#già la terza mi ha fatto storcere il naso
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il successo di mare fuori è stato anche la sua rovina
#PURTROPPO#la prima stagione era proprio tutta un'altra cosa#quella era la vera essenza della serie#già la terza mi ha fatto storcere il naso#poi addirittura il musical MA COSA C'ENTRA#potrei capire lo spin off sui personaggi usciti dalla serie ma il musical proprio no#mi dispiace perché era davvero una bella serie e l'hanno totalmente stravolta#che peccato#mare fuori
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Si o no?
Il video che posto alla fine pone un quesito finale come punto di inizio di un dialogo di partenza su una questione spinosa dei tempi tortuosi che stiamo vivendo, l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione Europea. Sappiamo che nell'UE può entrare chiunque stando alle regole e mantenendo un modus tale da potersi definire paese Europeo, non sto qua a tirarvi pipponi sull'importanza di essere Europei che può sembrare campanilistico e non lo sono, ma pongo altri quesiti in aggiunta. Partendo dal fatto che in lista d'attesa ci sono altri paesi e che alcuni già facenti parte dell'Unione non si comportano come dovrebbero, nel video c'è anche questo punto, la prima domanda è se l'UE sia veramente obbiettiva in questo caso specifico senza che il guinzaglio, o nodo scorsoio, degli USA stringa in modo da accelerare il processo dato che hanno a cuore la questione ucraina? Perché così facendo, e aggiungo come spesso accade, gli amighi oltre oceano non aiutano mica la democrazia unitaria, cosa che invece sbandierano come se fosse un foglio di carta dopo l'ennesima scorreggia di biden. L'altra domanda è :"Perché non si fanno dei referendum, oltre a valutare i parametri che sono una base di partenza, su come la pensano gli europei?" Questa cosa è uno dei punti che mi ha sempre fatto storcere il naso sulle decisioni dell'UE, di norma i politici che stanno a Bruxelles sono eletti dai popoli di ogni singolo stato, ma vogliamo parlare dei nostri euro-parlamentari che rappresentano solo una minima parte dei 60 milioni stivalati e che fanno anche loro come dicono gli ammerigani e non come vorrebbero i cittadini, non posso dire nulla per i parlamentari degli altri stati, ma sembra che siano più o meno tutti nella linea atlantista quindi non sono obbiettivamente democratici, questa cosa sarebbe da fare notare un pò a tutti in giro per il vecchio continente, ma sembra che la maggior parte sia comunque su quella linea, grazie naturalmente propaganda americana che inonda l'informazione e rende tutto così falso e alterato.
Personalmente penso che in questo momento non sarebbe proprio il caso di favorire i giallo-blu a discapito di chi ha fatto domanda precedentemente, rispettare la fila è già un segno di civiltà un pò come dovrebbe essere la democrazia se applicata. Poi c'è l'urticante questione che dopo l'UE sicuramente sarà fatta entrare nella NATO e qua completerebbe il quadro dei paesi appiccicati alla Russia, cosa che sta già creando il caos senza che sia dentro a nessuna delle due, e qua parte la terza e ultima domanda, vogliamo veramente attirarci l'odio di un paese che fino a poco tempo fa era un partner commerciale e che nel passato ci ha aiutato a sconfiggere i nazisti? Oppure questo è solo quello che vogliono gli USA, allontanarci il più possibile dalla Russia? Alcuni dicono che senza gli ammerigani Putin, si nell'immaginario collettivo è indicato proprio lui in persona a cavallo di un orso, sia pronto a conquistare l'Europa con una spada d'epoca in mano. Scherzi a parte, c'è questa assurdità che gli atlantisti dicono, oltre alle solite cose invasione/putin-hitler/ecc ecc; ma molti storici e analisti geo-politici non la pensano allo stesso modo ponendo una domanda che spiazza un pò tutti che di solito è :"Alla Russia non conviene invadere l'Europa, a che pro lo farebbe se le interessa come partner economico?", poi gli atlantisti rispondono che è un tiranno imperialista e che non si farebbe scrupoli a invaderci tutti. Caspita per andare dal confine Russo al Portogallo c'è ne di strada da fare e nel mezzo ci sono tanti paesi che chi più chi meno hanno forze armate decenti e poi i Russi non sono quelli che combattono con le pale e i picconi, con quali armi invaderebbero un continente intero? Questo sempre seguendo la retorica atlantista. Io penso che senza gli yankee tra i coglioni si starebbe meglio, senza quella paura indotta che ci attanaglia dalla guerra fredda (che è un altro discorso), senza il discorso mafioso della protezione da parte di uno stato esterno al nostro continente, si si ok ci hanno aiutati nella seconda guerra mondiale ma ora anche basta, grazie e ciaone.
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TRACKS ( Deluxe ) War for Cybertron KINGDOM
Sono ormai tre anni che questa trilogia War for Cybertron è una vera e propria rimpatriata G1, alla quale anche i Beast Wars/Biocombat si sono autoinvitati con la scusa di festeggiare il loro venticinquesimo compleanno. E nel “minestrone” della terza parte KINGDOM può addirittura capitare di incapparsi in personaggi che non c’entrano nulla col cartone animato Netflix ma che comunque hanno fatto la storia dei TF G1 come Inferno, Huffer, i ripescati dal film del 1986 Cyclonus e Galvatron... e persino questo TRACKS, famosissimo guerriero/detective Autobot un po’ modaiolo e un po’ Narciso, protagonista delle memorabili puntate Sulle tracce di Tracks e Auto-Rock della Stagione 2. Nonostante la popolarità, di lui abbiamo avuto solo un’altra comparsata in animazione (Stagione 3 Animated, in forma Cybertroniana), così come pochissimi modellini prima del WFC, a parte il modellino originale del 1985: si conta l’Alternator, ma anche il Generations del 2010 che però era un remold di Wheeljack, per poi passare al rispettabilissimo Masterpiece del 2014 reso famigerato per lo zaino fin troppo vuoto. E il KINGDOM Deluxe che stringo tra le mani sarà forse all’altezza del predecessore?
Innanzitutto, come da tradizione, l’altmode del nostro Puma è una CHEVROLET C3 CORVETTE STINGRAY, automobile che più Anni 80 non si può: bellissima, elegante, slanciata e riconoscibile dal cofano lungo. Oddio, non è esattamente una riproduzione dell’auto reale – per quello esiste il Masterpiece, comunque – ma come appare nel settei del cartone animato originale, ovvero semi-realistica e col simbolo Autobot sul cofano racchiuso in uno “scudo” rosso uniforme che dovrebbe imitare il motivo fiammeggiante giallo e rosso tipico del giocattolo G1. Inoltre, qui di simboli Autobot ce n’è uno solo, quello del cofano appunto, e si è evitato di riproporlo anche sul tettuccio in quanto questo costituirà lo zaino del robot. Il Masterpiece invece risolveva in parte questo inconveniente nascondendo il suddetto simbolo con un pannellino a scomparsa perché l’intero abitacolo formava il busto di Tracks.
Per quanto riguarda la colorazione, in generale è un tripudio di un bel blu brillante, tranne nella plastica trasparente celeste dei vetri (lunotto, parabrezza e finestrini), nel nero delle ruote e del radiatore frontale e nell’argento dei cerchioni; a parte quello non si vedono ulteriori dettagli dipinti eccetto nelle due righe bianche sul retro... che in realtà, come vedremo, sono i timoni della Modalità Volo di Tracks, e mi dispiace che siano sì nascoste e a filo con la carrozzeria ma antiestetiche, mentre nel Masterpiece erano sottili come carta e non rovinavano le linee del modellino. E a proposito del retro, anche qui nessuna traccia di colore nei fari o nella targa, ma volendo il perno metallico sul fondo potrebbe essere scambiato per una terza marmitta dell’auto o il propulsore della modalità volante.
Trattandosi di WFC, Tracks si presenta con almeno tre/quattro porte per le armi: due sul retro e due all’altezza dei parafanghi anteriori. Qui è possibile innestare l’iconicissimo doppio lanciamissili, purtroppo completamente bianco e non con la base nera e adesivi annessi come in passato, e a sua volta presenta un foro in cima, quindi si può riporre lì anche la pistola di Tracks – il cui design è una via di mezzo tra il G1 e il Masterpiece, ovvero nera come il giocattolo ma sputata al settei. E sempre di Masterpiece si parla guardando il disguise da dieci e lode, poiché effettivamente non vi è alcuna traccia del robot neanche se lo si guarda da sotto... caso più unico che raro in modelli di questa linea! 😍
Ovviamente Tracks non sarebbe quel Tracks senza la sua celeberrima MODALITÀ VOLO, che consiste nel sollevare i timoni bianchi dal retro dell’auto, sganciare le portiere ed estrarre i moduli prima in fuori e poi paralleli ai fianchi, avendo cura di separarli dalle ali e di ruotarli di 90° (quindi con la decorazione gialla e rossa verso l’alto). In questa forma il nostro guadagna altre due porte per le armi – essendo le future braccia del robot – e l’estetica in sé è una fotocopia del Masterpiece, che a sua volta ricalca il settei. L’unico neo, parafrasando il mio collega @jazzluca, “di tutto questo ben di Primus” sono i timoni e le ali non dipinti: cioè, è troppo chiedere qualche dettaglio colorato in più per richiamare gli adesivi del G1 o, al limite, i dettagli stilizzati visti nel cartone? E non sarebbe stato un crimine, come nel Masterpiece, aggiungere dei perni per assicurare le braccia/prese d’aria ai fianchi dell’auto invece di lasciarle “penzoloni”? 😒
Vabbè... passiamo ora alla TRASFORMAZIONE, che di fatto è un copia-incolla semplificato di quella del Masterpiece. Partendo già dalla Modalità Volo, le braccia sono praticamente belle che fatte – basta solo ritrarre i timoni, ruotare in fuori le mani e portare in su le ali. Ora sganciamo i parafanghi anteriori per avere più gioco nella separazione del cofano, quindi solleviamo e ripieghiamo su se stesso l’intero blocco della cappotte, ruotiamo il tutto di 180° e agganciamolo sulla schiena. Apriamo gli stinchi e ruotiamo di 180° i piedi e i parafanghi stando attenti a non incastrarci nel bacino, quindi distendiamo le gambe e – una volta aggiustati i piedi – assicuriamo i pannelli tramite un mini-perno dietro al ginocchio. Ruotiamo il busto di 180° e slittiamo in avanti il finto petto del robot; per concludere, collassiamo il tutto via doppio perno e blocchiamo le metà superiore e inferiore tramite una clip e un perno sull’“ombelico”.
Come ROBOT Tracks, è proprio il caso di dirlo, è un piccolo capolavoro. Sputato al Masterpiece di sette anni fa con le tecnologie attuali e nella taglia di un Deluxe che è in scala con tutti i suoi colleghi WFC – tanto per essere pignoli, è alto un pelo in più dei Fratelli Lamborghini Sideswipe e Sunstreaker ma allo stesso tempo rispetto a un Optimus Prime Tracks arriva almeno sotto i pettorali. Non si tratta di un errore, anzi: il fatto di essere alto e magro rientra nei canoni del personaggio, e anche in questo caso Hasbro ha pensato bene di fare affidamento alla scala ufficiale dell’85 – quindi, direi che siamo nella media. E a proposito di settei, Puma qui sembra effettivamente uscito dal cartone animato con la tipica livrea blu-grigio/nero-bianco e la testa col casco bianco e il volto rosso fuoco, ma ha la licenza poetica dei piedi neri, mentre invece sappiamo bene che sono bicromatici grigio e blu. Inoltre, presenta dettagli scolpiti degni del G1 classico ma non colorati (come le ginocchia, i piedi o le ali, per esempio); viceversa quelli degli adesivi sui guanti e sulla cintura sono ridotti ai minimi termini; nulla da obiettare sul classico riquadro giallo col simbolo Autobot rosso sul petto, comunque! 😅
Non noto alcun difetto estetico grave, a parte il solito vuoto dello zaino... che, per carità, è già di suo abbastanza compatto e schiacciato, quindi non dà neanche tanto fastidio. Può semmai storcere il naso quello delle caviglie e delle braccia, ma ancora una volta sono difetti “funzionali”: nel primo caso, il piede non avrebbe abbastanza spazio per la trasformazione delle gambe nel cofano dell’auto; nel secondo è una caratteristica comune di molti Deluxe WFC, perché in quella cavità vanno riposte le mani durante la trasformazione. Per quanto riguarda la posabilità, il nostro può benissimo essere spacciato per un’action figure: degni di nota in tal senso, infatti, i balljoint su collo e caviglie, perni a braccia, gomiti, gambe e ginocchia (questi ultimi due possono piegare in avanti sollevando un poco il gonnellino) e, come ciliegina sulla torta, la rotazione del bacino.
E come spesso accade con questi Bot, anche Puma è tutto “bucherellato” per via delle numerose porte per armi. Dando per scontato i soliti fori alle mani, già abbiamo visto quelli sui guanti, sulla schiena e sulle gambe/parafanghi, ma dobbiamo pure menzionare anche quelli presenti su ciascuna spalla, in modo che la pistola possa essere brandita come un cannone à la Sideswipe o Wheeljack, e anche quelli immancabili sotto i piedi. Oh, e anche il foro sul cappuccio in cima alla testa, ove installare il doppio lanciamissili come vuole l’iconografia classica del personaggio.
Tornando alla domanda iniziale... sì, questo è sicuramente il meglio che Hasbro ha tirato fuori per Tracks, dopo il bel Masterpiece e l’umile Generations 2010, e ancora una volta i fan delle auto “stilose” come questa saranno sicuramente contenti di portare a casa una versione moderna della bella Corvette tanto da guardare quanto da maneggiare, con pregi che sovrastano sui difetti. Ebbene sì: il buon vecchio Puma è tornato in città, e anche stavolta ha spaccato l’obiettivo col suo stile elegante e impeccabile! 😍
#Transformers#Tracks#WFC#War For Cybertron#Generations#Deluxe#Kingdom#Autobot#Autorobot#Puma#Recensione#Review#Hasbro
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Weightlifting Fairy Kim Bok Joo
... la serie detta anche “quella dei pesi”.
Questa serie mi ha dato esattamente quello che volevo: risate, romanticismo, leggerezza, spunti interessanti e bei personaggi.
WFKBJ è un prodotto davvero spassoso e da vedere senza pretese, ma non per questo stupido. Ha alcune tematiche davvero buone - come la passione per uno sport o quella del peso - senza che ci faccia una conferenza sopra diventando pesante.
Ma più che altro...credo che sia fatta bene: sceneggiatura, scrittura, svolgimento della storia, tematiche,introspezione dei characters, OST, relazioni tra i personaggi... ben fatta, davvero.
Ottima la storia d’amore che ho trovato adorabile e che ho shippato senza pietà già dai primi episodi e che mi ha fatto morire dalle risate più e più volte. Come mi sono commossa in alcune scene più intense.
Mi è piaciuta la resa della protagonista e del mondo del sollevamento pesi così come ho trovato interessante la strutturazione dei personaggi come esseri umani: pieni di difetti, imbarazzi e piccole colpe. fortunatamente non ci sono santi in questa serie.
Ci sono però tre cose che non mi hanno pienamente convinto; alcune stoyline che per me potevano essere affrontate e sviluppate meglio. Tuttavia WFKBJ rimane un drama molto, molto carino. Perfetto per essere maratonato il suo sottotitolo è “maratonami” e da vedere quando si cerca qualcosa di leggero ma ben riuscito.
Voto: 8+
DA QUI SPOILER.....
Parto dalle cose brutte. ma no..sono cazzatelle
La Second Lead era secondo me, un personaggio con ottime potenzialità. Perfetta per far vedere lo sforzo fisico e psicologico a cui gli atleti possono essere sottoposti. Su questo frangente infatti non ho nulla da dire: ho osservato con attenzione e interesse tutto l’arco narrativo in caduta libera di Song Shi Ho siccome 4 pasticche mi hanno fatto star male...prendiamone 10 questa volta.... Così lavanda gastrica direttamente. Quello che la serie ci mostra è una ragazza che sta male e che ha seri problemi con tutti i personaggi attorno a lei. Dopo l’esperienza pre-morte cambia radicalmente... tanto che ho pensato fosse bipolare e siccome gli ho dato della psicopatica per metà serie mi stavo preoccupando sempre più.
Ora, io sono contenta che Song Si Ho abbia trovato la pace e che sul finale sia seguita psicologicamente. Quello che mi fa storcere il naso è il cambiamento per me troppo repentino, verso la protagonista ad esempio. Una calma innaturale.
Seconda cosa: la relazione dello Zio con la tizia sbucata fuori dal nulla nel penultimo episodio. Sono cattiva se penso che questa storia d’amore sia nata appositamente per non lasciare da solo lo zio?!
Terza e ultima cosa: il Dottore alias il fratello di Joon-Hyung. Se da una parte mi ha fatto piacere vedere come la cotta di Book Joo sia stata così tanto sviscerata..dall’altro ho pensato che sia durata parecchio. 10 episodi su 16 sono legati a questo storia d’amore a senso unico e che hanno reso il Dottore un personaggio interessante. Una volta conclusa questa storyline e lasciato l’uomo libero di vagare sulle ali dell’amore...ho pensato di skippare le sue scene con la dottoressa. Quest’uomo... che va dalla donna che presumibilmente ama e gli dice che gli manca qualcuno con cui mangiare perchè non ha amici...Casanova levati che non sei nessuno in petto a questo
Di contro, ho apprezzato tantissimo il parallelo/diversità delle ragazze della ginnastica ritmica con quelle del sollevamento pesi: da una parte l’allenatore di Book Joo che manda i ragazzi a casa per le vacanze, ricordandogli di ingozzarsi di cibo. Dall’altra la coach di Song Shi Ho che promette fustigazioni se al loro ritorno dalle vacanze sarebbero pesate anche un grammo in più. Da una parte hai la protagonista e le sue amiche che mangiano ad ogni ora del giorno e della notte..dall’altra ci sono quelle della ginnastica ritmica che centinellano la cioccolata in bagno mangiandone a morsini come le formiche.
Molto interessante anche il crollo di Bok Joo: quel momento di depressione che molti di noi hanno attraversato o possono attraversare. Il fatto di averlo inserito nella storia è un enorme punto in più.
La serie inoltre da spazio anche all’amicizia: queste ragazze un pò infantili ma affettuose e fedeli che supportano l’amica nel momento del bisogno ma sono capaci anche di incazzarsi quando ne hanno giustamente motivo. Bello anche l’aver dato un piccolo approfondimento all’amica di Bok Joo.
C’è poi tutta la questione del padre della protagonista e degli sforzi fatti da quest’uomo per permettere a sua figlia di fare sollevamento pesi qui è dove ho pianto...non lo nego. La lucidità del papà di Bok Joo nel non mettere sotto pressione la ragazza una volta che si prende una pausa dallo sport denota una grande fiducia e affetto per lei.
Come detto sopra, non ci sono santi in questa serie. Bene o male tutti i personaggi raccontano balle, sono imperfetti o compiono azioni discutibili: la stessa Bok Joo è una ( cito l’amica) “bugiarda patologica”. E questo mi è piaciuto tanto.
Anche se il super potere di Bok Joo in realtà è quello di farsi pippe mentali. Film da ore e ore...e poi si comporta come se quei film fossero la realtà. Che sia quando pensa che Joon-Hyung sia un maniaco o quando crede che lui la stia tradendo, Bok Joo tratta quel povero disgraziato secondo il film che lei stessa ha sceneggiato. Salvo poi chiedergli scusa una volta che il film finisce. Lol
Meno piacevole è stato con la storia della madre di Joon-Hyung: questa donna che ha mollato il figlio alla zia e PUFF... in Canada per anni. La serie sceglie una soluzione che per me è davvero buonista per chiudere questa storyline.
Bok Joo comunque è stato un personaggio che ho amato: prima di tutto perchè esporta nel mondo il marchio del #vestiticometipare che io tanto amo. In secondo luogo perchè - forte di questa ideologia - è riuscita ad accalappiare Joon-Hyung vestendosi e comportandosi come un incrocio tra una scaricatrice di porto e una camionista. Tra le sue mise più riuscite c’è quella tuta color esame delle urine che ancora me la sogno la notte. Terzo motivo è perchè non ha mai rinunciato ad essere se stessa una volta che si è dimenticata del Dottore.
Ultima nota sulla storia d’amore: adorabile. Gli attori hanno una chimica spettacolare ( forse perchè all’epoca stavano insieme ) e creano una relazione molro carina partendo dall’amicizia e arrivando al matrimonio. Una storia semplicissima ma non scevra di piccole discussioni: la gelosia di Book Joo, la mancanza, i dubbi e le piccole insicurezze classiche delle coppie e che rendono questa storia d’amore più credibile.
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Chiamatemi Anna, Commento Terza Stagione
Quando finisco una serie mi chiedo sempre che cosa mi ha lasciato e cosa mi porterò dietro, e qui posso subito dire che la versione del cartone animato mi ha lasciato molto di più di questa serie.
Considero Chiamatemi Anna una serie carina, godibile, che ho visto volentieri, ma nulla di eccezionale.
Questa serie mi ha lasciato perplessa nei primi episodi, mi sono piaciuti quelli di mezzo, ma gli ultimi mi hanno fatta pensare a certe cose e ho finito la storia un po' emozionata (poco), un po' perplessa, e un po' infastidita (abbastanza).
Prima di iniziare, due cose:
1) Ho ODIATO il doppiaggio di questa serie dal primo all'ultimo minuto, che mi ha, in piccola parte, rovinato la visione.
2) C'è un motivo se mi sono appassionata alle serie asiatiche: perché ogni storia è raccontata in media in 16-20 episodi. Mentre le serie americane sono divise in stagioni, che escono una volta all'anno o una volta ogni due anni, periodo di tempo durante il quale io MI DIMENTICO COSA È SUCCESSO. Per esempio, in questo caso, quando ho visto in scena la tizia bionda, Winnie o come si chiama, la pseudo fidanzata di Gilbert per intenderci, mi sono chiesta chi cavolo fosse e se fosse stata presente anche nelle stagioni precedenti. Ancora me lo chiedo.
Detto ciò, parto con le cose che mi sono piaciute:
Anna
Devo ammettere che la protagonista, a livello generale, è stata una buona e convincente Anna Shirley. Anna è un personaggio particolare che è difficile interpretare senza risultare una scema o una pazza, e penso che la scrittura del personaggio e l'interpretazione dell'attrice abbiano rispettato bene la natura del personaggio.
Inoltre, non amo molto i personaggi "perfettini" (come Gilbert, ma ci arrivo dopo), a me piacciono i personaggi con varie sfaccettature e che presentano dei difetti, e che quindi ai miei occhi risultano umani e credibili. Anna non è una protagonista perfetta, e questo l'ho apprezzato molto.
Anna è testarda, orgogliosa, impulsiva, esuberante, parla tanto e ascolta poco, si lascia trasportare dalle emozioni finendo col non riuscire a ragionare nella maniera più lucida possibile, anche se le sue intenzioni sono buone. Un esempio lampante è quando pubblica l'articolo femminista sul giornale senza consultarsi con la maestra e con gli altri compagni. Le sue intenzioni sono nobili, e ciò che scrive è giusto, ma il giornale non è suo, non può prendere e pubblicare come le pare perché presa dall'impulso del momento, perché se può farlo lei, allora possono farlo tutti. E Anna avrebbe dovuto parlarne anche con Josie, la diretta interessata, e assicurarsi che fosse d'accordo con la pubblicazione di quell'articolo che avrebbe portato tutti a parlare di lei.
Anna si lascia trasportare dall'emozione e agisce impulsivamente, e questo perché prende a cuore le cose e combatte per ciò che è giusto. Per via del suo difficile passato, sa cosa vuol dire soffrire e cosa significa essere maltrattati e subire ingiustizie. Anna è uno dei personaggi più empatici che abbia mai visto, e di certo è il personaggio dalla più grande apertura mentale della serie (è amica con un ragazzo gay, con gli indiani e con le persone nere, più aperta di così...)
Anche se preferisco la versione di Anna del cartone animato, questa Anna non è male, anche se c'è una cosa che mi ha fatto storcere un po' il naso quando me ne sono accorta: in questa terza stagione Anna compie sedici anni, e nel cartone animato a questa età Anna è già molto più tranquilla, calma, posata, mentre qui si comporta ancora come una bambina. Anche quando alla fine indossa il vestito lungo da donna, si aggira per la città tutta sorridente e quasi saltellando, come se fosse ancora la ragazzina di qualche anno fa. A quell'epoca, a sedici anni, si era già delle giovane donne in età da marito, e il fatto che Anna si atteggi come una bambina la trovo una stonatura, accentuata dalla maturità della sua mente che dimostra più volte, come quando dice a Josie:
"Ora sono amata, ma quando non lo ero non significa che non lo meritassi."
Un concetto molto maturo e consapevole per una ragazza di sedici anni... peccato che poi la vedi fare la melodrammatica, piangere disperatamente e vivere come una tragedia tutto ciò che le succede. Potevo accettarlo quando aveva dodici/tredici anni, ma non ora che dovrebbe essere una giovane donna.
Ma, ripeto, in generale, è stata una buona Anna Shirley.
Marilla
Questa versione di Marilla non mi fa impazzire, ma nemmeno mi dispiace. In lei posso vedere la rigidità e austerità tipiche del suo personaggio, unite al profondissimo affetto che ormai prova per Anna.
Rispetto al cartone, qui Marilla è un po' più "energica", e può piacere o non piacere, ma credo che in linea di massima il personaggio sia stato rispettato abbastanza bene.
Inoltre la trovo molto umana nei suoi pregiudizi verso gli indiani e la paura verso queste persone, e questo mi piace. E mi è piaciuta anche la sua paura al pensiero di poter perdere Anna qualora la ragazza fosse riuscita a trovare la sua famiglia. L'ho trovata umana e realistica, e in linea col personaggio.
In generale, mi è anche piaciuto il rapporto tra lei e Anna. L'ho trovato credibile ed entrambe sono rimaste nei loro personaggi.
Josie.
Josie mi è piaciuta un sacco. Forse perché è l'unico personaggio ad avere una vera evoluzione. Dopo la brutta esperienza con Billy, si arrabbia momentaneamente con Anna, per poi capire che l'amica sta effettivamente lottando per la cosa giusta, e quindi si schiera dalla sua parte, mandando poi Billy a cagare.
Simbolica la scena in cui si scioglie i capelli dopo che la madre le ha preparato i boccoli per la notte dicendole:
"Non possono portarti via la bellezza."
Che significa: non importa se un ragazzo ti importuna e ti molesta portandoti via la dignità, non importa se piangi e se stai male, tutto quello che devi fare è essere bella e pensare a fare un buon matrimonio.
Josie capisce che non è giusto chiederle di essere soltanto una bella bambolina perché è una donna. È una persona con delle idee, pensieri e sogni propri, e che merita sempre il massimo rispetto.
Le scenografie.
Vogliamo parlare di come le scenografie di questa serie siano semplicemente spettacolari?
AMO Green Gables e i paesaggi dell'Isola del Principe Edoardo.
I costumi.
Belli, devo ammettere, e in linea con l'epoca storica. Unica pecca: le ragazze vanno a scuola con dei grembiuli talmente bianchi che mi sembrano bambine della prima elementare.
Dialoghi
Ok. Alcune volte sono semplici se non addirittura banali, ma in più di una scena sono rimasta colpita dal modo di parlare tipico dell'epoca, e questo l'ho apprezzato.
E ora passiamo alle cose che NON mi sono piaciute (ora smonto la serie).
Matthew
Questa versione di Matthew non mi piace. Non dico che mi faccia cagare, è carino, ma il Matthew del cartone animato era semplicemente adorabile.
Matthew è introverso, riservato, timido, tenero, impacciato. Tutte caratteristiche che il Matthew della serie sembra non avere quasi per nulla.
Nel cartone Matthew si esprime a monosillabi, qui è un po' impacciato, ma alla fine parla con una certa scioltezza. E non ho assolutamente visto il suo enorme imbarazzo nei confronti delle donne, un aspetto tipico del personaggio di Matthew.
Quello che mi ha lasciato l'amaro in bocca più di tutto è stato il finale. Qui Matthew diventa improvvisamente brusco con Anna perché sa che sentirà la sua mancanza quando andrà al college. E questo già mi va a cozzare col personaggio di Matthew, che dovrebbe essere l'uomo più tenero del mondo con la sua Anna.
E quando alla fine si riconcilia con lei spiegandole quello che prova, avrebbe dovuto dirle quello che le dice nel cartone, che non gli importa se lei non è un ragazzo, che è orgoglioso di lei, la sua ragazza, la sua Anna. È una delle frasi più belle della storia secondo me, ed è qualcosa che Anna ha bisogno di sentirsi dire.
Sebastian.
A parte il fatto che non capisco il senso di questo personaggio nella serie, ma poi non è nemmeno interessante. Un bravo marito, un bravo padre, un buon amico, un buon lavoratore. Wow. Che personaggio complesso.
È carino, per carità, ma diciamocelo: Sebastian, Mary e compagnia bella, che cosa c'entrano con Anna dai capelli rossi? Questi personaggi non sono presenti nel cartone animato, perché li hanno inseriti?
Ammettetelo: avete inserito i personaggi neri solo per fare bella figura. Solo per poter dire: ehi guardate, abbiamo messo dei personaggi neri nella nostra storia, noi parliamo anche di loro, parliamo anche del razzismo, quanto siamo bravi.
Seriamente, che cosa c'entra la questione delle persone nere e del razzismo con Anna dai capelli rossi?
Il finale favolistico.
Questa serie è andata a finire a mo' di film Disney. Personalmente non sopporto i finali così. Mi sanno da falsi e irrealistici.
Qui TUTTO finisce bene.
Sebastian migliora i rapporti con la madre e fa pace col figlio di Mary così d'ora in avanti saranno una bella famiglia felice che lavorano tutti insieme nei campi (ma andate a cagare); Anna fa pace con Josie e tutte le compagne di scuola sono amiche per la pelle e non esiste nemmeno un'ombra di antipatia tra nessuna di loro; Diana ottiene il permesso di andare al college e passa gli esami ANCHE SE NON HA STUDIATO UN CAZZO MA SICCOME SIAMO IN UNA FAVOLA FACCIAMOLA PURE PASSARE; la signora Lind riesce ad allargare il consiglio della città con la presenza di tre donne; il giornale viene ridato in mano alla scuola e tutti sono amici con tutti.
Persino nel cartone animato il finale è più triste e realistico, con la morte di Matthew, la vista malandata di Marilla e Anna costretta a rinunciare all'università.
L'unica storyline che non posso dire sia finita bene è quella ragazzina indiana portata al collegio cristiano (prigione), da cui non la lasciano più uscire. Peccato che non si sa come finisce perché non ce lo mostrano, e da quello che ho capito questa era l'ultima stagione della serie....
Diana
Diana per me è stata un flop totale. Hanno totalmente cambiato questo personaggio rispetto al cartone.
Innanzitutto si sono inventati la "storia d'amore" con Jerry e non ho capito bene per quale motivo visto che il tutto si conclude con lei che lo molla freddamente e tanti saluti.
La litigata tra Anna e Diana l'avrei accolta ben volentieri, ma non ho capito perché Diana non ha raccontato di Jerry all'amica. Anna è la prima a confidarsi con lei riguardo Gilbert, non ha problemi a parlare dell'amore, quindi perché Diana non ha fatto lo stesso? Forse per via delle differenze tra lei e Jerry, lei ragazza ricca e colta, e lui povero e un po' sempliciotto. Forse, sapendo che questa storia non avrebbe mai portato da nessuna parte, ha preferito tenersela per sé. Ma qui deduco che non fosse qualcosa di importante per Diana: se fosse stata davvero innamorata di Jerry si sarebbe confidata con Anna e avrebbe lottato per lui, così come ha lottato per il college. Quindi per lei è stata solo un'opportunità per fare pratica su come baciare e provare l'ebbrezza della libertà in quei momenti con lui. Scusate, ma questa non è affatto la Diana del cartone animato....
E parlando del college.... delusione totale.
Innanzitutto, è semplicemente assurdo che Diana abbia passato gli esami dopo che per un anno non ha studiato quanto gli altri.
E poi, mi spiegate perché hanno cambiato la sua storyline trasformandola in una giovane ragazza soffocata dai genitori che dalla figlia richiedono solo il matrimonio mentre lei vuole andare al college? Perché hanno scritto questo personaggio facendola diventare la giovane emancipata della situazione? La Diana del cartone animato non era forse emancipata?
Parliamoci chiaro. Consideriamo un attimo le due versioni di Diana:
Nella serie Diana VUOLE andare al college.
Nel cartone Diana VUOLE restare a casa e dedicarsi alla moda.
In cosa la prima versione è più femminista o emancipata della seconda? Nel cartone Diana non va al college non perché ostacolata dai genitori, ma perché semplicemente non le piace studiare e vuole dedicarsi ad altro. Deve decidere del suo futuro, e Diana SCEGLIE di non andare, E QUESTO È FEMMINISTA.
Per come la vedo io, la Diana del cartone è molto più coraggiosa e femminista di quella della serie.
Perché una donna (Diana) che sceglie di restare a casa e pensare al matrimonio, non è meno femminista di una donna (Anna) che sceglie di andare al college e fare l'insegnante.
Tra l'altro, la Diana della serie non ha alcuna passione o interesse particolare, mentre quella del cartone amava la moda e i vestiti (ed era anche più saggia e più matura).
E poi, diciamocelo, pensate che Diana avrebbe insistito nell'andare al college se Anna non ci fosse andata? Se Anna e tutti gli altri compagni non fossero andati, io non penso che Diana sarebbe voluta andare. Quindi, alla fine, è solo una pecora che ha seguito il gregge. Per questo dico che nel cartone è più coraggiosa, perché ha avuto il coraggio di staccarsi da Anna e fare qualcosa di diverso dalla sua amica.
E poi, Diana va al college... per fare cosa? Dio solo lo sa.
Gilbert
Come Matthew, non dico mi abbia fatto schifo, ma non mi ha nemmeno fatto innamorare.
Questo ragazzo praticamente è il principe azzurro che sogna ogni ragazza: è un ottimo studente e vuole fare il dottore, è bravo, buono, gentile, fa diventare Sebastian (un uomo nero) suo socio nella fattoria, non ha alcun tipo di pregiudizio e tratta i neri come suoi pari, sostiene Anna nella sua lotta femminista marciando in prima fila con lei. Insomma, particolari difetti io non ne ho visti, non mi ha fatto fare chissà quali riflessioni, e quindi, ai miei occhi, non è un personaggio interessante.
Qui, del vero Gilbert, quello del cartone animato, ho visto ben poco. Il Gilbert del cartone aveva fascino anche stando fermo in silenzio a mangiare una mela, questa versione di Gilbert invece ha il fascino di un manico di scopa vestito. La protagonista femminile, Anna, ha molto più fascino e carisma di lui.
Senza contare il fatto che l'attore scelto non mi è sembrato perfettamente adatto per il ruolo. L'ho trovato più "piccolo" rispetto a Gilbert. Più cucciolo.
E poi non ho amato molto tutte quelle "faccette" che ha esibito dall'inizio alla fine. Non so se fosse qualcosa previsto da copione o se è l'interpretazione dell'attore, ma il più delle volte l'ho trovato fastidioso.
La love story
Qui stendo quasi un velo pietoso. La storia d'amore di Anna e Gilbert ha lo stesso fascino di un grissino e la stessa profondità di una pozzanghera.
Ho trovato completamente inutile il personaggio della fidanzata di Gilbert, messa lì solo per ingelosire Anna, ma nel complesso è stata solo un di più. Non ha una propria storyline, non ha un'evoluzione, e non è interessante.
Negli ultimi episodi, la storia d'amore tra i due protagonisti cade in uno dei più grandi cliché delle storie d'amore: il biglietto perduto. Anna scrive un biglietto a Gilbert in cui gli dice che lo ama e glielo lascia sul tavolo. Ancora prima di vederlo, sapevo che Gilbert non avrebbe MAI letto quel biglietto. La nota in questione compie un viaggio mirabolante: viene messa sotto un vaso di fiori, cade per terra, viene calpestata da Gilbert che se la porta in giro per casa senza saperlo, e infine viene lasciata nell'erba mezza distrutta. Metà puntata per seguire gli spostamenti di questo biglietto. La storia si ripete quando anche Gilbert lascia un biglietto ad Anna, lei lo vede subito ma lo straccia ancora prima di leggerlo, per poi pentirsene e cercare di mettere insieme i pezzi.
Ora, non ditemi che tutta questa trafila dei biglietti perduti è qualcosa di originale. È un classico. È qualcosa che ho visto in altre 4838484883 storie d'amore. Per questo la cosa non mi ha dato emozione: perché sapevo che una volta scoperto il contenuto dei rispettivi biglietti, entrambi si sarebbero corsi incontro per poi baciarsi appassionatamente.
Mi dispiace ma questa storia d'amore non mi ha coinvolto, l'ho trovata come qualcosa di "già visto".
L'unica scena che ho trovato carina è stato il momento del ballo, in cui scatta la scintilla e i due si guardano in modo diverso.
Sulla signorina Stacy non so sinceramente che cosa dire. Non è un personaggio che ha lasciato il segno su di me. Anche in questo caso preferisco la versione del cartone animato. Qui le hanno appioppato la storyline del "tuo marito è morto quindi trovatene un altro", qualcosa che hanno messo giusto per riempitivo e che se non facevano non cambiava nulla.
Ora, arrivo alla questione per me più spinosa, una questione che quando ci ho pensato mi ha lasciato prima perplessa, poi mi ha infastidita non poco.
Mentre vedevo gli episodi, io la visione me la sono goduta.
È stato bello e interessante vedere portate in scena questioni come l'articolo femminista di Anna, la molestia subita da Josie, tutto il discorso sulla parità, sui diritti delle donne ecc.
Trovo un po' favolistico come Anna riesce a trascinarsi dietro tre quarti del paese nella sua marcia per andare a fare il culo al consiglio, ma non posso negare come la serie mandi dei messaggi importanti a chi guarda:
1) Se una ragazza viene molestata la sua reputazione è rovinata. Perché? E quella del ragazzo?
2) Una ragazza non va MAI a "cercarsi" una molestia o una violenza. La colpa è solo di chi aggredisce.
3) Prima di fare qualcosa, un ragazzo deve assicurarsi che la ragazza che ha di fronte sia a proprio agio e che sia d'accordo con quello che sta succedendo.
Sono temi perfettamente attuali, e per esempio trovo importantissimo parlare del consenso. Sono ottimi spunti di riflessione per i ragazzi e le ragazze di oggi.
Mi ha fatto riflettere anche un'altra scena. Siamo alla fiera, e Billy cerca di impressionare la sua ragazza, Josie, cimentandosi in un gioco di forza, con il palese atteggiamento "ti faccio vedere quanto sono forte, guarda quanto sono uomo".
Peccato che finisce per fare una brutta figura, marcata dall'arrivo di Jerry che, abituato a lavorare nei campi, riesce a colpire il bersaglio in un colpo solo. Ora, Billy ha sentito di aver sfigurato, ma io non la vedo così: il fatto che non sia riuscito a colpire il bersaglio non lo rende meno uomo rispetto a Jerry.
Qui ci fanno chiaramente vedere la mentalità del: uomo forte=vero uomo, uomo debole=pappamolla.
Perché il valore di un uomo deve essere misurato in base alla forza fisica, e il valore di una donna in base alla sua bellezza?
Sono delle tematiche molto importanti da portare in scena, e allora perché ho detto di essere infastidita?
Per un semplice motivo. Questa serie ha buttato dentro un po' di tutto: femminismo, diritti umani, la libertà di stampa, il razzismo, gli indiani, le persone nere, maschilismo, sessismo, omosessualità.
Hanno toccato tutti temi "caldi" facendo un bel minestrone, e la cosa che mi infastidisce più di tutte è... tutto questo, cosa c'entra con Anna dai capelli rossi?
Perché Anna dai capelli rossi non parla di queste cose, e alla fine della fiera della storia originale rimane ben poco: sostanzialmente, solo gli esami per il college, e Anna e Gilbert che si mettono insieme. Il resto è tutto inventato.
Posso apprezzare le scene in cui Anna desidera conoscere di più sui suoi veri genitori e torna all'orfanotrofio per fare ricerche, Marilla e Matthew preoccupati di perderla, la litigata tra Anna e Diana. Posso anche accettare il cambiamento del rapporto tra Anna e Gilbert (nel cartone non si parlano per anni, qui sono molto amici), perché comunque tutto questo è direttamente collegato alla storia principale e alla protagonista.
Ma, per fare un esempio, la scena in cui la ragazza (dovrebbe essere Prissy?) va dal padre dicendogli che vorrebbe dare una mano nella gestione dell'azienda di famiglia, e il padre non la degna di uno sguardo e liquida la questione affermando che le donne non devono occuparsi di certe cose, ecco, quella scena a cosa serve? Perché è stata messa? Per dirci che in quell'epoca storica le donne non erano trattate in modo paritario? Sì ok... ma non è questo di cui parla la storia di Anna. Tra l'altro mi è sembrata una scena buttata lì un po' a caso, perché la tizia arriva, il padre la tratta di merda, tanti saluti e fine. Poi non se ne parla più, e la tizia non si vede più in scena.
Non dico che non bisogna parlare di certe tematiche, ma se fate una serie su Anna dai capelli rossi, mi aspetto di vedere una serie su Anna dai capelli rossi. Se volete parlare di certi temi come le prime battaglie femministe, allora fate una serie che parli di quello, vi inventate una storia e dei personaggi nuovi. Non che prendete una storia già esistente e la travolgete per parlare di quello che volete.
È come se io prendessi I Tre Moschettieri e ci facessi sopra una serie, inserendo temi come molestie sessuali e diritti delle donne, trasformando d'Artagnan in un femminista del XVII secolo, e già che ci sono ci butto dentro un po' di razzismo che non fa mai male, e poi, perché no, faccio che Athos e Aramis sono gay.
COSA CAVOLO C'ENTRA???
I Tre Moschettieri non parla di queste cose, e lo stesso vale per Anna.
Oppure faccio una serie su Harry Potter dove faccio succedere che Hermione viene molestata da un ragazzo e per tutta Hogwarts parte una marcia femminista.
Tutto ciò continua a lasciarmi assai perplessa e infastidita. Ed è per questo che non so come giudicare queste serie e che voto darle. Forse non è nemmeno giudicabile, visto che in fondo non è una serie su Anna dai capelli rossi (lo è tipo al 20-30% a essere generosi).
Davvero non capisco perché la storia di Anna dai capelli rossi è diventata una manifestazione delle tematiche più bollenti di questi anni.
Non è che se non ne parlate fate schifo eh.
Ultima cosa che mi viene in mente sono le musiche: non ne ho in mente nemmeno una, segno che non sono state di impatto. NULLA IN CONFRONTO CON LE BELLISSIME MUSICHE DEL CARTONE.
Detto ciò, di solito concludo un commento consigliando o meno la serie in questione, e dando il voto finale. Qui non so bene che cosa dire.
La serie è carina e posso anche consigliarla, ma sappiate che vi troverete davanti tanta roba che con Anna non c'entra niente.
Se dovessi dare un voto basandomi sulla fedeltà della storia originale, sarebbe 1 e 1/2.
Se guardo la serie per quella che è, facendo finta che la storia originale non esista, posso arrivare a 7, ma solo perché sono generosa (e lo sono davvero, visto che oggi sto inca**ata).
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Bungo Stray Dogs - 2a stagione
E spuntiamo anche questa seconda stagione di Bungo Stray Dogs, ed anche qui il mio consiglio di non guardare le sigle per evitare di spoilerarsi la strategia finale rimane più attivo che mai.
Ritroviamo i personaggi della prima stagione naturalmente, l'Agenzia investigativa armata, la Port mafia e quegli eleganti signori che si erano palesati nelle ultime puntate che volevano comprare dal direttore Fukuzawa la licenza per usare le abilità sovrannaturali lecitamente. Ma prima una premessa di 4 episodi sulla vita passata del fascinoso Dazai, quando era un pezzo grosso della Port mafia. Per quanto interessante ed a tratti illuminante sul perchè Dazai adesso sia dalla parte dei buoni, e con tutta la bontà degli autori che hanno voluto richiamare questa parentesi alla fine della stagione, devo però ammettere che in alcuni punti mi è calata un attimo la palpebra, i dialoghi erano a volte troppo lunghi e complicati e privi di riferimenti che tenevano vigile lo spettatore. Sostanzialmente la storia di questi primi episodi si svolge tra Dazai, Odasaku ed Ango, tre membri della mafia che verranno coinvolti ognuno in modo diverso in una lotta con un gruppo che si fa chiamare Mimic, che sembra aver trovato in Odasaku il loro acerrimo nemico, nessuno sa perchè, e che farà di tutto pur di spingerlo a ricorrere alla violenza, cosa alla quale egli aveva rinunciato per principio. Il plot twist che alla fine era Rintaro, boss della mafia che già conoscevamo, a tirare le fila di tutto dietro le quinte solo per ottenere dal governo l'autorizzazione di usare le abilità sovrannaturali senza essere perseguiti è abbastanza imprevedibile e ben pensato, ma alcune cose mi hanno fatto storcere il naso; una fra tutte: l'elemento Mimic non aveva alcun motivo di esistere se non per spingere il governo a cedere affinchè la mafia se ne sbarazzasse. Ma non avevano nessun fondamento in se stessi: erano insomma una ventina di soldati che per colpa di decisioni politiche erano diventati fuorilegge, e fin qui ci sta, ma fino alla fine sono state persone che andavano in giro ad uccidere o a farsi uccidere e se gli chiedevi il perchè lo facessero non era, che ne so, per acquisire le abilità sovrannaturali o rapire gente della mafia che ne possedeva, o capire il senso della vita o se riusciremo mai a mettere piede su Marte. Semplicemente blateravano sul volere una morte che valesse la pena di essere...vissuta? Boh, non chiedete a me, son confusa quanto voi. Ma a parte questa incongruenza l'ho trovata una parentesi come dicevo illuminante sul passato di Dazai.
Passiamo alla storia presente, e di cui non voglio parlare molto perchè è riassumibile in poche parole. I signori americani eleganti, la Guild, entrano in scena, e cominciano a fare casino da tutte le parti senza un chiaro motivo, mettendo in subbuglio Port mafia e Agenzia investigativa. Un po’ di tempo viene dedicato alla piccola Kyouka, che ha smesso di ripetere che ha ammazzato 35 persone, le hanno cambiato il disco, ma che purtroppo scompare nuovamente a causa di uno scontro tra Atsushi, che le prende di santa ragione, l'ex tutrice di Kyouka alla Port mafia e alcuni membri della Guild, che passavano di lì e gli sembrava maleducato non salutare. E' ovvio che per salutare intendo picchiare un pò di gente. E quindi ciao Kyouka.
Questi tizi della Guild si rivelano troppo forti e spingono mafia ed agenzia a collaborare, almeno in apparenza. La distruzione della città è il loro obiettivo e faranno di tutto per realizzarlo. E qui io mi chiedo: ma perchè?? Per una stupida licenza?? E c'è mica bisogno di distruggere una città intera per un foglio di carta che può essere falsificato con uno scanner ed una stampante nella cartoleria dietro l'angolo?
Devo dire che se il motivo fosse stato questo sarei rimasta davvero delusa, perchè okay che in questi anime si simbolizza tutto e pure durante gli scontri più serrati questi si fermano mezz'ora a farti la morale sul perché stai combattendo, ma per una licenza distruggere la città era come minimo eccessivo. Le mie preghiere sono state ascoltate ed il motivo che spinge Francis, il capoccia della Guild, è più personale e sensato, anche se ho delle remore perchè sembra una cosa tirata fuori solo per dare un senso all'offensiva della Guild e spero quindi che nella terza stagione ne riparleremo, non deludetemi.
Insomma alla fine Francis si troverà a combattere contro Akutagawa, che si porta dietro ancora quel transatlantico di complesso d'inferiorità per Dazai, e Atsushi, in una sorta di dinamico duo nonostante pochi secondi prima Akutagawa stesse ricoprendo di insulti Atsushi ed il povero Francis col ditino alzato cercava di dire che, beh, saremmo allo scontro finale, i convenevoli ve li potreste scambiare dopo.
Devo dire che anche finito lo scontro ho trovato lacunoso che, sconfitto Francis, i compari della Guild si siano guardati ed alzando le spalle abbiano detto "Oh beh, lasciamo perdere Yokohama, birretta stasera?", cioè non sapevano fin dall'inizio il motivo personalissimo alla base delle azioni di Francis e sono andati a catapultarsi in un'avventura che li ha ridotti male e dopo che il capo è stato sconfitto, ciò per cui avevano rischiato la vita e cioè distruggere mafia ed agenzia, non gli interessa più...bah. Però lo scontro finale, con Atsushi ed Akutagawa che lavoravano insieme e si supportavano prendendosi per mano e lanciandosi a turno ha fatto fare ba-dump al mio piccolo cuore di fujoshi ^^, a me questi due piacciono troppo insieme, con Dazai ad impartire la benedizione il quadro sarebbe completo.
Hanno inserito alla fine l'elemento che ci porterà alla terza stagione, e cioè altri cattivoni che per qualche motivo vogliono mettere i bastoni fra le ruote ai nostri eroi, e che per poco non mandavano a monte tutti gli sforzi fatti dal dinamico duo per salvare la città; ma di tutto questo ne parleremo nella terza stagione.
Si riconferma tutto quello detto per la prima stagione, diciamo che l'atmosfera noir la si respira solo nei primi episodi della stagione mentre nel resto è tutto azione e basta, ma i disegni restano di ottima qualità e mi è davvero piaciuto come alla fine fosse stato Dazai a manovrare tutto da dietro le quinte, una sorta di Jack Sparrow che sembra scemo all'inizio ma che poi se è finito tutto bene lo devi a lui. Si è sofferta una certa mancanza di personaggi come Kunikida, o Ranpo, o Yosano, i quali hanno avuto pochi momenti di protagonismo, ma non è un difetto considerando che si entra in un arco narrativo che in fin dei conti è stato pieno di eventi e di scontri.
Ci dirigiamo quindi verso la terza stagione, con alcune aspettative di sicuro e alcuni dubbi, ma di certo molta curiosità, specialmente per come si evolverà il rapporto Atsushi/Akutagawa, che sono molto simili poiché entrambi traumatizzati fino al midollo ed in cerca di una parola buona che esca dalla bocca di Dazai; dopotutto li abbiamo lasciati a fissarsi in malo modo alla fine dell'ultimo episodio, sarà successo qualcosa a meno che non siano ancora lì a portare avanti la partita di A chi ride prima più lunga del mondo.
A presto! -sand-
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Outlander: Terza Stagione
Titolo: Outlander Stagione Terza Episodi 13 Distribuzione USA Canale Starz dal 10 settembre al 10 dicembre 2017 Distribuzione Italia Canale Fox Life dal 29 settembre al 22 dicembre 2017 Questa stagione è tratta dal romanzo Voyager, in Italia diviso in due, ovvero: Il Cerchio di pietre & La Collina delle Fate
Il cast principale di questa stagione è formato dagli incredibili Caitriona Balfe e Sam Heughan, che con la loro chimica rendono alla perfezione i ruoli dei protagonisti Claire e Jamie;
Tobias Menzies, tornando come Frank, insieme ad altri personaggi interpretati da Laura Donnelly (Jenny), Romann Berrux (Fergus), Steven Cree (Ian), Richard Rankin (Roger), Sophie Skelton (Brianna),....;
e ci saranno nuove aggiunte al cast, tra cui John Bell (Young Ian), David Berry (Lord John Grey), Lauren Lyle (Marsali), César Domboy (Fergus), Richard Dillane (Mr. Willoughby).
Beh, chi già segue questa serie sarà probabilmente innamorato dei personaggi e della storia incredibile che si portano dietro. E anche questa stagione non è da meno! Sembra incredibile, ma il lavoro che porta avanti tutto questo rende sempre onore ai capolavori cartacei della Gabaldon (da cui si ispira), restando molto fedele a quei romanzi, anzi direi che porta sullo schermo qualcosa che va oltre e affascina lo spettatore, sia fan dei libri che non.
Nei primi episodi della storia scopriremo il passato, ovvero gli anni precedenti al 1968 (anno in cui si chiudeva la precedente stagione) quando Claire rivelava la verità a Brianna in Scozia, dicendo addio a Jamie; ma scoprendo, alla fine, che non è tutto perduto perché forse era sopravvissuto e forse sarebbe stato ancora vivo al riattraversamento della pietre.
Vedremo il ritorno di Claire nel 1948 da quando scelse di restare con Frank per dare alla bambina un padre. Vedremo gli anni, saltando molti periodi, e la vedremo diventare la donna matura e il chirurgo che è diventata, oltre che madre; e scopriremo insieme a Frank come sono proseguiti gli anni di matrimonio tra i due, e come hanno cresciuto Brianna, una ragazza testarda e forte. Allo stesso tempo vedremo anche la storia da 1746 dopo la battaglia di Culloden, in cui Jamie pensava di morire, ma a cui sopravvisse. Lo seguiremo negli anni in cui gli scozzesi furono sottomessi agli inglesi e per i ribelli non furono anni facili, ma in particolare per lui e scopriremo la sua sorte negli anni, in modo quasi parallelo a Claire, nonostante circa 200 anni li separino... Ma non posso svelarvi tutto! Altrimenti si perderebbe il fascino di guardarla, per chi non ne sapesse nulla. Per chi invece ha letto i romanzi e sa come si sviluppa il tutto, ritroverete sullo schermo i protagonisti con la storia che vi ha fatto appassionare a loro. Gli attori riescono a rendere certi momenti unici e quasi magici, portando lo spettatore a chiedersi cosa accadrà (nonostante lo sappia).
Anche le new entry sono ottime. Fergus adulto convince parecchio, come Marsali, anche se hanno ruoli abbastanza marginali. Il giovane Ian può far storcere il naso, eppure come recitazione ci sta come personaggio. (Sappiate però che al momento sono ferma a "La Collina Delle Fate", quindi non ho presente i libri successivi e come si svilupperà la storia.
Mi baso su questi romanzi e la loro trasposizione.)
Inutile dire che Caitriona e Sam portano avanti il tutto con maestria e con una chimica che traspare dai personaggi straordinaria, che non può far a meno di farti innamorare di loro due, come sempre d'altronde! Attori incredibili anche in questa stagione. Senza di loro, non sarebbe così bella da vedere. E con la tristezza nel cuore, mi accingo ad aspettare spero solo un anno prima della quarta stagione. Nel frattempo recupererò la lettura dei seguenti romanzi per essere preparata, ma soprattutto perché non riuscirei a stare così tanto senza sapere nulla di tutti loro. Superfluo dire che consiglio tantissimo di guardarla ed in lingua originale. Fidatevi, non riuscirete più a far a meno delle sfumature che sanno regalare ad ogni dialogo (soprattutto Sam in scozzese, il suo Sassenach conquista). Buona visione!
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TRADIMENTI: 4 COSE CHE NON VENGONO DETTE!
by Damien Brower ⋮ oct 2017.
Ci sono tantissime cose che ci fanno arrabbiare, storcere il naso e giudicare un’altra persona. Il tradimento in una relazione rientra in queste tre categorie. Sono numerosi i motivi per cui le persone non apprezzano i tradimenti, tra questi il pensiero che uno dei partner della coppia stia soffrendo e ci sembra quasi inconcepibile. Ma ci sono tantissime cose che non vengono dette sull’argomento “tradimenti”! La prima: anche le donne sono capaci di tradire senza ritegno o pentimento e questo amiche mie dovete ammetterlo, ho visto uomini piangere tenendo in mano ‒ metaforicamente parlando ovviamente ‒ il proprio cuore infranto come dei bambini. La seconda: spesso le persone tradiscono per noia, non perché attratti da qualcun altro o perché voi non siete abbastanza per lui o lei, aprite gli occhi su chi vi è di fianco. La terza: si usa il tradimento come primaria scusa di rottura quando non si ha il coraggio di lasciare qualcuno, a quanto pare tradire è più semplice di un “Non ti amo più, forse è meglio finirla.”, facendo soffrire doppiamente il partner e magari illuderlo di un rappacificamento perché lo si lascia nelle convinzioni di aver tradito per causa sua. La quarta: il fatto che il partner possa scoprire il tradimento eccita! Rende il tutto decisamente più intenso, interessante e fuori schema, ecco perché si lanciano segnali al proprio compagno o alla propria compagna al riguardo, il pensiero che la persona possa scoprire ciò che si sta facendo dà una scarica di adrenalina così forte da dimenticare che si sta facendo del male a qualcuno. Insomma, dietro i tradimenti c’è un mondo diviso in due tra il “Sì” e il “No”, tra il “Non lo farei mai” e il “È l’unica cosa che mi rende vivo”. Dal mio punto di vista non ho mai amato i tradimenti, forse perché so cosa significa avere il cuore infranto ‒ ma soprattutto: se ho voglia di divertirmi, non ho motivo di stare con qualcuno. Quindi cari lettori se il vostro unico pensiero è il sesso, il divertimento ed una vita decisamente opposta a quella coniugale non impegnatevi con qualcun altro. Le persone soffrono già abbastanza, non è meglio poter soddisfare chi ha le nostre stesse intenzioni?
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