 1’ luglio 2020, una data che coincide col periodo di fine epidemia profetizzato anche dalla Browne, che fissa la fine del virus con l’estate del 2020.
- 22 agosto 2019 (4 mesi prima di Covid), la profezia di Abighya Anand sulla pandemia di Coronavirus, tra novembre 2019 e aprile 2020:
Abhigya Anand è un ragazzo indiano di 14 anni, ed è anche un giovanissimo astrologo, molto noto in India, e considerato un ragazzo prodigio, attendibile, dai media indiani, per le sue straordinarie conoscenze di astrologia vedica.
Il 22 agosto del 2019, aveva predetto la pandemia di Coronavirus in un video pubblicato sul suo canale YouTube, in cui annunciava che una malattia, trasmessa attraverso starnuti e tosse, si sarebbe diffusa in tutto il mondo da novembre 2019 ad aprile 2020, e che la Cina, epicentro dell’epidemia, sarebbe stata uno dei paesi più colpiti.
Poi aveva aggiunto anche che il virus, sarebbe diventato più facilmente gestibile, su scala globale, dal 29 maggio 2020, e sarebbe poi scomparso definitivamente il 5 settembre 2020, dopo una lenta decrescita a partire dal 31 marzo, apice della pandemia.
La sua previsione si basa su una serie di calcoli molto complessi, scritti su una lavagna, che poi il ragazzo ha spiegato attraverso il movimento degli astri.
Anand parla di una sovrapposizione dei pianeti del sistema solare, ovvero Marte, Giove e Saturno, e sottolinea la presenza di Rahu, il nodo nord della Luna, che ricorda essere legato alla simbologia dell’acqua. “Questo è un raro accadimento”– spiega il 14enne – “Marte Saturno e Giove sono tutti nel cerchio più esterno del sistema solare. Quindi quando sono tutti allineati, il loro potere sulla Terra è enorme”.
Si tratta, dunque, di una rarissima congiunzione astrale, che ha dato il via, sulla terra, ad una vera guerra trasmessa attraverso l’acqua (riferimento alle modalità di trasmissione del virus, che sono, appunto, tosse e starnuti).
- 10 febbraio - 11 marzo 2020, le mie profezie sull’arrivo di Covid e sulla fine della pandemia:
Il 10 febbraio 2020, quando ancora nel mondo si pensava che Covid-19 fosse solo in Cina, ho guardato nella mia ossidiana argentata per vedere cosa sarebbe successo col virus. Lo scenario che mi si è presentato è stato apocalittico. Ho visto una specie di cripta sotterranea, simile ad un bunker o ad una catacomba, con pavimento e pareti di roccia. All’ingresso di questa cripta c’erano due teste di demoni evanescenti come fantasmi, molto arrabbiate, e ho visto anche visi di persone spaventate che urlavano e stavano male. Fuori da questa cripta, c’era una specie di nebbia o fumo biancastro, strade deserte, edifici abbandonati che cominciavano ad andare in rovina. Alberi ed erbacce incolti che crescevano nei prati e sui muri. Poi è comparso molto in grande su tutta la pietra un pezzo del sigillo di Lucifero, col triangolo con la punta al contrario. Infine, sul retro della mia ossidiana, ho visto una grande statua di donna nuda, uguale alla statua pagana che rappresenta la Dea, e poi due visi, non so se demoni o esseri umani, di profilo, molto sofferenti, arrabbiati.
Il 21 febbraio 2020 (l’epidemia di Covid, in Italia, è scoppiata ufficialmente la notte del 20 febbraio 2020 a Codogno, e solo dal 21 febbraio in poi, hanno cominciato a circolare le prime notizie sul virus tra i media italiani), in una successiva divinazione, ho visto anche l’interno di un ospedale, che era deserto, e, in fondo ad una corsia, senza medici, infermieri, nessuno, c’era un box chiuso di quelli per il biocontenimento, con i vetri bianchi opachi. Dentro a questo box, vedevo agitarsi delle persone, vedevo, dietro ai vetri spessi, le loro sagome agitarsi e battere con le mani sui vetri. Erano stati chiusi dentro, perché infetti, e non potevano uscire. Poi ho visto le guglie gotiche del duomo di Milano, e sopra il duomo un piccolo sole rosso fuoco, il cielo sembrava bruciare e il duomo era annerito, scheletrico. Ho visto poi, molto in grande, in centro alla pietra, i volti di alcuni malati, avevano il viso molto scavato, gli occhi cerchiati di nero, mi fissavano spaventati...avevano i capelli neri scarmigliati.
Ho visto inoltre militari pattugliare strade deserte, e molte persone in rivolta, che davano fuoco e rompevano edifici, alti palazzi come grattacieli. All’epoca pensavo si trattasse di qualche megalopoli cinese, solo verso maggio, ho invece capito (tramite le notizie dei media) che le rivolte che ho visto a febbraio nella pietra, non erano in Cina, ma negli Stati Uniti.
E poi ho fatto altre divinazioni sul virus, fino ad arrivare a quella dell’11 marzo 2020, che ho pubblicato qui il 15 marzo, e in cui spiegavo che dal 29 aprile 2020 i contagi avrebbero avuto un significativo calo (cosa poi confermata al 30 aprile dal bollettino della Protezione Civile, di cui ho già parlato a suo tempo), e, dal 21 giugno 2020 l’epidemia, in Italia, avrebbe cominciato lentamente ad esaurirsi, cosa che si sta verificando dato che, da alcune settimane, i medici hanno scoperto, nei pazienti, una versione genetica di Covid diversa e indebolita, che dà sintomi lievi, e che non necessita più di ricovero ospedaliero.
Ad ulteriore conferma della straordinaria precisione della mia pietra, il 20 giugno 2020 (notate bene questa data, perché richiama quella che mi ha dato la mia ossidiana), l’OMS cambia le linee guida su Covid-19 finora in uso, relative ai tamponi, e comunica che:
<<non è più necessario il doppio tampone negativo, a distanza di almeno 24 ore, per decretare la guarigione di un paziente, poiché, adesso, bastano tre giorni senza sintomi per liberare i pazienti dall’isolamento, indipendentemente dalla severità dell’infezione, quindi, le nuove direttive sono:
_ per i pazienti sintomatici: 10 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi, più almeno 3 giorni senza sintomi (incluso senza febbre e senza sintomi respiratori).
_ Per i pazienti asintomatici: 10 giorni dopo il tampone positivo>>.
Questo cambiamento nelle linee guida dell’OMS, si deve al fatto che, in base ai recenti risultati su versioni genetiche diverse e indebolite di Covid, il virus attivo, ovvero quello che può replicarsi e infettare altri soggetti, non sarebbe presente, se non in rarissimi casi, nei campioni respiratori del paziente dopo 9 giorni dall’insorgenza dei sintomi da coronavirus. Questo avviene soprattutto in casi di infezione lieve, contestualmente alla formazione di anticorpi neutralizzanti. Il paziente viene quindi reso libero dall’isolamento sulla base di criteri clinici, e non più sulla ripetizione dell’esame del tampone. Questo può infatti continuare a trovare tracce non vitali di RNA per diverse settimane, anche se non pericoloso.
Che dire, dopo innumerevoli strafalcioni e figuracce sul virus, anche l’OMS ne ha finalmente azzeccata una.
Meglio tardi che mai.
E adesso, dulcis in fundu, ma in realtà non c’è nulla di “dulcis”, le profezie sulla fine del mondo.
Alcuni giorni fa, è circolata in rete la notizia secondo cui la “fine del mondo” fissata dai Maya per il 21 dicembre 2012, in realtà sarebbe avvenuta il 21 giugno 2020, il tutto per un errore di calcolo (nostro eh, non dei Maya, popolo straordinario, evolutissimo, che ha formulato calcoli matematici e astronomici perfetti e impossibili per le conoscenze e i mezzi dell’epoca, si parla del 2000 a.C.):
il cambio tra calendario giuliano e gregoriano, avvenuto nel 1582, avrebbe fatto perdere 11 giorni all'anno nell'interpretazione del calendario Maya, per un totale di 8 anni di scarto. Così dal 21 dicembre 2012 si arriverebbe al 21 giugno 2020.
Ovviamente, il mondo non è finito, dato che siamo ancora tutti qui, ma ciò a cui i Maya si riferivano, con la loro profezia, non era alla fine del mondo in senso letterale, ma bensì alla fine di un ciclo, e all’inizio di uno nuovo, un ciclo molto oscuro e travagliato per l’umanità.
Questo volevano dire i Maya. E come sempre, non hanno sbagliato.
Dal 2012 in poi, infatti, non è che le cose, nel mondo, siano andate proprio benissimo, e riguardo a questo 2020, i segni di una futura (imminente?) Apocalisse, in realtà ci sono tutti. Qualche esempio? Dalla pandemia di un virus letale, ai terremoti, allo sciame di locuste, ai disastri ambientali. Direi che mancano solo i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse.
Ma vediamone qualcuno di questi segni apocalittici, in dettaglio:
- 29 dicembre 2019: la cometa C/2017 T2PansSTARRS sta passando alla minima distanza dalla terra, si trova infatti a 227 milioni di chilometri. Le comete, da sempre, sono portatrici di sventure. E infatti, siamo alla vigilia dello scoppio ufficiale dell’epidemia di Coronavirus in Cina.
- 30 dicembre 2019: si diffonde la notizia di numerosi contagi a Wuhan, in Cina, dovuti ad un’epidemia di un virus polmonare sconosciuto.
- gennaio-giugno 2020: cominciano una serie di terremoti di magnitudo molto elevata in tutto il mondo (Caraibi, magnitudo 7.7, a gennaio 2020, Turchia Orientale, magnitudo 6.8, sempre a gennaio 2020, Albania, magnitudo 5, ancora gennaio 2020, Russia, magnitudo 7.5, marzo 2020, Roma, magnitudo 3.3, maggio 2020, e, ultimo terremoto registrato, Messico, magnitudo 7.7, giugno 2020).
- 20 febbraio 2020: in Africa si sta verificando la peggiore invasione di cavallette del secolo.
Un immenso sciame di 200 milioni di locuste, da oltre un mese, sta devastando raccolti e vegetazione, divorando in un solo giorno una quantità di cibo pari a quella che consumerebbero 90 milioni di persone. Dall’Africa orientale, le cavallette si sposteranno poi in Medio Oriente, Asia, India, fino ad arrivare in Sardegna.
- 6 aprile 2020: scoppia un incendio nella foresta che circonda la centrale nucleare di Chernobyl. Si innalzano i livelli di radioattività.
- 29 maggio 2020: crolla un serbatoio di carburante in una centrale elettrica vicino alla città di Norilsk, in Siberia, e 20.000 tonnellate di petrolio finiscono nel circolo polare artico. Le foto sono impressionanti, e sinistre. Mostrano un’immensa macchia rosso sangue, nell'acqua del fiume Ambarnaya.
Ed ecco l’ultima profezia su una nuova catastrofe alla fine del 2020, prestatele molta attenzione:
• 10 giugno 2020: Anand, il ragazzino prodigio indiano che aveva previsto il Coronavirus ad agosto 2019, fa un’altra tremenda previsione:
<<Tra la fine del 2020 e marzo 2021, l’umanità andrà incontro ad una nuova catastrofe, molto peggiore della pandemia di Covid-19.
E questa volta, la responsabilità, sarà dell’allineamento Saturno-Giove (e anche, della cattiveria dell’uomo sulla natura e sugli animali, aggiunge Anand. Se l’uomo non metterà un freno alla propria ferocia e avidità, scomparirà dalla terra.
E questo, coincide molto anche con le figure di demoni che ho visto io nella mia prima divinazione sul virus, e anche con quanto mi ha rivelato Adam -la bambola a cui è attaccato uno spirito molto potente, un Djinn, che mi ha sempre rivelato con esattezza diverse cose future - un mese fa circa, in un sogno, in cui mi ha detto che “trascorreremo un Natale ‘normale’, senza virus, ma se l’uomo continuerà ad essere malvagio, il virus tornerà, e questa volta, per l’umanità, non ci sarà scampo”)
Anand non ha ancora rivelato di che catastrofe si tratterà, ma cosa c’è di peggiore della pandemia di un virus letale? Una guerra nucleare? Un meteorite? Un terremoto che spaccherà in due il pianeta?
Guarderò anch’io nella mia pietra, per vedere se mi mostrerà qualcosa a riguardo.
Nel frattempo, cerchiamo di uscire tutti vivi da questo 2020 da incubo.
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Il narcisista patologico e lo psicopatico devono controllare i loro oggetti umani, detestano che essi si ribellino, detestano che siano felici altrove ma soprattutto detestano che tutto questo avvenga se non sono stati loro a decidere di eliminarli e gettarli tra la spazzatura ( o provocando appositamente la rottura da parte della vittima attraverso il rinforzo di violenza e tradimenti o facendolo in prima persona).
Il numero dei ritorni e la modalita’ sono proporzionali alla posizione della vittima nella scala del perverso e al grado di distruzione raggiunto dalla preda (i carnefici preferiscono scomparire del tutto solo quando l’opera di disintegrazione psichica sia terminata), oltre che, naturalmente, dalla appetibilità delle nuove prede.
Il ritorno presuppone una scomparsa. La scomparsa momentanea assolve a due funzioni: serve al narcisista maligno ed allo psicopatico per potersi trastullare con altri oggetti umani nuovi o ripescati ed anche per determinare asservimento, disperazione, ansia, sospensione ed attesa nella vittima che, con assoluta certezza, accoglierà più e più volte il predatore a braccia aperte.
Ma questo gioco perverso non dura all’ infinito: arriva il giorno in cui il manipolatore che ci sta distruggendo non farà più ritorno. Lo attenderete, certe che il balletto solito preveda il suo riavvicinamento, eppure egli non tornerà.
La vittima, se inizialmente, prova sollievo dall’allontanamento di una persona che semina tensioni e dolore, col trascorrere dei giorni si pone in attesa più o meno consapevole. In qualche modo è forte dei precedenti ritorni del narcisista, in qualche modo è stata corrotta dalle parole vacue che le sono state dette, è prigioniera dei melliflui ” ti amo”, dei ” sei mia/mio”, è stordita dalle emozioni burrascose del rapporto che le hanno fatto credere, nonostante tutto, nonostante le accanite letture sulla psicopatia, sul narcisismo maligno, nonostante le bugie e le violenze, le sparizioni e la sofferenza patita, che la relazione non può davvero terminare.
Fra l’altro, le prede che hanno ascoltato le storie di altre vittime e che hanno letto libri o articoli degli esperti, hanno appurato che questa tipologia di carnefice torna sempre e quindi esse si pongono in trepidante attesa. Niente di più sbagliato. Se è vero che i narcisisti tendono per qualche tempo a farsi sentire, ad inviare sms o mail tanto per mantenere in stato di asservimento la vittima, se è vero, inoltre, che molti tornano e, qualora notino un allontanamento dell’ex partner, possono arrivare a piangere, giurare amore eterno, minacciare il suicidio, inventarsi malattie gravi, è parimenti certo che altri non lo fanno e scompaiono nel nulla. Ma attenzione: anche chi tra i narcisisti patologici mette in scena il copione dell’innamorato pentito scomparirà’ nel nulla da un giorno ad un altro. Sappiate che tutto è stato pianificato son dall’inizio, sappiate che quelle volte in cui scompariva lasciandovi nella disperazione e poi improvvisamente compariva di nuovo come se nulla fosse accaduto, sappiate che quei mediocri, stitici gesti gettati la’ di tanto in tanto attraverso i social, un like ad un post, un messaggio apparentemente banale, intriso di “come stai? Spero bene” o di “sappi che non ho mai voluto farti del male“, sono configurabili come ritorni- non ritorni, sono il mangime per uccellini e servono per iniettare veleno ed indurvi a credere che vi stia pensando, che sia legato a voi. Nulla di più errato. E’ una precisa strategia manipolatoria, adottata in serie, tesa a tenervi inchiodate al suo carro, trascinate nel nulla.
Strategia perversa sono i primi ritorni, quando ce ne sono, e strategia perversa l’ultimo, il non ritorno finale, quello più pericoloso per la vostra vita. Sappiate che ogni ritorno e’ falso, il narcisista sa che è transitorio, e’ consapevole che vi sta ingannando mentre vi dice “ non ci lasceremo più ” perché già sta architettando la prossima fuga; e’ conscio di mentire per sfidare se stesso e gloriarsi della sua capacità di farvi capitolare dopo tutti i soprusi solo con due paroline. Strategia. Non fate il confronto con altre vittime, sentendo di non contare nulla perché da loro torna e da voi no, a loro scrive a voi no, perché tutte le prede degli psicopatici e dei narcisisti perversi sono destinate ad essere distrutte o gettate via e più tardi accade più devastanti saranno i danni psichici ed emotivi riportati. E non attendete il ritorno. Il tempo scorre via ed ogni istante trascorso ad ascoltare il tic tac dell’orologio rappresenta un inno alla sua crudeltà ed una celebrazione della vostra morte. Non rimanete sospese ad aspettare un cenno o ad esaminarlo se vi viene dato.
L’ultimo dei colpi di coda del predatore è la scomparsa finale, quasi a sorpresa, l’effetto taglio chirurgico del partner, il quale è destinato, se non compie un serio percorso di rinascita e guarigione, a rimanere in stato di shock e sospensione.
I pensieri sono la’ spalmati, incollati al carnefice; percorrono le vie impervie delle conversazioni malate, si incastrano nel groviglio dei “ perché ” senza risposta , si fanno ansiosi nelle attese vane, si colorano nei ricordi di quelle rappresentazioni teatrali che mimavano il suo amore, volano alto nel riflettere sulle illusioni create ad arte, sulle lacrime di falso pentimento , sui “ ti amo” o ” non ti dimenticherò “ che altro non sono che AMI lanciati nel vostro cervello perché rimaniate in perenne attesa, sospesi . La sospensione. Cercano la sospensione della vita altrui. Rimanere sospesi vuol dire morire lentamente poiché la vita non può sospendersi, non può fermarsi. Un fiore ha un ciclo che non si arresta mai , se si ferma muore . Al centro di innumerevoli vittime appese ai fili del nulla, vittime sospese nel vuoto, nell’attesa del ritorno o nel rimpianto dell’amore, o nel terrore del futuro o nel ghiaccio dei ricordi, al centro di tutto questo c’è il carnefice narcisista perverso che si guarda intorno compiaciuto ed accresce sempre più la folta schiera di anime distrutte.
Tagliate i fili, cadete a terra, anche se la caduta farà male, sappiate che vi sveglierà e riprenderete il battito vitale.
Marina Marconato
https://contattozero.com/tag/i-ritorni-del-narcisista-perverso-e-dello-psicopatico/
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Oggi diamo il benvenuto a una cara amica di Occhi di Bimbo: Isabella Paglia, autrice di tanti libri per bambini e ragazzi pubblicati con successo in Italia e all'estero e vincitrice di altrettanti premi. Oltre all'attività di scrittrice Isabella Paglia è impegnata in quella editoriale per il popolare sito "Piccoli Lettori Crescono" Book Avenue KIDS, come redattrice di altri giornali e riviste destinati ai più giovani e sceneggiatrice. Ma l’attività che forse la caratterizza di più è il suo impegno sociale a favore dei bambini, soprattutto quelli in difficoltà, molte sono le sue iniziative per i reparti di oncologia pediatrica in vari ospedali d’Italia e associazioni umanitarie internazionali. Ci vuoi raccontare come e perché hai deciso di scrivere per i bambini? Per passione. Scrivere per bambini è un lavorare per e con loro. In molti pensano che sia più facile che scrivere per adulti. Vi svelo un segreto, una grande verità: scrivere per bambini non è affatto più facile che scrivere per adulti, anzi. Scrivere per bambini significa scrivere per tutti, questa è la grande difficoltà. I libri per bambini sono microcosmi che rappresentano il mondo intero. Che una bella frase che nel libro sacro del Talmud che dice: “I bambini sono profetici” e nei libri i bambini lo sono sempre perché, come nella vita, ci insegnano sempre che lo straordinario si trova sempre nell’ordinario. Qual è l’ultimo libro che hai pubblicato che hai pubblicato? Storie per bambine e bambini buoni, Giunti un libro che a dispetto del titolo un po’ provocatorio oltrepassa gli stereotipi della bontà. Una raccolta di storie adatta ai bambini dei giorni d’oggi incentrata sul concetto dell’intelligenza emotiva. La bontà a misura di bambino, in questi racconti, si riconosce nella capacità di assumersi le proprie piccole responsabilità, nella disponibilità alla comprensione e all'apprezzamento degli altri, nell'allenamento a risolvere i piccoli conflitti del quotidiano in modo pacifico e senza sopraffazioni. La bontà ruota intorno a valori come il coraggio, l'amicizia, la lealtà, la solidarietà, la disposizione a offrire aiuto e cura, e passa attraverso attitudini come la fiducia, la giustizia, il rispetto, l'autonomia. Si sviluppa grazie alla condivisione e alla partecipazione, certo non con l'imposizione del dovere di conformarsi a rigide regole morali astratte. Educare alla bontà significa poi anche educare alla cittadinanza, perché prepara alla consapevolezza su molti temi attuali, come la legalità, i diritti umani, le pari opportunità, il consumo responsabile, il rispetto dell'ambiente, la libertà dagli stereotipi di genere, la diversità e l'integrazione. Tante storie diverse, divertenti e coinvolgenti, allegre o piene di suspense, per cominciare a riflettere su questi temi magari insieme a mamma e papà o ai propri adulti di riferimento! Che cos’è per te un “libro”? Per me il libro è uno strumento prezioso di guarigione, di arricchimento, di libertà e la lettura è l'attività che consente di esercitarla e di svilupparla. Dove si deve leggere un libro a un bambino? Ovunque si possa creare un’intimità tra chi ascolta e chi legge: in un luogo pubblico come una libreria, una scuola, una biblioteca, ludoteca o un luogo privato come la propria casa. I luoghi del quotidiano sono i migliori: il divano, un lettone, un tavolo da cucina, nel passeggino, in auto. Ma qualunque posto diventa il posto giusto se la lettura è accompagnata dallo scambio reciproco di un abbraccio o di uno sguardo, appunto di occhi di bimbo. Come si può far “crescere la lettura”? La pratica della lettura s'incoraggia solo leggendo. I libri vanno difesi e diffusi, rispettati, valorizzati e letti. Questo fin da piccoli. La scuola, soprattutto, dovrebbe "frequentare" i libri e la lettura in modo da renderli una pratica quotidiana, necessaria e attesa come la merenda e il gioco, non un momento di eccezione, né un dovere, né tanto meno una punizione, ma la normalità. Ogni scuola, ogni classe dovrebbe avere la sua biblioteca per “dare dipendenza” al libro.
Basterebbe anche solo un piccolo armadietto dove i bambini instaurassero l’abitudine della frequentazione, del “book-crossing”, oppure una lettura in classe all’ultima ora, ci sarebbero veramente tantissime cose da fare in favore della lettura. Qual è il complimento più bello che ti hanno fatto? In genere i bambini, i ragazzi, quando ti dicono: “… L’ho letto così forte che ho stropicciato tutte le pagine!” Grazie per l’intervista, vi seguo sempre con interesse e ♥ ! Altre informazioni su gli ultimi libri di Isabella Paglia li potete trovare al suo sito: isabellapaglia.info
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Anna Halprin
https://www.unadonnalgiorno.it/anna-halprin/
Anna Halprin è stata la coreografa e ballerina statunitense che ha aperto la strada alla danza postmoderna.
Ha creato un suo peculiare modo di muoversi utilizzando la consapevolezza cinestetica. Abbandonando le forme stilizzate della tecnica moderna, ha lavorato per riprodurre l’arte della vita quotidiana.
La sua ricerca ha radicalmente rivoluzionato le nozioni tradizionali della danza, ne ha sondato la natura estendendone i confini per affrontare questioni sociali, favorire la guarigione fisica e emotiva, collegare le persone alla natura e costruire comunità. I suoi lavori hanno dato voce alle fasce più deboli della popolazione come le persone soggette a discriminazioni razziali, malate e anziane. La sua tecnica è stata chiamata crescita del potenziale umano. L’obiettivo era mantenere il legame tra il comportamento non verbale e l’esame dell’uso del linguaggio e dell’espressione fisica.
Nata col nome di Hannah Dorothy Schuman il 13 luglio 1920 nell’Illinois da una famiglia di origine ebraica, già a quattro anni era iscritta a una scuola di danza. A 15 anni studiava le tecniche di Ruth St. Denis e Isadora Duncan.
All’Università del Wisconsin è stata allieva di Margaret H’Doubler, sua mentore per tutta la vita e pioniera della danza educativa che ne influenzò profondamente il suo pensiero artistico indirizzandola all’improvvisazione e allo studio anatomico del movimento.
Anna Halprin è stata anche allieva Walter Gropius a Harvard. Le idee del fondatore della Bauhaus sulla creatività collettiva e sull’integrazione dell’arte nella società, divennero principi fondamentali della sua poetica.
Nel 1940 ha sposato Lawrence Halprin, architetto paesaggista, con cui ha elaborato le metodologie RSVP Cycles e Take Part Process per orientare la creatività collettiva dei suoi workshop.
Al termine della seconda guerra mondiale si è trasferita a San Francisco dove gestiva una scuola di danza con Welland Lathrop.
Nel 1955 ha fondato il San Francisco Dancers’ Workshop, gruppo multidisciplinare con un palcoscenico di legno sospeso tra gli alberi dove, con tanti danzatori e danzatrici della futura generazione e celebri artisti dell’avanguardia americana, ebbe modo di sperimentare un nuovo metodo di lavoro, incentrato sull’improvvisazione e sul rapporto con l’ambiente per performance che superassero le convenzioni teatrali e la rigida separazione tra arte e vita.
Ha compilato esercizi di gruppo chiamati Movement Rituals che modellano il modo in cui i corpi si muovevano attraverso lo spazio e il tempo.
Nel 1965 ha fondato la prima compagnia multietnica “fornendo un metodo che consentiva a ogni comunità di essere vista e ascoltata alle proprie condizioni.”
Dal 1972, quando le venne diagnosticato un cancro, ha lavorato con i malati terminali tenendo workshop nei quali la danza assume un potere rigenerativo e terapeutico.
Nel 1978, insieme a sua figlia, ha fondato il Tamalpa Institute, un centro in cui la terapia riabilitativa è affiancata da tecniche somatiche, danza e elaborazione di autoritratti del proprio vissuto attraverso disegni e immagini. Braccio educativo e di ricerca senza scopo di lucro del San Francisco Dancer’s Workshop, offre formazione in un processo creativo che integra psicologia, terapie corporee e educazione con danza, arte e teatro, come percorso verso la guarigione e la risoluzione dei conflitti sociali.
Al Cancer Support and Education Center, ha guidato le persone malate di cancro attraverso una serie di esercizi di consapevolezza del corpo che le aiutavano a creare energia per la loro lotta.
Anna Halprin si è spenta il 24 maggio 2021, aveva cent’anni.
Artista raffinata e peculiare ci ha lasciato in eredità libri, documentari e spettacoli sul suo immane lavoro in cui ha utilizzato la danza come strumento politico e sociale.
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Umorismo e amore – Humor and love
” Il segreto della felicità è di fare tutto con amore, senza aspettarsi niente in cambio. Se, per anni, il piacere di far ridere è stato la spinta e la soddisfazione della mia attività, aggiungo ora all’umorismo l’importanza dell’amore, che si vive e si crea nel crogiolo del cuore. Le parole limitano e non possono trasmettere la qualità vibrazionale. Più si progredisce sulla via dell’amore, più ci si sente radiosi e più questa energia d’amore ci trascende,questa forza unica che ummunizza e dà le ali.
Kinou
Kinou il Clown (Maurice Recolin il suo vero nome) è un clown professionista per 35 anni e non ha esitato a discutere la sua fede cristiana quando l’occasione si presenta. E’ co-autore con il dottor Tal Schaller di libri divertenti, una terapia meravigliosa e i benefici del gioco
A causa di una malattia mise in discussione la sua vita e si chiuse in una stanza d’albergo per leggere e vedere film comici, scoprendo che ogni volta che rideva il dolore si allentava. Per poi guarire dalla malattia. Venne chiamato a dare lezioni di risate presso la facoltà di medicina.
Per Kinou, “far ridere è un modo per dare amore.” Il suo record parla da solo: Kinou ha fatto tutto da teatro di strada a la radio e la televisione, attraverso il circo Jean-Richard. E un successo in tutti i maggiori teatri di Parigi: l’Olympia, il Palazzo dei Congressi, il Casino de Paris … Kinou il Clown offre anche un sorriso ai bambini ricoverati in ospedale, convinto che la gioia velocizza la guarigione. “Con i trucchi di illusione, idee di intrattenimento, giochi e il cuore dice il saltimbanco, è possibile offrire questa vera magia che è l’amore. – Per saperne di più su Kinou il Clown, potete visitare il suo sito personale:
www.quichotte.com
“The secret of happiness is to do everything with love, without expecting anything in return. If, for years, the pleasure of making people laugh was the impetus and the satisfaction of my business, now add humor to the importance of love , who lives and creates in the crucible of the heart. words limit and can not convey the vibrational quality. more people progress on the path of love, the more you feel more radiant and this energy of love transcends us, this unique strength ummunizza and that gives wings.
kinou
Kinou the Clown (Maurice Recolin his real name) is a professional clown for 35 years and did not hesitate to discuss his Christian faith when the opportunity presents itself. It ‘co-authored with Dr. Tal Schaller of funny books, a wonderful therapy and the benefits of the game
Due to a disease he questioned his life and locked himself in a hotel room for reading and watching comedy films and found that every time she laughed-eased the pain. And then recover from the illness. He was called to give lessons in laughter at the faculty of medicine.
For Kinou, “make people laugh is a way to give love.” His record speaks for itself: Kinou has done everything from street theater to radio and television, through the circus Jean-Richard. And a success in all the major theaters of Paris: the Olympia, the Congress Palace, the Casino de Paris … Kinou the Clown also offers a smile to hospitalized children, convinced that joy speeds healing. “With the tricks of illusion, entertainment ideas, games and the heart says an acrobat, you can offer this real magic that is love. – To learn more about Kinou the Clown, you can visit his personal website:
www.quichotte.com
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Romance medievali
Dopo la mia lista dei miei dieci romance storici preferiti in assoluto, la lista dei romance che rileggo più spesso, e quella dei romance con i miei duchi, marchesi, e conti preferiti....eccoma la lista dei miei romance medievali preferiti.
E’ una lista breve perchè devo confessare che non si tratta del mio genere preferito di romance, io di solito leggo romance ambientati in epoca regency in Inghilterra, o a fine ottocento nel west americano. Queste sono le mie due epoche preferite (e tra le due l’epoca regency). Ma so che a molte lettrici invece piace l’epoca medievale, perciò volevo rendervi partecipi dei romance medievali che ho leto e amato.
Il cristallo verde, Amanda Quick
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Trama: Hugh di Scarcliffe era un uomo spietato, e la sua leggenda lo precedeva ovunque. Ma quella stana ragazza dai capelli di fiamma sembrava non averne paura. Anzi, la spudorata gli proponeva un contratto: a lui, l’Implacabile! Per ora Hugh aveva bisogno di lei per recuperare la pietra, il cristallo verde, ma poi si sarebbe vendicato… a modo suo.
La mia opinione: ormai lo sapete io adoro Amanda Quick, perciò un suo titolo nelle mie liste non manca mai. Con questo romanzo si cimento con l’epoca medievale, ma i suoi personaggi sono come sempre fuori dalle righe e piuttosto moderni. Non mancano ironia, battibecchi, scene esilaranti, e un pizzico di mistero e magia. Veramente un libro completo che più piacere a tutti.
Il primo bacio, Johanna Lindsay
Link: https://www.lafeltrinelli.it/libri/primo-bacio/9788882747107
Trama: Inghilterra, 1214. Durante il loro primo incontro, lei gli scaglia addosso il suo falcone, ferendolo gravemente. Dodici anni più tardi, al secondo incontro, si presenta vestita da uomo, aggressiva e ribelle. Le premesse per un matrimonio felice non sembrano esserci, ma il giovane Wulfric, figlio di Guy de Thorpe, non perde la speranza e reclama la sua sposa promessa. Aiutato da Nigel, padre della ragazza, Wulfric cerca di mantenere l'accordo fatto dai genitori tanti anni prima; ma la bella Milisant è davvero indomabile, e sembra chiaro che solo le maniere forti riusciranno ad ammorbidirle il carattere. Basteranno l'amore e la perseveranza a cambiare il carattere indisponente della giovane?
La mia opinione: Johanna Lindsay non è innovativa con le trame romance (a parte in alcuni casi), ma non so come raccontate da lei, sembrano sempre fresche.C’è un’ironia sottile, soffusa nel romanticismo, che li rende più godibili di altri libri veramente molto simili. La trama di queso libro non è nulla di nuovo, anzi, eppure leggendolo uno nemmeno se ne accorge tanto ci si immedesima coi personaggi, e riuscire a fare questo con un romance medievale non è semplice.
Il lupo e la colomba, di Kathleen Woodwiss
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Trama: Inghilterra, 1066. La colomba è Aislinn, la bella e fiera figlia del signore di Darkenwald. Il lupo è l’uomo che l’ha fatta prigioniera: Wulfgar, un valoroso guerriero di Guglielmo il Conquistatore. L’unico sentimento che una schiava può provare per il suo padrone è la vendetta. Ma fra i due giovani sorge una passione travolgente, che non si fermerà nemmeno davanti a ostacoli che sembrano insormontabili.
La mia opinione: un classico del romance che tutti gli amanti del genere hanno letto. Imperdibile. I protagonisti sono affascinanti, due persone forti che si ritrovano nemici sotto lo stesso tetto. Aislinn prima padrona del castello, poi schiava poi di nuovo padrona ma sempre sotto il potere del nemico usurpatore, amato, ma anche odiato, ma desiderato. E che piano piano si rivela come un buon uomo e ciò che era iniziata come una guerra si trasforma in amore….insomma è come una favola.E non si può restarne indifferenti.
La camera delle signore, di Jeanne Bourin
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Trama: Medioevo. Due donne, madre e figlia, le loro vite le loro passioni. La madre, giovane e sposata con un vecchio è frustrata e si sente attratta da un uomo più giovane. Questo uomo però, si invaghisce della figlia di lei, che però sta per sposarsi. Anche dopo il matrimonio, lui la segue, la tenta, e anche lei sente l'attrazione tra di loro…Ma ha un marito e ora una figlia, eppure il richiamo della passione la tenta…
La mia opinione: Un bellissimo ritratto di un'epoca considerata buia, il Medioevo,attraverso due figure femminili. Io ritengo che questo libro sia addirittura superiore a I Pilastri della terra di Ken Follet.
Jonas e Viridiana. Il cuore d'inverno, di Francesca Cani
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Trama: Anno Domini 1095. Cresciuta all’estremo nord del Sacro Romano Impero, Viridiana è abituata a viaggiare ed esercitare l’arte della guarigione. Fino a quando re Jonas dei Naconidi irrompe nel suo villaggio e la reclama come ostaggio in cambio della pace, ammaliato dalla chioma di fuoco e dallo spirito fiero che la contraddistinguono. Perché proprio a lei è toccato in sorte un simile sacrificio? Jonas è un sovrano arrogante e un guerriero spietato. Non c’è limite alla sua forza, né al suo desiderio di proteggere il figlio Andreas, unico vincolo con il suo perduto amore. Il suo cuore è in silenzio, non sa più amare né provare tenerezza. Eppure, vicino a Viridiana, si sente più vivo che mai. Ma non c’è pace nelle terre di confine, e quando il piccolo Andreas viene rapito dai predoni turchi insieme alla sorella di Viridiana, i due seguiranno la via percorsa da Goffredo di Buglione e dai crociati verso l’Oriente. Il mondo sta cambiando, l’esercito di Dio è partito alla conquista di Gerusalemme e due nemici scopriranno che l’amore più grande divampa dal fuoco di un odio cocente.
La mia opinione: Questo al momento è il mio romanzo preferito di Francesca Cani, sarà per l’ambientazione (Orient e le Crociate), per quel pizzico di misticismo che contiene, per i personaggi, non saprei dirvelo. Nel romanzo troverete un po’ di tutto, c’è una grande storia d’amore, molta avventura, il passato e i suoi protagonisti, ma c’è anche un mistero da svelare e la sorte di due bambini rapiti da scoprire. Perciò come farselo scappare?
The Husband Test, di Betina Krahn
Inedito in italiano
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Trama: Suor Eloise è forse la novizia più ben intenzionata al Convento delle Spose della Virtù, ma è anche la più combina guai. Testarda e seria, è determinata a guadagnare le lodi della sua badessa, ma ogni suo sforzo per fare del bene finisce in un disastro...o in un incendio. Per salvare il Convento dalla minaccia di quella ragazza così ben intenzionata la badessa le affida un incarico che la allontani fisicamente, e la manda a vivere presso un guerriero che era giunto da loro in cerca di una sposa virtuosa. Eloise dovrà giudicare se quel guerriero sia o meno degno di una sposa virtuosa sottoponendolo a delle strane prove. Peril, conte di Whitmore, ha veramente bisogno di una moglie virtuosa e alla svelta per far felice il re e non è per niente felice di tornare a casa senza moglie e con una giovane novizia testarda e supponente al seguito. Soprattutto quando scopre lo zelo di Eloise e l’assurdità delle prove che deve superare, ma ancora più difficile sarà resistere a quella donna esasperante e irresistibile.
La mia opinione: uno dei rosa medievali più divertenti che io abbia mai letto. La protagonista è una novizia combinaguai peggio della suor Maria di Tutti insieme appassionatamente. Lui sembra burbero ma in fondo è un cucciolone e lei gliene farà passare tante, ma tante, che chimarla combinaguai è poco. Veramente carino carino.
Bliss, di Lynsay Sands
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Trama: Ama il tuo prossimo tuo come te stesso, dice la Bibbia. Ma seguire tale insegnamento è impossibile qundo il prossimo in questione è il tuo vicino Lord Holden. Lady Helen Tiernay si è lamentata spesso del trattamento riservato alla sua gente. Troppo spesso forse, perché il re intende frenare i loro continui litigi ordinando loro di sposarsi. Elena non può rifiutare un decreto reale, ma farà tutto il possibile per scacciare quel marito così diabolicamente attraente. Holden ha affrontato ogni sorta di orrori sul campo di battaglia, ma il matrimonio con "la tiranna Tiernay" lo preoccupa comunque, fino a quando non scorge la Helen in carne e ossa, quella che prima non aveva mai conosciuto. Se non fosse così intenta a escogitare modi subdoli per evitare di consumare il loro legame, Helen vedrebbe quanto sono perfetti insieme e che un matrimonio iniziato come nemici può trasformarsi in un piacere assoluto.
La mia opinione: Questo titolo, suggeritomi da un’amica, è spassoso quasi quanto The Husband test, ma forse più romantico. Anche qui dal litigio si passa all’amore con un sacco di dialoghi divertente, più che scene come invece era con The husband test.
#Jeanne Bourin#Lynsay Sands#Betina Krahn#francesca cani#kathleen woodiwiss#Johanna Lindsey#Amanda Quick
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Gallipoli 1856. Disposizioni sanitarie per contagi
Antoine Roux, Brick Schooner (1829)
GALLIPOLI. DISPOSIZIONI SANITARIE PER IL CONTENIMENTO DEI CONTAGI IN UN EPISODIO DI COMMERCIO MARITTIMO DEL 1856
di Ennio Ciriolo
Anno 1856, marzo[1]
Testimoniale del capitano e verbale di addebiti dei Deputati della salute della Città di Gallipoli Brick-Schooner “Antonino”[2], Capitano: Angelo Caporale di Torre del Greco. Rotta: Palermo-Gallipoli.
Carico: zolfo, caffè e zucchero
«Giorno 18 marzo corrente anno 1856 siamo partiti da Palermo, io e la mia ciurma di dodici uomini, con un carico di sacchetti di zolfo in una stiva e altri di caffè e zucchero nella seconda, da consegnare in questa Città di Gallipoli al mercadante Salvatore Filieri, che aveva noleggiato il nostro Scuner denominato Antonino.
Spirando venti di Ovest contrarissimi alla nostra rotta e per cagione dei tempestosi flutti che facevano beccheggiare pericolosamente la nave, fummo costretti a poggiare nel porto di Reggio Calabria.
La mattina del giorno 28, il vento cambia e così, senz’altra novità, fatta vela da Reggio Calabria siamo giunti in questo porto. Faccio perciò richiesta di poter procedere al disbarco della merce».
Questo laconico costituto[3] di approdo apparve sospetto agli ufficiali del porto, ai funzionari della dogana e al Supremo magistrato di sanità marittima della Città di Gallipoli, i quali decisero di indagare sulla condotta del capitano e dell’equipaggio durante il viaggio, ai sensi del nuovo Regolamento di servizio sanitario marittimo nel Regno delle Due Sicilie emanato nel 1853 dal Re Ferdinando II di Borbone.
La lunga permanenza dello Scuner Antonino a Reggio Calabria fu il primo motivo che insospettì le autorità del porto. La sosta imprevista di circa dieci giorni durante un percorso abbastanza breve era difficile da giustificare.
Controllata la patente di sanità[4]dell’equipaggio esibita dal capitano, i magistrati della pubblica salute, attenti ad evitare ogni possibile causa di diffusione di malattie contagiose, trovarono che
«non era a tenore dell’ordinativo delle reali disposizioni, mancandovi in detta patente l’annotazione delle mercanzie a bordo, il luogo di nascita e l’età dei marinai, la bandiera e il tonnellaggio del naviglio, le generalità di un passeggero clandestino presente sul veliero, la provvista di viveri e di acqua necessari all’equipaggio.
Oltre di ciò, ispezionate le stive, scoprirono che nel fondo di detto vascello vi erano armi molto soprannumerarie rispetto a quelle annotate sulle polizze di carico, prive di attestazioni di controlli doganali pregressi e quindi di illecita provenienza».
La nave venne sottoposta a sequestro cautelare per le irregolarità della documentazione, per la presenza di uno sconosciuto a bordo, per le armi non dichiarate, per il sospetto che la loro incerta provenienza potesse essere causa di diffusione di malattie contagiose: peste, febbre gialla, colera, tifo petecchiale o esantematico.
Quelle armi potevano infatti provenire da luoghi infetti o da equipaggi suscettibili di infezioni che, a causa dei commerci illeciti in mare, lontano dai porti, avrebbero trafficato con gente equivoca, capace di sottrarsi al rigido controllo sanitario previsto dai Regolamenti di sanità marittima.
Il capitano dello Scuner Antonino venne richiesto di fornire le sue controdeduzioni riguardo a quanto gli veniva addebitato e di rispondere in maniera chiara e puntuale all’interrogatorio cui era sottoposto.
A discolpa sua e dell’equipaggio, egli addusse le seguenti motivazioni.
«Avendo esso capitano paventato che durante il di lui viaggio il suo Scuner potuto avrebbe incontrarsi con vele nemiche e venire alla pugna, come che a bordo la propria artiglieria di difesa era scarsa assai e debole, saggiamente pensò premunirlo con altre armi con cui potuto avesse far fronte all’inimico.
E data essendosi l’occasione nel porto di Reggio Calabria, allor che si partiva, di far compra di schioppi numero 200, cioè 170 posti già in armeggio e atti all’intutto per dar fuogo all’inimico, e gli altri trenta forniti dei propri ordegni pronti all’impiego per difesa nostra o per respingere i Legni barbareschi che interamente il vasto mare dappertutto infestano».
Ma ormai, alle autorità preposte, non interessavano tanto gli attacchi di pirateria che in effetti erano di molto scemati durante il 1800, quanto le condizioni di salute dell’equipaggio e il controllo della regolarità del carico della nave per evitare ogni eventuale possibilità di contagio che poteva provenire dai traffici marinareschi. Era convinzione comune che i viaggi per mare potessero compromettere la pubblica salute attraverso gli approdi dei bastimenti, i naufragi sulle coste, la tipologia delle merci trasportate, il transito nelle città di mare di gente forestiera sbarcata nel porto, specialmente se provenente dalle coste dell’Africa, dal Levante ottomano, da altri luoghi soggetti al dominio turco, da Tripoli, Tunisi, Marocco.
Possibili portatori di infezioni contagiose erano considerati in primo luogo «l’uomo e tutti gli altri animali pelosi, pennuti e lanuti». Erano poi ritenuti suscettibili di contagio diversi generi di commercio tra cui: lana, cotone, canapa, lino, stoppa, stoffa, tappeti, tabacchi, spugne, carta, libri, qualsiasi tipo di pelli e di cuoi. Anche i metalli, «semplici o manifatturati», potevano risultare contagiosi «per ragion della ruggine e dell’untume che naturalmente concepiscono nell’essere maneggiati»[5].
Nel caso dell’Antonino si giunse facilmente alla conclusione, anche per le reticenti spiegazioni del capitano e dell’equipaggio, che il carico di fucili era stato acquistato illegalmente e che allo stesso modo poteva essere venduto. Per cui, non potendone appurare né la provenienza né le condizioni igieniche, a causa del passaggio nelle mani di organizzazioni clandestine di numerosi trafficanti che inducono condizioni propizie alla ruggine, alla polvere, a germi altamente morbiferi, i Deputati della salute confermarono il sequestro della nave e dell’intero carico.
Al Pretore del Mandamento di Gallipoli venne demandata, per competenza, la valutazione dei risvolti penali dell’intera vicenda e delle sanzioni che andavano applicate.
Il capitano, l’equipaggio e il passeggero rimasto ignoto vennero posti, come richiedevano la prevenzione quarantenaria, la pratica di isolamento e le altre strategie di contenimento dei contagi, entro il recinto del lazzaretto, o ospedale del porto, delimitato da un sicuro cordone di custodia sanitaria, da un alto muro e un fossato.
Certo le malattie contagiose non risparmiavano Gallipoli né le altre città di mare. Basti qui ricordare le infezioni di tifo petecchiale con emorragia cutanea del 1804 e del 1848, che indussero vuoti paurosi nella densità della popolazione, causate, secondo le cronache storiche della città, da partite di grano infestato da petecchia e da altri virus patogeni sbarcate nel porto e panificate per il pubblico consumo. Anche allora, come oggi per il Corona virus, alcuni solerti medici perdettero la vita a causa del morbo che cercavano di debellare. Tra questi, Salvatore Marzo e Salvatore Demitri. Illustre vittima del contagio fu il vescovo Giuseppe Maria Giove, che molto si era prodigato «a pro dei veri poveri minacciati dalla malattia e di una morte quasi inevitabile per difetto di efficaci soccorsi»[6].
In assenza di qualsiasi intervento dello Stato, le imprese commerciali, spinte dalla necessità di sostenere l’economia, mettevano a disposizione della ricerca sanitaria gli indispensabili mezzi finanziari. A Gallipoli, le ditte francesi Auverny & Co. e la Emile Vienot, la Henry Stevens, inglese, la Mac Donald, olandese, sostennero la ricerca medica con propri finanziamenti allo scopo di conoscere meglio il virus del tifo petecchiale e combatterlo in maniera mirata.
L’odierna pandemia del Corona virus fa ripensare, mutatis mutandis, alle strategie sanitarie adottate in altre simili situazioni per arginare le conseguenze devastanti di malattie che, nella storia di lungo periodo, hanno aggredito e falcidiato la vita di intere generazioni. Per cui, senza esprimere giudizi di merito e traendo spunto dalle vicende sopra riportate, ritengo cosa utile riproporre alcune norme sulle urgenze sanitarie imposte dal Regio Decreto del 1853 per il Regno di Napoli. Ognuno può fare confronti e riflettere sugli accorgimenti anticontagiosi posti in essere nel passato e su quelli che vengono proposti oggi.
I reclusi del lazzaretto, sospetti di contagio, venivano sottoposti a diverse visite mediche, comunque non meno di due, una all’inizio e l’altra al termine della quarantena.
I medici, gli assistenti e i custodi del lazzaretto dovevano «essere coperti di una sopraveste di taffettà incerata, con cappuccio e maschera, calzati di zoccoli di legno e non si permetteranno mai di toccare gli infermi, né le loro robe, né i loro letti.
A tal fine porteranno sempre in mano un bastone con punta di ferro uncinato nel fine di scoprire gli ammalati quando occorra osservarli e far sì che nessuno si avvicini a essi.
L’infermiere e le guardie di servizio avranno, invece del bastone, lunghe mollette di ferro onde somministrare agli infermi i cibi ed i medicamenti prescritti, o per raccogliere da terra gli stracci, i fili, le carte e immediatamente bruciarli.
Tutto il personale sanitario, prima e dopo le visite, deve lavarsi le mani e il viso con acqua mista ad aceto antisettico e replicare queste lozioni frequentemente […] anche con soluzioni cloriche e saponate calde.
[…] Se un infermo viene a guarigione se gli debbono far recidere da lui medesimo i capelli ed i peli di tutte le parti del corpo. Indi si deve far passare in una sala di convalescenza ed ivi lavarsi diligentemente con un bagno tiepido e dargli dell’olio tiepido, acciò se ne unga per tutta la superficie del corpo, compresa la faccia e la testa». Doveva inoltre restare in osservazione per 40 giorni.
Le camere dei lazzaretti, a mano a mano che si rendevano libere o per causa di morte o, eccezionalmente, per guarigione dei reclusi, venivano imbiancate e disinfettate con calce. Il pavimento, sottoposto a ripetuti strofinamenti con la sabbia, era poi lavato con acqua di mare, con aceto antisettico e con “fumigazioni” nitriche o cloriche.
Le “robe” dei deceduti, non escluso il letto che avevano occupato, subito venivano date alle fiamme.
Se la morte fosse intervenuta per causa di peste, febbre gialla, colera o tifo petecchiale, il cadavere doveva essere preso con uncini di ferro, riposto nudo in una fossa cosparsa di calce viva, ricoperto ancora con calce e con acqua sufficiente per portarla allo stato di sobbollimento e, quindi, la fossa veniva colmata con almeno otto “palmi” di terra[7].
Poiché siamo in tema di contagi non è superfluo ricordare che la pandemia di Covid 19, che è la prima del XXI secolo, è comparsa puntualmente a distanza di cento anni, un secolo esatto, dall’ultima pandemia dell’età moderna: la Spagnola degli anni 1918-1920, quando le attuali irrinunciabili (o irresponsabili?) movide erano ancora di là da venire.
E diciamo ancora che la Spagnola trovò terreno fertile alla fine del primo conflitto mondiale, che aveva devastato l’intera Europa, mentre il Corona virus è stato preceduto da decenni di violenza sistematica e persistente perpetrata dall’uomo ai danni del pianeta Terra.
Che il Covid 19, come tante altre pandemie, abbia messo in ginocchio l’economia mondiale è fuor di dubbio. Ma è fuor di dubbio anche la nostra colpevole noncuranza riguardo ai livelli di qualità della vita che lasceremo a chi verrà dopo di noi.
Note
[1] AS LE, Verbali di avaria in mare, anno 1856.
[2] Scuner in italiano.
[3] «Il costituto è un atto legale, con cui il Capitano di un bastimento è obbligato a deporre innanzi alle Autorità sanitarie su tutte le circostanze della navigazione eseguita dal momento della sua partenza da un luogo fino a quello dell’approdo nel luogo ove se gli domanda il costituto». Dal Regolamento di Servizio sanitario esterno per il Regno delle Due Sicilie, 1853, Titolo II, Capo II, art. 27.
[4] «La patente è una carta autentica che le autorità sanitarie rilasciano ai Capitani o Padroni di bastimenti allorché essi sono per partire da un luogo. La patente deve indicare: il nome e l’età del Capitano del bastimento a cui si rilascia; la denominazione del bastimento e la bandiera di cui è coperto; i nomi e l’età di tutti gli altri individui che vi sono imbarcati, sia come formanti l’equipaggio sia come passeggeri; la specificazione del luogo per cui è diretto; la natura delle merci di cui il carico si compone», cit., Titolo II, Capo I, articoli 17 e 20.
[5] Ibid, Titolo I, Capo II, articoli 9-13.
[6] Cfr., F. Natali, Gallipoli nel Regno di Napoli, Tomo II, Mario Congedo Editore, Galatina 2007, p. 761.
[7] Regolamento generale di servizio sanitario esterno pel Regno delle Due Sicilie, 1853,Titolo III, Capo I, articoli 76-78.
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Nascono le ⭐️STAY TUNED STORIES"⭐️: Diamo un volto alle voci dei nostri relatori in modo che potrai conoscerli più approfonditamente anche attraverso la loro biografia! 😎 A fine pagina troverai tutti i contatti per interagire con loro, non esitare a scrivere! In più conoscerai le date in programmazione della loro rubrica...Ti ricordiamo che ogni relatore andrà in onda in diretta live 2 volte al mese...⭐️:STAY TUNED!🎧⭐️https://www.spreaker.com/show/stay-tuned-di-dharma-padme Oggi vi presentiamo: 🍀 Antonella Concina 🍀 che per la nostra web radio cura la rubrica "ESSERE SECONDO NATURA" Nata a Roma il 12/11/1958 alle ore 7.30. Ha avuto l'onore di essere portata da una cicogna durante un temporale, e fu depositata in un appartamento di Via della Balduina con tanto d'ostetrica napoletana. Dopo cinque anni di cui ha splendidi ricordi, tra i quali il Colosseo,il canarino della portinaia, la pizza bianca salata, la cornacchia che fregava gli spaghetti a tavola, le tartarughe sul terrazzino con il carrettino per l'insalata, Porta Portese alle sette di mattina, lo zoo, i serpentoni in vasca da bagno, e tanto altro, tornò alla città dei genitori, Venezia. Tra scientifici licei, studi universitari in storia dell'arte, filosofie astruse, crisi mistiche, erbari et erbolari, anni di comunità come educatrice per tossicodipendenze, cori e controcori, ecc.,ecc., etcì, salute! Ecco che approda all'uso dell'energia come strumento terapeutico e preventivo, ai Fiori di Bach di cui è assolutamente innamorata, all'alchimia della trasformazione, e, vi assicuro, è un territorio degno degli Ulissi. E, sempre da sempre ama la poesia ed il canto. Come scrittrice, sviluppa l’arte poetica fin da piccolina, innamorandosi a 7 anni di Shakespeare e divorando tutto ciò che trova, dai bocconi prelibati a quelli sciapi, raccogliendo una quantità notevole di scritti che pubblica in varie antologie. Fa parte di circoli letterari a Venezia, partecipa a concorsi nazionali di poesia dove si classifica ai primi posti, uno dei quali quello di Pieve di Soligo sotto l’egida di Andrea Zanzotto. Pubblica finora tre libri, di cui due editati da “Editoria Universitaria” di Venezia, “Stanze barocche” (1994) e “Il sandalo e le sfere” (1995), e uno autoprodotto “Esinti” (1996),termine turco che significa “brezza”. Figlia di un maestro organista compositore, nipote d’un nonno direttore d’orchestra, compositore, saggista e d’una nonna pianista, non poteva certamente sfuggire ai cori polifonici fin dall’età di 4 anni, ai gospel, spirituals, blues canonici o non, sino ad incontrare una sassofonista jazzista che ebbe il coraggio di musicare uno spettacolo con i suoi testi, ardua proposta, Enza Scollo, promoter dello spettacolo, manager dei suoi attuali gorgheggi e amica di tante avventure. Dal 1990 si dedica a tempo pieno come pranopratica, bionaturapata e consulente dei Fiori di Bach. Formazione: si forma come terapeuta ed insegnante in pranoterapia e bionaturopatia all’AMI University di Milano col dr. Massimo Inardi. S’innamora perdutamente dei Fiori di Bach e della loro filosofia, formandosi con la Dr.ssa Margaretha Mijlieff, ne è consulente (di persone ed animali) ed insegnante. Approfondisce e si forma (anche come insegnante) in: Pranic Healing Massaggio energetico spirituale La forza di guarigione dell’Albero della Vita Reiki Shiatsu Digitopressione Riflessologia plantare Sofrologia Psicodinamica Psicocibernetica Cromoterapia Bodyflowers Tecniche di respirazione Natura primo medico: fondamenti di botanica ed erboristeria Partecipa a numerosi convegni nazionali ed internazionali come uditore e relatore. Attualmente continua a svolgere la sua attività di terapeuta, insegnante e conduttore di gruppi in Veneto, in Romagna, o dove la Bellezza dell'Incontro la conduce. 🍀Per contattare Antonella scrivete a [email protected] "Essere secondo Natura" di Antonella Concina è andata in onda nelle puntate di Stay Tuned che sono a vostra disposizione per l'ascolto nelle seguenti date: - VENERDI' 10 APRILE - VENERDI' 24 APRILE - VENERDI' 8 MAGGIO E andrà prossimamente in onda nelle puntate di Stay Tuned in diretta LIVE dalle ore 19.00 di: - VENERDI' 22 MAGGIO - VENERDI' 5 GIUGNO - VENERDI' 19 GIUGNO - VENERDI' 3 LUGLIO
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L’Illettore: una confessione di Hermann Burger
Osservazioni cliniche effettuate in vari casi di trauma cerebrale permettono di affermare che la lettura non è un'attività globale dell'intero cervello, ne sono interessate solo determinate aree nella parete alta dell'emisfero dominante. Con la soppressione di queste zone della corteccia cerebrale il soggetto può perdere di colpo, parzialmente o del tutto, la capacità di leggere. Questa malattia viene chiamata alessia, cioè perdita della memoria delle lettere dell'alfabeto.
“L’illettore: Una confessione” di Hermann Burger è entrato nelle mie cose da leggere perché me ne sono innamorata durante una mia scorribanda nello stand de L’Orma Editore durante il Salone del Libro. L’Orma è una delle mie case editrici preferite, perché non solo non mi delude mai ma riesce ad unire competenza, accuratezza e originalità. E anche in questo caso colpisce nel segno.
Rinchiuso in una misteriosa e metafisica gattabuia, un uomo, affetto da uno strano morbo che gli impedisce di leggere i libri e di decifrare i segni del mondo, cerca la guarigione nel rapporto epistolare con una radiosa principessa, vestale dei classici letterari di ogni tempo. In sette vertiginose missive l’«illettore» racconta la propria vita come una «morte apparente». La narrazione, pagina dopo pagina, si trasforma in terapia per riaffacciarsi alla speranza e all’immaginazione, un percorso capace di regalargli infine l’euforia della convalescenza. Libro ossessionato dai libri, corso intensivo per lettori convulsi e dissennati, questo romanzo è un viaggio all’interno di una miniera oscura, ricca di frasi e immagini lucenti, sfaccettate ed enigmatiche come pietre preziose. Allucinato esperimento su «quanto in là si possa andare nello spingersi troppo in là», la confessione di Burger è anche – come rivela il breve saggio autobiografico che chiude il volume – il documento unico di un’esperienza di depressione clinica, un ironico «tentativo di sopravvivenza in prosa» scritto contro l’oblio: «Lo scrittore non dimentica mai, serba rancore in eterno».
Burger parte da una sua condizione esistenziale per raccontarne un’altra, che sembrerebbe non esistere ma che invece racchiude il mal di vivere di un intero gruppo. Possiamo certamente considerarla una metafora per una condizione più ampia, ma è l’immagine che atterrisce ogni lettore consistente, che prova nei confronti della lettura un amore viscerale e irrinunciabile. L’illettore quindi non è chi non legge e basta, ma chi prova una sorta di rifiuto e di ribrezzo per qualsiasi tipo di parola scritta. L’illettore è colui che rifugge i libri, il peso della carta, l’inossidabile sensazione di pace che può regalare lo stare in una qualunque posizione comoda con un volume aperto in grembo. Trattandosi di un romanzo epistolare e a senso unico, si potrebbe avere la sensazione di trovarsi in un libro un po’ sconclusionato, una raccolta sparsa di sentimenti che mancano di logica e di rigore. Invece Burger nella sua corrispondenza con l’eccelsa signora dei libri, descrive minuziosamente la sua malattia, con i suoi sintomi e il suo lento aggravarsi, e naturalmente come cerca di curarsi. La sua è una condizione spinosa, una depressione che lo trascina verso il rifiuto di qualsiasi tipo di attività intellettuale, uno stato di prostrazione che lo porta ad abbandonarsi ad attività che estinguano la sua voglia di lasciarsi andare. Ma la Signora di Blankenburg, la Lettrice, l’esperta dei fabbisogni del protagonista, non è una che si da per vinta e non chiude gli occhi di fronte alla perdita di un’esigenza così forte come quella delle lettere. La Principessa non è solo altro da lui, ma è anche la sua fonte di salvezza. Non ci si può salvare da soli e non ci si può neanche rinchiudere in una prigione di solitudine e incapacità. Burger si proclama un illettore non la stessa sicurezza in cui ci si proclama raffreddati. È capace di ricostruire minuziosamente la sua condizione e tutti i tentativi di recuperare le forze e la vita tra i monti dello Wildstrubel e Spillgerte, tra le alpi svizzere, i boschi, l’aria fresca e una biblioteca immensa, che diventa un santuario, un luogo di culto, prima di essere un sanatorio. I riti, consolidati dall’abitudine e dall’attitudine al rigore della Principessa, diventano una professione di fede per la letteratura, l’incedere verso il successo di una ripresa apparentemente impossibile. La parabola della malattia diventa il pretesto per sviscerare non solo la malattia ma anche la cura, ma soprattutto i segreti custoditi dalla biblioteca di Blankenburg.
Il particolare da non dimenticare? I fiori di Bach…
L’illettore è il ritratto di un viaggio, attraverso i meandri più reconditi della mente umana, per sopravvivere ad una vita che sembra consumare ogni fibra nervosa. Una malattia che sembra consumare tutto, un sentimento che supera tutto, anche i confini di una biblioteca che è la porta per arrivare dove noi non osiamo neanche immaginare.
Buona lettura guys!
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