#francesco mariotti
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https://micromuseo.org.pe/rutas/epifania-entre-las-ruinas/
#contemporary art#peruvian contemporary art#francesco mariotti#museo de arte contemporaneo de lima#trash art
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Emanuele Mariotti by Francesco Rellini.
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#EspacioAtemporal
🖼 “GENTE PLANTA, GENTE HUMANA, GENTE ANIMAL. PERSPECTIVAS AMAZÓNICAS” 🌳💚🍀🌻
💥 Exposición colectiva que reúne lo mejor del arte amazónico contemporáneo, con la participación de cincuenta artistas nacionales [Olinda Silvano, Ashuco, Chonon Bensho, Graciela Arias, Gino Ceccarelli, Felipe Lettersten, Francesco Mariotti, Lu.Cu.Ma, Harry Pinedo, Fredy Tuanama] quienes buscan dar a conocer al público el pensamiento y sentir de las sociedades contemporáneas de nuestra amazonía.🎨🤩✨.
🔎 Curaduría: Christian Bendayán.
▶️ Vídeo Promocional: https://youtu.be/OBoybrdwN6Q
📌 INAUGURACIÓN:
📆 Viernes 14 de Junio
🕖 7:00pm.
🏛 Palacio de las Artes PLAM (av. José Larco 400 - Miraflores)
🎯Temporada: Hasta el 03 de agosto
👪 Visitas: Lunes a domingo 🕚 11:00am a 9:00pm.
🚶♀️🚶♂️ Ingreso libre
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Durante Ellerando, la storica festa di Ellera di Corciano, è stata presentata la squadra della “4 Categoria F.I.G.C. D.C.P.S.” dell’Asd Ellera Calcio. L’evento ha visto la partecipazione delle massime cariche istituzionali, fra cui gli assessori del comune di Corciano, Francesco Mangano e Francesco Cocilovo. Il Presidente dell’Asd Ellera Calcio, Alessio Mariotti, insieme al referente per la 4 Categoria, Armando Marcucci, hanno espresso la loro gratitudine verso tutti gli attori pubblici che hanno contribuito a rendere possibile questo importante traguardo. Tra i ringraziamenti, spiccano quelli all’assessore regionale Luca Coletto, al sindaco di Corciano Lorenzo Pierotti (all’epoca Vice-Sindaco), all’assessore ai servizi sociali […]
#CalcioInclusivo#CampionatoUmbro#FestaEllerese#InclusioneSociale#SportSenzaLimiti#SquadraSpeciale#asdelleracalcio#dcps#elleracalcio#ellerando#figc#quartacategoria#Ellera Chiugiana#SPORT
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La stagione 2023 – 24 della Scala di Milano
Per la Stagione 2023/2024 la Scala d Milano vedrà un calendario di oltre 250 spettacoli tra Opera, Balletto, Concerti e programmazione per i ragazzi e per le famiglie, ricco di conferme ma anche di proposte inattese, completato da mostre, incontri, visite e approfondimenti per stringere ancora di più il rapporto con il nostro pubblico milanese, nazionale e internazionale. Inoltre il 2024 vedrà concludersi i lavori della nuova palazzina di via Verdi, che accoglie nuove sale prova per l’Orchestra e il Ballo, oltre che gli uffici attualmente dislocati in altri edifici, e garantisce ulteriore profondità al palcoscenico. La Stagione d’Opera 2023/2024 del Teatro alla Scala si compone di 14 spettacoli, 10 dei quali sono nuove produzioni, oltre allo spettacolo inaugurale della Stagione 2024/2025, e ci saranno 3 opere di Giuseppe Verdi e 2 di Giacomo Puccini e con un titolo ciascuno sono rappresentati Antonio Cesti, Luigi Cherubini, Gaetano Donizetti, Ruggero Leoncavallo e Pietro Mascagni, Jules Massenet, Wolfgang Amadeus Mozart, Gioachino Rossini, Nino Rota, Richard Strauss, Richard Wagner. Alle Stagioni d’Opera e Concerti partecipa una schiera di direttori del più alto livello internazionale, al Direttore Musicale Riccardo Chailly, come Alain Altinoglu, Myung-Whun Chung, Daniele Gatti, Daniel Harding, Michele Mariotti, Ingo Metzmacher, Riccardo Muti, Kirill Petrenko, Esa-Pekka Salonen, Christian Thielemann, Lorenzo Viotti, e nel repertorio barocco Giovanni Antonini, William Christie, Marc Minkowski, Philippe Herreweghe. In campo registico il cartellone vedrà nuovi allestimenti di Daniele Abbado, Irina Brook, Robert Carsen, Davide Liver-more, Christof Loy, David McVicar, Damiano Michieletto, Chiara Muti, Lluis Pasqual e del giovane Mario Acampa per il progetto Accademia, mentre tra le riprese vanno citati Harry Kupfer, Mario Martone e Giorgio Strehler. Il repertorio italiano è al centro della programmazione dal titolo inaugurale, Don Carlo, diretto da Riccardo Chailly nella versione italiana in quattro atti scritta da Verdi per la Scala con la regia di Lluis Pasqual e che fu diretto per due inaugurazioni da Claudio Abbado, di cui cade nel 2024 il decennale della scomparsa. Seguiranno la nuova produzione di Simon Boccanegra diretta da Lorenzo Viotti con la regia di Daniele Abbado, ma anche le riprese di Pagliacci e Cavalleria rusticana nello storico allestimento di Mario Martone con Giampaolo Bisanti sul podio e di Don Pasquale nella produzione di Davide Livermore ambientata a Cinecittà, diretta da Evelino Pidò. Nel 2024 ricorre il centenario della scomparsa di Giacomo Puccini e la Scala lo celebra con nuove produzioni de La rondine, che mancava dal 1994 e sarà diretta da Riccardo Chailly per la regia di Irina Brook, e di Turandot, diretta da Daniel Harding per la regia di Davide Livermore. Sempre nell’ambito del grande repertorio italiano la nuova produzione di Guillaume Tell sarò per la prima volta alla Scala nella versione originale francese con Michele Mariotti sul podio e il debutto scaligero di Chiara Muti alla regia. Anche Médée di Luigi Cherubini, diretta da Michele Gamba, giunge per la prima volta sul palcoscenico in versione originale francese, sessantatré anni dopo l’ultima produzione diretta da Thomas Schippers con Maria Callas protagonista. Il percorso di esplorazione del Barocco italiano avviato dal Sovrintendente Meyer con le felici produzioni de La Calisto di Francesco Cavalli e Li zite ngalera di Leonardo Vinci arriva all’Orontea di Antonio Cesti, dramma per musica del 1656 di cui proprio la Scala aveva avviato la riscoperta con l’edizione diretta da Bruno Bartoletti nel 1961. Ogni anno un titolo della Stagione d’Opera è affidato agli allievi dell’Accademia e per il 2024 sarà Il cappello di paglia di Firenze, la farsa che Nino Rota trasse da Labiche. Read the full article
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This week on Instagram: ema210m
This week I'm featuring the Instagram account on an Italian model who got a lot of attention when I featured him as a Furry Friday this past January. Check out Emanuele's Instagram and let what you think.
Emanuele Mariotti is a photographer and model who lives in Rome. I had featured him in this January Furry Friday post, and based on the comments and email I received I thought it worth sharing his Instagram. The photos I’ve shared are fairly typical of the images he posts on his account but you’ll also see a number of photos of Emanuele with Francesco Rellini who I believe is his partner /…
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Volpi da Salotto
Parte 1 / Parte 2
Via dell’Olandese era solcata da due traverse: Viale Dante e Via Verona. Nella prima, a cinquanta metri dalla incrocio con Via dell’Olandese, era stato aperto un bar. La posizione, considerato si trovasse in una zona residenziale appena fuori dal centro della città, prometteva un notevole afflusso di clienti. Durante gli orari di punta poi, non era difficile che i baristi si trovassero una folla al bancone.
Elisabetta era una cliente abituale del “Salotto”, così si chiamava il locale. Apprezzava l’atmosfera. La sala interna, visibile dalla grande vetrata che dava sulla strada, era un ambiente arioso, arredato con colori tenui. Non era dissimile da molti altri bar che popolavano la città. Tutto sommato, era un bel posto e le era capitato di fargli un po’ di pubblicità con chi le capitava a tiro, soprattutto in rilassate conversazioni allo studio. Ogni tanto alla ragazza toccava restare a lavoro durante l’ora di pranzo, per poi staccare più tardi nel pomeriggio. Un giorno qualunque di questi si fermò al Salotto per mangiare prima di tornare a casa. Stava seduta al suo tavolino aspettando il suo panino, con gli auricolari nelle orecchie e Talk that talk al massimo. Elisabetta aveva recuperato dalla borsa un romanzo ed assorta più dai suoi pensieri che dalle trame del libro. Non notò Linda e i suoi colleghi entrare nel bar. La bionda psicologa si era accodata a Matilde e Luca mentre lasciavano la palazzina. Di fatto i due avevano terminato la loro giornata lavorativa, mentre Linda aveva ancora un appuntamento qualche ora dopo. I suoi colleghi non volendola lasciare sola, le avevano chiesto di mangiare un boccone insieme. Solitamente Linda tendeva a evitare di passare tempo con gli altri co-inquilini. Uscita dalla palazzina, non voleva che il lavoro la seguisse, tantomeno parlarne. Eppure sia Matilde che Luca non facevano altro. Il loro discuterne era più uno spettegolare scherzoso, ma troppo rispetto al totale silenzio sulle questioni di lavoro di Linda. I tre, come la segretaria, non si videro.
Non si mischiano farmaci ed alcolici. Non è forse una legge cosmica questa? Viene inculcato nella testa delle persone a forza di film di cattivo gusto e raccomandazioni mediche. Lo si sente con tutta probabilità perfino in radio.
Comunque la si guardi, il risultato è sempre lo stesso: non è consigliabile fare una cosa simile. Perché? Potenzialmente, risulterebbe un mix letale per l’organismo.
Eppure, pensava Giacomo, scientificamente parlando, l’uomo medio non ha idea del come mai possa esserlo. N’era sempre stato curioso lui stesso, ma non aveva mai indagato. D’altronde non avrebbe ricavato alcun profitto nel ricercarne il motivo; era così con Giacomo Del Gaudio. Domanda e offerta, benefici e svantaggi sembravano gli unici binari della sua mente. Per quell’uomo d’affari nato, ogni cosa era una contrattazione o si riduceva a tale. La medesima sorte era toccata al suo matrimonio, ai figli e buona parte della sua vita. Una sera decise di provare. Era esausto, si sentiva svuotato dopo una lunga giornata e, al solito, tornato a casa non aveva trovato pace. Solo luci spente, silenzio e porte chiuse per Giacomo. La moglie, più simile a una convivente, era già a letto e i figli pure, nella loro cameretta. Si tolse la giacca e sciolse il nodo della cravatta. Era solo nella sua testa. Soffriva il freddo della solitudine che non lo abbandonava mai. Se mai nella sua vita avesse sviluppato una maturità emotiva, avrebbe riconosciuto la propria disperazione. Giacomo sedeva nel soggiorno. La sua casa era luminosa e arredata con toni freddi. Il divano era opposto allo schermo nero del televisore e tra questi c’era un tavolino in metallo e vetro. L’immagine riflessa dell’uomo sembrava la scena di un film. L’attore era in posizione: gomiti puntati sulle ginocchia, capo buttato in avanti; e così gli oggetti di scena: gli antidepressivi e una bottiglia di assenzio campeggiavano sul piano in vetro. Giacomo li fissò per un tempo indeterminabile. Poi, quando finalmente levò lo sguardo, vide sua moglie. Una figura in camicia da notte stava in piedi dietro il divano e lo guardava impassibile. I capelli lunghi le cadevano disordinati sulle spalle rigide. Il marito fece finta di non averla vista. Beatrice ebbe uno spasmo e fece come per allungare il braccio verso di lui ma lo lasciò ricadere indietro. Beatrice Fanelli- Del Gaudio tornò silenziosamente nella loro camera da letto. Giacomo dimenticò immediatamente la bottiglia e le pasticche. L’uomo non aveva più bisogno del loro intervento per provare qualcosa, perché non si era mai sentito peggio. Quella notte non raggiunse sua moglie al letto. L’uomo uscì e ruppe con la sua amante. Il giorno dopo, chiamò il suo avvocato e chiese il divorzio. Se già era solo, tanto sarebbe valso non nasconderlo.
Tutti giorni muore qualcuno e a te non importa un fico secco; Giulietta pensava a questo. Reggeva la testa sul palmo della propria mano mentre fingeva di ascoltare la Professoressa di latino. La ragazza non era tipa da volatili considerazioni filosofiche eppure quel pensiero aveva illuminato la sua mente come un lampo.
La notizia non era ancora di pubblico dominio, ma la madre della sua Professoressa di Arte era morta qualche ora prima. Quest’ultima era stata informata con una chiamata prima dell’inizio delle lezioni e Giulietta le si era ritrovata casualmente accanto, abbastanza vicino da sentire la conversazione. La giovane non l’aveva detto a nessuno e si era limitata a rimettere il libro nello zaino dato che non ci sarebbe stato più alcun motivo per ripassare. La Professoressa era corsa via, lasciando quattro ore di lezione scoperte per l’Istituto.
Le dispiaceva ovviamente, ma non le importava granché. Era impossibile curarsi di qualcosa che non la riguardava minimamente.
Si guardò intorno, solo lei lo sapeva. Buona parte dei suoi compagni stavano ancora ripassando dai libri di testo di storia dell’arte. La povera Prof. Mariotti spiegava, al solito, per i banchi e le sedie. Ecco, per lei, Giulietta un po’ si dispiaceva. Era evidente che fosse appassionata alla materia e desiderasse trasmettere ai suoi studenti la sua stessa passione. Sfortunatamente per la Mariotti, la classe di Giulietta era composta da un branco di cassetti: pieni di informazioni da tirare fuori per l’interrogazione ma assolutamente disinteressati nei contenuti. Non che lei fosse meglio, ma almeno l’interesse c’era. Quando si era iscritta al Liceo Classico era stata entusiasta del programma e delle materie, che tutt’ora le piacevano, ma poi altre cose l’avevano sconvolta e la sua attenzione era drammaticamente calata. Una di queste cose, la stava osservando in quel momento. La sua perenne relazione complicata, anche se adesso non aveva più la valenza originaria del titolo. Marco Leopoldi era stato il suo primo amore e qualche terribile bacio alla francese. Lui era un terribile baciatore e lei una pazza. Quel povero cristiano era innamorato di lei da anni e lei solo a periodi. Tuttavia nonostante la sua vicinanza le provocasse repulsione, Marco restava una delle personalità più importanti della sua vita. Giulietta sentiva il suo sguardo come se qualcosa di viscido le scivolasse lungo la schiena.
Per liberarsene la ragazza chiese di andare in bagno. La Professoressa acconsentì e Giulietta prese il telefono, infilandoselo nelle tasche dei jeans.
Il corridoio fuori dall’aula era deserto. Camminò lentamente verso i bagni: un’abitudine comune a gli studenti per dilatare al massimo il loro tempo fuori dell’aula. O lontano da i propri ex. Una volta giunta a destinazione Giulietta fece per appoggiarsi al termosifone di ghisa presente nell’anticamera dei servizi. Un’idea le balzò per la testa e si morse il labbro. Prese il telefono dalla tasca e scorse i contatti in rubrica fino a “Relazione-complicata #2”.
A Marco si torceva lo stomaco al solo pensiero di quell’altro. Al contrario di quanto ci si sarebbe potuti aspettare con Francesco, ossia relazione-complicata #2, non c’era mai stato nulla e solo una deliziosa affinità intellettuale che inevitabilmente comportava uno stretto legame(da lì mancanza di definizione nel loro rapporto). Francesco era bellissimo e così simile a lei che mai si era sentita più compresa; Marco lo odiava a morte. Giulietta sapeva benissimo che scrivergli non avrebbe portato a nulla se non una malsana soddisfazione nel vendicarsi dell’orribile sensazione che Marco le causava.
Cliccò sul simbolo del fumetto e digitò sulla tastiera, ma non lo mandò. Tornò in classe e prese posto, come nulla fosse. Da quando la porta si era aperta verso l’interno dell’aula, la solita sensazione era ritornata. Rabbrividì prima di inviare il messaggio. Si voltò verso Marco con lo sguardo di un gatto che ha mangiato il topo. Il ragazzo perse il contatto con la realtà.
Quando all’uscita vide Giulietta salire sulla moto di Francesco, finalmente sentì il freddo corrodergli le ossa.
Togliere i tacchi dopo averli tenuti per una giornata intera è una forma di piacere intensa, ma nulla per Linda si comparava allo svegliarsi la mattina con Anna accanto. La sua dolce Anna, che sua madre considerava ancora la migliore amica di sua figlia. Si erano conosciute all’università, quando si erano tenute la fronte a fronte a vicenda dopo una serata più o meno immemore.
Stavano insieme dal terzo anno. Anna era parte del programma di specializzazione dell’ Ospedale del Sacro Cuore e tornava a casa quando poteva. Con i turni frenetici e gli orari impossibili ormai parte integrante del loro rapporto, Linda traeva semplice soddisfazione nel trovarla con la testa sul suo cuscino. Gli occhi chiari di Linda accarezzavano il profilo della sua ragazza. Non voleva svegliarla, chissà quanto aveva dormito quella settimana: non dovevano essere state più di una manciata di ore. Era combattuta tra l’alzarsi e il restare in quella posizione per quanto a lungo fosse possibile. La strizzacervelli aveva la giornata libera.Si chiese assonnata se fosse anche quella di Anna. Ci pensò un secondo e si ricordò che effettivamente l’aveva, ma avrebbe attaccato la notte. La mattina seguente Linda non avrebbe potuto godere del suo spettacolo personale. Infine la bionda decise di alzarsi e si preparò per una corsa. Prima di uscire dall’appartamento raccolse i capelli in una coda e si avvicinò alla ragazza dormiente sul proprio letto. Fece per darle un leggero bacio ma rinunciò all’ultimo secondo con un sospiro. Non voleva rischiare che Anna perdesse qualche necessaria ora di riposo. Una volta svegliatasi la specializzanda non riusciva mai a riaddormentarsi.
Fu un peccato per entrambe, perché poco tempo dopo Anna avrebbe smesso di respirare e a qualcuno non sarebbe importato.
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SIMONE QUATRANA E NOVARA JAZZ COLLECTIVE
C’è chi dice che anche lo spazio può determinare la qualità della musica, in questo senso il cortile del Castello Visconteo-Sforzesco di Novara è sicuramente adatto ad esibizioni come quella di questa sera, ma conoscendo la tempra e le grandi qualità di questo giovane pianista, fosse qui o altrove, l’effetto sarebbe stato identico. Ma non guasta certo dire che, sotto questo cielo stranamente blu, circondati da questo maestoso edificio, le funamboliche improvvisazioni al piano di Simone, sia che si tratti di scorribande coloristiche sulla tastiera, sia che dalla tavola armonica del piano escano quei rabbrividenti tuoni sordi che riempiono la grande corte fino a saturarla hanno lo stesso effetto dirompente. Ed anche quando Simone Quatrana mette le mani nella pancia dello strumento per titillargli l’anima o quando qualche accenno di atonalità si frantuma e si trasforma in una melodia struggente, sembra che questo spazio sia stato da sempre, luogo della bellezza anziché luogo di potere e fabbrica di sofferenza. Potere di un pianoforte e di un grande sperimentatore e ricercatore dell’anima della musica. Con Simone Quatrana al piano, Filippo Cozzi al sax tenore, Luca Specchio al sax baritono, Mario Mariotti alla tromba, Simone Lobina alla chitarra, Luca Pissavini al contrabbasso, e Fabrizio Carriero alla batteria, ecco la seconda parte della serata con l’ormai collaudato “Novara Jazz Collective” (con Francesco Chiapperini assente giustificato), impegnato in un bel cimento su Duke Ellington, cominciando da una travolgente “Brasilian” e via a seguire con variazioni su temi noti e meno noti. Bene ha fatto il “collettivo” a scegliere anche brani dimenticati del “Duca”, come “Black and Tan Fantasy”, smontata e rimontata con rara abilità, ma anche pezzi celeberrimi come l’intramontabile “Satin Doll”, torturata a dovere con un suggestivo assolo alla chitarra di Simone Lobina, poi una “Sophisticated Lady” più consueta ed una magnifica ed inaspettata versione di “Caravan”, introdotta da un assolo di Luca Pissavini al contrabbasso e “turbata” dalla batteria di Fabrizio Carriero. Chiude il concerto un immaginifico ed intimistico “African Flowers”. Difficile non lasciarsi portar via da una musica così, in una bella sera d’estate che assomiglia ad una di primavera, quando la vita sembra ritornare...
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#contemporary art#peruvian contemporary art#francesco mariotti#museo de arte moderno de lima#1980#trash art
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Emanuele Mariotti by Francesco Rellini photography
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La quinta edizione del Soul Side Festival parte questo venerdì da Arno Vivo con Yarah Bravo
La quinta edizione del Soul Side Festival parte questo venerdì da Arno Vivo con Yarah Bravo
Il 18 e 19 Agosto ritorna The Soul Side Festival alla sua quinta edizione. Un progetto nato nel 2013 dalle sinergie e dalla voglia di sperimentare, tra un’associazione culturale (The Thing), un’orchestra afrobeat di 13 elementi (ex Sonalastrana, ora Bengala), uno studio di registrazione (Redroom Recording Studio) e un negozio di dischi (Sanantonio 42), punto di riferimento per gli appassionati di…
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#Arno Vivo#BAMBOO#Francesco Mariotti#GERARDO FRISINA#Pisa#quinta edizione#Soul Side Festival#Yarah Bravo
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4 + 20 Lichtstunden https://kunst.celle.de/Ausstellungen/ 10. Dezember 2021 bis 20. März 2022 Über vierzig Positionen und fast 100 Werke internationaler Lichtkunst: Eine der größten öffentlich zugänglichen Sammlungen dieser Art lässt das Kunstmuseum Celle weit über die Grenzen der Stadt nach außen strahlen. Lichtkunst zeigt, was Licht sein und bedeuten kann: Zeitmesser, Kommunikationsinstrument, magischer Verwandler, Blendwerk und nicht zuletzt die schnellste Welle im Universum. Die Auswahl von 4+20 Künstlern, Künstlerinnen und Künstlergruppen für den tagaktiven Teil der Ausstellung verweist auf das ungewöhnliche Museumskonzept des Hauses: Als das „erste 24-Stunden-Kunstmuseum der Welt“ ermöglicht es rund um die Uhr Begegnungen mit Kunst. Vier bekannte Highlights sind die Trägerinnen und Träger des Deutschen Lichtkunstpreises der Robert Simon Kunststiftung – Otto Piene, Mischa Kuball, Brigitte Kowanz und Jan Van Munster. Sie machen Appetit auf mehr: mehr Licht, mehr Kunst und mehr Entdeckungen. Zu jeder Lichtstunde leuchtet es anders, am Tag und bei Nacht, innen und außen – und sogar am Lichtkunstbahnhof Celle. Im Kunstmuseum | am Tag TIM BERRESHEIM | WALTRAUD COOPER | PHILIPP GEIST | KLAUS GELDMACHER | HARTUNG TRENZ | DANIEL HAUSIG CHRISTIAN HERDEG | MARGARETA HESSE | ALBERT HIEN | CHRISTOPH HILDEBRAND | STEFAN HUBER | KAZUO KATASE BRIGITTE KOWANZ | SIEGFRIED KREITNER | MISCHA KUBALL MADER WIERMANN | CHRIS NÄGELE | OTTO PIENE BORIS PETROVSKY | PATRICK RAYNA UD | T HOMAS REUL STEPHAN REUSSE | PAUL SCHWER | JAN VAN MUNSTER Lichtkunstparcours | bei Nacht BORIS PETROVSKY | OTTO PIENE | TIMM ULRICHS ALBERT HIEN | VOLLRAD KUTSCHER | HA RTUNG TRENZ FRANCESCO MARIOTTI | VOLLRAD KUTSCHER SIEGFRIED KREITNER Lichtkunstbahnhof Celle WALTRAUD COOPER | GUNDA FÖRSTER | PHILIPP GEIST ALBERT HIEN | HARTUNG TRENZ | HANS KOTTER VOLLRAD KUTSCHER | TIMM ULRICHS (hier: Kunstmuseum Celle mit Sammlung Robert Simon) https://www.instagram.com/p/CXhJcbbI9dI/?utm_medium=tumblr
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Se di mamma ce n’è una sola, i pensieri per lei sono… infiniti!
Homi fashion & jewels ha selezionato per i retailers più esigenti alcune proposte di regalo perfetto per la ricorrenza del prossimo 14 maggio. Un mix di eccellenza creativa e artigianale, che caratterizza il dna dei brand protagonisti del nostro evento. Pronti a fare la vostra scelta? Una storia d’amore, o meglio un… A Beautiful Story, quella del brand olandese che utilizza l’antica simbologia delle pietre per scrivere, con i suoi gioielli, un racconto pieno di sentimento dedicato alle mamme più romantiche. E ancora una storia, indimenticabile, quella racchiusa nelle collane della designer greca Alexandra Tsoukala ispirate alle antiche medaglie di famiglia e ricche di luminosità preziosa. Decorazioni da portare con il cuore come i gioielli materici di un’altra creatrice greca, Hara Karamichali, che con l’arte sapiente dell’uncinetto dà vita a monili scolpiti tra la magia di fili placcati oro e argento e pietre preziose. Dal passato al futuro il salto temporale è costellato di zirconi, quelli che brillano sui tiny jewels di Rose Soleil, piccoli manifesti d’amore realizzati a mano da portare al collo, ai polsi, alle orecchie per accompagnare la mamma in ogni attimo. È l’energia del colore in chiave fashion delle proposte di Laura Mariotti in dialogo con la moda tout court a riflettersi in gioielli scenografici, pezzi unici in equilibrio tra eleganza e originalità. Portatori sani di emozioni con il… cuore sono gli orecchini di Lebole, la cui matrice artistica esplode nei materiali finemente selezionati e in quella creatività Made in Italy senza tempo che li rende classici intramontabili esattamente come le mamme! Ancora classico ma mediterraneo per gioielli che conservano la forza degli elementi amplificata in suggestioni d’autore a cui le proposte di Letizia Cavallaro danno voce utilizzando la pietra lavica. I gioielli di Gemmarium – tutti realizzati a mano e a tiratura limitata- che nascono dalle ispirazioni che il designer Francesco Massari trae dalla bellezza della sua terra, la Puglia, impiegando pietre e colori che rendono le sue creazioni un pensiero davvero originale o ancora le uniche proposte preziose di Confuorto Gioielli, che si contraddistinguono per eleganza e raffinatezza. From Spain whit love…per la mamma che ama la tradizione di un gioiello capace di combinare l’artigianalità con il design iberico di Vidda Jewelry. Collezioni da scoprire che non passano inosservate come quelle, autenticamente portoghesi, di Little Nothing- Paula Castro, che disegnano le “piccole cose” della natura in capolavori di savoir faire dalla potente forza espressiva. Linee morbide invece, con le parure di Malù Bijoux in cui pietre preziose si uniscono a dettagli pop di fiori e punti luce luminosi che ne esaltano la manifattura Made in Italy, oppure oppure le non convenzionali collane di Sereku, colorate estrose e talvolta anche ironiche. Infine le collezioni moda di Vuedu che vanta un’ampia selezione e declina ogni proposta in diverse colorazioni si presentano come il regalo perfetto per una mamma alla moda e contemporanea. Ancora, borse e foulard di TerryBijoux carichi di colori allegri e ideali per chi non rinuncia agli accessori, o le camicie sartoriali di seta di Druidè, raffinate, eleganti per chi vuole stare comodo ma con stile. Prossimo appuntamento con HOMI Fashion&Jewels dal 15 al 18 settembre 2023 in fieramilano (Rho) https://www.homifashionjewels.com/ Read the full article
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LA TEMPRA DELL'AUTUNNO | Francesco Lioce dialoga con Andrea Mariotti
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INTERNATIONAL JAZZ DAY. Bella atmosfera ieri sera per l’International Jazz Day, celebrato anche a Novara, grazie alla premiata ditta Beldì-Cigolotti e al magnifico ensemble “Novara Jazz Collective” mirabilmente condotto da Francesco Chiapperini, tanto che anche l’Opificio sembrava un pochino il “Cotton Club”, visto che la serata era dedicata a lui, Mr. Edward Kennedy “Duke” Ellington. Ma Chiapperini mette subito le cose in chiaro: tradizione sì, ma senza abbandonare le armi della sperimentazione. E non potrebbe che essere così, per musicisti veri, molto di più che meri esecutori. Ecco allora che “The Brazilian” ,“Caravan” e una magnifica “Sofisticated Lady” ,con una inserzione “noise”, prendono subito la strada in salita della ricerca e delle variazioni sul tema. Beh cosa volete, il jazz è questo, la consolazione cercatela altrove, qui si suona per davvero. Grandissimi musicisti quelli di questa sera, Francesco Chiapperini sax alto, Filippo Cozzi sax tenore, Luca Specchio sax baritono, Mario Mariotti tromba, Simone Lobina chitarra, Simone Quatrana pianoforte, Luca Pissavini contrabbasso, Fabrizio Carriero batteria. Una sapienza musicale che sa tenere a bada la consuetudine di brani tanto celebrati, con quel pizzico di improvvisazione che è l’essenza stessa del jazz. Pubblico attento, gran bella serata per celebrare questo 30 aprile in jazz, che si chiude con una straripante “Satin Doll” e il caloroso applauso del folto pubblico. Fuori non c’è Harlem, ma è bello lo stesso...
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Emanuele Mariotti by Francesco Rellini photography
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