#fiera del vino
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Fiera Nazionale Vercelli in Vino: Due Giorni di Degustazioni e Cultura Enologica a Vercelli Fiere
Oltre 200 Etichette di Vini da Tutta Italia, Masterclass, Area Food e Degustazioni Illimitate il 9 e 10 Novembre a Caresanablot (VC)
Oltre 200 Etichette di Vini da Tutta Italia, Masterclass, Area Food e Degustazioni Illimitate il 9 e 10 Novembre a Caresanablot (VC) La Fiera Nazionale Vercelli in Vino si terrà il 9 e 10 novembre 2024 presso Vercelli Fiere, in Via Vecchia per Olcenengo 9 a Caresanablot (VC), un evento imperdibile per tutti gli amanti del vino e della buona tavola. Organizzata da Arte del Vino Eventi&Fiere, la…
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pizzettauniversale · 6 months ago
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Tumbrl ha deciso di abbandonarmi al secondo giorno di festival ma who cares. Ho dormito in media 4 ore a notte, bevuto troppi bicchieri di vino e fumato abbastanza. Lo rifarei subito. Ho passato le serate a cena con gente dello spettacolo, Alice Rohrwacher che mi ha voluta assolutamente all’aperitivo con lei per poi chiedermi di farci una birretta assieme a fine serata. Terry Gilliam che mi racconta del suo prossimo film. Il gioco di Letterboxd con Lone Scherfig, io e Barbara Ronchi che parliamo della bellezza di Roma ad agosto e delle mie vacanze, portare Olivier Assayas a visitare la pinacoteca, solo noi due, Labadessa che manda vocali a mia madre, un messaggio su whatsapp di Milena Mancini che mi ringrazia. Forse una proposta di lavoro con Milena e Vinicio Marchioni. Essere già confermata per il prossimo anno come direttrice dell’organizzazione e non più produzione (means più soldi). Sapere veramente di aver fatto bene il proprio lavoro e averne la conferma dallo staff, dal direttore artistico, dagli ospiti che mi scrivono, dall’essere invitata come ospite al festival del cinema a Roma. Sono tornata stanca, ma sono tornata sapendo che da questo momento si apre un’altra strada, sono fiera di me e di quello che sto raggiungendo, DA SOLA. Senza alcuna raccomandazione, senza alcuna spintarella, solo ed esclusivamente io.
Ora ho bisogno di 3 giorni di sonno, ma va bene così
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vaerjs · 2 months ago
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Stasera sono stata a una festa, la prima da quando un virus ci ha chiusi dietro vetri a osservare la vita da lontano. Probabilmente non è solo la prima festa dopo l'incubo del distanziamento, ma anche la prima a cui desiderassi partecipare. Sicuramente la prima a cui mi sono divertita in modo genuino, senza il peso di pensieri che giudicavano ogni mia parola e azione.
Ho mangiato - soprattutto vegetariano.
Ho bevuto - anche vino.
Ho ballato - con sconosciutə danze occitane.
Mi sono commossa. Perché la festeggiata era stupenda, con uno smagliante sorriso sul viso e un entusiasmo coinvolgente. Una cura e un'attenzione delicate e precise.
È stata una serata di prime volte di cui sono fiera, finalmente, perché non giudico più ogni dettaglio di me.
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gregor-samsung · 2 months ago
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" Il fabbricante di scale ha la sua bottega addossata a un'antica chiesetta romanica del Duecento ormai prossima a crollare completamente. Fabbrica scale da sempre, il mestiere lo ha imparato dal padre, il padre dal nonno e cosí via, come sempre capita per questi lavori artigiani. Costruisce scale fino a 34 gradini, per gli alberi più alti, specialmente per gli ulivi giganteschi nella zona di Ostuni, di Monopoli. La scala media più usata è quella a 20 gradini. La maggior quantità di scale viene venduta in occasione di fiere e mercati. La fiera più importante della zona avviene proprio qui a Modugno, in paese, nel mese di novembre. Un'altra fiera importante la fanno ad Acquaviva delle Fonti. Ma quella di Modugno è piú importante perché cade di novembre, il mese di piena per la raccolta delle ulive.
Il legno più usato è il castagno e l'abete. È un lavoro che è rimasto, salvo in qualche fase, essenzialmente manuale. Adesso i fori alle fiancate laterali della scala dove vengono fissati i pioli, vengono fatti a macchina. I pioli vengono prima fissati ad una fiancata della scala battendoli forte con l'ascia, ma prima bisogna avere l'accortezza di bagnare la punta del piolo nell'acqua, cosi l'accoppiata viene piú forte. Poi si mette l'altra fiancata della scala e, messi i pioli nei dovuti fori, si procede a fissarli definitivamente coi lavoro di inchiodatura. Alla fine la scala viene rifinita con la raspa e con un attrezzo, formato da una lama tenuta da due manici. Poi mi confida: "Caro amico, è un lavoro duro il mio, specialmente per me che debbo lavorare in questa bottega povera. L'interno è troppo piccolo e mi tocca lavorare estate ed inverno sotto questa tettoia. Lavorare nelle stagioni buone qui sotto è una delizia ma l'inverno fa molto freddo. Con questo lavoro guadagno abbastanza, però non sono riuscito a arricchirmi perché lavoro onestamente. Il cliente lo voglio trattare bene. Ma sono soddisfatto lo stesso. Tra poco debbo partire per una fiera a Gravina e sono contento perché vado a svagarmi un poco. Caricato il camioncino di scale, parto in compagnia di un buon panino e di un fiasco, di vino. Ricordo quando ero piccolo e viveva la buonanima di mio padre, si partiva a notte fonda, con il traino, per arrivare alla fiera ci si metteva piú tempo ma ci si divertiva di piú per la strada. "
Tommaso Di Ciaula, Prima l'amaro e poi il dolce. Amore e altri mestieri, Feltrinelli (collana Franchi Narratori, n° 33), 1981¹; pp. 53-54.
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shinynymph · 9 months ago
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Ho aperto una bottiglia di vino, non lo facevo da settimane.
Ho aperto una bottiglia di vino perché scrivere questa consegna m’irretisce: che ne so, io, del futuro? Che ne so, io, del mio, di futuro?
La mia psicologa m’ha detto di pormi domande anche fuori dalla stanza delle parole; allora, mi chiedo: sarà sempre così? Avrò sempre bisogno dell’ausilio di uno stato psicofisico alterato per guardarmi dentro? Per scovarmi?
Dove sono finita?
Non sarà poesia questa volta, se poesia possiamo definire quelle masse informi delle volte scorse. Non sarà logico, razionale, non seguirà un andamento lineare: questa sono io che scrivo di getto un flusso di coscienza che odierò dover rileggere per editare.
Probabilmente lo lascerò così: grezzo, magmatico, inusuale.
Io non so neanche cosa sia, il futuro. Treccani m’informa: futuro è
s. m. Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno.
Il tempo che verrà. Quando verrà?
Io procrastino il mio futuro, lo faccio da anni: congelata per decenni nello stato della studentessa che non vuole crescere, divenire adulta.
Il tempo che verrà, gli avvenimenti che in esso si succederanno:
allora il futuro è anche questo momento? Questo preciso ed esatto istante?
Il mio futuro di oggi prevede la sopravvivenza a questa giornata logorante, solitaria, alcolica, per poter andare a lavorare, poi, alle 23, staccare alle 3, andare a dormire.
È questo il mio futuro? È questo quello che mi aspetta una volta uscita dal nido sicuro, limbo lenitivo, che è la Holden?
Per anni ho procrastinato la mia laurea perché l’idea di lasciare la calda certezza dell’Università mi dilaniava.
Ora mi sono laureata, ma non l’ho fatto prima d’aver trovato già un morbido rimpiazzo.
Questa scuola.
Con le sue pareti dai colori caldi, i divanetti nei corridoi. Le consegne che ti obbligano a guardarti allo specchio. Mi viene in mente Elisa, di Menzogna e sortilegio:
E mi aggrappo agli specchi per ritrovarmi. Per non dissolvermi.
            Come Elisa
            Medusa
            Fluttuo nell'aria e
            L'avvolgo
            Questa stanza è piena di me;
           In me
           L'aria. -
si guardava allo specchio e lo specchio le rifletteva l’immagine informe di una medusa incorporea. Questo sono anch’io: non ho contorni, non ho definizioni, non mi lascio incasellare: sono magma, come lo è la mia scrittura schizofrenica; sono fluido, informe e scrosciante, flusso che pretende di divenire, vento che soffia frusciante.
L’eterno ritorno.
Futuro, il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno. Io, nel mio futuro, voglio vivere. Nel mio futuro è la vita che voglio: è la tenacia, l’ostinata, imperitura, tenacia di vivere che voglio, nel mio futuro.
Sarebbe troppo semplice scrivere il manifesto politico e indignato: oh, sì, il pianeta va in fiamme; le disuguaglianze? Non c’è modo alcuno di eliminarle; il lavoro è precario, il lavoro fa schifo – sono una fiera anti-lavorista impenitente – come si può metter su famiglia in uno scenario apocalittico tale? Apocalittico ‘sto cazzo: questo è il nostro presente. Ma, poi, io voglio davvero mettere su famiglia?
Io,
nel mio futuro,
voglio vivere.
E nel mio presente io mi domando, mi imploro persino: Federica, risolvi te stessa, perché sei dipendente da ogni dipendenza, e cerchi costantemente la sofferenza perché altrimenti non senti niente; e tu devi sentire, devi sentire di esistere e non solo esistere;
Federica tu vuoi vivere e non semplicemente esistere.
Come si fa, allora, ad immaginare un futuro se è già il presente ad essere così precario?
Futuro. Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno. Talvolta ho desiderato non ci fosse alcun futuro per me. Talvolta, guidando, un pensiero intrusivo ha tentato d’ammaliarmi: non frenare, continua così, col pedale schiacciato sull’acceleratore, ai 100 all’ora contro quell’albero: in fondo, che hai da perdere?
Niente.
Sono qui.
Quel pensiero intrusivo sono sempre riuscita a riporlo in un cassetto.
Chiuso a chiave,
due mandate,
per sicurezza. Quanto m’ha spaventato, quanto ancora mi spaventa quando tenta, con le sue lunghe dita affusolate, d’aprirsi un varco nel mio conscio.
Ma io è vivere che voglio.
Nel mio futuro, è vivere che voglio
Fanculo al mondo che cade a pezzi: non riesco a tenere insieme neanche me stessa.
Fanculo al mondo che brucia: io ho bisogno del fuoco per sentirmi esistere.
Fanculo alle ingiustizie: di cosa scriverei, se questo mondo indecente fosse perfetto?
E, poi, di cosa parlerei, se io fossi una persona risolta?
Futuro: Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno.
Io nel mio futuro voglio succedermi.
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susieporta · 1 month ago
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Non c’ho la minima idea de che dovete fa.
E cominciamo male, malissimo, mi dirai giustamente tu caro lettore che passi di qui. Dirai magari anche ma scusa gli psicologi che ci stanno a fare, per farci domande sulle nostre domande, per chiederci “Come la fa sentire questo amore che non c’è?” e rispondere demmerda, come me dovrei sentì?
In effetti esistono molte realtà in cui pare ti insegnino a rimorchia’ meglio, immagino a botte di frasi motivazionali sul tuo valore intrinseco e piccole strategie di base di carattere per niente intuitivo, tipo meglio aspettare un’oretta prima di chiederle se è vi ha già dimenticati per sempre quando non vi risponde al meme o magari suggeriscono messaggi accattivanti con dentro “buon bicchiere di vino”.
Magari ci riescono pure nella missione pesca a strascico e magari ci riuscite pure a trovare un bel tonno rosso, nei periodi bui passi magari anche il copertone.
Però mi pare che esistano meno realtà in cui ci chiediamo MA CHE CE DOVEMO FA CO’ ST’AMORE; davvero, ma che ce dovete fa, co sta fretta, sta cecità, sta maratona senza sosta fatta di colpi bassi all’orgoglio, notti insonni ad aspettarvi, spionaggi e controspionaggi telematici livello CIA. Tutto questo, quasi sempre, per persone di cui nemmeno hai mai saputo il suo piatto preferito o la sua visione del mondo. Niente vogliamo sapere, tranne se ci ha risposto o no.
Vogliamo che nessuno ci rifiuti, perché il rifiuto fa schifo punto.
L’amore felice più che “vero”, è fatto da tante piccolissime parti che si devono incastrare quanto basta per far funzionare il meccanismo. Oltre alla fiera dell’orgoglio ferito e alla poesia, una relazione è l’incontro di due persone e tutte le generazioni prima di voi, il modo in cui le vostre famiglie hanno trasmesso un modello di relazione, il modo in cui ognuno di voi ha vissuto il proprio modello, le esperienze avute, il modo in cui ognuno di voi ha gestito queste esperienze; poi il temperamento, la socievolezza, l’umorismo, la gestione del dentifricio. Due oceani che si incrociano e voi lì col bicchiere de vino?
Guardare indietro bene ci può raccontare molto più di quel messaggio che tanto pure che ve lo manda, fa schifo.
Olimpia Parboni Arquati
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accidya · 2 years ago
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va tutto benissimo, sono l’una e mezza sono tornato a casa da una fiera del vino, di conseguenza sono poco sobrio, e sto guardando video di ciancianguilla su yt
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amacomerespiri · 2 years ago
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Non ho più scritto nulla su questa pagina. Anni e anni di silenzio e di parole ingoiate, anni di cambiamenti, di risate e lacrime. La vita ha continuato a scorrere ed io con lei. E son diventata un'altra e ho incontrato altri mille volti, visto infiniti tramonti e solcato mari, abbracciato corpi, incrociato occhi. Ma non ho più scritto nulla qui.
Fino ad oggi.
Hosseini aveva ragione quando diceva che non si può scappare dal passato, o almeno non per sempre. E' buffo quando in due occhi castani ritrovi la vita che hai vissuto e tanto a lungo dimenticato. E' buffo come, alle volte, quello che pensavi di aver dimenticato era solo lì, in un cassetto del tuo cuore, pronto a riemergere. E' buffo pensare a come due persone che hanno condiviso una vita, un tempo, possano essere diventate estranee e quanta vita ci sia stata tra loro.
Mi sono resa conto che questa pagina, i miei pensieri, erano dedicati esclusivamente a lui. E tornare indietro nel tempo per dieci minuti, mi ha frantumato e riempito il cuore. Ho sorriso pensando a quante parole ci siamo detti, a quante promesse ci siamo fatti, quante lettere ci siamo scritti e quanti pensieri e canzoni ci siamo dedicati. Ho sospirato pensando a come eravamo giovani e immaturi, incapaci di gestire quello che eravamo, o, quantomeno, a quanto io fossi incapace di gestire quella che sono. Beh, quella parte non è cambiata.
Però è cambiato il resto... non siamo più ragazzini, ognuno ha continuato per la sua strada e fa incredibilmente sorridere come sia diventata la stessa strada. "Vorrei fare il dentista" mi diceva e ridevamo pensando che con me medico, saremmo stati, in qualche modo, colleghi. Non so se ridere o piangere al pensiero che tutti e due, probabilmente, diventeremo avvocati. E come le nostre vite abbiano viaggiato distanti, ma parallele. C'è qualcosa di poetico in questo. Guardandolo mi sono trovata a pensare: chissa chi è, chissà cosa gli piace ora, chissà cosa lo fa ridere o piangere, chissà se qualcuno lo ama o se si ricorda dei momenti passati... Un sacco di chissà, assolutamente inutili per la persona che sono adesso, ma che mi hanno ricordato quanto intensamente ho vissuto le emozioni con lui, senza che arrivassero da nessuna parte, ma ci sono state...e non si cancellano, per quanto si tenti di farlo.
Non avevo mai pensato che a questa persona ho lasciato di me più di quanto abbia mai avuto il coraggio di ammettere. Forse l'ho avuto oggi, questo coraggio; il coraggio di dirmi, dal profondo del cuore che lui per me è stato importante, anche se sembra la storia di un film visto un milione di anni fa.
Vederci così, diversi, cresciuti, mi ha reso fiera di noi, anche se separati. Mi ha fatto sussurrare: "quanta strada abbiamo fatto". E mi ha fatto sperare che quei ragazzi che eravamo, siano ancora vivi da qualche parte dentro di noi. Mi ha fatto sperare che lui sia amato e che realizzi i suoi sogni, che torni a Roma se è quello che vuole ancora e che abbia il cuore pieno di risate e di buon vino, che possa vedere il mondo con gli occhi di chi lo vede per la prima volta, che sia in grado di stupirsi delle piccole cose...ma mi ha fatto anche segretamente desiderare che nessuna, mai, riceva una lettera come quella che ha scritto a me.
E se fossimo quelli che eravamo allora mi guarderebbe e mi direbbe, sospirando sconsolato: “sei proprio un’idiota”. E io ridendo risponderei: “sono proprio un’idiota.”
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yuki-avls · 2 years ago
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Scriviamo qualcosa di diverso. Ho 27 anni che per molti sei ancora bambina per altri una ragazza per altri quasi donna ... Io posso dire che non importa cosa pensano gli altri ,cio che so è che a 27 anni vedermi leggere un libro sorseggiando del gin-tonic all'arancia con di fianco il mio gatto e il mio cane ... In casa MIA , è un traguardo unico e importante . Nessuno mi ha mai regalato niente in molti mi hanno abbandonata quando più ne avevo bisogno ! E invece eccomi qua .. cambiando paese ,lavori, città ! Imparando nuove lingue e culture ,conoscendo persone , ogni tanto sentendomi anche sola ... La forza che ho avuto per affrontare tante cose solo io lo so ,ma sono fiera di essere chi sono ..sono felice di aver perso tante persone che ritenevo "mie amiche" , sono orgogliosa di potermi svegliare la mattina e sentirmi bene con me stessa ! Certo non dico di non aver mai sbagliato,ne ho fatti di errori , ma mi hanno aiutato a essere chi sono ora .. a sbatterci la faccia ,come si dice .. E non è fare la vittima è dire Grazie!!! Di errori ne farò ancora ,la strada è ancora lunga e le salite saranno tante , ma ho gambe forti e una testa dura ... Affronterò qualsiasi cosa col coraggio che ho sempre avuto e la determinazione che mi ha sempre contraddistinto! .
Sono pur sempre Bilancia 💪
Ci tenevo a scrivere qualcosa di vero , basta scrivere stronzate copiate da internet.. se dobbiamo scrivere scriviamo ogni tanto col cuore , leggiamo un libro ,sorseggiamo un buon vino ascoltando buona musica che trasmetta qualcosa non roba banale.
Di roba banale è già pieno il mondo ...
Siate diversi cazzo!
Perle di me ventisettenne... A trent'anni scrivo il romanzo .
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lecturasdiarias · 2 months ago
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Lecturas del Lunes de la 2ª semana de Adviento
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Lecturas del día 9 de Diciembre de 2024
Primera lectura
Lectura del libro de Isaías 35,1-10
Esto dice el Señor: “Regocíjate, yermo sediento. Que se alegre el desierto y se cubra de flores, que florezca como un campo de lirios, que se alegre y dé gritos de júbilo, porque le será dada la gloria del Líbano, el esplendor del Carmelo y del Sarón. Ellos verán la gloria del Señor, el esplendor de nuestro Dios. Fortalezcan las manos cansadas, afiancen las rodillas vacilantes. Digan a los de corazón apocado: ‘¡Ánimo! No teman. He aquí que su Dios, vengador y justiciero, viene ya para salvarlos’. Se iluminarán entonces los ojos de los ciegos y los oídos de los sordos se abrirán. Saltará como un venado el cojo y la lengua del mudo cantará. Brotarán aguas en el desierto y correrán torrentes en la estepa. El páramo se convertirá en estanque y la tierra sedienta, en manantial. En la guarida donde moran los chacales, verdearán la caña y el papiro. Habrá allí una calzada ancha, que se llamará 'Camino Santo’; los impuros no la transitarán, ni los necios vagarán por ella. No habrá por ahí leones ni se acercarán las fieras. Por ella caminarán los redimidos. Volverán a casa los rescatados por el Señor, vendrán a Sión con cánticos de júbilo, coronados de perpetua alegría; serán su escolta el gozo y la dicha, porque la pena y la aflicción habrán terminado”.
Palabra de Dios
Salmo Responsorial
Sal 85 (84), 9ab-10.11-12.13-14
R./ Nuestro Dios viene a salvarnos.
Escucharé las palabras del Señor, palabras de paz para su pueblo santo. Está ya cerca nuestra salvación y la gloria del Señor habitará en la tierra. R./ Nuestro Dios viene a salvarnos.
La misericordia y la verdad se encuentran, la justicia y la paz se besaron, la fidelidad brotó en la tierra y la justicia vino del cielo. R./ Nuestro Dios viene a salvarnos.
Cuando el Señor nos muestre su bondad, nuestra tierra producirá su fruto. La justicia le abrirá camino al Señor e irá siguiendo sus pisadas. R./ Nuestro Dios viene a salvarnos.
Evangelio
Lectura del santo evangelio según San Lucas 5,17-26
Un día Jesús estaba enseñando y estaban también sentados ahí algunos fariseos y doctores de la ley, venidos de todas las aldeas de Galilea, de Judea y de Jerusalén. El poder del Señor estaba con él para que hiciera curaciones. Llegaron unos hombres que traían en una camilla a un paralítico y trataban de entrar, para colocarlo delante de él; pero como no encontraban por dónde meterlo a causa de la muchedumbre, subieron al techo y por entre las tejas lo descolgaron en la camilla y se lo pusieron delante a Jesús. Cuando él vio la fe de aquellos hombres, dijo al paralítico: “Amigo mío, se te perdonan tus pecados”. Entonces los escribas y fariseos comenzaron a pensar: “¿Quién es este individuo que así blasfema? ¿Quién, sino sólo Dios, puede perdonar los pecados?” Jesús, conociendo sus pensamientos, les replicó: “¿Qué están pensando? ¿Qué es más fácil decir: 'Se te perdonan tus pecados’ o 'Levántate y anda’? Pues para que vean que el Hijo del hombre tiene poder en la tierra para perdonar los pecados –dijo entonces al paralítico–: Yo te lo mando: levántate, toma tu camilla y vete a tu casa”. El paralítico se levantó inmediatamente, en presencia de todos, tomó la camilla donde había estado tendido y se fue a su casa glorificando a Dios. Todos quedaron atónitos y daban gloria a Dios, y llenos de temor, decían: “Hoy hemos visto maravillas”.
Palabra del Señor
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Festa del Tartufo Bianco del Monferrato: un evento imperdibile a Casale Monferrato
Enogastronomia, cultura e tradizione si incontrano domenica 24 novembre
Enogastronomia, cultura e tradizione si incontrano domenica 24 novembre. La Piazza Mazzini di Casale Monferrato si trasformerà domenica 24 novembre 2024 nel fulcro della cultura enogastronomica del Monferrato, ospitando la terza edizione della Festa del Tartufo Bianco del Monferrato. Questo evento celebra le eccellenze del territorio, consolidando Casale Monferrato come Capitale Europea del…
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cloudwine9 · 2 months ago
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SLOW WINE FAIR 2025 - Presentata la IV edizione della fiera del vino buono
Slow Wine Fair la quarta edizione a BolognaFiere dal 23 al 25 febbraio 2025 Packaging e logistica: la sostenibilità del vino, oltre il vino Dopo il focus sulla salute del suolo nel 2024, Slow Wine Fair lancia un nuovo dibattito per ragionare di innovazioni e alleanze possibili per alleggerire il costo – economico e ambientale – del vino Dal 23 al 25 febbraio 2025 a BolognaFiere torna Slow…
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ochoislas · 2 months ago
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PROEMIO DESPIDIENDO A LI YUAN QUE TORNA A VALTUERTO
En la solana del monte Taihang está Valtuerto. En Valtuerto hay buenas fuentes y rico suelo, y las plantas crecen con vicio; pocos son los que allí moran. Dicen algunos que se llama tuerto porque costea el contorno de dos montañas, otros que por ser valle recóndito y resguardado donde los ermitaños retortijan. Mi amigo Li Yuan vive allí.
Dijo Yuan: «Qué llaman un hombre honrado, bien lo sé. Uno que beneficia a muchos y goza de fama en el mundo. Si está en la corte imperial, nombra y licencia oficiales, asiste al emperador en sus decretos. Si en el campo, enarbola el pendón, dispersa los arqueros. Lleva delante guerreros voceando, su guardia cierra la vía, y sus veedores, cada uno con su encargo, van desalados atrás. Si alegre, reparte dones; si airado, castigos. Notables se juntan ante él, refiriendo ejemplos del pasado y alaban su virtud, y él los escucha de buen aire. Tiene curvas cejas y lozanas mejillas, voz sonora y buen cuerpo, noble presencia y claro juicio. Ondeando livianos vuelos, rebozadas tras largas mangas, con tez arrebolada y alcoholadas cejas, sus mujeres huelgan en alineadas residencias, celosas de los favores ajenos, y porfían por su gracia, confiando en sus encantos. Tal es el hombre honrado que gana el aprecio del emperador y se emplea en el gobierno del mundo. No me aparto yo de ello por aborrecimiento, antes fue cosa de la suerte que de la voluntad.
»Vivo pobremente en el yermo, subo a un alto y miro lejos, me siento todo el día bajo un árbol frondoso, me lavo en clara fuente y tengo limpio. Cojo las buenas verduras del monte, pesco los frescos peces de las aguas. Me acuesto y me levanto sin horario, según me acomoda. Antes que gozar adelantada fama, mejor evitar la postrimera infamia. Antes que dar gusto al cuerpo, mejor desembargar el alma. Ni me atan las formas, ni me amagan penas. Las vicisitudes ignoro, los reveses no siento. Tal hace el hombre honrado que no gana aprecio ni empleo en el mundo, y eso tornaré a hacer. Otros aguardan en la puerta de los dignatarios, se atropellan en la senda del poder, van a dar un paso y vacilan, van a abrir la boca y titubean, de la mancilla no se amenguan, los inculpan y ajustician, y es por rara fortuna si los libra morir de viejos. ¿Cuál será pues virtuoso, cuál indigno?»
Y yo, Han Yu de Changli, admiré la elocuencia de sus palabras. Y brindándole vino, le hice esta canción:
En Valtuerto es tu morada. De Valtuerto labras la tierra. Aguas de Valtuerto te lavan y las corres. Breñas de Valtuerto ¿quién te las disputa? Recóndito y sereno, un vasto viso brinda. Torcido y avieso, trastrueca idas y vueltas. ¡La dicha de Valtuerto es dicha que no acaba! Dañosas fieras desvían, funestos dragos se celan. Los númenes que te guardan conjuran los malos pasos. Si el sustento te aprovecha, y nada falta… ¿qué más quieres? Unto el eje, cebo al bruto: ¡voy a retortijar contigo y acabar mis días vagando!
Han Yu
di-versión©ochoislas
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送李願歸盤谷序
太行之陽有盤谷。盤谷之閒,泉甘而土肥,草木藂茂,居民鮮少。或曰:「謂其環兩山之閒,故曰盤。」或曰:「是谷也,宅幽而勢阻,隱者之所盤旋。」友人李願居之。
願之言曰:「人之稱大丈夫者,我知之矣。利澤施於人,名聲昭於時,坐於廟朝,進退百官,而佐天子出令。其在外,則樹旗旄,羅弓矢。武夫前呵,從者塞途,供給之人,各執其物,夾道而疾馳。喜有賞,怒有刑。才峻滿前,道古今而譽盛德,入耳而不煩。曲眉豐頰,清聲而便體,秀外而慧中,飄輕裾,翳長袖,粉白黛綠者,列屋而閒居,妒寵而負恃,爭妍而取憐。大丈夫之遇知於天子,用力於當世者之所為也。吾非惡此而逃之,是有命焉,不可幸而致也。
窮居而野處,升高而望遠,坐茂樹以終日,濯清泉以自潔。採於山,美可茹;釣於水,鮮可食。起居無時,惟適之安。與其有譽於前,孰若無毀於其後;與其有樂於身,孰若無憂於其心。車服不維,刀鋸不加,理亂不知,黜陟不聞。大丈夫不遇於時者之所為也,我則行之。伺候於公卿之門,奔走於形勢之途,足將進而趦趄,口將言而囁嚅,處汙穢而不羞,觸刑辟而誅戮。儌倖於萬一,老死而後止者,其於為人賢而不肖何如也!」
昌黎韓愈,聞其言而壯之。與之酒,而為之歌曰:「盤之中,維子之宮。盤之土,可以稼。盤之泉,可濯可沿。盤之阻,誰爭子所?窈而深,廓其有容,繚而曲,如往而復。嗟!盤之樂兮,樂且無央。虎豹遠跡兮,蛟龍遁藏;鬼神守護兮,呵禁不祥。飲且食兮壽而康,無不足兮奚所望?膏吾���兮秣吾馬,從子於盤兮,終吾生以徜徉!」
韓愈
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n4svein · 2 months ago
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La guerra, el hambre, la peste y la muerte
El primer jinete y su caballo blanco
"Y vi cuando el Cordero abrió el primero de los siete sellos, y oí que uno de los cuatro vivientes decía, como voz de trueno: "Ven". Miré, y he allí un caballo blanco. El que lo montaba tenía un arco y le dieron una corona. Salió venciendo y para vencer."
Apocalipsis 6, 1-2.
El segundo jinete y su caballo rojo
"Cuando abrió el segundo sello, oí al segundo ser viviente que decía: "Ven". Salió otro caballo color de fuego. Al que lo montaba le permitieron arrebatar la paz a la tierra y hacer que se enfrentasen unos con otros. A este le dieron una gran espada".
Apocalipsis 6, 3-4.
El tercer jinete y su caballo negro
"Cuando abrió el tercer sello, oí al tercero de los vivientes que decía: "Ven". Miré y había otro caballo negro. El que lo montaba tenía en su mano una balanza. Luego oí cómo una voz en medio de los cuatro vivientes dijo: "Un denario por el kilo de trigo, un denario por tres kilos de cebada, pero no toques el aceite ni el vino".
Apocalipsis 6, 5-6.
El cuarto jinete y su caballo pálido
"Y cuando abrió el cuarto sello, oí la voz del cuarto viviente que decía: "Ven". Miré y he aquí un caballo pálido. El que lo montaba tenía por nombre 'Muerte', y el Hades lo seguía. Se les dio potestad sobre la cuarta parte del mundo para matar con espada, hambre, y con las fieras de la tierra."
Apocalipsis 6, 7-8.
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osteneroshark · 2 months ago
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Intravino: [Longform] Augusta 2024 | Com’è andata quest’anno la fiera del vino a Torino (e pensieri a margine)
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parolequotidiane · 3 months ago
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Piacenza: alla “Fiera dei Vini” saranno protagonisti i vini, il territorio e il tartufo
a cura della redazione Dal 16 al 18 novembre presenti in fiera oltre duecento aziende.La mostra mercato si arricchisce di una sezione curata dal GAL del Ducato dedicata al tartufo e ai prodotti locali. Biglietti d’ingresso e per le masterclass in vendita online. Sempre più vino e territorio al centro della Fiera dei Vini, che si terrà da sabato 16 a lunedì 18 novembre negli spazi di Piacenza…
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