#goretta

[hayaomiyazaki]

Isabelle Huppert as Béatrice THE LACEMAKER / LA DENTELLIÈRE (1977) dir. Claude Goretta

[falsenote]

The Lacemaker (1977)

[kino51]

Jean-Luc persécuté  1966

[izimbracreenshots]

The Lacemaker by Claude Goretta, 1977

[radiomeduse]

[ronnydeschepper]

Dertig jaar geleden: verfilming van "Het verdriet van België"

Het is al dertig jaar geleden dat de crew van de verfilming van “Het verdriet van België” door Claude Goretta actief was op de Graslei. In tegenstelling tot de verfilming van “Het gezin van Paemel” naar een scenario van Hugo Claus enkele jaren eerder, was ik er deze keer niet bij en ik kan dus ook geen leuke anekdoten oprakelen. Eigenlijk waren de verwachtingen te hoog gespannen voor deze film…

[queersrus]

Gore theme

includes: medical, slasher, cannibalistic, horror and general gore content, feel free to request specifics

meat/flesh - zombie - blood

(nick)names:

gore, gorette, goretta, goretto, gorine, gorina, gorino, gorelle, gorello, gorella, gorer, gory, gnaw, gnash, gut, gutz, gwyar, gruesome, grisly, gouge, guts/gutz, gutsy/gutzy, gutsie/gutzie, gutsee/gutzee, gutsine/gutzine intestine, intes, intine, inn, inna, innard entrail, entra, entrai, eye kill, killer, killian, killien, kid, kidney/kidnee/kidnie mort, morte, morty, morter, mortem, mortemer, mortimer, mortu, mortua, mortuary blade, bite, biter, bitten, bleed, blood, bloody, bleeder, bloodette, bloodine, bloodetta, bloodina, bloodelle, bloodella, brain, brainy, brainette, brainetta, brainelle, brainella, braine, brutal, bloodlust, bloodshed, bloodlet, bloodless, bloodlette, bloodletta, bloodletter, bloodbath, bowel cut, cutter, capil, capillary, cava, claret, clot, carnage, colon thrash, thrasher, tear slash, slasher, slice, splatter, spill, stab, stomach, spleen rip, ripper, rippley, ripley, razor fang, flesh, fleshy venus, vis, viscer, viscera, visceral, viscerally, vei, vein, vendet, vendette, vendetta, vessel, vital orga, organ, organa liver, lung art, arter, artery, ana, anat, anatom, anatomy, arteriole wound death hema pan, pancrea, pancreas, pierce, plasma, puncture

1st p prns: i/me/my/mine/myself

gi/gore/goreself, gi/guts/gutself bli/bleed/bloods/bloodself vi/vie/veins/veinself, vi/ve/ventettas/vendettaself, vi/visce/viscerals/visceralself i/inte/intestine/intestines/intestineself wi/wou/woune/wounds/woundself fli/fle/fleshs/fleshself oi/ore/organs/organself ci/carne/carnages/carnegeself, cli/clot/clots/clotself, ci/cor/corpse/corpseself li/lungs/lungself, li/live/livers/liverself ai/arte/arteries/arteryself pi/pancrea/pancreas/pancreaself sti/stomachs/stomachself, spli/splee/spleens/spleenself, ki/kidne/kidneys/kidneyself

2nd person: you/your/yours/yourself

go/gore/gores/goreself, gu/gutr/gutrs/gutrself blo/bleedr/bleedrs/bleedrself vo/veinr/veinrs/veinrself, vo/vendettar/vendettars/vendettarself, vo/viscer/viscers/visceralself oi/intestir/intestirs/intestinself wou/woundr/woundrs/woundrself flo/fleshr/fleshrs/fleshrself o/or/organs/organself co/cor/corpse/corpself, co/car/carnages/carnageself, clo/clotr/clotrs/clotself lo/lungr/lungrs/lungrself, lo/liver/livers/liverself ao/arter/arteries/arteryself po/pancr/pancreas/pancreaself sto/stomachr/stomachrs/stomachrself, splo/spleenr/spleenrs/spleenrself ko/kidneyr/kidneyrs/kidneyrself

3rd person: they/them/theirs/themself

go/gore, go/re, gore/gores, gu/ts, gu/gut, gut/guts blood/bloods, blo/od, blood/bath, blood/bloody, bloo/dy, blood/dy, blood/pit, blood/vessel, blood/shed, blood/less, blood/bond, blood/pact, blood/lust, blood/bleed, bleed/bleeds, ble/ed, bleed/ing, bleeding/out, blood/clot vi/vein, vei/vein, ve/in, vein/veins, vein/veiny, ven/detta, vendet/ta, ven/vendetta, vendetta/vendettas, visc/era, visc/eral, visc/visceram visc/visceral, viscera/visceral, visceral/viscerally inte/intestine, intest/ine, inte/stine, intestine/intestines large/intestine, lu/lung, lung/lungs, lun/ng, li/liver, li/ver, liv/er, liv/liver, liver/livers small/intestine, sto/mach, stomach/stomachs, sto/stomach, splee/spleen, sple/en, splee/een, spleen/spleens wo/wound, wou/wound, wou/nd, wo/und, wound/wounds fle/sh, fle/flesh, flesh/fleshes, flesh/fleshy o/organ, or/gan, org/an, org/organ, organ/organs co/coprse, cor/pse, cor/corpse, corplse/like, corpse/corpses, car/nage, carn/age, car/carnage, carn/carnage, carnage/carnages, clo/clot, clo/t, clo/ot, clot/clots art/artery, ar/tery, art/ery, artery/arteries pan/creas, pan/pancreas, pancrea/pancreas, pancreas/pancreases kid/ney, ki/kidney, kid/kidney, kidney/kidneys

titles:

the gore, the gored, the gorer, the visceral, the bleeding, the organ, the one with missing organs/limbs, the flesh eater, the wounded, the mortally wounded, the bleeding/bloody corpse, the half eaten corpse, the rotting flesh, the one with missing arteries, the one with bleeding arteries

(prn) whos skin peels, (prn) whos organs/limbs are missing, (prn) who's intestines are exposed, (prn) who brings carnage, (prn) whos flesh rots, (prn) who is gravely wounded

[davidhudson]

Happy 81st, Dominique Labourier.

With Gérard Depardieu in Claude Goretta’s The Wonderful Crook (1975).

[bibliothequesdefiction]

in La Dentellière, Claude Goretta, 1977.

[hayaomiyazaki]

Polish film poster for The Lacemaker (1977) dir. Claude Goretta, released 1978. Art by Jakub Erol.

[falsenote]

The Death of Mario Ricci (1983)

[kino51]

Goupi mains rouge  1994

[pneusnews]

Midas cresce in Piemonte: aperta la nona officina

Midas consolida la sua presenza nel Piemonte con l’apertura del suo nono centro a Mappano, in provincia di Torino. La nuova officina autorizzata Midas, in Str. Goretta, 86/M, già carrozzeria si è evoluta in centro Midas per poter provvedere anche alle manutenzioni ed offrire così alla clientela un servizio a 360 gradi, completo, puntuale e immediato, con tutta la competenza e qualità delle…

[personal-reporter]

Gli altri sport: Renato Casarotto

Uno degli alpinisti più noti ed amati dell’Italia degli anni Settanta e Ottanta, capace di imprese leggendarie… Renato Casarotto nacque ad Arcugnano, in provincia di Vicenza, il 15 maggio 1948 e durante l’adolescenza fece le sue prime escursioni in montagna, oltre a qualche via ferrata e delle semplici vie di arrampicata, dando inizio ad una passione che lo lasciò mai più. La svolta arrivò nel 1968 quando partì per il servizio militare che lo trascorrerà il Battaglione Esploratori Alpini in Cadore dove, oltre a frequentare diversi corsi, fece le prime scalate su roccia e su ghiaccio. Tornato a casa Casarotto frequentò le Piccole Dolomiti dove cominciò da subito a fare vie in libera, cioè senza assicurazione con la corda ed evitò sempre l’artificiale,  che in quegli anni andava di moda. Il 1971 fu l’anno dove Renato iniziò la sua vera attività alpinistica con l’esecuzione in solitaria della Via Carlesso sul Pasubio e un mese dopo ne fece un’altra via sempre in solitaria mentre nel 1972 assieme a Adriana Valdo, Renato Gobbato, Renzo Timellero, Paolo e Ludovico Cappellari, farà la via Solleder al Sass Maor in inverno, che divennero le caratteristiche del suo modo di vedere e fare alpinismo. Nel marzo 1973 invece aprì un’altra via alla Torre Trieste in Civetta assieme a Diego Campi e sempre nello stesso anno ideò la via Casarotto-Campi al Soglio Rosso e in agosto,  con Giacomo Albiero, fece la traversata integrale del Civetta, con 22 cime e 4000 metri di dislivello per un totale di cinque giorni. Intanto Renato conobbe Goretta Traverso, che nel 1975 divenne sua moglie e compagna inseparabile delle sue spedizioni. Nel marzo 1974 fece la prima invernale allo Spigolo Strobel sulla Rocchetta Alta di Bosconero assieme a Diego Campi e Piero Radin e nel dicembre dello stesso anno impiegò cinque giorni per ripetere in solitaria una prima invernale sulla via Simon-Rossi. L’anno successivo, in febbraio,  salì la Adrian-Faè al Civetta,  impiegando sei giorni. Nel 1978 toccò al Monte Bianco dove apre una via sulla parete nord dell’Aiguille Verte, la goulotte Comino-Grassi-Casarotto assieme a Gianni Comino e Gian Carlo Grassi e nell’inverno del 1982 inventò il Trittico del Frêney, una delle sue imprese di maggior rilievo, oltre ad altre vie come la Ratti-Vitali all’Aiguille Noire de Peuterey, la Gervasutti-Boccalatte al picco Gugliermina e la Bonington al Pilone Centrale del Frêney. Tra il 1982 e il 1983 affrontò da solo il Diedro Cozzolino al Piccolo Mangart di Coritenza impiegando ben dieci giorni. Nel 1984 ripetè in solitaria e in inverno la via Gervasutti sulle Grandes Jorasses, mentre l’anno precedente aveva aperto la via Casarotto-Grassi al Pic Tyndall assieme a Gian Carlo Grassi. Casarotto verso la fine degli anni Settanta iniziò a fare le sue prime esperienze all’estero spostandosi in America Latina e in Karakorum. Il primo successo extraeuropeo che lo consacrò come alpinista internazionale fu  la salita in solitaria in soli 17 giorni sulla parete nord dell’Huascarán fatta nel 1977. Nel 1978 si spostò in California dove compie la sua prima Big Wall mentre nel 1979 andò in Patagonia affrontando in solitaria il pilastro nord-nordest del Fitz Roy. Renato nel 1979 partecipò come membro della spedizione Messner sul K2, dove  Casarotto e Messner tentarono la Magic Line per salire in vetta ma vennero costretti a rinunciare. A quel punto, mentre Messner decise di salire lo stesso per lo Sperone Abruzzi,  Casarotto tornò a casa deluso da quella esperienza. Gli anni ottanta furono prolifici per Renato Casarotto, nel 1980 ci fu un tentativo fallito di salita invernale del Makalu e nel 1983 superò,  in soli sette giorni, il difficile sperone nord sulla nord del Broad Peak Nord Nel 1985 arrivò in cima al Gasherbrum II  assieme a Goretta, facendola diventare la prima donna italiana ad aver raggiunto la cima di un Ottomila. Casarotto nel 1986 decise di salire il K2 per la cresta sud-ovest in solitaria, ma fu costretto a fermarsi a pochi metri dalla vetta a causa del maltempo, tornò  al penultimo campo in quota dove passò la notte e ritentò la salita il girono dopo. Ancora una volta Renato fu costretto a tornare indietro a causa del maltempo e questa volta decise di scendere. Il 16 luglio 1986,  quando Casarotto ormai era  quasi arrivato al campo base a poche ore dalla tenda, un ponte di neve cedette sotto i suoi piedi e lo fece precipitare in un crepaccio del ghiacciaio De Filippi sul versante meridionale del K2. Con la radio Renato riuscì  a chiamare i soccorsi che arrivarono  sul luogo immediatamente e riuscirono ad estrarlo dal crepaccio, ma il grande alpinista morì poco dopo tra le braccia di Goretta a causa delle ferite subite dopo la caduta. Casarotto venne seppellito in un crepaccio  e solo nei primi anni del Duemila il suo corpo tornò alla luce, per i movimenti del ghiaccio. Ora i resti di Renato Casarotto si trovano presso il Memorial Gilkey, al campo base del K2. Read the full article

[theuniquestore]

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