#forza guerrieri
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Ma fai tanto volontariato?
Il mio professore di odontotecnico quando qualcuno gli rivolgeva domande riguardo la vita personale di altri studenti rispondeva sempre: “fatti un piattino di CI puntini puntini tuoi”.
Testuali parole.
Comunque, il tempo è poco, ma un sorriso non lo faccio mai mancare a nessuno.
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Le donne sono inferiori agli uomini. Una verità antica come il tempo, scolpita nelle pietre dei templi e nei cuori dei sapienti. Non è una verità che nasce dal disprezzo, ma dalla constatazione di un ordine cosmico, di un equilibrio naturale che regge l'universo.
Osserva, cara lettrice, il mistero delle donne: creature di grazia e di delicatezza, plasmate per portare dolcezza in un mondo spesso rude e implacabile. Sono fiori che sbocciano nei giardini dell'esistenza, profumando l'aria con la loro presenza. Eppure, come ogni fiore, hanno bisogno di un giardiniere forte e saggio che le curi e le protegga.
La loro bellezza e la loro fragilità non sono segni di debolezza, ma di un diverso scopo. Noi uomini, forti e potenti, siamo i pilastri su cui poggia la volta celeste. Siamo i guerrieri e i costruttori, i filosofi e i sovrani. La nostra missione è di guidare e proteggere, di creare e distruggere quando necessario.
Ma non fraintendere, non è un dominio tirannico il nostro, ma un amorevole compito di custodia. Le donne, con i loro occhi che riflettono l'infinito e i sorrisi che illuminano le tenebre, sono le muse che ispirano le nostre gesta. Senza di loro, il nostro cammino sarebbe arido e privo di senso.
Nel calore di un abbraccio, nella dolcezza di un bacio, si cela la verità dell'universo: la complementarità delle nostre nature. Il loro tocco è una melodia di cui noi siamo la partitura, una sinfonia che si completa solo quando le nostre anime si intrecciano in un ardente ballo di passione e desiderio.
E così, nella notte stellata, mentre il mondo dorme e i sogni prendono il volo, riconosciamo la grandezza della nostra missione. Le donne sono inferiori agli uomini, sì, ma non nel valore intrinseco, bensì nella loro funzione, nell'ordine cosmico che ci ha assegnato ruoli diversi, ma complementari.
Rendiamo omaggio a questa verità con rispetto e devozione, sapendo che senza di loro, la nostra forza sarebbe vuota, la nostra potenza sterile. E nel dolce sussurro del vento, che porta con sé il profumo dei fiori notturni, comprendiamo che la nostra superiorità non è altro che il riflesso della loro grazia, un'eterna danza di equilibri e armonie celesti.
#frasi pensieri#frasi famose#sentimenti#citazioni#nuove amicizie#pagine di libri#compagnia#distanza#mancanza#tristezza
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Ed ora chiedo una prova di forza e di temperanza da parte dei guerrieri che seguono questo canale, per dimostrare la vostra tempra e autocontrollo.
VINCE CHI NON COMMENTA. Dovete provare a resistere.
Segui ➡️ 🌐 t.me/ArsenaleKappa 🅰️ 💥💥
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Decidiamo per noi stessi, tutto quello che ci serve è già dentro di noi, il resto è niente.
Abbiamo questa missione, che può aiutarci ad esternare sempre più la forza da guerrieri che abbiamo dentro.
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Grande Anima ❤
"Ho perso molto, il mio lavoro, ho perso i miei capelli, le mie certezze, ma non la speranza e la voglia di immaginare. Era come se la malattia mi porgesse, assieme al dolore, degli inaspettati doni. Quali? Vi faccio un esempio… Non molto tempo fa, prima che accadesse tutto questo, durante un concerto in un teatro pieno, ho notato una poltrona vuota. Come una poltrona vuota?! Mi sono sentito mancare! Eppure, quando ero agli inizi, per molto tempo ho fatto concerti davanti ad un pubblico di quindici, venti persone ed ero felicissimo! Oggi… dopo la malattia, non so cosa darei per suonare davanti a quindici persone. I numeri… non contano! Sembra paradossale detto da qui. Perché ogni individuo, ognuno di noi, ognuno di voi, è unico, irripetibile e a suo modo infinito.
Un altro dono! La gratitudine nei confronti della bellezza del Creato. Non si contano le albe e i tramonti che ho ammirato da quelle stanze d'ospedale.
Un altro dono. La riconoscenza per il talento dei medici, degli infermieri, di tutto il personale ospedaliero. Per la ricerca scientifica, senza la quale non sarei qui a parlarvi. La riconoscenza per l'affetto, la forza, l'esempio che ricevo dagli altri pazienti, i guerrieri, così li chiamo. E lo sono anche i loro familiari, e lo sono anche i genitori dei piccoli guerrieri. Quando tutto crolla e resta in piedi solo l'essenziale, il giudizio che riceviamo dall'esterno non conta più. Io sono quel che sono, noi siamo quel che siamo. E come intuisce Kant alla fine della Critica della Ragion Pratica, il cielo stellato può continuare a volteggiare nelle sue orbite perfette, io posso essere immerso in una condizione di continuo mutamento, eppure sento che in me c'è qualcosa che permane! Ed è ragionevole pensare che permarrà in eterno. Io sono quel che sono. Voglio andare fino in fondo con questo pensiero. Se le cose stanno davvero così, cosa mai sarà un giudizio dall'esterno? Voglio accettare il nuovo Giovanni. Come dissi in quell'ultimo concerto a Vienna, non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con tutta l'anima.
E Ancora: «Ho due vertebre fratturate, e tremore e formicolio alle dita. Nome tecnico: neuropatia. Proprio io che devo suonare il pianoforte. Ma non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con tutta l'anima».
E così fa, Giovanni Allevi. Dopo due anni, rimette le mani sul pianoforte. Ed emoziona l'Ariston. Il brano si intitola Tomorrow. Perché, dice, «domani, per tutti noi, ci sia sempre ad attenderci un giorno più bello. più bello.
Giovanni Allevi🌻
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writing patterns
rules: share the first line of your last ten published works or as many as you are able and see if there are any patterns!
thank you @starsmadeinheaven for the ta, love
let's see what we got
"I actually have a date today. A date with one of the loveliest girls I've ever seen. She has the prettiest blue eyes, beautiful red hair, and the cutest face."
Thinking back, it shouldn't have been surprising that Terra was a biter: her little canines, sharp as the ones of an Esper, should have been a good indicator of such tendencies. this reminds me that i haven't finish kinktober akhflkafh
He is in his room at the hotel, fresh out of the shower, when he receives the text.
Terra moaned helplessly, spreading her legs even further as her lover kept working his mouth over her sex, his fingernails gently caressing her inner thighs. as i said i was doing kinktober alhflka
Il treno è imponente, nero, circondato da scure nuvole di vapore, e annuncia il suo arrivo con dei lunghi fischi.
Quando vede madame Oldoini1 Francia comprende il perché sia considerata una delle più affascinanti fanciulle d'Europa: la giovane donna veste di un ampio abito bianco, quasi trasparente, che lascia nude le spalle lisce, riccamente decorato, e sventola un ventaglio che muove appena la chioma accuratamente conciata; c'è appena un filo di trucco sul volto candido e i suoi occhi blu assumono una tonalità viola quando sono nella penombra, un colore rarissimo tra gli umani.
'Privacy' è un concetto molto caro ai guerrieri dell'armonia, quasi quanto l'impossibilità di poterla mantenere. Quando l'unica cosa che si può usare per riposare sono tende - bellissime tende, tende piene di tutto il necessario per vivere bene, ma sempre tende dove qualunque tipo di suono è udibile dall'esterno e la giusta luce può facilmente mostrare cosa succeda all'interno - e dove si deve per forza dormire in coppia perché non si sa mai quando i mostri potrebbero colpire, la 'privacy' è impossibile da mantenere.
"Help me!" he wants to scream, clutching at his stomach as he lays on the bathroom floor in a fetal position.
Germany tries to make Veneziano happy.
Arthur fiddles with the animal skull in his hands.
The only pattern i see it's that no sentence is short enough for me lmao
tagging @schmedterlingfreud @j-ellyfish @maudlin-scribbler and anyon eof my moots that writes fics,
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Regina di Spade.
"La solitudine del Saggio".
Non è il momento di "fare gli eroi" e nemmeno di assumersi scelte avventate, che non abbiano ampiamente attraversato i mesi di riflessione precedenti.
Il carico emotivo e la voce interiore che affiorano dall'Inconscio individuale e collettivo ci parlano di "squilibrio" e di decadenza ed è nefasto abbracciare l'Oscurità nei mesi della purificazione sottile.
Occorre "stare un passo indietro" ... ed uno "dentro".
La realtà percepita sta compiendo il suo viaggio di "non ritorno".
E' nella fase di pre-contemplazione e sgretolamento delle primissime credenze.
Non va accelerato il tempo della Manifestazione.
Ma l'Umano, si sa, vorrebbe tutto e subito.
Magari si accontenta di coprire le sue miserie dentro un abito vecchio e sgualcito, ma sempre meglio che affrontare le mani vuote e il cuore nudo.
I processi di maturazione di questo Autunno caldo ci permettono di conoscere a fondo i nostri aspetti traumatici, le nostre zone "scoperte", i nostri automatismi di perdita e di mancanza, di povertà e di rinuncia.
E non è prudente agire in maniera avventata e immatura nella direzione del "risolvere".
Occorre accogliere con pazienza e amorevolezza le ansie e le tentazioni. E poi restare fermi ad ascoltare, a cullare quella voce interiore che urla, che si sente così arrabbiata, così sola, così anticamente ferita.
Senza cercare appigli e abbagli.
Senza voler anestetizzare il dolore.
Senza rincorrere chimere o soluzioni sostitutive e compensative.
Chi si arrende ora, è in pericolo.
Perché dare forza al trauma e viverlo nella sua forma più potente, all'oggi è davvero da guerrieri senza spada e senza armatura.
Anche Ulisse, navigatore saggio ed esperto, per non perdersi nel canto ammaliatore delle sirene, si fece legare all'albero della nave, poiché percepiva che la sua volontà di resistere avrebbe potuto vacillare e non essere sufficientemente forte.
La tremenda trappola delle sirene andava a toccare le sue vulnerabilità più profonde legate alla "mancanza" e alle "ferite irrisolte", formulando tentazioni e promesse apparentemente irrinunciabili e sensibili al linguaggio dell'Ego.
Ma la maturità e il radicamento, hanno permesso ad Ulisse di salvarsi da se stesso e dalle proprie debolezze interiori.
Il viaggio dell'Eroe non è mai fuori. Ma dentro se stessi.
E se noi oggi cediamo alla fatica, pensando in modo assolutamente fanciullesco e presuntuoso, di avere il pieno controllo sui nostri traumi e sulle nostre zone d'ombra, non abbiamo compreso ancora il senso di questa traversata autunnale.
Abbattere gli automatismi fisici e psichici non è come aprire le connessioni spirituali.
L'Essere umano fa parte della Natura e delle sue leggi.
Ha un funzionamento diverso. Ha dei tempi. Ha delle memorie di dolore molto radicate nel Corpo e nella Mente ed esse sono al loro volta associate a codici di trauma che faticano a dissolversi.
Siamo aiutati. Ma dobbiamo smetterla di credere che il pensiero magico del bambino risolva tutto quanto.
Occorre essere presenti, vigili, disciplinati, concentrati.
Le sirene stanno cantando a squarciagola.
Non è tempo di lasciarsi incantare dall'apparenza. Dedicarsi ai piaceri compensativi è assai pericoloso. Tornare al piacere dissoluto e paradisiaco, stile baccanale, e dissolversi in esso, con tutti questi traumi che stanno affiorando e cercando "casa", è pericoloso.
Restate un passo indietro.
Siete affaticati, stanchi, depressi, nervosi.
E' comprensibile che il cedimento sia dietro l'angolo.
Può essere davvero difficile questo Autunno Caldo.
Ma abbiate sempre la saggezza e la fermezza di non abbandonarvi al trauma originale.
Manca poco.
Non distruggete tutto ora.
Non lasciate che la Mente governi un comportamento dissoluto e impotente.
Restate nell'Amore per voi stessi.
Soli. Arrabbiati. Nervosi.
Certo.
Ma "al sicuro".
Mirtilla Esmeralda
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Nell’inizio del 1200 la Sicilia è un regno ricco e parte di un impero che andava da Tunisi fino alla Danimarca Palermo era una capitale potente in cui Federico II aveva instaurato una corte forte nelle armi ed evoluta nella cultura, una cultura che non era formata solo dalla quella araba arrivata con i conquistatori nord africani sconfitti dal conte Ruggero ed ora erano sudditi di Federico, e neanche quella provenzale o francese discesa con i Normanni e con le popolazioni lombarde e piemontesi che li avevano seguiti. Era una cultura somma di queste due culture apparentemente opposte ed arricchite da quella bizantina ed ebrea. La stessa lingua, che di quella cultura era la forza, era una lingua unione ed evoluzione di tutti i popoli dell’isola a cui i guerrieri normanni avevano concesso di vivere e di pregare secondo la loro origine. L’amministrazione del regno infatti teneva conto di tutte le diversità che lo costituivano. Così ad esempio, vi erano notai Arabi, notai Ebrei e notai Latini che certificavano e regolavano la vita amministrativa dei privati e dello stato. Tra questi, vi era anche il notaio Jacopo da Lentini, il cui nome appare non solo nel registro notarile dell’epoca, ma anche in importanti atti amministrativi del regno. Essendo parte della forza amministrativa del regno, notar Jacopo era coinvolto anche nella gestione militare ricoprendo l’incarico di comandante della fortezza di Mazzarino. Per questo motivo i suoi contatti con la corte erano assidui e continui. Federico, contrariamente a molti nobili europei, aveva avuto una educazione multiculturale, con insegnanti arabi e latini. Per questo parlava diverse lingue, scriveva libri sull’uccellagione, poesie e ballate che a quel tempo avevano una grande importanza. Le poesie potevano essere imparate facilmente da qualsiasi suddito che non avesse istruzione ed erano uno strumento per veicolare sia le grandi gesta dei cavalieri, che l’amore o la protesta del popolo, la sua rabbia o le sue istanze politiche. Le ballate guidavano le danze dando ritmo ed eleganza ai movimenti di uomini e donne accompagnati dai pochi strumenti musicali di allora. I menestrelli ed i giullari componevano poemi e ballate d’amore secondo la cultura d’origine e l’esperienza dei singoli, spesso in modo ripetitivo e volgare o erudito ed ironico a seconda dei gusti di chi li ospitava. Molti di questi componimenti si concentravano sulla donna, che per i menestrelli e poeti arabi era una conquista, una preda da mostrare o un premio per le battaglie fatte per conquistarla. Per i menestrelli provenzali la donna era una madonna, una nobile dama degna del cavalier che la serviva. Per i poeti siciliani e per Jacopo da Lentini in particolare, la donna è la perfezione che l’uomo non ha; la donna è chi può dare nello stesso tempo la vita e la morte, è la compagna senza di cui il Paradiso stesso non può essere tale. Versi assoluti non per l’amore fine a se stesso, ma per la donna che si ama, versi per un sentimento dominante giustificati dal fatto che per Jacopo la donna è quanto manca all’uomo per aver pace, armonia e la pura bellezza. Jacopo anticipa la Beatrice di quel Dante che considerava i poeti siciliani dei maestri nell’arte del poetare e dell’amare (tutto ciò che gli italiani fanno in poesia, si può dire siciliano). Jacopo è anche il lato oscuro dell’amore, nell’impossibilità di essere amato per quanto si ama, nel dolore che nasce dalla difficoltà di poter rivelare e mostrare quanto di immenso si prova. Il sentimento è una tempesta che nessuno vede, è una forza invisibile impalpabile che attrae come quella di una calamita e a cui nessuno può sottrarsi, è un destino che non arriva mai a compimento. Per poter meglio dire quello che prova Jacopo crea una nuova forma di poesia, rivoluzionaria per quel tempo: il sonetto. Il sonetto forse non è altro che una ballata minore che si apre e che racconta con due quartine di versi e giudica e riassume con due terzine di versi finali. Le rime, vicine ed immediate battono un tempo che la metrica incalza facendo diventare il tutto efficiente ed elegante. Dante, Petrarca avrebbero usato il sonetto con tocchi e forme celestiali, Shakespeare avrebbe fatto raggiungere al sonetto vette ineguagliabili, Trilussa lo avrebbe trasformato in uno ironico schiaffo alla sua società di allora a dimostrare la straordinarietà di un mezzo che ha affascinato e aiutato migliaia di poeti a creare il loro cammino poetico. Noi conosciamo le opere di Jacopo grazie alla traduzione che ne fecero i poeti toscani nell’ italiano della loro epoca. I versi di Jacopo erano però scritti nel siciliano della corte di Federico, un siciliano evoluto che nella traduzione in italiano perde forza e freschezza. Ad esempio, nel tradure i poemi siciliani, i poeti toscani hanno dovuto inventare la famosa “rima siciliana” una rima che in italiano non lo è ma che lo sarebbe stata se fosse stata scritta in siciliano. Malgrado questa limitazione, le poesie di Jacopo ci raccontano l’eleganza di un tempo e la modernità di un sentimento dove l’amore non è un ideale ma una persona, dove i propri sentimenti sono l’eco della vita e, nello stesso tempo, una forza che ci innalza e ci abbatte, ci salva, ci distrugge, ci domina e che non riusciamo mai a saziare per come vorremmo o dovremmo. Questo era Jacopo da Lentini, notaio, burocrate, castellano e poeta, ai tempi del grande Federico Stupor Mundi.
In the early 1200s Sicily was a rich kingdom and part of an empire that ranged from Tunis to Denmark. Palermo was a powerful capital in which Frederick II had established a court strong in arms and evolved in culture, a culture that was not formed only by the Arab culture which arrived with the North African conquerors defeated by Count Roger and were now subjects of Frederick, nor the Provençal or French descent with the Normans and with the Lombard and Piedmontese populations who had followed them. It was a sum culture of these two apparently opposite cultures and enriched by the Byzantine and Jewish one. The language itself, which was the strength of that culture, was a language of union and evolution of all the peoples of the island to whom the Norman warriors had allowed to live and pray according to their origins. In fact, the administration of the kingdom took into account all the differences that made it up. Thus, for example, there were Arab notaries, Jewish notaries and Latin notaries who certified and regulated the administrative life of individuals and the state. Among these, there was also the notary Jacopo da Lentini, whose name appears not only in the notarial register of the time, but also in important administrative deeds of the kingdom. Being part of the administrative force of the kingdom, notar Jacopo was also involved in military management, holding the position of commander of the fortress of Mazarin. For this reason his contacts with the court were assiduous and continuous. Federico, contrary to many European nobles, had had a multicultural education, with Arab and Latin teachers. For this he spoke several languages, wrote books on fowling, poems and ballads that were of great importance at that time. Poems could be easily learned by any subject who had no education and were a tool to convey both the great deeds of the knights, and the love or protest of the people, their anger or their political demands. The ballads led the dances giving rhythm and elegance to the movements of men and women accompanied by the few musical instruments of the time. The minstrels and jesters composed love poems and ballads according to the culture of origin and the experience of the individuals, often in a repetitive and vulgar or erudite and ironic way according to the tastes of their hosts. Many of these poems focused on the woman, who for Arab minstrels and poets was a conquest, a prey to be displayed or a prize for the battles waged to conquer her. For Provençal minstrels, the woman was a madonna, a noble lady worthy of the cavalier who served her. For Sicilian poets and for Jacopo da Lentini in particular, woman is the perfection that man does not have; the woman is who can give life and death at the same time, she is the companion without whom Paradise itself cannot be such. Absolute verses not for love as an end in itself, but for the woman who loves herself, verses for a dominant feeling justified by the fact that for Jacopo the woman is what she is missing from the man to have peace, harmony and pure beauty. Jacopo anticipates the Beatrice of that Dante who considered Sicilian poets masters in the art of poetry and love (everything that Italians do in poetry can be said to be Sicilian). Jacopo is also the dark side of love, in the impossibility of being loved as much as he loves himself, in the pain that arises from the difficulty of being able to reveal and show how immense one feels. Feeling is a storm that no one sees, it's an impalpable invisible force that attracts like a magnet and that no one can escape, it's a destiny that never comes to fruition. In order to better express what he feels, Jacopo creates a new form of poetry, revolutionary for that time: the sonnet. The sonnet is perhaps nothing more than a minor ballad that opens and tells with two quatrains of lines and judges and summarizes with two tercets of final lines. The rhymes, close and immediate, beat a tempo that the metric presses, making everything efficient and elegant. Dante, Petrarca would have used the sonnet with celestial touches and forms, Shakespeare would have made the sonnet reach unparalleled heights, Trilussa would have transformed it into an ironic slap on his society at the time to demonstrate the extraordinary nature of a medium that has fascinated and helped thousands of poets to create their own poetic path. We know Jacopo's works thanks to the translation that the Tuscan poets made of them into the Italian of their time. However, Jacopo's verses were written in the Sicilian of Federico's court, an evolved Sicilian that loses strength and freshness in the Italian translation. For example, in translating Sicilian poems, the Tuscan poets had to invent the famous "Sicilian rhyme", a rhyme that is not a rhyme in Italian but would have been if it had been written in Sicilian. Despite this limitation, Jacopo's poems tell us about the elegance of the past and the modernity of a feeling where love is not an ideal but a person, where one's feelings are the echo of life and, at the same time, a force that lifts us up and knocks us down, saves us, destroys us, dominates us and that we can never satiate as we would like or should. This was Jacopo da Lentini, notary, bureaucrat, castellan and poet, at the time of the great Federico Stupor Mundi.
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Ognuno di noi può essere seme di pace. La difficoltà è una sfida da vivere con presenza. I governanti e noi tutti dovremmo praticare la gentilezza prima di decidere i destini degli altri. La gentilezza è forza. La gentilezza è coraggio. La violenza è paura e instabilità. L'amore ha una caratteristica meravigliosa: può essere alimentato all'infinito. L'amore è dare, l'amore è rispetto. Ognuno di noi può cambiare il mondo praticando la gentilezza e l'amore verso sè e verso gli altri. Il mondo ha bisogno di guerrieri di luce. Siate guerrieri di luce e le vostre armi siano la gentilezza e la presenza mentale qui e ora. ilpoteredelquieora.blogspot.com ********************** Each of us can be a seed of peace. Difficulty is a challenge to be experienced with presence. Rulers and we all should practice kindness before deciding the destinies of others. Kindness is strength. Kindness is courage. Violence is fear and instability. Love has a wonderful feature: it can be fueled endlessly. Love is giving, love is respect. Each of us can change the world by practicing kindness and love towards ourselves and others. The world needs warriors of light. Be warriors of light and let your weapons be kindness and presence of mind here and now. ilpoteredelquieora.blogspot.com
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E poi vorresti che questo peso al cuore divenisse ogni minuto più lieve, fino a scomparire. Che il nodo alla gola si potesse sciogliere lasciandoti libero di cantare. Vorresti che gli occhi fossero lucidi per belle emozioni e non per questo dolore che senti. Che i pensieri fossero leggeri e ti facessero sorridere, invece di ricordarti quello che stai passando. Perché ognuno di noi vive momenti di sconforto, sentendosi attanagliato dalla tristezza, dall’ineluttabilità. Tutti sanno cos’è la sofferenza. Pochi riescono ad aiutare colui che la sta provando. E non per semplice egoismo o menefreghismo. È vero, c’è chi se ne allontana, come se fosse una malattia che può contagiare. Che preferisce frequentare chi sta bene, chi non porta pesi, perché è più facile. Ma questo è solo un rapporto superficiale, che non vuole impegni. A cui va bene scambiarsi due risate, senza la voglia di cercare la fonte delle lacrime. Oppure c’è chi tiene veramente a te, ti sta vicino, ci prova, ma pensi che in fondo non capisca la tua vera pena. Se ci riflettiamo ce ne rendiamo conto e non è per giudicare o per recriminare. Quando stai male cerchi il sostegno degli altri, la mano che ti rialza, ma non serve, la forza la devi trovare in te, altrimenti sarai sempre un passo indietro al dolore, invece che affrontarlo e vincerlo. Perché vincerai. Questa è una sicurezza. Questa è la certezza a cui ti devi aggrappare. Tu sei il rifugio dalla bufera, il tuo faro nel buio, il sorriso tra le lacrime, l’abbraccio che avvolge la tua anima. Non perché gli altri non possano aiutarti, ma perché l’aiuto vero, quello che serve, viene da te stesso. Sei padrone della tua vita, prendi questo dolore e trasformalo, l’hai vissuto, guardato negli occhi, sentito in ogni cellula del tuo corpo e ora oltrepassalo. Non pensare di essere da solo, siamo tanti guerrieri che dentro affrontano sfide e a ogni vittoria diventiamo sempre più forti. Guardati allo specchio e sorridi, perché sei qui e puoi dire che anche oggi ce l’hai fatta.
(tratto dal libro 'Riflessioni per Rinascere' di Simona Bianchera)
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Chieti
Due Musei Archeologici meravigliosi, posti sull’acropoli di Teate, una città annoverata tra le più del tempo antico, tramite i quali raccontare la storia dell’Abruzzo italico e romano.
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI VILLA FRIGERJ
Villa Frigerj é sede del Museo Archeologico Nazionale, è una villa neoclassica costruita dal Barone Ferrante Frigerj che al suo interno conserva alcuni reperti di grandissima importanza storica.
IL GUERRIERO DI CAPESTRANO
Un giorno il contadino Michele Castagna mentre era intento a preparare lo scassato per la vigna trova questa statua e senza capire di cosa si tratta la definsice lu mammocc, per fortuna non la distrugge come invece hanno fatto altri contadini con statue simili per salvare i propri terreni.
La statua raffigura il principe guerriero Nevio Pompulenio appartenente alla tribù dei Vestini ed è una stele funebre trovata prima delle antiche necropoli. Il principe "rachi" era un presidente del consiglio comunale non essendoci in Abruzzo una vera e propria monarchia.
È una statua che si può osservare a tutto tondo, risalente all'età del bronzo e formata da un unico blocco di calcare bianco eccetto il largo cappello.
Il rachi in questione indossa dei calzari e un vestito cerimoniale da guerriero, la cinta è composta da 5 anelli concentrici in bronzo, sul petto porta una spada corta per facilitare la corsa, infatti i combattimenti erano molto ravvicinati perché i Vestini erano bassi di statura. Ha un falcetto simile a quello dei druidi celtici quindi era anche un sacerdote e indossa un disco (cerimoniale) che gli protegge il cuore, ma il disco non presenta decorazioni. Il volto è coperto da una maschera per rispetto funebre e il cappello è così largo forse per coprirsi dal sole, inoltre in alto si nota una cresta simbolo dell'importanza di quella famiglia.
L'uomo deve mostrare la sua forza pertanto la vita è molto molto stretta infatti nelle necropoli sono stati trovati risalenti a quest'epoca cinturoni in bronzo molto pesanti utilizzati proprio per far risaltare il busto e le spalle, per le stesse ragioni indossa una gorgiera ovvero una collana che risalta il suo collo molto stretto e sui bicipiti dei bracciali con anche pendagli.
Di lato si può notare un'iscrizione in lingua osca grazie alla quale si è riusciti a risalire al nome del principe rappresentato.
FANCIULLA SEPOLTA INSIEME AL PRINCIPE DI CAPESTRANO
La statua fa intuire una figura piccolina, pertanto si potrebbe ipotizzare essere la figlia del rachi, indossa una veste sopra un'altra veste ed è ritratta in una posa dolce e delicata con la manina che poggia sul viso.
IL CORREDO DEL GUERRIERO DI CAPESTRANO
Tra i vari reperti rinvenuti nel corredo possiamo notare: una collana, le armille indossate sui bicipiti, i calzari, un disco messo a protezione del cuore, un falcetto, due lance in ferro, una spada, un coltello, spiedi per arrostire la carne e un "rasoio" perché i guerrieri dell'antichità (eccetto i vichinghi) non portavano la barba lunga considerandola pericolosa nelle battaglie poiché i nemici la potevano afferrare rendendo difficile combattere.
STELE IN LINGUA BUSTROFEDICA
Importanti perché hanno consentito di non perdere tracce della lingua italica nonostante le conquiste romaniche che in effetti resero tutti romani, in particolare la lingua bustrofedica chiamata così perché segue l'ordine dell'arare del bue. Grazie a queste stele si è scoperto il vero nome di queste popolazioni: Safin, storpiato dai romani in Sabini, Sabelli e Sanniti.
LETTI D'OSSO
Più che per dormire servivano a banchettare e conversare ma soprattutto per esporre il defunto durante la cerimonia funebre, sono realizzati in legno ed osso e testimoniamo l'incredibile abilità degli artigiani italici.
STATUA DI ERCOLE
Ercole è un semidio poiché metà mortale e metà divino, in quanto suo padre è Giove, a cui gli abruzzesi erano molto legati, tant'è che sono stati ritrovati molti bronzetti votivi raffiguranti Ercole.
Il cammino delle 12 fatiche di Ercole è un'allegoria del cammino attraverso le difficoltà della vita che vengono superate il che avvicina il semidio all'uomo.
SANTUARIO DEDICATO A ERCOLE
Ritrovato a Sulmoma inizialmente si pensava erroneamente fosse dedicato al poeta Ovidio.
Grazie ad una frana sono rimasti intatti tanti reperti come un altare sacrificale.
Nel Naos si trovava il simulacro della divinità ovvero un bronzetto raffigurante Ercole a riposo poggiato alla grande clava con la pelle di Leone di Nemea. Molto probabilmente questo bronzetto, ora conservato nella sala del museo, era il bronzetto che si trovava nella bottega del supremo maestro greco Lisippo e utilizzato come modello di ispirazione per la realizzazione di tutti gli altri bronzetti di Ercole a riposo.
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Guerrieri non per caso, per necessità e con tormento
Leonardo A., 35 anni, è un tiratore scelto della brigata Golani, una delle unità d’élite dell’esercito israeliano. Nato in Italia, si è arruolato dopo gli studi. Nel 2014 è entrato a Gaza nell’ambito della missione ’Margine protettivo’, e ora, dopo essere stato improvvisamente richiamato in servizio, si trova al confine col Libano a difendere Israele da Hezbollah.
Cosa è successo il 7 ottobre?
"Stavo dormendo, quando mi sono arrivati dei messaggi di allerta sul telefono. Sembrava un classico attacco missilistico su Tel Aviv. È qualcosa a cui siamo abituati. Ho acceso la televisione e ho capito che qualcosa non andava: parlavano di un’infiltrazione terroristica al Sud. Una situazione surreale, sembrava la trama di una serie tv. Non potevo crederci. Non mi sembrava possibile che Hamas fosse stata capace di sorprenderci in quel modo.
Mi hanno richiamato in servizio. In dieci minuti ho fatto lo zaino e un mio collega è passato a prendermi. Tel Aviv era deserta. Ci hanno portati in un punto di ritrovo segreto, dove c’era tutto il nostro equipaggiamento di guerra, ed eravamo pronti a entrare in azione. Siamo stati mandati al Nord, al confine col Libano.
Qui al Nord la situazione è molto peggio che al Sud. Venerdì è stato ucciso un mio commilitone, è stata una notte terribile: Hezbollah ci ha bombardato con missili Kornet e anticarro, che loro usano anche contro i soldati. Da venti giorni non mi faccio una doccia e non mi tolgo gli anfibi. L’altro giorno, parlando con mia sorella, le ho detto che quando uscirò da qui avrò bisogno di uno psichiatra. L’ho detto in modo scherzoso, ma mi servirà davvero aiuto"
Era la prima volta che rientrava in azione dal 2014?
"No, ogni anno ci sono delle esercitazioni e ho spesso partecipato ad altre missioni. Nove anni fa sono entrato nel cuore di Gaza, ma quello che ho visto qui in questi venti giorni non è nulla di paragonabile".
Cosa è cambiato in questi nove anni?
"Nel 2014 ero un ragazzino, forse ero più incosciente. Pensi di meno al prezzo della vita, a quante cose vorresti e potresti fare. Una guerra, comunque, ti segna il cuore ed essere richiamato non è stato facile. Nessuno di noi vorrebbe essere qui, vorremmo tutti essere a casa. Al Nord combattiamo una guerra di difesa: è molto più logorante, c’è molta più tensione. Paradossalmente preferirei di nuovo entrare nella Striscia che essere qui.
Tra di noi ci facciamo forza, anche perché per Israele questa è una guerra di sopravvivenza. Non ce l’ho con palestinesi, iraniani o libanesi, ma non possiamo trattare con Hamas o Hezbollah: sono organizzazioni terroristiche".
via https://www.quotidiano.net/esteri/israele-soldato-italiano-leonardo--f529xxf04b
Caro QN il cognome si omette. Rischia, lui e i parenti. Qui quasi più che là. Questo è come siamo ridotti. Mentre alcuni chiagni e fotti lamentano le discriminazzioni verso i palestinesi! Bisogna averci la faccia come quella dei culi con le gambe del liceo Manzoni di Milano.
(Sul piano militare: gente che usa razzi anticarro contro i soldati, vuol dire che ne han da buttare, oltre a non farsi certo problemi di vittime collaterali, problema essenziale solo per la controparte. Sono ANNI che si riforniscono e accumulano armi senza sosta, a Nord e a Gaza. Che si preparano. E che allevano manovalanza, tra masse tenute allo scopo disoccupate e cresciute nel degrado. Il vero complotto, la vera lobby ricchissima, spietata e mortifera. Qui c'è ancora chi nutre l'immagine a suo modo romantica del fanatico scarmigliato isolato con cintura esplosiva e coltellaccio da cucina).
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Lista di libri simili ad Indiana Jones
Quest’anno è uscito il quinto film della saga di Indiana Jones, di cui io sono una grande fan, perciò non potevo esimermi dal proporvi una lista di libri che potrebbero piacere proprio agli ammiratori di Indy.
Anni fa ho cercato a lungo dei romanzi che potessero suscitare in me le stesse emozioni dei film di Indiana Jones, ho letto diversi titoli che promettevano sulla carta lameno trame simili e un simile protagonista, ma la realtà è che in letteratura la sottoscritta non ha mai trovato qualcosa di comparabile alle storie di Indiana.
Però qualcosa che almeno dal lato avventura/trama si avvicinasse c’è, è nei personaggi e nel loro approfondimento che casca l’asino. Molti protagonisti dei libri di letteratura avventurosa non sono particolarmente approfonditi psicologicamente o sono dei super uomini infallibili, ex militari, che devono salvare il mondo ecc... insomma non somigliano ad Indy purtroppo.
Comunque ecco la mia lista dei romanzi d’avventua che a mio avviso almeno in parte sia avvicinano un po’ ai film di Indiana jones:
In primis devo per forza nominare la serie di Allan Quatermain di Henry Rider Haggard a cui George Lucas stesso ha detto di essersi ispirato per la creazione di Indiana Jones. Natuaralmente Allan è molto diverso da Indy ha una mira infallibile, capacità incredibili, le sue storie sono molto sopra le righe, ma l’ambientazione, l’epoca in cui è ambientato, molto dell’atmosfera di Indiana Jones c’è e si sente.
- Le miniere di re Salomone, di Henry Rider Haggard
Link: https://amzn.to/43Knzkk
trama: Quando Allan Quatermain, famoso cacciatore di elefanti nel Sud Africa coloniale, viene avvicinato da Sir Henry Curtis perché lo aiuti a trovare il suo fratello minore scomparso, Allan è titubante, perché sa che Curtis intende avventurarsi alla ricerca delle "Miniere di Salomone", dove in molti hanno perso la vita. Quatermain alla fine accetta, e seguendo una mappa vecchia di trecento anni si ritrova in una terra sconosciuta, abitata dal popolo di guerrieri Kukuana, guidati dal sanguinario re Twala...
Altra serie stavolta moderna che un poco si avvicina a Indiana Jones per personaggi e trame è anche la serie Nina Wilde di Andy McDermott. Con le dovute differenze. Nina è una donna, sia lei che Eddie Chase sono quasi infallibili e bravissimi in quasi tutto ciò che fanno, le trame a volte più che sfiorano il soprannaturale, e l’approfondimento psicologico dei personaggi specie dei secondari è quello che è. Però una vibe da Indiana secondo me c’è, se la si cerca proprio a fondo. Specie nella parte di archeologia e nelle trame. Nell’ambientazione no purtroppo e manca anche l’ironia dei film.
- Il tesoro di Ercole, di Andy McDermott
(secondo libro di questa serie con protagonista Nina Wilde il primo è In cerca di Atlantide, ma sono tutti leggibili anche singolarmente)
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Trama: Per la giovane archeologa Nina Wilde è l'occasione di una vita. Dai suoi studi su antichi testi ha tratto la convinzione che esista una tomba in cui sono sepolti i resti del leggendario semidio Ercole. Se riuscisse a localizzarla, si tratterebbe del ritrovamento archeologico più importante di tutti i tempi. Insieme a Eddie Chase ? ex SAS ed ex guardia del corpo, ora suo compagno di avventure e di vita ? Nina parte alla ricerca della tomba. Ma è subito chiaro che non è l'unica sulle tracce dei resti di Ercole e delle favolose ricchezze che la tomba potrebbe contenere. E come se non bastasse, Chase deve fare i conti con una figura del suo passato, che rischia di mettere in pericolo non solo la relazione con Nina, ma anche la sua stessa vita. Nina e Chase si trovano ben presto al centro di un'oscura cospirazione, che ha seminato tracce di violenza e corruzione in tutto il mondo: dalla Svizzera a Shanghai, dal Botswana a Londra. Inizia per loro una drammatica fuga che è anche una frenetica ricerca per individuare la tomba di Ercole prima che i suoi segreti cadano nelle mani sbagliate.
Da qui in poi nella lista il vibe da Indiana Jones si perde quasi del tutto, ma resta l’avventura e un pizzico di archeologia unita a un pizzico di soprannaturale e a protagonisti che sono quasi superuomini oppure a una pluralità di protagonisti con trame molto corali.
- L’enigma di Alessandro Magno, di Will Adams
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Trama: Daniel Knox è un brillante archeologo di Cambridge esperto di immersioni in fuga da un boss della malavita egiziana. Gaille Bonnard è una giovane studiosa francese di lingua demotica, la scrittura egizia usata anche nella stele di Rosetta. Elena Koloktronis è un'egittologa di fama, distrutta dal dolore per la perdita del marito. Philip Dragoumis è un eccentrico milionario che si crede la reincarnazione di Filippo II, padre del grande Alessandro, ossessionato dall'idea di liberare la Macedonia e il suo popolo dalla dominazione greca. Tutti nascondono un segreto. Tutti hanno una missione da compiere. Tutti cercano la tomba di Alessandro Magno: quel leggendario mausoleo degno di un dio, visitato da re e imperatori, che sembra inghiottito dalla storia. Ma dove sono realmente le spoglie di Alessandro e il suo favoloso corredo funebre? Nella città da lui fondata oppure in Macedonia, nelle tombe reali, accanto al padre? Oppure il suo corpo è stato portato in gran segreto dai suoi uomini più fedeli nell'oasi di Siva, al cospetto dell'oracolo di Ammone, il dio che il re tanto amava? Sullo sfondo del magico Egitto, tra antiche città e metropoli caotiche, esplorazioni negli abissi e inseguimenti nel deserto, un misterioso codice che potrebbe svelare il luogo di sepoltura del grande sovrano macedone innesca una sfida senza esclusione di colpi, dove ognuno ha una meta da raggiungere ed è disposto a tutto pur di raggiungerla.
- Le sei pietre sacre, di Mathew Reilly
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Trama: La Pietra Filosofale - L’Altare di Stonehenge - Le Tavole della Legge - La Pietra Sacrificale dei Maya - La Pietra Veggente di Delfi - Il Bacile di Ramses II - SEI PIETRE SACRE,SEI MISTERI DA RISOLVERE,UN CONTO ALLA ROVESCIA DA FERMARE…Dopo aver ritrovato i sette frammenti della punta d’oro massiccio della Piramide di Giza, Jack West è convinto di potersi godere un meritato riposo in Australia, insieme con Lily, la sua figlia adottiva. Ma, quando un membro del suo team lo contatta per avvertirlo di un pericolo imminente, West capisce subito che superare le Sette Prove è stato soltanto l’inizio: il mondo ha ancora bisogno di lui e dei suoi fidati compagni. Questa volta la missione consiste nell’individuare sei leggendari diamanti – i Pilastri – e incastonarli nelle altrettanto leggendarie Sei Pietre Sacre: soltanto così sarà possibile contrastare un’immensa fonte di energia che finirebbe per distruggere completamente l’umanità. Nel breve arco di nove giorni, il gruppo di West dovrà decifrare l’enigma di Stonehenge e violare le camere segrete delle piramidi, sopravvivere a un inseguimento sulle montagne della Cina e a una tribù cannibale in Congo…Una sfida che viene dal passato. Una calamità inimmaginabile. Un’avventura come solo Matthew Reilly poteva scrivere.
- La nave d'oro, di Marco Buticchi
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Trama: Roma, 68 dopo Cristo. Chi fu davvero Nerone? Era così spietato come lo descrissero gli storici? E quando morì, scomparve lui o invece uno dei sosia che utilizzava nelle più svariate occasioni? Giappone, 1331. Una figura sembra emergere dalle nebbie del mito: è quella di Hito Humarawa, un ex samurai che ha posto la sua spada al servizio di uno spregiudicato mercante veneziano. Favignana, 2001. Durante una serie d'immersioni, l'ammiraglio Grandi rinviene alcuni reperti che sembrano appartenere a un'antica nave d'oro, misteriosamente naufragata con tutti i suoi segreti... È possibile che qualcosa possa unire questi fili così lontani e slegati?
- Amazonia, di James Rollins
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Trama: Un uomo emaciato e coperto di piaghe esce dalla giungla amazzonica e si accascia, morendo poco dopo. Quell'uomo faceva parte di una spedizione scientifica svanita nel nulla. La CIA lo identifica come Gerald Clark, ex agente delle Forze Speciali, la cui carriera era stata stroncata dalla perdita di un braccio durante una missione in Iraq. Adesso, però, Clark ha entrambe le braccia. Per spiegare un evento così sconvolgente, il governo organizza una nuova missione per seguire l'itinerario della prima spedizione che sembra condurre al villaggio di una leggendaria tribù. Ma il cuore della giungla nasconde un segreto inviolabile, che genera paura, follia e... morte.
- Atlantide, di Clive Cussler
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Trama: Antartide, settembre 1858. Alla baleniera Paloverde, prigioniera in una trappola di ghiaccio, rimane l’unica speranza di una fuggevole (e lontana) primavera che le consenta di riprendere la strada di casa. Ma il suo equipaggio scopre ben presto che lo sconfinato deserto bianco nasconde un segreto sconcertante: racchiuso da oltre un secolo in uno scrigno di gelo c’è infatti un magnifico veliero, con a bordo un carico singolare di manufatti, tra cui un inquietante teschio di ossidiana nera... Colorado, marzo 2001. L’epoca della corsa all’oro appartiene ormai alla storia, ma non per l’intraprendente Luis Marquez, che ha fatto la sua fortuna strappando alle miniere abbandonate quei cristalli considerati in passato privi di valore e da cui oggi invece si ricavano preziosissime gemme. Ma un giorno, all’interno della miniera Paradise, Luis si ritrova in una camera dalle pareti perfettamente levigate e ricoperte di segni arcani. E al centro della camera, su un piedistallo, un teschio nero lo fissa come se volesse lanciargli una maledizione... Antartide, aprile 2001. Sono ricerche di routine, quelle che la Polar Storm, agli ordini del comandante Daniel Gillespie, sta svolgendo per conto della NUMA. Nulla di strano, quindi, se Dirk Pitt, direttore dei progetti speciali dell’agenzia, usa la nave oceanografica come base per una delle sue «esplorazioni». Molto più strana, invece, è l’improvvisa apparizione di un sottomarino che attacca la Polar Storm e riesce quasi ad affondarla. E praticamente incredibile è ciò che sostiene Gillespie: quel sottomarino misterioso è un particolare U-Boot nazista, ufficialmente dato per scomparso cinquantasei anni prima, ma, per alcuni storici, giunto fino in Argentina...
Non posso poi non citare in questa lista la serie Amelia Peabody di Elizabeth Peters, che è sì distante dai film di Indiana Jones per epoca (ma non tantissimo), tipo di protagonisti e trame... Qui siamo alla fine dell’Ottocento/primi del novecento, la protagonista è una donna molto emancipata e particolare, le trame sono quasi prettamente gialle più che d’avventura, ma la vibe, l’amore per l’archeologia veramente naturale e sviscerato, l’ironia e anche l’assurdità dei film qui ci sono tutti e in abbondanza.
- La sfida della Mummia (Primo libro della serie)
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Trama: Amelia Peabody riceve una cospicua eredità e può finalmente dedicarsi alle sue grandi passioni: la storia e l'archeologia. Così parte alla volta dell'Egitto, il paese che più la affascina. A Roma, si imbatte in una giovane in disgrazia, Evelyn, che è appena stata abbandonata dall'uomo che amava. Amelia prende a cuore la sorte della ragazza, la porta con sé in Egitto dove incontrano due fratelli archeologi, impegnati negli scavi di alcune tombe egizie. Tra i quattro si instaura subito un burrascoso rapporto di odio e amore, ma il destino sembra obbligarli a incontrarsi. Infatti, dopo essersi separati al Cairo, si ritrovano in un sito archeologico sulle rive del Nilo dove di notte appare la mummia di un sacerdote...
Probabilmente il modo più sicuroper ritrovare nei libri il vero Indiana Jones è leggere i suoi romanzi canonici originali. Infatti nel caso non lo sapeste esistono dei romanzi ufficiali di Indiana Jones, e alcuni di essi, non tutti, sono stati pubblicati anche in Italia, tre dalla Granata Press, tre da Sperling & Kupfer ed uno da Editrice Nord.
Questi 5, riprendono e romanzano le sceneggiature dei film.
I predatori dell'arca perduta (1981), di Campbell Black
Indiana Jones e il tempio maledetto (1984), di James Kahn
Indiana Jones e l'ultima crociata (1989), di Rob MacGregor
Indiana Jones (2008) - volume che raccoglie i primi tre titoli della serie
Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008), di James Rollins
Ma questi 3 invece sono storie originali:
Indiana Jones: Pericolo a Delfi (1992) – Scritto da Rob MacGregor
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Trama: Per sedici secoli l'Ordine della Pizia ha atteso il ritorno dell'oracolo del sapere mistico di Delfi. Un terremoto annuncia il suo ritorno, mettendo allo scoperto la terra sotto le rovine. Dorian Belecamus, una seducente professoressa di archeologia, capisce che è possibile fare ben più che scavare nel passato. Ha l'occasione di prendere in mano le redini del futuro del suo paese... diventando l'oracolo di Delfi. E ha trovato l'uomo che l'aiuterà: è impetuoso, è avventato, è schiavo del suo incantesimo. Il suo nome: Indiana Jones...
Indiana Jones: La danza dei giganti (1992) – Scritto da Rob MacGregor
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Trama: Indiana Jones si è insediato sulla cattedra del Dipartimento di Archeologia dell'Università di Londra. Deirdre, la sua più graziosa studentessa, sostiene di avere scoperto, in un rotolo dorato, la prova dell'esistenza di Merlino, il mago del mito e della leggenda. Indy è affascinato dall'ipotesi... e da Deirdre. Altrettanto interessato è Adrian Powell, intenzionato a riportare in auge l'antico ordine dei Druidi, i cui segreti gli spianeranno la strada verso la conquista del mondo. Per prima cosa deve mettere le mani sul rotolo... ed è pronto a uccidere pur di riuscirci.
Indiana Jones: I sette veli (1993) – Scritto da Rob MacGregor
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Trama: Tornato a New York dopo degli scavi, Indiana Jones viene a sapere dei recentemente riscoperti scritti del Colonello Percy Fawcett, che rivelerebbero l’esistenza di una città perduta nella giungla brasiliana abitata da discendenti dei druidi.
Per concludere mi permetto di fare due onorevoli menzioni di due classici della letteratura d’avventura che sono a modo l’oro in vibe con Indiana Jones, non tanto nelle trame o nel loro fattore fantastico, ma nei personaggi e nell’atmosfera:
- Il mondo perduto, di Arthur Conan Doyle
Trama: Il geniale Professor Challenger si trova impegnato in un'impresa ai limiti delle possibilità umane, in compagnia di un altro scienziato, di un giornalista e di un nobile sportsman. Prigionieri in un mondo davvero perduto, un'isola geologica sopravvissuta misteriosamente nel cuore della giungla amazzonica, i protagonisti si imbatteranno in fantastiche avventure tra dinosauri, pterodattili, iguanodonti e uomini scimmia.
- Viaggio al centro della terra, di Jules Verne
Trama: narra la mirabolante spedizione nelle viscere del mondo intrapresa dal professor Otto Lidenbrock, scienziato noto in tutta la Germania, dal nipote Axel e da Hans, la guida che li accompagnerà per l'intera durata dell'avventura. All'origine di tutto quanto, la scoperta da parte dello scienziato di una vecchia pergamena in cui, in linguaggio cifrato, venivano fornite precise indicazioni per raggiungere il centro della Terra attraverso l'entrata posta in un vulcano islandese.
#indiana jones#film#libri avventura#rob macgregor#arthur conan doyle#jules verne#elizabeth peters#clive cussler#marco buticchi#james rollins#mathew reilly#will adams#andy mcdermott#henry rider haggard
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la neolingua e il pensiero semplice
Caravaggio -Narciso
La Merda d’artista di Piero Manzoni è considerata arte, siccome il liberalismo è considerato ideologia;
i social, libertà di espressione;
le elezioni, libertà di scelta;
la tecnica, progresso;
l’utero in affitto, maternità;
due padri; genitorialità,
la masturbazione tramite pornografia virtuale, sessualità;
l’ingestione di schifezze, nutrizione;
la lettura di giornali, informazione;
l’indottrinamento, istruzione;
l’americanizzazione, cultura;
i tatuaggi, ornamenti,
il femminismo, emancipazione;
il non vaccino sperimentale, prevenzione;
la resilienza, virtù;
l’economicismo, scienza;
il crollo dell’UE, panacea per tutti i mali;
la scienza, atto di fede;
il maschilismo, soluzione;
il comunismo e il fascismo, attualità;
la pedofilia, opzione;
gli scribacchini, intellettuali;
Barbero, storico;
la repubblica fondata sul lavoro, valore;
il covid, pandemia;
il covid, raffreddore;
i medici, eroi;
i novax, supereroi;
la lotta di classe, argomentazione;
le manifestazioni, soluzione;
il settarismo, espressione;
il movimentismo, politica;
il consumismo, necessità;
i sentimenti, superflui;
la famiglia; perfezione;
la famiglia, inutile;
lo Stato, realtà;
la Costituzione, la più bella del mondo;
l’efficientismo, virtù;
Stakanov, valoroso;
i governi, sovrani;
Piero Angela, scienziato;
Burioni, clinico;
Pasolini, pensatore;
Moravia, scrittore;
Cacciari, filosofo;
la Fallaci, scrittrice;
Piano, architetto geniale,
Guttuso, pittore;
il gender, teoria;
gli “antisistema”, guerrieri;
le élite finanziarie, demoni;
gli americani, alleati;
i partigiani, liberatori;
Putin, katechon;
la Meloni, destra;
la Schlein, sinistra;
Biden, democratico;
Draghi, statista;
Grillo comico;
il personale, politico;
la sfera privata, interessanteper gli altri;
l’opinione, fondamentale;
la psicanalisi, cur;,
il cane di Mustafà, beneficenza;
il meticciato, arricchimento;
la bellezza, inutile;
l’immigrazione, necessaria;
la mondializzazione, inevitabile;
i termini inglesi italianizzati, figata;
l’educazione, obsoleta;
la presunzione, forza;
la gentilezza, superata;
l’intelligenza, presunzione;
la conoscenza, ostentazione;
l’ignoranza, umiltà;
il gregariato, attività;
l’umiltà, pregio;
Il livore, punto di vista;
l’assenza di visione politica, strategia;
l’agire scomposto, prassi;
l’adeguamento, carriera;
la propaganda, notizia;
la degenerazione, etica;
la fantasmaticità, realtà…
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"Vincerò le mie paure, indosserò l'armatura migliore, in punta di piedi, con mille guerrieri ed in gola il cuore.
Piangerò lacrime asciutte, perché la corazza rimanga intatta, giù in fondo all'inferno, su in alto nel cielo, con la schiena dritta
Da quanto ti volevo? Ti ho cercata dentro me nel mondo! Da quando ti volevo ti ho trovata, eccoti felicità!
Scalerò le montagne con il vento in faccia ed il sole alle spalle, sfidando i nemici, che restino vivi, mi daranno forza
Resterò l'unico mostro da battere a colpi di carta e di inchiostro, la mia antagonista porta il mio nome: che vinca il migliore
Da quanto ti volevo? Ti ho cercata dentro me nel mondo! Da quando ti volevo ti ho trovata, eccoti felicità! "
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🤍
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Fortuna chi dell'est a scelto l'occidente
Parlano di sapere le loro culture parlano di sapere i loro originari guerrieri eppure in questi paesi delle dittature non sanno neanche l’origine dell ‘arti marziali piangete lacrime di forza bhe si chiama nel kungu fu mossa del piranha perché quando divora un suo simile gli lacrimano gli occhi idioti chi si appoggia ancora hai governi oltre l’est orientale vha faranno la fine delle truppe…
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