#giuseppe tosi
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Giuseppe "Beppe" Tosi was an Italian discus thrower. He won silver medal at the 1946, 1950 and 1954 European championships and 1948 Olympics, every time beaten...
Link: Giuseppe Tosi
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carmelo bene in occasione della morte di pasolini
cliccare per ingrandire * pagina 194 del catalogo PASOLINI. TUTTO È SANTO. IL CORPO POETICO , a cura di Giuseppe Garrera, Cesare Pietroiusti, Clara Tosi Pamphili, Continents Editions, Milano 2022
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#Bene#borghesia#Carmelo Bene#cb#Cesare Pietroiusti#Clara Tosi Pamphili#Continents Editions#Giuseppe Garrera#in morte di Pasolini#italia#morte di Pasolini#Pasolini
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Medea (Pier Paolo Pasolini, 1969)
Cast: Maria Callas, Massimo Girotti, Lauren Terzieff, Giuseppe Gentile, Margareth Clémenti, Paul Jabara. Screenplay: Pier Paolo Pasolini, based on a play by Euripedes. Cinematography: Ennio Guarnieri. Production design: Dante Ferretti. Costume design: Piero Tosi. Film editing: Nino Baragli.
Pier Paolo Pasolini's retelling of the story of Medea is a challenge to anyone who doesn't already know the story: Pasolini is not interested in conventional movie storytelling, so the film feels shapeless, lurching through some scenes and lingering through others until it ends almost abruptly. What he's interested in is crafting a vision of antiquity, of the age from which the myths and legends came, that's primitive and tribal, not at all the graceful world of marble gods and goddesses we've come to associate with ancient Greece. This is a world in which people scrabble for survival in bleak desert settings, filmed in Turkey and Syria. In Pasolini's film, the Argo, the ship that brings Jason and the Argonauts to Colchis in search of the Golden Fleece, is a cobbled-together raft. The fleece itself is a somewhat ratty-looking ram's head with gilded horns. It's not exactly a film in which you'd expect to find a diva like Maria Callas, and yet her out-of-placeness somehow fits the character of Medea, a woman who would rise above almost any setting only to be dragged down by fate.
#Medea#Pier Paolo Pasolini#Maria Callas#Massimo Girotti#Lauren Terzieff#Giuseppe Gentile#Margareth Clémenti
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Cast: Maria Callas, Massimo Girotti, Lauren Terzieff, Giuseppe Gentile, Margareth Clémenti, Paul Jabara. Screenplay: Pier Paolo Pasolini, based on a play by Euripedes. Cinematography: Ennio Guarnieri. Production design: Dante Ferretti. Costume design: Piero Tosi. Film editing: Nino Baragli.
Pier Paolo Pasolini's retelling of the story of Medea is a challenge to anyone who doesn't already know the story: Pasolini is not interested in conventional movie storytelling, so the film feels shapeless, lurching through some scenes and lingering through others until it ends almost abruptly. What he's interested in is crafting a vision of antiquity, of the age from which the myths and legends came, that's primitive and tribal, not at all the graceful world of marble gods and goddesses we've come to associate with ancient Greece. This is a world in which people scrabble for survival in bleak desert settings, filmed in Turkey and Syria. In Pasolini's film, the Argo, the ship that brings Jason and the Argonauts to Colchis in search of the Golden Fleece, is a cobbled-together raft. The fleece itself is a somewhat ratty-looking ram's head with gilded horns. It's not exactly a film in which you'd expect to find a diva like Maria Callas, and yet her out-of-placeness somehow fits the character of Medea, a woman who would rise above almost any setting only to be dragged down by it.
Medea (1969) Dir. Pier Paolo Pasolini
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Europee, la lista dei 76 possibili eletti secondo YouTrend
Europee, la lista dei 76 possibili eletti secondo YouTrend. Ilaria Salis, Mimmo Lucano e Ignazio Marino con Avs. Cecilia Strada e probabilmente Marco Tarquinio con il Pd, Gaetano Pedullà e Pasquale Tridico con il M5S, Giovanni Crosetto, nipote del ministro della Difesa, per FdI, Letizia Moratti e probabilmente anche Flavio Tosi per Forza Italia, e poi Roberto Vannacci che dovrà scegliere la circoscrizione per la Lega. Sono questi alcuni dei 76 eletti al Parlamento europeo secondo un elenco (ancora provvisorio) messo a punto da YouTrend. Ecco i possibili eletti partito per partito Fratelli d’Italia In tutto dovrebbero essere 24 gli eurodeputati del partito della premier Giorgia Meloni, che è candidata capolista in tutte le circoscrizioni e che rinuncerà al seggio. Nord Ovest: Carlo Fidanza, Mario Mantovani, Giovanni Crosetto, Lara Magoni, Pietro Fiocchi, Mariateresa Vivaldini. L'ultimo nome è quello di Paolo Inselvini, che subentrerà dopo la rinuncia di Meloni. Nord est: Elena Donazzan, Stefano Cavedagna, Sergio Antonio Berlato, Alessandro Ciriani. Anche in questo caso, Daniele Polato dipende dalla rinuncia della premier. Centro: Nicola Procaccini, Marco Squarta, Carlo Ciccioli, Antonella Sberna. Ultimo Francesco Torselli. Sud: Alberico Gambino, Francesco Ventola, Denis Domenico Nesci, Michele Picaro e ultima - in attesa di subentrare - Chiara Maria Gemma. Isole: Giuseppe Milazzo, Ruggero Razza. Partito Democratico Dovrebbero essere 21 gli eurodeputati Dem. In questo caso Schlein si è candidata in più circoscrizioni: al Centro e nelle Isole e anche lei rinuncerà. Nord Ovest: Cecilia Strada, Giorgio Gori, Alessandro Zan, Irene Tinagli, Brando Benifei, Piefrancesco Maran. Nord est: Stefano Bonaccini, Alessandro Zan (eletto anche lui in più circoscrizioni), Alessandra Moretti, Elisabetta Gualmini, Annalisa Corrado, Andrea Zanoni. Centro: Nicola Zingaretti, Dario Nardella, Matteo Ricci, Camilla Laureti, Marco Tarquinio (che subentrerebbe al momento della rinuncia di Schlein). Sud: Antonio Decaro, Lucia Annunziata, Raffaele Topo, Pina Picierno, Sandro Ruotolo. Isole: Giuseppe Lupo (anche in questo caso si tratta di un subentro). Movimento 5 Stelle Sono 8 i possibili eletti del Movimento. Nord Ovest: Gaetano Pedullà. Nessun eletto al Nord est. Centro: Carolina Morace, Dario Tamburrano. Sud: Pasquale Tridico, Valentina Palmisano, Mario Furore, Danilo Della Valle. Isole: Giuseppe Antoci. Forza Italia Sono 8 gli eletti di Forza Italia. Antonio Tajani è stato eletto in più circoscrizioni e anche lui dovrebbe rinunciare. Nord Ovest: Letizia Moratti, Massimo Salini (un altro caso di subentro). Nord est: Flavio Tosi, laddove scatti la rinuncia di Tajani. Centro: Salvatore De Meo, che subentrerebbe a Tajani. Sud: Fulvio Martusciello e Giusi Princi (anche qui scatta con la rinuncia del capolista). Isole: Edmondo Tamajo e Marco Falcone. Lega Otto anche gli eurodeputati leghisti. In questo caso è Roberto Vannacci a essere capolista in 4 su 5 circoscrizioni e dunque dalla sua scelta dipenderà l'elezioni di alcuni candidati. Nord ovest: Silvia Sardone, Isabella Tovaglieri e Angelo Ciocca che resta in bilico. Nord est: Anna Maria Cisint e - sempre in bilico - Paolo Borchia. Centro: Susanna Ceccardi, in attesa di sapere se farà il bis o meno in Europa. Sud: Aldo Patriciello, anche lui ancora non certo di andare in Europa. Isole: Raffaele Stancanelli. Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Salis e Ignazio Marino dovranno optare per uno dei seggi in cui sono stati eletti e a quel punto si saprà con certezza quali saranno i 6 eurodeputati di Alleanza Verdi e Sinistra. Va al Parlamento europeo certamente Mimmo Lucano, mentre da decidere chi fra Benedetta Scuderi, Giovanni Mori, Cristina Guarda, Marilena Grassadonia, Francesco Emilio Borrelli e Leoluca Orlando conquisterà il seggio a Strasburgo. Südtiroler Volkspartei Lo sbarramento nazionale al 4% non vale per le liste delle minoranze linguistiche, che possono collegarsi - ricorda YouTrend - ad una lista nazionale e sottrarle un seggio se un loro candidato supera le 50.000 preferenze. In queste elezioni, come in quelle del 2019, la Südtiroler Volkspartei era apparentata con Forza Italia e in entrambe le occasioni le ha sottratto un seggio nel Nord Est. Risulta fra gli eletti Herbert Dorfmann nella circoscrizione Nord est.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Una mostra su Tolkien a Roma
A cinquant’anni dalla scomparsa e dalla prima edizione italiana de Lo Hobbit, Roma ospita fino all’11 febbraio 2024 presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea una grande mostra dedicata a John Ronald Reuel Tolkien, creatore dell’epopea della Terra di Mezzo che ha plasmato una nuova mitologia per il mondo contemporaneo e lo ha reso uno degli autori più letti del pianeta. Tolkien. Uomo, Professore, Autore racconta il percorso umano, il lavoro accademico, la potenza narrativa, la forza poetica: un viaggio che permette di approfondire la vita della scrittore e di comprendere quanto la sia straordinaria conoscenza del mondo antico siano alla base del suo processo creativo. È la prima esposizione di queste dimensioni dedicata in Italia allo scrittore e, rispetto alle grandi mostre allestite a Oxford (2018), Parigi (2020) e Milwaukee (2022) su particolari aspetti delle opere letterarie, quella di Roma pone Tolkien come l’uomo, padre e amico; accademico, autore di studi e pubblicazioni ancora oggi fondamentali nello studio della letteratura in antico e medio inglese; narratore e creatore della Terra di Mezzo. L’immersione nell’universo da lui creato si realizza in un percorso espositivo tra manoscritti autografi, lettere, memorabilia, fotografie e opere d’arte ispirate alle visioni letterarie di un autore unico e poliedrico nella sua complessità artistica e umana. Particolare rilevanza viene data al suo rapporto con l’Italia w nella rassegna non mancano le testimonianze del viaggio a Venezia e Assisi nel 1955; così come i contatti, diretti e indiretti, con studiosi e intellettuali. C’è uno spazio anche per gli adattamenti cinematografici vecchi e nuovi, dal film d’animazione di Ralph Bakshi alla trilogia de Il Signore degli Anelli del regista Peter Jackson, capace di rappresentare sul grande schermo una delle saghe più ambiziose e popolari della letteratura mondiale conquistando 17 premi Oscar. Ideata e promossa dal Ministero della Cultura con la collaborazione dell’Università di Oxford, è realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con la curatela di Oronzo Cilli e la co-curatela e l’organizzazione di Alessandro Nicosia, la mostra è la più importante retrospettiva del suo genere in Italia per spettacolarità, dimensioni, materiali inediti esposti e autorevolezza delle istituzioni internazionali coinvolte, come l’Archivio Apostolico Vaticano, la Bibliothèque Alpha dell’Università di Liegi, l’Università di Reading, l’Oratorio di San Filippo Neri di Birmingham, il Venerabile Collegio Inglese di Roma, la Tolkien Society, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, la Biblioteca civica di Biella, le case editrici Astrolabio-Ubaldini e Bompiani, il Greisinger Museum di Jenins e la Warner Bros Discovery. Il catalogo che accompagna la mostra ha i contributi di Adriano Monti Buzzetti Colella, Giuseppe Pezzini, Emma Giammattei, Francesco Nepitello, Chiara Bertoglio, Gianluca Comastri, padre Guglielmo Spirito, Fabio Celoni, Davide Martini, Roberta Tosi, Salvatore Santangelo, Stefano Giuliano, Claudio Mattia Serafin, Gianfranco de Turris, Paolo Paron e Domenico Dimichino. Roma sarà la prima tappa di un percorso su Tolkien che proseguirà nel 2024 in altre città italiane e grazie al MiC, che ha promosso e sostenuto la progettazione con l’obiettivo di incentivare la partecipazione di tutti alla vita culturale, sarà possibile visitare la mostra senza alcun costo aggiuntivo, solo esibendo il biglietto d’ingresso alla GNAM. Read the full article
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A violência contra negros, pobres, favelados é a expressão do que falava Walter Benjamin: “A tradição dos oprimidos nos ensina que o ‘estado de exceção’ em que vivemos é na verdade a regra geral” — Giuseppe Tosi e Lúcia de Fatima Guerra Ferreira, em ‘Ditaduras, Estado de Exceção e Resistência Democrática: questões do presente.’
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Toby Dammit (Federico Fellini, 1968) Cast: Terence Stamp, Salvo Randone, Annie Tonietti, Marina Yaru. Screenplay: Federico Fellini, Bernardino Zapponi, based on a story by Edgar Allan Poe. Cinematography: Giuseppe Rotunno. Production design: Piero Tosi. Film editing: Ruggero Mastroianni. Music: Nino Rota.
Toby Dammit (Federico Fellini, 1968)
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3 ago 2023 18:41
CENTRO SPERIMENTALE 'CHIAGNI E FOTTI' - INVECE DI GRIDARE ALLA "VIOLENZA" PER AVER MANDATO A CASA IL PRESIDENTE MARTA DONZELLI (MA CORSI E DOCENTI NESSUNO LI TOCCA), PERCHE' I VARI CAPOTONDI, MORETTI, LUCCHETTI E COMPAGNI NON REPLICANO AI DISASTRI DELLA GESTIONE DONZELLI, TRA L'ALTRO PRODUTTRICE DI FILM IN PROPRIO? - OGGI IL POLVERONE VIENE ALIMENTATO SUI GIORNALONI DA QUEL MONDO DI CINEASTI CHE VEDE POLVERIZZARSI L'INSOSTENIBILE CUCCAGNA DI FINANZIAMENTI STATALI DI CUI HANNO GODUTO FINORA I LORO FILMETTI (UNA MONTAGNA DI DENARO PUBBLICO CHE OSCURA IL REDDITO DI CITTADINANZA) -
DAGOREPORT
Le roventi polemiche sul Centro Sperimentale di Cinematografia, alimentate sui giornaloni da quel mondo di cineasti che vede polverizzarsi la cuccagna di finanziamenti statali di cui hanno goduto finora i loro filmetti, merita di rispolverare la poetica frase del filosofo romano Stefano Ricucci: ‘’So’ tutti bravi a fare i froci con il culo degli altri”.
Massì, finiamola di prenderci per le chiappe: la nomina del presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia è sempre stato il lavoro preferito dal Ministro della Cultura, e su quella politica (di centrosinistra) è stata improntata l’organizzazione di progetti e l’individuazione di responsabili e collaboratori.
Del resto, quando nel 2016, governo Renzi, il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, nominò alla scadenza del mandato Felice Laudadio, non certo uno di destra, alla presidenza del CSC, il noto sceneggiatore Stefano Rulli mica la prese tanto bene la mancata riconferma: scrisse una lettera agli studenti in cui si dichiarava particolarmente incazzato.
L'emendamento al Decreto Legge Giubileo, firmato dai deputati della Lega non è ‘’un atto che stravolgerebbe le caratteristiche fondanti dell'istituzione’’: se qualcosa stravolge è solo il sistema del potere del cinemismo chiagne e fotti. Tanto c’è lo Stato che finanzia filmetti allegri zeppi di Crisi dei Valori, Perdita del Centro, Disagio della Civiltà, Eclissi del Sacro, Crepuscolo della Sinistra, Fine dell'Umanesimo, Agonia dell'Individuo, Deriva della Cultura, Scacco della Ragione, Fallimento della Storia, Reificazione della Vita.
Ma in realtà tutte queste cifre concettuali sono soltanto alibi pretestuosi per mascherare incassi ridicolmente miseri e mantenere in piedi la baracca dell’amichettismo de’ noantri. E per lanciare l’accusa di lottizzazione occorre davvero non avere uno specchio in casa che rifletta la propria faccia. “Il CSC è indipendente come la Rai”, scrive giustamente oggi Il Foglio (vedi pezzo a seguire).
Se poi apre la boccuccia pure Nicola Zingaretti (“Un'altra vergogna di una maggioranza ossessionata dalle poltrone, che disprezza l'autonomia delle istituzioni pubbliche’’), cioè colui che ha riempito di milioni (della Regione Lazio) il suo amico del cuore Valerio Carocci, zar del Cinema America, allora, per dirla alla Nanni Moretti, "La messa è finita".
A proposito dell’uscente Marta Donzelli, già in partenza molti dubbi si fecero sulla nomina, sempre firmata dal duplex Franceschini-Nastasi (marzo 2021, governo Draghi). Come ha dichiarato Pupi Avati in un’intervista al Foglio: “Un tempo al CSC c’erano Roberto Rossellini, Giuseppe Rotunno, Virgilio Tosi. Io la direttrice che c’è adesso ho dovuto cercarla su Google per sapere chi fosse”.
Uno dei dubbi maggiori era il fatto che Donzelli abbia a suo tempo posto la condizione di continuare a svolgere il suo lavoro di produttrice cinematografica alla Vivo Film. Condizione che Franceschini ha accettato. Ciò, al di là di possibili evidenti conflitti di interesse, non può darle il tempo necessario da dedicare al CSC, dove si reca non più di due volte a settimana.
Inoltre la sua decisione di accentrare tutto, facendo passare ogni minima decisione al vaglio del consiglio di amministrazione (che si riunisce in media una volta al mese e non sempre ha il tempo di affrontare tutti gli argomenti all’ordine del giorno) ha creato lentezze e incertezze che hanno ingolfato non solo la nascita di nuovi progetti ma anche l’ordinaria amministrazione.
L’aggiunta in organico di una figura inedita, quella di vice direttore generale, teoricamente necessaria per meglio congiungere le due realtà del CSC, la Scuola (la sede di Roma indice le selezioni per n. 84 posti) e la Cineteca, ha creato in effetti una poltrona e uno stipendio in più e parecchie sovrapposizioni e fibrillazioni.
Il reclutamento è stato fatto con un bando ad hoc, modellato su una persona già individuata. In questi due anni e mezzo ci sono state inoltre notevoli turbolenze sindacali, alcune richieste di accesso agli atti e annunci di cause per demansionamento.
I due grandi progetti annunciati, l’acquisto della sala cinematografica Fiamma (per un costo, compreso il restauro, di 6,5 milioni), e la realizzazione di una piattaforma di e-learning (costo 7,5 milioni, non paghi del fallimento della franceschiniana Netflix de’ noantri, Its Art), non sono mai partiti; nel primo e nel secondo caso si attende ancora l’avvio dei lavori, nel terzo si sono alternate svariate ipotesi, rivelatesi tutte inconsistenti o non praticabili.
La rassegna di film “XX secolo”, organizzata al cinema Quattro Fontane di Roma, è uno dei fiori all’occhiello della presidenza, avendo ottenuto un numero di biglietti staccati superiori alle medie dei normali cinema di prima visione, ma il prezzo da pagare è letteralmente altissimo: la rassegna viene infatti realizzata prendendo in affitto la sala, noleggiando film quasi sempre stranieri (utilizzando quindi pochissimo i film italiani conservati dalla Cineteca) e pagando a caro prezzo dei consulenti esterni per scelte che il personale specializzato interno avrebbe potuto fare gratis e con competenza non certo inferiore.
È interessante sapere che ogni anno vengono selezionati da tutta l'Italia solo 14 allievi nel corso di recitazione, 8 in quello di sceneggiatura, 6 in quello di regia (notevole la presenza di "figli d'arte"). E sapete quanto versa il ministero della Cultura al Centro per la formazione e le varie attività ogni anno? 14 milioni e 500 mila euro. Inoltre la Direzione Generale Cinema e Audiovisivo ha approvato con decreto anche l'assegnazione di 37.200.000 di fondi straordinari PNRR. Quindi una bella somma da gestire e assegnare in questi anni.
Di qui, la decisione di accompagnare all’uscita Donzelli e i suoi cari, con un anticipo di due anni dalla data prevista, nel marzo 2025.
FASCISTI E BARACCONI
Lettera aperta da Il Foglio - Estratto
Cari ragazzi che avete occupato il Centro Sperimentale di Cinematografia, vi scriviamo una lettera aperta anche noi, come quella di Marco Tullio Giordana su Repubblica. ……..
Suvvia. Sin dalla sua benemerita fondazione fascista, le nomine del Centro Sperimentale sono sempre state espressione della politica. Quest'improvviso richiamo all'“indipendenza” lascia un po' perplessi.
Il CSC è indipendente come la Rai.
La Fondazione che lo presiede è indipendente come il Cda di Viale Mazzini. Se, per esempio, cari ragazzi andate sul sito del Centro Sperimentale dove voi studiate, sotto ogni nome del CdA vedrete che c'è scritto, giustamente, “incarico di stampo politico”. Vale anche per il comitato scientifico. Più chiaro di così.
Veniamo alla norma incriminata e ora stracciata: “Il testo sopprime di fatto la figura del direttore generale della fondazione, aumentando i membri del Comitato scientifico da tre a sei e facendoli diventare di nomina diretta di tre ministri”. Sarebbe questo il passaggio da un CSC libero e indipendente (ma dove?) a uno “occupato della destre”?
Avete paura che Sangiuliano vi metta a fare film tratti dai suoi libri, o una serie di spin-off tolkeniani (a saperli fare)? Indipendente nel senso che intendete voi, il Centro Sperimentale non lo è mai stato e mai lo sarà. Non si capisce insomma la differenza rispetto ad ora, se non, in caso, lo spavento per membri nominati magari da un governo di destra, come successo in Rai, appunto. Il caro Marco Tullio Giordana rimpiange addirittura Mussolini (dice che Sangiuliano sta facendo peggio). Un po' c'è da capirlo.
………….
Vieni oggi. Guardate però che differenza con Hollywood: lì si protesta contro le insidie dell'Intelligenza Artificiale, qui contro nomine, contronomine, destra, sinistra. Siamo vecchi.
Sarebbe stato bello se da questa norma cavillosa così discussa, se da questa occupazione sicuramente sentita e partecipata, fosse nato invece un bel dibattito sul senso di certe istituzioni.
A cosa serve oggi il Centro Sperimentale? Siamo sicuri che con questo nome dannunziano sia davvero “sul pezzo”, come dicono i giovani? (Veltroni aveva provato a cambiarlo nella Scuola Nazionale di Cinema, poi si è tornato alle radici mussoliniane). Il cinema, la tv, i media cambiano a una velocità sconcertante e travolgono tutto ciò che è vecchio. Solo le istituzioni dinamiche riescono a stare al passo.
E' dinamica un'istituzione statale sballottata sempre dalla politica di qua o di là? Non servirebbe forse un Centro Sperimentale che prima che nominato da destra o da sinistra avesse un po' meno burocrazia, un po' meno Stato dentro?
Sarebbe anche il caso di ricordare che il Centro Sperimentale non è solo una scuola, ma il luogo dove si conserva la memoria del cinema italiano (film, archivi, documenti, tutto). Sono cose ben diverse. Un conto è formare cineasti che registrati vedersela con ChatGpt. Altro è conservare, preservare, diffondere nel modo più capillare possibile il nostro patrimonio cinematografico nel mondo.
Invece tutto qui è ammassato nello stesso baraccone statalizzato e politicizzato, dove tutto pare dipendere dalla forma dei vertici, più che dalle idee messe in gioco. Non fatevi fregare dalla battaglia per le nomine. Non si hanno notizie di capolavori di storia del cinema diventati tali grazie alla nomina di un Cda o dal gioco delle correnti di partito.
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First sketch of 2020: Claudia Cardinale in Luchino Visconti’s film THE LEOPARD
– Elizabeth Yoo
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🍁 Happy Thanksgiving Everyone! 🍁 by blueknight featuring a perfume fragrance
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"porcili": mostra e film di pier paolo pasolini, a berlino da settembre @ neue berliner kunstverein (n.b.k.)
https://www.nbk.org/de/ausstellungen/pier-paolo-pasolini * https://www.nbk.org/de/diskurs/filmprogramm-pasolini _
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#000000#Cesare Pietroiusti#cinema#Clara Tosi Pamphili#ffffff#film#Giuseppe Garrera#Hito Steyerl#Klaus Theweleit#Margarethe von Trotta#mostra#Pasolini#Pier Paolo Pasolini#Porcili#PPP#Thomas Macho
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Jane Fonda in Spirits of the Dead: Metzengerstein
Alain Delon in Spirits of the Dead: William Wilson
Terence Stamp in Spirits of the Dead: Toby Dammit
Spirits of the Dead (Roger Vadim, Louis Malle, Federico Fellini, 1968)
Metzengerstein Cast: Jane Fonda, Peter Fonda, James Robertson Justice, Françoise Prévost. Screenplay: Roger Vadim, Pascal Cousin, based on a story by Edgar Allan Poe. Cinematography: Claude Renoir. Production design: Jean André. Film editing: Hélène Plemiannikov. Music: Jean Prodromidès William Wilson Cast: Alain Delon, Brigitte Bardot, Renzo Palmer. Screenplay: Louis Malle, Clement Biddle Wood, based on a story by Edgar Allan Poe. Cinematography: Tonino Delli Colli. Production design: Ghislain Uhry. Film editing: Franco Arcalli, Suzanne Baron. Music: Diego Masson. Toby Dammit Cast: Terence Stamp, Salvo Randone, Annie Tonietti, Marina Yaru. Screenplay: Federico Fellini, Bernardino Zapponi, based on a story by Edgar Allan Poe. Cinematography: Giuseppe Rotunno. Production design: Piero Tosi. Film editing: Ruggero Mastroianni. Music: Nino Rota. Of the three short films based on Edgar Allan Poe stories collected here under the title Spirits of the Dead, only the third, Federico Fellini's Toby Dammit, a freewheeling version of Poe's "Never Bet the Devil Your Head," really works. Roger Vadim's Metzengerstein is simply cheesy, with his then-wife Jane Fonda sashaying around in supposedly period costumes that are designed to reveal as much flesh as possible. The casting of her brother, Peter, as the man she loves, is obviously there to elicit a frisson of some sort, but it doesn't. Louis Malle's William Wilson stuffs a little too much of Poe's doppelgänger fable into its confines, and despite the presence of a cigar-puffing Brigitte Bardot, manages to pull whatever punches the story may have had, ending up rather dull. But Toby Dammit is a small gem, a concentration of Fellini's usual grotesques and decadents into a bright satire on celebrity: It's almost impossible to watch another awards show without recalling Fellini's acid-bathed take on it. Only the conclusion of the film really retains much of Poe, which suggests that Vadim and Malle might have been better off devising contemporary riffs on the material, as Fellini does.
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The most iconic white dresses in cinema PART 1
VOGUE 2020
From Marilyn Monroe to Sharon Stone and Audrey Hepburn, Vogue looks back at the most legendary white dresses to have appeared on the big screen.
Among the iconic dresses of the cinema, the white dress remains one of our favorites. When it is not the traditional and classic uniform of the bride, the white dress has a sexy look, immortalized on screen by some of the greatest actresses of all time. From the mythical metro scene in The Seven Year Itch to the interrogation scene in Basic Instinct, the white dress is the number one asset of a more or less suggestive seduction. Here's the proof in pictures.
Grace Kelly in To Catch A Thief (1955)
The film: Imagined against a backdrop of palaces and jewelry thefts, Alfred Hitchcock's 1955 thriller To Catch A Thief was largely filmed at the Carlton, in front of its spectacular entrance as well as in its sublime interiors. Having always had a soft spot for the French Riviera, the American director filmed Grace Kelly there, more beautiful than ever, succumbing to the charm of jewelry thief Cary Grant. Notably in room 623, which was immortalized on the screen and is now called the Alfred Hitchcock Suite.
The dress: In 1955, the year before she married Prince Rainier III of Monaco, Grace Kelly appeared in a series of dresses, each more devastating than the last, in Alfred Hitchcock's To Catch A Thief (created by the incredible film costume designer Edith Head). It's a winner of a white dress.
Lauren Bacall in Written on the Wind (1956)
The film: Son of an oil merchant, Kyle Hadley, an alcoholic, falls in love with Lucy (Lauren Bacall) who makes him forget his vices. But when he learns that his wife is pregnant, even though he is infertile, his demons catch up with him until the final stroke of madness sets in.
The dress: In this sentimental, thriller-like drama, the sublime belted white silk dress worn by Lauren Bacall is a highlight. It is a true moment of grace that accompanies her secret.
Elizabeth Taylor in Cat on a Hot Tin Roof (1958)
The film: Adapted from Tennessee Williams's 1955 Broadway play of the same name, Richard Brooks's Cat on a Hot Tin Roof brings to the screen two sacred film icons, Elizabeth Taylor and Paul Newman, as a torn couple who blame each other for the dramas of their lives, against a backdrop of family breakdown and inheritance. Nominated for six Oscars, this film exudes pain and sensuality. A masterpiece.
The dress: Lying languidly on her wrought-iron bed, Maggie Pollitt, dressed in a white lace teddy, waits impatiently for her depressed, alcoholic husband to offer her a night of love, in vain. A cinematic image burning with sensuality like few others.
Claudia Cardinale in The Leopard (1963)
The film: Burt Lancaster, Alain Delon and Claudia Cardinale star in this scorching film portraying the decadent and impoverished Sicilian aristocrat of the 1860s who blindly enjoys the advantages and comfort of his class, deaf to the roaring revolution that is gradually transforming the country and replacing the old world. A breathtaking adaptation of Giuseppe Tomasi Di Lampedusa's famous novel that won the Palme d'Or at Cannes in 1963.
The dress: Embodying the femme fatale Angelica, Claudia Cardinale wears a white dress in the sumptuous ballroom scene from Visconti's film, subtly revealing her shoulders. This creation by Italian costume designer Piero Tosi, imagined in the pure style of the 19th century, included a corset so tight that the actress was wounded in the flesh.
Audrey Hepburn in My Fair Lady (1964)
The film: Audrey Hepburn shines brightly in George Cukor's famous musical as a flower seller who is snatched from anonymity by an elocution teacher (Rex Harrison). Determined to teach her refined English and to pass her off as a duchess, she submits herself to grueling lessons in phonetics. But what was just a social experiment soon turns into an unhoped-for love affair. Among the film's highlights are the delightful I Could Have Danced All Night and a scene as brilliantly choreographed as it is singularly costumed at the Ascot Racecourse.
The dress: For this cult film, Cecil Beaton composed a series of sumptuous outfits for Audrey Hepburn, accompanying the transformation of the cheeky flower merchant into a refined duchess. Among the unforgettable ones is her white Empire-style ball gown studded with pearls and crystals. The costume designer and photographer was awarded the Oscar for Best Costume Design in 1965.
Sharon Stone in Basic Instinct (1992)
The film: The erotic game of cat and mouse between a police inspector (Michael Douglas) and a promiscuous novelist (Sharon Stone), suspected of murdering a rock star.
The dress: Did somebody say cult? In the middle of an interrogation, Catherine Tramell (Sharon Stone) dressed in a tight white turtleneck mini dress, uncrosses and crosses her legs languidly. A polemic sets in and makes this one of the most erotic scenes in the history of cinema.
Alicia Silverstone in Clueless (1995)
The film: The high school superstar Cher (Alicia Silverstone) has only one obsession: finding boyfriends for her friends. A modern adaptation of Jane Austen's novel Emma in which we follow the daily lives of these rich kids from an upscale Beverly Hills neighborhood, Clueless remains one of the cult teen-movies of the 1990s which strongly inspired those of the following decade (Mean Girls comes to mind).
The dress: Among Cher's looks, each more iconic than the next, our heart beats for her tight white mini dress with spaghetti straps made by Calvin Klein, a model typical of the 1990s.
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Elezioni europee, chiuse ufficialmente le liste: ecco chi sono i big in corsa
Elezioni europee, chiuse ufficialmente le liste: ecco chi sono i big in corsa. Giorgia Meloni, Elly Schlein, Antonio Tajani, Carlo Calenda, Matteo Renzi ed Emma Bonino. Dopo mesi di dibattito tra maggioranza e opposizioni sul tema candidature, i leader dei principali partiti italiani si preparano all’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno prossimi, quando si voterà per il rinnovo del Parlamento europeo. Gli unici big non presenti nelle liste elettorali, chiuse ieri, saranno il segretario della Lega, Matteo Salvini, e il presidente del M5S, Giuseppe Conte, oltre ai leader di Alleanza Verdi-Sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Fratelli d’Italia Come annunciato, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha deciso di presentarsi come capolista in tutte le circoscrizioni. In caso di elezione, la premier rinuncerà all’incarico per il conflitto con il suo ruolo a capo del governo. Oltre a lei, tra i nomi più noti, c’è quello di Carlo Fidanza, che è già europarlamentare dal 2019 ed era stato anche capo delegazione di FdI al parlamento europeo. Fidanza si era autosospeso dagli incarichi di partito (non da europarlamentare) per via di un’inchiesta di Fanpage sui finanziamenti illeciti per la sua campagna elettorale. Con Fratelli d’Italia corre anche Vittorio Sgarbi, che ha da poco dato le dimissioni da sottosegretario alla Cultura. Partito Democratico La segretaria Elly Schlein si è candidata come capolista in due circoscrizioni, Centro e Isole. Al Sud la capolista è la giornalista Lucia Annunziata, mentre al Nordest è il Presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Al Nordovest la capolista è Cecilia Strada, ex presidente di Emergency. Tra gli altri candidati più noti ci sono l’attuale capodelegazione al Parlamento Europeo Brando Benifei, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il sindaco di Bari Antonio Decaro, il deputato Alessandro Zan e l’europarlamentare uscente Alessandra Moretti. Movimento 5 Stelle Il leader del partito, Giuseppe Conte, ha deciso di non candidarsi. Nelle liste dei Cinquestelle ci sono pochi nomi noti. Il nome di spicco è quello dell’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, capolista al Sud. Al Centro la capolista è l’ex calciatrice e allenatrice di calcio Carolina Morace. Forza Italia Il vicepremier e segretario Antonio Tajani si è candidato come capolista in tutte le circoscrizioni tranne che nelle Isole, dove c’è l’ex europarlamentare del Pd Caterina Chinnici, passata di recente in Forza Italia. Al Nordovest è seconda in lista Letizia Moratti, ex sindaca di Milano, rientrata in FI dopo aver perso le regionali in Lombardia sostenuta da una coalizione di centro. Al Nordest, invece, il nome di punta è quello del deputato ed ex sindaco di Verona Flavio Tosi. Lega Nella Lega la candidatura fin qui più discussa è certamente quella del generale Roberto Vannacci, candidato in tutte le circoscrizioni, ma capolista solo al Centro e al Sud. La candidatura di Vannacci ha generato molte polemiche anche all’interno del Carroccio. Corrono anche il senatore Claudio Borghi e l’europarlamentare Silvia Sardone. Al Nordest è stata inserita come quinta in lista, Anna Maria Cisint, sindaca anti Islam del comune di Monfalcone. Nelle liste non c’è invece il vicepremier e segretario di partito Matteo Salvini. Stati Uniti d’Europa Si tratta della lista che unisce +Europa e Italia Viva. Si candidano entrambi i leader dei due partiti: Emma Bonino e Matteo Renzi. L’ex premier, attualmente senatore, ha già detto che, in caso di elezione, rinuncerà all’incarico per andare al Parlamento Europeo. Bonino è capolista al Nordovest e seconda in lista al Centro, mentre Renzi è ultimo in lista in tutte le circoscrizioni (a parte nel Nordest, dove non è candidato). Oltre a loro c’è anche l’ex ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova e il giornalista ed esponente dei Radicali Marco Taradash. Alleanza Verdi e Sinistra La candidatura che ha fatto più discutere è stata quella di Ilaria Salis, l’insegnante in detenzione preventiva in Ungheria da oltre un anno. La 39enne è capolista al Nordovest e seconda nelle Isole, dove invece il capolista è l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando. L’ex sindaco di Roma Ignazio Marino risulta capolista al Centro. Al Sud l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano figura in cima alla lista dei candidati. Azione Anche Carlo Calenda, leader e fondatore di Azione, ha deciso di candidarsi, nonostante inizialmente avesse detto che non lo avrebbe fatto. L’ex ministro sarà capolista ovunque tranne che al Nordovest, dove ci sarà invece la deputata ed ex ministra delle Pari opportunità Elena Bonetti. Tra i candidati più noti c’è anche l’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti e l’ex presidente della Basilicata Marcello Pittella.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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