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#festa delle mamme
cavallopazzo · 1 year
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queerographies · 4 months
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[La festa delle famiglie][Luis Amavisca][Marisa Moreo]
Un Giorno Speciale per Tutte le Famiglie: Amore e Diversità Celebrati in un Albo Illustrato Titolo: La festa delle famiglieScritto da: Luis Amavisca e Marisa MoreoTitolo originale: El Día de la FamiliaEdito da: Nube OchoAnno: 2024Pagine: 36ISBN: 9788419607966 La sinossi di La festa delle famiglie di Luis Amavisca e Marisa Moreo Un coraggioso albo illustrato sulla Giornata Internazionale della…
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vaerjs · 4 months
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oggi ho guardato alcune delle foto scattate dalle mamme ieri alla festa di fine anno e la sensazione che ho provato è stata la stessa di un anno fa. la sensazione di essere la persona più grossa e grande, di avere troppi pochi capelli che fanno risaltare il rossore della cute ustionata anche sulla testa.
ho comprato due paia di pantaloncini di taglie così piccole che non ho mai portato eppure vedo le mie forme sbagliate nello specchio.
e so che sicuramente non uso i capi giusti per valorizzare il mio corpo eccetera, ma con la testa piena e l'attenzione ai tessuti e alla provenienza e al prezzo e a farci entrare i fianchi senza che siano troppo ampi in vita, non ne posso più
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viendiletto · 8 months
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Ho vissuto 17 anni a Pola ed è stata una vita da favola: è quella la mia terra e mi manca tanto. Siamo andati via nel 1946 perché c’erano già state le prime foibe, in Istria si sapeva, a Pola meno. Venivano di notte, chiamavano la persona e dicevano “Vieni, ti devo parlare”, e quella spariva. Poi ci accorgemmo che, dopo tempo, a Pola, sui tabelloni di un cinema erano esposti cadaveri; così la gente andava alle foibe per cercare lembi di indumenti dei familiari scomparsi. Fummo sfollati a Orsera (in croato Vrsar) nel 1944-’45, quando avevo 14 anni, perché gli alleati bombardavano e c’erano i tedeschi. Ricordo un presidio di giovani soldati, 18 o 19 anni, che furono convinti dalla popolazione pro-Tito a lasciare il presidio e andare in bosco coi titini. Questi presero le armi dei nostri soldati e si vestirono con le loro divise: i giovani che andarono in bosco non tornarono più. Le mamme andavano a chiedere a don Francesco Dapiran, poi parroco di Fertilia, dove fossero i loro figli, e lui andò a cercarli paese per paese, chiedendo alla popolazione dove fossero stati portati: erano tutti morti gettati nelle foibe. Tornammo a Pola e riprendemmo la vita di tutti i giorni. Vivevamo in mezzo a gente slava, ma non lo sapevamo, eravamo tutti una comunità. Furono alimentati rancori e odi, ma in realtà non c’era questo fra noi, eravamo gente buona. Mio padre, originario di Buggerru, e mia madre ripresero a lavorare, io proseguii gli studi. Poi anche da noi iniziarono le uccisioni e facemmo domanda per espatriare. La nostra partenza fu fissata il 10 febbraio 1947, ma l’uccisione del generale De Winton la rinviò. Essendo una ragazza di 17 anni, vivevo quell’esperienza non come un disagio, ma come un’avventura. Partimmo col successivo imbarco, il pomeriggio di sabato 15 febbraio. La domenica, a bordo, il parroco celebrò la messa, quindi, nel pomeriggio, arrivammo ad Ancona. Mi aspettavo una festa d’accoglienza, con le bandiere, invece ci vennero incontro delle barche con a bordo uomini che, col pugno chiuso, ci insultavano gridando: “Tornate a casa vostra, fascisti!”. Se non ci fossero stati i carabinieri quelli ci avrebbero buttati in mare: li ringrazierò per sempre per quello che hanno fatto per noi. In treno raggiungemmo Civitavecchia da dove c’imbarcammo per la Sardegna. Il giorno dopo sbarcammo ad Olbia, quindi ci trasferimmo a Sassari e da lì prendemmo il treno per Cagliari. Il paesaggio che si presentò ai miei occhi era desolante, mi sembrava di attraversare la steppa; ricordo delle cavallette enormi ma anche un bel sole, che ci accolse con tutto il suo calore. Il primo impatto con Cagliari fu positivo: il municipio e il bel giardino antistante mi diedero subito l’impressione di una bella città, nonostante i danni subiti dalla guerra appena terminata. Ci condussero nel campo profughi, situato tra le vie Logudoro e San Lucifero, e lì l’accoglienza fu buona. La città mi piaceva e mi piace, ma mi sono inserita con difficoltà, la mia mentalità era diversa da quella che ho trovato e non riuscivo a capire le persone che si esprimevano solo in sardo. Sono arrivata a 80 anni e ringrazio Dio e ringrazio la Sardegna perché mi trovo bene, la vita è tranquilla, una pensione l’ho avuta, ho pochi amici ma buoni e tengo collegata tutta la ‘mia’ gente, sparsa in tutto il mondo.
Nerina Milia, esule da Pola
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miciagalattica · 7 months
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Buona festa a tutte le donne, meno a quelle mamme che non hanno educato i figli maschi , che si sono rivelate in seguito delle bestie alfa.
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sottileincanto · 1 year
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Se non fosse per il clima troppo mite sembrerebbe una giornata di novembre, con questa pioggia fitta e sottile che inzuppa i pensieri e appesantisce i sentimenti.
Oggi sarebbe la festa della mamma. In giro già dal mattino presto si vedono tutti questi figli con mazzi colorati di fiori in mano, che fanno uno strano contrasto con le macchine bagnate e il cielo grigio.
Allora mi viene in mente la mia di mamma, che non ricorda più il mio nome e non sa più chi sono. Mi ricordo di quando ero piccola e non facevo altro che sognarla e cercarla. Sognavo una mamma come quelle dei libri illustrati delle suore dell'asilo, angelo del focolare affettuoso e dedito alla famiglia, una di quelle mamme che ti aspettano a casa con il pranzo pronto e un abbraccio caldo. Invece tutto quello che ricordo è una spasmodica attesa, un'assenza infinita perché lei, innamorata prima di tutto del suo lavoro, si alzava troppo presto la mattina e la sera tornava troppo tardi. Così sono cresciuta con una mamma a forma di assenza, che, quando c'era, era troppo stanca o troppo triste o troppo spaventata dalle minacce del marito. Ma che nonostante questo diceva di conoscermi meglio di chiunque altro e che avrebbe sempre saputo quale fosse la cosa migliore per me. Io mi fidavo, perché in fondo, la mamma è sempre la mamma, ti ha fatto lei...chi potrebbe conoscerti meglio?
Però più crescevo e più mi rendevo conto che se al posto della mamma io avevo un sogno, lei al posto di una figlia aveva la sua idea di figlia, di come ero e di come sarei dovuta diventare. Ci ho messo molto tempo per capirlo, per rendermi conto che, a parte una manciata di ricordi comuni, eravamo due estranee sotto lo stesso tetto e che per quanto mi fossi impegnata non sarei mai riuscita a riempire il suo vuoto. Mi avevano raccontato un'altra bugia, mi avevano detto che un figlio è sempre la cosa più grande che una madre possa avere, ma evidentemente non è così. Vedi a volte cosa succede a credere alle favole.
E adesso che, anche se sei viva mamma, non ci sei più, vorrei avere la forza e la capacità di lasciarti andare. Di buttare via il peso dell'idea che proteggerti e renderti felice fosse compito mio e di aver fallito tutta la vita. Di lasciarmi alle spalle tutto il vuoto e la mancanza, il tuo e il mio, perché non lo voglio più. Di abbracciare la realtà così com'è - per niente fiabesca - e riuscire a pensare che, in fondo, va bene anche così. Di aver cura di ciò che è rimasto di te per tutto il tempo che rimane, senza viverlo come una perdita costante ma interpretandolo come una forma di pienezza.
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spettriedemoni · 1 year
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Feste di compleanno e labbra rotte
Ieri mi è toccato andare a una festa di compleanno di uno dei compagni di classe di Tigrotto. Festa organizzata in uno stabilimento balneare. Succede che una delle mamme deve lavorare proprio allo stabilimento a fianco e quindi chieda di tenere d’occhio il figlio a noi altri genitori.
Indovinate chi è scivolato e cadendo si è spaccato il labbro?
Sì esatto proprio lui.
Il bimbo si è più spaventato che fatto male e si è tranquillizzato una volta che ha visto la mamma da cui l’ho portato una volta passato il primo momento di comprensibile spavento.
Mi sono sentito un po’ in colpa anche se poi la madre è stata la prima a tranquillizzare il figlio che già di suo si spaventa facile ogni volta che cade o si fa male e questo mi ha fatto sentire un po’ più sereno.
Il bimbo ha rimediato un gelato con la scusa che il freddo aiutasse la ferita a guarire prima e poco dopo era di nuovo a giocare.
A fine serata, dopo aver finito il suo turno, la madre è venuta a riprendere il figlio, mi ha definito “santo” ed è tornata a casa come abbiamo fatto tutti.
Un’oretta dopo mi ha mandato un messaggio ringraziandomi di nuovo. Lei a me.
Piccoli gesti ma che fanno piacere.
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mancino · 2 years
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Le donne sono una perfetta combinazione di cervello e bellezzaBuona festa delle donne a tutte le mamme, mogli, sorelle e figlie del mondo! Senza di voi il mondo sarebbe sicuramente peggiore"Le donne sono come le stelle, per quanto tu possa chiudere gli occhi loro ti illumineranno sempre. Buon 8 marzo".
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anaromantico · 1 year
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"Oggi è la festa della mamma, Lloyd"
"Direi che è più la festa delle mamme, sir"
"Si dice che di mamma ce ne sia una sola, Lloyd"
"Come può essere una se l'amore è moltitudine, sir?"
"Auguri a tutte le madri, Lloyd"
"Nessuna esclusa, sir"
🦖
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"Oggi è la festa della mamma, Lloyd"
"Direi che è più la festa delle mamme, sir"
"Si dice che di mamma ce ne sia una sola, Lloyd"
"Come può essere una se l'amore è moltitudine, sir?"
"Auguri a tutte le madri, Lloyd"
"Nessuna esclusa, sir"
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michelangelob · 5 months
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homemem39 · 5 months
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Festeggiamo le mamme dal 2019. Per la festa della Mamma, donale una delle espressioni d’amore degli iconici brand delle collezioni www.homemem39.com
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mem-39 · 5 months
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Festeggiamo le mamme dal 2019. Per la festa della Mamma, donale una delle espressioni d’amore degli iconici brand delle collezioni.
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studentessamatta · 5 months
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Saluting the Superheroes in Our Lives: Our Moms!
Salutando le supereroine delle nostre vite: le nostre mamme! La Festa della Mamma, come è chiamata in Italia, è un momento caloroso e significativo nel calendario, che mette in luce le supereroine della nostra quotidianità: le madri in tutte le loro forme! Che siano madri biologiche, madri adottive, nonne o qualsiasi delle meravigliose figure che riempiono i nostri giorni di amore e saggezza,…
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lamilanomagazine · 5 months
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Meloni: «Nuovo pacchetto per il lavoro da 5 miliardi»
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Meloni: «Nuovo pacchetto per il lavoro da 5 miliardi». Con il decreto legge che riforma le politiche di coesione «ci occupiamo ancora di lavoro con un pacchetto di misure che nell'ambito di un programma che vale complessivamente oltre 5 miliardi di euro» e «vuole creare nuova occupazione soprattutto nel Mezzogiorno». Così in diretta sui social la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Primo maggio, festa dei lavoratori. Anche quest'anno abbiamo deciso di celebrare questa data così importante nell'unico modo che conosciamo, e cioè dando risposte concrete agli italiani e in particolare a quegli italiani che ogni giorno si rimboccano le maniche e con il proprio lavoro contribuiscono alla ricchezza della nostra Nazione». Lo ha detto la premier Meloni, sottolineando che «tutto è stato fatto in un'ottica di redistribuzione della ricchezza» e che come l'anno scorso «anche in vista di questo primo maggio abbiamo scelto di continuare in questa direzione». «Il primo maggio di un anno fa avevamo riunito il Consiglio dei ministri in questa sala - ricorda Meloni parlando dalla sala dove si svolge la riunione del governo - e in quell'occasione avevamo approvato un decreto molto articolato con diverse misure in favore dei lavoratori, la più importante delle quali era il taglio delle tasse sul lavoro per i redditi fino a 35.000 euro». «Grazie a quel taglio i lavoratori hanno ricevuto in busta paga fino a 100 euro in più al mese, una misura che abbiamo poi confermato per tutto il 2024 con la legge di Bilancio», scelta fatta per «difendere il potere d’acquisto dei lavoratori, in particolare di quelli con i redditi più bassi, in un momento di alta inflazione». «Allo stesso obiettivo, in questo anno e mezzo di governo, abbiamo dedicato diversi altri provvedimenti. L'accorpamento dei primi due scaglioni Irpef, che abbassa le tasse a tutti, anche se poi abbiamo annullato il beneficio per i redditi più alti. L'azzeramento fino a 3.000 euro annui dei contributi a carico delle mamme lavoratrici dipendenti con almeno due figli. il taglio delle tasse sui premi di produttività fino a 3.000 euro, l'innalzamento della soglia di detassazione del fringe benefit, cioè del contributo volontario che il datore di lavoro può dare al lavoratore con un occhio di favore ai lavoratori che hanno dei figli a carico. Ma anche l'aumento delle pensioni minime, la piena indicizzazione delle pensioni più basse». «Anche in vista di questo primo maggio abbiamo scelto di continuare in questa direzione» con un «decreto che ci permetterà di aggiungere a tutte queste misure un provvedimento grazie al quale a gennaio 2025 potremo erogare un'indennità di 100 euro per le famiglie monoreddito dei lavoratori dipendenti, ovvero quelle famiglie nelle quali c'è un unico reddito con almeno un figlio a carico e con un reddito complessivo non superiore ai 28.000 euro l’anno». «Una serie di norme molto concrete ci hanno permesso di ottenere ottimi risultati sul fronte del mercato del lavoro. Da quando siamo arrivati al governo gli occupati in Italia sono cresciuti di oltre mezzo milione, abbiamo toccato il record di occupazione, di occupazione femminile, i contratti stabili aumentano, la precarietà diminuisce, sono dati di cui andiamo estremamente fieri e che sono stati salutati anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che voglio ringraziare per le sue parole molto importanti». Il decreto di riforma delle politiche di coesione punta a spendere «in modo certo e veloce» risorse «che servono a combattere i divari e le disparità tra i territori». Per la Presidente del Consiglio si tratta di «una risposta tangibile e concreta a chi dice che a questo governo non starebbe a cuore il Mezzogiorno. È l'esatto contrario. Ci crediamo così tanto che non vogliamo viva di sussidi ma vogliamo che viva di lavoro e di sviluppo dimostrando finalmente il suo valore». «L’obiettivo» del decreto di riforma delle politiche di coesione «è combattere i troppi divari ancora esistenti in Italia, a partire chiaramente dal divario infrastrutturale che impedisce particolarmente al Sud, di competere ad armi pari con il resto della Nazione. E allora in questo provvedimento è contenuta una misura fondamentale per il Mezzogiorno, ovvero l'istituzione del Fondo Perequativo Infrastrutturale e l'obbligo di destinare alle Regioni del Sud almeno il 40% dei fondi pluriennali per gli investimenti, una percentuale che oggi è sensibilmente più bassa», ha concluso.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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piusolbiate · 5 months
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In Ricordo di Angelo
"Sono alla Scuola Moro da quasi 20 anni, ho visto passare presidi, docenti, collaboratori scolastici, ma una figura è sempre stata per me una costante, un punto di riferimento...
  Un uomo all'apparenza burbero ma con una sensibilità e senso civico fuori dal comune. Il Signor Angelo, per me, è stato un esempio da seguire. Ancora lo immagino nel corridoio della scuola con l'entusiasmo di un ragazzino nel proporre iniziative... Aveva fame di giustizia il Signor Angelo e una passione che era desideroso di trasmettere alle nuove generazioni. Per noi della Scuola è sempre stato disponibile: si faceva volentieri coinvolgere nelle nostre numerose attività. Ricordo quando lo chiamavo al telefono per invitarlo ai nostri tradizionali spettacoli teatrali e lui mi rispondeva sempre dicendo: "Professoressa Alessandra ci sarò!". Alla fine dello spettacolo aspettava con pazienza il momento giusto per avvicinarsi a me per dirmi quanto erano stai bravi i nostri ragazzi. Anche quest'anno lo spettacolo ci sarà e ci mancherà tantissimo il nostro sostenitore Numero 1. Non è un uomo che si può dimenticare il Signor Angelo perchè ti entra nel cuore e quando se ne va, un pezzetto di quel cuore se lo porta via e tu glielo cedi volentieri perchè sai che con lui sarà al sicuro! Grazie Signor Angelo, spero di riuscire ad assomigliarti almeno un pò..." Prof. ssa Alessandra Sganga
25 aprile Classe 3B Il terrore è palpabile nella mano e la vittoria sembra un obiettivo lontano Un boato, un botto e un frastuono… Un altro bombardamento. In un cielo nero di notte, il mio sangue non scorre il freddo mi ha bloccato, come una catena sul mio corpo, le armi sono ormai pesanti, il metallo è gelato sulla mia pelle, come la neve sull’erba. I sogni spariscono e la speranza muore. C’è solo tristezza nel cuore. Io giaccio qui, in cerca di speranza per tutti i figli che aspettano, aspettano invano il padre. Penso a tutte le famiglie costrette a scappare, che lottano per avere un pezzo di pane, e ancora le persone tremano come se fossero in Antartide. La guerra è brutale, la guerra è soffio di vita che va via. Il terrore è palpabile nella mano e la vittoria sembra un obiettivo lontano. E finalmente uno spiraglio di luce e di speranza in mezzo a quest’oscurità: aspettavo questo momento come un bambino aspetta il Natale, per alleggerire il peso del dolore e della perdita. Improvvisa la libertà, come un bruco dopo anni chiuso in un bozzolo, esce e diventa farfalla. Ormai le nostre mani riescono a toccare il frutto della pace. E anche tu, Angelo, lo hai assaporato e ce ne hai fatto dono
25 Aprile Classe 3A "La chiusa angoscia delle notti, il pianto delle mamme annerite sulla neve accanto ai figli uccisi, l’ululato nel vento, nelle tenebre, dei lupi assediati con la propria strage, la speranza che dentro ci svegliava oltre l’orrore le parole udite dalla bocca fermissima dei morti «liberate l’Italia, Curiel vuole essere avvolto nella sua bandiera»: tutto quel giorno ruppe nella vita con la piena del sangue, nell’azzurro il rosso palpitò come una gola. E fummo vivi, insorti con il taglio ridente della bocca, pieni gli occhi piena la mano nel suo pugno: il cuore d’improvviso ci apparve in mezzo al petto". 
In occasione della giornata del 25 aprile, in classe abbiamo letto la poesia “25 Aprile” di Alfonso Gatto. Attraverso le sue parole, l’autore vuole trasmettere un messaggio di gratitudine per la libertà conquistata. Celebra il coraggio e la determinazione di coloro che hanno lottato per la libertà, ricordando Eugenio Curiel, partigiano ucciso in strada dai fascisti. Il sacrificio dei partigiani non deve essere dimenticato: bisogna continuare a promuovere i valori di libertà, democrazia e giustizia sociale. 2. Questa è una giornata di festa, un inno alla libertà. Il 25 aprile è simbolo di rinascita e di speranza per un’Italia che, in passato, ha subito le ferite della guerra e della dittatura. Bisogna custodire e difendere la libertà, poiché è un bene prezioso che è stato conquistato con il sacrificio di molti. 3. “Il cuore d’improvviso ci apparve in mezzo al petto”: sono i v. 16 e 17 della poesia di Alfonso Gatto. Questa espressione descrive la situazione di rinascita dopo la Liberazione. E’ come se il popolo fosse tornato a vivere dopo un lungo periodo di buio e di sentimenti repressi. Il poeta, con questa espressione, riesce a trasmettere il ritorno della felicità nel cuore degli italiani. Classe 3A 
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