#fabio the consort
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Startin' the year off with givin' Franklin a new outfit
You can't go wrong with keeping it simple
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Marta Fascina, l’ultima donna di Berlusconi Vita, silenzi e misteri della quasi consorte rimasta al fianco di Berlusconi dal 2020 fino alla morte. La ragazza di Portici incassa il primo bonifico già nel 2013. Il Milan e la politica arrivano dopo (di Dario del Porto, Giuliano Foschini, Emanuele Lauria, Fabio Tonacci – repubblica.it) – Il posto al primo banco nel Duomo di Milano, le mani strette…
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NERRRRRRDDDDD
a frequent pottermore-goer in addition to everything else im sure
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how about mdzs crossover with the Flash/ LOT?
1. For reasons that need not be explored at this junction, Mick Rory ends up stranded in ancient China without his heat gun. (Though at least he’s got a translator so he can talk the talk). Specifically, he ends up somewhere the locals call Qinghe. (He is greatly disappointed that it isn’t ancient Japan - not nearly enough ninjas).
2. Having determined that the local criminal underworld already has all the muscle it needs and is not about to let some random foreigner muscle his way in (and anyway, the local authorities are far too fond of corporeal punishments for his taste), Mick decides to fall back on his other skill set to make a living until the Legends manage to track him down: writing porn erotica spring books.
3. This unexpectedly leads him to meet the current leader of the local cultivation sect, Nie Huaisang, known as the Head-Shaker among the civilians. Mick ends up getting invited for tea, because acquiring a random foreign spring book author seems a nice, harmless amusement that won’t alarm anybody, even if said author looks like a wrestler or highwayman.
4. Of course, NHS is missing a few facts about Mick Rory, namely a) that he spent decades being partners with the sneakiest guy around, b) he is intimately familiar with the concept of obfuscating stupidity, and c) Mick’s the sort of guy to notice that even if everybody outside the sect act like NHS is useless, the Nie cultivators themselves? Never hesitate or question, and seriously, he knows how gangs work, okay? If a leader is really useless, they either get ousted or somebody else runs the show behind the scenes, and yet NHS is still here and still giving the orders.
5. Oh, and then there’s the fact that Mick thinks Nie Huaisang is pretty.
6. The cultivation world thrives on gossip. That the Head-Shaker has taken a big, scary, porn-writing foreigner as his consort causes a stir. LXC shows up and ends up leaving with a vague impression of a somewhat uncouth (well, foreigners - where would he have learned proper manners?), but mostly harmless fellow. JGY shows up and leaves with the impression that NHS is still a useless good-for-nothing and this stranger is no threat to anybody.
After he leaves.
Mick: “So. That’s the guy?”
NHS: “Yes.”
7. Wei Wuxian still returns from the dead, because both I and LWJ would be sad if he didn’t. Of course, this all leads to some long, complicated conversations involving Inquiry and necromancy and the raising of people who died outside of time and space.
“You can’t use the sacrifice summoning array! It’s utterly amoral!”
NHS, later, in private: “So, I believe we have these criteria in mind: male, with some cultivation skill to allow them to learn the array, has done something horrible enough to warrant the death sentence, but also has sufficient connections to this world to be willing to trade their comfort and safe keeping for any hope of reincarnation.”
Mick: “You realize I was married to him, right?”
NHS: “As your husband, it is my duty to give you nice things - and I figure this will suit you better than fans.”
Mick: “I like my fan with the fire motif. And the magic sword you got me that bursts into flame. And that talisman you used to give me Fabio hair and make it fire proof.”
NHS: “Still.”
Mick: “Just saying - giving your spouse his resurrected ex is a bit weird.”
NHS: “I fully expect you to share him.”
8. The Legends finally locate Mick after he and Len has spent years as the pampered, foreign consorts / scary enforcers / co-rulers of Chief Cultivator Nie Huaisang (because we all know he’ll get the job eventually - WWX will look at his Lans and Jiangs and Jins and decide that nope, too much stress, this will be your penance NHS!)
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Non regge al dolore, muore dopo la cremazione della moglie
Non regge al dolore, muore dopo la cremazione della moglie
Il dramma di Fabio e Margherita all’Argentario. L’uomo è stato trovato senza vita in casa. Aveva da poco partecipato al… È morto per un malore quattro giorni dopo la compagna. Fabio Pareti non ha retto al dolore per la scomparsa della consorte Margherita Iannilli, morta lo scorso venerdì 17 giugno, dopo una lunga malattia. La tragedia è… Read MoreCronacaToday
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Milano, Futurismo e Novecento alla Fondazione Prada (1918-43): la forbice
Scrivere su una mostra del genere è pericoloso: si rischia il ridicolo a volersi occupare di qualcosa che a colpo d’occhio è più grande di te. A parte la direzione di un uomo di indiscussa 1 autorità e competenza come organizzatore, all’enorme dispiego di mezzi e di esperti al suo servizio (una vera e propria industria culturale), alla struttura museale che eclissa qualsiasi concorrenza pubblica, almeno a Milano, c’è da chiedersi cosa ci sia ancora da dire di più o di diverso da quanto non sia stato detto in modo esaustivo in questa mostra su un periodo così importante dell’arte italiana. Il taglio dato alla ricostruzione degli ambienti originali è il basamento sul quale poggia quella che a buon diritto si candida a essere un’opera d’arte ambientale più che un’esposizione didattica. In conseguenza della scelta di ricostruire fedelmente gli ambienti in cui videro la luce per la prima volta le opere, veniamo calati un secolo indietro, e ci stiamo bene, avvolti in un’ atmosfera di entusiasmo postbellico. In un’Italia vincitrice di un conflitto atroce (sei milioni di morti), ringalluzzita, finalmente accolta nel novero delle grandi nazioni europee e rispettata culturalmente, l’alta borghesia aveva trovato in Marinetti un indiscusso vate (aveva denaro, aggressività e quello che un po’ affrettatamente si è voluto definire genio). Il fascismo è stato la conseguenza di un preciso disegno politico, il grimardello innestato da Mussolini sul fermento socialista generato dalla tragedia sofferta dai superstiti del conflitto.
Sto riassumendo cose risapute e che si capiscono meglio e più speditamente con un giro in mostra di quanto non si possa dalla lettura di tomi e tomi sull’argomento. Tenterò di liberarmi in altro modo dal senso di annichilimento avuto già da dall’ingresso: quel fascismo che, per procurare all’Italia un posto fra le potenze europee, l’aveva trascinata in un conflitto ancora più atroce del primo, cambiata casacca un secolo esatto dopo, rialza la testa. Voglio comunicare una sensazione molto netta: nel lussuosissimo bar annesso alla hall della biglietteria una jeunesse dorée esibisce senza pudore la propria distinzione di classe agiata, replicando il fascino subìto da Stendhal due secoli fa, quando viveva la Scala e la noblesse milanese cui l’esercito napoleoniche aveva rinfocolato le speranze egemoniche e nazionaliste. Piccoli particolari insignificanti, che fanno però capire come va il mondo e i famosi corsi e ricorsi della Storia.
Entrati nel cuore dell’esposizione già dalle prime sale ti aggredisce una domanda, questa sì urgente: cosa è successo da allora, cosa è successo perché una tale ricchezza di soluzioni visive andasse persa e perché tante voci ammonitrici risultassero ignorate o fraintese? Inoltre perché oggi, a cent’anni di distanza e a dispetto dell’ ideologia che spesso condividevano, queste voci si fanno ancora sentire? Alludo proprio a quanto aveva previsto quel fascistone di Sironi (più di cinquanta suoi quadri in mostra, ciascuno di un’evidenza premonitrice eccezionale), quanto sentivano nel profondo il cupo Scipione e gli intimisti De Pisis, Mafai e consorte, quanto si rifiutava caparbiamente di affrontare, chiudendosi nella propria “cameretta”2 , il più casalingo di tutti i pittori mai esistito da Chardin in poi, Giorgio Morandi, che, a finestre chiuse, si concentrava ossessivamente su una decina di bottiglie e, a quelle aperte, guardava la triste opacità della campagna appenninica sperando che almeno quel paesaggio non mutasse (la realtà attuale le ha cassate). I Castelli in aria si sarebbero fissati per sempre sul cielo marchigiano delle Amalasunte e degli Angeli ribelli, ma “Le magnifiche sorti e progressive” si spegnevano con la morte di Antonio Gramsci in un carcere fascista (1936, nove anni esatti prima della catastrofe finale). C’è veramente da riflettere sulla dicotomia fra l’ideologia e l’arte: un genio come quello di Arturo Martini non scompare malgrado la sua adesione al fascismo, malgrado il suo ignorare il presente per volgersi al trecento senese, mentre, a mio modesto avviso, gli ultimi seguaci di Marinetti, i Prampolini e i Depero, per quanto buoni pittori, oggi non hanno più nulla da insegnarci. I futuristi non sospettavano nemmeno che sarebbe finita come poi è finita: una solenne batosta dalla quale l’Italia per salvarsi avrebbe allargato le braccia ad accogliere l’ultima delle invasioni barbariche della storia europea: cioccolata e sigarette del Piano Marshall: la marcia della corruzione attraverso l’elemosina del pane del vincitore agli affamati era stata innestata.
Mi rendo conto che è un po’ forte questa affermazione, visto il pericolo annidato dall’altra parte della cortina. La mia domanda però vuole concentrare l’attenzione sulla vecchia prassi: panem et circenses. Era circense quanto si presenta ai miei occhi ancora autentico è circense un’esposizione come quella alla Prada? A giudicare dalle folle che la frequentano, alla gioia dello spettacolo, senz’altro
Alla fine del conflitto, l’Europa divisa e semidistrutta, chinata la testa alle potenze straniere sia sul suolo che oltrecortina, almeno in Italia sparigliava le carte in modo brutale. Era iniziata una nuova era e l’eco dell’ un po’ ridicolo tumb tuum marinettiano, sfrigolando come il ferro rovente nel fuoco, si perdeva nei meandri di una memoria gloriosa. Boccioni era morto al fronte, come Serra, come Sant’Elia, come tanti altri (compresi l’Alberto Sordi e il Vittorio Gassman de La Grande Guerra di Monicelli), Carrà se l’era scampata, anche Ungaretti , miracolosamente rimasto attaccato all’albero autunnale; il secolo appena aperto poteva piegare verso un Novecento dimesso, casalingo e intimista. Il segno moderno dell’ architettura di Terragni e Lingeri, di Sant’Elia e Nervi non ha lasciato eredi dopo la disfatta, ma allora non se la passava male: un regime dittatoriale ha sempre bisogno di architetture di qualità e non solo dell’opportunismo retorico dei Piacentini, a dimostrazione ancora una volta che certe idee valide possono essere applicate a prescindere dalla politica che servono. la Ricostruzione postbellica non ha saputo accogliere la loro lezione, quando il fascismo invece aveva saputo sfruttarlo. Così va il mondo.
E allora cerchiamo di capire dove va adesso, dove è andata a finire quella ricchezza di soluzioni in tutti i campi del visibile, quella che il buon (si fa per dire) Germano Celant ci ha regalato in mostra. L’evidenza di quella cultura è testimoniata senza ombra da tutto quanto l’arte visiva ha saputo produrre: dalla grafica al manifesto, dalla pittura e scultura alla fotografia, dalla scenografia all’architettura e la quantità e varietà di esempi ne sono testimoni. Ma quale è stata la sua efficacia ? A giudicare da quanto ha invaso le nostre città, le nostre coste e le nostre montagne, in una parola il paesaggio del nostro paese prima e più chiaramente che altrove, a giudicare dall’insieme di quanto ci circonda, dallo strapotere della Pubblicità, dal caos e degrado urbanistico, dall’infiltrarsi nei meandri della psiche di ognuno, anche i meglio intenzionati, di un’indifferenza generale per il bene comune, il visibile non privato, quello che appartiene a tutti, c’è da mettersi le mani nei capelli. Non ci basta la convinzione che comunque niente va perso, che l’arte è come un fiume carsico, a un certo punto (1945) finisce sotto terra, ma in qualche modo, altrove, in un tempo successivo è destinato a riaffiorare. Parlo di visivo, intendiamoci, di visibile, toccabile, palpabile o anche solo proiettabile. Certo ancora oggi c’è gente che non ha dimenticato quel messaggio e col contributo della propria “eresia” lo ha portarlo avanti e penso per tutti ad artisti del calibro di Joseph Beuys e Fabio Mauri, e penso anche a molti altri che non è il caso di citare qui. Ma invito a riflettere seriamente:
Milano, la stessa città che è stata protagonista allora di quell’exploit culturale, oggi, con un’iniziativa privata non priva certo di mezzi come invece quella pubblica, si candida alla guida culturale del paese. E questo senza il provincialismo di cent’anni fa, inevitabile conseguenza della giovinezza dell’unità nazionale conquistata col sangue dei contadini nella Grande Guerra: le architetture urbane che hanno cambiato il suo skyline sono a firma di archistar stranieri e la stessa Fondazione Prada è di uno studio olandese, l’OMA di Rem Koolhaas. Oltrepassata la soglia della biglietteria, dove un esercito di giovani precari più o meno tutti studenti o aspiranti artisti (almeno una cinquantina di “anime morte”) ti vende o ti convalida il biglietto, la ricchezza del popolo visitatore, la sua mise costosissima con abiti da 2/3000 Euro (firmati appunto Prada) e scarpe, occhiali, coiffure ecc all’altezza, l’esibizione della sua performance sociale in un ambiente lussuosissimo per la preziosità e la spaziosità delle soluzioni architettoniche, non fanno che confermare una sensazione: un secolo dopo nessuna delle contraddizioni che hanno inaugurato l’avvento del futurismo, grande protagonista della mostra, sono state risolte: il “geniale” Marinetti (pessimo poeta,) con l’indice puntato su di un piatto di dessert, continua (da una foto manifesto) a dare istruzioni alla sua cameriera con la crestina d’obbligo fra i capelli, ma di lì a poco, con l’unica automobile allora in circolazione nella città della velocità futurista, finirà nel Naviglio Grande!3 Faremo la stessa fine?
FDL
1. Se Germano Celant dimostra di essere un ottimo organizzatore, non riesce altrettanto come critico, a giudicare anche solo dalle esposizioni permanenti che lui ha firmato nelle altre zone espositive della Fondazione (la Slight Agitation 3/4 del gruppo viennese dei Gelitin, il Processo grottesco di Thomas Demand e la Haunted House di Robert Gober): un postmodernismo addirittura da bettola goliardica per il primo, ma con un furbissimo sfruttamento dei mezzi messi a sua disposizione e, naturalmente, il solito simbolismo d’accatto che le scelte formali disinibite non fanno dimenticare; la banalità e insignificanza dell’idea del secondo; un migliore impiego del simbolismo nel terzo che cade però nei particolari chiaramente falsi; facile però per lui, il critico, cavarsela con la potenza espressiva di una come la Bourgeois (Cell -Clothes), un lavoro non a caso di venticinque anni fa
2. Queste e le successive antipaticissime virgolette sono sempre solo furti letterari
3. Per la verità lui non ci rimise la pellaccia, forse chi non si è salvato siamo noi
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Il buongiorno dal giankadaliston, la Banca Mutua di Verona, Piazza Novara, anni trenta #frasedelgiorno 📝 Le persone giuste restano, non se ne vanno alla prima difficoltà.... #almanacco di mercoledì 20 novembre, oggi è il 324° giorno dell'anno, 47^ settimana, alla fine del 2019 mancano 41 giorni. La Chiesa ricorda Santi Avventore, Ottavio e Solutore Giornata universale del bambino e giornata per l'industrializzazione dell'Africa #Ilsole sorge alle 7.21 e tramonta alle 16.42 #fasilunari La Luna è all'ultimo quarto #natioggi 📅 1851 - Margherita di Savoia (regina consorte d'Italia 1878-1900) 1884 - Fabio Filzi (avvocato e patriota) #accaddeoggi 📰 1945 - A Norimberga si apre il processo contro ventiquattro principali esponenti del regime nazista tedesco accusati di crimini di guerra e contro l'umanità. #proverbiodeldì Có in novembre el vin n l'è pì mosto, la pita l'è pronta par el rosto... #lanotameteo Oggi una giornata tra il nuvoloso e il parzialmente nuvoloso, possibili schiarite anche ampie. Occhio alle nebbie in mattinata perché localmente potrebbero essere fitte. #temperature 🎚 Minime in leggero calo, massime in leggero aumento. 🌡minima 6°, massima 14° #pressione 1013 mbar #umidità 90% #venti 🌀 Ancora localmente moderati anche se in attenuazione https://www.instagram.com/p/B5E5Vi_IUB3/?igshid=1fr7vexoc3vlf
#frasedelgiorno#almanacco#ilsole#fasilunari#natioggi#accaddeoggi#proverbiodeldì#lanotameteo#temperature#pressione#umidità#venti
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NUMA TARDE. DE ANSIEDADE BACH E O MATUTINO DE MORTI DE PÉREZ NA GULBENKIAN: Leonardo García Alarcón regressou a Gulbenkian com um alinhamento apropriado que quis explicar ao público ...(?) . A soberba Cantata BWV 198, em honra da princesa Christiane Eberhardine de Brandenburg consorte de Frederico Augusto I teve prestação modesta onde o elo mais fraco foi Inês Lopes substituta da soprano Eduarda Melo.. .Depois veio o momento para a raridade « frisante » do MATUTINO DE MORTI de David Perez, compositor napolitano instalado em Portugal em meados do século XVIII para trabalhar ao serviço da corte de D. José I. A Peça apresentada pela primeira vez em 1770, no Santuário de Nossa Senhora do Cabo Espichel é obra fascinante com atmosfera de opera napolitana .Todavia eu não seria tão radical como William Beckford ao confessar que “jamais ouvira, e talvez nunca mais viesse a escutar, música tão comovente”.... parabéns a wagneriana Cecília Rodrigues substituição valorosa de Melo .Mas o mais importante do concerto foi ao lado da música A Zica entregue ao SNS as 16.40 para suturar um corte feito com faca de cozinha (impossível de resolver em casa )regressou ao intervalo com grande alegria minha. Duas horas para resolver uma lesão que tinha de ter solução inferior a 6 horas a evitar uma cicatriz por segunda intenção . Parabéns ao SNS !!!. A Lúcia Sampayo Lemos chamou-me a atenção para o artigo da Clara Ferreira Alves no Expresso , ( fiz excepção e adquiri o pasquim PSD que deixei de comprar por viés político indecoroso..) em que a senhora jornalista com uma fractura múltipla descreve 18 horas de “ terror “no NHS.
Perez notabilizou-se sobretudo no domínio da música sacra, sendo Mattutino de’ Morti um dos mais distintos exemplos. A peça foi apresentada pela primeira vez em 1770, no Santuário de Nossa Senhora do Cabo Espichel (ou Pedra Mua) e mereceu do romancista William Beckford a confissão de que “jamais ouvira, e talvez nunca mais viesse a escutar, música tão comovente”.
PROGRAMA
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Johann Sebastian Bach
Cantata BWV 198, Trauer-Ode
David Perez
Mattutino de’ Morti
Coro Gulbenkian
Orquestra Gulbenkian
Leonardo García Alarcón Maestro
Eduarda Melo Soprano
Mariana Flores Soprano
Christopher Lowrey Contratenor
Fabio Trümpy Tenor
Grigory Shkarupa Baixo
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12 gen 2019 15:50
GLI AFFARI SI CONSUMANO IN FAMIGLIA - DOTTO: “PADRI, MOGLI, FIGLI, FRATELLI, SORELLE, PARENTI E SERPENTI, QUASI TUTTI ARMATI DI PROCURE, FIRMATE COL SANGUE È IL CASO DI DIRE. I LEGAMI DI SANGUE E DI SESSO PERVADONO IL MONDO DEL CALCIO, SOPPIANTANDO GLI AGENTI TRADIZIONALI DI UN TEMPO - I DANNI SONO EVIDENTI. CROLLO DELLA PROFESSIONALITA', DISTRUZIONE DELLE REGOLE E PICCHI DI AVIDITA'” - DA LIPPI A CAPELLO FINO A TOTTI, DEL PIERO, ICARDI, HIGUAIN E NEYMAR...
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Giancarlo Dotto per il “Corriere dello Sport”
Padri, mogli, figli, fratelli, sorelle, parenti e serpenti, quasi tutti armati di procure, firmate col sangue è il caso di dire. I legami di sangue e di sesso barra amore, santificati dal dna, pervadono sempre più il mondo del calcio, le sue vene e soprattutto la sua venalità, soppiantando gli agenti tradizionali di un tempo, spiazzati dall’andazzo che sta trasformando il “teniamo tutti famiglia” in “teniamo tutto in famiglia”.
Nomi eclatanti aprono la fila di questo paradiso acquisito dove scambiarsi l’amore equivale a scambiarsi la ricchezza. Francesco Totti e Del Piero non si presentano a nessuna trattativa senza i loro fratelli maggiori, Riccardo e Stefano. Tanti altri. Chiellini, Cavani (assistito dal mitico Walter Guglielmone), Dybala, El Shaarawy, Sergio Ramos, Shaquiri, Pep e Pipita, Guardiola e Higuain, Ronaldinho, un pioniere del genere seguito come un’ombra da Roberto de Assis, hanno affidato le loro vite calcistiche ai fratelli. Leo Messi, Neymar, Robben, Kakà, Marchisio, l’ultimo Simone Zaza, tra gli altri, hanno scelto i padri (che in qualche caso, vedi Jorge Messi ritrovatosi poveraccio a gestire patrimoni da incubo, precipitano i figli nella tenaglia del fisco e nella gogna dei giornali).
L’amor di padre ha costretto Marcello Lippi a immolarsi nel nome del figlio Davide (rinuncia all’incarico in nazionale). Fabio Capello ha fatto del proprio figlio Pier Filippo, legale esperto in diritto sportivo, il proprio clone. Insieme, i due, una macchina da guerra. Nel segno dei tempi, avanzano le donne. Le più agguerrite. Guai ad avere a che farci. Mamme (Veronique e il suo Rabiot sono simbiosi pura, chiedere a Walter Sabatini di cui si narra uno dei suoi celebri scoppi di collera quando lei pretese d’impartirgli una lezione tattica su come dovesse giocare il suo boccoluto gioiello), sorelle (Lucia e Natalia, templari di Godin e del Cholo Simeone) e mogli (Wanda Nara, su tutte).
Il calcio di oggi è una stordente fiera e i primi a ubriacarsi sono proprio loro i consanguinei. La famiglia d’origine torna ad essere una cooperativa d’affari come nelle economie rurali di un tempo. Mezzi di produzione e raccolta dei ricavi, nulla deve uscire dal seminato. Tornare alla sovranità della tribù è un segno dei tempi, e sarebbe anche una buona notizia, se non fosse contaminata da un’ebbrezza che ha a che spartire più con i flussi di moneta che con quelli del cuore, più con i depositi che con le radici.
I danni sono evidenti, tracciabilissimi. A partire dal concetto di cosa voglia dire “curare gli interessi” di un calciatore nella Mecca di oggi, in cui sono d’oro le uova ma anche le galline. Improvvisatori e speculatori di ogni tipo, sciacalli in qualche caso, s’inventano un mestiere impossibile da inventare, con la compiacenza dei club e delle famiglie stesse. Che, quando non si occupano in prima persona del loro golden boy, ne fanno oggetto di mercificazione. Ma sì, diciamolo, genitori che vendono i figli.
Affidano la procura al primo che bussa alla porta con l’assegno, meglio il cash, nella borsa. Si sa di un giovane, annunciato e già conclamato talento, per la cui procura i genitori si sono fatti pagare da uno sconosciuto 300 mila euro, salvo poi rivenderla in questi giorni a un altro per quasi il doppio della cifra (a carico del subentrante, ovvio, la penale da versare al defenestrato). O di un altro, sempre dei nostri giardini, la cui procura è stata saldata con l’acquisto di un Suv fiammante su cui le terga paterne hanno potuto celebrare il piccolo riscatto personale di una vita.
Insomma, un brutto andazzo. Sintetizzando, crollo della professionalità, distruzione delle regole e picchi di avidità. Il calcio si conferma, anche in questo specchio, dei tempi. L’affarista ha preso il sopravvento sul tutore. E le società non fanno filtro. Probabilmente non hanno interesse, trovando più comodo trattare con gente deontologicamente prossima allo zero, che gira per il mondo con il cartellino appeso al collo: “ho un prezzo”.
Il paradigma dello scandalo è lei, Wanda Nara.
Certo, colei che lo scandalo lo ha accelerato con le sue sortite, chiamiamole spregiudicate. Indiscutibile e avvenente reincarnazione della Wanda von Masoch, consorte del barone Leopold Sacher Von Masoch. Una che, fosse al mondo oggi, farebbe di sicuro l’agente del proprio marito calciatore, rilasciando le sue confessioni sulla superficie fluida dei social invece che sulle pagine private di un diario. Entrambe le Wanda condividono potere di vita e d’ingaggio sui rispettivi consorti, vittime consenzienti, anzi anelanti, di una donna padrona, il cui potere è sancito da un regolare contratto liberamente sottoscritto dalle parti. Storie che confinano con il feuilleton e, a loro modo, testimonianze estreme di omaggio alla donna amata, noncuranti dell’eventuale ridicolo.
Omacci prosaici come Marotta e Ausilio, non avendo letto, immagino, i testi di Von Masoch, tendono a trascurare la testimonianza d’amore, la sua madeleine letteraria, per riconoscere nella Wanda una temibile affarista, diventata da un giorno all’altro agente, dopo essere stata qualunque cosa, soubrette televisiva e moglie di calciatori. “Icardi è il nostro capitano. Ci appartiene. Non si cede”, fanno sapere i due. Ignorando che il ragazzo si è già ceduto da un pezzo alla sua Wanda e appartiene solo a lei, da contratto, percentuali incluse. Nel nome di Masoch. Madre certamente esemplare e moglie impeccabile, Wanda, resta da decifrare quanto la sua interpretazione del ruolo faccia davvero gli interessi del marito.
Ripristinare gli albi professionali. Si va in questa direzione. Urgente e necessaria. Fermo restando che le Wanda di turno potranno sempre aggirare l’ostacolo ingaggiando compiacenti teste di legno, dovendo peraltro subire la non facile rinuncia alla vanità dell’apparire. Gli albi non bastano.
Serviranno norme precise e controlli severi, come fa da tempo la federazione inglese che sorveglia i conti bancari delle famiglie dei calciatori, allo scopo di tracciare movimenti sospetti. Massima urgenza anche all’approvazione della norna che vieta di pagare le procure dei calciatori, direttamente o con finti contratti d’immagine.
Bisogna tornare a separare il grano dalla zizzania. Ci sono procuratori seri e preparati (basta guardare la durata dei sodalizi con i loro assistiti), che si rifiutano di aprire una trattativa se il calciatore si presenta con il padre o un parente. Trasparenza e rigore. Tutore, ma anche padre o fratello maggiore, se necessario, senza l’alibi del sangue.
E l’umiltà di sapere quanto è complessa la materia. Se vai a chiudere un trasferimento internazionale devi presentarti con il tuo legale. Capire, soprattutto, qual è il percorso sportivo migliore che può valorizzare il tuo calciatore, magari rinunciando a facili guadagni del momento. Il che significa, a volte, dover sapere più di calcio che di soldi.
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Newcastle United Wolverhampton live score, video stream and H2H results - SofaScore
Wolves v newcastle utd - Wolverhampton Wanderers football club: record v Newcastle United
Prior to joining U-TV and funding your account in order to view Newcastle United Wolverhampton, or any other particular event via the U-TV live stream, you are strongly advised to check with U-TV neqcastle, depending on wolges place of residence, it is possible to view the live streamed event in question.
Newcastle United - Wolverhampton. Match Info Start date: 27 Feb You can see by our attitude how hungry we are. I do think there was a aolves of shoulder-to-ball movement, though, so I call it a save wolves v newcastle utd than sheer luck. Neto cross from the left newcasstle it drops to Fabio Silva, four yards from goal, whose header hits Dubravka and deflects onto the bar and then clear!
The referee stops the game immediately, but Coady is fine. Then they work the ball around midfield, before Neves overhits another pass to Semedo and Newcastle have a goal kick. Updated at 9. Comment posted by stupidity1, at 28 Feb stupidity1. Thanks BBC for opening this up the day after the matchremind me newcastld I pay a licence fee for a terrible service nfwcastle to pay hundreds of staff more than the PM? Jon Dews wolves v newcastle utd Dunno, don't most of us deserve to be paid more than this PM?
His performance thus far suggests those on National Minimum Wage earn their money more htd. P Glenn, my thoughts are with you and your family. Comment posted wolves v newcastle utd geordie nation, at 28 Feb wolves v newcastle utd nation. RIP Glenn Roeder. Thank you Glenn A man with poise and class. Thank you GlennA man with poise and class.
More replies 2 down. Reply posted by ken, at 1 Mar ken. Comment posted by Its never easywolves v newcastle utd 28 Feb Its never easy. Probably outplayed Wolves but still couldn't get a win. That is the real damage. Will be a hard fought end to the season. Good for the neutral, heart read more for the fan. I see page we stay up. Reply posted by Dudleywolf, at 28 Feb Dudleywolf.
Dudleywolf replied: Fairly even game and Wolves missed an absoluteeeee sitter to win it at the end.
King of the match
Draw fair result. Disappointed as Wolves should be beating real relegation wolves v newcastle utd such as Newcastle. What gets me is the bleating by the fans and our site pundits on BBC wolves v newcastle utd how many Newcastle players are injured. We've had one of the world's best centre-forwards in the irreplaceable Jimenez out since November and currently have normal starters Boly and Podence out.
Jonny is only just back from a long-term injury and Marcal is again injured. Grow up, get over it and get on with it. Reply posted by Richard, at 28 Feb Richard. Richard replied: but to be fair, wolves are not an important enough club for anyone to really care Comment posted by Aitch, at 28 Feb Aitch.
Top Stories. Coronavirus Swathes of the region have now suppressed coronavirus. Drivers face fines over driving mates home from pub - and it is nothing to do with booze Coronavirus But the legal wrangle wolves v newcastle utd have nothing to do with booze, experts have warned.
Newcastle United 1-1 Wolves: Premier League – as it happened
Prince Philip's final days and how he achieved his last two wishes Prince Philip, Duke of Edinburgh Tributes have been wolves v newcastle utd to the Duke of Edinburgh, the longest-serving Royal consort, after he died at Windsor Castle yesterday, April 9. Karl Darlow. Jamal Lewis. Jamaal Lascelles 88'. Ryan Fraser 78'.
Jeff Hendrick. Allan Saint-Maximin 79'. Callum Wilson. Mark Gillespie. Emil Krafth. Javier Manquillo. Isaac Hayden. Sean Longstaff 79'. Last 6 matches stats 6. Wolverhampton Wanderers Stats. Form team: Wolverhampton Wanderers. Last matches Newcastle United. Newcastle United 2 - 2 Tottenham.
Brighton 3 - 0 Newcastle United. Newcastle United 1 - 1 Aston Villa. West Bromwich Albion 0 - 0 Newcastle United. Newcastle United 1 - 1 Wolverhampton Wanderers. Manchester United 3 - 1 Wolves v newcastle utd United. Chelsea 2 - 0 Newcastle United. Last matches Wolverhampton Wanderers. Fulham 0 - 1 Wolverhampton Wanderers. Wolverhampton Wanderers 2 - 3 West Ham.
Wolverhampton Wanderers 0 - 1 Liverpool. Aston Villa 0 - 0 Wolverhampton Wanderers. Manchester City 4 - 1 Wolverhampton Wanderers. Wolverhampton Wanderers 1 - 0 Leeds. Southampton 1 - 2 Wolverhampton Wanderers.
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He really lives down there.
trying out somethin
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Copom deve cortar Selic em 0,75 p.p. nesta quarta, mas comunicado pode ser influenciado por dados econômicos recentes
SÃO PAULO – Os dados econômicos fracos como o de vendas no varejo, divulgado na terça-feira (16) mostram que os investidores devem ficar bastante atentos ao teor do comunicado da decisão do Comitê de Política Monetária (Copom) nesta quarta-feira (17).
Apesar de não mudarem o cenário para esta decisão específica – para a qual está amplamente precificado um corte de 0,75 ponto percentual na Selic –, a ideia é observar se a autoridade monetária deixará a porta entreaberta ou fechada para uma nova redução na taxa básica de juros.
Hoje, a Selic já está em seu menor patamar histórico, em 3% ao ano, depois de uma redução de 0,75 p.p. na reunião do Copom de 6 de maio. Foi o sétimo corte consecutivo da taxa, que estava em 6,50% até setembro de 2019, quando o atual ciclo de relaxamento monetário começou.
Caso seja confirmada a redução de 0,75 p.p., a Selic cairá para 2,25% ao ano.
Segundo Jason Vieira, economista da Infinity Asset, o ineditismo do cenário atual dificulta a atuação do Banco Central em criar expectativas de longo prazo. “Teremos mais dados econômicos ruins em maio e junho, e as perspectivas só mudam se houver alteração no contexto da pandemia”, explica.
Para ele, os juros já estão superestimulativos e o ponto a ser observado é como o BC entenderá o contexto macroeconômico desta reunião em diante, com bastante atenção aos sinais sobre os próximos movimentos do Copom. “Eventualmente será necessário revisar os instrumentos que eles têm de política monetária para reverter o cenário atual.”
Em relatório, a equipe de análise da XP Investimentos escreve que não espera uma porta fechada para novos cortes no comunicado, apesar do comitê ter sinalizado na reunião passada que esta seria a última redução.
Isso porque as projeções de inflação do BC estarão bem abaixo da meta para os próximos dois anos, com as expectativas para o Índice Nacional de Preços ao Consumidor Amplo (IPCA) caindo de 2,4% para 1,8% em 2020 e de 3,4% para 3% em 2021. A meta de inflação do BC atualmente é de 4%.
Fernanda Consorte, economista-chefe do Banco Ourinvest, também acha pouco provável que o comunicado seja definitivo ao afirmar que o ciclo de cortes acabou, mas não vê o BC sendo muito “dovish” (afeito a relaxamento monetário) no texto. “Não há muito mais espaço para afrouxar a política monetária. Estamos claramente em um final de ciclo”, avalia.
A economista entende que apesar dos dados econômicos brasileiros ainda estarem patinando, a confiança pouco a pouco mostra recuperação, o que é importante para a retomada econômica.
Outro ponto que não causa mais preocupação é o exterior. Jason Vieira lembra que com os Estados Unidos criando 2,5 milhões de empregos em maio e exibindo um crescimento de mais de 17% nas vendas do varejo de um lado, e a China em franca retomada de outro, os exportadores são os menos preocupados com a crise.
“A melhora no exterior é o que tem dado o alívio, pois tudo pode ser bem menos pior do que se imaginava. A questão é como vai ser a reação aqui”, diz Vieira.
Por outro lado, os analistas do Itaú BBA escreveram em relatório que o comitê deve continuar ressaltando as incertezas do cenário e pode sinalizar a interrupção do ciclo de baixas na Selic. Entrando assim “em um período de observação, para avaliar os efeitos das decisões recentes e, assim, desenhar os próximos passos de sua estratégia”.
De acordo com o Itaú, expectativas bem ancoradas e o elevado grau de ociosidade da economia indicam um cenário prospectivo de inflação abaixo da meta no horizonte relevante de política monetária. “Nesse ambiente, considerando uma redução do risco externo e expectativa de propagação menos intensa do vírus, esperamos que a autoridade monetária opte por manter a taxa básica neste patamar extraordinariamente estimulativo de 2,25% a.a. por algum tempo, mesmo com certo risco advindo da trajetória fiscal.”
Ausência de Kanczuk
À Bloomberg, Solange Srour, economista-chefe da ARX Investimentos, destacou que a ausência de Fabio Kanczuk, diretor de Política Econômica do BC, na reunião do Copom não altera a decisão, mas pode significar uma perda da comunicação.
Kanczuk tem sido um dos membros mais comunicativos do Comitê. Foi ele que disse no começo de junho que o patamar de 2,25% não é um piso para a Selic. “Eu diria que não vejo a taxa de 2,25% como algo que está escrito em uma pedra, algo já fixado, que já temos em mente que não podemos cruzar. Nós vimos membros diferentes do Copom fazendo cálculos diferentes”, explicou na época.
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The Merry Month of Mirth- Despicable
(Previous: Homework , Next: Joint)
“Are you sure you will be all right?” Fortunato shot Solaina a look of disgust as she spun around in her chair to face the back wall of her office instead.
“I’m fine.” Came Lucien’s voice from the other end of the line. “I just...don’t remember much of it. Did something happen?”
“Aside from you being thrown across the room, no, nothing extraordinary.” There was a hiss. Solaina couldn’t help but hold in a laugh.
“Anyway...This doesn’t make us allies in any capacity, now that they’re out of the way. I hope you remember that.” “I will. Thank you for helping us.” “...You’re welcome.” At that, Lucien hung up, as did Solaina.
“Why even spend a MOMENT talking to that imbecile. He could have done something to our phone lines or-” “Somehow,” Solaina leaned forward on her desk, “I think we will be fine.”
Fortunato shook his head, sighing with disapproval.
“It is strange though,” She continued, “Back at the warehouse… He was speaking...not like himself.”
“What do you mean?”
“He spoke in the same way Mr. Lowrey typically does. Which I found to be unusual. But I did not realize it at the time. Did anything happen on the surface?”
“No,” Fortunato shrugged. “Not that I recall. If you are asking if he changed into a bat, no, he did not. We stayed together.”
“Hm...” “Perhaps he bit one or two of the Jesters during that time. I do not remember. Why?” “Nothing.” Solaina stood up, taking her laptop with her. “I am going to go check on Adrian. Are you coming along?” “No. I have better things to do.” Fortunato rolled his eyes. He’d given Adrian another tongue lashing, but that was about all.
Solaina expected no less. “If you change your mind-” “Do not worry, I won’t.” With a dismissive wave, Fortunato saw himself out of her office, departing to the complete opposite end of the facility.
“Of course not...”
As she made her way downstairs and across the lobby, she had to give pause.
“TELL HER THE MASTER’S CONSORT DEMANDS AN AUDIENCE WITH THE DESPICABLE VIPER THAT RUNS THIS SHAM OF A COMPANY-” Fabio was on a rampage with the front desk person (who looked rather deadpan about it in trying to calm him down.)
Hedous stood, or floated, behind him without a care in the world. He was far too occupied with looking around at the interior design for whatever reason.
Solaina almost hesitated before finally coming over, letting out a sharp whistle to get Fabio’s attention. “I am here.” “THERE you are-” The consort marched right up to her, waving and pointing a finger towards her accusingly and menacingly. “We come ALL THIS WAY just to be- to be SIDELINED LIKE THAT- HOW DARE YOU!!”
“You’ve both helped us an enormous amount- if it is compensation you are wanting then I can arrange-”
“NO IT’S NOT THAT IT’S THE PRINCIPLE OF IT!! YOU CAN’T JUST- CAN’T JUST WASTE THE MASTER’S TIME LIKE THAT!! EVEN IF HE HAS NO REAL CONCEPT OF IT-”
Hedous placed a hand onto Fabio’s shoulder gently, “There’s no need, we were glad to be of assistance Solaina DeFleur.” “B-BUT MASTER-” The angel shook his head. “We will return home now...If there is anything you require, you need only ask, any time.” Solaina stared up at Hedous for a long moment before nodded. “I will...And I will try to put as much time into completing the island as you requested when I am able to.”
Hedous smiled, content. “Thank you. Come along Fabio.” Fabio grumbled and glanced back over his shoulder a few times as the two made their way out of the lobby and towards the front exit. “But- Master we didn’t even really DO anything- this was such a waste-” “We were where we needed to be.”
The answer wasn’t satisfactory, but Fabio didn’t question it any more.
Once they were gone, Solaina continued to the infirmary without further interruption.
Adrian had been there since they’d returned. For the most part he was fine. A little traumatized and scuffed up, but overall, whole and healthy.
There was a knock on the door as he buttoned up his shirt after one last physical exam. “If you’ve come to poke me with more things I can ASSURE you I’ve had quite enough of that.” Solaina opened the door, “No, I did not bring a pen with me.” “Oh, it’s you. What is it?” He was stuffing down all the emotion. She could tell. “Nothing. I came to check on you was all.”
Adrian frowned and broke eye contact briefly as he straightened his shirt out. “Oh. Well, I’m fine. Nothing is wrong, no fingers or toes or eyes missing.”
“That’s good. I’ll need you to file a report as soon as you’re able considering you were eaten, albeit briefly-” Adrian spun around slowly, exasperated. “I have just gone through SEVERE trauma and already you are demanding things from me. Why am I not surprised. I knew you would have come down here for more than just a wellness check.”
Solaina smirked. “Good, you pick up on things. I am impressed that you are increasingly becoming more aware as the months go by. In some things.” He scowled. “That isn’t- Ugh.” Then he gave up. “Fine...but I am going to be slow about it.”
“Excellent. See? Not so difficult. Now, shall I treat you to lunch while we are at it?” “Tempting but no, thank you. I have other business I need to see to that I’m already late for.” Adrian let his shoulders drop as he sighed. “Mainly this,” He motioned to his entire head as his tongue flitted out.
Solaina put a finger to her chin, “Hm. I don’t know, you look fine like this, you know.” “I do not.” He hissed back. “I’m leaving now.”
“Have a safe trip back.”
Adrian shook his head slightly as he rolled his eyes and left the recovery room.
Solaina sucked her teeth for a moment before following him out and heading in the opposite direction, towards the dorms and common room nearby.
Before she entered however, she paused. “I am coming in,” She announced.
There was the brief sound of people moving, or moving apart, before a timid voice answered. “S-Solaina!”
She stepped into the room. “Ah, there you are Dr. McPhearson. Mr. Lowrey.”
Lowrey had an arm draped over the back of the couch while Liam sat next to him nervously with his hands firmly resting on his own lap. “Hey Solaina, how’s Adrian? Got a lil’ caught up in other stuff. Was gonna check up on him eventually.” Not that the vampire was to hasty to do so. Besides, he could smell his cologne on her (from her simply being in Adrian’s presence.)
“He had to return home to tend to business. But he is doing well.” “Shoulda figured.”
Liam cleared his throat. “That’s...good? Well I mean- it’s a miracle he was returned at all!”
“Yes,” She had the Rainbow Serpent to thank for that. “I think things will be a bit quiet on his end for a while.”
“Oh! Speaking of which, I meant to tell you I’ve been looking into this whole thing with Tahrek. Er- that is to say we’ve been trying to figure out just what these Jesters or even Mirth could possibly be- yes they’re faeries for certain but they still need to be classified. We hardly have any information on them aside from whatever the agents manage to tell us in the reports they’ll be filing, hopefully soon.”
“Yes, they are due by the end of next week at the latest. Unfortunately I must ask that you return to your normal duties as soon as you can, as they are equally important.”
Liam’s expression fell slightly, but he kept a smile on his face. “O-of course, Solaina. I just...thought perhaps you needed the extra hands at the time- ahah-” He wrung his hands nervously.
Lowrey gave him a reassuring few pats on the back. “Don’t worry about it, we got things covered here just fine.” “And will you be returning to Nevada as well, Mr. Lowrey?” Solaina eyed the vampire now. Like she was searching for something.
“Probably a good idea if I’m close by ta Adrian after his little run in with those clowns if ya ask me. Who’s gonna come to his rescue in case anything ELSE decides ta jump out at him from his windows?”
Solaina chuckled. “That is true. I will leave that up to you then.” She turned to walk away then, but paused. “Oh- by the way- I was wondering something.” “And that would be...” Lowrey raised a brow.
“Lucien was acting rather strangely when we descended down into the warehouse. In the way he spoke, that is. Do you know anything about that?”
The vampire glanced towards the ceiling briefly. “Hmmm...” Then shrugged dramatically. “Nope. Don’t know anything about that, considerin’ ya had me up top. Maybe he’s finally losin’ a few screws. Happens ta the best of us.”
“...Right… Well then. Carry on.”
Liam held still until she’d gone entirely, sighing loudly. “Well… at least she bothered to announce her arrival...”
Lowrey grinned, “Ya think I woulda been bothered by someone watching? Hardly,” He scooted closer towards the engineer. “So where were we?”
“Oh- well-”
As they leaned closer towards one another, a pair of feet came shuffling from around a corner, accompanied by plastic rattling. “Hey guys! Anyone wanna play Chinese checkers?” Ben called out suddenly.
Liam practically jumped out of his skin, but was rather fortunate to have a vampire to catch him at all.
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ANCONA – FORM 2019, un’esperienza di suono unica e irripetibile, come recita anche il titolo della stagione sinfonica: Sound experience. Presentata questa mattina in Regione la nuova stagione dall’assessore alla Cultura Moreno Pieroni, con la dirigente regionale Simona Teoldi, il presidente e direttore artistico FORM Carlo Maria Pesaresi e Fabio Tiberi.
“La FORM – ha detto l’assessore regionale al Turismo-Cultura , Moreno Pieroni – anche grazie a una saggia scelta di assetto di molti anni fa, ha saputo mantenere nel tempo il successo delle proposte culturali, con formule qualificanti diventando così il maggior punto di riferimento del sistema musicale regionale, insieme ai Conservatori. Per questo la Regione resta vicino e a sostegno di questa istituzione che si è valorizzata, valorizzando il nostro territorio. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e sono sicuro che anche la stagione 2019 confermerà il consenso di pubblico che ha registrato nella scorsa stagione. Il prossimo obiettivo sarà internazionalizzarla sempre di più e le buone premesse ci sono tutte.“
“Gli spettatori che seguiranno i concerti dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana si sentiranno avvolti dal suono romantico che caratterizza il ciclo inaugurale, con la Quarta Sinfonia di Schumann e la Quarta Sinfonia “Italiana” di Mendelssohn, dirette da Hubert Soudant, musicista di fama mondiale attualmente Direttore Principale della FORM – afferma Tiberi -; dalla potente energia di due giovanissime artiste lettoni di grande talento, le sorelle Kristine e Margarita Balanas che interpretano, dirette da Alessandro Cadario, una delle opere più amate di Brahms – il Doppio concerto per violino, violoncello e orchestra – e dalla magia dei concerti per pianoforte e orchestra di “mostri sacri” – Bach, Mozart e Beethoven – su cui si misurano due acclamati pianisti marchigiani, Gianluca Luisi e Lorenzo Di Bella”.
“Questo è lo scoppiettante inizio di stagione della FORM che, da sabato 12 gennaio al 18 maggio, porta le sue note nei maggiori teatri della nostra regione: “è la colonna sonora delle Marche – come afferma Carlo Maria Pesaresi -. La FORM ha varato il primo piano strategico triennale e ricordo che è una delle più importante istituzioni a livello nazionale, la più importante a livello regionale. È una infrastuttura culturale a servizio della regione, per produzione di concerti, formazione del pubblico, giovane e adulto, attenzione alle arti che accompagnano la musica. Abbiamo previsto una serie di concerti con una introduzione storico-musicale-artistica curata dal musicologo Cristiano Veroli, prima dell’esibizione”.
Pesaro, Urbino, Fano, Ancona, Jesi, Fabriano, Osimo, Chiaravalle, Falconara, Matelica, Macerata, Civitanova Marche, Fermo, Montegr”anaro e Ascoli Piceno sono i Comuni che ospiteranno l’Orchestra Filarmonica Marchigiana oltre alla trasferte a Roma e Cremona: ben sessantacinque concerti in 5 mesi. “La FORM è un indicatore di civiltà – dichiara Teoldi – che dà stabilità e continuità al settore e sviluppa competenze. È un organismo che ossigena il territorio grazie ai contributi dei vari Maestri e musicisti che si esibiscono in tutto il mondo”.
A febbraio torna il Maestro Hubert Soudant con una entusiasmante avventura “Mozartiana” con l’ Ouverture in do magg. D. 591 “nello stile italiano” di Schubert, la Suite per orchestra n. 4 in sol magg., op. 61 “mozartiana” di Čajkovskij e la Jupiter di Mozart. Quindi la celeberrima “Eroica” di Beethoven, diretta da Alessandro Cadario, sinfonia grandiosa, dal fortissimo impatto emotivo, simbolo musicale legato all’epoca napoleonica eppure di grande attualità per i contenuti etici e i valori assoluti espressi, ruotanti attorno all’idea di eroismo e libertà; e a Marzo il progetto Mahler, straordinario compositore che chiude il Romanticismo e apre al Novecento, con la Sinfonia n.5, proposta dalla FORM nella trascrizione per orchestra da camera di Kalus Simon, affidata alla direzione di Manlio Benzi.
Sempre a marzo i protagonisti sono il virtuosismo, con l’eclettica violoncellista Miriam Prandi e il contrabbassista e direttore Enrico Fagone, impegnati nell’esecuzione di un variegato e accattivante programma di musiche composte da Gentile, Čajkovskij, Bottesini e Mozart; e il fascino intramontabile della musica corale sacra con melodie di Bach, Haydn e Lauridsen, con l’Orchestra che si esibisce insieme a Vocalia Consort di Roma e il Vox Poetica Ensemble di Fermo, diretti da Marco Berrini.
Non passa inosservata la ripresa del programma – Da Bach ai Queen – che vede impegnato Stefan Milenkovich in un tour che fa tappa anche a Cremona per la chiusura della stagione del Teatro Ponchielli. A fine aprile viene fuori l’anima “crossover” dell’Orchestra, con un tributo al grande cantautore-compositore brasiliano Jobim, autore eclettico e sperimentalista dagli interessi musicali che oltrepassano i limiti della bossanova tradizionale, realizzato con la straordinaria partecipazione del più “brasiliano” dei musicisti italiani, il clarinettista Michele Mirabassi e con gli arrangiamenti originali e la direzione di Massimo Morganti.
Quindi la chiusura di stagione con due progetti dedicati a Chopin, interpretati dal giovane pianista russo Nicolay Khozyainov, talento di eccezionale valore, considerato uno dei migliori artisti della sua generazione.
Tra i giovani emergenti anche il programma Talenti-U35 che vede protagonisti il pianista diciassettenne Marco Ottaviani, diplomatosi nel 2018 ma già vincitore di importanti premi di livello internazionale, e il direttore Stefano Pecci, formatosi nella classe di Direzione d’orchestra del Conservatorio Rossini di Pesaro.
L’attenzione alle nuove generazioni è massima, oltre che sul palco, anche in platea; i giovani spettatori, infatti, vengono coinvolti con attività educational, concerti in anteprima e abbonamenti a prezzi simbolici. Nel cartellone pure due eventi speciali, dal titolo Gli ospiti della FORM, con musiche di Gazzè, Bee Gees, Sorrenti, Presley, Mozart, Gershwin, Strauss per il primo concerto e un’immersione nella passione del ballo per il secondo, con Le vie del tango: da Gardel a Piazzolla.
Proseguono le collaborazioni con il Conservatorio G. Rossini per diversi progetti e con l’Università di Ancona per FORM-OFF, I concerti dell’aula magna. Confermati inoltre gli appuntamenti con la Rassegna di Nuova Musica di Macerata e con Civitanova Classica Piano Festival.
I partner sono: Società Amici della Musica “G. Michelli” di Ancona, Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, Ente Concerti Pesaro, Fondazione Teatro della Fortuna di Fano, Associazione Arena Sferisterio di Macerata, AMAT, Associazione Nuova Musica Macerata, Civitanova Classica Piano Festival, TAM – EVENTI, Associazione Spazio Musica, MUSICAMDO Jazz, Società Amici della Musica di Montegranaro, ATGTP, Associazione Antiqua Marca Firmana, Società Filarmonica Ascolana, Concorso “Nuova Coppa Pianisti” di Osimo, Accademia d’Arte Lirica di Osimo, Conservatorio di Musica “G. Rossini” Pesaro, Scuola Civica di Musica “S. Scodanibbio” Macerata, Consorzio Marche Spettacolo.
La stagione è realizzata con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Marche e dei Soci Fondatori: Comuni di Ancona, Jesi, Macerata, Fermo, Fano, Fabriano.
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Le dogmatisme est mort, vive le dogmatisme ?
Si le Manchester City de Pep Guardiola a survolé la dernière saison de Premier League et bien débuté le nouvel exercice, il également chuté prématurément lors des deux dernières éditions de la Ligue des champions. Depuis son départ de Catalogne, le technicien, deux fois vainqueur de la compétition, n'a d'ailleurs plus remis les pieds en finale. La faute à son intransigeance tactique? Dans un football de haut niveau où tout le monde est très bien préparé, un coach doit-il nécessairement ajuster son équipe en fonction de l���adversaire?
Deux compétitions, deux ambiances
En Premier League, les chiffres de la saison passée sont éloquents: 98 buts inscrits, 66% de possession, près de 90% de passes réussies, plus de 17 tirs par rencontre… Bref, Manchester City a survolé le championnat, confirmant que le modèle Guardiola, loin du kick and rush longtemps pratiqué par beaucoup d'équipes anglaises, peut très bien s'exporter outre-Manche. La campagne européenne des Citizens, achevée brutalement en quart de finale, a cependant offert des arguments aux détracteurs du héraut du jeu de position.
En Ligue des champions, si Manchester City garde les mêmes préceptes, les résultats ne sont pas tout à fait identiques. Et, face à Liverpool, rapidement écarté de la course au titre en championnat, David Silva et consorts parurent totalement impuissants. À l’issue de la double confrontation, personne ne pouvait pourtant leur reprocher de ne pas avoir appliqué les consignes. Si l'on considère que l'une d'entre elles est de réussir à placer les ailiers en position de un contre un, on peut même dire qu'elles étaient parfaitement respectées. Mais la précision du plan de bataille ne permit pas aux attaquants de trouver la faille.
En faisant jouer ses hommes de façon identique de la première à la dernière minute du duel l’opposant à Jürgen Klopp, Pep Guardiola voulait combattre avec ses idées, quitte à mourir avec. Et rappelait une nouvelle fois sa filiation avec Johan Cruyff, et son "il vaut mieux perdre avec ses idées qu'avec celles d'un autre". L’avenir dira si (et comment) l'ancien milieu parviendra à nouveau à remporter la C1. En attendant, force est de constater que son équipe n’est pas un cas isolé en Europe.
Sarri, Bielsa et les autres
6 juin 2015. Aurelio De Laurentiis, président du Napoli, offre un contrat de deux ans à Maurizio Sarri. Il ne le sait pas encore, mais ce choix transformera le jeu de son équipe. Très séduisante, louée par nombre d'observateurs ("Nous avons désormais Maurizio Sarri, un innovateur qui peut réveiller le football après l’ère Guardiola", dira notamment Fabio Capello en juin 2017), elle ne remportera pourtant aucun trophée sous la houlette de l'ancien banquier, parti pour Chelsea cet été après trois saisons en Campanie.
Jusqu'au bout, il restera pourtant fidèle à sa philosophie de jeu, offrant des instants de grâce – ah ces buts après de superbes mouvements collectifs! – mais subissant plusieurs désillusions. À commencer par l'élimination en huitième de finale de Ligue des champions face au Real Madrid lors de la saison 2016/17. Le futur vainqueur fut pourtant étouffé par le pressing napolitain durant une grande partie du match retour, laissant l'espoir d'un retournement de situation après la défaite 3-1 au Bernabeu.
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Las, une perte de balle de Marek Hamsik dans une zone dangereuse offrait un corner au Real, que Sergio Ramos convertissait en but. Sur cette action comme sur tant d'autres auparavant, le Slovaque s'était évertué à relancer proprement. Le milieu de terrain n’aurait-il pas dû se résoudre à dégager le ballon loin devant, juste une fois? Les Madrilènes seraient-ils parvenus à passer l’écueil si les Azzuris avaient mis un peu d’eau dans leur Taurasi? A posteriori, on se prend vite à refaire l'histoire…
Dans un autre registre tactique, le Marseille de Marcelo Bielsa offrit également de grands moments à ses supporters avant de s’effondrer, notamment physiquement. L'Argentin n’aurait-il pas pu appréhender la deuxième partie de saison légèrement différemment afin de permettre à ses ouailles de tenir sur la durée? À l’instar de Guardiola et Sarri, Bielsa n’était en tous les cas pas prêt à sacrifier ses idées sur l’autel d’un éventuel résultat à court terme. Au-delà de ces trois éminents tacticiens, les exemples d’entraineurs n’étant pas disposés à gagner par n’importe quel moyen sont nombreux.
Obligation de résultats ?
En droit, une obligation de moyens désigne celle par laquelle un individu s’est engagé à mettre en œuvre toutes les diligences pour obtenir un résultat donné. C’est précisément ce qui s’impose à un médecin. S'il n'est pas obligatoire pour lui de guérir son patient, il doit en revanche tout faire pour y parvenir. Par opposition, dans le cadre d’une obligation de résultat, l’individu lié contractuellement s’engage à ce que le résultat initialement souhaité par les parties au contrat soit obtenu. C’est par exemple ce type d’obligation qui s'applique lorsqu’une compagnie s’engage à transporter un objet d’un point A à un point B.
En football, tout semble se passer comme si certains coaches ne se sentaient tenus que par une obligation de moyens et en aucun cas par une obligation de résultat. Pep Guardiola ne semble pas dire autre chose lorsqu’il affirme: "Moi, je vais accepter de perdre ou de gagner car on va nous juger là-dessus. Mais, désolé, jamais de la vie, je ne changerai ma manière de jouer au football. C'est la seule chose que j'ai." C’est précisément l’idée selon laquelle les moyens déployés pour atteindre un résultat supplantent ledit résultat.
S’adapter pour survivre
Par opposition à Marcelo Bielsa et ses disciples, nombre d’entraîneurs n’hésitent pas à adapter leur plan de jeu en fonction de l’adversaire. C'est par exemple le cas de Massimiliano Allegri, dont la Juventus affichait 48% de possession en Ligue des champions, contre 56% en Serie A. C'est également celui de Diego Simeone, habitué des beaux parcours européens avec l'Atlético Madrid. Au printemps 2016, sa formation élimina le Bayern en demi-finale de C1 en n'ayant le ballon que 26,5% du temps, elle qui culminait à 50% en Liga. L’adversité n’était pas la même mais El Cholo avait conditionné ses joueurs à défendre bas, dans des proportions très inhabituelles, pour se projeter le plus rapidement possible vers le but adverse.
En quart de finale, déjà, l’Atlético avait abandonné le ballon aux Barcelonais. Lors du match retour, remporté 2-0, les statistiques de possession affichaient un chiffre rare: 22%! Simeone avait parfaitement mesuré les forces et faiblesses de son équipe et savait que la réussite continentale passait par une adaptation d'un projet de jeu qui, adversité plus faible oblige, ne pouvait lui permettre de jouer de manière réactive chaque semaine en championnat. C'est cette forme de modestie, cette volonté assumée d'endosser les habits de "petit" quand on n'en est pas tout à fait un, qui permit aux Colchoneros de s'asseoir à la table des "gros".
La perfection existe-t-elle ?
Antonio Conte semble lui aussi résolu à tenter de gagner en s’adaptant à l’adversaire plutôt qu’en le contraignant à s’ajuster. Il n’hésite ainsi pas à osciller entre le 4-3-3 et le 3-5-2 ou 3-4-3... avec des fortunes diverses. Zinédine Zidane, dont la culture tactique est résolument italienne, semble également appartenir à la catégorie des entraineurs flexibles. S’il considère que son équipe doit posséder le ballon pour optimiser ses chances, son projet de jeu consiste, avant tout, à cerner les faiblesses adverses et à les exploiter.
Ce fut par exemple le cas face au Paris Saint-Germain en huitième de la dernière Ligue des champions. Pour contrer l’apport offensif des latéraux franciliens, Zidane n’avait pas hésité à faire évoluer ses joueurs dans un 4-4-2 au sein duquel Marco Asensio et Lucas Vazquez devaient défendre les couloirs comme si leur vie en dépendait, et profiter des espaces désertés par les défenseurs parisiens.
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Le scénario se répéta contre la Juventus. Cette fois, l'ancien meneur considéra qu’il était opportun de débuter les deux rencontres avec un milieu en losange pour que l’électron libre Isco perturbe l'organisation bianconeri. Dans la douleur, le Real se qualifia une nouvelle fois pour les demi-finales. Mais que les Madrilènes aient outrageusement dominés le match aller avant de se faire d'énormes frayeurs au retour est une nouvelle preuve, s’il en fallait une, qu’il n'y a pas de vérité absolue en football. Et que si l’on considère que le résultat est un juge de paix infaillible, il est alors vain de chercher à déterminer laquelle des deux catégories d'entraîneurs détient la vérité. Car, si leurs échecs remettent en cause leur philosophie de jeu et sont donc plus retentissants, nombreux sont les dogmatiques à s'être taillé un joli palmarès (Arrigo Sacchi, Johan Cruyff…).
Mais qui sait ce qui serait advenu si, au printemps 2018, Pep Guardiola avait donné comme consignes à ses joueurs d’attendre les Reds dans leur moitié de terrain? Les excellents contre-attaquants que sont Mané, Firmino et Salah auraient-ils pu dominer la rencontre comme ils l’ont fait? L'équipe ultime ne serait-elle pas, finalement, celle dont l'entraîneur serait animé par un idéal de jeu mais qui serait capable de les fondre dans un certain pragmatisme quand la victoire en dépend? À moins que ce soit justement la conviction dans leurs idées, et donc le refus de les transgresser, qui permette à certains coaches d'amener leur équipe aussi haut. Et que, peut-être, il ne faille pas gagner à tout prix.
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I 5 FILM CHE NON DEVI PERDERE A GIUGNO
Nuovo Articolo https://www.nerdpool.it/2018/06/01/i-5-film-che-non-devi-perdere-a-giugno/
I 5 FILM CHE NON DEVI PERDERE A GIUGNO
Quali film in proiezione ci saranno a giugno? Quali di loro creano più aspettative?
“Ho lo scazzo stasera vado al cinema. Ma a vedere cosa?”
Ve lo diciamo noi con la nostra rubrica:
“I 5 FILM CHE NON DEVI PERDERE”.
2001 ODISSEA NELLO SPAZIO (4 giugno)
Ne avevamo già parlato in questo articolo. Non servono presentazioni. Kubrick dirige uno dei suoi più grandi capolavori con uno dei finali più indefiniti della storia del cinema. Del tipo Donnie Darko e Inception levatevi proprio.
In questa pellicola venuta al mondo nel 1968, il regista considerato anche dai suoi colleghi, come migliore della storia, viaggia attraverso il tempo per spiegare l’evoluzione dell’uomo.
L’evoluzione dei primati preistorici viene mostrata nel famoso inizio di questo film con un gruppo di primati alle prese con un misterioso monolite. La presenza di questo attiva la loro intelligenza e fa capire loro la possibilità di usare le ossa di animali morti come articolazioni aggiuntive. Questa presa di consapevolezza avvierà un processo di evoluzione della specie.
Tanti anni dopo, nel 2001, una navicella spaziale viene mandata nello spazio ad indagare su degli accadimenti galattici.
A seguito di un boicottaggio del computer di bordo uno dei due astronauti muore e l’altro viene spedito su Giove dove morirà.
Lo spettatore insieme all’astronauta scopre dunque lo scopo della missione. Creare vita su Giove, partendo dalla morte.
Capostipite della storia cinematografica, in proiezione il 4/5 giugno nella versione restaurata a 70mm.
MUST TO SEE.
P.S. Se non l’avete mai visto fatelo già prima della proiezione. La comprensibilità della trama non proprio paragonabile a un episodio di Dora l’esploratrice.
JURASSIC WORLD – IL REGNO PERDUTO (7 giugno)
In questo mese di giugno uscirà anche il nuovo film di Jurassic World, quinto capitolo della saga cinematografica con protagonista i predatori preistorici.
A tre anni di distanza dalla fine del precedente capitolo della saga, Owen viene richiamato a tornare sull’isola dei dinosauri con la speranza di ritrovare il fuggiasco Blue, il primo velociraptor da lui allevato.
Sull’isola Owen e Claire saranno partecipi di una cospirazione che rischierà di coinvolgere il pianeta Terra intero.
Jurassic Park è una delle saghe fantasy più seguita della storia del cinema, non sarà forse più la produzione di Steven Spielberg di una volta, ma un velociraptor emana sempre gran fascino.
TERRA DELL’ABBASTANZA (7 giugno)
Alla regia dell’unica proposta nostrana alla guida dei must to see di giugno troviamo i gemelli Damiano e Fabio D’Innocenzo.
Nel loro debutto cinematografico hanno messo in scena le vicende di due ragazzi: Mirko e Manolo.
I due amici in giro in macchina a tarda notte investono un uomo ma invece di fermarsi e accertarsi dell’accaduto, prendendosene la responsabilità scappano, rendendosi colpevoli di mancato soccorso.
La vittima scopriranno essere un pentito di un clan della malavita romana e questo loro “incidente di percorso” li porterà ad ottenere fama, fortuna e gloria.
La storia di questi due ragazzi sarà un nuovo manifesto all’incauta e breve calma che si trova nel crogiolarsi nella mancata ammissione dei propri peccati e ciò li risucchierà in una spirale crescente di problemi.
Buona proposta cinematografica italiana che racconta qualcosa non nuovo di zecca, ma probabilmente in un modo diverso.
Attendiamo la visione.
IL SACRIFICIO DEL CERVO SACRO (28 giugno)
In questa nuova pellicola di Yorgos Lanthimos, Colin Farrell (Steven) e Nicole Kidman (Anna) sono un famoso cardiochirurgo e consorte felici genitori di due bambini.
La vita procede idilliacamente finché un giorno Steven prende stringe un legame con un ragazzo 16enne che ha appena perso il padre.
L’entrata in famiglia di questo nuovo membro porterà molti scompensi e diversi accadimenti quanto mai curiosi. Steven sarà obbligato a un gesto estremo per evitare di pentirsi di aver portato nella sua vista questo giovane ragazzo.
Premesse da urlo con riferimenti kubrickiani anche troppo indotti dalle scelte tecniche del regista, che non ha paura al confronto e fa di questo del cast di questo film il mero strumento per la riuscita del suo progetto.
Fin qui criticato e osannato. Più il primo che il secondo.
Serve farsi un’opinione più personale.
PAPILLON (28 giugno)
TV serial réunion in questo remake del classico del cinema cult risalente al 1973 con protagonisti Dustin Hoffman e Steve Mc Queen.
Rami Malek (Mr Robot) e Charlie Hunnam (Sons of anarchy) saranno i protagonisti aspiranti fuggiaschi.
Incastrato per un crimine mai commesso, Henri Charrière soprannominato “Papillon”, viene costretto ai lavori forzati sulla così detta isola del Diavolo. Lì fa conoscenza di un falsario: Louis Dega.
Dega propone di finanziargli i suoi innumerevoli tentativi di fuga pur di essere scortato fuori dalla prigionia.
Tra i due l’iniziale rapporto di pure beneficio si trasformerà in un sentimento amicale profondissimo e imprescindibile.
È innegabile ormai che a Hollywood sono sommersi dal remake fashion chic.
Non ci resta che andare al cinema a scrutarne il risultato.
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