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#giò pomodoro
europeansculpture · 1 year
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Giò Pomodoro (1930 - 2002) - Soleil
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garadinervi · 1 year
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«L'esperienza moderna» – Rivista di cultura contemporanea, II / No. 5, Roma, March 1959 [Studio Bibliografico Marini, Bari-Roma. Roe and Moore, London]
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Contributions: Achille Perilli, Raoul Hausmann, Juan-Edouardo Cirlot, Gastone Novelli, Nello Ponente, Toti Scialoja, Cesare Vivaldi, Bruno Alfieri, Giò Pomodoro, Antonio Corpora, Christoph Caspari, Jacques Hérold Cover Art: Achille Perilli
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streetsofdublin · 2 years
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SPHERE WITHIN A SPHERE
Arnaldo Pomodoro (born 23 June 1926) is an Italian sculptor. He was born in Morciano, Romagna, and lives and works in Milan. His brother, Giò Pomodoro (1930–2002) was also a sculptor.
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pikasus-artenews · 2 months
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Segni Elementari di Giò Pomodoro
Nelle opere in mostra di Giò Pomodoro si incontra la contemporaneità in dialogo con l’architettura barocca del Battistero
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michelangelob · 3 months
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Pietrasanta - Vandalizzate le opere di Giò Pomodoro nel duomo
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fashionbooksmilano · 2 years
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Immaginazione aurea
Artisti-orafi e orafi-artisti in Italia nel secondo Novecento
Catalogo a cura di Enrico Crispolti
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2001,176 pagine, 300 ill.colori,  23x28 cm., ISBN  9788882153014
euro 30,00
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Mostra Ancona - Mole Vanvitelliana 21 aprile - 29 luglio 2001
Opere di: Carla Accardi, Afro, Getulio Alviani, Mario Ballocco, Renato Barisani, Aldo Calò, Carmelo Cappello, Eugenio Carmi, Pietro Cascella, Alik Cavaliere, Mario Ceroli, Bruno Ceccobelli, Riccardo Dalisi, Lucio Fontana, Omar Galliani, Lorenzo Guerrini, Edgardo Mannucci, Eliseo Mattiacci, Fausto Melotti, Bruno Munari, Arnaldo Pomodoro, Giò Pomodoro, Mimmo Rotella, Emilio Scanavino, Ettore Sottsass jr., Daniel Spoerri, Mauro Staccioli, Vladimiro Tulli, Giulio Turcato, Giuseppe Uncini, Luigi Veronesi e molti altri.
Attraverso la ricostruzione dell'attività dell'oreficeria italiana nella seconda metà del XX secolo, il volume mira a rompere l'usuale schema bipartito di artisti-orafi e orafi-artisti, istituendo un confronto aperto e paritetico tra le opere d'oreficeria realizzate da artisti plastici oppure da artigiani orafi. I più interessanti maestri della scultura contemporanea e dell'oreficeria in Italia, presentano le forme loro suggerite dall'immaginazione e dalla fantasia, nelle prezione materie dell'oro e dell'argento. Nel lavoro sull'oro (ma in realtà è in gioco una vasta gamma di materiali), ciascuno riversa le proprie esperienze e le proprie sperimentazioni: per l'artista l'impegno nell'oreficeria non è mai un trasferimento di ricerche già elaborate, ma l'occasione di una nuova e affascinante avventura espressiva; per l'orafo si tratta di portare intenzionalmente la propria realizzazione a un livello di elaborazione di valenza anche plastica.
02/06/22
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funeral · 4 years
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Giò Pomodoro, Bronze sculpture. Photo by Paolo Monti, 1965.
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theegoist · 5 years
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Giò Pomodoro (Italian, 1930-2002) -  Sole, etching and aquatint on paper, 98,5 x 97 cm (1973)
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bianciardi · 5 years
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Un santino.
Lucio Fontano, i fratelli Pomodoro, Luciano Bianciardi e Giangiacomo Feltrinelli.
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europeansculpture · 4 years
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Giò Pomodoro (1930 - 2002) - Sans Titre, 1965
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garadinervi · 2 years
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Giò Pomodoro. Opere grafiche 1957-1964, Text by Guido Ballo, Galleria del Naviglio, Milano, 1965 [Exhibition: January 8-18, 1965] [Studio Bibliografico Marini, Bari-Roma]
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pwlanier · 5 years
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Opposition 1968
Giò Pomodoro, Italian, b. Orciano di Pesaro, 1930–2002
The Hirshhorn
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italianartsociety · 5 years
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By Martina Tanga
Happy Birthday to the sculptor, jeweler, and stage designer Arnaldo Pomodoro! The artist was born on June 23, 1926, in Morciano, Emilia Romagna, Italy.
Pomodoro began his career as a jeweler and stage designer, working for his brother Giò Pomodoro, also now a sculptor. In the mid-1950s, Arnaldo Pomodoro moved to Milan and began making his first artworks: low reliefs characterized by a rough surface quality with detailed vegetable forms. In the northern industrial capital, Pomodoro met Lucio Fontana and Enrico Baj. In 1960 Pomodoro met David Smith and Louise Nevelson during his first trip to the USA. Preoccupied with the advance of technology, Pomodoro began making large-scale bronze sculptures. He explored the notion of “negative spatiality,” whereby the void became a sculptural form, in his main motifs of the free-standing column, disc–rotor, sphere and cube. In 1963 he executed the first of his Sphere series, which became a recurrent metaphor for the changing status of the world. The Rotors, created between 1966 and 1968, were spherical formations with distinct perforations, as though achieved by a machine.
Beginning in the 1970s Pomodoro received numerous commissions for large-scale projects, such as the plan for tombs cut into a hill at a cemetery in Urbino (1978–81) and the Three Columns (1979) for the world headquarters of the Pepsi Cola company in Purchase, NY.
IMAGES:
Arnaldo Pomodoro in Milan, 1975
Arnaldo Pomodoro, Sphere No. 4 ( Sfera no. 4 ),1963, Bronze and patina, Guggenheim Collection
Arnaldo Pomodoro, Rotante massimo, IV, 1969-1970, Bronze, Fondazione Pomodoro
Arnaldo Pomodoro, Cippo, I, 1983-1984, Patinated bronze, Fondazione Pomodoro  
Arnaldo Pomodoro, Il Disco, temporay installation in Piazza Meda in Lanza
Arnaldo Pomodoro, Sphere within a Sphere, 1996, United Nations, New York City
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pikasus-artenews · 2 years
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GIO’ POMODORO Giò Pomodoro è una figura centrale della scultura internazionale, che si è distinto per le sue invenzioni, sperimentazioni e capacità di coniugare teoria e prassi
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Arte e architettura, un sodalizio tutto da vedere
In attesa del prossimo evento dedicato alla montagna (https://www.milanomontagna.it/), quest’oggi vogliamo darvi lo spunto per guardare con occhi diversi alcuni edifici degli anni Cinquanta, quando alcuni architetti illuminati, e non spinti dalla furia edificatrice, dialogarono in maniera originale con gli artisti.
Prendete, ad esempio, Via Canova. Al numero 7/a (progetto del 1958-1960) dovete alzare gli occhi: eleganti sottobalconi e inserti scultorei lungo le fasce marcapiano e verticali corredano l’abitazione opera di G. D. Belotti.
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L’architetto non fa differenza fra affaccio principale (via Canova) e secondario (sulla linea ferroviaria Trenord), inserisce gli interventi scultorei su entrambi i lati. Opere di Gianfranco Pardi e Gino Cosentino, rispettivamente nell’atrio e nel giardino retrostante, ingentiliscono gli spazi dell’architettura, di stampo “brutalista”, per l’uso di cemento armato che prevale su altri materiali.
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È proprio il cemento armato, in questo primo esempio, a essere utilizzato come materiale artistico. Belotti affiderà ai fratelli Pomodoro, Giò e Arnaldo, la decorazione dei sottobalconi. Si tratta di bassorilievi realizzati con la tecnica del calco e della gettata di cemento in fase di costruzione. Vedrete forme geometriche, da quelle più semplici a quelle più complesse, in un continuo gioco di luci e ombre e di elementi arcani o futuristici, tema saliente nella successiva produzione di Arnaldo Pomodoro.
Sempre in via Canova, ma al num. civico 15, C. Paccagnini, E. Bianchi, C. Magni intervengono in un altro piccolo lotto (1953), con affaccio principale sul parco. L’architettura si distingue perché l’intera superficie è ricoperta di tesserine di gres 2x2 cm bianche e verde acqua. In particolare, l’abitazione presenta due pannelli musivi opera di Roberto Crippa. Un pannello è collocato nell’ingresso e nella portineria 
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il secondo è sulla facciata, corre a livello del marciapiede.
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A differenza dei bassorilievi di Pomodoro, che trattano il cemento armato come fosse filigrana, l’opera musiva di Crippa gioca con i colori e la geometria: su fondo bianco gli inserti neri, grigi, azzurri, rossi e gialli si inseguono e creano un pattern originale e futuristico.
Due anni prima, nel 1951, l’architetto M. Zanuso, aveva già proposto un intervento musivo (in fulget) sulla facciata dell’edificio per abitazioni in viale Gorizia 14-16. Sempre all’interno di quella ricerca sulla sintesi delle arti che caratterizza gli anni Cinquanta, l’architetto coinvolge l’artista Gianni Dova per la facciata principale (Domus, n. 267, febbraio 1952, pp. 2-3,61). 
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Quando si passeggia lungo la Darsena, e si arriva verso la fine, si intravede il palazzo, che si presenta con un disegno geometrico, una sorta di albero stilizzato che si inerpica dalla base alla cima. Le tonalità sono chiare, le linee spezzate, ma dai contorni netti, si allungano nella parte centrale dell’architettura, con brani anche sulle fasce laterali.
Che dirvi, alla prossima scoperta!
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fashionbooksmilano · 6 years
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Gioielli vertiginosi
Ada Minola e le avanguardie artistiche a Torino nel secondo dopoguerra
Paola Stroppiana
Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2016, 128 pagine, 142 ill.col.,              ISBN  9788836633814  
euro 21,00*
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Un percorso affascinante alla scoperta della figura umana e artistica di Ada Minola (1912-1993), scultrice, orafa, imprenditrice, gallerista, vissuta nella Torino creativa e sperimentale del secondo dopoguerra, autrice di una interessante produzione di gioielli qui riccamente illustrata: dai confronti con le sculture di Giò Pomodoro e Lucio Fontana al periodo neo-barocco, dai dialoghi con le opere di Mastroianni alle influenze dell’universo estetico di Carlo Mollino, il libro fornisce una preziosa chiave interpretativa dei gioielli modellati da Ada Minola e realizzati con la tecnica della fusione a cera persa: inattesi, originali, “vertiginosi”– secondo la definizione del poeta francese Emmanuel Looten. Donna dal grande carisma, amata da artisti, poeti e intellettuali di cui fu musa e amica, seppe trasferire nelle sue opere il grande fervore creativo da cui era circondata, riuscendo a tradurre con originale creatività alcune suggestioni e scelte formali dei grandi artisti che hanno segnato gli anni cinquanta-settanta del panorama artistico italiano e internazionale, in un inaspettato gioco di specchi. Torino, Palazzo Madama, maggio - settembre 2016
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