#giardiniere della moda
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fashionbooksmilano · 2 years ago
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Ken Scott
in collaborazione con Fondazione Ken Scott
Fotografie: Guido Taroni    Testi: Shahidha Bari, Federico Chiara, Pierre Léonforte, Renata Molho, Peter Smitters, Isa Tutino, Velasco Vitali
Con un’intervista ad Alessandro Michele di Clara Tosi Pamphili
Direzione Creativa:  Armando Chitolina
Rizzoli, Milano 2022, 384 pagine, 25,5 x 33 cm,ISBN  9788891835321
euro 100,00
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L'arte, i tessuti, i fiori, i vestiti, le sfilate, le case, l'anticonformismo. Gli archivi di Ken Scott si aprono per rivelare il lavoro e la vita di un designer contemporaneo del suo e del nostro tempo. Ken Scott, il "giardiniere della moda", è stato un personaggio eclettico, un creativo a tutto tondo, pittore, creatore di tessuti, designer, ha portato nel mondo della moda la sua passione per l'arte, per i fiori, per il colore. Pittore, amico di Peggy Guggenheim, nato in America e approdato nel 1954 nella Milano del boom economico, Scott ha rivoluzionato il mondo dei tessuti e l'uso delle stampe nella moda. All'inizio degli anni Sessanta ha rinnovato la moda con le sue stampe a fiori grandi, ripetuti e dai colori accesi, con girasoli, peonie, rose, papaveri e ogni tipo di fantasia floreale. Precursore dell'unisex e delle sfilate happening, i suoi abiti vestivano la nobiltà italiana e il jet set internazionale: da Jacqueline Kennedy a Marisa Berenson e Monica Vitti, tutti avevano nel guardaroba i suoi capi e frequentavano il suo ristorante e le sue case, aperte a feste ed eventi mondani. Ha disegnato di tutto, dai vestiti ai mobili, dai costumi da bagno alle scarpe e alle borse, ai piatti e alle lenzuola, collaborando anche con altre aziende. Realizzato in collaborazione con la Fondazione Ken Scott, questo volume è la prima monografia esaustiva sulla sua attività e presenta oltre 600 immagini di materiali provenienti dal suo archivio, gli scatti di Guido Taroni e le foto di grandi fotografi internazionali; i testi raccontano l'uomo e il designer attraverso le parole di autori che l'hanno frequentato e conosciuto e di autorevoli firme contemporanee della moda.
16/11/22
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lamilanomagazine · 5 months ago
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Ispica: accoltella un coetaneo in pieno centro, denunciato dai Carabinieri
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Ispica: accoltella un coetaneo in pieno centro, denunciato dai Carabinieri. I militari della Stazione di Ispica hanno denunciato per lesioni personali aggravate e porto abusivo di oggetti atti ad offendere, un 20enne modicano, domiciliato nella città di Ispica, celibe, di professione giardiniere, pregiudicato e avvisato orale. Il deferimento è frutto di una richiesta di intervento, pervenuta alla Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Modica, scaturita a seguito del ferimento al braccio sinistro di un giovane, anch'egli 20enne, ispicese, celibe, disoccupato, noto agli operanti per i suoi precedenti di polizia . I militari, prontamente giunti sul posto, acquisite le prime essenziali informazioni per ricostruire la dinamica dell'evento, si sono portati presso l'abitazione del presunto aggressore, dove ne accertavano l'assenza. L'attività di polizia si è estesa alle zone limitrofe e ai luoghi da lui frequentati, tanto che dopo circa trenta minuti veniva rintracciato e condotto presso gli Uffici della Stazione competente. I militari, inoltre, si portavano presso l'ospedale di Modica, dove il giovane ferito stava ricevendo le cure del caso e gli sottoponevano apposito fascicolo fotografico, grazie al quale la vittima riconoscenza inequivocabilmente l'autore del gesto delittuoso. L'aggressione fisica gli ha causato lesioni che sono state giudicate guaribili nell'arco di un mese, nonché il ricovero. L'autore del gesto è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa. L'arma bianca, una mannaia da macellaio, recuperata e sottoposta a sequestro. Anche in questo caso la massiccia presenza sul territorio della componente Arma, ulteriormente implementata dai dispositivi che hanno garantito il corretto svolgimento delle elezioni europee, ha consentito di cristallizzare nel breve gli eventi e fornire alla Procura gli elementi indiziari necessari per la formalizzazione della denuncia in stato di libertà della persona di interesse.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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vorticimagazine · 2 years ago
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La moda anni '60 torna protagonista
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Vortici.it torna a parlarvi di Lifestyle.
La moda anni '60 torna protagonista in una mostra davvero fashion, Stefano Dominella – curatore della performance insieme a Guillermo Mariotto – attinge nuovamente alla moda presentando “The Sweet Sixties. Narrazioni di Moda” presso il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma, dal 27 Marzo al 21 Maggio 2023.
Non è la prima volta che il famoso monumento romano apre le sue porte per presentare una delle manifestazioni più interessanti della nostra creatività, la moda, con la sua capacità di attraversare e interpretare le epoche storiche e rievocarne le atmosfere e le suggestioni. "Nel caso di questa mostra, la rappresentazione degli anni Sessanta, attraverso gli stili degli abiti e dei loro creatori, ci consente di rivivere uno dei periodi più densi di innovazione e trasgressione della nostra storia più recente, di coglierne l’entusiastica identificazione dei giovani con un modo di vestire che racconta l’esigenza di allargare i propri orizzonti culturali e geografici.”(Mariastella Margozzi - direttrice del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo). Ecco allora cinquanta look che uniscono capi storici, vere icone di stile, con abiti e accessori recuperati nei mercatini e nei negozi vintage i quali rappresentano in questo momento il vero trend della moda internazionale, adottato soprattutto dalle giovani generazioni che amano recuperare dal passato per rendere tutto contemporaneo. Con le scenografie di Virginia Vianello, i protagonisti, sono gli abiti. Abbiamo le tinte audaci e naturalistiche firmate dalla genialità creativa di Ken Scott, definito “il giardiniere della moda” proprio per le sue stampe floreali, i lembi di pelle coperti soltanto da 40 cm di tessuto di Mary Quant, fino ad arrivare ai motivi futuristici disegnati da Courrèges, Paco Rabanne e Pierre Cardin. Come non citare i colorati cappotti di Max Mara, rubati al guardaroba maschile e reinterpretati con tinte vivaci. La moda anni '60 ha immaginato e riscritto nuovamente la silhouette di un’intera generazione. Abiti, scarpe, dischi e accessori – tutto ciò che, in una parola, costituisce ciò che chiamiamo lifestyle – diventano il manifesto poetico per raccontare le dolcezze di quegli anni. “Questa è la decade in cui i giovani si sono scoperti tali per la prima volta racconta Stefano Dominella. Una dimensione fortemente borghese, all’improvviso, si è trovata a fare i conti con l’effervescenza britannica dei sixties, il ritmo dei Beatles, il fascino di James Bond, la minigonna di Mary Quant e le tendenze in fatto di moda di Soho e Kensington. E poi i film con Doris Day, Brigitte Bardot a Saint Tropez, Catherine Deneuve, Jane Fonda in Barbarella” conclude Dominella. Sono gli anni in cui nasce l’industria delle calze e dei collant, in cui alla cotonatura si sostituisce la linearità tagliente del caschetto, in cui l’alta moda comincia ad attingere dal basso. Sono anche gli anni in cui il poliedrico Elio Fiorucci inventa (e vende) uno stile di vita fatto di jeans e t-shirt con angioletti e cuoricini, dando vita ad una vera e propria subcultura internazionale. Subcultura che, a partire dal bersaglio stilizzato della Royal Air Force inglese (s)cucito sui giacconi Parka dei giovani Mod alle prese con il blues e la musica beat, in Italia intercetta le lunghezze d’onda propagate dagli specchietti colorati degli scooter, della Vespa e della Lambretta. Sullo sfondo ci sono le notti passate a ballare nei club notturni. Sono cinquanta creazioni articolate in cinque capitoli, cinque sale, cinque filoni narrativi per raccontare la parte più leggera e sognante degli anni Sessanta. Un esperimento che, facendo suo il linguaggio della contaminazione visiva guarda alla moda di quegli anni come ad un archivio da consultare e valorizzare attualizzando l’identità culturale di una decade complessa e multiforme. Tutto prende inizio da Carnaby Street, la prima sala, con due look creati e curati da Guillermo Mariotto, co-curatore della performance, che troneggiano al centro dell’ambiente. Ecco le passanti, le cui mise riproducono il look di giovani donne alle prese con una sessione di shopping nelle boutique cult di Londra. Il secondo capitolo riflette invece sulle libere associazioni vestimentarie: da una parte le stampe naturalistiche, rigogliose anche attraverso il plumage coloratissimo di Ken Scott, dall’altra il denim e gli angioletti dichiaratamente pop di Fiorucci. Si arriva così alla terza sala, realtà in cui sono le atmosfere lunari di Courrèges, Pierre Cardin, Paco Rabanne, Valentino Garavani, ad essere riscoperte, sotto forma di metallo, pvc e cappelli a mo’ di casco. Un presagio stilistico, quello della Space Age, che di lì a poco vedrà un uomo solcare il suolo lunare per la prima volta. E poi è la volta dei colori e dei ricami con cui l’alta moda vestiva i borghesi per le grandi occasioni – le tinte audaci, il glamour e le paillettes iridescenti rivivono grazie ad una selezione di abiti d’archivio tra cui quelli della sartoria Battilocchi, Jole Veneziani, Gattinoni, Lancetti, Mila Schön e Carosa. Infine, nella sala Optical, il ritmo degli Sweet Sixties rallenta e si sofferma sull’accostamento geometrico dei due colori (non colori) per antonomasia: il bianco e il nero. Si finisce con il celebrare l’arte – si citano il testamento creativo di Giuseppe Capogrossi e l’operato dei Pittori maledetti di Roma – e con il ricordare la straordinaria potenza evocativa della moda, che questo progetto utilizza come sistema d’indagine e di ricerca dai contorni mobili e sfumati, per rileggere un’epoca sospesa tra mille possibilità. Bella, dolce e moderna come allora. Immagine di copertina: Rawpixel.com Read the full article
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spinebookstore · 2 years ago
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Il programma completo di ExplODE PRIMAVERA
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EXPLODE PRIMAVERA Domenica 26 marzo l’Officina degli Esordi inaugura la nuova stagione con una festa lunga tutta la giornata e ricca di attività per tutte le età.
Market - Swap Party - Esposizione “Verso il Metaverso”- Laboratori - Biliardino Letterario - Proiezioni - Dj SEt
Domenica 26 marzo l’Officina degli Esordi, in rete con le associazioni che abitano e animano il laboratorio urbano, organizza “Explode primavera” (ore 10-22), una grande festa per dare il benvenuto alla nuova stagione e trascorrere una giornata tutti insieme in maniera divertente e creativa. Il laboratorio apre quindi le sue porte ed inaugura la sua spring edition con un’esplosione di attività per tutti i gusti ed età: dal market, ai laboratori per i più piccoli, passando per musica e proiezioni.
Nato dall’esigenza di creare periodicamente un punto di aggregazione alternativo per persone di tutte le età, EXPLODE PRIMAVERA è da intendersi come una giornata da dedicarsi e condividere con gli altri all’insegna dell’arte, della creatività e della scoperta. Chiunque potrà accedere gratuitamente nell’area market e passeggiare tra gli stand di autoproduzioni, artigianato, illustrazioni, libri e vinili; fruire di “Verso il Metaverso”, l’esposizione dei lavori degli studenti della Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte a cura del prof. Antonio Rollo, docente di Applicazioni digitali per l’Arte, Accademia di Belle Arti di Bari; partecipare - previa prenotazione tramite mail all’indirizzo [email protected] o al numero 3887693460 - allo Swap Party organizzato in collaborazione con Rete Zero Waste. Un mercatino del vintage che prevede uno scambio al posto di un acquisto, i partecipanti sono invitati a scambiare capi di vestiario (max 10 capi) che non usano più e in buono stato. L’obiettivo è sensibilizzare sul tema della moda etica e sostenibile e al contempo dare nuova vita a ciò che qualcuno non usa più.
Sono inoltre previsti due tour (ore 10:30 e 16:30) di esplorazione nel verde dell’Officina degli Esordi a cura dell’artista giardiniere Luca Cascella. Un percorso guidato nella biodiversità vegetale dell’Officina degli Esordi che contiene più di 300 piante e circa 150 specie presenti (prenotazioni tramite mail [email protected]).
In programma anche il laboratorio “Narr(A)zione” a cura di Leggere Coccole e Spine per i più piccoli dai 24 ai 36 mesi: scoprire il linguaggio infantile giocando e sperimentando insieme alle mamme e ai papà la narrazione in rima, il movimento e il tatto; ancora “Piccole piante crescono”, un laboratorio di letture sulla natura e giardinaggio in due turni (ore 11.30 e 17.30) per i bambini e le bambine dai 4 anni in su, a cura di Luca Cascella e Spine Bookstore; alle ore 12:30 spazio alla lettura musicata per famiglie del libro “Le quattro stagioni” di Carthusia edizioni. Il capolavoro di Vivaldi viene rievocate grazie a una giocosa fusione fra musica, parole, immagini e colore dove i bambini potranno incrociare i propri pensieri e i ricordi di un tempo passato con gli umori delle giornate di oggi; il pomeriggio continua alle ore 17 in compagnia delle letture di Roald Dahl a cura di Spine, per i bambini/e dai 6 anni in su. Brillante e umoristico autore che ha profondamente influenzato e rinnovato il panorama della letteratura per bambini e ragazzi, si leggeranno alcuni estratti dei suoi libri più belli.
Per gli adulti invece alle ore 12.30 è in programma “Aperitivo d’autore” a cura di Radici Future. Un piacevole incontro con gli scrittori Antonio Gelormini e Vito Antonio Loprieno che racconteranno la loro personale esperienza di scrittura e tutto quello che si nasconde dietro un libro. Un modo per conoscerli più da vicino e per scoprire aspetti sempre nuovi del mondo dell’editoria.
Grande attesa anche per il “Biliardino letterario” alle ore 16 a cura dello staff (prenotazioni alla mail [email protected]). Ci si iscrive a coppie, la quota d’iscrizione è un libro nuovo, il cui titolo darà il nome alla squadra; chi vince il torneo si porta a casa il montepremi, composto da tutti i libri messi in palio.
Non mancheranno le proiezioni: ore 18:30 il documentario “Nulla di sbagliato” a cura del CIAI Bari: una sorta di diario, nato durante il periodo del lockdown, nato come strumento per esprimere pensieri ed emozioni attraverso il tempo passato, presente, futuro ed i loro sogni; ore 20:15 “Be My Voice” a cura di ARCI Bari, Zona Franka e Cooltura on the Road: un film inchiesta sulla giornalista e attivista Masih Alinejad, che ha esortato le donne iraniane a ribellarsi contro l'hijab forzato sui social media. Il suo appello all'azione è diventato uno dei più grandi atti di disobbedienza civile nell'Iran di oggi.  Dalle ore 17 alle 20 spazio alla musica con dj set a cura di Ode Upgarden. La struttura dell’Officina degli Esordi gode di una convenzione con l’autosilo Quick San Francesco in via Trevisani 54, aperto 24h su 24h che garantisce uno sconto del 50% sull’intera permanenza; all'esterno e all'interno struttura sono presenti zone di parcheggio bici non custodite, gratuite ed utilizzabili da tutti; free wi-fi in tutte le aree; bar e punto ristoro sempre aperti.
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PROGRAMMA
>ore 10.00 Apertura cancelli ore 10.00 - 22.00 Swap Party | EsposizioneVerso il Metaverso / Mercatino degli artigiani e Market di autoproduzioni e illustrazioni. >ore 10.30 Viaggio nel verde a cura di Luca Cascella Percorso guidato nella biodiversità vegetale di Officina degli Esordi  Evento gratuito (durata circa 60') Per prenotazioni [email protected] >ore 11.00 Narr(a)zione - letture e psicomotricità a cura di Leggere Coccole e Spine Per bambini/e dai 24 ai 36 mesi Costo 12,00 euro Per info [email protected]
>ore 11.30 Piccole piante crescono a cura di Luca Cascella e Spine Laboratorio di letture sulla natura e giardinaggio Per bambini/e età 4+ Costo 10,00 euro Per info [email protected]
>ore 12.00 Aperitivo d’autore a cura di Edizioni Radici Future Antonio Gelormini e Vito Antonio Loprieno raccontano la loro scrittura. Evento gratuito Per info [email protected]
>ore 12.30 Le quattro stagioni - lettura musicale a cura di Spine Per famiglie Evento gratuito Per prenotazioni [email protected] >ore 16.00 BILIARDINO LETTERARIO a cura dello staff Le regole per partecipare all’evento sono semplici. COME FUNZIONA? 1) Ci si iscrive a coppie 2) La quota d’iscrizione è UN LIBRO (nuovo), il cui titolo darà il nome alla squadra 3) Il montepremi è composto da tutti i libri portati dai partecipanti 4) Chi vince il torneo si porta a casa i libri Evento gratuito Per iscrizioni: [email protected]
>ore 16.30 Viaggio nel verde a cura di Luca Cascella Percorso guidato nella biodiversità vegetale di Officina degli Esordi  Evento gratuito (durata circa 60') Per prenotazioni [email protected]
>ore 17.30 Piccole piante crescono a cura di Luca Cascella e Spine Laboratorio di letture sulla natura e giardinaggio Per bambini/e età 4+ Costo 10,00 euro Per info [email protected]
>ore 17.00 Merenda con Roal Dahl a cura di Spine Per bambini/e età 6+ Evento gratuito Per prenotazioni [email protected]
>ore 18.30 Nulla di sbagliato - Proiezione a cura di CIAI (durata 77 minuti) Evento gratuito Prenotazione su eventbrite: https://www.eventbrite.it/e/594651507667 >ore 20.15 Be My Voice - Proiezione a cura di ARCI Bari, Zona Franka e Cooltura on the Road (durata 94 minuti) Evento gratuito Prenotazione su eventbrite: https://www.eventbrite.it/e/574387066177
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DESCRIZIONE ATTIVITÀ
SWAP PARTY con Rete Zero Waste Lo swap party è un evento in cui i partecipanti sono invitati a scambiare capi di vestiario (max n. 10 capi) che non usano più e in buono stato. L’obiettivo è sensibilizzare sul tema della moda etica e sostenibile e al contempo dare nuova vita a ciò che qualcuno non usa più. Una specie di mercatino del vintage che prevede uno scambio al posto di un acquisto. Rete Zero Waste cerca di promuovere un modello di vita più sostenibile, attraverso il riuso e il riciclo di ciò che già si possiede. L’evento è aperto a tutti e tutte, in un’ottica di inclusione di genere e di fisicità diverse perché la sostenibilità deve necessariamente essere accessibile. La partecipazione sarà gratuita ma si potrà accedere solo dopo aver confermato l’adesione nei giorni precedenti attraverso prenotazione tramite mail al [email protected] o tramite whatsapp al numero 3887693460.
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VERSO IL METAVERSO - Esposizione dei lavori degli studenti della Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte a cura del prof. Antonio Rollo, docente di Applicazioni digitali per l’Arte, Accademia di Belle Arti di Bari L’esposizione “Verso il Metaverso” nasce dalla collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti di Bari e l’Officina degli Esordi, dal 2020 sede delle lezioni laboratoriali della Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte. In occasione della manifestazione EXPLODE primavera, vengono presentati per la prima volta al pubblico i lavori degli studenti del corso di Applicazioni Digitali per l’Arte svolto dal prof. Antonio Rollo. La mostra presenta il percorso formativo che parte dalla scrittura di codice informatico per la generazione di immagini statiche e in movimento, prosegue con la narrazione non lineare e si conclude con la realtà aumentata, passando per esperienza di digital movie haiku e scrittura collaborativa. Tenendo conto che la produzione di un’opera digitale ha una natura virtuale, gli spazi saranno allestiti principalmente con qr-code (link al web) che, solo attraverso il proprio smartphone o tablet, sarà possibile esperire in termini di visione e ascolto (si consiglia vivamente di portare gli auricolari).
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VIAGGIO NEL VERDE con Luca Cascella Un percorso guidato a cura di Luca Cascella nella biodiversità vegetale dell’Officina degli Esordi.Nel laboratorio urbano sono presenti più spazi dedicati alla cura verde: ci sono più di 300 piante e 150 circa specie presenti. Esemplari che si differenziano per grandezza e conformazione; sono presenti anche bonsai e altre piante realizzate con tecniche di coltivazione tipiche del Giappone. Per prenotazioni [email protected] Evento gratuito. NARR(A)ZIONE a cura di Leggere Coccole e Spine Prima di pronunciare vere e proprie parole, bimbe e bimbi anche piccolissimi hanno già iniziato da tempo a costruire una propria identità e a comunicarla al mondo, mettendo a punto giorno dopo giorno un proprio modo di comunicare del tutto personale ed incredibilmente efficace. Qual è quindi il terreno dal quale quelle parole spunteranno? Narr(A)zione ha come obiettivo quello di scoprirlo e sperimentare insieme alle mamme e ai papà attraverso la narrazione in rima, il movimento e il tatto. Ingredienti principali saranno ovviamente il gioco, le belle storie e tante dolcissime coccole da scambiarsi tra suoni rilassanti e qualche passo di danza. Per bambini/e dai 24 ai 36 mesi Costo 12,00 euro Per iscrizioni: [email protected]
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PICCOLE PIANTE CRESCONO cura di Luca Cascella e Spine Letture e laboratorio pratico sulla natura. Dopo la lettura di albi illustrati a tema, seguirà il laboratorio di giardinaggio consistente nel piantare alcune piccole talee in piccoli contenitori (alcuni di recupero). Le piccole talee saranno piantate con l'ausilio del terriccio, altre soltanto con acqua e ciottoli.Si conosceranno i nomi delle piante, si accennerà al tema dell’ambiente naturale e del recupero e si daranno nozioni sulla cura delle piante. Per bambini/e età 4+ Costo 10,00 euro Per iscrizioni: [email protected]
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APERITIVO D’AUTORE a cura di Radici Future Un piacevole incontro con gli scrittori Antonio Gelormini e Vito Antonio Loprieno che racconteranno la loro personale esperienza di scrittura e tutto quello che si nasconde dietro un libro. Un modo per conoscerli più da vicino e per scoprire aspetti sempre nuovi del mondo dell’editoria. Evento gratuito Prenotazioni: [email protected]
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LE QUATTRO STAGIONI lettura musicale Lettura musicale de Le quattro stagioni, Carthusia Edizioni, a cura dei librai di Spine Bookstore. Le Quattro Stagioni del grande Antonio Vivaldi vengono rievocate grazie a una giocosa fusione fra musica, parole, immagini e colore dove i bambini potranno incrociare i propri pensieri e i ricordi di un tempo passato con gli umori delle giornate di oggi. Per famiglie.
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BILIARDINO LETTERARIO a cura dello Staff Le regole per partecipare all’evento sono semplici. COME FUNZIONA? 1) Ci si iscrive a coppie 2) La quota d’iscrizione è UN LIBRO (nuovo), il cui titolo darà il nome alla squadra 3) Il montepremi è composto da tutti i libri portati dai partecipanti 4) Chi vince il torneo si porta a casa i libri Evento gratuito Per iscrizioni: [email protected]
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MERENDA CON ROAL DAHL a cura di Spine Un pomeriggio in compagnia delle letture di Roald Dahl, brillante e umoristico autore che ha profondamente influenzato e rinnovato il panorama della letteratura per bambini e ragazzi. Ci immergeremo tra le pagine dei suoi libri più belli. Per bambini/e età 6+ Evento gratuito Per iscrizioni: [email protected] Proiezione NULLA DI SBAGLIATO a cura di CIAI Il documentario nasce all’interno di #tu6scuola - progetto condotto da CIAI in 6 scuole medie dal 2018 al 2021 - e in particolare dei Saltaclasse, laboratori multidisciplinari basati sul linguaggio del cinema e coordinati da operatori e registi professionisti. Durante la pandemia a trecento studentesse e studenti di prima media vengono affidati dei diari, attraverso i quali raccontare il senso dello scorrere del Tempo, rielaborati in video e raccolti sulla piattaforma www.diarideltempo.eu. Ad alcuni di loro viene consegnata una piccola videocamera, per continuare a raccontarsi tra le mura domestiche, dove lo spazio individuale rimane quello di una cameretta inaccessibile al mondo degli adulti. I loro tormenti, confessioni e sogni divengono tappe di un viaggio, a cui si alternano le riflessioni dei compagni in aula e le piccole grandi avventure di una vita quotidiana scandita dall’isolamento. Un racconto corale di una generazione sospesa tra l'infanzia, che fugge veloce, e un'età adulta sempre più incerta. Nulla di sbagliato è prodotto da Cinemovel Foundation in associazione con CIAI e Con i Bambini, con la regia di Davide Barletti e Gabriele Gianni. Evento gratuito Iscrizioni su eventbrite: https://www.eventbrite.it/e/594651507667
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Proiezione BE MY VOICE a cura dell’ARCI Bari, Zona Franka e Cooltura on the Road La regista Nahid Persson, nata a Shiraz ma residente in Svezia, contatta la connazionale Masih Alinejad, giornalista che vive col marito a New York, per girare un film inchiesta su di lei. La giornalista e attivista Masih Alinejad ha esortato le donne iraniane a ribellarsi contro l'hijab forzato sui social media. Il suo appello all'azione è diventato uno dei più grandi atti di disobbedienza civile nell'Iran di oggi. Evento gratuito Iscrizioni su eventbrite https://www.eventbrite.it/e/574387066177
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stilouniverse · 2 years ago
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Ken Scott
La prima monografia edita da Rizzoli, la presentazione su Libri Panorama L’arte, i tessuti, i fiori, i vestiti, le sfilate, le case, l��anticonformismo. Gli archivi di Ken Scott si aprono per rivelare il lavoro e la vita di un designer contemporaneo del suo e del nostro tempo. Ken Scott, il “giardiniere della moda”, è stato un personaggio eclettico, un creativo a tutto tondo, pittore, creatore…
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likelytowritesomestuff · 5 years ago
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‘L’ULTIMA NOTTE SULLA TERRA’
O ‘COME UN ANGELO E UN DEMONE TROVARONO IL MODO DI DICHIARARE IL PROPRIO AMORE E DI FREGARE I RISPETTIVI SUPERIORI’
Salve gente! Vista la buona accoglienza della mia prima fanfiction, ho deciso di pubblicare anche le altre che tenevo nel cassetto computer... E’ ora che vedano la luce: forse questa quarantena qualche lato positivo ce l’ha :-)
Parole: 3782
Fandom: Good Omens
Ineffable Husbands, ambientato nella notte del Sabato della sventata Apocalisse, risoluzione di una lunga slow burn, mutual oblivious pining, menzione del gruppo scultoreo ambiguo a casa di Crowley, dei loro celebri amanti passati, Aziraphale conosce meglio di quanto sembri le canzoni dei Queen, jealous!Crowley
Dicono che le idee migliori vengano quando non ci si pensa troppo. Tutte le grandi invenzioni sono nate quando il rispettivo inventore era impegnato a fare tutt'altro: degli alchimisti medievali cercavano di ottenere l'elisir di lunga vita e invece realizzarono una polvere che avrebbe spento molte vite; Flaming voleva capire da cosa dipendesse il raffreddore e finì per scoprire come fermare in anticipo qualsiasi epidemia (causando il pensionamento di Pestilenza e l’ascesa di Inquinamento) e così via... Fino a Crowley e ad Aziraphale.
Il demone e l'angelo avevano appena sventato l'Apocalisse, non senza difficoltà, temendo in una certa misura quale sarebbe potuta essere la reazione dei rispettivi capi, reazione che però tardava a farsi sentire; ciò aveva dunque spinto i due 'traditori' a passare quella che credevano fosse la loro ultima notte sulla Terra a darsi ai piaceri della vita terrena... Ma andiamo con ordine.
Mancava poco al finire di quel sabato che aveva rischiato di venir ricordato come il giorno dell'Apocalisse: Aziraphale e Crowley si trovavano nell'appartamento di quest'ultimo a consumare la sua riserva di vini pregiati collezionati negli anni. l’angelo era stato poche volte a casa sua e ogni volta non aveva potuto fare a meno di chiedersi perché l'arredamento dovesse essere così minimale: certamente era ordinato e non c'era nulla di sporco, rotto o rovinato (nemmeno le piante presentavano imperfezioni [Aziraphale era al corrente del suo 'metodo' per avere le piante migliori di Londra e se aveva scelto di presentarsi come giardiniere presso la famiglia di Warlock era stato per dimostrare al demone che si potevano ottenere buoni risultati con la gentilezza]), ma non poteva esimersi dal pensare che una piccola libreria non avrebbe sfigurato. E tutti i suoi conseguenti ragionamenti per migliorare l'arredamento arrivavano inevitabilmente a formulare la frase: "Se vivessimo insieme...", che puntualmente poneva fine al suo flusso di pensieri. Guardò il demone che se ne stava stravaccato sul divano a riempirsi per la (aveva perso il conto) volta il bicchiere: anche sotto l'effetto di parecchie bottiglie, Crowley riusciva sempre ad essere estremamente affascinante; prerogativa dei demoni, per indurre meglio in tentazione. Per 6000 anni si era mescolato agli umani, seguendo ogni moda, mutando continuamente il suo aspetto e il proprio nome... Ma per Aziraphale era sempre stato quell'angelo caduto che non smetteva mai di stuzzicarlo con le domande che lo tormentavano dalla Grande Guerra tra gli angeli, che non smetteva mai di stupirsi della capacità degli umani di rubargli il lavoro, se non di mostrarsi più caritatevoli degli stessi angeli...
"Apriamo lo Chardonnay?" propose Crowley.
"No..." rispose Aziraphale puntando un dito avanti e cercando di spostarlo da destra a sinistra: "Prima dobbiamo cercare di capire il significato della profezia!"
Crowley alzò gli occhi al cielo: "Angelo, anche se quella profetessa matta si stesse riferendo a noi due, dubito che troveremo un modo per sfuggire alla nostra punizione!"
Aziraphale quasi sbiancò: "Vuoi dire... Che ci arrendiamo? Così? Dopo aver sventato un'Apocalisse?"
"No... Prima ci facciamo la più gran bevuta della Storia" disse aprendo la bottiglia di Chardonnay e riempiendo prima il bicchiere dell'angelo e poi il suo: "e solo dopo ci arrendiamo!"
Quel giorno non era la prima volta che Crowley cercava consolazione nell'alcool ed ora era una scusa per passare le ultime ore della sua vita terrena con l'unica creatura soprannaturale che aveva vissuto la sua stessa esperienza... Mentre qualche ora fa se ne era servito per piangere la sua scomparsa. Il pensiero che l'indomani sarebbero morti insieme rendeva quasi più allettante il sapersi condannato. Tutto ciò aveva un sapore molto romantico, che li avvicinava a quel genere di storie che Crowley non avrebbe ammesso neanche sotto tortura di guardare [nel 1997 era stato costretto a trasformarsi in serpente in una sala cinematografica spaventando una coppietta colpevole di averlo beccato a piangere per il congelamento di Leonardo Di Caprio). Non ricordava di aver provato un dolore così forte dal lontano giorno in cui aveva perso per sempre la Grazia: ma se gli anni avevano contribuito a sfumare quel ricordo rendendolo meno doloroso, l'ora trascorsa pensando che il suo angelo fosse scomparso era ancora vivida nella sua memoria. E se quella era davvero la loro ultima notte sulla Terra, forse sarebbe stato il caso di rendergli noto che per quanto i suoi gusti in fatto di vestiario e di musica fossero fermi agli anni '50, rimaneva l'angelo più compassionevole e leale alla sua missione come lui non era mai riuscito ad essere.
Avevano appena fatto l'ennesimo brindisi quando l'attenzione di Aziraphale venne catturata da un gruppo scultoreo che quasi stonava con lo stile dell'appartamento.
"Quello è un pezzo nuovo?" chiese alzandosi e incamminandosi traballante verso esso.
"L'ho comprato qualche mese fa..."; biascicò Crowley, di malumore per essere costretto ad alzarsi (e per essere stato interrotto nel suo proposito di parlargli di una certa questione): "Simboleggia il male che trionfa sul bene..."
"... A me sembra che stiano facendo qualcos'altro!"
Come sempre accade quando qualcuno sta bevendo e il suo compagno esprime un pensiero che il primo non avrebbe pensato avrebbe mai potuto concepire, Crowley rischiò di ingozzarsi con il Chardonnay.
"Aziraphale!"
"Mi domando come a TE non sia venuto in mente!"
"Solo perché sono un demone non significa che la mia mente sia occupata da immagini dei sette vizi capitali 24 ore su 24..." rispose Crowley mandando giù il sorso che aveva rischiato di strozzarlo.
Rimase un attimo zitto, per poi mettersi a ridere: "Pensa se dopo tutto quello che è successo oggi, i nostri superiori ci trovassero in una situazione del genere!"
Calò il silenzio. Non volò una mosca (non sarebbe comunque volata perché in casa di Crowley non era mai entrato alcun insetto). Aziraphale lo guardava con gli occhi spalancati, tenendo però con entrambe le mani il bicchiere nel terrore che lo Chardonnay andasse sprecato. In quel lunghissimo attimo di silenzio, Crowley si morse la lingua innumerevoli volte: perché era vero che era sulla strada dell’ubriachezza, ma era sempre riuscito a conservare uno sprazzo di lucidità. Soprattutto quando si ubriacava con Aziraphel.
"Fammi tornare sobrio..."
Crowley era sempre stato bravo a tirarsi fuori dai problemi.
"Dunque, quello che volevo dire è che..."
Era facile stordire di chiacchiere e di domande il proprio interlocutore in modo da potersi dileguare senza troppe difficoltà.
"... Questa è la nostra ultima notte sulla Terra..."
"... Forse..."
"... Ok, al 99%..."
Ma era difficile trovare le parole adatte per qualcosa che si era tenuto dentro per tutto quel tempo e che in quella giornata era venuto lievemente alla luce.
"Il punto è che... Quando ti ho proposto di scappare su Alpha Centauri, quando ho trovato la biblioteca in fiamme..."
"... Mi stai chiedendo di fare sesso?" chiese candidamente Aziraphale dondolando il calice nella mano.
"Cosa?"
Crowley trattenne l'impulso di sprofondare nel pavimento e divenire parte di esso. E ringraziò di avere ancora indosso i suoi occhiali da sole.
"Perdonami, non ero tornato sobrio..."
S’incamminò nella direzione di Crowley, eliminando di due passi la distanza che c'era tra loro.
"... Continua pure, non ti interromperò!"
Crowley deglutì agitato. Ma in nome del Cielo, dell’Inferno e di qualsiasi cosa, oramai era troppo tardi per tornare indietro. Si tolse gli occhiali e lo guardò dritto in quegli occhi azzurri.
"Se davvero questa è la nostra ultima notte sulla Terra, la voglio passare col migliore amico!"
Aziraphale aggrottò le sopracciglia e appoggiò vicino alla scultura incriminata il calice: "Per migliore amico intendi quello della canzone?"
Crowley lo guardò interrogativo, per poi sbarrare gli occhi per la sorpresa: “Te la ricordi?”
"Avrò sentito le canzoni dei Queen innumerevoli volte grazie a te, caro! Ma, tornando a quella canzone... Ci ho pensato spesso e non credo che parli solo di amicizia... Insomma, you're the best friend that I ever had / I've been with you such a long time..."
Crowley sentì una fitta allo stomaco ricordandosi l'ultima volta che aveva sentito quelle parole...
"... You're my sunshine and I want you to know / that my feelings are true…”
… E I battiti del cuore aumentargli mano a mano che s’avvicinava a quella frase.
“... I really love you..."
E colmò delicatamente la distanza rimasta tra loro. Le sue gambe cedettero momentaneamente al contatto con le sue labbra: era come se tutto ciò che ci fosse di buono in lui si stesse risvegliando per venire definitivamente allo scoperto. Per la prima volta in quella lunga serata iniziò a sperare che forse, forse avrebbero davvero trovato un modo per salvarsi.
"6000 anni..."
"...Non è vero che vai veloce..."
"... Oh angelo, fidati: ne è valsa pena!"
Aziraphale d’altro canto si sentiva come se stesse scivolando in un abisso di perdizione, di cui si stava godendo ogni minuto (relativamente parlando, dal momento che Crowley aveva fermato il tempo [per quanto ci avesse scherzato, non era assolutamente dell’idea di farsi beccare dai suoi o dagli altri in quel momento che aveva così tanto desiderato]). Il suo demone stava reagendo alla sensazione di beatitudine che gli dava avere le mani nei suoi capelli, riscoprendo la morbidezza dei capelli angelici (in particolare di quei capelli angelici), quando sentì crescere in sé stesso e nel compagno determinate sensazioni che solitamente precedevano una delle attività preferite dagli umani. Sentiva più caldo di quanto avrebbe dovuto sentirne in quella stagione dell'anno, i suoi vestiti insopportabilmente stretti e una curiosità ancora più accentuata riguardante il corpo di Crowley. Aprì un occhio per vedere da che parte si trovasse la camera da letto e cercò di guidarlo in quella direzione, continuando a baciarlo.
"Mi stai portando in camera?" gli chiese Crowley. I suoi occhi brillavano come quando aveva scoperto cosa aveva fatto della sua spada di fuoco.
"Pensavo che volessi portarmi tu!" rispose innocentemente Aziraphale, ma il tono strideva con la bramosia con cui guardava il suo corpo. Crowley schioccò le dita e si ritrovarono seduti in mezzo al suo letto.
"Sei sicuro di voler cadere in tentazione?" domandò il demone sciogliendogli il cravattino.
L'angelo gli sbottonò il primo bottone della camicia e avvicinò la sua bocca all'orecchio destro.
"So resistere a tutto... Tranne alle tentazioni!"
"Di chi era questa? Oscar Wilde?"
"Tecnicamente gliel'ho suggerita io..."
Sul momento Aziraphale pensò che l'improvviso balzo di Crowley fosse dovuto al fatto di avergli toccato la schiena mentre gli sfilava la camicia: ma la ragione era più dovuta a ciò che per molti è considerato il miglior nutrimento dell'amore.
"Quindi sei stato con Oscar Wilde? Mi avevi detto che non c'era stato niente tra di voi..."
"Ci eravamo appena riconciliati: non volevo rischiare di non vederti per un altro secolo..."
Fin dall'inizio dei tempi, Crowley e Aziraphale erano sempre stati curiosi di capire in prima persona perché gli umani tendevano a compiere tante sciocchezze in nome del sesso e dell'amore, due cose per le quali sia gli angeli che i demoni non avevano grande considerazione [i primi considerano uno inaffidabile se non rivolto a Dio e l'altro disgustoso per tutto ciò che ne conseguiva (nessuna eccezione per qualsiasi tipo), mentre i secondi consideravano entrambi meri strumenti per indurre gli umani in tentazione]. Tuttavia, c'era sempre stata una certa ritrosia a parlare delle proprie esperienze in questo campo, dato il legame per così dire ineffabile che indipendentemente dal loro Accordo sembrava legarli.
"... Non me la sarei presa per così poco!" esclamò Crowley. Poi con un tono leggermente più vago: "... Ce ne sono stati altri?"
Aziraphale distolse lo sguardo. Perché dovevano fare quel discorso proprio adesso?
"Perché tu, non hai avuto... Esperienze?"
Crowley gli rivelò che aveva avuto modo di capire molto presto quanto il sesso fosse importante per gli umani e quanto facile fosse tentarli tramite questo. Troppo facile. Negli anni quest’ultimi avevano trovato dei modi brillanti per complicarsi la vita con esso, così si era lasciato aperta quella finestra per quei momenti in cui si sentiva solo e non ci sarebbe stato lui a fargli compagnia. Aveva tutti i mezzi a sua disposizione per attirare qualcuno nella sua rete ed era un modo di unire l'utile al dilettevole, come nel caso del gentiluomo autrice di un diario pressoché indecifrabile e del cantante di Zanzibar che pensava di non saper scrivere delle buone canzoni.
"... E poco dopo, scrisse una canzone talmente assurda e talmente geniale che nessuno pensò che non sapesse scriverne!" concluse con un sorrisetto soddisfatto ripensando a quel vecchio miracolo.
Più che la lista di amanti più o meno celebri di Crowley, fu quell'ultimo dettaglio a mettere Aziraphale in subbuglio: "Mi sono dichiarato con una canzone scritta da lui?"
"Oh no, quella non è sua, l'ha solo cantata..." lo tranquillizzò Crowley: "Parlò quello che utilizza le frasi ad effetto dette agli ex!" disse prendendolo dentro con tono scherzoso.
Aziraphale sorrise imbarazzato: "Quella gliel'ho suggerita molto prima che... Ci conoscessimo... In senso biblico!"
L'angelo aveva sempre osservato quel fenomeno dall'esterno (accumulando una buona parte di libri sull’argomento), ricevendo nel frattempo numerose proposte 'indecenti' di cui cercava di non vantarsi per l'opinione che la sua parte aveva a riguardo. E avrebbe mantenuto questa condotta se durante un Carnevale a Venezia non avesse incontrato un giovane seduttore che nell'aspetto e nei modi gli ricordava vagamente un demone di sua conoscenza che l'aveva finalmente convinto a sperimentare in prima persona ciò di cui aveva sempre e solo letto. Peccato che man mano che elencava le persone con cui era stato da allora (tutte personalità passate alla storia per le proprie capacità amatorie), vide la preoccupazione manifestarsi sul viso di Crowley .
"... Lo sapevo, non avrei dovuto dirtelo... Adesso penserai che sono difficile da accontentare!"
Non aveva sbagliato. Ma nella mente di Crowley era sorto anche un altro pensiero in seguito a quella rivelazione: "In realtà, stavo pensando a tutto quello che avrai appreso!"
Aziraphale lo guardò. L'aveva fatto. Di nuovo. Il suo demone lo conosceva proprio bene. Vide formarglisi quel sorrisetto soddisfatto che faceva ogni volta che riusciva a cogliere nel segno e decise che gli avrebbe ricordato com'era sentirsi in Paradiso.
Mai come nei minuti che seguirono Crowley temette di invocare il nome di Dio e che Questa si manifestasse nella stanza. Ed era difficile pensare a qualsiasi altra invocazione che non si riferisse a niente di supernaturale come risposta alle sensazioni che lasciava il passaggio dell'angelo. Per anni si era domandato cosa avrebbero potuto provare le pietanze che Aziraphale aveva degustato con gusto e quando l'aveva visto abbassarsi avidamente verso il suo basso ventre, pensò che non l'avrebbe più guardato mangiare con gli stessi occhi. Fu l'ultimo pensiero razionale che riuscì a formulare: doveva immaginarselo che da quel dandy non avrebbe dovuto aspettarsi niente di più lontano dall'eccezionale.
Tutte le volte che Aziraphale era giaciuto con qualcuno, non aveva potuto fare a meno di sentirsi in colpa, non importava quanto soddisfacente fosse stato. Quel fantasma era inevitabilmente comparso anche in quel momento, non appena aveva visto quegli occhi gialli divorare il suo tramite mortale: ma non appena Crowley aveva dimostrato il suo apprezzamento con baci e carezze, si era sentito come un condannato a morte il cui pentimento non avrebbe alleggerito la pena e quindi tanto valeva godersi l’ultima notte di bagordi. E quando sentì cosa sapeva fare con la lingua, ringraziò che il demone fosse stato un serpente e capì perché non era poi così male essere dannati.
 "Vuoi ancora cercare di comprendere la profezia?" chiese Crowley risalendo il corpo di quell'angelo che tentava di riprendersi dal trattamento appena ricevuto.
"La notte è ancora giovane, caro" rispose Aziraphale, infilando una mano fra i suoi capelli rossi. E prima che il demone se ne potesse accorgere, aveva ribaltato le posizioni e ora cercava di impedirgli di protestare con un bacio appassionato.
"Angelo... Stai provando a tentarmi?" domandò dopo essersi riuscito a liberare da quell'attraente morsa.
Aziraphale fece un sorrisetto innocente. Ma 6000 anni di conoscenza erano bastati a Crowley per capire che quella era l'entità soprannaturale meno innocente di tutte.
"Non sarebbe la prima volta: ricordi a Roma" disse avvicinando la mano destra alla vita di Crowley e infilandola dietro la schiena: "quando ti invitai a mangiare le ostriche?"
"Non ricordo se ero più eccitato per la prospettiva di mangiarle con te o... Angelo!"
Crowley spalancò gli occhi e credette di essere andato a fuoco (per la seconda volta in quella lunga giornata) non appena sentì dove Aziraphale aveva intenzione di infilare le dita.
"Continua..." lo invitò l'angelo con voce suadente, per poi tornare momentaneamente ad essere quello di sempre: "... O devo smettere?"
L'unica ragione al mondo per cui Crowley avrebbe potuto ritenere accettabile che Aziraphale smettesse sarebbe stata la comparsa dei loro rispettivi superiori e la loro conseguente cattura... Ma anche in quel caso, prima avrebbero dovuto vedersela con lui.
"... O ero più eccitato per il tuo tentativo di tentarmi..."
La pronuncia del pronome personale fu leggermente più lunga del solito.
"... E di quando ti ho convinto ad andare in Scozia al posto mio?" continuò Aziraphale infilando un altro dito. Crowley fece in modo che il suo corpo lo accogliesse al meglio con un miracolo al volo.
"Non avrei potuto resistere a quegli occhi supplicanti!"
"E di quando..."
Aziraphale fece una pausa, sorridendo per la freschezza di quell'ultimo ricordo.
"... Hai eliminato quella macchia dalla mia giacca..."
"Smettila di tormentarmi ed entra e basta!" esplose Crowley, prendendo con la mano sinistra entrambe le loro erezioni e stringendole.
Aziraphale non se lo fece ripetere due volte: sollevò il bacino di Crowley con entrambe le mani e il demone si aggrappò all'angelo per spingerlo ancora di più dentro di sé. E dopo aver trovato il proprio ritmo, per i successivi minuti, non prevalse la beatitudine o la tentazione. Era qualcosa di... Ineffabile. Tutti quegli anni passati a cercarsi, a farsi regali e favori a vicenda, a trovare scuse per godere della rispettiva compagnia e per farsi salvare li avevano condotti lì, in quell'istante fermato nel tempo. E se la loro storia sarebbe dovuta finire l'indomani, quella storia non avrebbe avuto finale migliore.
 "Crowley..."
"Aziraphale..."
Furono le uniche parole che riuscirono a pronunciare al termine dell'amplesso. Avrebbero potuto far sparire la stanchezza e ricominciare da capo, ma stare abbracciati su quel letto, senza alcuna barriera tra loro era qualcosa che sentivano di voler sperimentare nella loro ultima notte sulla Terra... Ma un piccolo dettaglio era saltato all'orecchio di Crowley e la sua tendenza a fare domande si manifestò anche in quel momento.
"... Angelo, perché hai la mia voce e io la tu..."
Entrambi lanciarono un urlo, allontanandosi per lo spavento.
"C-c-cosa?" balbettò Crowley stupito dapprima per vedere il suo corpo dall'esterno e poi per ritrovarsi in quello dell'angelo. Provò a schioccare le dita per far tornare tutto com'era prima. Niente da fare. Le schioccò di nuovo. Ancora niente. Cosa diavolo era successo?
"Crowley, caro, per l'amor del cielo, calmati!" gli si avvicinò Aziraphale. Era un bello e strano spettacolo sentire quel demone usare quelle parole così estranee al suo vocabolario.
"Come pensi che faccia a calmarmi? Stavamo facendo il sesso migliore che avessimo mai fatto [Crowley ebbe modo di vedere sé stesso abbassare gli occhi sorridendo imbarazzato per la prima volta], quando a un tratto... Puf! Io sono te e tu sei me!"
"Sono sicuro che c'è una spiegazione logica a tutto questo..."
"... E se fosse l'inizio della nostra punizione?”
“... Non può essere...”
“... Ma tecnicamente sarebbe la punizione perfetta: un angelo che si fa tentare e un demone che riacquisisce la Grazia, ma nessuno dei due può andare all'Inferno o in Paradiso..."
"... Dimentichi che non ci è mai pesato restare sulla Terra, anzi..."
Aziraphale vide per la prima volta sé stesso buttarsi a peso morto su un letto.
"Hai ragione, angelo..." sollevò di poco la testa per guardarlo: "... O adesso devo chiamarti demone?"
Aziraphale fece un gesto con la mano per dirgli che non aveva importanza. Rimasero uno seduto e l'altro in piedi in silenzio cercando di capire l'origine di quello strano evento, quando Crowley si rialzò e guardò il suo vecchio corpo appoggiato alla testata del letto (per la prima volta in maniera composta) a pensare.
"Devo dirtelo... Stare nel tuo corpo è come essere una sorta di paladino medievale: coraggioso, gentile, sempre pronto a far la cosa giusta..."
"Grazie... E stare nel tuo è come essere uno di quei eleganti e seducenti avventurieri, così bravi ad adattarsi a qualunque situazione..."
Crowley si avvicinò al suo angelo e lo baciò.
"Magari la chiave per tornare come prima è rifare quello che stavamo facendo..." propose a un certo punto.
"Sarà curioso scoprire com'è a parti invertite!"
Ma avevano appena ricominciato a baciarsi e a stringersi tra loro che al primo tentativo di riprendere fiato s'accorsero di essere ritornati nelle loro originali sembianze.
"Ma che... Adesso ogni volta dovremo trasformarci nell'altro?" sbottò Crowley.
Detestava quando niente e nessuno poteva rispondere alle sue domande. Aziraphale, al contrario, era rimasto fermo, con gli occhi persi nei suoi pensieri.
".. . Crowley, abbiamo trovato il modo di salvarci!"
"Come?"
"Quando tutto sarà finito, dovrete scegliere saggiamente i vostri volti, perchè presto giocherete col fuoco: sta parlando del nostro scambio di corpi!"
Crowley sollevò un sopracciglio.
"Fidati, ho passato la scorsa sera a leggere il suo libro e non c'è una delle sue profezie che ha mancato di dire la verità!"
Passò cinque minuti buoni a fargli esempi di avvenimenti storici che aveva anticipato la profetessa, di cui Crowley ascoltò solo la metà, avendo la mente occupata da un pensiero più assillante.
"Sei sicuro che funzioni?" chiese a un certo punto. Il tono era calmo, ma Aziraphale sentiva trasparire la paura.
"I tramiti acquisiscono le capacità di chi li ospita, le voci sono rimaste le stesse perciò nessuno ci riconoscerà..."
Si fermò e prese il volto spaventato del demone, accarezzandogli una guancia: "Funzionerà. Qualunque cosa abbiano in serbo per noi, non ci toccherà minimamente... Devi solo avere fede... Nella nostra parte!"
Crowley spalancò gli occhi. Aziraphale fu certo di scorgere una lacrima di felicità. Sorrise e lo baciò così appassionatamente da convincere lui e sé stesso che non dubitava nemmeno un momento del loro piano.
Quando tutto sarà finito, dovrete scegliere saggiamente i vostri volti, perchè presto giocherete col fuoco.
Agnes Nutter aveva azzeccato anche il loro destino. Angelo e demone riuscirono a farla ai propri pari e a godere altri 6000 anni e più della reciproca compagnia... Anche se non riuscirono mai a capire a cosa era dovuta quel gran colpo di fortuna che gliel'aveva permesso, limitandosi a classificarlo come il miracolo che gli aveva permesso di stare insieme. E in effetti un miracolo lo era. E faceva parte del Piano Ineffabile.
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paoloferrario · 5 years ago
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Ken Scott, lo stilista della modernità e del colore, il “giardiniere della moda” dall’eclettica personalità ...
Ken Scott, lo stilista della modernità e del colore, il “giardiniere della moda” dall’eclettica personalità …
Ken Scott, lo stilista della modernità e del colore, il “giardiniere della moda” dall’eclettica personalità. Arte fatta di peonie, rose, papaveri, girasoli, petunie e astri. Un rigoglio di fiori e natura che si spargono su camicie, foulards, beach-jamas, bikini, chemisier. E poi su borse, valigie, tessuti e oggetti per la casa… Un turbine creativo che ben si adattava a quella che sarebbe stata…
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lidiazitara · 7 years ago
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Qualche tempo fa ho intercettato l’ennesima discussione facebucchiana sulla pubblicità Pandora, fatta non da femministe o maschi Neanderthal, ma da giardinieri. Lì per lì mi è venuto da ridere. Mi sono chiesta: ma possibile che manco i giardinieri si siano resi conto di quanto è brutta? E dire che il giardiniere dovrebbe avere una stretta frequentazione con l’Estetica (a quelli che confondono l’Estetica con l’estetista consiglio di passare ad altro blog). Dato che oltre a una occasionale e non sempre riuscita funzione aggregativa e sociale, i giardini non hanno altro scopo che essere belli (funzione estetica -Mukarovsky), i giardinieri dovrebbero essere in grado di percepire il Bello, anche se la sua definizione non è univoca. E altrettanto dovrebbero essere in grado di riconoscere il Brutto, e visto che la storia della Filosofia ha evidenziato nel corso dei secoli un profondo legame tra l’Estetica e l’Etica, anche l’etico e il non etico. In breve, l’Estetica ci aiuta a comprendere quale è la parte più umana e preziosa di noi, come individui e come specie, e quale dovrebbe essere superata.
La mia sorpresa nel nel leggere commenti del tipo “Pandora libera la filippina che è in te” , “La pubblicità è riuscita nel suo scopo, cioè far parlare di sé” o ancora “bisogna prendere le cose con leggerezza”. Altri non me ne ricordo ma erano tutti sullo stesso tenore: indifferenza, qualunquismo,abdicazione al senso critico, stupidità o conformismo spregiudicato.
E dargli fuoco?
Sulla filippina che è in te, finalmente liberata dal gioiello Pandora, taccio poiché si tratta di razzismo puro e semplice (pare che vada ancora di moda, specie al Nord). Che lo scopo delle pubblicità sia far parlare di sé è un pleonasmo, ma non a scapito di qualcuno. La pubblicità non deve essere offensiva o denigratoria, per due ragioni: la prima è che denigrare, sminuire, svilire, decontestualizzare una categoria sociale riposizionandola a seconda delle necessità del brand è semplicemente sbagliato, antietico, e anche brutto. Sì, brutto. La seconda ragione è quella categoria di persone potrebbe essere indotta a non acquistare più quel marchio o invitare le altre persone a non acquistarlo: questo non non è un buon affare per quella marca. I più matusa -qui- ricorderanno la protesta dei veterinari contro una pubblicità di non ricordo quale liquore, un amaro, che in maniera “incidentale” li ritraeva come persone amanti del buon bere. I veterinari s’incazzarono un bel po’, e quella marca dovette ritirare lo spot per buttarla poi su un prezioso vaso che doveva essere salvato con un aereo, o qualcosa del genere. Nessuno si è scandalizzato per la protesta dei vet, né ci ha riso sopra, né ha invitato questi professionisti (per il solito molto ricchi e assai corporativi), a “prenderla con leggerezza” o gli ha mai detto “e fattela ‘na risata, doc!”, specie se il suo cane stava sul tavolo operatorio con una zampa in attesa del gesso. Delle volte mi viene in mente Lisistrata e sospiro.
Quindi per me chi dice che “Pandora ha centrato il suo scopo” è afflitto da conformismo ed è così biscottato dalla società da non riuscire a distinguere il Brutto dal Bello, il Buono dal Giusto, il Vero dal Falso.
Perché non te lo compri? Costa solo venti dollari!
A chi sostiene “prendila con leggerezza” o invita alla risata, rivolgo una domanda: perché sulle bacheche di tanti e tanti giardinieri in questi giorni ci sono dotte e infinite elucubrazioni su “Spelacchio”? Perché ve la prendete se abbattono gli alberi nelle vostre città? Siete sempre a lamentarvi di questo o quello (condividendo, non sia mai scrivendo un pensiero proprio o FACENDO qualcosa), tutti a dire “ah, le fioriture sono impazzite a causa del clima” o “certo, questo accade se le amministrazioni mettono degli stupidi a potare gli alberi”, e poi però -quando la cosa non tocca voi e il vostro giardinetto- tutti a dire “E prendila con leggerezza”.
E che giardinaggio vuoi fare così, core bello? Ma dove vuoi andare? Ti fermi giusto alle rose, tutte ammucchiate perché “di più è più bello”, alle fioriture in massa, alle cazzatelle shabby chic, al romanticismo senza interpretazione. In te non si alzerà mai l’ala della poesia, non avrai mai il coraggio di fare il passo del leone, e il mondo finirà alla siepe del tuo giardino: ciò che accade fuori non ti turba, non ti interessa e non ti disturba. Finché avrai acqua abbondante per irrigare, i soldi per comprare le rose a radice nuda, il diserbante e l’antiparassitario al supermarket, per te andrà bene tutto. E rimanici nel tuo “tutto”.
Giardiniere Pandora, tu sei un giardiniere Kitsch, prendine atto. Ti è piaciuta la pubblicità Pandora? E beccati un giardino BRUTTO.
Ecco i giardini che ti meriti, giardiniere Pandora: li ho scelti col cuore pensando a te.
Un giardino Pandora (J’accuse#2)
Qualche tempo fa ho intercettato l’ennesima discussione facebucchiana sulla pubblicità Pandora, fatta non da femministe o maschi Neanderthal, ma da giardinieri.
Un giardino Pandora (J’accuse#2) Qualche tempo fa ho intercettato l'ennesima discussione facebucchiana sulla pubblicità Pandora, fatta non da femministe o maschi Neanderthal, ma da giardinieri.
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Qualche tempo fa ho intercettato l’ennesima discussione facebucchiana sulla pubblicità Pandora, fatta non da femministe o maschi Neanderthal, ma da giardinieri. Lì per lì mi è venuto da ridere. Mi sono chiesta: ma possibile che manco i giardinieri si siano resi conto di quanto è brutta? E dire che il giardiniere dovrebbe avere una stretta frequentazione con l’Estetica (a quelli che confondono l’Estetica con l’estetista consiglio di passare ad altro blog). Dato che oltre a una occasionale e non sempre riuscita funzione aggregativa e sociale, i giardini non hanno altro scopo che essere belli (funzione estetica -Mukarovsky), i giardinieri dovrebbero essere in grado di percepire il Bello, anche se la sua definizione non è univoca. E altrettanto dovrebbero essere in grado di riconoscere il Brutto, e visto che la storia della Filosofia ha evidenziato nel corso dei secoli un profondo legame tra l’Estetica e l’Etica, anche l’etico e il non etico. In breve, l’Estetica ci aiuta a comprendere quale è la parte più umana e preziosa di noi, come individui e come specie, e quale dovrebbe essere superata.
La mia sorpresa nel nel leggere commenti del tipo “Pandora libera la filippina che è in te” , “La pubblicità è riuscita nel suo scopo, cioè far parlare di sé” o ancora “bisogna prendere le cose con leggerezza”. Altri non me ne ricordo ma erano tutti sullo stesso tenore: indifferenza, qualunquismo,abdicazione al senso critico, stupidità o conformismo spregiudicato.
E dargli fuoco?
Sulla filippina che è in te, finalmente liberata dal gioiello Pandora, taccio poiché si tratta di razzismo puro e semplice (pare che vada ancora di moda, specie al Nord). Che lo scopo delle pubblicità sia far parlare di sé è un pleonasmo, ma non a scapito di qualcuno. La pubblicità non deve essere offensiva o denigratoria, per due ragioni: la prima è che denigrare, sminuire, svilire, decontestualizzare una categoria sociale riposizionandola a seconda delle necessità del brand è semplicemente sbagliato, antietico, e anche brutto. Sì, brutto. La seconda ragione è quella categoria di persone potrebbe essere indotta a non acquistare più quel marchio o invitare le altre persone a non acquistarlo: questo non non è un buon affare per quella marca. I più matusa -qui- ricorderanno la protesta dei veterinari contro una pubblicità di non ricordo quale liquore, un amaro, che in maniera “incidentale” li ritraeva come persone amanti del buon bere. I veterinari s’incazzarono un bel po’, e quella marca dovette ritirare lo spot per buttarla poi su un prezioso vaso che doveva essere salvato con un aereo, o qualcosa del genere. Nessuno si è scandalizzato per la protesta dei vet, né ci ha riso sopra, né ha invitato questi professionisti (per il solito molto ricchi e assai corporativi), a “prenderla con leggerezza” o gli ha mai detto “e fattela ‘na risata, doc!”, specie se il suo cane stava sul tavolo operatorio con una zampa in attesa del gesso. Delle volte mi viene in mente Lisistrata e sospiro.
Quindi per me chi dice che “Pandora ha centrato il suo scopo” è afflitto da conformismo ed è così biscottato dalla società da non riuscire a distinguere il Brutto dal Bello, il Buono dal Giusto, il Vero dal Falso.
Perché non te lo compri? Costa solo venti dollari!
A chi sostiene “prendila con leggerezza” o invita alla risata, rivolgo una domanda: perché sulle bacheche di tanti e tanti giardinieri in questi giorni ci sono dotte e infinite elucubrazioni su “Spelacchio”? Perché ve la prendete se abbattono gli alberi nelle vostre città? Siete sempre a lamentarvi di questo o quello (condividendo, non sia mai scrivendo un pensiero proprio o FACENDO qualcosa), tutti a dire “ah, le fioriture sono impazzite a causa del clima” o “certo, questo accade se le amministrazioni mettono degli stupidi a potare gli alberi”, e poi però -quando la cosa non tocca voi e il vostro giardinetto- tutti a dire “E prendila con leggerezza”.
E che giardinaggio vuoi fare così, core bello? Ma dove vuoi andare? Ti fermi giusto alle rose, tutte ammucchiate perché “di più è più bello”, alle fioriture in massa, alle cazzatelle shabby chic, al romanticismo senza interpretazione. In te non si alzerà mai l’ala della poesia, non avrai mai il coraggio di fare il passo del leone, e il mondo finirà alla siepe del tuo giardino: ciò che accade fuori non ti turba, non ti interessa e non ti disturba. Finché avrai acqua abbondante per irrigare, i soldi per comprare le rose a radice nuda, il diserbante e l’antiparassitario al supermarket, per te andrà bene tutto. E rimanici nel tuo “tutto”.
Giardiniere Pandora, tu sei un giardiniere Kitsch, prendine atto. Ti è piaciuta la pubblicità Pandora? E beccati un giardino BRUTTO.
Ecco i giardini che ti meriti, giardiniere Pandora: li ho scelti col cuore pensando a te.
Un giardino Pandora (J’accuse#2) Qualche tempo fa ho intercettato l'ennesima discussione facebucchiana sulla pubblicità Pandora, fatta non da femministe o maschi Neanderthal, ma da giardinieri.
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enricocassi · 8 years ago
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Il Castello Reale di Govone sarà aperto al pubblico per l’intera giornata.
La visita
Il salone centrale colpisce per gli affreschi in chiaroscuro del pittore Luigi Vacca, che ripropongono il mito di Niobe.
Le decorazioni pittoriche degli appartamenti reali a soggetto mitologico sono opera di Carlo Pagani e Andrea Piazza.
Si possono ammirare le raffinate decorazioni in legno di alcuni soffitti e i pregiati lavori di ebanisteria che arricchiscono i pavimenti e le porte, opera dello scultore Bonzanigo.
Quattro sale custodiscono preziose tappezzerie cinesi, espressione della moda del tempo.
Il visitatore, a fine percorso, può scoprire in autonomia il fascino dei giardini all’italiana e dei viali del parco settecentesco, opera dell’architetto paesaggista Xavier Kurten.
Si segnala inoltre il roseto, ricostruito sul catalogo del giardiniere Delorenzi del 1850 dove si citava una collezione di rose antiche nel giardino dei Savoia.
La storia
Situato sulla sponda sinistra del fiume Tanaro, in provincia di Cuneo, Govone si trova nel territorio del Roero. Confina con il Monferrato e guarda le Langhe.
La storia e l’evoluzione sociale di Govone è da sempre legata al suo Castello, delimitato a nord e ad ovest da un vasto parco all’inglese e ad est da un giardino pensile, ricco di aiuole, fontane ed alberi.
La costruzione attuale è opera dei Conti Solaro, Signori di Govone fin dal XIII secolo.
Fu ricostruito infatti per interessamento del Conte Roberto Solaro e del nipote Ottavio Francesco Solaro, al quale l’Architetto Guarino Guarini (1624-1683) dedicò il progetto di ricostruzione del castello stesso.
L’esecuzione dell’opera fu proseguita dagli eredi, fra i quali il Conte Giuseppe Roberto Solaro, cui si deve la testimonianza dell’intervento, sulla facciata nord, dell’Architetto Benedetto Alfieri, discepolo di Filippo Juvarra.
Nel 1792, con la morte del Conte Amedeo Lodovico Solaro, che non contava diretti discendenti, il Castello e i beni passarono allo Stato.
Successivamente venne acquistato da Vittorio Amedeo III Re di Sardegna.
Dopo la sconfitta dei Piemontesi da parte delle truppe francesi, il Castello venne incamerato dalla Nazione Francese e nel 1810 fu messo all’asta e acquistato dal Conte Teobaldo Alfieri di Sostegno, che lo cedette nel 1816 al principe Carlo Felice, che riprese, in tal modo, il possesso del maniero.
Nel 1819 Carlo Felice si occupò del rimodernamento del castello per farne la sua residenza estiva.
Alla sua morte, avvenuta nel 1831, passò alla vedova Maria Cristina, che, a sua volta, lo lasciò in eredità al nipote Ferdinando di Savoia Duca di Genova.
Nel 1870 fu venduto alla casa bancaria Tedeschi di Torino. Fu poi acquistato dai signori Ovazza Segre che lo cedettero nel 1897 all’Amministrazione Comunale.
Il Castello Reale di Govone fa parte del circuito delle Residenze Sabaude piemontesi, che l’UNESCO ha inserito nella lista del patrimonio artistico mondiale (World Heritage).
A seguito di accurati restauri sta riacquistando il suo antico decoro, nella splendida cornice del vasto parco.
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lamilanomagazine · 9 months ago
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Lecce, Parco di Belloluogo, nuovi alberi e arbusti grazie alla collaborazione con Arnia
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Lecce, Parco di Belloluogo, nuovi alberi e arbusti grazie alla collaborazione con Arnia Aspiranti giardinieri d’arte all’opera nel Parco di Belloluogo: piantati diciotto nuovi alberi, viti, rose e arbusti fioriti o di essenze officinali. Nei giorni scorsi venti corsisti del percorso di formazione professionale per “Giardinieri d’arte” tenuto da Arnia soc coop hanno lavorato sotto alla supervisione dell’assessorato all’Ambiente in aree del parco bisognose di interventi di forestazione e rigenerazione, mettendo in pratica le tecniche acquisite. Le attività hanno previsto la messa a dimora di quattro lecci, un carrubo, tredici alberi da frutto, cinque rose paesaggistiche, sette viti per pergola, sette tegete lemmonii, e poi piante di capperi, tino serpillo, santolina, timo vulgaris, boronia crenulata, citronella, teucrium chamaedrys, leucophyta, feijoia sollowiana e iris germanica. Il progetto di formazione di Arnia è finanziato con avviso pubblico dall’assessorato alla Formazione della Regione Puglia nell’ambito delle misure del Pnrr rivolte finanziamento di progetti formativi. Tra i partner l’Università del Salento tramite il dipartimento DISTEBA, l’Istituto Columella, Delco srl. Oltre ad alcune aree del Parco di Belloluogo, il Comune di Lecce ha messo a disposizione dei novelli giardinieri d’arte i giardini della scuola De Amicis, dove sono in corso le operazioni di pulizia, riqualificazione, sfalcio delle erbacce e potature e, successivamente, riqualificazione ed abbellimento degli spazi esistenti mediante piantumazione di nuove specie. La figura del “giardiniere d’arte” è in grado di realizzare gli interventi rivolti alla conservazione, al rinnovamento, al rifacimento di elementi, spazi, architetture vegetali del giardino, padroneggiando le tecniche, i materiali e le modalità di messa a dimora, cura, prevenzione e rigenerazione degli elementi vegetali di cui sono composti. È la figura professionale che realizza interventi di restauro, conservazione, manutenzione e gestione dei giardini e parchi storici nell’ambito del verde pubblico e privato, rispettando le forme originarie del giardino, valorizzando le peculiarità storiche, di cultura materiale, architettoniche, ambientali, paesaggistiche, di relazione. «Abbiamo colto l’occasione che la collaborazione con Arnia ci ha offerto per implementare ulteriormente il patrimonio arboreo e arbustivo del Parco, la cui manutenzione ordinaria è affidata a Lupiae Servizi, andando a colmare dei vuoti con nuove messe a dimora e a riqualificare aree che saranno da ora più fiorite e colorate – dichiara l’assessora all’Ambiente Angela Valli – ringrazio gli uffici che stanno seguendo scrupolosamente le attività realizzate, sperimentando una forma di collaborazione pubblico-privato che può essere replicabile anche in altre occasioni. Ringrazio naturalmente l’ente e faccio il mio in bocca al lupo ai corsisti che hanno lavorato nel nostro Parco e nei giardini del De Amicis. La transizione ecologica in corso necessita del supporto di figure professionali formate adeguatamente per garantire interventi di forestazione, cura, riqualificazione del patrimonio vegetale esistente nelle città».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years ago
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La Feltrinelli Milano, tutti gli appuntamenti della settimana
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La Feltrinelli Milano, tutti gli appuntamenti della settimana.   Martedì 24 gennaio Ore 18:30 laFeltrinelli p.zza Duomo: CHARLOTTE LINK Kate Linville, investigatrice emersa dalla penna di Charlotte Link e rimasta fin dalla prima indagine nei cuori e nelle paure di tutti i lettori, torna a farci rabbrividire in La notte di Kate (Corbaccio). Insieme all'autrice interviene Giacomo Airoldi.   Mercoledì 25 gennaio Ore 18:30 laFeltrinelli p.zza Piemonte: ESTER VIOLA CON ROBERTA SCORRANESE In Voltare pagina (Einaudi) Ester Viola raccoglie dieci irresistibili racconti che illustrano come l’amore sia una faccenda complicata. Che la letteratura possa aiutare a superare i momenti difficili? Con l’autrice interviene Roberta Scorranese. Giovedì 26 gennaio Ore 18:30 laFeltrinelli p.zza Piemonte: PIERO COLAPRICO Requiem per un killer (Feltrinelli Editore) è il nuovo noir di Piero Colaprico. Un investigatore, un giustiziere sociopatico e una Milano che da sfondo diventa personaggio tra San Siro, i Navigli, il traffico, la criminalità. Domenica 29 gennaio Ore 11:00 laFeltrinelli p.zza Duomo: COLORA LE EMOZIONI Luis non riesce a gestire tutte le sue emozioni: decide così di chiudere in un barattolo ogni cosa che sente e di nascondere i barattoli dentro a un armadio. Finché lo spazio finisce, e l'armadio "esplode" in una valanga di colori… Letture e laboratorio da Un barattolo di emozioni (Terre di Mezzo) di Deborah Marcero a cura di Laura Pasi.   Ore 11:00 laFeltrinelli c.so Buenos Aires: I RACCONTI DI CARTA Federica De Luca conduce un laboratorio che scaturisce spontaneo dalla lettura condivisa di Il giardiniere dei sogni (Sassi) di Claudio Gobbetti e Diyana Nikolova e dalla fantasia dei/delle bambini/e coinvolti/e. Carte, forbici e colori daranno vita insieme a un meraviglioso diorama.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Marche, la regione investe sulla figura del giardiniere d'arte
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Marche, la regione investe sulla figura del giardiniere d'arte. La Regione Marche investe nella formazione di una figura professionale qualificante e fortemente legata alla conservazione e cura delle bellezze paesaggistiche del territorio: il giardiniere d’arte per giardini e parchi storici. Da pochi giorni è stata appena approvata dalla Giunta la delibera con cui si definiscono le linee di indirizzo per l’emanazione dell’Avviso Pubblico relativo alla presentazione di progetti di formazione. Le risorse disponibili ammontano a complessivi € 601.400 e provengono dal PNRR, relative ai "Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici". "L’obiettivo – spiega l’assessore regionale al Lavoro, Formazione professionale e all’Ambiente, Stefano Aguzzi – è quello di creare occupazione qualificata e assicurare ai giardini di interesse culturale un adeguato livello di cura e manutenzione, anche in vista della loro crescente fruizione culturale e turistica". L’avviso pubblico sarà rivolto agli enti di formazione accreditati per la presentazione di progetti formativi di durata complessiva di 600 ore, di cui 240 ore di stage. Il giardiniere d’arte dovrà essere in grado di realizzare gli interventi rivolti alla conservazione, al rinnovamento, al rifacimento di elementi, spazi, architetture vegetali del giardino, padroneggiando le tecniche, i materiali e le modalità di messa a dimora, cura, prevenzione e rigenerazione degli elementi vegetali di cui sono composti. "La salvaguardia di un giardino storico – continua Aguzzi - in quanto monumento vivente, fragile per sua stessa natura, richiede un’opera di manutenzione altamente qualificata e necessariamente continua, al fine di assicurare un perpetuo equilibrio, nell'andamento ciclico delle stagioni, fra lo sviluppo e il deperimento della natura e la volontà d'arte e d'artificio che tende a conservarne perennemente lo stato". Il giardiniere d’arte realizzerà interventi di restauro, conservazione, manutenzione e gestione dei giardini e parchi storici nell’ambito del verde pubblico e privato, rispettando le forme originarie del giardino, valorizzando le peculiarità storiche, di cultura materiale, architettoniche, ambientali, paesaggistiche e di relazione.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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enricocassi · 8 years ago
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Il Castello Reale di Govone sarà aperto al pubblico per l’intera giornata.
La visita
Il salone centrale colpisce per gli affreschi in chiaroscuro del pittore Luigi Vacca, che ripropongono il mito di Niobe.
Le decorazioni pittoriche degli appartamenti reali a soggetto mitologico sono opera di Carlo Pagani e Andrea Piazza.
Si possono ammirare le raffinate decorazioni in legno di alcuni soffitti e i pregiati lavori di ebanisteria che arricchiscono i pavimenti e le porte, opera dello scultore Bonzanigo.
Quattro sale custodiscono preziose tappezzerie cinesi, espressione della moda del tempo.
Il visitatore, a fine percorso, può scoprire in autonomia il fascino dei giardini all’italiana e dei viali del parco settecentesco, opera dell’architetto paesaggista Xavier Kurten.
Si segnala inoltre il roseto, ricostruito sul catalogo del giardiniere Delorenzi del 1850 dove si citava una collezione di rose antiche nel giardino dei Savoia.
La storia
Situato sulla sponda sinistra del fiume Tanaro, in provincia di Cuneo, Govone si trova nel territorio del Roero. Confina con il Monferrato e guarda le Langhe.
La storia e l’evoluzione sociale di Govone è da sempre legata al suo Castello, delimitato a nord e ad ovest da un vasto parco all’inglese e ad est da un giardino pensile, ricco di aiuole, fontane ed alberi.
La costruzione attuale è opera dei Conti Solaro, Signori di Govone fin dal XIII secolo.
Fu ricostruito infatti per interessamento del Conte Roberto Solaro e del nipote Ottavio Francesco Solaro, al quale l’Architetto Guarino Guarini (1624-1683) dedicò il progetto di ricostruzione del castello stesso.
L’esecuzione dell’opera fu proseguita dagli eredi, fra i quali il Conte Giuseppe Roberto Solaro, cui si deve la testimonianza dell’intervento, sulla facciata nord, dell’Architetto Benedetto Alfieri, discepolo di Filippo Juvarra.
Nel 1792, con la morte del Conte Amedeo Lodovico Solaro, che non contava diretti discendenti, il Castello e i beni passarono allo Stato.
Successivamente venne acquistato da Vittorio Amedeo III Re di Sardegna.
Dopo la sconfitta dei Piemontesi da parte delle truppe francesi, il Castello venne incamerato dalla Nazione Francese e nel 1810 fu messo all’asta e acquistato dal Conte Teobaldo Alfieri di Sostegno, che lo cedette nel 1816 al principe Carlo Felice, che riprese, in tal modo, il possesso del maniero.
Nel 1819 Carlo Felice si occupò del rimodernamento del castello per farne la sua residenza estiva.
Alla sua morte, avvenuta nel 1831, passò alla vedova Maria Cristina, che, a sua volta, lo lasciò in eredità al nipote Ferdinando di Savoia Duca di Genova.
Nel 1870 fu venduto alla casa bancaria Tedeschi di Torino. Fu poi acquistato dai signori Ovazza Segre che lo cedettero nel 1897 all’Amministrazione Comunale.
Il Castello Reale di Govone fa parte del circuito delle Residenze Sabaude piemontesi, che l’UNESCO ha inserito nella lista del patrimonio artistico mondiale (World Heritage).
A seguito di accurati restauri sta riacquistando il suo antico decoro, nella splendida cornice del vasto parco.
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enricocassi · 8 years ago
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Il Castello Reale di Govone sarà aperto al pubblico per l’intera giornata.
La visita
Il salone centrale colpisce per gli affreschi in chiaroscuro del pittore Luigi Vacca, che ripropongono il mito di Niobe.
Le decorazioni pittoriche degli appartamenti reali a soggetto mitologico sono opera di Carlo Pagani e Andrea Piazza.
Si possono ammirare le raffinate decorazioni in legno di alcuni soffitti e i pregiati lavori di ebanisteria che arricchiscono i pavimenti e le porte, opera dello scultore Bonzanigo.
Quattro sale custodiscono preziose tappezzerie cinesi, espressione della moda del tempo.
Il visitatore, a fine percorso, può scoprire in autonomia il fascino dei giardini all’italiana e dei viali del parco settecentesco, opera dell’architetto paesaggista Xavier Kurten.
Si segnala inoltre il roseto, ricostruito sul catalogo del giardiniere Delorenzi del 1850 dove si citava una collezione di rose antiche nel giardino dei Savoia.
La storia
Situato sulla sponda sinistra del fiume Tanaro, in provincia di Cuneo, Govone si trova nel territorio del Roero. Confina con il Monferrato e guarda le Langhe.
La storia e l’evoluzione sociale di Govone è da sempre legata al suo Castello, delimitato a nord e ad ovest da un vasto parco all’inglese e ad est da un giardino pensile, ricco di aiuole, fontane ed alberi.
La costruzione attuale è opera dei Conti Solaro, Signori di Govone fin dal XIII secolo.
Fu ricostruito infatti per interessamento del Conte Roberto Solaro e del nipote Ottavio Francesco Solaro, al quale l’Architetto Guarino Guarini (1624-1683) dedicò il progetto di ricostruzione del castello stesso.
L’esecuzione dell’opera fu proseguita dagli eredi, fra i quali il Conte Giuseppe Roberto Solaro, cui si deve la testimonianza dell’intervento, sulla facciata nord, dell’Architetto Benedetto Alfieri, discepolo di Filippo Juvarra.
Nel 1792, con la morte del Conte Amedeo Lodovico Solaro, che non contava diretti discendenti, il Castello e i beni passarono allo Stato.
Successivamente venne acquistato da Vittorio Amedeo III Re di Sardegna.
Dopo la sconfitta dei Piemontesi da parte delle truppe francesi, il Castello venne incamerato dalla Nazione Francese e nel 1810 fu messo all’asta e acquistato dal Conte Teobaldo Alfieri di Sostegno, che lo cedette nel 1816 al principe Carlo Felice, che riprese, in tal modo, il possesso del maniero.
Nel 1819 Carlo Felice si occupò del rimodernamento del castello per farne la sua residenza estiva.
Alla sua morte, avvenuta nel 1831, passò alla vedova Maria Cristina, che, a sua volta, lo lasciò in eredità al nipote Ferdinando di Savoia Duca di Genova.
Nel 1870 fu venduto alla casa bancaria Tedeschi di Torino. Fu poi acquistato dai signori Ovazza Segre che lo cedettero nel 1897 all’Amministrazione Comunale.
Il Castello Reale di Govone fa parte del circuito delle Residenze Sabaude piemontesi, che l’UNESCO ha inserito nella lista del patrimonio artistico mondiale (World Heritage).
A seguito di accurati restauri sta riacquistando il suo antico decoro, nella splendida cornice del vasto parco.
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enricocassi · 8 years ago
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Il Castello Reale di Govone sarà aperto al pubblico per l’intera giornata.
La visita
Il salone centrale colpisce per gli affreschi in chiaroscuro del pittore Luigi Vacca, che ripropongono il mito di Niobe.
Le decorazioni pittoriche degli appartamenti reali a soggetto mitologico sono opera di Carlo Pagani e Andrea Piazza.
Si possono ammirare le raffinate decorazioni in legno di alcuni soffitti e i pregiati lavori di ebanisteria che arricchiscono i pavimenti e le porte, opera dello scultore Bonzanigo.
Quattro sale custodiscono preziose tappezzerie cinesi, espressione della moda del tempo.
Il visitatore, a fine percorso, può scoprire in autonomia il fascino dei giardini all’italiana e dei viali del parco settecentesco, opera dell’architetto paesaggista Xavier Kurten.
Si segnala inoltre il roseto, ricostruito sul catalogo del giardiniere Delorenzi del 1850 dove si citava una collezione di rose antiche nel giardino dei Savoia.
La storia
Situato sulla sponda sinistra del fiume Tanaro, in provincia di Cuneo, Govone si trova nel territorio del Roero. Confina con il Monferrato e guarda le Langhe.
La storia e l’evoluzione sociale di Govone è da sempre legata al suo Castello, delimitato a nord e ad ovest da un vasto parco all’inglese e ad est da un giardino pensile, ricco di aiuole, fontane ed alberi.
La costruzione attuale è opera dei Conti Solaro, Signori di Govone fin dal XIII secolo.
Fu ricostruito infatti per interessamento del Conte Roberto Solaro e del nipote Ottavio Francesco Solaro, al quale l’Architetto Guarino Guarini (1624-1683) dedicò il progetto di ricostruzione del castello stesso.
L’esecuzione dell’opera fu proseguita dagli eredi, fra i quali il Conte Giuseppe Roberto Solaro, cui si deve la testimonianza dell’intervento, sulla facciata nord, dell’Architetto Benedetto Alfieri, discepolo di Filippo Juvarra.
Nel 1792, con la morte del Conte Amedeo Lodovico Solaro, che non contava diretti discendenti, il Castello e i beni passarono allo Stato.
Successivamente venne acquistato da Vittorio Amedeo III Re di Sardegna.
Dopo la sconfitta dei Piemontesi da parte delle truppe francesi, il Castello venne incamerato dalla Nazione Francese e nel 1810 fu messo all’asta e acquistato dal Conte Teobaldo Alfieri di Sostegno, che lo cedette nel 1816 al principe Carlo Felice, che riprese, in tal modo, il possesso del maniero.
Nel 1819 Carlo Felice si occupò del rimodernamento del castello per farne la sua residenza estiva.
Alla sua morte, avvenuta nel 1831, passò alla vedova Maria Cristina, che, a sua volta, lo lasciò in eredità al nipote Ferdinando di Savoia Duca di Genova.
Nel 1870 fu venduto alla casa bancaria Tedeschi di Torino. Fu poi acquistato dai signori Ovazza Segre che lo cedettero nel 1897 all’Amministrazione Comunale.
Il Castello Reale di Govone fa parte del circuito delle Residenze Sabaude piemontesi, che l’UNESCO ha inserito nella lista del patrimonio artistico mondiale (World Heritage).
A seguito di accurati restauri sta riacquistando il suo antico decoro, nella splendida cornice del vasto parco.
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