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#frase le pagine della nostra vita
umi-no-onnanoko · 6 months
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"Ci innamorammo nonostante le nostre differenze, e nacque tra noi qualcosa di raro e stupendo. Secondo me, un amore così è unico nella vita, ecco perché ogni minuto passato assieme è sigillato nella mia memoria. Non me ne dimenticherò mai."
-Le pagine della nostra vita (Nicholas Sparks)
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filmtelefilmitaly · 4 months
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"La storia della nostra vita" di Allison Hamilton Calhoun. Al mio amore, Noah. Leggimelo, e tornerò da te
Le pagine della nostra vita
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desyblu · 1 month
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Oltrepasso la soglia dei miei 50anni e vergine di social, scelgo tumblr, in cerca di aforismi; da sempre affascinata dal potere delle parole, alla ricerca dell'orgasmico piacere di una frase giusta detta al momento giusto. Mi tuffo nel gomitolo...mi affaccio alle vostre finestre e trovo vite...trovo persone con cicatrici vistose che si arrossano ancora al sole cocente del tritacarne, chiamato vita, in cui ci muoviamo o con ferite ancora aperte e sanguinanti, esposte alla fame delle prede...trovo cuori lacerati, cervelli in panico, mani protese a cercare altre mani per farsi risollevare...trovo corpi senza forze, che si lasciano schiacciare da un mondo che corre troppo in fretta, senza rispetto per chi non ce la fa, senza attesa x chi resta indietro...trovo anime a brandelli che si sentono sole ma che hanno paura del contatto di altre anime sole...spaventate, uccise, morenti...
Cercavo parole ed ho trovato vite silenziose che parlano più di tutte le parole dell'intero universo...che libro l'umanità....quante pagine siamo in questo mondo...non basta un'enciclopedia per racchiuderci tutti...
Questo è un omaggio a tutti voi...al popolo Tumblr...a voi trovati per caso nel libro della mia vita... Solleviamo i nostri capi e guardiamoci per un attimo negli occhi....attraverso gli occhi si arriva all' anima....magari capita di scoprire nell' altro la nostra stessa sofferenza e in modo ridicolo sentirci un pochino sollevati dal condividere lo stesso tipo di dolore. Usciamo a guardare l'alba tutti insieme...ognuno la vedrà diversa attraverso i propri occhi, xchè ognuno è diverso ed è questa la nostra 'grande bellezza'.
Buona giornata a tutti voi...a tutti noi! ❤️
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diceriadelluntore · 7 months
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Un bicchiere di vino con un panino....
In una mia riposta ad un post molto bello di @cinismoerancore avevo scritto che se mi fosse piaciuto il finale del libro che stavo leggendo ne avrei scritto, perché si legava ad un tema che il post tendeva a sottolineare (anche @biggestluca mi ha chiesto che libro fosse).
Voglio subito dire due cose: Felicità© di Will Ferguson, scritto per la prima volta nel 2001, uscito per Feltrinelli qualche anno dopo e riproposto, con nuova traduzione di Andrea Bezzi, che curò anche la prima stampa, da Accento, è un libro da leggere. Per due terzi meraviglioso, sul finale si poteva fare di più. Vi dico subito l'altra cosa che non mi è piaciuta, la copertina:
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Quella di Accento non ha nessun riferimento al libro, mentre invece la prima di Feltrinelli si
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(per chi è curioso lo spiego in privato).
Restano da dirvi due cose: il libro è la storia di Edwin De Valu, junior editor alla Panderic Inc., casa editrice di New York il cui più grande successo sono i Manuali di Mr Etica, bizzarro personaggio che voleva insegnare fondamenti filosofici per vivere meglio, ma va in carcere per aver ucciso e sotterrato in giardino gli ispettori del Fisco che erano andati a fargli visita. Edwin è specializzato in manuali di autoaiuto, alla Panderic quando arrivano manoscritti del genere vengono messi ad attendere in uno spazio, la montagna di fuffa, sopra la quale campeggia la lavagna con la collezione delle più improbabili espressioni trovate alla prima, unica e superficiale lettura. I libri si accumulano, ma un giorno arriva a Edwin un manoscritto di oltre mille pagine, con appunti a penna e stantii adesivi di margherite. Ha un titolo, Quello che ho imparato sulla montagna, e un autore, Tupak Soiree, che ad Edwin puzzano di broglio da chilometri. Il libro fa la fine di tutti gli altri. Solo che stavolta il suo capo, il Signor Mead, nell'attesa di pubblicare il manuale definitivo sul perdere peso mangiando porco fritto, vuole un titolo che rimpiazzi quelli di Mr Etica. Edwin spavaldamente dice di averne uno straordinario, solo che ritornando nel suo cubicolo ufficio non trova più il libro con le margheritine. Inizia qui il primo viaggio: alla ricerca fisica del manoscritto. Che nel modo più assurdo possibile verrà pubblicato. E nel modo più assurdo funzionerà, regalando ai suoi milioni di lettori la felicità. Ma qui viene il bello (che ovviamente non vi svelo): che conseguenze ha sul mondo il fatto che la gente, di punto in bianco, si senta felice?
In uno stile ironico, lineare e a certi tratti sottilmente drammatico (poichè dietro certi passaggi da ridere ci sono riflessioni profondissime), Ferguson lega il mondo della comunicazione con quello della costruzione sociale di ciò che siamo: lo scrisse nel 2000, quindi lontano da quello che siamo adesso dove l'aspetto è totalmente più pervasivo, ma ci sono già dei pilastri del sistema ben chiari. Non è solo ironia sul ruolo dell'autoaiuto, che oggi si è spostato dai manuali al webinar o alle pagine dei social network, non è solo la capacità di dare l'impressione che siamo in grado di prevedere gli eventi (frase cult: "il marketing? come capacità predittive delle tendenze siamo una tacca sotto al controllo delle viscere degli animali), ma anche l'accento, tra il serio e il faceto, su tutte le attività che sappiamo chiaramente distruttive (spesso per noi, spesso anche per gli altri) ma che sono fondamentali per la vita economica, sociale e persino culturale del mondo, tanto che il povero Edwin si troverà a fronteggiare una parte di questa porzione di mondo rimasta tagliata fuori dall'esplosione della felicità, venendo a mancare questo assunto:"tutta la nostra esistenza si fonda sul dubbio e l'insoddisfazione. Pensa che cosa succederebbe se tutti fossero veramente, autenticamente, felici" (pag. 230).
Si può fare critica sociale ridendoci su? La domanda sembra quasi inopportuna: però ci sono state delle pagine, quando all'inizio il cambiamento si diffonde come un virus alternativo, che mi hanno fatto pensare davvero tanto. Perchè è lampante come certi meccanismi ormai non siano nemmeno più sottotraccia, tipo passare dall'idolatria al dileggio in pochi giorni o scoprire alla prova dei fatti che le ricchezze basate sul nulla producono soldi veri per pochissimi e fregature per tantissimi, oppure indirizzare l'attenzione a specifiche categorie sociali, incapaci o a cui non è più permesso un coinvolgimento intellettuale a ciò che sta intorno loro, e che sia evidente che questi meccanismi siano ormai irrefrenabili, se non cambiando radicalmente il sistema, tanto che segnalarne le storture è presa come una questione di invidia.
Edwin De Valu , lo dice in un passo delizioso quando il Signor Mead gli chiede di lavorare su &lt;<un manuale di autoaiuto per donne sovrappeso che spieghi come fare a mangiare maiale e perdere peso. sarà una nuova teoria. Possiamo chiamarla "il paradosso del porco">> (pag. 150), si è laureato in letteratura comparata con tesi su Proust, da una prospettiva postmoderna. Lui è l'autore di una delle più grandi immagini della felicità, che come rassicurazione suppongo sia ancora presente nell'animo di molti di noi:
Mi portai alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato che s’ammorbidisse un pezzetto di madeleine. Ma nello stesso istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me. Una deliziosa voluttà mi aveva invaso, isolata, staccata da qualsiasi nozione della sua casa. Di colpo mi aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi disastri, illusoria la sua brevità, agendo nello stesso modo dell’amore, colmandomi di un’essenza preziosa: o meglio, quell’essenza non era dentro di me, io ero quell’essenza. Avevo smesso di sentirmi mediocre, contingente mortale. Da dove era potuta giungermi una gioia così potente? Sentivo che era legata al sapore del tè e del dolce, ma lo superava infinitamente, non doveva condividerne la natura. Da dove veniva? Cosa significava? Dove afferrarla? Bevo una seconda sorsata nella quale non trovo di più che nella prima, una terza che mi dà un po’ meno della seconda.
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mucillo · 6 months
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Da " Ricordando la mia vita".
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"Pur essendoti profondamente vicina e preoccupandomi della tua sorte, mi trovavo al di là di quello che lega un uomo a una donna, senza essere capace di tornare indietro. Non cerco attenuanti. La testa racchiusa nelle mani, cercavo spesso di far luce dentro di me e sfogliando una volta le pagine ingiallite di un mio vecchio diario, rimasi colpita dalla nuda verità di una frase, non ancora frutto dell’esperienza: ‘Sono per sempre fedele ai ricordi; ma incapace di esserlo agli uomini’”.
-Non avevamo forse in comune, noi due, quel sussurro di un mondo invisibile che portavamo nel sangue fin nei più profondi trasalimenti del corpo, fin nei più brevi, più sacri istanti della nostra esistenza?”
-Spesso mi dico che solo attraverso te io resto in contatto con l’umano, in te esso mi si rivolge, avverte la mia presenza, mi respira accanto; altrimenti gli rimango sempre alle spalle e non riesco a farmi riconoscere”.
- Se per anni sono stata la tua donna è perché con te mi si è aperta, per la prima volta, la dimensione del reale quale inscindibile unità psico-fisica e inconfutabile prova della vita stessa”.
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bimbadentro · 2 years
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Torno sempre così, con un pensiero sporadico che mi preme comunicare solo nel mio ripostiglio più sicuro: voi.
Oggi ho letto una frase de "Il Grande Gatsby" che mi ha fatto molto riflettere:
"È sempre triste guardare con occhi nuovi le cose su cui hai già speso le tue capacità di adattamento."
Pensateci. Quanto è faticoso?
Il nostro sguardo è in costante osservazione, sempre pronto a rivoluzionare, evolvere, modificare, deformare tutto ciò che abbiamo già visto. Proviamo a essere bravi a conservare i nostri ricordi, cercando di mantenerli sempre nella versione per noi più veritiera (che di base è già assolutamente deformata). Ma poi arriva qualcosa che ci obbliga a rivedere tutto. E questo implica smuovere di nuovo tutte le emozioni e le sensazioni legate a quel ricordo, a quella situazione, rivivendo i nostri dolori, danneggiando ulteriormente la nostra sensibile, esausta, mente. Per non parlare del cuore, pieno di ferite, crepe e buche che riempiamo con spiragli di quella che noi tutti chiamiamo felicità.
Vedere quella che è sempre stata la mia casa da che ne ho ricordo piena di scatoloni non è semplice. Mi vedo piccolissima, nella stanza condivisa con mia sorella, a cercare angoli nei quali replicare "il nascondiglio perfetto" che quella bambina in quel film ha in una parte della casa. Mi ricordo mentre capivo che una stringa di lettere forma una parola e, con mia mamma, leggevo le mie prime pagine, avviando l'amore per la lettura e divenendo irriverente nei confronti delle tabelline. Mi vedo a coccolare il mio gatto, che per sempre rimarrà tatuato sulla mia pelle e sulla mia anima, con i suoi grandi occhi color kiwi e quelle particolari e bellissime striature, che mi faranno sempre pensare che fosse parente di qualche grande felino. Penso con commozione al giorno in cui l'abbiamo portato a casa, ma mi torna in mente anche quello in cui i genitori di mio padre l'hanno trattato come un selvatico pericoloso. Ma penso anche a quando i miei zii sono venuti, stanchi e appesantiti, a visitarci perché volevamo vedessero i cambiamenti che, durante il covid, abbiamo fatto, la nuova pittura, le nuove disposizioni. Ed è in quella cucina che ho preparato il tiramisù che ho portato a mio zio - che da lì a poco avrebbe ricevuto una brutta notizia - che lo avrebbe raccontato a tutti come il tiramisù più buono mai mangiato, che aveva cucinato sua nipote. Sempre lì ho pianto per i primi crampi allo stomaco di quello che credevo fosse l'amore della mia vita. Lì ho riso e guardato film con la mia migliore amica, ma ho anche spettegolato e scambiato confidenze con quella che pensavo fosse una persona importante tratta come l'oro, e che poi si è rivelata - in una maniera così vigliacca che al solo pensiero mi vengono i conati - il peggio.
In quella casa ci sono cresciuta, non l'ho mai odiata anche quando ne avevo motivo. Ora ogni crepa e ogni difetto, che prima pensavo la valorizzassero - come quando si compra dagli artigiani e ti dicono che qualsiasi imperfezione rende particolare e unico quel prodotto - mi devastano il cuore, perché li percepisco come una sua reazione. La casa soffre. Casa è un concetto, come poeticamente ricordiamo tutti, e possiamo riconoscerla certamente in una persona. Ma casa è anche quello che è: un luogo, uno spazio, un ambiente. Un posto che ci riempie di familiarità e un posto che si sporca quando lo trascuriamo, che si svuota quando lo abbandoniamo, che si ammacca se lo trattiamo male. Ed è quello che sta succedendo alla mia casa. Che è in vendita, perché quel nido che ha accolto nel febbraio del 2001 non è più una famiglia. O meglio, lo è eccome, ma con un uomo che non è più un padre.
E qui sì che i miei occhi si riadattano, capiscono che quella trasformazione visiva è necessaria e che è giusto che la mia capacità di adattamento capisca che una determinata visione non può essere per sempre.
La mia casa rimarrà per sempre mia, anche quando ad abitarla sarà una coppia di giovani che iniziano una vita insieme o un'anziana che vuole abitare vicino alla figlia che lavora in ospedale. Sarà sempre mia perché i muri, le porte, i pavimenti, le pareti, sanno tutto. Sono discreti, non lo danno a vedere e se lo tengono per sé, ma loro conoscono le risate più rumorose, i lutti che ho elaborato, la voglia di andarmene e la felicità di tornare, gli abbracci più stretti, i miagolii insistenti, i pianti notturni, le conquiste più cercate e le scelte più complicate. Ma la mia casa non devo ricordarla per forza com'era prima, devo accettare che ora sia più vuota, più incasinata e più distaccata. Perché lo sono anche io. E, come per lei, verrà anche il mio tempo nuovo. Saremo entrambe popolate, riempite, trasformate. Ma, di soppiatto, quando ne avremo occasione, ci guarderemo timidamente, per scambiarci uno sguardo di chi si capisce, di chi si manca ma non si dispera.
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daimonclub · 3 months
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Aforismi volume quarto di C.W. Brown
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Aforismi volume quarto di C.W. Brown Aforismi volume quarto di C.W. Brown, un libro di 240 pagine di aforismi, pensierini e riflessioni, con un testo introduttivo e un saggio conclusivo. La gente cambia, e sorride: ma la sofferenza resta. T.S. Eliot Il surrealismo è semplicemente il riflesso del processo della morte. È una manifestazione di una vita rivolta verso l’istinto, un virus che accelera la fine inevitabile. Henry Miller Il surrealismo è distruttivo, ma distrugge solo ciò che considera catene che limitano la nostra visione. Salvador Dalì Il surrealismo cercava di superare la stupida e triste banalità della nostra realtà per avvicinarsi sempre più ad una possibile e allegra idealità. Carl William Brown Being a scholar of stupidity, how might I avoid to thank a lot of people for their existence. Carl William Brown The reward of sin is death? That’s hard. Si peccasse negamus, fallimur, et nulla est in nobis veritas. If we say that we have no sin, We deceive ourselves, and there’s no truth in us. Christopher Marlowe I momenti di felicità… Ne abbiamo avuto l’esperienza, ma ci è sfuggito il significato, come diceva Eliot. O per meglio dire, non ce ne siamo resi conto, così la vita è passata e alla fine non mi è rimasto che il dolore per la perdita della persona più cara, mia mamma. Carl William Brown Per chi ancora non mi conoscesse, riporto rapidamente qualche frase per presentarmi in modo molto sintetico. Io sono Carl William Brown, il vendicatore letterario. Questo è appunto il nome di penna del mio personaggio, un surrealista, umorista, nichilista, umanista e un po’ romantico. Questo infine è il mio motto, mutuato dal grande Giordano Bruno, ovvero “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”, che a sua volta probabilmente l’aveva ricavato da una citazione di Ovidio “Gaude tamen interdum et tristitiam solare modesta” oppure da qualche riflessione di Seneca o Cicerone, che avevano discusso ampiamente dell'importanza e dell'equilibrio delle emozioni e della moderazione; per cui niente di nuovo sotto il sole. Per gli amanti dell’Inglese, quindi abbiamo, Carl William Brown, the literary avenger. Surrealist, humorous, cynical, nihilistic, scientific, humanistic and romantic character. In tristitia hilaris, in hilaritate tristis. Come in tutti gli altri miei libri, anche in questo c’è una prefazione, un’introduzione aforistica, talvolta ci sono anche dei saggi, in genere scritti in un periodo posteriore al corpus del libro, poi vi sono degli aforismi introduttivi, e gli aforismi stessi del libro scritti invece in un periodo antecedente, anche vari decenni prima. Da questo aforisma contenuto nel libro si risale all'epoca della sua stesura. Anno di grazia di nostro signore 1996; la banca mondiale osserva che sulla terra c'è almeno più di un miliardo di persone che sono praticamente inesistenti, vi sono poi 40 milioni di individui che muoiono ogni anno per denutrizione, e vi sono ancora almeno tre miliardi di persone che vivono in povertà o miseria. Ma torniamo al presente. Oggi è una giornata schifosa, piove molto e c'è un forte vento. La natura non è matrigna, è più che altro una grandissima tragedia, per non usare altri termini più volgari, perciò dovrebbe scomparire al più presto e noi con lei. Il nostro pianeta merita infatti una situazione analoga agli altri, rocce, polvere, un po' di gas e dei metalli, basta, il resto della natura serve solo a fomentare la sofferenza e perciò non ha alcuna logica di esistere. Verso sera le condizioni atmosferiche sono migliorate, è persino uscito il sole, ma le mie considerazioni purtroppo non sono aleatorie come il tempo. Poiché ho inserito il mio testamento letterario e i lasciti del Daimon Club alla fine del terzo volume di aforismi, per questo libro ho pensato bene di tralasciare tale documento, tuttavia sempre per ricordarne il messaggio profondo, riporto questa citazione di Virgilio, come invito per approfondire il discorso. "Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor". (May an avenger arise one day from my ashes. Che nasca un giorno dalle mie ceneri un vendicatore). Non ho mai superato il trauma di essere venuto al mondo, non mi è mai piaciuta la stupidità dell'universo, e figuriamoci se potrò mai accettare il dolore per la morte di mia madre. Carl William
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Aforismi Volume Quarto Backcover INTRODUZIONE Love your suffering. Do not resist it, do not flee from it. It is only your aversion to it that hurts, nothing else. Hermann Hesse Se c'è qualcosa che può sostituire l'amore, questa è la memoria. Josif Brodski There is no greater sorrow than to recall happiness in times of misery. Dante Alighieri Happiness is beneficial for the body, but it is grief that develops the powers of the mind. Marcel Proust Lascia che ti abbracci amara avversità, perché il saggio sa che è l’unica cosa da fare. William Shakespeare Solo dopo aver perso la propria mamma per sempre si può capire l’essenza del vero amore e lo straziante dolore per la vita che se ne va. Carl William Brown Sul punto di morte si ricordò di sua madre che lo stava attendendo nella realtà che non esiste e quasi compiaciuto si consolò. Carl William Brown Se Freud avesse avuto a disposizione i sogni di mia madre sarebbe diventato ancora più grande di quel che è stato. Carl William Brown Quando mia madre era ancora viva ero sicuramente più felice di oggi dove posso solo avere ricordi del suo amore e un sorriso su una foto che mi rende così triste! Carl William Brown D’ora in poi voglio immaginarmi la morte come una tenera e affettuosa mamma che con estremo amore, stringendomi sorridente al suo seno per tutta l’eternità, invece di darmi la vita me la toglierà. Carl William Brown A parte mia madre, le donne mi hanno sempre stimolato ad approfondire la conoscenza della profonda illogicità esistenziale. Carl William Brown Mio padre e mia madre non ci sono più, ma il loro spirito vive in me, e quindi è ancora vivo, se non fosse però che io sono già morto. Carl William Brown La morte ha liberato mio padre e mia madre dai loro mali e mi ha imprigionato ancora di più nei miei. Carl William Brown E in questo frangente purtroppo non riesco inoltre a ricavarne alcun senso, se non che rendermi conto che la vita in fondo non è che una ruota, della tortura però. Carl William Brown Gesù Cristo, non sembrava nemmeno una persona defunta, e la morte sembrava averle dato persino ancora un po’ di vita, privandola di tutta la sua sofferenza e donandogli al contempo una mistica serenità! Ma il suo dolore non era andato lontano, bastava guardare il mio volto. Carl William Brown La mia testa è sempre invasa da una bufera di pensieri, di ricordi, di lampi, alcuni d'intelletto, altri più melanconicamente e quasi angosciosamente emozionali, soprattutto nei giorni di festa e in quei periodi in cui in passato ho subito dei traumi. Ora siamo in Aprile, il mese più crudele per Eliot, e siamo passati da una temperatura di 27 gradi, ad una di 7, in pochi giorni, quindi vale sempre il detto Aprile non ti scoprire. Per essere ancora più precisi oggi è il 25 Aprile del 2024, e per confermare la tradizione, ovvero quella del proverbio “Aprile Apriletto, tutti i giorni un goccetto”, ha appena smesso di piovere, infatti questi sono stati giorni molto bagnati, per il piacere delle infiltrazioni di acqua che abbiamo grazie alla guaina rovinata delle gronde dell’edificio in cui abito, ancora da riparare dopo ben 18 mesi dalla prima segnalazione al nostro amministratore, parola alquanto inadeguata per definire quella specie di elemento, che grazie ad un numero ancora più consistente di incapaci, fa finta di prendersi cura del nostro condominio. Già, è proprio vero, l'acqua non ha le corna, invece il nostro professionista, che ancora non si decide a far intervenire una ditta seria per porre rimedio alla problematica, deve essere proprio un grande cornuto. Dicevo ho sempre il cervello in subbuglio, e in questi giorni sono particolarmente triste; certo sono pochi mesi che è morta mia madre, ad ottobre, ma in questo periodo è ancora peggio; poi una mattina nel dormiveglia mi è sembrato di sentire la voce di mio Papà che mi chiamava, e lì ho capito, infatti mio padre è morto il 29 Aprile di 12 anni fa, e il 26 lo avevamo ricoverato, se non lo avessimo fatto, probabilmente sarebbe vissuto ancora alcuni mesi, ma ormai, non possiamo sfidare il nostro destino, e poi c'è sempre lo scrupolo di cercare di fare tutto il possibile, clinicamente parlando, e si sa, chi troppo vuole, nulla stringe. Quindi tutti i ricordi, belli e brutti, del mio passato mi perseguitano, soprattutto ora che sono solo, e come dice Ovidio, Tristis eris si solus eris (Sarai triste se sarai solo.) Come per il buddhista così anche per me, vale la pena di combattere la stupidità (ignoranza per il buddhismo), per raggiungere infine la libertà. (Nirvana) Carl William Brown La mia opera letteraria è come un grande puzzle. Ho già quasi tutto il materiale, poi non mi resterà che metterlo assieme. Carl William Brown Non esistono il conscio e l'inconscio, come del resto non esistono i vizi e le virtù e non esistono neppure la follia e la normalità, ma esistono invece la stupidità, l'avidità e la crudeltà. Carl William Brown Io ho molto in comune con i filosofi della religione. Essi si occupano del soprannaturale, io invece mi occupo della stupidità. Naturalmente cambiano i metodi di indagine. Carl William Brown Alcuni scrittori preferiscono concentrarsi sull'azione o sull'intreccio, altri sull'analisi psicologica dei personaggi, altri ancora sugli eventi storici o sui buoni sentimenti, altri ancora su complicati intrighi e assurdi crimini, o su inverosimili fantasie e improbabili utopie, io ho semplicemente preferito concentrarmi sulla stupidità. Carl William Brown Le religioni e la scienza sono due diversi tentativi di interpretare il mondo; con la sola differenza che le religioni si accontentano di procedere nel modo più stupido e banale. Carl William Brown Può darsi che le masse non siano in grado di perseguire il loro interesse, ma di certo sono abilissime nel favorire quello della stupidità. Carl William Brown
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Aforismi volume quarto di C.W. Brown Matthew Arnold pensava che per risolvere i problemi del suo tempo si dovesse diffondere a tutti una più ampia cultura di fondo; i nostri governanti invece pensano che per poter aggravare i problemi della nostra epoca si debba dare il massimo spazio alla pura imbecillità. Carl William Brown La stupidità è l'anima del conformismo sociale, mentre le istituzioni umane non sono che gli abiti della stupidità. Carl William Brown L'apparato giudiziario non è altro che lo sgualcito mantello che ricopre il corpo delle stupide convenzioni sociali. Carl William Brown Quando pensate di amare una donna alla follia e credete che non potreste più vivere senza di lei, ricordatevi di questa simpatica verità: " Nel far west c'è sempre qualcuno che spara più veloce." Carl William Brown La cultura, la conoscenza, e chi se ne frega; per vivere male non servono queste cose! Carl William Brown Leggere fa bene. Ogni libro contiene un mucchio di fesserie ed oggigiorno è molto importante conoscere la stupidità. O se preferite, per aver successo nella vita, è fondamentale essere stupidi. Carl William Brown Pagare è una convenzione e si sa, tutte le convenzioni sono arbitrarie, quindi anche il pagare è un arbitrio, un abuso. Questo lo sanno benissimo i datori di lavoro, che infatti pagano molto poco (rispetto al dovuto) i loro collaboratori. Carl William Brown L'incipit di un'opera letteraria è sicuramente importante; l'autore può scegliere tra una miriade di possibilità, ma ancora più importante è la scelta che il lettore, tra i tanti libri da leggere, farà. Carl William Brown Il Vendicatore letterario Una piccola biografia Lo stile aforistico Riflessioni sull’umorismo Riflessioni sulla guerra Il mio testamento Destra e sinistra Daimon origine e significati Introduzione alla Daimonologia Daimonologia applicata Daimon Club Experience Ars longa, Vita brevis Aforismi Volume I° Aforismi Volume II° Aforismi Volume III° Aforismi Volume IV° Aforismi celebri d’autore L’Italia in breve Aforismi Geniali Aforismi sull’amore Aforismi sulla dignità Aforismi sulle elezioni Aforismi sulla guerra Aforismi sulla malattia Aforismi sul Natale Aforismi sulle pensioni Aforismi contro il potere Aforismi sulla politica Aforismi sul sogno Aforismi sul teatro English quotes Best quotes on books Quotes on love Literary terms Aforismi per autore Aforismi per argomento Riflessioni e pensieri Saggi Read the full article
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giancarlonicoli · 5 months
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2 mag 2024 15:01
CIELITO OLINDO – IL GIORNALISTA EDOARDO MONTOLLI SMONTA IL PRESUNTO SCOOP DI “GIALLO” SUL DIARIO SEGRETO DI OLINDO ROMANO: “LA CLAMOROSA CONFESSIONE È TALMENTE INEDITA CHE VIENE CITATA PERFINO A PAGINA 67 DELLA SENTENZA DI PRIMO GRADO A COMO. OLINDO IGNORAVA CHE QUALCUN ALTRO AVREBBE MAI LETTO I SUOI APPUNTI SIA QUANDO SI PROFESSAVA COLPEVOLE, SIA QUANDO SI DICHIARAVA INNOCENTE. SONO IL SEGNALE DI UNA PERSONALITÀ DISTURBATA, MA ANCHE…” -
“ACCOGLI NEL TUO REGNO YOUSSEF E GLI ALTRI, A CUI NOI ABBIAMO TOLTO LA VITA” – IL SETTIMANALE “GIALLO” PUBBLICA I TESTI ORIGINALI (E LE IMMAGINI) DEL DIARIO SEGRETO DI OLINDO ROMANO. PAGINE CHE SEMBRANO UNA CONFESSIONE DELL’UOMO E CHE RISALGONO A QUATTRO MESI DOPO LA STRAGE DI ERBA. NESSUNO SAPEVA CHE STESSE TENENDO UN DIARIO SEGRETO, NASCOSTO DENTRO UNA BIBBIA...
STRAGE DI ERBA, LA FINTA ESCLUSIVA DI GIALLO SULLA BIBBIA DI OLINDO
Estratto da https://edoardomontolli.substack.com/
[…] Non c’è alcuna esclusiva e nessuna novità: nè il diario di Olindo è segreto, nè lo sono le sue immagini. La Bibbia di Olindo fu integralmente acquisita al processo di Como. Il quotidiano La Provincia di Como ci fece proprio una campagna sopra, con tanto di collage delle pagine, per accusare il netturbino. Quanto alla frase «mai vista prima» ovvero la clamorosa confessione, […] è talmente inedita che viene citata perfino a pagina 67 della sentenza di primo grado a Como.
Peraltro, a riportare per la prima volta quella frase «mai vista» fummo io e Felice Manti il 17 gennaio 2008 su Il Giornale, qualcosa come 16 anni fa. Sedici anni prima della finta esclusiva di Giallo. Però, esattamente come allora, nessuno si sofferma su alcuni fatti. Evidentemente, come appena documentato, perché non hanno alcuna cognizione degli atti.
Punto primo. Sulla Bibbia ci sono alcune ammissioni di colpevolezza e ben 71 ammissioni di innocenza. Ma ciò che conta è che in nessuno dei due casi Olindo sapeva che la Bibbia gli sarebbe stata sequestrata. Ignorava che qualcun altro avrebbe mai letto i suoi appunti sia quando si professava colpevole, sia quando si dichiarava innocente. Sono il segnale di una personalità disturbata, ma anche scioccata dai fatti.
Punto secondo. Su quella Bibbia Olindo prese un sacco di appunti in codice (del quale poi perdeva regolarmente le chiavi di decrittazione). Era il segnale evidente che ormai non si fidasse più di nessuno, costretto dalla sequenza degli eventi a recitare la parte del colpevole.
Punto terzo. Se bastasse una dichiarazione di colpevolezza a giustificare una condanna, avremmo le carceri piene di mitomani. Chi lo sostiene non ha alcuna cognizione della cronaca nera. Ne Il grande abbaglio raccontammo, ad esempio, il caso del mostro di Foligno: prima che Luigi Chiatti fosse arrestato, un giovane di Melegnano sostenne di essere il Mostro. All’inizio dissero che conosceva dettagli che solo l’assassino poteva conoscere. Poi si accorsero che in realtà non c’entrava assolutamente nulla.
Punto quarto. Olindo sapeva che doveva recitare una parte perché convinto di finire in manicomio con Rosa. La recitò anche con lo psichiatra Massimo Picozzi, raccontando una versione ancora totalmente sballata della strage, come abbiamo documentato in questo video.
Punto quinto. Non si è mai capito chi convinse Olindo a prendere appunti sulla Bibbia rivendicando i delitti. Così come nessuno ha mai saputo chi lo convinse a rispondere a Don Bassano Pirovano, che gli aveva scritto una lettera chiedendogli di pentirsi. Il Corriere della Sera ipotizzò che il ghost writer della missiva di Olindo fosse il suo compagno di carcere Giuliano Tavaroli, ma l’ex capo della security di Telecom smentì.
Di certo successe un fatto abbastanza sconcertante, specie per chi è un fedele cristiano: la lettera di pentimento di Olindo non finì infatti in un privato cassetto di Don Bassano Pirovano, ma venne spiattellata su tutti i giornali. Chi e perché lo fece, nessuno lo ha mai saputo.
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Domanda legittima, ma...
T. Ciao Ensitiv, mi dai un buon motivo per superare le mie paure e partecipare al tuo corso sui viaggi astrali?
Ensitiv: Ciao T. le paure limitano le esperienze e la nostra stessa esistenza, guarda cosa è successo negli ultimi anni per paura. Di morire, di vivere, di ammalarsi, di essere contagiati, di essere scoperti, di non essere accettati... Solo tante inutili paure.
Però tu non pensare alla parte negativa, pensa a ciò che è bello, curioso, intrigante e sconvolgente allo stesso tempo. Un Viaggio Astrale è VITA, CONOSCENZA, CONSAPEVOLEZZA, ENERGIA, EVOLUZIONE!
Io sono stato albero, foglia, vento, ho corso insieme al mio cane sopra le nuvole, guardandolo tuffarsi nel mare bianco della leggerezza. Ho nuotato insieme a creature mai viste, nella acque più belle e profonde dell'oceano, sentendo su di me la capacità di respirare sott'acqua.
Una volta mi sono fuso con le gocce di pioggia, e cadendo ho sentito di far parte di tutta la terra. Non è una sensazione che puoi spiegare, perché tu senti proprio di essere quella goccia che si infrange sul terreno e ne assorbe tutta l'energia. Un attimo dopo ero sulle stelle che guardavo masse enormi di colori fluttuare nel vuoto, con piccoli lampi di luce al loro interno.
Ogni tanto, sempre con il loro consenso, sono entrato dentro le persone, ho guardato attraverso i loro occhi e sentito il vuoto di tante vite.
Pensa che un giorno mi sono lasciato trasportare dal vento insieme alle foglie, ti sembrerà strano, ma le foglie ridono, per loro volare è come un gioco, se potessero lo farebbero sempre.
Ho incontrato mio figlio prima che nascesse e tante persone defunte. Mi sono sciolto con la neve e fuso con la lava. Ho toccato le spighe di grano di un grande prato verde nel loro interno, come se ogni chicco mi sfiorasse le dita. Una volta mi sono lanciato verso l'alto così velocemente da sentire la forza dell'aria tutta fisicamente sulla faccia, era agosto, ma istintivamente mi sono coperto per la temperatura che ho trovato a quell'altezza.
Viste dalla dimensione astrale le persone sono vere, non indossano maschere o barriere, puoi vedere il passato della loro ANIMA, i tormenti che hanno vissuto e la voglia di divertirsi. Questa dimensione è grigia, è triste, sono tutti perennemente stressati o nervosi, ma la loro anima no! E' sincera, affabile, e ha sempre voglia di divertirsi.
L'ANIMA, E' UN BAMBINO RINCHIUSO NELLA PIU' NOIOSA DELLE SCUOLE!
Non credere a chi ti dice che i Viaggi Astrali sono spaventosi, pericolosi, tenebrosi ecc.. PROVALI! Tu prova, e vedrai che tenebre e pericolo fanno parte più di questa dimensione che ti tutte le altre. Io non credo che sia giusto che alcune vite siano private di questa esperienza, è per questo che provo a fare un po' di giustizia insegnando a tutti a sdoppiarsi.
Una notte, cercando di leggere un libro chiuso, sono entrato direttamente nella copertina e poi nelle pagine e nelle gocce di inchiostro lasciate sulla carta; mentre uscivo, sotto un suono di macchina da scrivere, compariva una frase:
"Vola non per scoprire il cielo, ma perché ti sia più chiara la Terra!"
ENSITIV
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umi-no-onnanoko · 6 months
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“Nessun uomo annegando saprà mai quale goccia d'acqua porrà fine al suo ultimo respiro.”
-Le pagine della nostra vita (Nicholas Sparks)
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filmtelefilmitaly · 1 year
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Duke: So che ti senti perduta adesso ma non ti preoccupare. «Niente è mai perduto o può essere perduto. Il corpo lento, vecchio, freddo, ceneri rimaste dai fuochi del tempo, tornerà a splendere ancora.»
Allie: Ma l'hai scritta tu?
Duke: No, è di Walt Whitman!
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Le pagine della nostra vita
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vorticimagazine · 1 year
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AISM inaugura una Sezione Provinciale
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La mia personale esperienza in AISM(Associazione, Italiana, Sclerosi Multipla) nella sezione di Pescara come socia e volontaria inizia dieci anni fa in maniera casuale. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti… Numerosi sono i servizi forniti dalla sezione a persone con SM resi possibili, grazie alla forza, la caparbietà e il coraggio di Pina Scogna. Non è certo finita qui. Nasce anche il Centro Diurno che attualmente ha la sua sede a Villa Sabucchi. Agli utenti sono proposte diverse attività laboratoriali mirate a favorire l’inclusione e non solo, tra queste ne ricordiamo alcune: il laboratorio artistico, la ginnastica dolce, lo yoga, il laboratorio di scrittura creativa, il giornalino di sezione Percorsi che nel corso del tempo, è diventata una rivista a tutti gli effetti. Lo scorso 28 Luglio, la sezione ha vissuto con operatori, utenti e famigliari un evento molto importante che questa lettera aperta (definirlo un semplice comunicato, per noi di Vortici.it è riduttivo), annuncia con emozione…
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Giuseppina Scogna
In onore della fondatrice Giuseppina Scogna, AISM inaugura una Sezione Provinciale. La cerimonia di intitolazione si é svolta nel Parco di Villa Sabucchi, a Pescara.
Arriva sempre il momento in cui la vita ti costringe, improvvisamente, a fare i conti con l’assenza, con la perfetta cognizione che una persona che aveva un posto nella tua vita, un angolo nel tuo cuore non appartiene più ai tuoi giorni, al tuo tempo. Raccontare di Giuseppina Scogna, la storica Presidente AISM della Sezione Provinciale di Pescara, nonché fondatrice del Centro Diurno attualmente attivo presso il Parco Villa Sabucchi, è piuttosto difficile, perché aveva una personalità ricca di sfumature, una forza strutturata e mai domabile. La nostra cara “Pina” è stata l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla per 30 anni e ne ha fatto la storia, in ogni contesto, ufficiale o dietro le quinte, a ogni livello, pescarese, abruzzese, nazionale. Ha saputo incarnare l’Associazione e il suo credo ed ha saputo darle la possibilità e la spinta per arrivare dove è oggi. Concreta e molto diretta, affrontava i problemi cercando sempre la soluzione migliore. Si è occupata dei grandi problemi, come dei grandi aspetti organizzativi, ma prima di tutto è stata pioniera in tema di affermazione del diritto incoraggiando tutti a vivere fino in fondo la propria vita, oltre la malattia oltre ogni discriminazione. Le pagine di storia che Pina scritto per le persone con sclerosi multipla restano e resteranno scolpite nel percorso di profonda umanità, impegno civico e solidarietà che ha caratterizzato tutta la sua vita. Lo stesso percorso attraverso il quale ha condotto tutti noi, soci, persone con SM, volontari, operatori, istituzioni e tutti i cittadini che in questi 30 anni di AISM ha incontrato. Di lei ricorderemo sempre il coraggio, la volontà tenace e la forza di chi non si arrende mai: il 28 luglio 2023 alle ore 18.30 nel Parco di Villa Sabucchi ci sarà l’occasione per ringraziarla ancora in un evento di intitolazione della Sezione Provinciale AISM di Pescara da lei stessa fondata nel 1994. Noi di Vortici.it eravamo presenti e possiamo assicurarvi come siano state toccanti le testimonianze in suo ricordo da parte di soci, istituzioni, amici e parenti. Citiamo una frase dell'Assessore alla Sanità della Regione Abruzzo Nicoletta Verì: "Pina rimarrà eterna". -->Leggi i comunicati dell'area Vortici Magazine Network Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years
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S/Calvino o della libertà: uno spettacolo a Milano in onore del centenario della nascita di Italo Calvino
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S/Calvino o della libertà: uno spettacolo a Milano in onore del centenario della nascita di Italo Calvino.  Presso il Teatro Carcano di Milano, in prima nazionale, dal 15 al 19 marzo 2023 va in scena S/Calvino o della libertà, di e con Mario Perrotta. In occasione del centenario della nascita di Italo Calvino viene proposto uno spettacolo che viaggia all’interno delle opere e della vita di uno tra i più grandi intellettuali italiani, concentrandosi intorno al tema della libertà. L'autore, regista e interprete Mario Perrotta - Premio Ubu 2022 per il Miglior Nuovo Testo Italiano - conduce una nuova e personalissima indagine intorno alle opere di Italo Calvino, con in mente una parola fragile: libertà. Lo spettacolo vede in scena la voce interiore di un uomo, quello meno libero tra i personaggi presenti nei romanzi di Calvino: ha un corpo, una lingua e una mente che non rispondono alla sua urgenza di dire, di agire. Oggi e solo oggi, però, ha deciso di fare spettacolo della sua esistenza, dei suoi pensieri, dei sentimenti che lo agitano. Lui, inchiodato com’è a una croce che non ha voluto, ha deciso di prendersi un’ora d’aria, un’ora e poco più di libertà. E la cerca tra le pagine dei romanzi del “signor Calvino Italo”, la racconta come sa e come può, la trasforma in versi, in musica, in parabole e collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro, in canzoni-teatro sarcastiche e frenetiche e improvvisi minuetti intimi. Il tutto mentre accanto scorre, amaramente ironica, la sua personalissima storia d’amore, una storia impossibile per quel corpo e quella lingua incapaci di parlare. "Il progetto ruota intorno al concetto di libertà, una parola che segna con forza la nostra contemporaneità, soprattutto dopo che la pandemia ancora in corso ci ha ricordato drammaticamente il senso delle parole segregazione, isolamento, costrizione, solitudine. Oggi, ognuno di noi vorrebbe essere “libero”. Libero di fare, libero di muoversi, di autodeterminarsi, di abbracciare, di incontrare, di dire la propria sui Social, di esprimere se stesso senza se e senza ma. Questo desiderio profondo e ancestrale di libertà, però, si scontra –  da sempre – con la libertà dell’altro, di chi mi sta accanto, di chi mi abita di fronte, di chi viaggia sul mio stesso treno, di chi ha idee diverse dalle mie, di chi usa modi diversi dai miei per esporre il suo pensiero - dice Perrotta - e allora è il momento di riparlare di libertà, di riflettere su quel passaggio delicato e fondamentale in cui la “mia” libertà diventa la “nostra” libertà, per provare a rintracciare un nuovo significato condiviso che ci riposizioni, tutti, uno accanto all’altro e non più uno di fronte all’altro o, ancor peggio, uno contro l’altro" "Molti sono stati i mesi abitati da queste riflessioni e per ovvie ragioni, ma niente che sembrasse avere a che fare con la possibilità di un progetto teatrale. Poi, all’improvviso – ed era anche una notte di inverno – Calvino. Corro a cercare la prima opera che trovo delle sue e cado sulla trilogia I nostri antenati; nella prefazione dello stesso Calvino, trovo scritto: “una trilogia sul come realizzarsi esseri umani, tre gradi di approccio alla libertà”. È tutto lì, in quella frase, in quei capolavori letti prima con lo stupore giovanile e poi con il disincanto dell’adulto, è tutto in quell’anelito di libertà cercato tra i rami di un albero, in quella lettura che Calvino stesso fornisce del Barone: “la prima lezione che potremmo trarre dal libro è che la disobbedienza acquista un senso solo quando diventa una disciplina morale più rigorosa e ardua di quella a cui si ribella”. E scorrono leggere le letture dei tre romanzi, seguiti dalle Lezioni americane, sorprendenti, oggi più che mai, per la loro capacità di immaginare con largo anticipo ciò di cui avremmo estremo bisogno in questo nostro presente. E ancora, città invisibili e viaggiatori all’improvviso… Da questo lungo ri-percorrere la sua opera ne vorrò trarre, come sempre ho fatto con i classici, un componimento originale per dare corpo e carne e teatro a quegli interrogativi sulla libertà, sull’autodeterminazione, interrogativi che, in modo costante e dominante, attraversano tutti i capolavori di Italo Calvino. Un omaggio personalissimo a un autore che ha saputo modellare, e fortemente, la mia visione delle cose del mondo", questo il pensiero che si trova dietro all'opera dedicata a Calvino. Lo spettacolo si terrà nei seguenti giorni e orari: mercoledì e giovedì alle 19.30; venerdì e sabato alle 20.30; domenica alle 16.30. I costi sono per posto unico numerato: al mercoledì e giovedì 27,00 € mentre al venerdì, sabato e domenica 38,00€. Per le vendite online e maggiori informazioni rivolgersi al sito http://www.teatrocarcano.com.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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rafiocchi · 2 years
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(…) Al centro della piazza, circondata da mani, piedi, corpi osannanti e intenti a trasportare montagne di libri, la luce di un enorme falò si traduceva in vampate di calore ad altissima temperatura. A uno a uno venivamo scagliati in mezzo a quell'inferno, dove la nostra essenza di carta urlava ancora prima di sentire i morsi del fuoco. L'aria era pregna di piccoli brandelli di fantasmi neri che svolazzavano qua e là e diffondevano un odore terribile: l'odore delle pagine bruciate, delle parole incenerite, dei pensieri che non erano più nulla se non fumo denso che saliva verso il buio della notte. Voi non potete capire, essere divorato dalle fiamme è la fine più orribile per qualsiasi essere vivente. Tuttavia per un libro, che vivente non è, ma è come se lo fosse per tutta la vita che racchiude in sé, è l'avverarsi di una maledizione ancestrale, è il ritorno del grande incendio della biblioteca di Alessandria e di tutte le biblioteche che l'ignoranza umana ha distrutto nella storia. Poi c'è l'attesa. I minuti che non passano più. I secondi che sembrano tornare indietro anziché avanzare. Infine la mano che afferra il tuo simile appena sopra di te e lo lancia nel vuoto. Il suo muto grido di terrore. Il suo tonfo nella brace. La fiamma che lo avvolge. Tutto il suo sapere, ciò che contiene, ciò che è, trasformato in fiamma, calore assoluto, salto nell'abisso, sostanza nera che si accartoccia. Infine, il nulla. E tu intanto tremi, perché sai che ora toccherà a te. Ora toccherà ai pensieri racchiusi nelle tue pagine. Saranno loro a bruciare, a farsi nulla. Le mani arrivano. Eccole. (…) Il 10 maggio 1933, nella berlinese Opernplatz (l'odierna Be-belplatz), vennero bruciati non meno di ventimila libri. Fu soltanto il primo di tanti roghi che avrebbero arroventato la Germania. Qualcuno, quel giorno, si ricordò della frase che Heinrich Heine scrisse già nel 1817, quando furono dati alle fiamme il Codice napoleonico e altre opere non tedesche: "Là dove si bruciano ilibri, si finisce col bruciare anche gli uomini". (dal racconto “Opernplatz”, vincitore del Premio Le storie del Novecento 2013) #giornodellamemoria2023 https://www.instagram.com/p/Cn5DhNHolVD/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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asc27 · 2 years
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L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, UNA MACCHINA AMICA SOLO SE LA SI SA USARE
Cinque milioni di utenti si sono registrati nella nuova piattaforma ChatGPT di OpenAI, in grado di scrivere lettere, articoli plausibili, fare ricerche in tutto il web e rispondere a qualsiasi domanda. Ma dietro ogni innovazione tecnologica si possono nascondere delle insidie. Quali siano e come proteggersi ce lo spiega il Ceo di Asc27, Nicola Grandis a confronto con il giornalista Federico Fubini ai microfoni del podcast “Corriere Daily” condotto da Tommaso Pellizzari.
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L'intelligenza artificiale è una scienza, la cui nascita si fa risalire alla seconda metà del secolo scorso, basata sulla matematica spinta. Le macchine possono utilizzarla per avvicinarsi a fornire delle risposte per noi esseri umani e compiere alcuni dei nostri lavori più ripetitivi. Una macchina amica che supporta l'uomo in attività che non siano intuitive o cognitive, lunghe da sbrigare, ripetitive e spesso anche poco premianti.
Semplificando al massimo si tratta di una teoria matematica che impara avendo a disposizione moltissimi dati e ci aiuta nelle nostre mansioni utilizzando tutto questo patrimonio di dati informazioni per produrre delle risposte. Lo fa come una persona che abbia letto e riletto migliaia di volte tutto l'Internet conosciuto ponendogli un quesito. Alla fine produrrà una risposta simile a quella di un bambino che abbia studiato a memoria. Una risposta nozionistica generata dalla matematica che non ha una minima attinenza con il razionale, con l'intuito, con la creatività di noi esseri umani.
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In questo senso la risposta di ChatGPT, se presa male, senza considerare questi fattori, può avere anche effetti dannosi. Immaginiamo, ad esempio una persona che abbia dei sintomi di una certa malattia e chieda a ChatGPT di formulare una sorta di diagnosi. Dall’altra parte non c’è un medico, una persona che abbia intuito, che abbia studiato medicina, che possa interpretare questa diagnosi. Il quel caso GPT utilizza i termini che noi abbiamo usato nel porre il quesito nel descrivere la nostra malattia. Senza filtri, cercherebbe di capire attraverso Internet che cosa avevano persone che hanno detto cose simili e produrrebbe una risposta, ma non capirebbe minimamente che sta formulando una frase che potrebbe cambiare la vita di una persona né il contenuto della risposta stessa. Se noi gli chiedessimo dammi la ricetta per il pane o dimmi se ho un tumore per lui è la stessa cosa. Quindi come ci si difende? A mio avviso, innanzitutto bisognerebbe partire dalla cultura delle persone. Se sono a conoscenza che una macchina elettrica inquina meno di una macchina a combustione interna ma ha solo 400 chilometri di autonomia, non prendo una macchina elettrica per andare in Germania.
ChatGPT, uno strumento molto potente, va, però, preso nello stesso modo. Se ho bisogno di un'indicazione per eseguire una ricerca veloce all'interno di tutte le informazioni che io non potrò mai leggere in tutta la mia vita, devo però sapere che sto interagendo con una macchina che funziona su modelli matematici e che non sto interagendo con nessuna entità senziente. Un problema che si risolve parlandone, con informazioni corrette, con la creazione di una cultura che adesso forse non abbiamo ancora sviluppato intorno all'intelligenza artificiale.
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Il pericolo è non sapere se quello che sto leggendo è stato scritto da un uomo o da una macchina, magari male impostata. Cosa che, tra l’altro, vale anche per molte pagine web scritte da esseri umani. Per evitare tale rischio, fortunatamente al momento ci sono molte attività regolatorie in corso, sia negli Stati Uniti sia in Europa, anzi soprattutto in Europa. Da questo punto di vista stiamo superando gli Stati Uniti, che comunque imporranno di informare il lettore o l'ascoltatore sul fatto che un determinato tipo di informazione giunga da un'intelligenza artificiale piuttosto che da un essere umano.
In attesa di tutto ciò esiste già una regolamentazione deontologica, che non è una regulation scritta, non è impositiva. Le dieci leggi sull'intelligenza artificiale sono state varate circa sei/sette anni fa presso l'Università di Princeton. E una di queste leggi deontologiche impone di informare le persone che interagiscono con l’intelligenza artificiale che non hanno davanti un essere umano. Una cosa che viene fatta anche quando si avvia una conversazione con ChatGPT.
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elenascrive · 4 years
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Ho una cotta per la tua mente, sono innamorato della tua personalità, e il tuo aspetto è solo un grande bonus.
Le Pagine della Nostra Vita 
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